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Osteoblastoma: incidenza, localizzazione, anatomia patologica, caratteristiche radiografiche, Appunti di Oncologia

Osteoblastoma - raro tumore osseo primitivo che colpisce prevalentemente la colonna vertebrale, il femore, la tibia e le ossa del piede. Descrizione, generalità e caratteristiche.

Tipologia: Appunti

2016/2017

In vendita dal 15/11/2017

RRI301067
RRI301067 🇮🇹

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Scarica Osteoblastoma: incidenza, localizzazione, anatomia patologica, caratteristiche radiografiche e più Appunti in PDF di Oncologia solo su Docsity! 1 OSTEOBLASTOMA A. Incidenza e localizzazione L’osteoblastoma è un raro tumore osseo primitivo che rappresenta l’1% dei tumori ossei primitivi, escluso il mieloma. Considerando una revisione di alcune casistiche per un totale di 354 casi, l’osteoblastoma predilige: ➢ La colonna vertebrale; ➢ Il femore; ➢ La tibia; ➢ Le ossa del piede; ➢ Meno frequentemente altre sedi. Localizzazione degli osteoblastomi. I numeri indicano le percentuali della localizzazione di 354 casi 2 Nel 35%-55% dei casi il tumore interessa lo scheletro assiale. Le ossa lunghe degli arti inferiori sono colpite con maggior frequenza (22%) di quelle degli arti superiori (6,5%). In ordine di frequenza, vengono interessati: ➢ il femore; ➢ la tibia; ➢ l’omero; ➢ il perone; ➢ il radio; ➢ l’ulna. L’osteoblastoma insorge a livello diafisario nel 50%-76% dei casi; sono rare le lesioni epifisarie. Nelle ossa lunghe, il tumore origina nella porzione prossimale nel 73% dei casi e nella porzione media e distale nel 27%. E’ situato eccentricamente nello spazio midollare nel 46% dei casi, in sede intracorticale nel 42% dei casi e in sede centrale nel 12% dei casi. E’ stata segnalata una localizzazione sottoperiostale, che però è rara. Ugualmente rari sono gli osteoblastomi multifocali, che possono svilupparsi nello spazio midollare o in sede iuxtacorticale (sottoperiostale). Quando sono multipli, le dimensioni non sono quelle caratteristiche di 2 cm o più, ma sono simili a quelle dell’osteoma osteoide (1 cm di diametro o meno); inoltre, tutte le neoplasie si localizzano all’interno di una singola regione di osso sclerotico reattivo. A volte, invece, le lesioni possono essere più grandi e del tutto separate. B. Età interessata e sesso Il 70% degli osteoblastomi si siviluppa nelle prime decadi di vita e l’80% al di sotto dei 30 anni. Il rapporto maschi/femine è di 2/1. C. Anatomia patologica L’osteoblastoma è un tumore benigno di derivazione osteoblastica ed è istologicamente simile all’osteoma osteoide. 5 Osteoblastoma. Lesione osteolitica, lievemente espansiva, in sede metafisaria. Il margine è leggermente sclerotico. La matrice è parzialmente mineralizzata, con una mineralizzazione di tipo amorfo. I margini sono nettamente definiti nell’83% dei casi, non sclerotici nel 37% dei casi e con un sottile orlo sclerotico nel 13% e mostrano una sclerosi reattiva esuberante in circa metà delle lesioni localizzate alle ossa lunghe. La localizzazione all’interno dell’osso è responsabile delle differenze nella risposta reattiva. Le lesioni nell’osso corticale o ad esso adiacenti tendono a provocare una reazione osteosclerotica e periostale più intensa rispetto alle lesioni che si sviluppano nell’osso spongioso. 6 Osteoblastoma. Lesione osteolitica con margine debolmente Sclerotico a livello del collo del femore di un bambino di 3,5 anni. E’ presente una reazione periostale lamellare e anche una reazione solida spessa ed irregolare che si estende a distanza dalla lesione. La reazione periostale sembra originare dalla regione vicino all’inserzione della capsula articolare, mentre manca in sede più prossimale, all’interno della capsula. La matrice è radiotrasparente nel 64% dei casi, mentre nei casi restanti si osserva una ossificazione di entità variabile. L’ossificazione può essere: ➢ amorfa; ➢ a chiazze; ➢ o globulare. Non è presente, se non occasionalmente, un nidus, che è invece caratteristico dell’osteoma osteoide. 7 Le lesioni sono espansive nel 75% dei casi, soprattutto a livello delle ossa sottili. La corticale è intatta nell’80% dei casi ed appare compromessa nel restante 20%. Nel 60% dei casi si osserva una reazione periostale, in genere di tipo solido (86%). Circa il 25% degli osteoblastomi delle ossa lunghe presenta un aspetto radiografico più preoccupante, con presenza di una reazione periostale lamellare o con formazione di spicole ossee, che può simulare un tumore maligno. La differenziazione tra osteoblastoma ed osteoma osteoide in genere è semplice. L’osteoblastoma ha dimensioni di 2 cm o più, soprattutto a livello delle ossa lunghe tubulari e può mostrare un’espansione ossea, specie nelle ossa brevi e sottili. Spesso il tumore ha una matrice ossificata e non presenta una formazione di nuovo osso in periferia così intensa come si ha nell’osteoma osteoide. Il decorso clinico è diverso, perche il tumore mostra un progressivo ingrandimento e solo in rari casi è stata segnalata una regressione. L’osteoma osteoide invece, mostra solo piccole modificazioni delle dimensioni e dell’aspetto o non ne mostra affatto ed inoltre può anche regredire. Per questo motivo, alcuni autori ritengono che l’osteoblastoma e l’osteoma osteoide, per la somiglianza del loro aspetto istologico, siano lesioni simili e li differenziano solo in base alle dimensioni e alle manifestazioni cliniche. Altri postulano che siano sue entità separate, in base ai caratteri radiologici e alla storia naturale differente. Infatti, l’osteoblastoma è una lesione tendente alla progressione e, avolte, alla degenerazione maligna, mentre l’osteoma osteoide rimane di dimensioni stazionarie e anzi, raramente, regredisce. Questa regressione dell’osteoma osteoida indica che la lesione potrebbe, in effetti, non essere una neoplasia. Conclusioni: Le due lesioni potrebbero far parte di un spettro di patologie, piazzandosi alle estremità: ➢ un’estremità costituita dall’osteoma osteoide, piccolo ed autolimitante; ➢ e l’altra costituita dall’osteoblastoma, progressivo e più aggressivo.
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