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RELAZIONE DI TIROCINIO ASILO NIDO, Tesine universitarie di Pedagogia

Relazione di tirocinio in un asilo nido per scienze dell'educazione

Tipologia: Tesine universitarie

2016/2017
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Caricato il 01/12/2017

sarah.contu
sarah.contu 🇮🇹

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12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica RELAZIONE DI TIROCINIO ASILO NIDO e più Tesine universitarie in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Università degli Studi di Torino Scuola di Scienze Umanistiche Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione Corso di Laurea in “Scienze dell’Educazione” Curriculum “Nidi e comunità infantili” Anno Accademico 2016-17 RELAZIONE FINALE DI TIROCINIO (300 ore totali) Studente: Sarah Contu Matricola 804200 Ente Ospitante: Asilo "Elvira Verde" Via delle Primule, 5 10151 Tutor Aziendale: Maria Trapani, Sabrina Di Chio Tutor Accademico: Dott.ssa Paola Zonca Periodo di svolgimento del tirocinio: dal 6/2/2017 al 12/5/2017 Ore presso l’Ente: 277,30 Ore di accompagnamento: 16,30 Ore di supervisione: 6 1. L'ENTE E LA SUA ORGANIZZAZIONE INTERNA Elvira Verde è un Nido del comune di Torino situato in Via delle Primule 5, esso si trova in una zona periferica di Torino vicino al carcere Lorusso e Cutugno: la sua collocazione ha permesso la nascita di un progetto con la coperativa valdocco. La struttura è circondata da uno spazio verde composto da giochi adatti all'età del bambino e si divide in tre piani: 1) Piano sotterraneo. Si trovano gli spogliatoi per le educatrici, i servizi igienici e la cucina; vi è inoltre uno spazio molto vasto dedicato ai bambini nel quale è possible dare spazio alla fantasia. 2) Pian terreno. E' costituito da diversi spazi dedicati alle attività del bambino come: una piccola palestra con palle di diverse misure, una piccola casetta con cucina e diverse stoviglie, una stanza per la pittura. Si trovano inoltre la zona dell'accoglienza, l'ufficio dell'economa e la sezione dei lattanti collegata a tre stanze: quella dedicata al momento dei pasti, quella dedicata al momento del riposo e quella riservata all'igiene del bambino. 3) Ultimo piano. Vi sono le due sezioni verticali: le farfalle e le api con i rispettivi spazi dedicati all'igiene del bambino, al pranzo e al riposo. Vi è inoltre un salone plurifunzionale composto da angoli con caratteristiche differenti come la cucina, le costruzioni, un tavolino con delle sedie ad altezza bambino, dei vestiti per potersi travestire e dare spazio alla fantasia. Il nido apre alle 7.30 del mattino e chiude alle 17.30, al suo interno lavorano 13 educatrici, 6 assistenti educativi, una cuoca e un'aiuto cuoca. I bambini sono complessivamente 70. 2. SEZIONI, GESTIONE E ATTIVITA' Come già detto in precedenza l'asilo è composto da tre sezioni, la sezione dei lattanti e le due sezioni dei divezzi: api e farfalle. LATTANTI La sezione dei lattanti è composta da 12 bambini con età compresa tra i 6 e i 12 mesi. All'interno della sezione ci sono tre educatrici, la prima arriva in sezione alle 8 del mattino, la seconda alle 9 e la terza alle 10, in più vi è un assistente educativo che affianca le educatrici nella routine dando loro un sostegno. Le presenze delle educatrici sono concentrate di più al mattino per l'accoglienza. La giornata si basa sulle routine che hanno una grande importanza per la vita del bambino al nido in quanto creano delle sicurezze. Nel libro "Crescere al nido" viene specificata l'importanza dell'accoglienza e del ricongiungimento momenti che il bambino deve vivere serenamente in quanto determinano la sua permanenza al nido. Un momento fondamentale è l'ambientamento: un insieme di pratiche che favoriscono l'adattamento del bambino e del genitore in una nuova situazione. Nel libro di A. Galardini si parla di un rito di margine ovvero quella fase che si verifica tra la separazione e la relazione con altri bambini e adulti. in autonomia. Il percorso di accompagnamento che il nido propone viene poi incrementato dalla collaborazione con il servizio sanitario dal quale il bambino riceve sostegno per il suo sviluppo fisico e linguistico. ESPERIENZE EDUCATIVE Nella sezione dei lattanti non si svolgono tante attività strutturate in quanto i bambini sono in una fascia di età che predilige il gioco libero e la scoperta spontanea dell'ambiente circostante. In questa fase è fondamentale non porre limiti allo sviluppo dei sensi del bambino, B. Restelli spiega bene questo concetto nel libro "Giocare con tatto" quando parla dell'importanza di un ambiente che sia su misura per lui dove è VIETATO NON TOCCARE ovvero dove il bambino può scoprire attraverso il tatto e i sensi l'ambiente circostante associando il suo vissuto a delle emozioni, a delle percezioni e creando dei collegamenti. Questo è proprio ciò che si verifica nella sezione dei lattanti, tra giochi di origine naturale e giochi di origine strutturata il bambino gattonando è libero di toccare, osservare e qualche volta mettere in bocca ciò che di più attira la sua attenzione. Le sezioni vertivali invece lavorano di più sui laboratori, un'attività molto interessante è quella della pittura: un gruppo casuale e sempre diverso di bambini viene portato nella stanza dedicata alla pittura dove dopo aver messo il grembiule sono liberi di tracciare il proprio segno con lo strumento che preferiscono: le mani piuttosto che un pennello di diverse misure o delle formine. Questa attività ha lo scopo di favorire l'espressione libera e creativa del bambino, spesso le opere vengono esposte ma con la consapevolezza che ciò che conta non è il risultato finale quanto invece le abilità che il bambino acquisisce durante il laboratorio. Questo tempo dedicato al bambino gli permette anche di socializzare con i suoi coetanei e di fare gruppo collaborando, si può ritenere che l'obiettivo è stato raggiunto nel momento in cui il bambino è interessato all'attività ed è lui stesso a richiederla. Beba Restelli parla di quanto sia importante che il bambino inizi ad approcciarsi ai colori e a conoscere i segni che egli stesso può tracciare. Inizierà con il tempo a conoscere i segni diversi, gli strumenti che li tracciano e come un segno può diventare un disegno. Il laboratorio è aperto anche ai genitori, ma in momenti diversi e separati dai loro figli, lo scopo è permettergli di capire cosa fanno i bambini in loro assenza. Il laboratorio tra adulti diventa poi, in modo spontaneo, un momento di socializzazione, di chiarificazione delle paure e di confronto con altri genitori. Diventa importante dare una definizione di laboratorio seguendo le linee guida tracciate da Beba Restelli nel libro "Giocare con tatto": LABORATORIO: luogo di creatività, di sperimentazione e di autoapprendimento durante il quale si verifica uno sguardo alla realtà attraverso i sensi, ma soprattutto attraverso il gioco. Lo scopo è portare il bambino a saper fare da solo; l'adulto può dare delle istruzioni ma senza interferire sul lavoro che verrà svolto in quanto ognuno lo porterà a termine in maniera differente. ICAM: MAMME DETENUTE Il nido di Via delle Primule dà ospitalità a bambini le cui mamme sono detenute nel carcere Lorusso e Cutugno. E' stata costruita all'interno del carcere una comunità chiamata ICAM: case per mamme detenute, nate per salvaguardare lo sviluppo del bambino costretto a seguire la sua figura di riferimento nel periodo di detenzione. Questi bambini vengono inseriti all'interno di un progetto che permette loro di frequentare il nido entrando così in contatto con una realtà differente da quella che sono costretti a vivere e ricevendo gli stimoli necessari per la loro crescita. I bambini arrivano al nido con due educatrici e svolgono le attività proposte per la sezione, seguono un percorso di inserimento e di inclusione con i loro coetanei. Le educatrici sostengono di aver visto dei miglioramenti durante questo percorso. OBIETTIVI Ciò che caratterizza la scelta degli obiettivi del collegio è l'idea di bambino: un bambino competente, capace di scegliere, autoregolarsi, motivato dal piacere e dalla gioia di sperimentare e di progredire nell' interazione con i contesti di vita. Gli obiettivi principali che il nido "Elvira Verde" si è posto sono: - raggiungere il benessere psico-fisico; - ambientarsi e relazionarsi con gli adulti e con i coetanei; - stimolare le loro competenze e conoscenze; - incentivare l'esplorazione e la scoperta; - utilizzare materiali semplici e naturali per stimolare la curiosità. Sono inoltre previste delle riunioni con le famiglie per condividere il materiale: foto, video ed altri tipi di documentazione. Una criticità che a mio avviso emerge durante il congedo di fine giornata tra educatrici e genitori è che vengono date delle etichette come: "è stato bravo". Spesso questo è dovuto dal fatto che ci sono tanti bambini e quindi non è possibile distaccarsi con il genitore per renderlo realmente partecipe di ciò che il figlio ha fatto, ma spesso sono dovute anche alla fretta del genitore che una volta preso il bambino chiede solo se ha mangiato. La relazione con le famiglie viene curata attraverso un rimando quotidiano delle esperienze svolte dal bambino tramite la bacheca di sezione e con dei colloqui iniziali e in corso d'anno. 3. DOCUMENTAZIONE PROGETTO PEDAGOGICO Tutti i nidi della città di Torino seguono un progetto pedagogico, questo documento offre un'idea di bambino inteso nella sua globalità di persona con un corpo, una mente e delle emozioni. I servizi pongono attenzione alle potenzialità e alle competenze di relazione, autonomia, conoscenza e apprendimento di ciascuno. Ogni aspetto di un servizio deve essere pensato in relazione al loro benessere nella progettazione della loro quotidianità e delle esperienze educative. Diventa importante tener conto degli spazi, dei materiali e dei tempi: - gli spazi devono essere curati e offrire benessere, devono essere sicuri ed organizzati in modo flessibile; in ogni sezione ci sono dei tappeti e dei cuscini che permettono al bambino di fermarsi quando ne sente la necessità. La gestione degli spazi richiama i concetti di Galardini nel libro "Crescere al nido", l'ambiente del nido deve richiamare quello domestico perchè questo permette al bambino di abitare il nido ovvero di provare emozioni e di dare senso a quello che vive, i tappeti e i cuscini sono necessari perchè i bambini passano molto tempo per terra, ma sono anche necessari degli spazi con funzioni specifiche che richiamano la routine del bambino. Gli oggetti devono essere posizonati all'altezza del bambino così che lui possa essere autonomo e indipendente dall'adulto. - i materiali sono preferibilmente naturali riducendo gli oggetti strutturati, lo scopo è sviluppare i sensi. Come sostiene B. Munari il bambino è uno scienziato, egli è in grado di scoprire l'ambiente circostante attraverso i sensi e di conseguenza non servono giochi strutturati e complessi, bastano oggetti semplici con i quali i bambini sono in grado di divertirsi e scoprire in modo autonomo. - i tempi sono distesi, flessibili e adeguati alle capacità dei bambini, tengono conto dell'interesse e della motivazione del singolo o del gruppo. Come dice A. Galardini bisogna lasciare al bambino il tempo per riuscire a farcela da solo, per permettergli di rielaborare le emozioni e le esperienze, quindi i tempi devono essere lenti. È importante che ci sia un lavoro di equipe che prevede la collaborazione del personale nel raggiungere gli obiettivi di benessere, crescita e apprendimento del bambino con il coinvolgimento attivo delle famiglie. I nidi riconoscono le famiglie a gestire le attività pratiche come il momento dei pasti, del cambio e del riposo, ho imparato che è importante il modo in cui ci si pone nei confronti del bambino, sono importanti la coerenza e la dolcezza, è importante cercare sempre un compromesso per evitare di rendere l'ambiente lavorativo pesante per noi e per i bambini. Ho imparato a legare le teorie alla paratica, ad osservare prima di agire o di dare un parere ed ho capito quanto l'esperienza di qualcuno può diventare fonte di apprendimento perchè c'è sempre da imparare. - BIBLIOGRAFIA • A. Galardini, "Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni". • L. Murray, "Le prime relazioni del bambino. Dalla nascita a due anni, i legami fondamentali per lo sviluppo". • S. Mantovani, "Le tavole di sviluppo di Kuno Beller (VOLUME 1)". • E. Musi, "Invisibili sapienze. Pratiche di cura al nido". • B. Restelli, "Giocare con tatto. Per una educazione plurisensoriale secondo il metodo Bruno Munari".
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