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La Relazione Tra Realità Fisica-Naturale e Realità Spirituale: Scienze dello Spirito, Study notes of Psychology

Il processo per cui si costruisce l'immagine del mondo esterno e spirituale in noi, discutendo i rapporti tra realtà fisico-naturale e spirituale, contrapponendo il riduzionismo e determinismo. Viene presentato il problema delle scienze dello spiritto e analizzate le differenze rispetto alle scienze della natura.

Typology: Study notes

2018/2019

Uploaded on 08/12/2019

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Download La Relazione Tra Realità Fisica-Naturale e Realità Spirituale: Scienze dello Spirito and more Study notes Psychology in PDF only on Docsity! Il problema fondamentale della filosofia: « ... in quale forma ci è dato il mondo, che per noi esiste soltanto nelle nostre intuizioni e rappresentazioni? Attraverso quali processi si costituisce in noi, sulla base degli stimoli dispersi che da tutte le parti impressionano i sensi, l'immagine del mondo esterno nel quale viviamo? E quindi, attraverso le intuizioni interne, 1' immagine del mondo spirituale. Una volta risposto a ciò, si presenta la questione del modo in cui la nostra conoscenza ... si avvicina ... alla connessione di questi fenomeni, dati nell'esperienza interna ed esterna». I rapporti tra realtà fisico-naturale e realtà spirituale (contro il riduzionismo) «La concezione di Comte ... considera lo studio dello spirito umano come dipendente dalla scienza fisiologica, e l'aspetto di uniformità che può venir osservato nella successione degli stati spirituali come l'effetto dell'uniformità riscontrabile negli stati corporei. ... A questo stato di cose corrisponde, secondo lui, la posizione della scienza della società nella storia delle scienze. Avendo come proprio presupposto le verità enunciate da tutte le scienze della natura, essa perviene soltanto dopo alla maturità». I rapporti tra realtà fisico-naturale e realtà spirituale (contro il determinismo) «John Stuart Mill riconosce invece pienamente l'autonomia delle basi di spiegazione delle scienze dello spirito, ma subordina in modo eccessivo i loro metodi allo schema che egli ha elaborato attraverso lo studio delle scienze della natura. Si può dire che niente della sua Logica abbia avuto tanta influenza quanto il tentativo ... di trasporre nel campo delle scienze dello spirito i metodi sviluppati in base alla tecnica delle scienze della natura». «Tutta la nostra esposizione viene a contrapporsi a questo punto di vista. ... Ci proponiamo di prendere in esame il problema delle scienze dello spirito, di analizzarlo, di scoprire deviazione dei problemi specifici che qui si presentano rispetto a quelli delle scienze della natura». L'oggetto delle scienze dello spirito «Il complesso delle scienze che hanno come loro oggetto la realtà storico-sociale». L'essere spirituale non può essere assimilato ad uno qualunque degli elementi costitutivi del mondo fisico-naturale. L'essere spirituale è un «imperium in imperio» (Spinoza), «unità psico- fisica vivente» capace di volere, sentire e pensare autonomamente (la distanza da Comte). Il Globus Intellectualis va pertanto suddiviso in due emisferi nettamente distinti (scienze della natura e scienze dello spirito), così da rigettare qualunque programma di standardizzazione ontologica e metodologica. Il dualismo metodologico ripreso da Johann Droysen VERSTEHEN vs. ERKLAREN Ulteriori dualismi: LIBERTÀ vs. NECESSITÀ INTUIZIONE vs. OSSERVAZIONE DIRETTO vs. INDIRETTO INTERNO vs. ESTERNO INDIVIDUALE vs. GENERALE «La nostra immagine dell'intera natura risulta urla mera ombra, gettata da una realtà a noi nascosta, mentre noi possediamo la realtà qual essa è solamente nei fatti della coscienza, dati nell'esperienza interna». Da ciò deriva che la conoscenza prodotta nel campo delle scienze della natura è caratterizzata da incertezza, inattendibilità ed è sempre integrabile. Viceversa, la conoscenza prodotta nell' ambito delle scienze dello spirito ha carattere definitivo, apodittico, e non necessita di ulteriori, supplementari controlli. «I fatti della società ci sono comprensibili dall'interno, possiamo riprodurli in noi sulla base dell'osservazione dei nostri propri stati, e accompagniamo intuitivamente la rappresentazione del mondo storico con l'amore e l'odio, con tutto il gioco dei nostri affetti. Invece la natura è per noi muta. Soltanto la forza della nostra immaginazione diffonde su di essa un barlume di vita e di interiorità. La natura ci è straniera ... La società è il nostro mondo. Noi viviamo in essa il gioco delle azioni reciproche, con tutta la forza del nostro intero essere, poiché percepiamo in noi stessi, dall'interno, in un vivente tumulto, gli stati e le forze su cui si costruisce il suo sistema». «I fatti spirituali, in quanto tali, sono dati nell'esperienza immediata; in base alla pienezza della propria esperienza vissuta [ERLEBNIS] si può riprodurre e comprendere, mediante una trasposizione, l'esperienza vissuta al di fuori di noi ... Anche la comprensione degli altri poggia sulla riproduzione della connessione presente in loro ... La connessione della natura esterna è postulata nei fenomeni in virtù di un collegamento di concetti astratti ... la connessione psichica e storica è vivente e satura di vita». «Nelle scienze della natura il fine conoscitivo predominante è costituito dall'uniformità; entro il mondo storico si tende invece alla particolarizzazione fino a raggiungere 1' individuo... La ricerca storica ha la sua vita nel progressivo approfondimento di ciò che è peculiare ... mentre nella natura cerchiamo soltanto l’elemento della legge, nel mondo storico diventa oggetto di scienza il singolare ... Se negli erlebnisse cogliamo la realtà della vita, quel che ci appare in questa prospettiva è sempre qualcosa di singolare, di irripetibile». Il problema di Windelband in tre punti: 1. Il ruolo della filosofia; 2. Il ruolo dei valori e della «coscienza normale»; 3. La differenza tra conoscenza «naturale» e conoscenza storica. 1. «Le scienze costituiscono un fatto – forse uno dei più importanti fra tutti – e richiedono di diventare esse pure oggetto di una propria scienza, che si configuri nei loro confronti così come esse si atteggiano di fronte alle altre cose. Accanto alle altre scienze sorge quindi una “teoria della scienza” ... Essa è l’autoconoscenza della scienza, l’indagine centrale nella quale tutte le altre scienze trovano il loro fondamento. A questa “dottrina della scienza” si trasmette il nome di filosofia, diventato privo di oggetto ... [tuttavia] la conoscenza scientifica non è affatto il solo campo della vita psichica nel quale distinguiamo [fenomeni] ... a cui attribuiamo un valore necessario e universalmente valido e quelli in cui ciò non avviene» [Riferimenti al campo della morale e dell’estetica]. «[La filosofia] indaga se vi sia una scienza, cioè un pensiero che possegga con validità universale e necessaria il valore della verità; indaga se vi sia una morale, cioè un volere e un agire che posseggano con validità universale e necessaria il valore del bene; indaga se via un’arte, cioè un intuire e un sentire che posseggano con validità universale e necessaria il valore della bellezza ... Per filosofia non intendiamo altro che la scienza critica dei valori universalmente validi». «Ovunque la conoscenza empirica scopre in sé questa necessità ideale di ciò che deve valere universalmente, essa si incontra con una coscienza normale ... Per quanto piccoli siano il grado e la misura in cui tale coscienza normale penetra la coscienza empirica e si fa valere all’interno di questa, ciononostante tutte le valutazioni logiche etiche ed estetiche sono formulate in base alla convinzione che vi sia una coscienza normale, alla quale dobbiamo elevarci se le nostre valutazioni debbono pretendere una validità necessaria universale»
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