Download Relazione del libro: "Io non ho paura" di Italo Calvino and more Lecture notes Italian in PDF only on Docsity! Relazione libro di narrativa ● Titolo opera: Io non ho paura ● Autore: Niccolò Ammaniti, nato a Roma il 25 settembre 1966. Si è quasi laureato in Scienze Biologiche. Nonostante gli mancassero pochi esami non ce l'ha fatta, e la leggenda vuole che l'abbozzo della sua tesi si sia trasformato in "Branchie!", il primo romanzo. Assieme al padre Massimo, docente di Psicopatologia generale, ha pubblicato "Nel nome del figlio", un saggio sui problemi dell'adolescenza. Nel 1996 partecipa a "Ricercare", e sempre in quell'anno esce la raccolta di racconti che lo fa conoscere al grande pubblico, "Fango". Per un po' di tempo è stato tacciato di cannibalismo, ma se n'è sempre fregato, continuando a fare quello che gli piaceva. Ha intervistato per "Liberal" il suo amico scrittore Aldo Nove, con il quale ha condiviso tante avventure tra le quali la fondazione, insieme ad altri scrittori, del movimento collettivo "Nevroromanticismo". Insieme alla sorella ha fatto un breve cameo nel film di Fulvio Ottaviano, "Cresceranno i carciofi a Mimongo", del 1996. Il 17 settembre 2006 si è sposato, in una località segreta, con l'attrice Lorenza Indovina. ● Anno di pubblicazione: 2001 ● Genere: Narrativa ● Tema trattato: Il tema centrale del romanzo Io non ho paura è la solidarietà che viene a crearsi tra Michele e Filippo. I due personaggi principali sono accomunati solo dal fatto di essere bambini, mentre per il resto appartengono a due mondi completamente diversi. Michele proviene dal Sud, Filippo dal Nord; Michele appartiene a una famiglia povera, Filippo ad una ricca; Michele è il figlio del rapitore, Filippo è il rapito. Nonostante ciò c’è qualcosa che supera tutte queste differenze e unisce i due ragazzini: la solidarietà tra esseri umani, un sentimento che i bambini riescono a sentire meglio degli adulti. È importante sottolineare che la solidarietà di Michele, ossia la scelta di aiutare Filippo che si trova in una situazione tremenda, esige il pagamento di un prezzo, cioè il tradimento nei confronti del padre. Il bambino è combattuto tra l’amore per il genitore, con cui ha un buon rapporto e che ha sempre visto come una figura buona, e la solidarietà verso un essere umano in pericolo. La decisione non è né scontata né indolore. L’alto prezzo da pagare aumenta il valore del gesto finale di Michele, che finisce per prendere il posto di Filippo e la pallottola destinata a lui. ● Trama: Protagonista e narratore di Io non ho paura è Michele Amitrano, un bambino di nove anni che vive in un piccolo centro del Sud Italia, Acque Traverse, poche case disperse in una immensa distesa di campi di grano. Siamo nell’estate del 1978, quella che nel romanzo stesso è definita come una delle estati più calde del secolo. In questa ambientazione Michele vive la propria infanzia con la sorellina Maria e un piccolo gruppo di amici. Un giorno i bambini durante i loro vagabondaggi raggiungono un casale isolato. Stanno per andare via, ma Maria ha perso gli occhiali e Michele torna al casale per cercarli. È in questo momento che il bambino scopre in mezzo alla terra una botola, che si apre su una buca nel terreno, nella quale vede sbucare dall’oscurità un piede. Terrorizzato, Michele scappa e torna a casa. Tuttavia la curiosità è più forte della paura e Michele torna alla botola il giorno successivo. Capisce che la persona rinchiusa dentro è un bambino e inizia a portargli acqua e cibo regolarmente. L’altro, però, non parla con Michele, che non riesce a capire cosa ci faccia lì dentro e chi ce l’abbia messo. Nel frattempo è tornato il padre di Michele. Ci viene descritto il rapporto affettuoso che il bambino ha con lui e con il resto della famiglia. Un giorno, durante una delle visite al misterioso bambino, Michele trova nel nascondiglio una pentola che aveva già visto a casa sua. Inizia allora a fantasticare sul fatto che il bambino potrebbe essere un suo fratello, tenuto nascosto dal padre perché pazzo. Il bambino, infatti, sembra ormai non essere del tutto consapevole della realtà: chiama continuamente in causa degli orsetti lavatori, che sarebbero suoi amici, ed è convinto di essere morto e che la buca nella quale si trova sia il luogo dove si va dopo la morte. Un giorno Michele vede un amico del padre tornare dal casolare dove è nascosto il bambino e sente della notizia di un rapimento. Nel frattempo arriva a casa di Michele uno strano ospite, Sergio, che viene presentato come un amico del padre. Durante la notte Michele esce dalla sua stanza e trova il padre, Sergio e altri uomini di fronte al telegiornale in cui si parla del rapimento. Dai loro discorsi capisce che si tratta della banda che ha rapito il piccolo Filippo, il bambino nascosto nella buca. Inizia a questo punto il lungo contrasto all’interno dell’animo di Michele tra l’affetto per il padre e quello per Filippo. In una delle sue visite Michele lo aiuta ad uscire dal suo nascondiglio e gli fa vedere i campi di grano. Poco dopo, però, Michele viene scoperto, tradito da Salvatore, il suo migliore amico, al quale aveva raccontato il segreto. Il padre allora gli intima di dimenticare tutto e di non tornare mai più da Filippo, minacciando che se non avesse obbedito avrebbero ucciso Filippo. La polizia è ormai sulle tracce della banda e Sergio, che si è rivelato essere il capo della banda, decide di uccidere Filippo. Michele, saputa la notizia, corre da Filippo, che intanto è stato trasferito in una gravina sperduta e lo aiuta a scappare. Filippo esce, ma Michele non riesce a scappare prima che arrivi la banda. Il padre allora entra nel nascondiglio e spara a Michele, pensando che fosse Filippo, colpendolo a una gamba. Scioccato, il padre prende tra le sue braccia Michele mentre arrivano le forze dell’ordine e i soccorritori, ai quali il padre affida Michele.