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storia del design da renato de fusco, Summaries of Design history

riassunto di storia del design di renato de fusco

Typology: Summaries

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Download storia del design da renato de fusco and more Summaries Design history in PDF only on Docsity! Seconda Università Di Napoli (SUN II) RENATO DE FUSCO STORIA DEL DESIGN CAPITOLO PRIMO La Stampa Come Design La storia del Design nasce nel 1800 con la II Rivoluzione Industriale con qualche oggetto nel 1750 con la Stampa di Gutemberg e poi Argan.Il concetto fondamentale fu che “gli oggetti nascono sempre da un progetto”. Il foglio stampato prodotto in innumerevoli esemplari e l’invenzione di una macchina utensile in cui la mano dell’uomo è assente hanno effettivamente trasformato l’idea stessa di produzione. Gli inizi della <<scrittura artificiale>>, come in origine fu chiamata la stampa. Questa impiegava come matrice una tavoletta di legno con le lettere incise che , inchiostrata e premuta da un torchio su un foglio di carta, consentiva di riprodurre più volte un testo con anche delle immagini. Inventore della stampa fu Gutemberg che presentava qualche incertezza. La forma “ a fondere “ per ottenere i caratteri doveva comprendere uno spazio vuoto entro cui versare il piombo fuso; una parete era sostituibile per mettervi la piastrina incisa in cavo, corrispondente ad una lettera o segno. Gutemberg dovette risolvere il problema dell’allineamento dei caratteri dato che le righe sono allineate. Fu possibile la correzione di un testo solo in un preciso punto, l’introduzione del <<pezzo intercambiabile>>, che si poteva usare più di una volta che fu importante per la produzione in serie. La prima ragione del successo di diffusione dei libri stampati nel Rinascimento sta nel fatto che erano tutti scritti in Latino ed ebbero molto successo nella vendite, nei trasporti e nel pagamento. Molte volte i fogli appartenevano a testi diversi, toccava al destinatario ricomporli, rilegarli, confezionarli con frontespizi e custodie per dare l originalità del libro. La grafica, l’arte della stampa , il libro siano classificabili nell’ambito del Design è dato dal confronto tra il lavoro artigianale e quello industriale proprio per dare importanza alla fase progettuale che come affermava De Fusco , tutto nasce da un progetto cosi come un libro che per nascere ,quindi ha bisogno di una fase di progettazione che riguarda tutte le fasi di lavorazione. Dopo Gutemberg ci fu Argan che ci spiega il concetto di progetto. Esso ha bisogno di due cose :la prima è il disegno dei caratteri e le regole con le quali si compongono fra loro e associandosi con immagini; la seconda è la grafica del libro si da come rappresentazione di un’altra scrittura (stile). Nasce il frontespizio (l’impaginazione) che dava molto significato alla copertina del libro , di solito era raffigurato con opere architettoniche proprio come gusti rinascimentali. Grazie a queste proprietà, tale carattere poteva essere stampato in corpi piccolissimi senza perdere chiarezza ,e di conseguenza stampare libri di un bel formato, maneggevoli, economici oltre che belli. Una volta riconosciuto che la stampa è a tutti gli effetti da classificarsi nell’ambito del Design. L’iniziativa della prima esposizione si deve a Henry Cole. Queste grandi esposizioni erano il prodotto della concezione liberale dell’economia. L’edificio che ospitò l’esposizione fu il Crystal Palace che fu eseguita da Paxon, la sua importanza non fu solo di natura architettonica, esso era frutto di un disegno industriale fatto di vetro e ferro, con un’accurata programmazione di tempi e di calcoli e di pezzi eseguiti a macchina da vari stabilimenti industriali. Esso fu usato per la “Great Exhibition” del 1851 dove furono messi in mostra opere di ogni genere di produzione artigianale. Essa aveva colpito perché i prodotti esposti erano stati definiti “deprimenti”, di “cattivo gusto”, senza considerare alcuna bellezza. Anche Morris definì il tutto “ stupefacentemente brutto ”. Morris era colui che era in grado di fare qualunque decorazione e secondo lui gli articoli prodotti dagli uomini moderni erano tutti brutti, rifiutavano l’intervento della macchina nella produzione delle cose. In questa esposizione parteciparono diverse Nazioni quali: Francia, Belgio, Austria, Stati Uniti, Inghilterra, ecc. La prima fu proprio fatta dagli Stati Uniti con l’esposizione di macchinari. La seconda fu l’Inghilterra con la locomotiva di Crampton. Furono anche esposti macchinari della mietitura, gruppi scultorei e oggetti molto strani che colpirono la curiosità delle persone. Bisogna dire che la Great Exhibition fu il primo vero incontro tra la cultura del design e il pubblico. Maurizio Vitta dà come inizio del design proprio il 1851, con la Great Exhibition nel Crystal Palace. Caratteristica del Design è il concetto di bellezza non tralasciando però la funzionalità. Ma è il 1900 il secolo in cui il Design è trionfato infatti anche Le Corbusier disse che l’architetto deve giudare e trasformare il mondo , non deve però perdersi nelle decorazioni, “la bellezza è l’utilità delle cose”. Il Caso Thonet A metà dell’800 un posto di grande rilievo nella storia del design spetta a Michael Thonet, la cui produzione soddisfa pienamente i quattro parametri del design. Il carattere esponente dei mobili di Thonet ha origine da un’invenzione tecnica che consiste nell’inumidire elementi di legno per poterli piegare. Questa idea nacque per restituire al legno, grazie al vapore, la sua elasticità, per sagomare i pezzi. Thonet nacque in Prussia,aprì un piccolo laboratorio di falegnameria specializzato in pavimenti. Poi ottenne brevetti in altre parti d’Europa e si aprirono altre aziende con la produzione delle sue famose “seggiole modello 14”. Thonet non produsse solo sedie ma una vasta gamma di altri mobili, tavoli, tavolini, poltrone, divani, tutti “mobili sostenitori”. I mobili di Thonet hanno resistito anche alle variazioni della moda e sono stati acquistati da ogni classe sociale, egli ha il vantaggio di essere il fabbricante di mobili che ha conseguito il successo maggiore. I Mobili Brevettati Nell’Europa del ‘700 si sperimentano costruzioni di mobili leggeri e pieghevoli, con un minimo ingombro, questo perché si volevano realizzare mobili confortevoli per l’uomo, ma nello stesso tempo che occupassero poco spazio. I mobili brevettati ebbero la loro origine dalla necessità delle persone di avere un certo confort senza riempire la casa di mobili, per esempio una poltrona che può trasformarsi in divano. Questo fenomeno si ripercuote sulla produzione industriale. Questo è il caso della seggiola Wilson che fu uno dei primi modelli di poltrona da invalido in un arredamento domestico. Essa fu dichiarata la migliore poltrona del mondo intero, essendo una combinazione di poltrone da salotto, fumo, reclinabile, da riposo o da letto, regolabile in qualunque posizione. CAPITOLO QUARTO Germania –USA 1900-1929 Una Nazione-Azienda Nel primo 900, la Germania, per tutto ciò che riguarda le invenzioni, lo spirito imprenditoriale, cioè la produttività si rifà al modello degli Stati Uniti. Cosi la storia del design tedesco è intrecciata alla storia dell’industria americana. Una prima testimonianza dei contatti con l’America si ha quando Franz Reuleaux scrive un reportage di 10 lettere su come la Germania si è rifatta all’Usa per quanto riguarda i rapporti industriali. Nella decima lettera si raggiunge il punto più importante perché dice che l’industria tedesca deve utilizzare la macchina per sostituire la mano dell’uomo al vantaggio del prodotto, e deve utilizzare l’abilità del lavoratore per la finitura dei prodotti. Dopo varie iniziative che miravano ad inserire la Germania nel mondo della produzione industriale fra le industrie che adottarono la lavorazione meccanica, nacque la Werkbund, un’associazione di architetti ed artigiani industriali. Il creatore fu l’architetto H.Muthesius che venne inviato a Londra con il compito di studiare l’architettura e il movimento delle arti applicati inglesi. Lo scopo era di riunire industria e arti applicate avvenuta durante lo sviluppo economico, proponendo una nuova cultura del lavoro industriale, dove per ogni progetto dovevano essere analizzati i costi di produzione, la qualità artigianale, le modalità e i tempi di produzione. Fra l’altro un altro scopo era quello di mettere la Germania al passo con lo sviluppo industriale di Inghilterra e Stati Uniti. La W. pur prendendo spunto da Morris e dal movimento inglese Arts & Crafts che esaltava le arti applicate e il lavoro artigianale, se ne distanziò puntando sull’industria. La W. rappresenta una parte importante nello sviluppo dell’architettura moderna e del disegno industriale, in particolare nella successiva fondazione del Bauhaus. Effetto positivo del W. e che grazie ad esso e alla presenza importante dell’industria si parla di “industrial design”. Secondo le idee di Behrens il disegno industriale deve trovare propri effetti nella semplicità delle singole parti. Secondo Argan la vera tecnica dell’artista è la tecnica del progettare, tutta l’arte neoclassica è progettata. Naturalmente la componente “produzione” nel rapporto Germania-USA fu agevolata dalle tante invenzioni, tra le più importanti ricordiamo: la macchina da scrivere, la dinamo, la plastica, il frigorifero, la lampadina, la radio, il cinema, ecc. Però c’era sempre una differenza tra Germania e Usa per quanto riguarda la meccanizzazione, la prima meccanizzava i mestieri semplici e la seconda i mestieri complessi. Il contributo del W. è stato fondamentale per la cultura del Design, collegate alla nascita dell’industria dell’elettricità (AEG) e quella automobilistica (FORD). L’AEG L’industria dell’elettricità (AEG), produceva articoli del tutto nuovi, legati all’energia elettrica per l’illuminazione, il riscaldamento e l’alimentazione dei motori elettrici. Basilare in questo campo è la lampadina ad incandescenza. Dopo un anno dalla sua fondazione l’AEG inizia a produrre la dinamo, motori elettrici, cavi e tutti gli accessori adatti alla produzione elettrica, cosi l’azienda arricchisce il suo catalogo con ogni tipo di prodotto, ma lo sviluppo dell’azienda fu dovuto all’intervento di Behrens che fu chiamato come consulente artistico. Egli si interessava di disegnare alcuni tipi di lampade, ma gli fu affidato principalmente il settore della pubblicità, infatti egli ideò una serie di opuscoli, manifesti e bollettini di informazione nonché progetto vari padiglioni e stands espositivi grazie ai quali l’AEG si sviluppò notevolmente. I prodotti venivano accolti da tutti e si producevano in larga scala. Il Caso Ford Fra tutti gli eventi più significativi della storia del design anche quello di Henry Ford fu importante. Figlio di agricoltori già in età giovanile costruì da solo un primo modello di automobile e qualche anno dopo fondò la “Detroit Automobile Company” e poi la “Ford Motor Company” che divenne presto la maggiore fabbrica del mondo con più di 200.000 dipendenti. Grazie alla sua attività di designer, Ford non pensa alle oscillazioni del gusto , ma a un modello perfetto, si attiene al rapporto utilità-bellezza. Egli diceva che ogni pezzo doveva essere lavorato bene, in maniera robusta e doveva durare nel tempo. E questo fu il caso del suo prodotto più famoso, l’automobile Modello T, costruita con materiali di grande resistenza e per la sua fabbricazione venne introdotta la linea di montaggio nell’industria automobilistica. Prima di questo modello la costruzione di un auto veniva fatta utilizzando un gruppo di operai, ma questo portava alla perdita di tempo, cosi coi sistemi dei nastri trasportatori e le gru mobili adottate successivamente si accorsero che nel giro di pochi anni si riduceva tempo e lavoro manuale realizzando più automobili. Il merito di Ford fu di rendere l’automobile un articolo per tutti e non solo per i privilegiati. Nel 1923 la General Motors presentò la coloratissima Chevrolet in competizione con la Ford, fu cosi che Ford introdusse sul mercato il Modello A con uno stile più elegante e più preciso. Oltre alle automobili egli costruì anche trattori, motori di aviazione jeep, di carri armati, ecc., ma a lui si riconosce che è stato il primo a capire come andava affrontata la concorrenza. La Wiener Werkstatte La Wiener Werkstätte è una ditta fondata nel 1903, in Austria da Josef Hoffmann, Koloman Moser e un banchiere finanziere collezionista d’arte di nome Fritz Waerndorfer. Questa raccoglie le arti dei movimenti precedenti. Rielabora un nuovo classicismo, portando alla nascita il protorazionalismo. Si associa l’artigiano all’economia, ispirandosi all’Art and Crafts inglese. Hoffmann e Moser nel 1905 ne fondano il programma:  Stretto rapporto con il pubblico, il progettista e l’artigiano  Produrre oggetti di uso domestico, semplici e di qualità  La concezione primaria è la funzionalità  Eccellente qualità della lavorazione  Quando sarà il caso aggiungere ornamenti.  La produzione di questa ditta era volta verso tessuti, ceramiche, gioielli, mobili, cartoline postali. Non bisogna fare la produzione a basso prezzo poiché questa va a scapito dei lavoratori e dell’esistenza degna dell’uomo. · Era formata da 100 operai, pochissimi di loro erano artigiani di mestiere. Entrarono a far parte della ditta i maggiori artisti di Vienna, e gli alunni cui Moser e Hoffman insegnavano nella loro scuola. L’obiettivo era di avere più esperienze possibili di artisti ed oggetti, legati a un unico stile. Hoffmann con le sue opere riusciva a produrre con le stesse forme due oggetti completamente diversi. Uno dei progetti più importanti fuori dell'Austria è il Palazzo Stoclet a Bruxelles di Josef Hoffmann. La Wiener Werkstätte è perfettamente attrezzata di tutto ciò che serve all’impresa, la macchina non domina ma aiuta l’uomo: non è lei a dominare la fisionomia dei prodotti ma lo spirito creativo spetta alle mani dell’artista. Si utilizzano le energie e la creatività dei giovani, formati nella scuola dei due maestri fondatori. Il maggior talento di Koloman Moser era la grafica: i cartelloni pubblicitari e il marchio di fabbrica rispondevano benissimo alla fase commerciale che aveva la ditta. La Weiner Werkstätte partecipò a quasi tutte le Expo che si tennero, dall’anno della sua fondazione fino al suo fallimento. Iniziarono ad aprirsi le prime filiali e punti vendita in tutto il mondo: finirà per influenzare lo Styling americano. Moser CAPITOLO QUINTO L’Art Decò e Le Corbusier L’ Art Déco è stato un fenomeno del gusto che interessò il II e il III decennio del secolo XX , riguardò le arti decorative , visive, architettura e moda. L’ expò di Parigi vide trionfare molte categorie dall’ebanisteria agli accessori moda. Parigi restava il centro del buongusto , ma l’Art Deco nacque grazie a Poiret stilista con molti interessi che portò una riforma estetica dell’ambiente moderno. Il termine Art Dèco fu rivalutato negli anni 60 grazie alle prime opere del principale esponente Hoffmann con un astratto geometrismo, con le prime opere della Wiener Werstatte . - Con le forme cristalline e sfaccettate del cubismo e del futurismo; - I colori del fauvismo; - Motivi e forme di animali, i cristalli; - Innovazioni tecnologiche; - Industria della moda; oltre a queste fonti l’Art Dèco fu caratterizzata dall’uso di materiali come l’alluminio, l’acciaio, lacca e legno ecc. l’Art Dèco fu uno stile sintetico, però aerodinamico, fu però uno stile molto popolare per gli interni del cinema e delle navi. Alcuni storici la considerano come alternativa del modernismo o movimento moderno in architettura. Tale movimento prese nome e notorietà dall’Esposizione Internazionale delle arti decorative tenutasi a Parigi nel 1925 dove era presente una tra le figure più influenti della storia dell’architettura: Le Corbusier, che viene ricordato come maestro del movimento moderno, egli è stato uno dei padri dell’urbanistica di oggi. Nel suo testo storico tocca i cinque punti dell’architettura moderna: - I pilotis (pilastri) che servono a reggere un edificio; - Il Toit Terrasse (tetto a terrazza) cioè una specie di tetto giardino che dà il verde all’uomo; - Il plan libre (pianta libera) uno scheletro che serve all’architetto per costruire in tutta libertà; - La facciata libera cioè libertà di creare facciate; - La finestra a nastro che taglia la facciata in tutta la sua lunghezza. Questi punti servirono per la villa Savoie a Parigi. Il principale contributo di le Corbusier fu di aver concepito la costruzione di abitazioni fatti per l’uomo e costruiti a misura d’uomo. Secondo Le corbusier l’art Decò produceva oggetti, mobili come protesi senza ornamento e rivaluta il mobile metallico passandolo nelle case, non considerando più il legno come elemento fondamentale per i mobili. La visione del mondo di le Corbusier stà nel fatto che lui vede la casa come un prodotto industriale per abitare fatti a misura d’uomo seguendo i suoi canoni. I suoi metodi consistono nel classificare tutte le attività umane: vivere, lavorare, avere cura del proprio corpo e della propria mente. CAPITOLO SESTO L’industrial Design Negli Usa La storia del prodotto industriale ha avuto in America uno sviluppo più rapido rispetto agli altri paesi, infatti è in America che nel 1920 viene coniata l’espressione “Industrial Design” per indicare la rappresentazione di tutti quegli oggetti che richiedono una accurata progettazione, ed è sempre in america che negli anni trenta nasce la professione di designer. Lo Streamlining Nel campo del disegno industriale il termine Streamlining (o Streamline o Styling) indica il movimento di progettazione più significativo nell'ambito della cultura tecnica statunitense. Le linee che caratterizzano lo Streamlining sono originate dagli studi che si sviluppano a partire dagli anni '20, anche grazie all'invenzione della galleria del vento. Tale movimento deve il suo nome alla ricerca delle forme aerodinamiche. Per molti anni da allora la parola "aerodinamica" viene usata nel linguaggio popolare al posto di "moderna". Lo streamlining fu utilizzato per la prima volta agli inizi del XX secolo per migliorare le prestazioni di aerei, locomotive, automobili, alle alte velocità. Negli anni trenta molti designer industriali usarono lo streamlining, più che per ragioni di funzionalità, per dare agli oggetti forme più eleganti e seducenti che allettassero maggiormente il consumatore. Successivamente al crollo della borsa di Wall Street i produttori americani preferirono migliorare o riprogettare i prodotti già esistenti sul mercato in modo da farli sembrare nuovi. Molti designer utilizzarono la bachelite per la realizzazione dei loro progetti, un materiale plastico termoindurente molto adatto allo stampaggio di forme affusolate. Nel 1934 il frigorifero Coldspot divenne il primo oggetto ad essere commercializzato più per il suo aspetto estetico per le sue prestazioni. Nello stesso anno esce una degli oggetti di design industriale più significativi della storia dell'automobile: la Chrysler Airflow (ZSB), per la realizzazione della quale la Chrysler fece costruire una galleria del vento aziendale, sotto supervisione di Orville Wright. In Italia però studi aerodinamici in campo automobilistico erano già iniziati da molti anni, nel 1913 infatti la carrozzeria milanese Castagna Milano concepì un progetto di vettura dalla carrozzeria totalmente puntata sull'aerodinamica, progetto che venne successivamente prodotto da quella che è attualmente l'Alfa Romeo: l'ALFA 40-60 HP di Giuseppe Merosi. Uno dei rari casi di applicazione di questo stile in ambito nautico è l'MV Kalakala un singolare traghetto nato nel 1926 e tenuto in esercizio per il trasporto dei passeggeri nello stretto di Puget fino alla fine degl'anni sessanta. De Fusco disse che la cultura dello Streamlining è stata definita in senso peggiorativo quella dello Styling ed è stata collegata ad una strategia economica, nata per far fronte alla crisi del 1929.[senza fonte] Il fatto che lo Streamlining sia originariamente legato alla crisi del 1929 è una vecchia opinione da revocare in dubbio. « Come credere ancora che in un ambiente sociale totalmente sconvolto, con crolli finanziari, fallimenti di banche e milioni di disoccupati, la produzione industriale potesse dare un positivo contributo solo producendo oggetti di "migliore aspetto"? » International Style L'International Style è un termine che si usa per denominare la cosiddetta Architettura moderna, che si è sviluppata negli anni venti e trenta del XX secolo. Questo termine ebbe origine dal titolo del libro scritto nel 1932 da Henry-Russell Hitchcock e Philip Johnson in occasione della Mostra internazionale dell'architettura moderna che ebbe luogo al Museum of Modern Art di New York. Attualmente con il termine IS spesso sono ricompresi anche edifici realizzati nei decenni successivi agli anni '30. Nel 1932 Henry-Russell Hitchcock e Philip Johnson organizzarono presso il Museum of Modern Art una mostra intitolata The International Style(Mostra internazionale dell'architettura moderna), svolta ad illustrare i migliori esempi della produzione architettonica dal 1922 fino a quel periodo. La mostra fu seguita da un libro con lo stesso titolo e redatto dagli stessi autori; da esso e dalla mostra ci fu un lungo dibattito. Hitchcock e Johnson ritenevano che la produzione architettonica dell'ultimo decennio, con i suoi intenti razionali e formali, avesse ormai definito un vero e proprio stile che si poteva benissimo accostare agli stili del passato. Essi volevano rivendicare una valenza artistica per l'architettura. Essi giunsero anche ad indicare i tre principi base di questo codice-stile: - La concezione dell'architettura come volume, ovvero come spazio definito da piani o superfici sottili in contrasto con il senso della massa e della solidità. - La composizione basata sulla regolarità piuttosto che sulla simmetria e su altri tipi ovvi di equilibrio - Il gusto dei materiali, della perfezione tecnica e delle proporzioni in opposizione alla decorazione applicata. Ma l’esistenza di un International Style nel settore del design non si limita all’influenza dei mobili in tubolare d’acciaio ideati in europa , né alla presenza di insegnanti europei in America. Tipico il caso dell’ “Assembled Kitchen” cioè quell’organizzazione di mobili e attrezzi nota come “cucina americana”. Il problema fu posto da Catherin Beecher, fu sua l’idea di unificare l’altezza dei piano di lavoro al di sotto dei quali era disposta una serie di mobili bassi, destinati alle provviste, mentre alle pareti veniva sospeso una serie di mobili alti per piatti e stoviglie. Così la conformazione della cucina non diventa solo un problema di economia domestica ma rientra negli studi di architettura per la distribuzione e razionalizzazione della cucina stessa. Successivamente furono realizzati molte disposizioni a “L”, poi ad “U” ma perché si realizzi la vera cucina americana passarono molti altri anni. Il Furniture Design Il maggior esponente del Furniture Design fu Charles Eames che fu il primo disegnatore di mobili americano in campo internazionale. Le ditte considerate sono: la Herman Miller Furniture Company e la Knoll International. La prima è una piccola azienda diretta dai proprietari stessi che si distingue dalle altre imprese perché ritiene il Design una componente essenziale e ogni pezzo viene prodotto fino a quando non è più al passo coi tempi e può essere migliorato. La seconda ditta fu fondata da Knoll che inizia la sua attività con un piccolo laboratorio fino a diventare una grande impresa, entrambe le ditte provengono da un centro didattico: la Cranbrook. La scuola di Cranbrook fu fondata da Saarinen, il maggior architetto finlandese che unì architetti, artisti e artigiani per poter lavorare liberamente. Per quanto riguarda il progetto i mobili CAPITOLO OTTAVO Il Design Italiano Con l'espressione design italiano si fa riferimento a tutte le forme di disegno industriale inventate e realizzate in Italia, compresa la progettazione di interni, la progettazione urbana, il design della moda e la progettazione architettonica. In genere, il termine "design" viene associato all'età della Rivoluzione industriale, che in Italia arrivò con un certo ritardo rispetto ad altri paesi europei, perché la condizione geografica e politica era frammentanta e il nostro paese era agricolo e arretrato.] Dopo l'Unità d'Italia, iniziavano a nascere le fiere di paese e poi di città, le esposizioni, la nascita di scuole specialistiche e di "alfabetizzazione grafica"[2]. Per esempio, nell'Esposizione italiana del1861 tenutasi a Firenze, viene sancito un carattere legato ai tessuti e ai prodotti alimentari, mentre quella di Milano del 1881 è incentrata sull'industria meccanica e le grandi costruzioni navali e ferroviarie; a Torino,. Nell'Esposizione dei Milano del 1906 la trasformazione industriale italiana è data dalle macchine utensili[3]. Due grandi passi avanti: la legge Casati sull'istruzione pubblica del 1859 e la fondazione, nel 1863, del Politecnico di Milano. Nel 1885 il panorama didattico italiano della "cultura applicata" era composto da "scuole d'arti e mestieri", "scuole di arte applicata all'industria" e "scuole speciali" che avevano indirizzi più specifici. In occasione dell'Esposizione Universale di Milano del 1906, la Società Umanitaria promuove un concorso per l'arredo della casa operaia, in quanto comincia a vedersi l'industria come strumento capace di rispondere ai bisogni di una classe operaia che per la prima volta si affaccia sul mercato del consumo[4]. Con l'Esposizione di Torino del 1902 si attuò un atto di allargamento internazionale della cultura del disegno italiana. Il Liberty italiano, però, aveva vari limiti, anche se spiccavano alcune eccezionalità progettuali come Carlo Zeno, Vittorio Ducrot, Eugenio Quarti, Carlo Bugatti ed Ernesto Basile. Intorno al 1910, l'Italia attua una svolta che è una delle caratteristiche del design italiano, ovvero la ricerca e sperimentazione, andando anche "fuori mercato". È in questo periodo che nascono la FIAT (1899), la Lancia (1908) e l'A.L.F.A. (1910, che diventerà Alfa Romeo nel 2007), anche se l'automobile rimane un mezzo sportivo e di lusso, almeno fino al 1912, quando viene costruita la Fiat Zero. In campo aeronautico, la cultura artigianale della costruzione delle scocche in legno sviluppata sin dal1879 da Enrico Forlanini, porta, nel 1909, al primo corso di aeronautica presso il Politecnico di Milano[5]. Per quanto riguarda l'aspetto agonistico, nel 1916 Gianni Caproni costituisce il consorzio Caproni-Fiat- Ansaldo. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il prodotto industriale italiano, soprattutto nel campo dei trasporti, deve verificare la sua validità e durata, ma senza abbandonare la componente artigianale per favorire la produzione industriale. In questo contesto emerge la cultura progettuale del Genio civile. Nel periodo futurista Giacomo Balla e Fortunato Depero, nel 1915, redigono la proclamazione della Ricostruzione Futurista dell'Universo, che coglie al suo interno istanze di rinnovamento estese anche al mondo dell'arredo. È proprio di Balla la camera di bambini progettata e realizzata di suo pugno per la figlia Elica, a cui si accompagna, in seguito, anche un soggiorno ; entrambe le stanze sono decorate con la linea della velocità[6]. Il colore appare l'elemento dominante nel Bal Tic Tac di Roma (1921), mentre nella sala futurista alla Casa d'Arte Bragaglia gli arredi sembrano fuoriusciti dalle tele degli artisti, appunto, futuristi. Con Francesco Cangiullo si passa ad una concezione del mobile che abbraccia l'idea di abitare svelto, con tecniche costruttive veloci e semplici. La Casa futurista Zampini di Ivo Pannaggi, costruita tra il 1925 e il 1926 appaiono sintetizzati gli echi del De Stijl, piuttosto che un nuovo "interno futurista". Gli interni di Nicola Diulgheroff rivelano, tra il 1928 e il 1936, l'impiego del tubo di metallo cromato e curvato e influssi modernisti. Secondo Antonio Gramsci: « i futuristi hanno avuto la concezione netta e chiara che l'epoca nostra, l'epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio. » 1900 - 1930 Dopo l'entrata in guerra contro l'Austria, il 24 maggio 1915, le commesse statali all'industria nazionale crebbero in maniera esponenziale per rifornire l'esercito di cannoni, armi,mezzi di trasporto e vestiario: la produzione di automobili crebbe di oltre il 100%, arrivando a 20000 unità all'anno (nel 1914 erano 9500), e raddoppiò anche la produzione di energia elettrica. Anche l'industria siderurgica registrò un notevole aumento di richieste. Aumentarono anche gli aumenti di capitale delle azienda: per esempio, la FIAT aumentò il suo dai 17 milioni del 1914 ai 200 milioni del 1919, ciò nonostante il forte processo inflazionistico in atto[9]. In questo periodo la produzione è in gran parte controllata da pochi gruppi quali FIAT(con Giovanni Agnelli), Società Adriatica di Elettricità (con Vittorio Cini), Pirelli (con Alberto Pirelli) e la Falck (con Giorgio Enrico Falck). Tra il 1922 (anno della marcia su Roma) e il 1929 l'Europa e gli Stati Uniti stavano vivendo una situazione economica favorevole. Nel 1929 la produzione industriale registrò un incremento del 50% rispetto ai dati del 1922[10]. In questo contesto nascono iniziative per promuovere il disegno del mobile della casa, tra le quali la Biennale delle arti decorative promossa da Guido Marangoni del 1923 presso la Villa Reale di Monza. Nel 1922 nacque il movimento artistico Novecento, formatosi intorno al salotto di Margherita Sarfatti. Questo movimento artistico riguardava principalmente la pittura, ma ben presto andò ad influenzare la progettazione d'interni e di pezzi d'arredo. Tra gli esponenti di questa corrente troviamo gli architetti Giò Ponti, Giovanni Muzio, Giuseppe De Finetti, Alberto Alpago Novello, i pittori Mario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba, Pietro Marussing e Ubaldo Oppi e lo scrittore Massimo Bontempelli. Nel breve romanzo di Bontempelli 522. Racconto di una giornata del 1926, l'automobile (la Fiat 522) diventa soggetto letterario e, oltre che simbolo della nuova moderntà industriale[11]. Ad uno degli architetti qui sopra citati, Giò Ponti, in collaborazione con Emilio Lancia, si deve il progetto di arredi Domus Nova (1928-29) pensato per il grande magazzino La Rinascente di Milano, con l'intento mi rinnovare l'immagine dell'arredo e dei complementi per la casa medio-borghese[12]. La III Biennale di Monza del 1927 e la IV Triennale, tenutasi anch'essa a Monza prima del trasferimento a Milano, sanciscono il superamento dello stile rustico, facendo emergere gli architetti del Novecento quali protagonisti del nuovo arredo. [13] Per la V Triennale di Milano venne costruito il Palazzo dell'Arte ad opera di Giovanni Muzio. 1930 - 1945 Fino alla fine degli anni '20, la FIAT riesce a produrre 36000 unità all'anno, utilizzando come modello di produzione quello americano deltaylorismo. Questo modello di ispirazione si concretizzò con la Fiat 500 Zero A (1934), meglio conosciuta come Topolino, di Dante Giacosa[14]. È invece di due anni prima la Fiat 508 Balilla, auto di media cilindrata che contribuì all diffusione di massa dell'automobile inItalia. Già nel 1926 la Lancia Lambda era caratterizzata da una struttura tubolare leggera e da un alto grado di sperimentazione e qualità del prodotto. Restando nel settore meccanico, ebbero significativi sviluppi la Olivetti nel campo delle macchine da scrivere, la Magneti Marelli nel campo dei materiali elettrici e le prime radio, e la Necchi per le macchine da cucire. In particolare, la Olivetti venne fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, e vide un grande sviluppo sotto la direzione del figlio Adriano Olivetti. Nel1922 l'azienda produceva 2000 macchine da scrivere con 200 operai, ma già nel 1937 le maestranze raggiunsero le 1750 unità, per un totale di 27000 pezzi prodotti in un anno[15]. Nel 1935 nacque la Olivetti Studio 42, opera di Ottavio Luzzati, degli architetti Figini e Pollini e dell'artista Xanti Schawinsky, che cambiò radicalmente la forma della macchina da scrivere, sviluppandone il corpo in orizzontale e creando un prodotto meno voluminoso da utilizzare a casa come in ufficio. Tra i principali esempi di disegno industriale fu l'addizionatrice Summa del pittore Marcello Nizzoli. FIAT e Olivetti rappresentano dunque due riferimenti fondamentali nella storia del nascente design industriale italiano. Ma la grande depressione del 1929 produsse sull'economia e sulla società italiane provocò ripercussioni profonde e durature in Italia che determinarono sostanziali mutamenti a livello economico e politico. Lo Stato diventò proprietario di una notevole parte dell'industria e fondò, nel 1933, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI). Il 1936 fu l'anno della VI Triennale di Milano, presso il nuovo già citato Palazzo dell'Arte presso il Parco Sempione. In questa occasione l'estetica razionalista si estende dall'architettura al campo dell'arredo diventando "stile"[16]. L'arredo cominciò anche a diventare un utensile proiettato verso la produzione in serie, tema che verrà affrontato in modo diretto nella VII Triennale di Milano. Nel decennio tra il 1930 e il 1940 il mobile in tubo cromato curvato venne assunto quale immagine di rinnovamento anche degli ambienti domestici. Tuttavia, la produzione di mobili in metallo rimase circoscritta a pochi esempi d'autore a causa, principalmente, del costo di realizzazione, che era il doppio rispetto ai mobili in legno. Inoltre, nel 1937 fu vietato l'impiego del legno, che sviluppò l'impiego delle leghe di alluminio più facilmente reperibili. Il mobile in tubo di acciaio rimaneva comunque utilizzato per edifici pubblici come scuole e ospedali, a cui si aggiungono il settore degli uffici pubblici e le Case del Fascio, come quella progettata a Como nel 1935-36 daGiuseppe Terragni dove si trovano pessi esemplari della storia del design italiano come la sedia-scagno o la sedia Lariana, ancora oggi in produzione. Pezzi esemplari per l'ambiente abitativo sono quelli di Gabriele Mucchi, come la chaise-longue regolabile del 1934. Sempre in questo periodo, l'industria del vetro, autonoma rispetto all'importazione di materie prime, brevettò una vasta serie di prodotti, tra cui il Termulux, il Vetroflex e i cristalli di sicurezza VIS e Securit[17], che, in occasione della VI Triennale di Milano, vengono impiegati in soluzioni sperimentali per arredi e oggetti. Questi anni segnano anche uno sviluppo del disegno delle radio, partendo dall'essenziale mobile radio grammofono di Figini e Pollini del 1933 all'apparecchio in vetro di Franco Albini del 1938, passando dal radioricevitore 547 a cinque valvole disegnato per Phonola da Luigi Caccia Dominioni, Livio e Pier Giacomo Castiglioni, presentato alla VII Triennale di Milano. Il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra. Nello stesso anno Gio Ponti abbandona la direzione della rivista Domus (fondata dallo stesso architetto nel 1928) per fondare la rivista Lo stile nella casa e nell'arredamento per Garzanti, che apre il tema della casa e dell'arredo a dimensioni più artistiche e libera. Un anno prima, Franco Albini definisce il soggiorno della propria casa, dove il prototipo della libreria in tensistruttura "veliero" del 1938 dialoga perfettamente con cassettoni e quatri d'epoca. 1945 - 1965: il Bel Design italiano L'Italia, come gli altri paesi europei, uscì dalla guerra trovando la supremazia degli Stati Uniti sul mercato mondiale; il governo americano riuscì a riunificare il mercato internazionale grazie ai massicci aiuti ricevuti dall'Europa (concretizzati in Italia dal Piano Marshall del 1947) e ildollaro divenne la moneta di riferimento e l'America lo stile di vita di riferimento per il mondo occidentale. Nel 1946 la Triennale di Milanoorganizzò la mostra RIMA (Riunione italiana per le mostre di arredamento), dove giovani architetti impegnati nella progettazione di singoli arredi o alloggi tipo furono invitati a partecipare: si trattava del BBPR, e degli architetti Ignazio Gardella, Carlo De Carli, Vico Magistretti eGabriele Mucchi, che proposero un repertorio di arredi producibili in serie e pensati per case minime con spazi sfruttati in modo razionale. Il 1947 è l'anno della VIII Triennale di Milano, dove la sezione sull'arredamento, diretta da Piero Bottoni, è curata da Franco Albini e Luciano Canella insieme ad Anna Castelli Ferrieri, Ettore Sottsass e altri. Asti e Gae Aulenti. In questo periodo si trovano numerosi esempio della produzione di Achille Castiglioni: tra questi, lo sgabello Mezzadro e il sedile Sella(1957), la sedia Lierna (1960), la poltrona Sanluca (1960), la lampada Splugen Brau (disegnata nel 1961 per l'omonimo ristorante milanese), la lampade Arco, Toio e Taccia (1962), la lampada Luminator (1957). Ma di questo periodo sono anche opere di Cesare Cassina, come la sedia Carimate del 1959. 1965 - 1975 come già accennato, gli anni '60 vedono un pieno sviluppo del design italiano[23]. Vengono introdotti nuovi materiali nel settore del forniture design, come il poliuretano (sintetizzato già nel 1941 e utilizzato per le imbottiture), utilizzato da aziende come la Gufram e il suo celebrePratone e le plastiche (da ricordare il Premio Nobel per la chimica assegnato al tedesco Karl Ziegler e all'italiano Giulio Natta per "le loro scoperte nel campo della chimica e della tecnologia dei polimeri"); questi nuovi materiali permettono di passare dalla produzione dell'arredo in bottega ai ritmi seriali della fabbrica. In questo periodo troviamo il vassoio Putrella di Enzo Mari (disegnato nel 1958 per l'azienda milanese Danese), la lampada Chimera, disegnata da Ernesto Gismondi nel 1966 per l'azienda da lui fondata due anni prima Artemide, la libreria Grifo, di Enzo Mari, disegnanta per Gavina e assemblabile all'infinito (1966); citiamo altre opere di Mari più recenti, quali il tavolo Frate (1973), il divano Daynight (1971), la sediaBox (1971). Nascono negli anni '60 anche opere che Ettore Sottsass disegna per Olivetti, come il computer Elea (1964), la macchina da scrivere Tecne 3e la macchina da scrivere portatile Valentine (1969). E il 1961 è l'anno della prima edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano. Nel 1958 Afra e Tobia Scarpa iniziano a lavorare nel campo dei vetri di Murano. Nel 1960 disegnano il divano con struttura in legno Bastianoper Gavina e il letto di metallo Vanessa. Nel 1970 vincono il Premio Compasso d'oro per la loro poltrona Soriana. Altri loro progetti sono i divani Coronado (1966) ed Erasmo (1973) e la lampada da terra Papillona (1975). Nel 1971 Cini Boeri disegna il divano Serpentone per Arflex, un divano composto da lamelle stampate in poliuretano accostate l'una all'altra. Il 1987 è invece l'anno della poltrona di cristallo Ghost (sempre di Boeri) disegnata con Tomu Katayanagi per Fiam. Altri designer di grande importanza sono Joe Colombo e Bruno Munari. Il primo si era formato presso l'Accademia di belle arti di Brera, aveva vinto due Compassi d'oro ed era un appassionato di musica jazz, mentre il secondo aveva fondato nel 1948 (insieme ad Atanasio Soldati,Gillo Dorfles, e Gianni Monnet) il Movimento Arte Concreta. Tra le opere di Colombo la microcucina Carrellone (1963), il Rotoliving (1969), il letto Cabriolet (1969) e la Total Furnishing Unit del 1971, che propone il tema della "capsula attrezzata" spostabile che dà vita al concetto di abitare compatto[24]. Sono invece di Munari ricordiamo la scimmietta in gommapiuma Zizì, ch gli fece vincere il Premio Compasso d'oro nel1954, la lampada Cubica, il posacenere Cubo del 1958 e l'Abitacolo del 1971. Nel 1968 ha luogo la XIV Triennale di Milano, dove emergono composizioni progettuali di avanguardia definite dal critico d'arte Germano Celant come radical design[25]. In questa avanguardia troviamo come protagonisti Ufo, Archizoom Associati, Franco Raggi, Gaetano Pesce e altri. Il radical design oppone al product design il "contro-design", come pratica teorica e progettuale in grado di «superare il discorso disciplinare del design, cioè la ricomposizione delle contraddizioni a livello formale, distruggendo proprio a questo livello l'abituale immagine del prodotto, negando l'elargizione di una correttezza formale in grado di appagare nei termini obsoleti del "buon gusto"»[26]. Nel 1972 Emilio Ambasz organizza al MoMA di New York la mostra Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design, dove vengono esposti arredi, televisori, radio, giradischi e lampade. In questa occasione nasce la Kar-a-sutra di Mario Bellini, che diventa il prototipo di ogni successiva monovolume. Ma la mostra del MoMA segna la fine della del design italiano policentrico, che andrà invece ad affermare il suo primato nell'arredo andando ad identificarsi, negli anni successivi, con il forniture italian design[27]. Il 1973 è l'anno della XV Triennale di Milano che presenta la mostra Mostra internazionale dell'industrial design curata da Ettore Sottsass eAndrea Branzi. Fu in questa occasione che Giorgio de Chirico compone la scultura I bagni misteriosi, che si trovava davanti al Palazzo dell'Arte (dove oggi è stata posizionata una copia, mentre l'originale è stato spostato al Museo del Novecento di Milano). È sempre di quest'anno la scultura Ettore e Andromeca di de Chirico, che oggi si trova a Osaka. 1975 - 1985 Nel 1976 viene fondato, grazie ad Adriana e Alessandro Guerriero, lo Studio Alchymia a cui prendono parte Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Lapo Binazzi, Franco Raggi e Michele De Lucchi. Un altro gruppo fondamentale per la storia del design italiano è stato il Memphis Group, fondato da Ettore Sottsass ne 1981, a cui aderiscono Matteo Thun, Michele De Lucchi, Andrea Branzi, Marco Zanini, Aldo Cibic, George Sowden e Natalie Du Pasquier, affiancati da architetti come Hans Hollein, Arata Isozaki e Michael Graves. In questo periodo va inserito il successo dell'azienda Alessi, fondata nel 1921 e che nel 1980 vede come presidente Alberto Alessi, il quale, nel 1983, chiama come consulente Alessandro Mendini: nasce la collezione Tea & Coffee Piazza e viene fondato il marchio Officina Alessiche oggi come allora produce edizioni speciali e serie limitate di prodotti, ma anche prodotti sperimentali. Vengono disegnati 11 servizi da tè e caffè pensati come piccoli edifici intorno a città-vassoi, rispettivamente da Aldo Rossi, Michael Graves, Hans Hollein, Charles Jenks,Richard Meier, Robert Venturi, Stanley Tigerman, Oscar Tusquets, Kazumasa Yamashita, Alessandro Mendini e Paolo Portoghesi. Ed è grazie a loro che Alessi diventa sinonimo di design post-moderno[28]. Un altro importante designer che ha lavorato anche per Alessi è il due volte Compasso d'oro Stefano Giovannoni, il quale disegna oggetti cosiddett "anfibi", ovvero nei quali cambia il rapporto tra allocazione e forma e, per esempio, un oggetto specifico dell'ambiente cucina diventa decorazione del soggiorno, come nel caso dello schiaccianoci che diventa scoiattolo o dei contenitori per sale e pepe che diventano due cinesini. 1985 - 2010 Dopo la crisi petrolifera, la struttura territoriale dell'industria italiana subisce varie modifiche: il triangolo industriale non è più l'unico protagonista assoluto dello sviluppo economico, ma piccole e medie imprese di Marche, Toscana, Emilia-Romagna e Triveneto iniziano ad introdurre lavorazioni moderne che vanno a miscelarsi con la tradizione artigianale. In questo periodo aumenta il numero di lavoratori del settore terziario, che per la prima volta va superare quello degli addetti dell'industria (46% contro 40%). L'inflazione scende dal 21,1% del1980 al 4,6% del 1987 e si ha un rilancio dell'attività industriale. È in questo contesto che il made in Italy diventa il protagonista del nuovo sviluppo economico: sui mercati internazionali la moda, il design e gli arredamenti italiani diventano il must del gusto.Ma realizzare buoni prodotti non bastava più: diventò necessario spettacolarizzare l'immagine aziendale. È così che nascono cataloghi e pubblicità che spesso tentano di trasformarsi in veri e propri magazine sul modello di Colors di Benetton curata da Oliviero Toscani. Nel 1985 Enrico Baleri introduce il designer parigino Philippe Starck (il più noto designer di fine millennio) ad aziende come Driade, Flos e Kartell. E Driade sarà tra le prime aziende italiane del forniture design, insieme a Baleri Italia, a darsi un carattere internazionale[30] grazieai contributi di designer di tutto il mondo. Sono di Starck la lampada Ara del 1988disegnata per Flos e lo spazzolino per Fluorcaril del 1989. Altri architetti internazionali impegnati in questo periodo nel made in Italy sono Borek Sipek, Jasper Morrison, Toshiyuki Kita, Hannes Wettstein, Hans Hollein, Patricia Urquiola, i fratelli Campana e le cosiddette "archistar" Zaha Hadid e Jean Nouvel per Alessi e Sawaya & Moroni, Frank Gehry, Michael Graves e Bob Venturi sempre per Alessi, Mario Bottaper Artemide e Alias, Herzog & de Meuron per Artemide. Un esempio fra tutti dell'apertura da parte di aziende a designer stranieri è quello della Cappellini, per la quale eseguivano disegni Shiro Kuramata, Jasper Morrison, Marc Newson eTom Dixon. Così come Driade che, sotto la regia di Enrico Astori, vedeva tra i suoi desiger Borek Sipek, Toyo Ito, Ron Arad e Philippe Strack. Sono degli anni '80 la poltroncina Doralice di Paolo Nava (1980), le sedie Teatro (1984) e Milano (1988) disegnate da Aldo Rossi insieme a Luca Meda, la sedia Tonietta di Enzo Mari (Compasso d'oro 1985), la lampada Costanza di Paolo Rizzato disegnata nel 1986 per Luceplan, il tavolo in marmo Rilievo del 1988 di Aldo Rossi e il servizio di posate Nuova Milano disegnato da Ettore Sottsass per Alessi (1987 - 1990), solo per citare alcuni esempi di design di questo periodo. Nel 1983, per la XVII Triennale di Milano viene organizzata da Franco Raggi e Francesco Trabucco la mostra Le case della Triennale, che vuole sottolineare l'apporto del design alla configurazione di spazi domestici. Tra i tanti partecipanti alla mostra, emergono in particolar modo Paolo Deganello e Alberto Magnaghi con la loro Casa in comune, protesa a favorire la socializzazione, e Michele De Lucchi con la Casa per le vacanze che vede, in una casa all'interno di un cratere di un vulcano spento, il discorso della frindly technology. Mentre Denis Santachiara propone, nella sua Casa onirica, il rapporto tra nuove tecnologie e spazio domestico. Nel 1987 François Burkhardt organizza l'esposizione Nouvelles tendences: les avant-gardes de la fin du XX siècle a Parigi, alla quale partecipano anche molti designer italiani. Design Nel Milanese Parlando del design italiano, è impossibile non parlare di Milano e della Brianza (storica culla della produzione del furnishing design made in Italy[31]). In questa zona nascono importanti fondi private equity come Charme (fondato da Luca Cordero di Montezemolo, con il quale ha potuto acquisire l'azienda di arredamento Poltrona Frau) e Opera del gruppo Bulgari. Parlando di design a Milano, non si può evitare di parlare del campo della moda, che vede per l'appunto Milano (seguita da Roma e, in minor misura, Firenze) come una delle sue capitali. E sono proprio alcuni stilisti che hanno scelto il capoluogo lombardo come sede delle loro aziende ad essersi lanciati anche nel settore del design dell'arredo. Per esempio, Nino Cerruti ha acquisito e gestito un'azienda di primo piano nel furniture design made in Italy e Giorgio Armani ha dedicato un'intera collezione di arredi e accessori al settore della casa, mentre sono disegnati dallo stesso stilista anche gli interni del Burj Khalifa, grattacielo costruito tra il 2008 e il 2010 a Dubai.
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