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Summary of geography . Short summary, Cheat Sheet of Geography

Summary of geography . Short summary

Typology: Cheat Sheet

2021/2022

Uploaded on 09/25/2023

michela-de-marco-1
michela-de-marco-1 🇮🇹

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Download Summary of geography . Short summary and more Cheat Sheet Geography in PDF only on Docsity! Lezione geografia 17-12 Col possibilismo la geografia entra in accademia e diventa disciplina riconosciuta a tutti gli effetti. Funzionalismo Il funzionalismo richiama il fatto esistono delle idee che i geografi cercano delle regole che spieghino il perché le comunità sono disposte il un certo modo. Nel 1948 il dipartimento di Harvard decide chiudere il dipartimento di geografia poiché non veniva considerata, in ambito anglosassone, vera e portatrice di scienza poiché carente di un rigore scientifico. Secondo l’approccio positivista una scienza per essere definita tale doveva avere alcuni criteri; il primo è che la conoscenza si basa sull’osservazione; poi i dati su cui lavoriamo devono essere reali, accessibili, replicabili; poi una teoria può essere in qualche modo negata. Per il positivismo la scienza significa progresso. Ecco quindi che metodologie e dati mancano alla geografia, e in questo senso viene fortemente criticata. Ciò è dovuto al fatto che la natura della geografia, che è duplice: è ideografica poiché ha per oggetto il particolare, ciò che unico; nomotetica, cioè alla ricerca di regole comuni, di modelli come semplificazione della realtà in grado di spiegare la distribuzione della comunità. Col funzionalismo siamo tra gli anni ‘50 e ‘60, in pieno sviluppo. Questo approccio funzionalista si sviluppa principalmente nei paesi anglosassoni. La geografia è una scienza che non ha perso i propri interessi, ma li ha approfonditi. Bunge, autore, afferma che esiste un ordine spaziale nelle nostre mappe, che può apparire disordinato ma che alla base presenta delle regole. La geografia possibilista aveva delle regole dettate dalla natura, in questo caso si avvicina ad essere maggiormente una scienza. L’analisi spaziale era già stata affrontata con la teoria delle località centrali (Christaller), della localizzazione industriale (Weber), della rendita di posizione (Von Thunen). La scuola anglosassone arriva dopo la seconda guerra mondiale e mette in discussione le teorie possibiliste. Gli autori più importanti sono della scuola anglosassone: Ullman, Hagerstrand, Hagget e Harvey e parlano di geografia come estensione spaziale, dell’importanza in geografia delle “onde innovative”, come le rivoluzioni agricole e l’industrializzazione, la globalizzazione. Le città diventano le protagoniste della trasformazione dei propri territori. Non si discute lo spazio: lo spazio è assoluto, è inteso in senso euclideo. Non si parla di luogo e di paesaggio, lo spazio è misurabile, è indipendente dalla natura che consideriamo, è determinabile attraverso misure ed è differente dal luogo, che è legato al nostro modo di vedere il mondo. Ullman è un geografo economico che si occupa di trasporto di beni e servizi che vengono trasportati da un luogo all’altro. Parla di Complementarietà (offerta e domanda i un bene; due comunità interagiscono se in una parte del mondo è presente un bene e in un’altra non è presente ma serve), di Trasferibilità (quando i costi di scambio risultano accessibili, per essere trasferibile il bene deve avere costi accettabili), di opportunità interposte (servono per ridurre le interazioni domanda/offerta; un turista ad esempio può andare in Italia al mare invece di recarsi in un’altra zona del mondo). Ullman parla anche di città a modelli multipli, poiché si è occupato anche di urbanizzazione. Siamo in un mondo in cui contano anche le relazioni tra gli spazi: le città entrano in contatto tra loro attraverso le infrastrutture. Il movimento delle persone determina che ci siano delle innovazioni, lente, rapide o molto veloci. Si parla anche di effetto decrescente della distanza: una cosa distante rispetto al luogo di origine ne subisce meno l’influenza (questa è una funzione matematica). Il funzionalismo parla anche di analisi spaziale e di relazione tra le aree, degli effetti che un’area può avere su un’altra area. L’uomo viene quasi dimenticato nelle teorie. La geografia diventa quantitativa: si bada alle infrastrutture nello spazio fisico, astratto. Non conta la morfologia del territorio e le comunità umane, ma si parla di relazioni orizzontali, tra stati che entrano in contatto tra loro. Lo spazio viene quindi visto quasi isomorfo. La geografia tratta quindi gli aspetti specifici dell’area considerata, è quindi una scienza nomotetica (vengono cercati numeri poartendo da numeri). Nella regionale funzionale esistono degli elementi che trasformano il territorio: il polo urbano industriale, è una solta di magnete che trasforma il territorio adiacente attraverso migrazioni interne, idee che si muovono. Un esempio è l’organizzazione del territorio francese: non vengono rappresentati i monti, lo spazio è astratto, è un esagono su cui sono rappresentati gli spostamenti. Questo modo di vedere la geografia non viene accettato molto in Europa, se non da qualche economista. Nonostante ciò rimane molto importante poiché per la prima volta questi autori cercano di teorizzare che cos’è la geografia attraverso la stesura di testi. E’ importante anche perché il metodo quantitativo porterà allo sviluppo del GIS (Geographical Information System) a partire dagli anni ’80, perché viene data importanza al concetto di movimento e perché vengono dati nuovi input alla geografia, parlando di relazioni spaziali. Nel 2006 Harvard ha riaperto il centro di Analisi Geografiche, con approccio pseudo-scientifico. Geografia Ecologista A partire dagli anni ’60 si nota che, a fronte della crescita economica, il modello economico non è sostenibile per l’ambiente. La geografia ecologista inizia quindi a notare l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente e l’idea di negatività che le risorse hanno sull’ambiente. Testo che ha fatto storia è “Silent Spring” di Carson, alla base dell’ambientalismo moderno. Lo studio è sull’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, causando deforestazioni (foresta Amazzonica), inquinamento (Pechino) e il riscaldamento globale. Geografia Marxista Pone attenzione su come in un territorio si possano esplicitare tensioni sociali dovute ad una non equa diffusione delle risorse. Questo determina conflitti tra le nazioni (Ex: Cina e India per il carbone). La città è quindi il luogo delle discriminazioni razziali e sociali, in cui vivono le classi borghesi a ridosso di quelle meno abbienti. Un esempio è la “Città dei Morti” al Cairo (Le persone delle classi meno agiate hanno cominciato ad abitare il cimitero del Cairo). Peters propone una cartografia negli anni ’50 che rimette al centro il sud del mondo. Geografia della Percezione Siamo tra gli anni ’70 e ’90. Viene rimessa al centro la cultura e l’uomo. Brunet e Fremont (autori importanti), parlano di percezione dei beni culturali nello spazio vissuto. In Italia prende piede a partire dagli anni ’90, in America diventa geografia comportamentale. Si parla di percezione, di come noi percepiamo il nostro territorio. La percezione passa attraverso filtri culturali e filtri socio- economici, quindi noi diamo ai significanti dei significati diversi. I significati sono elementi importanti per la comunità che vive con lo spazio, a cui noi diamo dei valori secondo i nostri filtri che cambiano col tempo. Cambia radicalmente il mondo di intendere il territorio: i significanti spesso sono i beni culturali, poiché durano nel tempo. Ad esempio, l’anfiteatro Campano può avere una valenza storia e identitaria, costituendo il patrimonio della comunità. Ma i significati cambiano nel tempo (ad esempio, le case Alberobello prima erano case rurali, oggi sono attrazione turistica). Un esempio è il ponte di Mostar: è importante come elemento di unione tra comunità diverse. La toponomastica è la disciplina che studia i nomi dei luoghi. Mostar significa ponte, quindi il significante ha un significato ben preciso per la comunità. Il territorio si identifica attraverso i significati mentali, attraverso le “carte mentali”, dei disegni per rappresentare il territorio che sono influenzati dal nostro modo di vedere il mondo e condiziona le nostre scelte. Oggi si possono fare questa osservazione attraverso le analisi di sondaggi. La percezione è importante poiché orienta come è organizzato un territorio. Un esempio è la percezione del rischio
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