Docsity
Docsity

Prepare for your exams
Prepare for your exams

Study with the several resources on Docsity


Earn points to download
Earn points to download

Earn points by helping other students or get them with a premium plan


Guidelines and tips
Guidelines and tips

Tesina di gruppo (idea), Study notes of Sociology of Organizations

Argomento della tesi di gruppo di nuovi soggetti urbani

Typology: Study notes

2018/2019

Uploaded on 05/07/2019

lucrezia-125245
lucrezia-125245 🇦🇬

3 documents

1 / 8

Toggle sidebar

Related documents


Partial preview of the text

Download Tesina di gruppo (idea) and more Study notes Sociology of Organizations in PDF only on Docsity! “E SE NON FOSSE SOLO MUSICA?” Indice 1. Introduzione: Presentazione della tesi Oggetto di studio e motivazione della scelta 2. Riferimenti teorici: Terry N. Clark “Entertainment machine” “Urban amenities” Clarence Stone “Regimi urbani” “Urban agenda” 3. Casi studio: Torino e Berlino Torino Agenda pirotecnica Festival ed eventi musicali Berlino Cultura musicale Confronto con Torino 4. Bibliografia e sitografia Introduzione Alla base di questo studio vi è l’analisi delle politiche strumentali che cercano di utilizzare la cultura e/o la creatività per raggiungere obiettivi specifici non culturali nel contesto dell’agenda pirotecnica di Torino. In particolare, si pone l’attenzione su iniziative ed eventi dedicati ad individui interessati a tenersi aggiornati sulle novità e le eccellenze in ambito musicale ed artistico, che hanno contribuito in modo significativo a rendere Torino una meta particolarmente ambita da giovani di tutt’Italia, stimolando ingenti operazioni di riqualificazione urbana di interi quartieri e aree della città considerate a lungo zone di ‘degrado urbano’. La motivazione che ci ha spinto ad approfondire tale tema, è stata la volontà di affrontare la gentrificazione di Torino utilizzando una prospettiva giovanile e attuale. L’obiettivo di questa ricerca è quello di mettere in evidenza l’importanza di eventi musicali e festival, non soltanto da un punto di vista culturale, ma applicati al contesto urbano e alla sua crescita economica. L’elaborato, in questo modo, mira a proporre delle nuove chiavi di lettura del fenomeno della gentrificazione. Esso è stato condotto avvalendoci di svariati articoli scientifici e di attualità, rifacendoci alle teorie esplicate nei due manuali da noi scelti. La nostra relazione è articolata in due parti principali: la prima si sviluppa a partire dai riferimenti teorici da noi adottati, rispettivamente le teorie di Terry N. Clark e Clarence Stone. Nella seconda, invece entriamo più nello specifico, affrontando i nostri due casi studio: Torino e Berlino, confrontati tra loro per analizzare differenze e similitudini. Riferimenti teorici Terry N. Clark-Entertainment machine Gli studi della città pongono tradizionalmente una divisione tra la sua economia e la sua cultura, tuttavia le tendenze post-industriali e globalizzanti stanno drammaticamente aumentando l’importanza di quest’ultima: le attività culturali sono sempre più cruciali per la vitalità economica urbana. La perdita dell’industria pesante influisce sulle dinamiche della crescita urbana, aumentando l’importanza relativa della città, sia come spazio di consumo sia come sito di produzione. Come sottolinea Clark, anche in una ex potenza industriale come Chicago e Torino da noi presa in analisi, l’industria principale è diventata l’intrattenimento (turismo, convegni, alberghi e attività economiche correlate), infatti i cittadini fanno sempre più domanda di qualità della vita, trattando la propria posizione urbana come se fossero turisti, sottolineando preoccupazioni puramente estetiche. “La città è una macchina per l’intrattenimento, dove diversità culturale e alti livelli di talento, tolleranza e tecnologia generano crescita e cambiamento.” Le componenti dell’intrattenimento della città, prodotte attivamente e strategicamente attraverso processi politici ed economici, diventano il lavoro di molti cittadini. Queste pratiche influenzano le considerazioni sulla natura appropriata dei servizi che le città post- industriali possono sostenere. Terry N. Clark-Urban amenities Terry Clark, autore del saggio “The city as entertainment machine” (Terry N. Clark, 2004), analizza il ruolo delle cosiddette “Urban amenities”, ossia i servizi locali urbani nella trasformazione urbana. L’autore definisce “Natural amenities” tutto ciò che costituisce l’ambiente naturale attrattivo, mentre intende con “Constructed amenities” quei servizi offerti dalla città, quali bar, supermercati, eventi sportivi e culturali e festival. La domanda che egli si pone è quanto il disporre di questi servizi sul territorio possa influire sulla crescita economica. Seguendo i modelli di sviluppo urbano, i servizi locali urbani avrebbero come effetto finale una crescita economica che si riflette positivamente sul capitale umano: possiamo dedurre una stretta relazione tra l’offerta di questi servizi e le dinamiche di gentrification. La questione di cui si interessa Clark è capire se sono “i laghi, l’opera e i bar che conducono la gentrification” oppure è il processo di gentrification che addomestica e adatta lo spazio urbano alle sue esigenze. Egli, quindi, si chiede quanto sia conveniente puntare sull’offerta di servizi ricreativi e culturali, dato il rischio che innescano. Quello messo in evidenza da Clark è un punto cruciale per capire la gentrification contemporanea, dato che la terza ondata del processo si caratterizza per l’interventismo pubblico nel place making attraverso la creatività, la cultura e l’innovazione. Oggi aprire un museo o organizzare un festival, ad esempio, sembrerebbero delle politiche strumentali che cercano di usare la cultura o la creatività per raggiungere obiettivi specifici non culturali, i quali vanno dall’aumento della base fiscale locale all’attrazione di turisti e nuovi residenti e alla soluzione di problemi sociali attraverso la sostituzione della popolazione. All’inizio del nuovo secolo l’obiettivo della città è quello di diventare un centro culturale internazionale, attraverso l’attrazione di grandi eventi e la creazione di un distretto museale fondato sul duplice patrimonio storico-arte contemporanea. Inoltre, lo scopo di sponsor e organizzatori è riposizionare Torino nella competizione per attrarre turisti e investimenti, trasformandola in un distretto culturale. Una tipologia dell’offerta culturale urbana può essere costruita tenendo conto anche del tipo di formazione tra i cittadini. In questa prospettiva, le logiche che guidano l’offerta culturale della città possono tendere a valorizzare e incentivare il loisir, cioè l’uso del tempo libero attraverso attività di svago e divertimento, o l’empowerment e le capabilities, ossia le abilità intellettuali e pratiche degli abitanti. Un’offerta culturale improntata al loisir punta ad offrire beni e servizi potenzialmente accessibili a tutti in modo passivo (spettatori). Un’offerta culturale volta a sviluppare il “sapere e il saper fare”, invece, si rivolge ad attività che richiedono impegno e applicazione, che impongono dei criteri di selezione dei partecipanti (turisti tendenzialmente esclusi) e che necessitano di più personale qualificato. La politica culturale è incentrata sull’offerta di spazi e servizi per lo svago e il divertimento, nell’ottica di estendere il bacino dell’utenza ai turisti e ai cittadini di passaggio. Gli elementi caratteristici di questo tipo di agenda sono l’organizzazione di grandi eventi, la realizzazione di progetti volti a valorizzare e ampliare il patrimonio museale e a decisione di puntare sulla ristrutturazione delle sedi museali. Ma la componente più appariscente è proprio l’organizzazione di eventi: manifestazioni, festival e fiere hanno forti ripercussioni sul territorio urbano, sia in termini di visibilità e di bacino di utenza, sia in termini di spazio di influenza, di opportunità di sviluppo e occupazione e di ingenti flussi di risorse finanziarie. Festival ed eventi musicali La relazione tra la crescita economica locale, la presenza di nuove classi medie e servizi locali è ambigua ed è difficile trovare dei legami causali diretti che spieghino in modo chiaro cosa conduca a cosa, anche perché i pubblici cui i diversi servizi sono rivolti sono spesso differenti tra loro. Si tratta di un nodo cruciale per capire la gentrification contemporanea, perché la terza ondata di gentrification si caratterizza proprio per l’interventismo pubblico nel placemaking attraverso etichette come “creatività”, “cultura” e “innovazione”. A differenza del passato si usano le “politiche strutturali che cercano di usare la cultura o la creatività per raggiugere obiettivi specifici non culturali”; questi obiettivi non culturali si manifestano in generale verso la soluzione di problemi sociali attraverso la sostituzione della popolazione. La terza ondata di gentrificazione è caratterizzata da un ruolo crescente dell’attore pubblico, il quale, attraverso i meccanismi delle riqualificazioni urbane, sosterrebbe costi e rischi connessi alla valorizzazione delle aree consegnate poi ad attori privati perché questi ne estraggono le rendite. Infatti, questa ondata si contraddistingue per la diffusione e per l’incorporazione di fenomeni di riqualificazione urbana verso le aree non centrali della città, in particolare della deindustrializzazione e interessate da ampi progetti di rigenerazione che conducono alla cosiddetta new-built gentrification. I festival ed eventi musicali a Torino sono uno dei tanti esempi di quest’ultimo fenomeno. Negli ultimi anni la città è diventata un punto di riferimento in tutta Europa, per quanto riguarda clubbing e musica elettronica, grazie al contributo di numerosi festival musicali tra cui ClubToClub, Kappa Futurfestival, Movement Torino Music Festival e locali notturni. La forte presenza di iniziative ed eventi dedicati ad individui interessati a tenersi aggiornati sulle novità e le eccellenze in ambito musicale ed artistico, ha contribuito in modo significativo a rendere Torino una meta particolarmente ambita da giovani di tutt’Italia, studenti universitari in primis, stimolando ingenti operazioni di riqualificazione urbana di interi quartieri e aree della città considerate a lungo ‘zone dormitorio’, se non addirittura centri nevralgici del ‘degrado urbano’. A tal proposito, l’anno della svolta è indubbiamente il 2006, anno delle Olimpiadi invernali, un’opportunità unica per Torino al fine di sradicarsi definitivamente di dosso l’imponente peso di polo industriale meccanico-automobilistico, settore sempre più in declino a partire dalla metà degli anni Settanta, momento in cui questo comparto produttivo è soggetto a ingenti processi di ristrutturazione, con interventi di abbandono e di rilocalizzazione in altri contesti o di chiusura definitiva. Torino decide così di giocare le proprie carte investendo sulla cultura attraverso finanziamenti indirizzati a sviluppare diversi settori, tra cui quello musicale. I fondi stanziati per le Olimpiadi permettono di modernizzare il centro, la zona sud della città, dove vengono costruiti il Palazzo a Vela, il Palasport Olimpico e l’Oval Lingotto e viene creato il primo tratto del servizio metropolitano. Proprio per celebrare uno degli eventi più importanti della storia recente di Torino, appunto l'assegnazione delle Olimpiadi alla città, nasce il Movement Music Festival, ritenuto il più grande festival indoor di musica legata alla club culture in Italia ed uno dei più grandi d’Europa (si svolge anche a Tokyo, a Detroit e in Croazia). Come per gli altri festival di musica elettronica, il Movement si svolge a Lingotto Fiere, che viene ristrutturato e reinventato come luogo dell’eccellenza culturale della città, ospitando importanti manifestazioni quali il Salone Internazionale del Libro ed il Salone del gusto, ma anche Artissima e ClubtoClub. Quest'ultimo festival "avant pop" ha più luoghi attorno a cui ruota, che vogliono rappresentare tre aspetti storici della città: quello più regale alla Reggia di Venaria, quello post-industriale al Lingotto e alle OGR e, infine, quello urbano, al Balon, storico mercato delle pulci di Torino che si va ad aggiungere agli spazi dove vivere questa straordinaria esperienza. Il Kappa Futurfestival si ispira totalmente a Berlino (ritenuta capitale europea del clubbing) per ricreare l'atmosfera di un rave elettronico nel Parco Dora, che mantiene vivo il ricordo del passato industriale di questa parte della città, conservando alcune delle strutture preesistenti (vasche, pilastri d’acciaio, ciminiere). Dieci milioni di euro sono quanto gli organizzatori del Kappa Futurfestival (8-9 luglio) stimano come indotto generato e trattenuto dalla città grazie al loro evento, arrivato ormai alla sesta edizione. Tre palchi, 45 dj, 36mila presenze stimate: se si prendono questi numeri e li si mettono accanto a quelli di altre rassegne come il Movement e il ClubToClub è evidente che il capoluogo piemontese sia il punto di riferimento della musica elettronica in Italia L'offerta musicale di Torino è piuttosto vasta e non esiste soltanto "un quartiere della musica". La maggior parte dei luoghi che ospitano questi festival musicali della "musica del futuro" sono luoghi riqualificati durante gli ultimi decenni: essi sono diventati significativi per la cultura giovanile poiché visti come "luoghi simbolo", luoghi di ritrovo e riproduzione di fenomeni di massa italiani e internazionali. Berlino Cultura musicale Nella città tedesca c’è stata una profonda trasformazione a partire dagli anni ’90 fino agli inizi del 2000. Dopo la caduta del Muro, il popolo tedesco si ritrovò a dover fare i conti con un problema difficile da risolvere: ricostruire una cultura comunitaria. Il fenomeno che più di altri ha segnato la ridefinizione culturale e urbana della città è stato l’arrivo e la diffusione della musica techno, la quale, oltre ad aver ridefinito la geografia locale, è stata anche il fattore che più di altri ha reso Berlino una città transculturale al punto tale da renderla un modello per l’Europa intera. Berlino conteneva molti edifici, capannoni e strutture vuote, poichè dopo la caduta del muro non si trovavano più i proprietari. In concomitanza con questa libertà spaziale e urbana, aveva iniziato a diffondersi una nuova cultura musicale, quella techno, che proprio negli spazi abbandonati della città aveva trovato il terreno fertile per esistere e diffondersi. Nasce così il primo vero e proprio rave, il Tekknozoid, che iniziò a delineare quella che sarebbe stata la cultura berlinese della techno per tutti gli anni Novanta e anche successivamente. Queste trasformazioni cambiavano i modi di fare dei berlinesi che iniziarono a vivere la notte, uno spazio/luogo che prima non veniva considerato; iniziarono a crearsi spacci alimentari ed internet caffè che cercavano di occupare la fascia oraria dalle 2 alle 6 del mattino. Ma non solo, anche tramite after party e chill-out zones, le persone potevano continuare a godere del continuum musicale e degli effetti dell’ecstasy anche fuori orario, ovvero dopo la chiusura dei club. Dagli anni ‘90 in poi i club iniziarono a spuntare ovunque. La musica techno ha dato un apporto fondamentale al processo di integrazione, infatti in ogni festa l’atmosfera che si veniva a creare era unica: nulla del genere si era mai visto nella città. I ritmi della techno aiutarono l’integrazione di individui provenienti da background totalmente diversi (etero-omosessuale, Berlino Est-Berlino Ovest). Per la techno questa nuova ristrutturazione si è svolta in modalità totalmente differente rispetto ad altri movimenti socio-musicali: se da un lato, la polarizzazione tra mainstream e underground aveva portato all’intensificazione di questi due poli creativi, dall’altro lato tra questi due si inserirono pian piano numerosi sottogeneri, che successivamente andranno a costituire il variegato humus musicale della capitale tedesca e che troveranno delle vere e proprie nicchie in cui svilupparsi. Nasce così il genere minimal techno, che avrebbe modificato l’intero stile urbano della metropoli tedesca, divenendo la nuova soundtrack di una moda diffusasi poi in tutto il continente europeo. Nell’immaginario collettivo la città aveva oramai assunto i contorni della metropoli più libera d’Europa, una città giovane, dove essere sé stessi, in cui l’esplorazione del corpo urbano corrisponde all’esplorazione delle infinite possibilità identitarie di ognuno di noi: una città del possibile. Confronto con Torino Le techno parades sono divenute nel tempo un fenomeno osservabile in numerosissime città d’Europa. A Torino, ad esempio, nascono il KappaFutur Festival e il ClubtoClub. Il fenomeno del techno-turismo (Rapp, 2009), quello che per alcuni è stata la rovina dell’underground, ha reso Berlino una vera e propria transmetropoli, dove il passaggio da un luogo all’altro confonde i corpi e le provenienze al ritmo della techno.
Docsity logo



Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved