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The Evolution of Italian Language, Study notes of Italian literature

The evolution of the Italian language from the 1870s to the present day. It highlights the factors that led to the adoption of Italian as the language of communication in Italy, including compulsory education, mass media, and migration. The document also explores the different varieties of Italian, including standard Italian, regional Italian, and popular Italian. It provides examples of linguistic phenomena such as simplification, actualization, and redundancy. useful for students of linguistics, Italian language, and Italian culture.

Typology: Study notes

2021/2022

Available from 05/05/2023

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Download The Evolution of Italian Language and more Study notes Italian literature in PDF only on Docsity! L’ITALIANO CONTEMPORANEO  PASS. COMMUNITY: ITALIANO2023 1870.—-> Momento in cui lo stato italiano si interroga su cosa fare dal pdv linguistico dato che erano tutti separati, si vuole trovare un'unità linguistica. Data importante per l'unità d’Italia, la lingua della comunicazione era il dialetto, ma si deve trovare anche un'unità linguistica, in pochi anni (70/80 anni) la lingua delle comunicazione è diventata l’italiano.  Come è successo? Chi sapeva parlare l’italiano, era il circa 2,5 % (toscani e romani, dialetto che quasi coincide) nel 1870!  È successo in cosi breve, è diventata subito lingua della comunicazione perché=  a causa dell’obbligo scolastico, “la scolarizzazione” quindi dover imparare a leggere e scrivere l’italiano, scoperte continue, lo stato si è impegnato tanto a far si che i maestri tenessero dei corsi per imparare la lingua italiana.  Altra causa: gli uomini sapevano mediamente parlare di più l’italiano delle donne, lo usavano di piu, a causa dell’obbligo della leva militare (fine 800), un modo per riuscire a capirsi,lingua della comunicazione per lavorare insieme  Altra causa: l’apparizione dei mezzi di comunicazione di massa (i mass media, radio e televisione) (Umberto Eco diceva che per la diffusione dell’italiano aveva fatto molto di più Mike Bongiorno che Cavour!, lui ha portato l’italiano nelle case😁)  Altra causa: la lingua della burocrazia, dell’amministrazione, utile per capire come compilare i moduli…   Altra causa: verso gli anni piu prossimi ai nostri, le migrazioni interne o meglio l’industrializzazione, in Italia in tempi tardivi rispetto a paesi limitrofi,               prima al nord (Torino, Milano, Genova) richiedevano manodopera che        arrivava dal sud , quindi chi arriva dal sud non poteva usare il suo dialetto al nord, quindi si decretò la nascita definitiva dell’italiano come lingua della comunicazione, con conseguente perdita di potere del dialetto. CHE COS’È L’ITALIANO DI OGGI? È una straordinaria varietà di idiomi, un’insieme di livelli di lingua che messi insieme portano all’italiano. Francesco Sabatini, si occupò di questa cosa, (non il solo) uno dei direttori della Accademia della Crusca (attenti a cosa succede alla lingua, gruppo di studiosi) Lui analizzò l’italiano contemporaneo e ha valutato 6 varietà/livelli:  1. L’italiano standard 2. L’italiano dell’uso medio/ neo standard  3. L’taliano regionale 4. L’taliano popolare 5. Dialetto regionale  Dialetto locale (questi ultimi interessano poco)  ITALIANO STANDARD= l’italiano codificato, cioè quelli che troviamo sul vocabolario, l’italiano come dovrebbe essere; è questo l’italiano ufficiale, ma è un’Italiano astratto cioè che non viene usato  ITALIANO DELL’USO MEDIO= è una varietà di italiano nazionale scritta e parlata che accoglie alcuni fenomeni del parlato che la grammatica esclude; è l’italiano che viene usato, diffuso a livello nazionale fa si che lo scritto e il parlato coincidano… Lo utilizziamo tutti, è questo L’italiano che incontriamo quando leggiamo romanzi della seconda metà del 900 è questo tipo di italiano! Si parla di italiano dell’uso medio quando si vuole semplificare, o per l’attualizzazione, cioè rendere vicino a noi quello che stiamo dicendo/scrivendo, e per ultimo è la ridondanza, cioè qualcosa in più, cose che vengono aggiunte che non servono(quelle  che per la grammatica sono sbagliate). Esempi:   I pronomi personali soggetto di solito sottintesi ma qua esplicitati (es. usare egli.. oppure gli, se lo usiamo non si capisce se ci stiamo riferendo a loro o a lui, quindi uso “ho detto loro”)si parla dunque di semplificazione = i linguisti lo chiamano fenomeni di ristandardizzazione.  I pronomi dimostrativi:ATTUALIZZAZIONE “questo” o “quello”, se dico “quella porta li” lo sto attualizzando, è molto più forte; quando scriviamo succede che l’aggettivo dimostrativo prende il posto dell’articolo determinativo (il,lo) es.” l’instat ha elaborato QUEI dati e LI …”  Tutto ciò serve per prendere coscienza del nostro italiano! Di come utilizzare questi elementi, e farne dunque buon uso.  Anzichè usar “questo o quello ” si usa una forma aferetica= cioè togliere una parte della parola “sto, sta penna”.  La ridondanza invece è es. “hai il biglietto?, si ce l’ho “.              É Ridondante il “CE”.  L’articolo partitivo, quello che precede spesso un sostantivo es. “vado al cinema con DEGLI amici” ( come des amis:)) si deve usare ”ALCUNI amici”  A ME MI, italiano popolare= è una ridondanza  Pronomi affettivi es. “adesso MI bevo un caffè” MI, è affettivo perchè è come se ci fosse un affetto nei propri riguardi, come se quella cosa fosse più attualizzante;   Anacoluto quando il verbo non è coniugato col soggetto es. “Giorgio non gli ho detto nulla”, è una forma retorica, (usata da Tasso.), è la presenza di due soggetti di cui il primo è coniugato   Il CHE POLIVALENTE, il più usato, cioè che ha tanti valori, es “La matita che vedi è gialla”, può essere anche di valore temporale e finale es. “non uscire che la cena è pronta”= forma aferetica poiché ha sostituito il “perché”  Oppure di valore temporale es. “vado a lavorare che è ancora notte”  “è un funambolo CHE quelli del circo a confronto sembrano dilettanti” qui il CHE ha valore consecutivo,ma si potrebbe sostituire con AL PUNTO CHE/ TANTO CHE… deve essere accompagnato da qualcosa;  es. “è Fausto che parla”=   è un gallicismo, cioè presa dal francese,costruzione francese!   È attualizzante.   Ed è un una” frase SCISSA” perché il CHE divide il soggetto dal suo verbo  La dislocazione, si utilizza sempre, si tratta di una dislocazione a destra o sinistra  Es. “le mele LE mangio”= si parla di ridondanza e si parla di dislocazione a sinix perché LE MELE è a sinix del verbo, LE è la parte ridondante, si disloca la parte che deve essere al centro dell’attenzione “le mele” in questo caso; invece “le mangio le mele” è costruzione a destra, attualizzante ( bisogna ascoltare chi c’è intorno a noi, la nostra lingua).  Concordanza AD SENSUM ,Molto usato, es. “un milione di elettori non hanno votato” si dovrebbe usare “non ha votato”= significa non seguire il complemento che lo accompagna   C’è = es. “oggi non c’è giornali”= oggi non ci sono giornali.   Uso del superlativo es. “sei stato bravissimo”, ma si usa anche con i sostantivi es. “massimo” “amicissimi” “FAMISSIMA”= attualizzante   Uso del diminutivo “fa freddino” “attimino” (tutto ciò non è accettato dallo standard ma dall’orale si) Cosa succede al racconto del 900 tutto parte da un dettaglio, da un particolare, non vi è più la pretesa da parte dello scrittore di esaurire l’argomento ma la volontà di non concludere e lasciare in sospeso.  Il racconto in Italia si risveglia attorno alla metà dell ‘800, influenze in Italia. In Italia chi c’è?  I narratori della narrativa breve dì nella seconda metà dell’800 Campagnoli: chiamati così perché riprendo il genere campestre francese Ippolito Nievo Caterina PErcoto Giulio carcano  Scapigliati:  Tarchetti  Boito  Emilio Praga  Entrambi campagnoli e scapigliati contribuiscono sia dal pdv formale e linguistico a formare la novella italiana. Quando la parola “novella” si trasforma in “racconto” e si predilige la parola racconto?   Si preferisce la parola “racconto “ al termine “novella” perché vi è un'attenzione maggiore all’ambito storico sociale parlando di novella, il racconto perde piu interesse per la storia e l’Ambito sociale   Quando si parla di” novella” si pensa subito a Boccaccio ovvero alla novella del 300   Grazia Deledda =preferisce chiamare i suoi scritti “novelle”, ancora non si è deciso come considerarle (siamo negli anni fine 800 inizio 900)   Una cosa da evidenziare è che in Italia uno o tutti hanno un racconto nel cassetto così diceva Alberto Moravia (un romanziere e narratore breve di racconti surreali fantastici).  Elsa morante  scrive racconti “dimenticati” perché poi preferirà il romanzo.  Hejembaunn= formalista russo che ha studiato il problema narrazione breve e sottolinea quanto sia importante il finale di un racconto. (Climax ascendente) ”racconto= l’ansia del mondo moderno” Il romanzo ha un respiro maggiore. Il finale di un racconto è un finale inatteso , a questo si aggiunge la struttura a climax ascendente ossia = La novella accumula invece tutto il suo contenuto a fine. Il romanzo è “una larga passeggiata per vari luoghi” la novella invece è un ascensione della montagna cit.  es. italo calvino che scrive racconti : gli amori difficili, Marcovaldo ovvero “le stagioni in città” lui è un personaggio che fa sorridere, vive le varie stagioni in città 🏙 Secondo Calvino la letteratura italiana ha una vera vocazione per le forme brevi, lui sogna che qualcuno possa fare un racconto che possa essere talmente condensato che in una frase c’è tutto (in pochissime righe raccontare una storia, anche in mezza pagina)= qualcosa che sia rapidissimo e breve, come mercurio leggero abile e disinvolto          La boutique del mistero, racconto inquietante 😳   Secondo la tradizione 300tesca la novella è legata alla narrazione di un evento.  Il romanzo invece si differenzia per la durata, ha un respiro maggiore rispetto al racconto che è breve e ha un respiro minore;  secondo il critico Hejembaunn : novelle e romanzo sono diversi per la conclusione, la novella accumula tutto il suo peso alla fine , tutto è alla fine; invece nel romanzo efficace: ha importanza il rallentamento, più viene rallentata la storia più funziona il romanzo , si rallentano gli eventi narrati “una larga passeggiata” concatenamento degli eventi (il racconto si perde), il romanzo ha l capacità di raccontare intrecci paralleli, più storie parallelamente.es. Nei feuilleton lo scrittore era pagato per scrivere un episodio al gg. E inventa tante storie parallele ,si parlava di più personaggi che diventavano il centro della vicenda   il bravo romanziere è colui che in seguito al concatenamento degli eventi ha la capacità di portare avanti il racconto; La novella ha un finale inatteso attorno al quale concentra tutta la storia, poi si ferma; il romanzo invece dopo il punto culminante che non è mai ala fine comincia la discesa più o meno lenta che porta alla fine. Edgar allan Poe ha sempre scritto racconti e dice “nessuno si azzarderebbe a dire che l entusiasmo di un libro è legato alla sua mole” cioè che di fronte a un libro di 1200 pagine non ce poi cosi tanto entusiasmo da parte del lettore, anzi più invogliati ad allontanarsi “il romanzo per le sue dimensione e degno dunque di biasimo” “ esso si priva della grande forza derivabile dalla totalità, cioè che chi legge il romanzo deve sospendere la lettura, perché non si legge in una giornata è troppo lungo(viene letto in più sedute), dunque non sa come finisce” il racconto invece non si priva della sua totalità, si legge in poco. Il racconto è più rapido. “UNA COSA CHE COMINCIA PER ELLE” Pag.66 da “la boutique del mistero “ - finale climax ascendente (contenuto accumulato verso la fine) - Concentrazione su un singolo fatto e sull’io singolo, nonostante la sua brevità . - L= sta per lebbroso con cui lo Schroder è venuto in contatto - Volontà da parte dello scrittore di lasciare in sospeso la conclusione. 11/10 ….EDGAR ALLAN POE= è convito sul fatto che il racconto ha qualcosa in più, non viene interrotta la lettura, deve essere letto tutto d’un fiato; invece con il romanzo è diverso, questione di attenzione che viene a mancare;  Vi è una relazione di forza tra il lettore e scrittore in un racconto, durate l’aria della lettura l’anima del lettore è in balia dello scrittore.  Poe è convinto che l’autore riesce ad agganciare il lettore e non mollarlo più.  Poe pensava già alla conclusione, partiva dalla fine e scriveva a ritroso perché il finale nel racconto è la parte più importante,” è una salita sulla montagna e li si ferma”. Quindi parte da li che è il punto più importante, effetto sorpresa ..poi una volta creato il colpo di scena è come se scendesse dalla montagna .  Il finale rappresenta non tanto lo scioglimento quanto l’epilogo. La brevità del racconto non è solo un fatto esteriore ma costitutivo ovvero riguarda il modo di raccontare la storia quindi lo stile , la capacità di raccontare senza dispersioni (strategie diverse dal romanzo, il romanziere si permette momenti di rallentamenti, può anche raccontare una storia nella storia continuando a seguire) e questa impossibilita di rallentamenti fa si che lo scrittore usi uno stile diverso dal romanziere. Chi scrive entrambi (romanzi e racconti) es. Moravia, lo dice che c’è grossa differenza, c’è più impegno in un racconto che in un romanzo, nel racconto non c’è spazio per quegli elementi accessori.  Sono tanti gli scrittori del 900 che hanno prediletto il genere del racconto,  è interessante vedere come il racconto torna in auge nella 2 meta 900.  Inizio 900 vi è Pirandello (novelle per un anno) scrive tantissimi racconti, lui cerca di fare una distinzione tra racconto e novella , tenta: afferma”forse dipende dalla lunghezza, quando una novella è troppo lunga la si chiama racconto, il racconto è un intermedio tra novella e romanzo”. Moravia ,invece, romanziere (gli indifferenti è il suo primo romanzo, parla di una borghesia a cui appartiene che conosce bene) ha una fase particolare, intorno agli anni 5° di scrittore di racconti fantastici, particolare perché lui vuole occuparsi della realtà; si chiamano “racconti surreali fantastici”  quando scrive questi racconti, ragiona attorno alle differenze romanzo e racconto e analizzando la sua esperienza di novelliere e romanziere, dice che secondo lui il racconto è il risultato di una intuizione, diversamente il romanzo si muove all’interno di una struttura movimentata. La differenza sta nell’intuizione, idea colta al volo che necessita di una narrazione breve, invece la struttura movimentata di tante cose che avvengono è quella del romanzo (il romanzo accoglie in se più episodi) il romanzo generalmente è affollato di personaggi.  Moravia Afferma che nell’ intreccio di un romanzo i temi sono mischiati, afferma negli anni 60: “il romanzo ci da la rappresentazione più complessa profonda possibile della realtà, il racconto ha personaggi visti di scorcio, un intreccio più semplice . Comunque il racconto deve avere un intreccio che tragga la sua complessità dalla vita.= Sono sempre le esperienze umane che devono essere riportate!.” Gianni Celati scrittore contemporaneo, scrive soprattutto racconti, dice che è sbagliato considerare lo scrittore di racconti uno scrittore di serie B, non e vero che scrivere un racconto sia più facile. Nei racconti è tutto condensato, ci vuole uno stile diverso. C’è chi predilige la forma del romanzo ed è più portato per quello e chi per il racconto.  Il racconto moderno deve dare una lettura morale della vita, fare analisi e studiare i problemi psicologici e sociali, giocare su questi due aspetti.  Celati afferma che il racconto ha una tensione forte tutta verso la fine, “i novellatori catturano a freddo il lettore e lo catapultano nei fatti” = a freddo=noi apriamo il racconto e siamo già in medias res, buttati in mezzo agli eventi.  Sono i dialoghi che ci fanno conoscere i personaggi, il coinvolgimento del lettore è assicurato cosi, il dialogo noi lo sentiamo più vero, vivo. Buzzati viene definito mago della composizione= migliore definizione che si possa dare a Buzzati. In un racconto non possono esserci dei cali di tensione perche è troppo breve , nel romanzo sono permessi. Primo levi ad esempio , nel libro “sistema periodico”, ennesima raccolta di racconti, lo intervistano e gli chiedono “non teme che si finisca dire che lei abbia voce flebile?”= voce flebile= Cioè avere meno importanza perché sono racconti e non romanzi, lui dice “il rischio è quello di essere giudicato cosi, è un pre concetto nato nella testa dei librai, i racconti li sento più spontanei e li preferisco” e continuerà a scrivere racconti. Tabucchi invece scrive più romanzi ma diverse raccolte di racconti sostiene “il racconto è una misura che mi piace molto ma più difficile del romanzo , dice che il romanzo è un contenitore nel quale possiamo buttare dentro tante cose” “buttare dentro””””” il racconto invece è come una forma chiusa ,(con inizio e fine) un po’ come un sonetto, chiede che ci sia una misura temporale,” gioca sull’ aspetto temporale e non spaziale il tempo rende difficile la composizione. Buzzati afferma che il tempo non è amico anche del lettore perché anche per lui deve iniziare e finire cioè non può interrompersi letto d’un fiato…, il racconto va cominciato e continuato. Cortazar è un autore di  Un buon racconto secondo lui deve essere incisivo e mordente, chi scrive un racconto non può accumulare vicende su vicende,  lo scrittore di racconti ha per nemico il tempo e lo spazio e deve tenere conto della tensione che deve esserci sempre dalle prime parole fino all’epilogo;  Anche per lui è importante che la vita sociale e la storia ci siano in un racconto, non possono essere trascurati. Le parole centrali sono intensità e tensione, non posso esserci momenti di abbassamenti di tono;  La lotta contro il tempo; (brigate garibaldi) gli azionisti invece sono coloro che fanno parte del partito di azione che nacque in funzione antifascista durante la guerra, si concluse nel 1947, subito Fenoglio non era simpatizzante del partito comunista, Gobbetti si. Molta letteratura è nata dai comunisti e poca dai cattolici. - Questi autori si differenziano dunque per divergenze legate alla politica,anagrafiche etc.. Calvino, ultimo viene il corvo, 1949 ma la prima edizione fu pubblicata sul quotidiano del partito comunista italiano “l’Unità” nel 1947 “Io,noi,loro”= attenzione sul noi, insieme di attori, personaggi che costituiscono un gruppo coeso grazie alla condivisione di ideali comuni che spesso corrispondono agli ideali social comunisti, vi è una convinzione ideologica molto radicata in questi gruppi di trovarsi dalla parte gusta della storia Protagonista di ultimo viene il corvo= l’io narrante , è un ragazzino, attraverso l’esperienza della resistenza il ragazzino compie il passaggio all’età adulta , processo di crescita, maturazione, romanzo di formazione. Renata Viganò, “”l’Agnese va a morire”= da Einaudi =visione collettiva di visone tra buoni e cattivi, romanzo di grande successo negli anni 50/60/70 tra la letteratura della resistenza, visione più semplificata della storia. Heidegger,Sartre e l’impossibilità di sottrarsi alla scrittura: la scelta. Tutti questi testi sono scritti dal pdv di chi sa gia come va a finire. Necessità di trasformare la loro esperienza in letteratura. Prima pagina di ultimo viene il corvo: Rapporto tra 1 giovane che vuole entrare a far parte del gruppo di adulti, un rito di passaggio, iniziazione , avviene in un luogo idillico, non corrotto, descritto in maniera chiara, stile affabulatorio ,della fiaba (c’è il bosco,animali,natura), calvino amava la dimensione delle fiabe. - Anche gli animali diventano “cose” che vengono manipolate dal protagonista attraverso il fucile. - Il ragazzo dimostra la sua capacità, ed è in grado di modificare la realtà , entra a far parte del gruppo degli adulti - Il corvo alla fine diventa presagio di morte, e il rgazzo uccide il tedesco,segno di riscatto. - Realismo= di calvino perché utilizza pochi aggettivi e molti sostantivi - Presenza degli uccelli= simbolo di morte del racconto, annunciano la morte - Il soldato vede il corvo e capisce che è l’ora di morire,  Fenoglio, emblema di realismo che nasce da letteratura inglese, studente di lingue  Ordisce una sintassi sulla base di un schema dall’inglese, rifiuta i giri ampi della lingua italiana  Ama riprodurre nei dialoghi la sintassi de parlato, usa anacoluto  Fenoglio parla di repubblicani e partigiani. ——————————————————————- 2ND PARTE EKPHRASIS  Dipinti/quadri/ritratti presenti in tutta la letteratura sin dall’antichità  Letteratura come mimèsi = imitazione della realtà  Espediente retorico dell’ ekphrasis= fuori, parlare (un quadro una scultura, un opera arhitettonica)  Ekphrasis= descrizione di un opera d’arte attraverso le parole  Uso di descrivere un dipinto arriva anche nella letteratura fantastica dove il dipinto assume un valore diverso Di fronte a un racconto fantastico - Si instaura un patto narrativo = perché il lettore accetta/finge di cedere a ciò che gli viene raccontato - Sospensione dell’incredulità= al lettore si chiede di credere a ciò che viene narrato - Vicenda reale, in cui accadono venti che non si riescono a spiegare perche sono al di fuori della realtà (spiegazione razionale o fantastica)= thodorov= prende in considerazione racconti diversi rispetto della narrativa 800tesca, con elementi piu seriali - Per farli sembrare credibili i racconti fantastici vengono ambientate in luoghi reali con descrizioni minuziose per dare impressione di reale,vero,veridicità. =Ambientazione realistica (e dettagliata) in cui avviene qualcosa di strano - Narratore/testimone (spesso in prima persona) =testimonia la veridicità, raccontaqualcosa di incredibile Sigmund Freud❤ tvtb= saggio “das Unheimeliche” =tutto cio che dovrebbe rmanere nascsoto in realtà riemerge in un altro trauma ,viene in luce.  Unheimlich= inquietante estraneità che confina con l angoscia e l’orrore  Rimosso= una situazione perturbante ch fa riaffiorare cio che era nascosto, quando il nascosto torna a destare il trauma. I quadri nella letteratura fantastica Tipologie di letterature fantastiche: o Ritratto animato o Quadro/dipinto maledetto (il ritratto di dorian gray=quadro legato a una sorta di maledizione o Quadro come portale di accesso= qualcuno nel mondo reale che entra nel dipinto Archetipi: o Nikolaj, Portret , sogni rivelatori o The oval portrait, edgar allan Poe (il ritratto ovale) o Oscar wild “the picture of dorian gray” 1890 Mario Soldati- “la verità”  Scrittore e regista  “Storie di spettri”= racconti fantastici  La verità” narra di un dipinto, non si sa bene di chi, che gli faceva una certa paura/suggestione =Era il dipinto del precedente proprietario della villa, un militare ritratto in abiti miliare ritratto in abiti borghesi = occhi penetranti che danno l’impressione di seguirlo =lo rendeva cupo e disperato tutte le sere Alberto Moravia, “il quadro”  ”L’epidemia” 1944= rivendica la matrice visiva ,plastica, invece che narrativa, esprime la necessità della letteratura di attingere al mondo dell’arte pittorica  Si conclude con la fine dei problemi mettendo in soffitta il quadro  Surrealismo del racconto = quadro che si anima e prende vita Moravia vorrebbe fare il pittore Soldati studia arte a roma Anna Banti “tela e cenere” Nom de plume di Lucia lopresti  Comincia come storica dell’arte il confronto col marito Roberto longhi= rapporto conflittuale  Si dedica alla scrittura e smette di occuparli della critica artistica Lei ripiega sulla scrittura narrativa=tela e cenere raccolta che prende il nome dal racconto  Parla di un dipinto maledetto  Prima di cominciare a parlare della storia del racconto lei lo descrive “la negazione di san Pietro, olio su tela”= esiste davvero  Biografia complessa ,vita tormentata del pittore maledetto  Lei ricostruisce quasi una vicenda storica, e traversie dei personaggi che lo possiedono  Termini ricercati, barocchi, fine 1600.  Don Antonio castellani entra in possesso del dipinto, il primo = vede il dipinto come una possibilità per fare successo ,lo tiene con se fino alla morte, decide di lasciarlo poi a una lavandaia Filomena (forse sua figlia)  Superstizioni, chiacchiericci popolari  Filomena si ammala, ospizio, trattamento di favore (maccheroni)  Lascia alla reverenda suora madre il dipinto, lo usa come strumento di vendetta=passa di mano in mano  Sciagure , molti vivono in miseria , quadro che porta sfortuna= elemento non strano 25/10 La BOUTIQUE DEL MISTERO  Si tratta proprio di una boutique, un negozio.  Si chiama cosi perché gli viene chiesto dal suo editore di fare una scelta dei suoi racconti migliori a partire dagli esordi. Vedi indice  Esce nel 1968 (vicino alla fine della sua produzione)  La prima raccolta pubblicata nel 1942 è i 7 MESSAGGERI= è il racconto eponimo che da il titolo alla raccolta, apre la boutique  La seconda raccolta” è paura alla scala” 1949 , si nota già una differenza rispetto ai 7 messaggeri  “Dal cane che ha visto dio” a “il disco si posò” appartengono alla 3 raccolta il crollo della baliverna (non c’è nel racconto)  Il “tiranno malato” “i santi” appartengono ai “60 racconti”= forse il più famoso, operazione editoriale , racchiude tutti i racconti della prima e terza raccolta Esce del 1958 e vien premiato col premio Stresa?  Da “lo scarafaggio” a “ricordo di un poeta” fa parte di una raccolta che si intitola “in quel preciso momento”  “Il colombre” e gli altri racconti esce nel 1966 (vicino alla pubblicazione del 1968) La sua scrittura cambia enormemente nel corso degli anni Il racconto eponimo= “i 7 MESSAGGERI”  USCI NEL 1939;  Esce su una rivista intitolata “la lettura”;  L’io narrante è molto importate, la prima persona coinvolge di più  Qui c’è la prima persona proprio, che racconta la sua storia  Una storia che dalla realtà sfocia in qualcos’altro ,difficile da definire in un’atmosfera sospesa, è il racconto fantastico del 900.  C’è un io narrante che manda un messaggio verso due dimensioni incompatibili, una verso il passato vuole mantenere rapporti con la famiglia, o Ridondanze, frase scisse ,frasi nominali senza un verbo coniugato e brevi (pag. 14, il grande convoglio…” =frase non breve ma senza verbo coniugato, noi la capiamo lo stesso= è un escamotage giornalistico, si evitano battute in più, si tratta di frase nominali (sono tante) o Troviamo l’avverbio eppure o Aggettivazione ricchissima= qua precede o segue il nome, a volte i due aggettivi racchiudono il sostantivo o lo accompagna, quando l’aggettivo precede il nome, gli da maggiore soggettività di giudizio, mentre quando segue il nome si limita a qualificare oggettivamente il nome es, dire “alberi alti”=lo qualifica in maniera oggettiva, dire alti alberi da maggiore soggettività di giudizio (cioè io ritengo cosi io soggettivo) o A ciò si aggiunge il valore restrittivo e descrittivo es. “le vecchie tubature hanno ceduto” ha valore descrittivo invece se dico “le tubature vecchie hanno ceduto” è restrittivo vuol dire che solo quelle vecchie hanno ceduto. = l’aggettivo può avere valori diversi. Se lo uso seguito dall’aggettivo è sempre restrittivo (gli alberi alti, SOLO QUELLI ALTI, SENSO DI RIDUZIONE). o È soprattutto in questa prima fase che Buzzati sperimenta di più, crea nuove vie per rendere la sua prosa sempre più chiara (l’aggettivo aiuta). o In tutto il racconto si respira un ara di colloquialità, incontriamo espressioni gergali, si trovano dove c’è il dialogo più che altro usa 2mica” “mi hanno beccato” o Uso personalissimo della punteggiatura, pensa alla rapidità nel parlare, toglie virgole. o Epanalessi, epanadiplosi = ripetizioni o Prosa conativa = prosa nella quale con un imperativo si impone a qualcuno di fare qualcosa, “vattene” e prosa Fàtica= gioca sull’interrogativa es. “cosa intendi fare?” o Descrizioni dei personaggi, ambienti circostanti = sono referenziai cioè riferire esattamente com’è, denotazione viene data(denotativa=una cosa che è cosi per tutti, connotativo= una descrizione che ha anche un impressione personale a oltre non condivisa, “tavolo comodissimo=per me è comodo”) UNA GOCCIA (IL SUO PREFE)  È stato considerato l’emblema del fantastico del 900  Racconto che sovverte le leggi della fisica,  Racconto brevissimo in cui la goccia sale le scale e tutti hanno paura  Paura dell’ignoto, ciò che non conosciamo , cose che rimangono senza risposta  Banalità sconvolgente se ci limitiamo alla goccia che sale  Dobbiamo soffermarci sul perché sale, dove si vuole fermare  Narratore in prima persona, lo scrittore doveva per forza usare la prima persona  La goccia rappresenta il fantastico del 900, razionale, non che spaventa e crea orrore È un fantastico che parla di noi e delle nostre paure , non si riescono a superare a volte, vuole farci ragionare e pensare , non è un fantastico che parla di fantasmi,  Personaggi: sono due e sono molto diversi tra loro socialmente, vi è la signora ce non si accorge di niente e la servetta che non viene creduto; l’insistere sulle differenze sociali (siamo negli anni 40/50)= la sensibilità è maggiore negli umili Buzzati apparteneva alla borghesia, era un conservatore, ha un occhio e attenzione particolare a queste cose = L differenza sociale, la sensibilità maggiore che Buzzati vuole dare (anche gli animali)  Appartiene a un romanzo “..la scala”” che esce nel ….,porta con se motivi già noti= l’attesa, io viaggio, la paura, la morte , attaccamento alla vita  È una prosa paratattica, pensieri molto brevi e nominali , es, “niente, non la più piccola impronta”=frasi comprensibili anche senza verbo coniugato ma nominali  Lessico curato molto semplice di tutti i giorni  Andamento diverso rispetto ai primi racconti, lingua che diventa della comunicazione, popolare  Funzione del linguaggio= qui si considera prosa emotiva= chi vede la goccia che sale e chi è spaventato, la paura di scoprire chissà che cosa, il lettore è coinvolto emotivamente dunque, forse anche la delusione nel non sapere.  Finale bellissimo del racconto! (No doppi sensi, è solo una goccia che viene su per le scale, continuerà a salire i gradini e tormentar le nostre vite, tormenterà le nostre paure. 11/11 INVITI SUPERFLUI  (Giovato sulla musicalità)  Pubblicato per la prima volta nella rivista “i libri del giorno” 1946  poi ripubblicato nelle raccolte ’Paura alla Scala’, ’Sessanta racconti’ e ’La Boutique del Mistero’.  Il narratore rivolge parole d'amore a una donna, seppur consapevole che ella, da tempo, lo ha dimenticato. I loro caratteri e le loro passioni sono troppo diversi.= lui legato alla fantasia e ai sentimenti, lei attratta dai beni materiali.  Il tema dell’amore non corrisposto verrà ripreso da Buzzati nel romanzo del 1963, ‘Un amore’. Analisi del testo Il titolo del racconto è formato da un sostantivo e da un aggettivo: Buzzati, infatti, parla di “inviti”, resi, tuttavia, “superflui” dall’indifferenza della donna, disinteressata e poco partecipe; Invito=parola chiave del racconto, il protag. Invita la donna a passeggiare con lui durante le varie stagioni dell’anno e in diversi luoghi superflui=perché vengono respinti dalla donna.  Tutti coloro che hanno vissuto una delusione amorosa si identificano nel protagonista.  Amore ormai tramontato  -I personaggi sono due: l’uomo, ancora innamorato e sognatore, e la donna superficiale e materialista che non si cura dell’amore dell’uomo a cui l’uomo si appella in maniera quasi petrarchesca.  Il racconto, però, con la sua narrazione in prima persona, suggerisce una certa universalità dei sentimenti raccontati dal protagonista, sotto forma di soliloquio di un amore ormai tramontato, ma ancora vivo nel cuore;  - La prosa è estremamente poetica. Più volte nel racconto sono ripetute le anafore “Vorrei” e “Ma tu”, che ricordano una poesia =Donna superficiale e materialista non si cura dell’amore dell’uomo Buzzati fa un ampio uso del tempo condizionale, che viene contrapposto al tempo presente= che frantuma le speranze e i desideri del protagonista; - Le frasi sono paratattiche per asindeto; - Presenza di incidentali  Buzzati usa il tempo del ricordo presente che frantuma i suoi desideri  Frasi paratattiche per asindeto.  Ricordo =uno dei temi  Elementi fiabeschi=, re senza nome, giardini stregati, alberi magici, castello deserto, stelle d’oriente=tutti elementi fiabeschi. Temi:  Struttura tematica organizzata in una struttura tripartita  In una prima, massiccia parte, i desideri del narratore si scontrano con la fredda superficialità della donna da lui amata.  2. Dopodichè, il protagonista si rende conto dell’effettiva incompatibilità tra i due, ma, pur di non perdere il suo grande amore, è disposto ad abbandonare quella visione fiabesca del mondo, per avvicinarsi a quella più materialistica della donna;  3. Il protagonista, infine, si rende conto che, a prescindere da qualsiasi suo sforzo per recuperarla, la donna è ormai irraggiungibile, completamente estranea alla sua vita. Tuttavia, cambiare pagina non sarà tanto facile...  Due personalità incompatibili  Seconda parte: presa di coscienza dell’incompatibilità dei due personaggi  Lettera d’amore a una donna non innamorata, donna distratta che non sa soffermarsi e guarda all’esteriorità. Lui vuole trovare un amore che corrisponda a una sua idea d’amore.  È un uomo che arriva a negare se stesso in “un amore”. La contrapposizione delle stagioni L’amore narrato da Buzzati ne “Inviti superflui” passa attraverso le stagioni. ● In inverno i cuori si scaldano battendo l’uno vicino all’altro nel tepore di una stanza; ● con l’avanzare della primavera i due amanti parlano di cose "stupide e care" e delle speranze care agli innamorati. ● Segue l’estate, la stagione della spensieratezza, in cui i due passeggiano nei prati e si distendono sull’erba a contemplare l’infinità del cielo. ● Arriva infine l’autunno e i due amanti passeggiano per mano tra le strade cittadine affollate di gente. I fantasmi del passato Il protagonista desidera rivivere gli antichi ricordi con l’amata, anche se vissuti a senso unico perché preferiva “le luci, la folla, gli uomini che la guardano, le vie dove dicono si può incontrare la fortuna”; Sono presenti i “fantasmi della vita”, ovvero le inquietudini di ognuno di noi. Anche la donna è un “fantasma del passato”. Ma nonostante ciò continua ad amarla Conclusioni: Nonostante gli inconciliabili mestieri del giornalista e dello scrittore, è stato capace di trarre il meglio da entrambi come dimostra un’opera tanto poetica come “Inviti superflui”. Abbiamo notato una somiglianza con “I sette messaggeri” per lo stesso linguaggio poetico e spirituale, con “Una goccia” per il realismo del racconto, con “Racconto di Natale” per la brevità e con “Il mantello” per il tono. Esempi: Scendere a compromessi “Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all'amore. Ma io ti avrò vicina. E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo e donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo” Presa di coscienza “Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso tra le innumerevoli ombre” Una svolta difficile “Eppure non so che pensare che a te, e mi piace dirti queste cose”. Confronto con Gustavo adolfo bequer: Nelle rime di Gustavo viene trattato il tema dell’amore inteso sia nella sua forma di” deseo de amor” che di “sentimiento” e del sentimento della solitudine derivante dal dolore per il” desengano del sueno de amor” - Aggettivazione ricca = conferisce precisione, aggettivi che precedono nome e che seguono. -aggettivi che precedono il nome= maggiore soggettività di giudizio ex. complicate manovre, segreta ossessione, lontana città, magnifico veliero, segreta fortuna, funesto e insieme affascinante miraggio, ferma intenzione, ininterrotta marcia, piccola sostanza, piccolo piroscafo, solo proprietario, lunghi tragitti, indomabile impulso, dannata vita, intera esistenza, magnifica nave, stanchi colpi, placido mare, superstiti energie, lunga strada, vecchio capitano, dirupata scogliera, bianco scheletro, grandi dimensioni aggettivi che seguono il nome= si limitano a qualificare il nome oggettivamente ex. cosa scura, vista buona, squalo tremendo e misterioso, denti terribili - Incisi e incidentali= incisi parti prive di verbo . Incidentali es. “stefano che non era mai stato sulla nave””il padre,non vedendo stefano piu in giro,andò a cercarlo” - Aria di colloquialità all inizio si ripete la parola” cosa”= termine tecnico=ripetuta 5 vv all’interno del testo. - Prosa fatica presente spesso=gioca sull’interrogativa = dialogo tra padre e stefano “stefano cosa fai impalato”perche ridete? - Attualizzazione a( pag157) per rendere una vicinanza , uso del “qui”=dimostrativo - Presenza di molti dialoghi= tra protag e padre, protag e marinai, protag e colombre= usati per dare maggior realismo. - Molte ripetizioni =quella/quello, quel muso/quella bocca/quei denti, navigava/navigava, la sua volontà/la sua passione/il suo ardimento, navigare/navigare, fuggivi/fuggivi - Descrizione denotativa dello squalo: è così per tutti - =Quello è un colombre. E’ il pesce che i marinai sopra tutti temono, in ogni mare del mondo. E’ uno squalo tremendo e misterioso, piú astuto dell'uomo. Per motivi che forse nessuno saprà mai, sceglie la sua vittima, e quando l'ha scelta la insegue per anni e anni, per una intera vita, finché è riuscito a divorarla. E lo strano è questo: che nessuno riesce a scorgerlo se non la vittima stessa e le persone del suo stesso sangue. - Uso prosa conativa= imperativo= qualcuno si impone di fare qualcosa “ascoltami, tu rimarrai sulla terra..” il padre - Pag. 158 avverbio EPPURE= apre la porta a mille possibilità, apre una dimensione nel tempo e nello spazio - = Egli era al sicuro, sì, centinaia di chilometri lo separavano dal colombre. Eppure egli sapeva che, di là dalle montagne, di là dai boschi, di là dalle pianure, lo squalo era ad aspettarlo. lui si è allontanato eppure sa che colombre è li ad aspettarlo. - Superlativo vecchio =vecchissimo - Troncamento= della vocale Anche io= anch’io - Uso del diminutivo in qualità di sostantivo - Interiezioni= parti del discorso che esprimono un particolare atteggiamento emotivo del parlante in modo coinciso - ex. Uh! Che lunga strada per trovarti= fatica - ex. Ahimè= disperazione - spiegazione fra scientifico e assurdo, tono fiabesco - atmosfera sospesa, inquieta - descrizione denotativa - Atmosfera sospesa e inquieta=simile alla goccia - Il colombre è un allegoria per indicare la paura= solo chi riesce ad affrontare le sue paure riesce a superarle, chi invece fugge davanti ad esse ne diventa succube e sprofonda negli abissi. Ed è proprio per questo motivo che, mentre tutti gli altri marinai sono rimasti vittima del colombre, Stefano Roi riesce a sfuggire, poiché decide di affrontarlo, mettendo a rischio la sua vita. - Nella vita occorre sempre superarle le proprie paure, perché solo in questa maniera è possibile non restarne schiavi. TEMATICHE - Paura= quella che spinge il protag. A fuggire - Fino all’ultimo non ci aspettiamo che va finire cosi= bello per questo! - Paura che scopriamo alla fine, è infondata - Per tutta la vita è fuggito dalla perla della saggezza, la conoscenza= il dramma umano. - Lui ha il coraggio di affrontare la sua paura da anziano , era tutt’altro, fuggire da certe situazioni inadatte a noi. Attilio Bertolucci “lasciatemi sanguinare sulla strada” o Poeta novecentista, nasce nel 1911 muore nel 2000 o Nasce nei pressi di Parma, si trasferisce a Roma dove morirà = due città che tornano a galla spesso nei suoi scritti; o Si avvicina alle letterature straniere, Baudelaire, wortswort, Hugo, ama D’Annunzio lo considera come un grande modernizzatore di ritmi e metri, ama la parte stilistica di D’Annunzio, più che la contenutistica o A 15 anni legge tutto Proust e la recherche, hanno influenzato la sua scrittura. o Conosce cesare Zavattini= importate nel campo del cinema, pubblica alcune traduzioni o 1929 a 18 anni pubblica la prima raccolta di poesie= “sirio”= si affacciano le tematiche che si incontreranno altrove= il quotidiano= il paesaggio, a seconda de paesaggio cambio l’umore Fragilità delle cose e la difficoltà di superare certi momenti storici, o Si iscrive a legge e a lettere ma non arriva mai alla laurea o Diventa critico, traduce Balzac, Hemingway, o È consulente per la celebre casa editrice garzanti o Caproni lo definisce= Bertolucci è uno dei pochi poeti del 900 che non risente l’eco di montale del male di vivere contemplazione e misticismo= diverso da montale. o Altra raccolta “viaggio di inverno” 1971 o Poesie che raccolgono che le poesie uscite precedentemente nel 90 o 1994 altra raccolta? - 1997 “la lucertola di casarola” È stato fatto un meridiano Mondadori o poesia che leggiamo appartiene a “viaggio di inverno” - Questa raccolta risente del suo dolore per aver lasciato Parma - Anni in cui lui vive a Roma e ricorda con malinconia la sua terra d’origine - Affetti famigliari nell’ultima strofa - Presenza fitta di verbi all’imperativo “lasciami” = imperativo particolare, non positivo che impone qualcosa, ma vuole essere un invito, esortazione al lettore, i destinatari della poesia siamo noi, il lettore è ipotetico non sa chi sia il suo lettore B. (Come Baudelaire= hipocrite lecteur..) - Il poeta cerca la nostra complicità chiamandoci in causa usando l’imperativo. = una sorta di supplica da pt. Del poeta di essere lasciato solo a sanguinare sulla strada=assurdo - “Sull antipolvere, sull’erba”= difficile spiegazione Valerio Magrelli dice= che è contraddittoria questa proposizione, è un neologismo l antipolvere e forse B. Designa lo spazio tra la polvere e l’erba, imprime alla strofa una forte carica emotiva che invece di essere aiutato chiede di essere lasciato al suo flusso emorragico= mejor dicho: spazio che può esistere tra l’erba dove c’è lui e la polvere, il cuore palpita quotidianamente - Da vv 4 a vv 9 troviamo un inciso = non ci sono verbi coniugati, paragona i rami di castagno (piu avanti saranno freschi rami) a maschere verdi sulla casa (vv 4) e poi descrive il volo di una coppia di uccelli e contemporaneamente coglie lo sguardo che cerca di seguirne la fuga amorosa (degli uccelli volati via per le “, solitudini, aria, acqua del bratica= torrente che sfocia nel torrente del Parma)..” - Dal vv 10 si apre una sere di imperativi= definiti come OTTATIVI= ovvero imperativo del desiderio, il poeta implora il lettore a fare cose curiose= chiede che non venga soccorso anche quando vede scorrere il sangue (il liquido riquoroso), poi chiede= di attendere pazientemente quasi distratto ,il vento del mezzogiorno oltre la curva via; = poi chiede all interlocutore di fingere a quel punto d averlo udito chiamare (chiama in causa i sensi) =cioè chiede di essere visto infine= vv 16 chiede finalmente all’interlocutore di entrare nella sua visuale in un giorno quieto di settembre= settembre perché dobbiamo lasciarlo non morire= è una chiusura quieta no momento disperante “quieto”. - Figli giovani stanchi di attendere =famiglia del poeta - La poesia si chiude con rami verdi esaltati da colore gioventù dei suoi figli esaltati che lo aspettano a casa a tavola. COLOE GIOVENTù ESALTATO - Il passaggio finale rasserena dunque tutto il dolore. (Momento finale positivo) - Grande metafora= sanguinamento= morire metaforicamente di fronte i problemi, però allo stesso tempo rimettersi alla vita da elementi natura= acqua uccellini e rimettersi ala contemplazione degli affetti familiari, rimettersi dai suoi problemi (il grande cantoe del 900 degli affetti famigliari) - Ravoni lo definisce “poetica del dissanguamento” è una metafora del venir meno delle problematiche, ma la poetica del dissanguamento corrisponde alla felicità che deve pagare un debito al dissanguamento . Giovanni Giudici  Carriera complessa rispetto Bertolucci  Nasce nel 1924 e muore nel 2011  Nasce nel golfo di La spezia e sua madre muore di parto nel 1927, il padre si risposa e ha 5 figli con nuova moglie=dati biografici non secondari.  Tutto ciò porta disagia giovanni, i nonni non ci sono più, lui parte con suo padre e sua compagna  Nel 1932 torna a le Grazie dove ritrova i nonni,  Suo padre si trasferisce a Roma e lui si iscrive a medicina, ma lui scopre laletteratura  Nel 1942 passa a lettere e si laurea in lettere  Fa parte del partito d’azione durante la 2 gg. Esce la sua prima poesia “compagno qualche volta”  Prima raccolta 1953 “fiori di improvviso”=presentata da Saba, lo incoraggia a continuare per questa strada  Traduttore  Si avvicina al partito socialista  Entra a lavorare all’Olivetti di Ivrea = Olivetti unì pt. Tecnologica con la cultura, lui era addetto alla biblioteca dell’azienda  “Comunità di fabbrica” pubblica  Vittorio sereni=editor di Mondadori, Giudici lo conosce e collaborano  1969 esce la raccolta autobiologia= neologismo sei dietro, il tuo stile. Quindi chiamiamoli divertimenti cosi si capisce che non è piu “se questo è un uomo” ma altro.“ divertimenti dunque sono per seguire questa linea editoriale. Damiano dice “credevo di aere scelto il nome casualmente, è il nome di un esercente del negozio da cui passava davanti per andare a lavoro ,ma in realtà esiste un allusione con lui = mala balia= indica il nome, di sofisticazione, malefizio,veleno, del latte andato a male=balia=latte primo nutrimento, andato a male Il lager era dunque un mondo alla rovescia = dunque il nome di Damiano è una scelta accorta. =Ma perchè “Damiano Malabaila”? Scrive Levi: “Credevo di averlo scelto casualmente: è il nome di un esercente, davanti alla cui bottega passo due volte al giorno per andare al lavoro”. Anche se non bisogna credere ciecamente a queste parole di levi. Ma poi scopre, a livello semantico, che in piemontese Malabaila vuol dire: ‘cattiva balia’. E in effetti, egli dice: “Nei miei racconti spira un vago odore di latte girato a male, di nutrimento che non è più tale, insomma, di sofisticazione, di contaminazione e di malefizio. Veleno in luogo dell’alimento: e a questo proposito vorrei ricordare che per tutti noi superstiti, il Lager, nel suo aspetto più offensivo e imprevisto, era apparso proprio questo, un mondo alla rovescia, dove “fair is foul and foul is fair”, i professori lavorano di pala, gli assassini sono caposquadra e nell’ospedale si uccide Perché ha rinunciato al suo nome vero? Detto da Paolo Milano= forse è una colpa aver scritto questi racconti? Sono storie semplicemente spassose!!. =Questi erano i commenti benevoli. Ora commenti spiacevoli:  Vitorio Spinazzola = probabilmente non riesce a entrare nel mondo del fantastico= per lui si tratta di “moralismo al quanto generico e vecchiotto”= il moralismo sta nei contenuti.  C’è chi parla di comicità e vi è una stroncatura definitiva su “quaderni piacentini” rivista militante di sinistra che considerava in una nota i racconti come “bruttissimi e poverissimi, cattiva letteratura, pessima fantascienza” .  Un articolo di Cesare Cases che si intitola “difesa di un cretino”, “c’è la malinconia umanistica e maggiore consapevolezza linguistica=scritti bene, levi è riuscito a mantenere il nesso con l’esperienza dei lager, lui finalmente l’ha capito! Che nascosta ‘è l’esperienza dei lager. Lui si è ritagliato una fantascienza italiana.  Differenza con la fantascienza americana, questa è una fantascienza umanistica, si sente il bagaglio culturale (di una scuola fatta bene).  La consapevolezza linguistica, levi riesce a mantenere quel lessico?  L’esperienza del lager che appare di nuovo, quella che levi chiama mondo rovesciato, un mondo dove non c’è piu discriminazione tra bene e male, dove c’è un individualità che viene prima di una collettività. Dopo questo articolo levi ha il coraggio di esprimere il suo parere:  Afferma che Esiste un legame intimo tra l’opera precedente e ultimo libro, un uomo ridotto a schiavitù per una cosa (prima nazismo) ora per la “cosa macchina”= tutti i romanzi hanno a che fare con una macchina (macchine assurde con tante funzioni che noi conosciamo.macchine fantascientifiche, realtà virtuale del 66).  Levi afferma che non poteva insistere sul registro autobiografico = come nelle sue opere precedenti; = Mi è sembrata questa la strada per soddisfare questa mia voglia di scrittura. Era un chimico ma la passione per la scrittura, necessità di scrivere ciò che gli era successo nel campo di concentramento. =pero sentiva che non voleva piu insistere sul registro autobiografico.  Per capire i racconti dice che gli pare di percepire in superficie una faglia, uno strappo, ha molte cose da dire che deve dire con un altro linguaggio.= faglia= è quel vuoto/strappo che c’è tra le cose come sono e com stanno andando e le cose come dovrebbero essere =( cioè diverse da come sono attualmente).  Altro elemento interessante= si definisce un anfibio, un centauro, si capisce la dualità/dualismo dell’uomo= diviso in due metà: “uomo di fabbrica tecnico che però scrive, è italiano ma è Ebreo, è deportato ma non disposto a lamento= dichiarazione evidente che non può continuare a parlarne lamentandosi anche. “=dualismo per giustificare il fatto che ora preparerà atri racconti diversi.  “Ho scritto di raccontare dei racconti= non piu divertimenti, un intuizione oggi non rara, la percezione di una smagliatura nel mondo in cui viviamo= vizio di forma (qualcosa che non funziona, che sembra apparentemente funzionare) quindi vuole intercettare qualcosa che non va nella nostra civiltà. La smagliatura (qualcosa di rovinato) del mondo in cui viviamo  Questi racconti “trappole morali” sono una continuazione di quei romanzi, non li avrei pubblicati se non mi fossi accorto che tra il lager e queste invenzioni, macchine, trappole non ci fosse una continuità. =ci sono dei vizi di forma “il lager è stato il piu grosso tra i vizi , degli stravolgimenti”. = qui incontreremo macchine che sostituiscono i poeti, macchine che raddoppiano tutto, macchine fotocopiatrici, scienziati pazzi, macchine che partono con intento di allietare e riempire la vita di una persona ma poi si rivelano trappole, un futuro futuribile= cioè un futuro diventato realtà. VITA/OPERE/PENSIERO Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea di intellettuali piemontesi. Laureato in chimica e chimico professionale, diventa scrittore dopo la traumatica esperienza della deportazionenel campo di concentramento di Auschwitz. È questo l’evento centrale della sua vita che fa scattare la molla della scrittura, sentita come una necessità di confessione, di analisi oltre che a un doveremorale e civile. A testimonianza di questa tragica esperienza, l’autore pubblica nel 1947 “Se questo è un uomo” riconosciuto 10 anni più tardi come il capolavoro della letteratura concentrazionaria(opere di autori italiani deportati sotto il Nazi-Fascismo). Il ricordo del trauma mai superato della deportazione e dell’esperienza di Auschwitz è anche probabilmente causa del suo suicidio avvenutonel 1987. Dopo il grande successo di “Se questo è un uomo” e “La tregua”, egli pubblica la raccolta di racconti “Storie naturali” nel 1966 presso Einaudi con lo pseudonimo di “Damiano Malabaila” sotto richiesta del direttore Roberto Cerati. In Einaudi, c’era la convinzione che un libro di racconti di fantascienza – o fantabiologia come disse Calvino in modo perspicace – avrebbe confuso i lettori dei due precedenti. Forse non si credeva, se non con qualche eccezione, alle capacità letterarie di Levi, al di fuori della testimonianza del Lager. Scritti nell’arco di vent’anni (1946-1966), i quindici racconti di Storie naturali ci parlano, quale più quale meno, di una smagliatura del mondo in cui vive Levi (il cosiddetto “Vizio di forma”). L’autore percepisce sé stesso come una creatura paradossale; non per niente sceglie pudicamente un nome di penna e non per niente s’identifica volentieri con il centauro Trachi: il protagonista di Quaestio de Centauris che è la storia più riuscita del volume. Il centauro diventerà da allora in poi l’emblema pubblico di Levi-Malabaila: centauresca è l’immagine dello «scrittore non scrittore», narratore e chimico, ex deportato e uomo della strada, ebreo e italiano, testimone di Auschwitz e scrittore d’invenzione. Chiaramente Levi non lascia nulla al caso, infatti proprio in un’intervista spiega vi sia un legame con il cognome Malabaila e i suoi racconti. Malabaila vuol dire infatti “cattiva balia”, che allude dunque al primo nutrimento (inteso come latte andato a male o veleno in luogo di alimento). Si descrive dunque un mondo alla rovescia dove gli assassini sono caposquadra e negli ospedali si uccide, proprio come il mondo alla rovescia dei Lager. Ebbene sì, vi è un legame tra questa raccolta e “Se questo è un uomo” ossia quella l’immagine dell’uomo ridotto in schiavitù prima “dalla cosa nazista” e poi “dalla cosa macchina” proprio come si evince nelle ultime righe del versificatore “posseggo il versificatore ormai da due anni. Non posso dire di averlo giàammortizzato ma mi è diventato indispensabile”. Le storie naturali di Primo Levi sono state definite “naturali” solo in senso ironico, perché sono le storie meno naturali che ci possiamo immaginare, di un futuro anteriore possibile e rappresentano una minaccia di mostri della ragione che incombono sulla vita dell’uomo. Levi è uno scrittore profondo che nasconde la terribile profondità sulla superficie delle parole. Per lui la chimica= è importante 22/11 Carlo Emilio Gadda IL RACCONTO MODERNISTA ITALIANO La narrativa breve costituisce uno … A inizio 900 la novella era un genere di consumo,spesso designato dalla critica. Prestigio (svevi,pirandello,gadda,lndolfi..lo testimoniano) Anche Moravia calvino buzzati primo levi,parisi Oppure poeti come saba montale,giudici o zanzotto. Sebbene si preparino già alla fine del 800 in riscatto alla gloria del racconto e della novella definiamo “modernista” Modernismo= fase in cui il raconto diventa centrale insieme al romanzo, è dal prestigio canonico di questi autori che frequentarono la narrativa breve che essa fu lo spazio piu votato per sperimentare. … narrativa breve e sperimentazione? Novella=spazio di sperimentazione Non è vero che la novella sia meglio del romanzo? Se da un lato scritture polimorfe come il romanzo, la novellistica codifica le sue retoriche Ha una specificità che ha a che vedere con la qualità delle rappresentazioni.. Ci si inizia chiedere in che senso la narrativa breve sia pur condividendo tendenze , quali specificità quali componenti la distinguono dal genere piu lungo Nel primo 900 la riflessione sui caratteri distintivi della novella accomuna alcuni critici e alcuni autori che in modo analitico danno una definizione a una specificità della narrativa breve rispetto al romanzo= Di questi autori se ne delineano tre (hejembaunn,pirandello e luckacs) Tutti tre hanno affrontato la riflessione nei primi 800 La riflessione di lukas parte da Goethe Hejembaunn parte da edgar allan poe Pirandello parte delle idee di tommaseo In tutti e tre i casi la critica 900tesca , il pensiero che portano avanti loro, sviluppa le riflessioni iniziali in una direzione che risente del racconto della narrativa breve ??? Il nuovo progetto modernista percepisce Il soggetto conoscente è cambiato Tale ambiguità è ben espressa dagli effetti collegati alla fine dell’esperienza vissuta in modo condiviso, allo spaesamento del soggetto e alla sospensione di senso. Che differenza c’è allora tra narrativa breve e romanzo? Se analizziamo da vicino la produzione dei racconti in quest’area modernista, si possono individuare alcuni tratti distintivi che contraddistinguono il racconto dal romanzo Modalità diverse=la narrativa breve Strategie formali e modalità di rappresentazione specifiche: - Un’esplorazione della natura umana nella sua molteplicità eterogenea - Libertà di indagine sull’antropologia contemporanea, atopologia che insiste sull’individuo e rapporti ristretti al minimo (famiglia, amicizia) - Forma della vita in frantumi, punta sulla discontinuità di questa esistenza non piu razionale - Il racconto si concentra sul personaggio singolo, su un mutamento, momento dell’essere che permane - L’assenza di spiegazione concede un rilievo ulteriore - Coglie attimi di senso o crisi, esistenze futili di cui vale la pena raccontare una cosa - Svuotamento (vedi slide). Carlo Emilio Gadda Le opere piu impo che pubblica : “la cognizione del dolore” “volume” 1963 + aggiunte nel 1970 Secondo romanzo 2quel pasticciaccio brutto de via Il castello di Udine: 1934 Introduzione “tendo al mio fine” Prima parte “castello di Udine” Seconda parte “crociera mediterranea” Terza parte “polemiche e pace; polemiche e pace nel direttissimo” La scelta de titolo: C’è un elemento autobiografico= esperienza di G.nella prima gg. La gg attraversa tutti i racconti del volume Alla guerra lui gli da il ruolo di catalizzatore della propria esperienza Uno sguardo all’umanità. Furia requisitoria contro la storia Scavare in traumi autobiografici per arrivare a denunciare la storia Ricopiare slide Analisi “la fidanzata di elio” Si può individuare un primo nucleo che va da 44 lettere di congratulazioni… a sua mamma le calze.. Il racconto inizia con una presentazione di una situazione in cui si trova un momento della sua vita che arriva al culmine 44 lettere= indicano che si sta per sposare, sta preparando la festa di fidanzamento Due visioni differenti. Le zie sono felici che convoli a nozze, è un matrimonio ben combinato … Lui sembra esaltare le qualità domestiche della fidanzata ma gli sta preparando un un budino di semola…. Ironia. —————————————————————————————————————— 29/11 I mnemagoghi  Racconto scritto nel 1942?  Sono racconti fantascientifici che non hanno nulla a che fare con il lager  Il titolo non sarà l’unico nome in cui capiamo la provenienza culturale di levi, lui si diverte a inventare neologismi, i mnemagoghi , si capisce qualcosa dal titolo.  “I suscitatori di memoria” qualcosa di mnemonico, il tema è la memoria!  La memoria comprende quella volontaria (noi ci ricordiamo qualcosa) e involontaria ( costituita dalle tante boccette che il dottor montesanto conserva, n ogni boccetta è contento un odore che ha n significato per il personaggio una sorta di serbatoio tramite il quale vengono rievocati dei ricordi)  Perché fa questa strana operazione? Perché non vuole perdere nessun momento della sua vita passata, attraverso il contenuto delle boccette ricorda momenti per lui significativi. Cioè degli importanti suscitatori di memorie. Pagina 9———— le boccette sono 50.  Ha ricostruito con esattezza un certo numero di sensazioni odorose che significano qualcosa”  Il protagonista è accompagnato da un altro personaggio, giovane Morandi è in un certo senso il lettore, viene invitato ad annusare l varie boccette.  Quello che pensa lui è un po quello che pensiamo anche noi . “Strano vecchio” qualche stranezza questo uomo ce l’ha.  Levi, lo scrittore si identifica nel dottor Montesanto, raccontare che cos’è la memoria, vuole ricordare(come in se questo è un uomo) ma anche perché spesso torna Levi sul discorso degli odori; in un saggio “il linguaggio degli odori” dice “sono diventato chimico in occasione di un processo per ricostruirmi il mio naso”.  Una volta annusate le boccette esce e va a fare una corsa e dice “è bello essere giovani e avere davanti il futuro” “conservare i ricordi è un modo quasi per nn volere guardare il futuro” . Lui non si sarebbe lasciato diventare cosi (il giovane) .  Levi riesce anche a essere un po il giovane e dice “non potevo Non volevo continuare a racontare la cosa nazista dei primi romanzi”= qualcuno che non dimentica il passato e che guarda al futuro.  Certe situazioni ci fanno ricordare qualcosa, racchiude tutto il suo passato in delle boccette = aggancio con Proust❤ =il sapore non odore pero.  Ci sono altri racconti che possono essere catalogati fantascientifici= il termine fantastico ingloba il genere horror, fantasy,…  Quelli piu fantascientifici sono quelli che hanno di mezzo delle macchine= è una fantascienza all’italiana.  Atmosfere casalinghe qua,Levi è riuscito con molti anni di anticipo a immaginare scoperte scientifiche che prima erano impensabili e ora sono realtà = come il verificatore, la misura della bellezza, pieno impiego, trattamento di quiescenza… tutti  Nei racconti (da leggere) vengono messi in luce problemi di cui si parlava negli anni 60, si iniziava a parlare di cervelli elettronici, era impensabile la tecnologia di oggi, scoperte tecnologiche che sono diventate realtà.  Il signor Simpson è sempre il protagonista ,si presenta in diversi racconti, un rappresentante di un azienda americana Natca, viene definito come un venditore di meraviglie. Con il versificatore si apre una serie di racconti con macchine sbalorditive. Il versificatore  Il testo è realizzato sotto forma di copione da spettacolo teatrale con le voci di quattro personaggi: il poeta, la segretaria, il signor Simpson e Giovanni (un fattorino) più gli interventi di una macchina chiamata dai personaggi “Il versificatore”.  Il poeta e la segretaria lavorano insieme e si occupano di fornire poesie, slogan, poemetti ecc. su commissione a chiunque li richieda per le più differenti occasioni, dai matrimoni, i funerali, nuovi slogan pubblicitari o auguri di compleanno.  La scena si apre nel presente dove i due ricevono un nuovo ordine e comprendono di non riuscire a stare dietro a tutte le richieste che gli venivano rivolte poiché scrivere in rima a comando per un poeta è difficile.  Il poeta, esasperato dal continuo accumularsi del lavoro, decide di chiamare il signor Simpson, vecchio cliente, che tempo addietro gli aveva proposto una macchina che lo avrebbe aiutato a poetare. Il signor Simpson arriva prontamente e porta con sé la macchina per farla testare al poeta. Inizialmente la segretaria è scettica, le sembra di fare un affronto all'arte poetica comprando un congegno del genere, ma il poeta la convince che i tempi si stanno evolvendo e ormai non è più così strano aiutarsi con le modernità.  I due, dopo aver letto velocemente le istruzioni e capito le modalità d'uso, decidono di testarla facendole versificare subito un paio di argomenti. Inizialmente sembra un fiasco, ma si accorgono che hanno semplicemente sbagliato loro ad inserire i dati cosicché la seconda poesia sembra soddisfare i requisiti: non è un capolavoro ma è sicuramente commerciabile e adatta allo scopo pratico.  La macchina sembra davvero un'invenzione geniale, si può inserire lo stile, la metrica, le rime, il periodo storico, e il grado di licenziosità (quello che consente al versificatore, nel caso non dovesse riuscire a trovare la rima giusta, di inventarne una per via della licenza poetica). come nascospo (nascosto), dospo (dorso) e allibio (allibisco). La macchina, guidata dal vincolo della terzina dantesca, fa del suo meglio e crea l’intelaiatura metrico rimica (schema metrico di un componimento poetico).  La rima in -endi non è tra le più difficili, ma quella in -acro lascia poca scelta: qualsiasi rimario, come quello cartaceo usato dal poeta o quello memorizzato dalla macchina, dà anzitutto la serie acro, macro, sacro. La rima in -enza infine non è certo rara.  Il reiterato verbo mentì, esso stesso dantesco (Inf. xix, 54, «mi mentì lo scritto»), destituisce di fondamento l’appello di Ulisse alla sua «compagna picciola» e il messaggio di Dante all’umanità.  Le due successive composizioni della macchina mostrano entrambe un «vizio di forma» a cui l’uomo pone rimedio. Colpisce che il Versificatore, dopo aver smentito le parole di Ulisse, Dante e Levi in base all’input del poeta, dà il titolo al racconto di Levi comparso sul «Ponte» lo stesso anno di stesura del nostro testo.  Il poeta propone a questo punto alla segretaria di suggerire lei un tema e lei, per mettere la macchina in difficoltà, digita tema libero «senza nessun’altra informazione». In mancanza di qualsiasi vincolo, la macchina si sente libera di esprimere i propri desideri ed esordisce con «una ragazza da portare a letto», suscitando la scandalizzata reazione della segretaria  . Il poeta loda la freschezza e la spontaneità della macchina e la stessa segretaria, intenerita, sottolinea che «simula bene il comportamento umano», ma quest’onda positiva di sentimenti si infrange su un «vizio di forma» di carattere lessicografico. Giungiamo ora all’ultima composizione. Il poeta sottopone al Versificatore, «unendo l’utile al dilettevole», un tema ricevuto in commissione da un tal Francesco Capurro. La richiesta è Autunno in Liguria. L’indicazione cronologica e il tema suggerirebbero un confronto coi poeti di «Riviera Ligure», coi quali non mancano convergenze, seppur non risolutive. In ogni caso l’atmosfera ‘ligure’ viene turbata, sul piano semantico-concettuale. ETIMOLOGIA DI SIMPSON (NATCA) La gloriosa etimologia del rappresentante NACTA, grazie alla quale egli chiude l’affare, è palesemente fasulla: non solo Levi o il Versificatore che scrive la propria storia, ma ogni persona di media cultura può associare Simpson a Thomson, Johnson, Richardson e a tutti i patronimici di stampo germanico formati da un nome proprio e dalla parola ‘figlio’. In molti hanno visto infatti nel nome di Simpson, il tecnico che propone le innovazioni tecnologiche, un interessante simbolismo, ricollegando questo cognome (oggi reso arcinoto da Matt Groening) a Sansone, l’eroe biblico dotato di forza sovrumana e di un tallone di Achille inevitabile, come noto nei capelli, che gli saranno recisi da Dalila. COMMENTO Abbiamo apprezzato la lettura del testo il «Versificatore» di Primo Levi. Quello che si evince dal testo è l’ossessione che l’uomo ha per la macchina a tal punto da diventare un oggetto fondamentale nella vita del protagonista. Possiamo trovare nel mondo odierno un’analogia con tutto quello che riguarda la tecnologia. Avendo letto anche altri testi presenti nella raccolta «Storie Naturali» notiamo che Levi effettua una vera e propria previsione che si può considerare avverata al giorno d’oggi.   L’ordine a buon mercato Il mimete= che viene fuori dalle sue competenze Qualcosa ce duplica, è una macchina duplicatrice Ma non una qualunque perché riproduce il modello dal nulla, crea ordine dal disordine! Ma com’è possibile che lo crea dal nulla? Il pabulum sarebbe una sorta di foraggio , che alimenta la macchina, in esso si ripete un procedimento genetico recentemente scoperto..questa miscela introdotta nella macchina riesce a creare qualcosa come il seme prodotto dalla macchina, crea qualcosa dal nulla o quasi. Come se fosse una clonazione . Le applicazioni nel racconto alludono a qualcosa di sbagliato, all’uso sbagliato che l’uomo può fare di ogni nuova scoperta, anche immorale. (=la scoperta del nucleare, bomba atomica)= è l’immoralità dell’uomo che fa si che ogni scoperta dell’uomo viene usata contro ls vita. Qui accade che l’utente non si limita a duplicare documenti ma inizia duplicare cose che non andavano duplicate come le banconote, e si arriva quasi a mettere sullo stesso piano Dio creatore e l’uomo ce utilizza questa macchina. C’è un passaggio in cui ritornano le pArole della genesi biblica”primo giorno… settimo giorno…””. Prima inizia con cose innocue con un dado, poi arriva l’ultimo giorno a un essere umano, na lucertola= è dunque un climax ascendente. Cosa differenzia la bibbia dal racconto? Dio si è riposato, lui no e interpella Simpson dicendo che vuole una miscela diversa che contenga tutti gli elementi necessari per la vita e qui simpson interviene dicendo NO, interviene l’etica di Simpson!! X”credo nell’anima immortale, credo di possederne una e non la voglio perdere con i sistemi che lei ha in animo”. Ultimo passaggio del racconto, l’azienda invierà a tutti gli acquirenti del mimete una sorta di decalogo nel quale diffidano chiunque per riprodurre documenti d’ufficio. Quindi sembra che tutto sia sistemato, ma non è cosi….nel racconto successivo succederà altro. Il protagonista non si ferma e c’era il dubbio perché alla fine del racconto dice “il narratore non condivide questi sciocchi scrupoli moralistici”= la macchina avrebbe potuti diventare uno strumento incredibile, adatto per lo studio degli organismi vitali, perché fermarsi?= qui c’è il Levi che non ha mai racontato gli esperimenti aberranti che ha visto nel lager, sta mostrando come la scienza può essere ambigua= sia per il bene che per il male, dipende solo dall’essere umano e di com e lui intende usare le scoperte scientifiche, non può esistere scienza slegata dall’etica. (Remo Bodei spiega tante cose di levi senza nemmeno nominarlo, dice che non può esistere l’innovazione senza l’etica e serve che ognuno si dia un limite). “Fisici chimici e biologi devono avere una precisa conoscenza morale, lo scienziato e tutti gli altri deve pretendere di conoscere lo scopo per il quale sta lavorando”.  Secondo Levi= La scienza se usata bene deve andare avanti e non dobbiamo fermarla, dipende dunque da come si usa, se si sta facendo qualcosa di utile o dannoso, rendere coscienza!!  È come se con questo racconto levi spiega che è giusto continuare la ricerca ma è giusto darsi dei limiti. Si deve ragionare sul “che cosa sto facendo” “sto facendo qualcosa di utile, innocuo o che può danneggiare gli altri” Alcune applicazioni del mimete  Ci fa capire che succederà qualcosa che non doveva succedere, Gilberto è il protagonista e lui ha avuto in mano il mimete, un duplicatore tridimensionale  Simo ne 1964 quasi 60 anni fa e si pensava già alle fotocopiatrici 3D  Gia dall’apertura sappiamo che stiamo andando incontro a qualcosa di nefasto che accadrà  Gilberto incarna il figlio del secolo (secondo paragrafo9= colui che possiede una sfrenata passione di tormentare la materia inanimata .  Gilberto, uomo curioso e indagatore, doti positive, però è un uomo scellerato poiché con estrema leggerezza usa le sue scoperte senza valutare in anticipo i rischi che queste scoperte possono portare, non valuta i risvolti negatici che possono portare  Questo suo comportamento è un “vizio di. Forma” cioè un oggetto che esce sbagliato rispetto a come doveva uscire e per G. Il suo vizio di forma è di avere deviato e essere andato nella direzione sbagliata, lui non ci pensa e ha solo gusto di vedere che cosa può succedere. “Senza preoccuparsi d violare un buon numero di leggi divine e umane” arriva quindi a duplicare la moglie, non ha un motivo preciso.  Levi ha voluto mettere l’accento su uno dei problemi he spesso esistono tra marito e moglie, gioca su questa cosa. Ma non ha nessun motivo, lo fa solo per il gusto di vedere che effetto fa! (Che effetto fa portare in giro due mogli).  Gilberto lo fa per testare la macchina, quali cose effettivamente può fare, ha duplicato l’intero suo patrimonio mentale= dire che è spaventoso è dir poco! Nemmeno la clonazione ci arrivò  Questo viene chiamato un arbitrario atto creativo= o esperimento abominevole che porta con se, a di la della follia, degli elementi molto seri (le donne che non vanno d’accordo, oppure implicazioni legali)  L’enorme smisurato potere dato in mano a un uomo che non si è dato un limite, irresponsabile che non ha pensato prima alle conseguenze del suo atto = è potato all’esasperazione, al paradosso e levi ci f ragionare sul fatto che ognuno deve pensare alle responsabilità, alle conseguenze delle loro azioni, azione da portare avanti oppure no e Gilberto non lo fa.  La soluzione geniale che trova alla fine Gilberto, duplica se stesso, è soddisfatto di questa sua pensata ,genialità, dice “Gilberto è un asso e ha sistemato tutto in un batter d’occhio” come se levi ci dicesse che con alcune persone non c’è speranza, è un po inaccettabile il fatto che si senta un genio per la sua soluzione . e ne è il custode, mentre tutte le altre emozioni sono temporanee”= il dolore veramente è il custode della vita, condividiamo con lui noi..  La conclusione “ foul is fair..” emerge il mondo della perversione.  È il racconto piu tremendo di storie naturali, non si può chiamarlo “divertimento” . La bella addormentata nel frigo Dialogo teatrale  Nonostante il titolo derivi da “La bella addormentata nel bosco” il testo non si ispira all’antichissima fiaba.  I temi principali di questo racconto sono l’ibernazione, l’immortalità (o più che l’immortalità, l’eterna giovinezza e bellezza) e la disumanizzazione dell’uomo.  Primo Levi scrive La Bella Addormentata nel Frigo incentrando il racconto sul tema dell’ibernazione, e per farlo prende spunto dalle prime discussioni, dai primi studi sull’argomento e che risalgono a metà del 1900.  Patricia è una ragazza di 23 anni, “ospite” a casa Thörl, che nel 1975 si era volontariamente fatta ibernare per un esperimento scientifico, che durava ormai da 140 anni.  Zanda, autore di Quando Primo Levi diventò il signor Malabaila, scrisse che i tre mestieri di Levi furono “chimico, scrittore e testimone”.  L’interesse per l’ibernazione deriva proprio dal suo mestiere di chimico che lo aiutò a salvarsi durante il suo periodo ad Auschwitz.  Nel testo Levi fa addirittura parlare uno dei suoi personaggi, Robert Lutzer, dei chimici, descrivendoli come persone stimate e rispettate, ma talvolta presuntuose.  L’eterna giovinezza è ovviamente un altro tema fondamentale del racconto; ciò che colpisce di più di Patricia è la sua bellezza.  Nonostante abbia 163 anni Patricia custodisce tutto il fascino di una ventitreenne. Allo stesso tempo però porta con sé più di un secolo di storia, cosa che quasi passa in secondo piano.  Lo stile di vita della “giovane” inevitabilmente ci fa pensare all’immortalità; nel testo, secondo Peter, l’esistenza di Patricia è particolarmente intensa, perché contiene solo l’essenziale.  Viene risvegliata solo per gli eventi importanti, quelli che si vuole tramandare al futuro, ma una domanda sorge spontanea: un’esistenza di questo genere può essere ritenuta vita vera?  La disumanizzazione dell’uomo è un tema che collega questo racconto a ciò che Levi ha dovuto sopportare in quanto deportato.  Patricia non è più un donna, è un esperimento scientifico, il cui scopo è quello di portare il più avanti possibile nel tempo la sua generazione ed essere testimone degli eventi più importanti dei vari secoli (per i quali viene appositamente scongelata).  È Patricia stessa infatti, alla fine del racconto, a scegliere di terminare l’esperimento; lei stessa sceglie una vita normale rispetto a un’esistenza lunga dei secoli. “Tre sono i miei doni: l’eternità, la giovinezza, e la solitudine. Quest’ultima è il prezzo che paga chi osa quanto io ho osato”.  Patricia va avanti nel tempo, ma i suoi cari, i suoi amici e la sua famiglia appartengono al passato, e lei viene solamente tramandata di famiglia in famiglia.  Quando Patricia riesce a scappare da casa Thörl, infatti, fugge in America, per cercare un suo coetaneo che più di un secolo prima si era sottoposto al suo stesso esperimento.  Va alla ricerca dell’unica “cosa” rimasta che appartiene alla sua epoca. Oltre a questi tre temi ne vengono affrontati altri ugualmente importanti, quali l’invidia e la violenza.  La vicenda viene raccontata da Lotte Thörl, moglie di Peter Thörl e insieme a esso “proprietaria” di Patricia.  Spesso durante il racconto Lotte parla della sua invidia nei confronti di Patricia, per la sua bellezza, per la sua età, per la sua storia.  Le dà addirittura della smorfiosa, di quella che ci prova con gli uomini sposati.  Per lei è imbarazzante, alla fine della festa, rimanere sola con Peter e Patricia, sospettando anche una tresca tra i due.  È per questo motivo che nell’ultima battuta del racconto Lotte ammette di aver sentito degli strani rumori la sera della fuga di Patricia, ma di non aver detto nulla a Peter.  Ciò che Lotte non sa, e che presumibilmente scoprirà solo alla fine grazie a Baldur, è che Patricia è stata vittima di Peter il quale a volte la scongelava parzialmente in modo tale che lei non potesse difendersi o chiedere aiuto, per abusare di lei.  Analisi linguistica (da rivedere) = incomunicabilità del racconto Patricia Prosa lineare= paratassi, dialogo Es. Nella prima battuta di Lotte non ci sono subordinate Elementi aferetici “non che io sia..”=che valore causale Ci sono dislocazioni “ce lho qui in tasca il manuale”= dislocazione a destra. Prosa conativa= interrogative dirette, esclamative. Era una piece teatrale, pensata come teatrale, ci sono indicazioni di scena come a teatro. RIASSUNTO: Siamo a Berlino, il 19 dicembre del 2115, a casa dei signori Thörl. La signora Lotte Thörl sta attendendo che arrivino gli ospiti, per mostrare loro "Patricia", la grande attrazione della loro casa. Gli ospiti arrivano, si ritrovano in salotto. Peter inizia a scongelare Patricia, e racconta nel frattempo la storia della ragazza: Patricia è stata scelta per un progetto il cui scopo era "spedire nel futuro" una persona attraverso la crioconservazione, o ibernazione: viene scongelata solo per visite mediche, durante eventi storici fondamentali e per il suo compleanno, che cade appunto il 19 dicembre. Nonostante sia fittizio e inventato il processo di scongelamento è descritto passaggio per passaggio, con grande realismo e attenzione ai dettagli. Patricia si sveglia dall'ibernazione, e racconta la sua visione del mondo. La sua è una vita "condensata", le persone invecchiano e muoiono in quelle che per lei sono poche ore. In una breve sequenza Lotte si lamenta del fare da civetta di Patricia, che ormai da anni "flirta" con tutti i discendenti della famiglia Thörl. Insinua perfino che Patricia e il marito si siano visti in segreto. Adesso però Peter è vecchio, e la donna ha messo gli occhi su Baldur. Baldur si offre di aiutare Patricia a scappare la notte stessa. Il piano riesce: in macchina, dopo la fuga, Patricia confessa all'uomo di essersi decisa a fuggire non solo perché la sua vita scandita da scongelamenti e ricongelamenti le risultava insopportabile, ma anche perché Peter la scongelava parzialmente per abusare di lei. E' di nuovo Lotte a terminare il racconto: dice che Patricia è andata in America per raggiungere un suo coetaneo, anche lui ibernato. ITALIANO DELL'USO MEDIO Il racconto è costruito in forma di dialogo teatrale: tutti i personaggi possono quindi esprimersi in prima persona. Questa caratteristica non solo aiuta a dare realismo ad un racconto inverosimile, ma esalta anche la differenza e l'incomunicabilità dei punti di vista tra i personaggi. (Lotte è gelosa di Patricia, tutti i personaggi sono attratti dalla ragazza ibernata come se fosse un curioso animale da esibizione, e a sua volta Patricia usa Baldur solamente per raggiungere i suoi scopi). La prosa è lineare, domina la paratassi: i periodi sono spesso coordinati dalla congiunzione "e", da virgole o da punti; in tutta la prima battuta di Lotte (pg. 85 edizione "Tutti i racconti" di Einaudi) non troviamo nemmeno una subordinata. In più punti del testo si trova il "che" aferetico: sempre nella prima battuta di Lotte ("Non che io sia una donna schiva e selvatica:"), a pg. 89 (ed. "Tutti i racconti" Einaudi) nella battuta di Robert ("Non che io diffidi dei chimici"). Entrambi i che hanno valore causale (perché). Sono presenti anche alcune dislocazioni: a pg. 88 nella prima battuta di Peter ("Ce l'ho qui in tasca, il manuale:"). In questo caso troviamo sia una dislocazione a destra che un'attualizzazione del Racconto: La trama di questo racconto ruota intorno a un tema che da scienziato lo aveva molto appassionato per le conseguenze, biomediche che comportava: l’ibernazione di un essere umano. Non iniziare a parlare della vita ma del racconto, poi della vita etc… Trattamento di quiescenza registrazione Riassunto: Lessico regionale = termine tipico del dialetto napoletano Personaggio schiavo della tecnologia= non dice no. Anche in questo caso porta a esempio un uomo schiavo della tecnologia Quiescienza “sospensione dal lavoro”= sospende la sua vita . Levi: Nella copertina scrive anche un'altra cosa: “Ho scritto per lo piu di getto, =italiano dell’uso medio (no sciatteria! Ma un italiano piu semplice e lineare, con forme paratattiche), è stato scritto di getto per quanto riguarda il contenuto, l’intuizione anche di getto , che fa scaturire il racconto, l’idea iniziale , parlando di lingua è. Interessante che levi gioca con il lessico, ci sono tanti neologismi, a volte che si appoggia alle sue conoscenze delle lingue classiche, altre volt sono pur fantasia come il versificatore o torec, inventa dei neologismi che poi sono il nome commerciale dell’ apparecchio, mimete, versamina= che in alcuni casi ricalca termini scientifici . cercando di dare una forma narrativa “Non c’e differenza nel costruire una macchina/apparecchio da laboratorio e un racconto”= ci vuole simmetria, idoneità allo scopo, avere chiaro in mente che cosa si vuole raccontare (la scaletta) cosa raccontare. “Bisogna togliere il superfluo”= ovvero le ridondanze che non servono, bisogna che non manchi l’indispensabile e che alla fine tutto funzioni, (come in una macchina anche nel racconto). “Scrivere è un modo per mettere ordine”= levi fu chimico,scrittore,testimone e dobbiamo partire da questo triplice carattere, se ne dimentichiamo uno non stiamo dando l’idea precisa di chi è stato levi “L’esperienza del lager gli ha armato la penna”!! Questa esperienza lo ha spinto a scrivere per dimenticare (cit calvino) = è diventato uno strumento potentissimo. Strumento che gli permette di testimoniare cio che ha dentro di se , lui che si interroga di fronte al cambiamento scienza e vuole che anche il suo lettore si interroghi. Romanzo di levi “la chiave a stella” poco conosciuto= personaggio principale faussone= è un operaio specializzato che viaggia per il mondo, il narratore coinvolto nella vicenda è levi = questo romanzo = è un romanzo in cui levi ragiona di piu sull’utilizzo della lingua e fa dire tante cose a Faussone che difficilmente direbbe= es. che bisogna raccontare le. Cose in maniera che si capiscano. “Le racconto il fatto, come lo so raccontare io lei poi se proprio lo vuole raccontare lo rettifica..e ci lavora sopra” =quello che tutti gli scrittori fanno . La storia cosi come è va sistemata , bisogna togliere le sbavature e far si che le finiture siano precise e ci si metta un BOMBé = abbellimento finale= dato anche con aggettivazione , scelte lessicali, numero alto di figure retoriche,metafore, similitudini. La linearità è data dalla predilezione per la paratassi. Molte ripetizioni =che danno musicalità al testo, immediata nella poesia ma nn ne testo in prosa . Anafora in pieno impiego “una a… una a…” “senza… senza..” Epifore e anafore “sono belli… e sono quelli..” in la misura della bellezza Presenza di elenchi e enumerazione Lingua lineare e non trascurata Parole silenziose,orribile affascinante = ossimori,chiasmi… Similitudini ovunque Linguaggio tecnico scientifico presente Presenza di frasi scisse Termini vicino al parlato Polisemia del verbo fare= significato che vanno oltre Qui e li Il racconto da noi analizzato è “Trattamento di quiescenza”, ultimo racconto che chiude la raccolta Storie Naturali. Il protagonista, che è l’io narrante, la cui identità è a noi sconosciuta, è un fedele cliente del signor Simpson. Si recò alla Fiera milanese in cui incontrò allo stand della Natca proprio il signor Simpson, prossimo alla pensione. A quanto pare ci andava anticipatamente con il consenso della Direzione e un regalo per chiudere in bellezza, ovviamente si trattava di un nuovo marchingegno firmato NATCA, un Torec (Total Record). L'anziano signore non perse tempo ed invitò il suo confidenziale cliente nel suo ufficio a provarlo tramite delle esperienze. Inizialmente l'uomo sembra perplesso poiché pensa che il governo non lascerà circolare un aggeggio che porti le persone al disinteresse totale per la loro vita, ma il rappresentante della NATCA spiega prontamente che l'idea è quella di farlo entrare nel commercio di invalidi e anziani, coloro che, date le precarie condizioni di salute, non hanno più tante occasioni di provare sensazioni del genere, oltretutto ciò che si vive col Torec è sempre nuovo, nonostante la memoria del paziente ricorda l'esperienza vissuta con l'apparecchio, questa si può rivivere infinite volte senza che appaia già vissuta o noiosa. Tuttavia, nonostante il pensiero contrastante del protagonista, Simpson si abbandona alle sensazioni che gli fa provare la macchina usandola ormai in modo ossessivo considerando la propria vita insoddisfacente e noiosa. Descrizione della macchina Il Torec è un registratore totale. Si fonda sull'Andrac con una comunicazione diretta fra i circuiti nervosi ed i circuiti elettronici a seguito di un intervento chirurgico. Differentemente però la trasmissione delle sensazioni registrate sui nastri avviene attraverso elettroidi cutanei, senza che occorra alcuna operazione preparativa. Vengono fatte delle registrazioni, tramite un casco, il quale permette di immagazzinare tutte le sensazioni della persona che indossa l'apparecchio: dalle più comuni come quelle della vista, del gusto, dell'olfatto, del tatto e dell'udito, a quelle più difficili da riprodurre come il sudore sulla pelle, la sete, i ricordi, il battito del cuore, l'adrenalina nelle vene e il caldo del sole; senza tralasciare tutti i sentimenti di odio, amore , simpatia, antipatia e consapevolezza (anche quella di avere in dosso un casco che sta registrando). I nastri delle registrazioni vengono poi divisi per colore in base al contenuto ed alle sensazioni che provocano (bianco = arte e natura ; rosso = potenza; verde = incontri; grigio = risoluzione del dolore; blu = Super Io; giallo = esperienze mistiche e religiose; nero = effetti speciali) Le esperienze vissute dal protagonista sono 5: un giocatore del Milano che segna un goal; un Wop che prende parte ad una rissa; un incontro con Corrada Colli, in si verifica un errore a causa di Simpson che inserisce il nastro sbagliato; più esperienze relative alla sete; esperienza dell’aquila. Apparentemente, il testo tende all’ironico, al fantastico ma, con un’attenta lettura, si intuisce che l’ironico ed il fantastico si distaccano dalla connotazione comunemente conosciuta: si tratta, infatti, di un ironico amaro ed un fantastico tendente al surreale. Già dal titolo si può intuire la natura del testo poiché possiamo trovare un duplice, se non triplice, significato: Quiescenza può far riferimento alla pensione e liquidazione; sospensione dell’attività campo giuridico. in botanica, quiescenza significa sospensione delle attività vitali. è ciò che accade alla vita del protagonista durante l’uso della macchina. La macchina, oggetto che non manca mai nella raccolta in quanto prossima dominatrice dei secoli. La macchina nella sua imperfezione, riesce a sopraffare l’uomo, che ne diventerà dipendente Il protagonista lo intuisce e lo anticipa “Mi pare, - risposi, - che questo Torec sia uno strumento definitivo. Uno strumento di sovversione, voglio dire: nessun'altra macchina della NATCA, anzi, nessuna macchina che mai sia stata inventata, racchiude in sé altrettanta minaccia per le nostre abitudini e per il nostro assetto sociale. Scoraggerà ogni iniziativa, anzi, ogni attività umana” Levi cerca di uscire dal male che egli ha conosciuto proiettandosi nel futuro, ma ciò vede è un futuro distorto che vince la mente umana. sovietica stanno raggiungendo il limite dei loro scontri= gg fredda, intellettuale è disorientato e montale non vuole schierarsi in nessuno dei due poli.  È un momento storico in cui si trova che emerge subito.  I due colori rosso e nero =indica i due poli  Vv. 15 = la” sardana”= è una sorta di danza di origini spagnole catalane, non ha nulla di festoso, ma si tratta di un espressione per intendere la condizione della gg= “si farà infernale”= situazione drammatica spaventosa.  Lui non schiera si vuole allontanare da ogni ideologia= e vuole cercare di descriverci come lui ha deciso di non schierarsi perché in realtà non aveva altra scelta, era l’unico modo per lui per affrontare la situazione andando a cercare un senso generale di tt altrove= vuole descriverci questa sua posizione, volontà di non schierarsi, la sua scelta  Altra immagine importante = gli oggetti e la considerazione che M. Ha di loro= sono oggetti della quotidianità che per noi apparentemente possono non avere significato, ma in realtà nascondono significati ampi = in particolare vv 13 “conserva nella cipria dello specchietto”= oggetto comune che in realtà simboleggia la speranza “nel momento in cui la gg scoppierà, (lui teme questo scoppio imminente ( prendete questa speranza cipria) e conservatela anche quando l ‘ apocalisse avverrà (la speranza si spegnerà) e la cipria che assume questo ampio significato in poesia diventa il correlativo oggettivo = tipico della poesia di montale.  Questi oggetti diventano una sorta di amuleto per il forte significato che hanno  Vv 4 “ vetro calpestato” = meriggiare pallido assorto di ossi di seppia = li presenta i cocci aguzzi della sua Liguria= non a caso riprende questo elemento= viene paragonato al suo pensiero = immagine forte= la ragione simile a un vetro calpestato, che evoca immagini forti e in modo puntuale stimola altri pian e altri sensi ( udito, tatto) = sono tutti sostantivi e immagini accostati per determinati motivi non a caso!  Un'altra immagine che emerge è quella della luce che ci viene presentata sin da subito come un lume = “la calotta”= indic la grotta/la testa col pensiero, c’è una luce che balugina”= che è sottile, fioca lucina= la luce in senso lato è la ragione e questa sua luce nel vv 5 viene di. Officina, chiesa = indica i due diversi patiti schieramenti= viene ripresa l’idea del lume, luci traballanti effimeri, nelle chiese, instabili= lui vuole lasciarci l’idea traballante della luce, non è la luce abbagliante del sole ma l’unica piccola fioca possibilità d avere luce con lumi di chiesa.  Idea di luce ripresa al vv 11 “di una speranza che bruci piu lenta” = il verbo bruciare ci rimanda a fuoco “speranza che brucia piu lenta all’interno di un focolare” lentamente= idea di un fuco lento a bruciare, no fiamma viva e alta ma fiamma fragile ancora una volta che si esaurisce,  Vv 10-11 importanti= “di una fede che si è combattuta e di una fede..”= vi è un anafora, ripetizione posta all’inizio= ci dice che la parte ripetuta indica di concentrarci sulle parole dopo “fede e “speranza” che brucio piu lenta e che vuole resistere , che lui ci invita a conservare e prendercene cura, unico appiglio che possiamo avere .  Al vv dopo “la lampada si spegne”= quando il conflitto scoppia, ci rimanda a un momento di oscurità, buio notte.  Vv 23-24 “ma una storia non dura nella cenere”= indica il fuoco che si è bruciato, spento  Dice che la vita umana dovrebbe sopravvivere fino in fondo , dobbiamo cercare di non arrivare all’estinzione, ma sopravvivere fino in fondo per andare avanti.  Infine il componimento non a caso si chiude con l’idea di luce, si chiude con la parola “fiammifero”= il modo piu rapido che abbiamo per fare luce, lui dice che questo eterno bagliore strofinato laggiù non era quello di un fiammifero “ognuno riconosce i suoi”= ovvero i suoi simili= lui qua da la sua spiegazione di non essere un vile per non essersi schierato, ma lui sta cercando di resistere ma il mio personale modo è quello di non schierarmi altrimenti non posso avere quella speranza e sopravvivenza che prima diceva0 questa è l’eredità del testamento ce vuole lasciarci.  Un altro tema importante è quello di Clizia  È una donna angelo, divinizzata, non da immaginare in carne ossa ma come ad esempio dante descrive beatrice= idea di classicità  Dall’iride vv 8 = deduciamo clizia= l’iride è un arcobaleno, insieme di tutti i color, è il tu di clizia a cui fa riferimento= un sorta di SENAL In questo componimento non ci sono schemi di rime, individuare alcune figure retoriche da sola.. Per concludere su montale : Opere principali per avere un ossatura principale della sua poetica 1. Ossi di seppia, 1925 = parla della sua patria, Liguria, amatissima regione, abbiamo tanta concretezza, tanti elementi della vita quotidiana rimessi all’interno del linguaggio poetico, all’interno della raccolta emerge un alto elemento del sentimento “male di vivere” = che si evince dalla speranza che nasce lenta, fiammifero..ci sono ancora della tracce nonostante ci troviamo 20 anni dopo 2. Le occasioni, 1939 = si concentra sulla poetica degli oggetti, emerge esplicitamente la figura femminile, Portata all’estremo e sviluppata in modo più esaustivo nella 3. bufera e altro, tema della donna angelo e una maturazione stilistica, perfezione stilistica, M. Cerca di tendere al sublime. 4. Satura 1971 = indica uno stacco, siamo ne 71, percepiva che il linguaggio poetico era arrivato a una sorta di saturazione= il linguaggio poetico non era piu sufficiente per esprimere la poesia, prende distanza da ciò che gli sta intorno e raccogli i componimenti all’interno della raccolta (secondo un critico montale voleva rispondere a questa saturazione della poesia trovando nella poesia stessa la propria materia per continuare a comporre però non voleva rinunciare alla ragione allo stesso tempo, anzi la sua poesia nasce al cozzo della ragione con qualcosa che non è ragione per lui) 5. Diario del ’71-’72 ( uscito nel 1973)= ultime produzioni letterarie. …. Sentimento per la poesia e situazione che matura e sviluppa piano piano . Andrea Zanzotto  Nasce il 10/10/ 1921 in piccolo paese in provincia di Treviso  Da privatista= laurea in lettere con una tesi sull’opera di Grazia Deledda  Viene riconosciuto il suo talento, stile subito dai maggiori poeti contemporanei fine anni ’40 da poeti come Montale, Quasimodo, Ungaretti La sua prima raccolta esce nel 1951 “dietro il paesaggio” ; Z. Non tratta solo di poesia, collabora con cinema e sceneggiature di alcuni film di Fellini È anche traduttore, la sua attività di traduttore lo aiuterà molto nella sua formazione poetica; All’interno della sua poetica si può riconoscere dagli autori che ha tradotto . Si occupa di prosa “sull’altopiano racconti e prose “ Muore nel 2011. Capisaldi della sua poetica: - La lingua, linguaggio= lui ama sperimentare con la lingua, e ama ricercare il limite della sua lingua e cerca di spaziare attraverso qualsiasi combinazione linguistica, accostamenti di termini che vengono dalla classicità=Tradizione Latina, greca o neologismi uniti per creare un linguaggio nuovo= dalla tradizione all’innovazione= un scoperta. - Lui cerca di rifugiarsi nella lingua= qualcosa in cui trovare protezione, vuole cercare di arrivare a dire ciò che anche non si può dire (sperimentando) - Il suo stile sfocia anche nella sperimentazione della lingua del dialetto= vi è un intera raccolta dedicata a dialetti trevigiano= la sua sperimentazione non ha confini - Giochi di accostamenti di suoni, rime, assonanze ricercate e ponderate all’interno della sua poesia. - Il paesaggio altro elemento importante= è un paesaggio fisico, naturale che ha caratterizzato la sua vita e che assume anche significato astratto. Paesaggio della psiche della mente, quello piu fragile e devastato= che gli appartiene nel momenti storici he ci descrive della su vita . - Il paesaggio è protagonista di tanti suoi componimenti “dietro il paesaggio” nome della prima raccolta Produzione letteraria : (leggere qualcosa per capire) 1. Dietro il paesaggio, 1951= poesie che scrive durante il periodo della 2 gg mondiale= non parlano direttamente della guerra perché come lui dice “io volevo solo parlare di paesaggi, ritornare a una natura in cui  “Piazza”= luogo dove ci si incontra” “Italia”=per episodi di Italia ,vera  Si percepiscono i cambiamenti che la società italiana sta vivendo  Esistono i cosiddetti anni di piombo in mezzo al racconto La prima raccolta di racconti “il gioco del rovescio” del 1981  Raccolta interessante,intrigante  Nella produzione di Tabucchi si altera una scrittura di romanzi e di racconti= (es. levi= solo racconti, Buzzati racconti preferisce, levi e buzzati se scrivono romanzi sono brevi!)= Tabucchi riesce a portare avanti due strategie di scrittura in modo parallelo 1983, “donna di porto Pim e altre storie” raccolta di racconti 1984 “notturno indiano” romanzo breve, (film) la cui storia viene richiamata in “piccoli equivoci senza importanza” 1985, esce “piccoli equivoci senza importanza” 1987 “i volatili del beato angelico” racconti surreali, inventa storie 1991 “l’angelo nero” Caratteristiche delle sue opere:  Si tratta di testi (tutti) che hanno a che fare meno con la storia come in Piazza Italia, ma testi piu auto riflessivi dove il narratore riflette su se stesso, sulla condizione umana e la sua (autore)  Include anche noi lettori = attraverso i giochi meta narrativi= la letteratura che parla di letteratura, è quella scrittura che si contamina con altre opere scritte e fa all’interno delle citazioni che il lettore coglie solo se ha letto molto e conosce molte cose, diversamente passano inosservate; metanarrazione= ragionare sulla letteratura citandola, il lettore coglie bene se non coglie passa inosservato. =in Tabucchi  La presenza dei rebus= cioe come finirà quella cosa, come finirà, l’enigma, perché per Tabucchi la vita è un enigma e difficilmente si puo scoprire atto, anzi quasi mai, quello che c’è al di la  Il suo è un universo dove c’è il molteplice e l’inafferrabile= una quantità/molteplicità di elementi, cose che avvengono ma inafferrabili, cioè è difficile entrare in quel mondo  Tematica del sogno= l’elemento onirico è presente, il sogno che va a pari passo con la memoria, con il passato =“Sogni di sogni” raccolta del 1992= breve, sogni sognati da personaggi illustri  1920 esce un romanzo i media lunghezza= “requiem. Un’allucinazione” Libro interessante perché è pieno di fantasmi= o meglio ombre del passato (Il fantasma suggerisce l’idea di un entità proveniente dagli inferi che provoca paura, vedi romanzi di Poe):  Il protagonista è a Lisbona e incontra una serie di persone che appartengono alla sua vita,  parla del rapporto con suo padre (passato nell altra vita)tabucchi crede in qualcosa che continua che non finisce qua la vita  Tabucchi è stato traduttore di uno dei piu antichi poeti portoghesi “pessoa”  Il poeta Pessoa= amatissimo, uno dei piu conosciuti poeti portoghesi, che lui ha tradotto;  È possibile seguire il discorso del narratore e trovarsi negli stessi posti dove lui è andato! Seguendo il libro requiem= è addirittura una guida per girare la città. Questo libro è stato scritto in portoghese e poi tradotto in italiano= lui era perfettamente bilingue, probabilmente l’ha tradotto la moglie  1994, esce romanzo piu famoso che lo consacra come scrittore pienamente 900tesco “ sostiene pereira” =Grande interesse per la storia= in Portogallo, vista dal signor Pereira, un giornalista,intellettuale, uomo profondo pieno di dubbi dovuti dalle sue letture, è combattuto tra la funzione di giornalista che raconta la storia e dall’altro lato con la funzione che deve avere la letteratura= si scontra con la realtà; lui è un intellettuale in crisi che perde le certezze che pensava di avere  Molti pensano che con quest opera si può concludere una prima fase di produzione di Tabucchi= sono questi li scritti migliori e piu conosciuti di Tabucchi Momento di passaggio avviene nel 1997 “la testa perduta di damasceno monteiro”? = una sorta di poliziesco , è un giallo , non si riesce a capire il colpevole, non viene punito, la domanda che porta avanti il romanzo è “che cos’è la giustizia? Esiste la giustizia?”  Tabucchi ragiona sul passaggio del tempo che fugge inesorabile , nel 2001 con romanzo “si sta facendo sempre piu tardi” in forma epistolare , 17 personaggi maschili, che scrivono con rimpianto, tristezza di altrettante figure femminili.  2003 “autobiografia altrui”= libro stranissimo, metanarrazione perché in questo libro (ne raccolta di racconti ne romanzo)= Tabucchi parla di se attraverso la scrittura di altri romanzi. = si riscrive, si rivede e si commenta. ”altrui” in realtà è la sua autobiografia.  Fase in cui scrive per giornali  2004,”tristano muore”romanzo allucinato copie umane, Tristano che è paralizzato in un letto racconta la sua storia di scrittore.  2009, “il tempo invecchia in fretta”= titolo suggestivo, è il tempo che invecchia non noi, tema del sogno, presenza di ombre del passato, persone che non ci sono più = raccolta di racconti  2011 “ombre con figure” ultimo libro Critici su tabucchi: Barbery Squarotti parla di tabucchi = scrittura di tabucchi= lucida e poco ironica= cioè è una scrittura del italiano dell uso medio, lucidità data dalla scorrevolezza; ma anche ironica, ma non è ironica la sua scrittura la è piu quella di levi, S. Si riferisce all’ironia della sorte (si pensi le cose vadano in un modo piuttosto che in un altro, come in rebus) si citano personaggi e vicende ambigue, parlare di contradittorietà e ambiguità è doveroso in lui= i personaggi di Tabucchi hanno tante facce, è difficile risolvere l’equivoco date le tante facce. Riassunto di Squarotti= Scrittura tersa,lineare, personaggi e fatti narrati=ambigui,contraddittori dove si tenta di risolvere equivoci ma irresolvibili.. Ferroni scrive= evidenzia il successo di pubblico , ha venduto un numero spropositato di copie, anche grazie alla pubblicazione del film; Grande presenza culturale di T.= scrive per i giornali, si fa conoscere, leggibilità Remo ceserani= pone l’accento sule sue operazioni raffinate di intertestualità, sia delle costruzioni narrative che mettono in scena il dubbio di ciò che avviene in noi e nel mondo , la difficoltà di poter conoscere e interpretare il mondo in cui viviamo. 2 costanti della sua opera: - La presenza della Storia= a volte camuffata - La presenza della letteratura= attraverso intertestualità, storia di gente comune =fatti secondari della storia - La frammentazione dell’individuo= tante sfaccettature, si scontra con la realtà che è monolitica (come dice tabucchi) individuo che si confronta con le sue ossessioni,paura e fallimenti e per fortuna anche con i suoi sogni= elemento centrale che si presenza continuamente. - Presenza massiccia dei misteri, rebus, dubbio ,realtà che è sfuggente= tutto ciò immerso in ambenti reali, (es. requiem ambientato a Lisbona, Azzorre..reali, es. il primo racconto eponimo è ambientato in tribunale=reale.) = in questo modo si può regolare la simmetria delle pietre con la decifrazione nel mondo= ma non si può! Il tentativo di decifrare il mondo rimane senza scansione e senza misura= (una poesia= concentra tutto che risulta difficile rispetto alla prosa) - qui è simile, tempo passato che invecchia in fretta,si sta facendo sempre piu tardi= un mondo senza scansione e senza misura= tutta questa mia fatica rimane velleità, sospeso. “Anywhere out of the world” Nel peritesto afferma che noi abbiamo un potere enorme. - Esempio della meta letteratura,citazionismo,meta narrativa= con questo si apre il racconto - La citazione= Lo coglie chi conosce , se no passa inosservato - Memoria del passato risvegliata da una frase del passato “any where out of the world” - La gente frettolosa, in una piazza, il protagonista passeggia e si chiede come mai si trovi in quel luogo - È un racconto avvincente, è un mistero per noi lettori he ci chiediamo cosa nasconda questo uomo “ho forse un volto colpevole?”= il mistero si infittisce! Le parole anziché chiarire aumentano i dubbi; - Pagine di climax, crescendo, creato prima con il furioso battere del cuore poi impressione che il mondo attorno sia scomparso e poi all’improvviso il cuore comincia a battere come quasi in gola= - Infine si arriva a una conclusione= “tu non sei nervoso sei perfettamente calmo, è il giornale di oggi che tu oggi stai leggendo “any where out of the world” questo non è un annuncio ma una frase clandestina (…) ma tu no n hai bisogno di sapere altro(…)” - Piano piano Tabucchi ci sta portando a conoscere qualcosa, è un grandissimo enigma, noi sappiamo solamente che sul giornale di quel giorno c’è una frase ma non sappiamo il significato. Con essa eco la data 22 settembre ritorna il tema del passato, un passato sepolto ,ci viene raccontato, da 4 anni, del quale il protagonista credeva di essersi sbarazzato ma in realtà non se n’era sbarazzato affatto. - La memoria comincia a sgocciolare= ti inzuppa e ti trasporta con se= paragona la memoria a una goccia che comincia piano piano e da un niente ti inzuppa - Compare il passato della città dove sta camminando= velieri pronti a partire per la sponda opposta, edifici… e insieme a ciò partono tutte le domande del protagonista, “nessuno sa che sono qui” = passato memoria, presente e passato, memoria e presente di nuovo. - Finalmente si score qualcosa= la memoria, i suoi ricordi aiutano noi lettori ad avere un indizio serio, a una camera con Isabel= personaggio femminile che incontriamo in tantissime narrazioni. - La frase ricorrente doveva essere il segnale per ritrovarsi= il suono dell’orologio, attuale interrompe il ricordo (batte la stessa ora di 4 anno fa) il presene viene dato non solo dall’orologio ma anche dal piatto che consuma nel ristorante indiano, L’india che ritorna. - Momento terribile per il protagonista, mentre consuma il suo pasto si sente quasi mancare perche gli dic che il giornale l’hanno portato per lui, solo lui legge quel giornale del ristorante - Quella storia di sotterfugi e imbrogli - La vita non si misura con un metro etico= giustificazione del loro amore clandestino, che nessuno doveva sapere - Non è un caso che sul giornale c’è quella scritta, compone il numero del telefono che c’è , pensando che non risponderà nessuno ma in realtà c’è qualcuno che ascolta la presenza del suo silenzio= non è da solo nel suo silenzio ma è in compagnia= forse deduciamo che è lei che non c’è piu è morta= siamo liberi di interpretare - C’è circolarità= il racconto si chiude con la presenza del battello= immagine dell’acqua che scorre= la vita che va - Libro interessante= si vuole capire cosa c’è dietro - In qualsiasi parte del mondo posso trovare il modo per riuscire ad agganciare la realtà. Rintracciare. 20/12 GLI INCANTI ANTONIO TABUCCHI - Piccoli equivoci senza importanza Temi:  Il primo tema che si può riconoscere in questo racconto è sicuramente quello del ricordo: la stessa parola ricordo, infatti, appare fin da subito. Verso la fine del primo paragrafo, nella primissima pagina di questo racconto, si ha la seguente frase: “Mi mandava la raffigurazione dei suoi piedi per venire incontro al mio ricordo” (p.51). Si tratta quindi di un tema fondamentale e contribuisce in particolar modo alla struttura ciclica del racconto: questo, infatti, si apre con l’evocazione di un ricordo, aiutato dalla raffigurazione dei piedi del padre, e si chiude con la rivelazione della morte del padre e quindi di un mancato aiuto per venire incontro al ricordo.  Direttamente collegato al ricordo troviamo un secondo tema: la nostalgia. In generale, la malinconia legata ad un passato lontano ed irrecuperabile è un tema fondamentale nelle opere di Tabucchi. I riferimenti a questo tema sono molti e frequenti, specialmente quando il protagonista ricorda i bei tempi passati, le estati precedenti passate tra giochi e divertimenti, e questa gioia che permea i ricordi del passato si contrappone con i grigiore di un presente molto diverso. A questo proposito, possiamo fare una citazione che esprime perfettamente questo concetto: “Le nostre fughe nella pineta, le scorribande fra i cespugli, il mare che si scorgeva dalle dune: tutto finito, lo sentivo” (p.53). La nostalgia che prova il protagonista non è legata solamente a ricordi di grandi giochi, estati divertenti, ma è anche legata ai personaggi che lo circondano: ricorda infatti con malinconia una zia felice, a p.55 la descrive come una “donna spiritosa e vitale (...) con gli occhi che le brillavano” (p.55), una descrizione opposta a com’è la zia Ester nel presente, una donna che “aveva sempre gli occhi lustri e un’aria vagamente assente”.  Un altro tema di rilievo quando si parla di una qualsiasi opera di Tabucchi, e che quindi appare anche in questo racconto, è la difficoltà di distinguere verità e menzogna; l’intero racconto si fonda sulla ricerca della verità ed il lettore è più confuso che mai tra le forti accuse di Clelia, i fatti che vengono presentati ed i pensieri di un ragazzino che non capisce metà di quello che sta accadendo. racconti si fa riferimento ad equivoci, malintesi ed errori resi metafora del mondo e per i qualii protagonisti spesso pagano un caro prezzo; “piccoli” è solo un eufemismo.  Tabucchi passa con grande abilità dal raccontare elementi intellettuali a drammi familiari, con finali vaghi e sospesi che lasciano tutto all’immaginazione ma che ruotano attorno a due temi principali: memoria e tempo.   I personaggi protagonisti dei racconti sono personaggi alle volte persi, alla ricerca di loro stessi, che si devono confrontare con le loro ambizioni e sogni del passato, ma anche con angosce e paure. Potremmo quasi dire che raramente i protagonisti di Tabucchi prendono decisioni, piuttosto si lasciano guidare dagli eventi. Ciò si traduce in azioni mancate e occasioni perse, alle quali si ripensa con malinconia e rimpianto.  Leggendo la raccolta è chiara l’opera di demistificazione svolta da Tabucchi, che induce a riflettere sull’ironia della vita.    Anche nel racconto che analizzeremo oggi, gli incanti, ritroviamo questi elementi:  la storia è narrata dal punto di vista di un bambino in vacanza al mare dalla zia Ester e della cugina Clelia. Se però in passato questi soggiorni erano felici ed allegri, questa volta si respira un clima di tensione.  L’estate è caratterizzata dalle ossessive fantasie della cugina, che vuole organizzare una serie di “incanti” ai danni del patrigno, Tullio, l’unico personaggio a non essere coinvolto direttamente nell’atmosfera oscura della casa.   Caso vuole che questi “incanti,” ogni volta che vengono messi in atto, coincidano con una sventura che colpisce un abitante diverso della casa. Prima sarà la cameriera, poi il gattino, poi la zia nel momento in cui “l’incanto finale” dovrebbe essere messo in atto.  Vi è un rimando al mondo delle fiabe a partire dal titolo, ma anche in altri termini ed espressioni utilizzate nel corso del racconto. Ciò è reso ancora più credibile poiché sappiamo che il narratore è un bambino.  Il lettore viene trasportato in questa atmosfera sospesa e misteriosa, e la narrazione ci porta ad abbracciare naturalmente la prospettiva della piccola Clelia. In realtà è un racconto che gioca molto sul “non detto” e sulla sospensione degli attimi.  Anche il narratore è frastornato: il piccolo protagonista è diviso tra l’ammirazione per la cugina e le sue pratiche “magiche” e il desiderio di un’estate piena di sole e serena, magari anche con al fianco il padre che però non arriverà mai.  La realtà appare rovesciata (rimando a verga, straniamento rovesciato): ciò che è normale, le azioni della quotidianità vengono viste come “strane” da parte di alcuni personaggi.  Il finale lascia l’amaro in bocca, è quasi insoddisfacente: forse perché il climax degli eventi raccontati dal punto di vista di un bambino ha un peso diverso rispetto descrizioni di personaggi adulti. Ancora una volta, Tabucchi lascia la possibilità di immaginare ciò che si vuole, quasi come se incaricasse il lettore di dare un seguito alla storia nella sua mente. Presentazione Racconti d'atmosfera e un po' stregoneschi, quali "Stanze" e "Gli incanti", sono permeati di influssi velenosi. "Gli incanti" diffonde la pietà su una storia di possessione diabolica che potrebbe anche essere tutta inventata da una micidiale ragazzina nevrotica; questo è probabilmente il racconto più ambizioso e il più contortamente ispirato a Henry James. Analisi Il testo viene narrato dal punto di vista dell’IO narrante, che è un bambino. La visione che il lettore ha della storia viene perciò molto filtrata da questo aspetto fondamentale: vediamo la situazione ed il mondo che ci viene raccontato con gli occhi di un bambino. A causa di ciò, durante tutto il corso della storia, noi lettori non possiamo fidarci ciecamente di ciò che ci viene raccontato; le speculazioni fatte potrebbero essere frutto della fantasia fervida tipica dell’infanzia, oppure essere storpiature di eventi realmente accaduti. Altro aspetto fondamentale è che non ci viene mai rivelata la “verità”, oppure il “fatto” che, in più di un’occasione, vengono menzionati. La nostra opinione sull’argomento tende perciò a simpatizzare con Clelia, ma solo perché, subconsciamente, noi ci facciamo attrarre dalle supposizioni come succede al protagonista, arrivando a diffidare di qualsiasi cosa. Tutto questo “processo ipnotico” viene messo in pratica, oltre che grazie alla narrazione, grazie al linguaggio: - Per quanto riguarda la struttura della frase, si tratta di una struttura particolare. La frase in sé non riporta grandi difficoltà di lettura, ma è spesso molto ricca di coordinate che offrono dettagli più specifici alla narrazione. Infatti in alcuni casi risulta difficile seguire la narrazione e si ha la necessità di leggere più lentamente, oppure di rileggere alcuni passaggi particolarmente insidiosi per stare al passo. - Sempre a questo proposito, la narrazione è resa ancora più complessa dall’assenza di una struttura dialogica chiara. Sembra quasi di essere nella mente del bambino, vittime di questo flusso di pensieri continuo che ci trascina tra un fatto e l’altro. - Il tempo verbale che viene più largamente utilizzato è l’imperfetto, ossia il tempo del racconto. Chiaramente nei dialoghi viene utilizzato il presente, nonostante la struttura particolare che viene impiegata. Viene anche utilizzato il passato remoto per indicare avvenimenti iniziati e conclusi nel passato della narrazione, come l’incidente di Flora. - L’incipit del racconto è molto particolare; oltre al fatto di essere di fronte ad un dialogo che non viene segnalato, l’uso del “per esempio” come incipit ci catapulta direttamente in mezzo alla narrazione (in media res, strategia narrativa tipica del Novecento). La presentazione della situazione e dei personaggi che appaiono ci viene infatti data, in modo velato, nei paragrafi successivi. Non c’è una vera e propria parte di presentazione, avviene tutto grazie alle rievocazioni che il protagonista fa delle estati precedenti. “Per esempio” potrebbe inoltre rappresentare una formula di ingresso per attirare l’attenzione del lettore. - Un altro elemento che ha attirato la mia attenzione, ma del quale mi sono resa conto solo durante la rilettura, è la scelta del personaggio che Clelia paragona a suo padre: si tratta infatti di Costantino Dragazete. La definizione che ne dà, se andata poi paragonata alla presunta “fine” del padre di Clelia, li unisce. Sia suo padre che Costantino sono stati traditi (il padre dal nuovo compagno della mamma) e sono morti in solitudine (lontano, in prigionia, durante la Guerra). - Il termine “sentito” viene messo in corsivo probabilmente per enfatizzare la parola e portare il discorso sul piano dei sentimenti più profondi. Questa però non è l’unica parola per cui Tabucchi utilizza il corsivo. Durante il corso della storia, si trovano altri elementi sottolineati, che permettono al lettore di concentrarsi sui concetti più “importanti” e, a mio parere, quasi di cercare il loro significato all’interno della narrazione. Sto parlando di espressioni come: qualcosa, sono, ci, questo, possessa, davvero... - Il romanzo che i bambini leggono, Il fantasma dell’opera, è un’altra chiave di lettura che ci aiuta ad entrare nell’universo del racconto. Tabucchi stesso infatti ci dice che questo racconto in particolare potrebbe essere letto da alcuni come una storia di fantasmi, inoltre il tema degli spiriti/avvenimenti soprannaturali ritorna spesso nella narrazione, aggiunto alla presenza di personaggi ormai scomparsi (i genitori). In più di un’occasione i bambini leggono libri legati gialli legati al mondo dei morti, inoltre ritorna spesso il tema del mistero e dei fantasmi veri e propri, come nel caso in cui le parole vengono definite “fantasmi delle cose” (pag. 48). - Il tipo di narrazione impiegato potrebbe essere definito una sorta di climax che nasce e si conclude più volte durante il racconto. Durante tutto il tempo di lettura siamo pervasi da questa angoscia di cercare di comprendere cosa sia realmente quel qualcosa, se ci sia veramente un elemento di cui avere paura, oppure se si tratta solo dell’immaginazione dei bambini. Noi, in quanto lettori, possiamo solo affidarci alle parole dell’autore, perciò non sappiamo se lo zio Tullio abbia o meno commesso il fatto. Inoltre, a questo proposito, siamo da un lato portati a simpatizzare con lui, grazie alla descrizione e al punto di vista del bambino, ma dall’altro lo temiamo, non ci fidiamo, perché siamo anche influenzati dalla visione di Clelia. Come per Anywhere out of the world, non capiamo alla perfezione cosa stia succedendo (anche se comunque andando avanti nella lettura abbiamo più informazioni), siamo in un qualche modo inizialmente tagliati fuori da ciò, per poi trasformarci quasi in una sorta di complici verso la fine. I vari climax si sviluppano anche nei momenti dei vari incidenti ai personaggi della storia, portando il lettore quasi a correre nella lettura pur di arrivare alla fine per comprendere cosa stia succedendo. - Tabucchi, per accentuare ancora di più questa sorta di atmosfera magica che aleggia nel racconto, inserisce termini legati al mondo della magia, sto parlando di: incanti, elisir, maleficio, stregare, bambole cattive e minacciose, vittime, ombra diabolica, riti voodoo in generale, recitazione di formule strane... - È già presente nella prima pagina l’uso della “E” ad inizio frase, che di per sé sarebbe errato. In letteratura, però, questo stratagemma viene utilizzato perché conferisce alla narrazione un senso di concatenazione. È necessario terminare la frase perché troppo lunga, ma così non si va a perdere il legame con essa. - Si nota inoltre l’utilizzo del “ma” ad inizio frase in più di un’occasione; a questo proposito, cito il dizionario Treccani: “Il ma può essere inoltre usato a inizio di frase con un valore parafrasabile all’incirca come «nonostante sia vero quanto detto (o presupposto) finora, più importante ancora è quello che segue ...». Lo si incontra nello scritto dopo una pausa forte (marcata da un punto o punto e virgola) o a inizio assoluto di testo, per segnare il passaggio ad altro argomento o per rinviare enfaticamente a un argomento noto; nel parlato lo si incontra all’inizio di battute Come ricompensa il Matagot donerà all’umano delle monete d’oro e tanta fortuna è andrà poi a cercare un altro umano che lo accolga. Ironico no? Considerando la mansione che Clelia creda abbia a che fare con Belzebù e che sia al suo servizio per preparare i suoi malefici. Non contenta, Melusina condannò il padre per le sofferenze arrecate alla famiglia mandandolo in esilio all'interno di una montagna. Rebus: RIASSUNTO  Rebus è il terzo racconto presente nella raccolta di racconti Piccoli equivoci senza importanza di Antonio Tabucchi, pubblicata nel 1985. Si tratta di un racconto che può essere ascritto alla corrente del postmodernismo, dalla trama estremamente complessa, basato su un intreccio che crea suspense e al tempo stesso lascia il lettore spiazzato e deluso nelle sue aspettative riguardo al finale. Come spiegato in un’intervista e ripetuto anche nella Nota introduttiva alla raccolta, l’autore trovò l’ispirazione per la stesura di questo racconto durante una conversazione con un anziano signore, avvenuta negli anni Sessanta in un bistrot di Parigi. In quell’occasione, Tabucchi aveva ascoltato una storia, a cui solo molti anni più tardi decise di dare una forma scritta. Poiché ormai conservava di quell'episodio solo un ricordo vago e imprecisato, lo scrittore si concentrò sull’unico dettaglio rimasto impresso nitidamente nella sua memoria, ovvero il nome della protagonista, Miriam. Luigi Surdich, professore di letteratura italiana presso l’università di Genova, nel suo articolo Antonio Tabucchi: storie, nomi, storie di nomi, osserva che molte volte l’idea di un racconto può prendere le mosse proprio grazie alla forza evocativa di un singolo nome .  La vicenda è ambientata in Francia, in parte nei sobborghi alla periferia di Parigi, in parte a Biarritz, una cittadina della costa nei pressi dei Pirenei.  Protagonista e narratore è un uomo che si fa chiamare il Marchese di Carabas, il quale riferisce l’intera storia in un bar ad un interlocutore muto, chiamato semplicemente «Monsieur» . Da questo racconto apprendiamo che, molti anni prima, in un ristorante, Il Marchese di Carabas aveva incontrato per caso Miriam, che si era presentata a lui come la Contessa du Terrail. In quell’occasione, la donna gli aveva fatto una spaventosa confessione, rivelandogli che qualcuno aveva intenzione di ucciderla.  Il Marchese era rimasto completamente spiazzato e confuso, ma al tempo stesso affascinato da quella misteriosa figura femminile, per la quale in seguito proverà un “sentimento nuovo e strano”. All’interno di questo primo ricordo, si interseca, secondo un procedimento a scatole cinesi, quello dell’amicizia del protagonista con un certo Albert, proprietario di un ristorante.  La passione di entrambi per le macchine d’epoca aveva spinto i due a collaborare allestendo insieme un’autofficina. Albert era riuscito addirittura a impossessarsi dell’auto con cui Proust aveva intrapreso un giro della Normandia, scortato dal suo autista Agostinelli.  Il protagonista riesce poi a mettersi nuovamente in contatto con Miriam e accetta di accompagnarla a Biarritz per partecipare ad una gara di rally con la sua auto d’epoca, una Bugatti Royale del ’27. Nel frattempo, la rete di misteri attorno alla donna si infittisce: il Conte du Terrail, suo marito, va a fare visita al Marchese e si dimostra disposto a pagargli un ingente assegno affinché non accompagni la donna a Biarritz. A questa insidiosa proposta, il protagonista oppone un fermo rifiuto, deciso ormai a intraprendere l’avventura del viaggio.  Il giorno della gara, tuttavia, un evento traumatico e inspiegabile lo sconvolge: qualcuno tenta di uccidere lui e Miriam durante la corsa, cercando uno scontro tra auto.  Durante il viaggio di ritorno il Marchese si accorge che l’icona dell’auto -un elefantino argentato- era stata manomessa. I sospetti del Marchese sul segreto della donna si infittiscono sempre di più. Questi sospetti erano già nati precedentemente: ogni volta che i due si recavano in un hotel, la Contessa du Terrail preferiva farsi riconoscere come la moglie del Marchese, dando l’idea di dover fuggire da qualcosa o qualcuno.  Nonostante le insistenti domande rivolte alla donna, ormai diventata sua amante, egli riceve in risposta soltanto preoccupanti silenzi. Ma i suoi sospetti crescono e convergono verso la figura del marito di lei. Quindi, trovata una pistola nella borsa di Miriam,dalla quale lei non si separava mai, il Marchese va alla ricerca del Conte (sulla via del ritorno dopo un viaggio) per affrontarlo definitivamente, ma il rivale sembra sparito nel nulla. Deluso per il mancato faccia a faccia, si reca sulla spiaggia dove si era dato appuntamento con Miriam e la attende a lungo, ma lei non arriva. E qui si chiude il racconto del narratore, lasciandoci senza la chiave risolutiva di questa storia ricca di colpi di scena. Qual era il segreto di Miriam? Da cosa fuggiva? Perché non si è presentata all’appuntamento finale? ANALISI DEL TESTO Il titolo introduce immediatamente il lettore nella dimensione di un enigma che deve essere risolto, di un messaggio criptato da decifrare. Nella narrativa e nel pensiero di Tabucchi, l’enigma da sbrogliare per eccellenza è la realtà. Un rebus è infatti un enigma che combina in sé due tipi differenti di segni, due codici che, uniti tra loro, permettono al lettore di decifrare un messaggio di senso compiuto. La presenza di «vuoti tra le cose» impedisce di mettere in connessione tra di loro e di conseguenza gli eventi restano sospesi e fluttuanti. Infatti il rebus si completa attraverso le immagini e Tabucchi individua nell’immaginazione dei sogni i nessi necessari a riempire i vuoti che nella vita reale resterebbero insoluti. L’altra tematica del sogno si ripresenta con un andamento circolare in quanto il racconto si apre proprio con la descrizione del sogno (“stanotte ho sognato Miriam”) e si conclude con l’affermazione che le bevute aiutano a saltare i vuoti tra le cose proprio “come nei sogni”… Il sogno è per Tabucchi il modo per contrastare la ragione che egli definisce “pavida, non riesce a riempire i vuoti tra le cose, a stabilire la completezza, che è una forma di semplicità, preferisce una complicazione piena di buchi, e allora la volontà affida la soluzione al sogno”. Il racconto dunque si snoda quasi tutto sul ricordo del passato e sul ricordo di Miriam, la quale può essere interpretata essa stessa come una vera e propria ombra del passato che si ripresenta nella mente del protagonista sotto forma di ricordo o sogno. Alla luce di quanto detto finora possiamo affermare che l’oggetto dell’indagine di Tabucchi in questo racconto è la vita stessa, nella sua estrema complessità e problematicità. La vita è intesa dall’autore come “un appuntamento al buio perché “noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove”: essa si svolge dunque seguendo una serie di combinazioni e di casualità che sono un vero e proprio rebus. Anche se gli sembra banale, paragona la vita ad un viaggio, sostantivo che si ripete per ben 5 volte insieme al suo sinonimo “percorso”, in modo da creare un poliptoto col valore ora di soggetto sia singolare che plurale, ora di complemento, ora di verbo… (POLIPTOTO: FIGURA RETORICA CHE CONSISTE NEL RIPRENDERE IN FRASI SUCCESSIVE DI UN PERIODO UNA PAROLA, DI SOLITO LA PRIMA, DELLA FRASE INIZIALE, MUTANDO IL CASO O IL GENERE O IL NUMERO.) Attraverso questo gioco combinatorio Tabucchi mette in luce lo scorrere inesorabile del tempo che si manifesta in un continuo divenire. Il tema della vita come rebus viene portato avanti con un paragone a “una tessitura, tutti i fili si intrecciano, è questo che un giorno vorrei capire, vedere tutto il disegno.” La misura del tempo, ovvero le diverse modalità in cui si manifesta la memoria del tempo passato nei vari avvenimenti. La memoria (custode del tempo della distanza temporale) pervade ogni vicenda narrata ed è evidenziata da numerosi elementi: 1. lessico: „mi è venuto in mente, passato, presente,…“ 2. Tempi verbali che regolano la successione, il distanziarsi del tempo e adempiono alla funzione differenziativa e oppositiva nell‘articolazione del discorso. „Era un momento di stasi, il mio tempo ristagnava in una pozza accidia… e invece arrivò Miriam. Il passato remoto riporta il discorso su un primo piano e apre aspettative nuove nell‘architettura del discorso narrativo. Questo continuo alternarsi tra passato e presente genera a volte confusione e incertezza in chi legge. Ma è proprio questo l‘obiettivo dell‘autore: con gli avvenimenti narrati intende mettere il lettore di fronte a una realtà misteriosa e sfuggente dove l'equivoco, il rebus, le domande senza risposta sono la norma. Altro paragone che viene mosso da Tabucchi in merito alla tematica della vita è la vita intesa come motore automobilistico che si manifesta e viene portata alla luce grazie alla passione per le auto d’epoca del protagonista-narratore, infatti troviamo nel racconto: “la vita è un ingranaggio, una rotella qua, una pompa là, e poi c’è una cinghia di trasmissione che collega tutto e trasforma l’energia in movimento”. Come accade spesso durante la lettura di Tabucchi, le aspirazioni del lettore di scoprire quale sia stata la cinghia di trasmissione che ha collegato tutti i pezzi della sua vita e li abbia fatti funzionare viene subito stroncata in quanto la riflessione termine subito e si apre un’altra domanda senza risposta: “quale sarà stata la cinghia di trasmissione?” Anche il finale aperto allarga il campo delle possibilità interpretative restringendo al tempo stesso quello della conoscenza. Il lettore di questo racconto finisce per perdersi insieme al narratore tra le varie interpretazioni possibili dei fatti. Inevitabilmente è costretto a tornare sui suoi passi per cercare di cogliere significati nascosti, oppure viene indotto a ricomporre insieme gli eventi utilizzando una logica differente. Osservare la realtà da prospettive e angolazioni differenti, significa innescare un «gioco del rovescio» che va ad intaccare la nozione stessa di realtà monolitica. Gli equivoci e i rebus diventano un filtro distorsore attraverso cui si può leggere il complesso e intricato mondo impresso sulla carta, che altro non è che un’immagine del mondo contemporaneo. L’onomastica ricopre un ruolo fondamentale in questo racconto. È significativo il fatto che entrambi i protagonisti si facciano chiamare con uno pseudonimo e che del personaggio principale non si conosca neanche il vero nome. Nomi e soprannomi istituiscono dei rimandi letterari ben precisi, all’interno di un gioco di ipertestualità che caratterizza Tabucchi. Il Marchese di Carabas è un appellativo scherzoso derivato dalla favola del Gatto con gli stivali, nella versione di Charles che ha fatto tante cose cattive nei confronti della natura, e gli appare. Tema importante nella letteratura fantastica.)  Protagonista del racconto= i lettori pensano dunque che questo uomo non ci sta raccontando la verità, si tratta di un nome fittizio, peter, il suo passaporto ( particolare rilevante) è un passaporto israeliano= è un momento resene ma f un analessi, flashback, (tipico di tabucchi), attraverso il ricordo si torna al passato, si arriva alla storia che Peer gli racconta, gli dice che anni fa aveva conosciuto un medico in Germania che aveva sulla sua scrivania una statuetta” era la riproduzione di una divinità orientale, appresentava una figura danzante con braccia e gambe in posizione armoniche e divergenti in un circolo, era Shiva danzante pag. 122  Questo medico si intuisce che era un aguzzino, che operava nei campi di concentramento,  La statuetta era quell’oggetto che Peter inseguiva, per giungere al possessore  “È l’unica cosa a cui ho pensato in tt questi anni, la figura rappresentata è la danza della vita, la vita è un cerchio, c’è un gg che il cerchio si chiude e noi non sappiamo quando.  Si torna al presente e l’uomo invita il protagonista a visitare il museo di madras per vedere la statuetta.  In questi racconti ci sono tante lacune, spice story, quasi storia di spionaggio, dove cerchiamo di arrivare a una conclusione  Troviamo anche la notizia di un ritrovamento di un cadavere, un cittadino di nazionalità argentina che viveva a madras dal 1958 e accanto alla foto di lui ucciso c’è anche quella statuetta (tutto torna sul perché è stata raccontata la storia di shiva)  Noi lettori traiamo le conclusioni= non è chiaro ci è la persona che è morta , è il medico che muore, aguzzino fuggito e andato in Sudamerica = capitava spesso, probabilmente quel personaggio che ha incontrato che si celava dietro a un nome l’ha ucciso= la narrazione ci porta a pensare a questo fine.  Domanda alla fine “””qual è l’ombra che si cela dietro il singor schlemill?” Facendo supposizioni questa ombra dietro ci sta un esperienza nei campi di concentramento, probabilmente lui era ebreo e ha un passaporto israeliano, ha perso il suo passato a causa Di questo medico, la ricerca d questa ombra coincide con l’uccisione dell’uomo che ha causato questo suo dolore di vita spezzata, non sappiamo e verrà ritrovata la statuta.  Sappiamo cosa dice alla fine Pag 126 “ la sua pena è rappresentata dal fatto che peter non ha saputo perdonare e ha voluto vendicare questo suo passato terribile. Es. Primo levi , continuare a parlarne nella speranza che non possa ripetersi La pena nei confronti di uomo che non riesce a staccarsi.  Racconto molto intenso, vuoti che rimangono, la memoria, il ricordo. Cambio di mano  Legato a qualcosa di misterioso, che noi lettori riusciamo a sciogliere,  Luogo geografico ben preciso e reale, a New york, il protagonista sta andando a visitare la statua. Della libertà, è una sorta di rito, non una visita fatta con piacere. Un modo per ripristinare il passato,  Un viaggio che già aveva fatto in passato con una donna di nome Dolores, che non c’è piu. “Lo sta facendo per la sua memoria per non cancellare un ricordo”  Va per le vie di brooklyn perché gli sembra di risentire di uovo la sua voce dell’amata, va a mangiare un gelato… ci porta nelle sue attività, andiamo quasi a spasso con lui.  Presente e passato si mescolano fortemente, il ricordo dei luoghi e il presente dell’attualità, si domanda quale sia la causa con la C maiuscola, qualcosa di grosso dietro alla causa.  Sappiamo che deve assistere a un opera lirica e insieme alla causa ci sono anche quelli che devono incontrare quelli, noi non sappiamo quale sia l causa e noi non sappiamo chi siano quelli e si domanda anche “dove stavano,…”  La causa è una missione segreta pericolosa cn di mezzo dei soldi  Post modernismo riferimento, ci parla dell’opera, cita scena precisa. Il spara fucile, il sicario che ha pagato lui per uccidere rigoletto?  In quarta fila;  Confusione solita rituale, disordine perché compare il nome di Franlyn, col quale fa una prenotazione in albergo  Una sere d ricordi, ricorda che aveva fatto le stesse cose con Dolores. Turisti interrompono il suo flusso di ricordo gli chiedono di fargli una foto.  Ritorno del passato con dolore etc…  Nuova storia di spie come storia precedente = presenza di un pacco di sodi che ritira.  Inizia con informazioni date al tempo presente, ci informa che sta andando a Madras?  Intuizione che questa sarà l ultima sua missione “tra un po mi butteranno via”  L’ingresso a teatro e perlustrazione di tutte le facce per vedere se riesce a trovare uno sguardo complice, incrocia sguardo di una ragazza bionda, conseguente invito a cena, scatola di cioccolatini con dollari, la pistola, foto di Franklin nella borsa ragazza= una serie di eventi che succedono (rapidamente )  Si arriva rapidamente alla fine= Certezza ella sua morte, rimane inspiegabile e misteriosa come poi tutto il racconto, ci lascia in sospeso. Cinema:  Ultimo racconto. Conclusivo della raccolta  Cinema= elemento spesso presente nella sua narrazione, interesse per e fotografie e per il cinema  È un'altra modalità per riuscire a intersecare= fondere insieme, presente e passato, tutta questa raccolta gioca sul presente e passato, è come se in questo racconto cercasse di metter in atto il ricordo ce c’è sempre nella vita d ognuno che a volte salta fuori senza stimolarlo e a volte lo stimoliamo.  Racconto diviso in parti numerate, 5 parti; dove continuano a incrociarsi la realtà del momento e l’attenzione del fil che si sta girando= vuole sperimentare passato e presente giocando su una divisione, dimensione affettiva .  Confusione data perché qui c’è una realtà e una non realtà, la finzione per eccellenza del cinema e i confini tra la vita reale dei personaggi e i personaggi si confrontano e si incrociano= confini vengono a mancare, sono labili.  Il personaggio maschile vuole uscire dalla finzione cinematografica, vuole far si che la finzione cinematografica diventi realtà.  “Non partire resta con me”= il personaggio femminile gli risponde “qui non siamo in un film , smettila di recitare stai esagerando”  Qui Tabucchi indaga come funzione narrativa e esperienza del tempo di ognuno di noi possano essere messi in relazione= approfondisce il legame tra il racconto in sé e la nostra esperienza del tempo= discorso complesso legato alla finzione cinematografica che però vuole farsi specchio della realtà, ma è una finzione non la realtà effettiva  Infatti è Il personaggio maschile vuole fondere insieme il racconto filmico e la realtà che stanno vivendo. E la donna gli dice di no non sta recitando ora lui.  Noi lettori capiamo di che film si tratta per capire che si sta girando un film che ha avuto molto successo, lo capiamo dalle parole del regista, chiede che venga rifatta la scena di un bacio “ci vuole un bacio appassionato, come nel primo film”= capiamo che si tratta di un rifacimento di un film già girato e cosi anche successivamente l espressione “una volta” ci fa capire che è qualcosa che è già stato fatto.  Poi i personaggi stessi ci svelano che hanno accettato di rifare questo film, rivivere una osa del genere,  Illusione= parola chiave del racconto, tutto è fatto sull’illusione, la realtà del film= quello ce si rivivere  Illusione= rivivere momenti passati della memoria , con film, ma è illusione, non c’è questa possibilità  Il personaggio maschile stimola la donna a raccontare l’accaduto , il momento in cui si sono ritrovati ma c’è l’impossibilità per farlo, c’è una donna che chiama l’attrice al trucco!  Rivivere le scene del primo film, continuo passato che rivive dei oro ricordi dei momenti vuoti, andavano in una pizzeria “da pezzi”= gioco di parole “asportiamo un pezzo di pizza da pezzi”  Piu che mai qui si incrociano presente e passato= si aggiunge anche la presenza di un film del passato, tutto fa capire l’impossibilità nel tornare indietro si palesa il gioco del rovescio, verso la fine della parte 3 “facciamo girare la pellicola al contrario, ritorniamo al principio”= tentativo di ritornare al passato sapendo che non è cosi semplice (es. quadro de lasmeninas)  Ci fa capire che solo nella finzione è possibile scoprire veramente questo gioco del rovescio, nella realtà solo con la finzione si può tornare al passato e si può conoscere un'altra dimensione che nel reale non è consentito.
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