Docsity
Docsity

Prépare tes examens
Prépare tes examens

Étudies grâce aux nombreuses ressources disponibles sur Docsity


Obtiens des points à télécharger
Obtiens des points à télécharger

Gagnz des points en aidant d'autres étudiants ou achete-les avec un plan Premium


Guides et conseils
Guides et conseils

histoire du theatre italien, Notes de Littérature italienne

storia italiana del teatro dal medioevo al rinascimento

Typologie: Notes

2022/2023

Téléchargé le 22/10/2023

andrea-sofia-zorzetto
andrea-sofia-zorzetto 🇫🇷

2 documents

1 / 7

Toggle sidebar

Documents connexés


Aperçu partiel du texte

Télécharge histoire du theatre italien et plus Notes au format PDF de Littérature italienne sur Docsity uniquement! Storia del teatro – Mme Comparini 20/09/2023 Devoir maison + DST liber liber: dove scaricare le opere (o lo compro): Machiavelli – La Mandragola, - La Venexiana, Goldoni- Il servitore di due padroni Definizione di teatro La parola teatro deriva dal greco theatron ovvero il luogo dove si guarda. Il teatro italiano si appoggia a quello greco e latino. Parola chiave del teatro è: collettività, pubblico, omogeneità. Ciò che caratterizza il teatro è l’illusione teatrale, dove c’è quindi finzione ma necessaria perché tutto funzioni è comunque la verosomiglianza (mimesis). L’azione del teatro è infatti secondaria perché bisogna entrare nell’illusione, pur immedismandosi, coscienti del fatto che ciò che si vede è solo simulazione (cit. Diderot: “ il buon attore è quello che riesce a disocciarsi dalle emozioni che simula” / cit. Nicolas Boileau-Despréaux: “Jamais au Spectateur n'offrez rien d'incroyable. Le Vrai peut quelquefois n'estre pas vraisemblable. Une merveille absurde est pour moi sans appas. L'esprit n'est point émû de ce qu'il ne croit pas .”). In ogni caso la simulazione deve comunque essere sentita come credibile (patto fictionel) dal pubblico. Come già accennato, l’arte del teatro è l’arte di organizzare la simulazione, l’illusione, è mettere in pratica la cosidetta tekné: tecnica dei gesti, della mimica, la voce, i costumi, i decori, costruzione dell’intrigo. Il teatro inoltre è un fatto sociale legato alla celebrazione della città e la celebrazione religiosa (politica e religione si mescolano) partendo da processi religiosi che si chiamavano comoi. Struttura del teatro I teatri erano in genere costruiti sul fianco di una collina, per sfruttarne il pendio naturale. Alla base c'era un ampio terreno circolare detto orchestra, da cui si dipartivano su un lato i sedili per gli spettatori, che avevano dunque una visuale dall'alto. Sul lato opposto dell'orchestra c'era la scenografia (benché alcune opere non ne richiedessero una), con un'entrata al centro di essa. Vi erano poi due ulteriori entrate dette parodoi (o eisodoi), costituite di due corridoi coperti posti tra le gradinate del pubblico e la scenografia Teatro greco Per teatro greco si intende l'arte teatrale nel periodo della Grecia classica, in particolare nell'Atene del V secolo a.c., poiché la quasi totalità delle opere teatrali oggi conosciute venne lì rappresentata. Gli ateniesi di quel periodo, per i quali le rappresentazioni erano non solo uno spettacolo, ma anche una cerimonia religiosa conoscevano tre tipi di opere teatrali: la tragedia, la commedia e il dramma satiresco. Le rappresentazioni teatrali avvenivano ad Atene in occasione di tre feste in onore di Dioniso (dio del teatro, nonché dell'estasi, del vino e della liberazione dei sensi). In queste occasioni si chiedeva al pubblico di pagare, i poeti che scrivevano le piece teatrali non erano professionali e si tirava a sorte per stabilire il poeta che doveva scrivere una determinata scena. Chi giudicava la scena erano i kritai, i giudici. La tragedia greca La tragedia greca rappresenta una vicenda, quasi sempre presa dalla mitologia, riguardante uno o più uomini o semidei. Scrive Aristotele nella Poetica che lo scopo della tragedia è suscitare negli spettatori sentimenti di pietà e paura, arrivando in questo modo alla purificazione da queste passioni (catarsi). I più importanti e riconosciuti autori di tragedie vissero tutti nel V secolo a.C.: Eschilo (di cui ci sono rimaste sette tragedie), Sofocle (sette tragedie) e Euripide (diciotto tragedie, di cui una molto probabilmente apocrifa, e un dramma satiresco). La tragedia inizia generalmente (ma non sempre) con un prologo da parte di un personaggio, che ha la funzione di introdurre l'argomento del dramma; segue la parodo, ossia il canto con il quale entra in scena il coro. L'azione scenica vera e propria si dispiega quindi tramite gli attori attraverso tre o più episodi, intervallati dagli stasimi (intermezzi in cui il coro tramite canti e danze commenta, illustra o analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena). L'ultima scena, il finale della vicenda, è chiamata esodo. Tipico della tragedia greca è l’hybris, un topos (tema ricorrente) della tragedia greca che descrive una qualità della personalità di estremo o eccessivo orgoglio o pericolosa ed eccessiva sicurezza, spesso in combinazione con (o sinonimo di) arroganza. Si riferisce in generale a un'azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente. È un antefatto che vale come causa a monte che condurrà alla catastrofe della tragedia stessa. La commedia greca Per quanto riguarda la commedia attica, essa si sviluppò ad Atene circa mezzo secolo dopo la tragedia e sicuramente i due generi si influenzarono a vicenda. Il genere comico (che, a differenza del tragico, utilizzava trame e personaggi non presi dal mito ma inventati dall'autore stesso) si sviluppò e modificò nel corso di alcuni secoli, tanto che i filologi della biblioteca di Alessandria suddivisero la commedia greca in tre fasi: - commedia antica (archàia) nel periodo che va dalle origini fino al IV secolo a.C.; - commedia di mezzo (mése), fino all'inizio dell'Ellenismo (323 a.C.); - commedia nuova (nèa), che coincide con l'età ellenistica. Dramma satiresco greco Il dramma satiresco era una rappresentazione di tipo comico, di solito messa in scena dopo le tragedie, allo scopo di risollevare l'animo degli spettatori, incupito dagli eventi tragici. Autori dei drammi satireschi erano di solito gli autori di tragedie e non di commedie, e la sua caratteristica principale era che il coro era sempre composto da satiri, creature mitologiche dal comportamento comico, che commentano l’azione. Teatro comico Nasce da una dimensione satirica ovvero polemica, funzionando come correzione. Qui però non esiste hubris ma il riso. - Comedie de meur (castigat ridendo moret) - Comedie de caractere: eccesso di avarizia Menandro- Dyskolos (i rustighi di goldoni si ispirano a ciò) “La poetica” di Aristotele descrive che la narrazione teatrale diventa azione tramite i personaggi che agiscono e che operano attraverso la pietà e il terrore. Dice inoltre che la favola teatrale deve essere simile e non doppia (non mescolare più azioni ma seguire un’unica linea). Dice poi che l’errore di un personaggio conosce qualcosa di genetico. 27/09/2023 dominique.dani@theatreXIV.fr  per andare a teatro Aristofane – Lisistrata che parla sia di costumi (moeurs) che di personaggi e in particolare parla della reazione delle donne di fronte alla partenza degli uomini in guerra e dello sciopero del sesso da parte di quest’ultime. Il teatro rinascimentale Nel Quattrocento si affermano gradualmente le condizioni per la nascita del teatro moderno. A questo fenomeno concorrono diversi fattori: il ritrovamento, nel 1429, di dodici commedie di Plauto ritenute perdute, cui segue un rinnovato interesse per la commedia latina; la sempre più frequente richiesta, espressa tanto dal pubblico popolare quanto da quello colto e aristocratico delle corti, di accostare alle sacre rappresentazioni anche intermezzi di soggetto profano o mitologico; la nascita delle prime “compagnie stabili” nei contesti signorili culturalmente più vivaci, primo fra tutti quello della corte estense a Ferrara. Contemporaneamente alla ripresa di opere di Paluto, Terenzio e Sofocle, gli studiosi riscoprono la “ Poetica” di Aristotele (334-330 a.C.) e il trattato “De Architectura” di Vitruvio (15 a.C.) il cui Libro Quinto è dedicato al teatro concepito come edificio autonomo destinato alle rappresentazioni dal vivo. Negli anni a venire vedono la luce opere “Il secondo libro di prospettiva” di Sebastiano Serlio” 1545) in cui viene analizzata la scena prospettica di commedia e tragedia che caratterizza gli allestimenti del Cinquecento. Sin dai primi anni del Cinquecento vengono progettati spazi teatrali provvisori, spesso in legno, realizzati in particolari occasioni festive. Soltanto con la fine del Cinquecento sorgono i primi edifici teatrali in muratura. Uno dei più celebri è il Teatro Olimpico di Vicenza, costruito fra il 1580 e il 1585 su progetto di un importante architetto del tempo, Andrea Palladio. I generi sviluppati e proposti durante il Rinascimento furono la commedia, la tragedia, il dramma pastorale e, soltanto in seguito, il melodramma. Commedia rinascimentale Uno dei commediografi più rappresentativi del teatro rinascimentale rimane però Niccolò Machiavelli con La mandragola (1518), ispirata da riferimenti satirici alla realtà quotidiana dei personaggi e non più necessariamente legati ai tipi della tradizione classica. Il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena scrisse un'unica ma interessante commedia esemplare del gusto del periodo: La Calandria (1513), la prima in assoluto (secondo il prologo attribuito a Baldassarre Castiglione) scritta in italiano che non derivasse da un precedente testo greco o latino. Un posto particolare occupano Pietro Aretino (La cortigiana), Ludovico Ariosto e Ruzante, che furono tutti intellettuali al servizio delle corti. Per quella estense di Ferrara, Ariosto, oltre Orlando furioso, scriverà delle divertenti commedie d'origine plautina come La Cassaria (la prima commedia regolare italiana, o erudita, per distinguerla dalle commedie di origine popolare) e La Lena (1528). La commedia rinascimentale non fa che riproporre continue variazioni agli intrecci scontati della tradizione classica (giovani innamorati, vecchi avari o lascivi, servi astuti, fanciulli rapiti, soldati sbruffoni, la ruffiana, il parassita, gli scambi di persona, i riconoscimenti improvvisi (agnizione, deus ex machina)). Commedia pastrorale Il Dramma pastorale stesso ebbe un'origine classica in quanto ispirata alle Bucoliche di Virgilio. La più rappresentativa di questo periodo, fu un dramma pastorale di sapore molto arcadico: Il pastor fido (1590) di Giovan Battista Guarini. Anche l'Aminta (1573) di Torquato Tasso è considerato un capolavoro di questa tipologia pastorale. Tragedia rinascimentale Nel Rinascimento anche il teatro tragico trovò un suo spazio; i rappresentanti più importanti della tragedia rinascimentale furono il conte Gian Giorgio Trissino, autore di Sofonisba (1514) e Giambattista Giraldi Cinzio autore, tra le altre, della tragedia Orbecche (1541). Questi testi teatrali venivano rappresentati da giovani dilettanti, come le Compagnie della calza dei nobili veneziani per i quali lavorarono il Ruzante e l'Aretino, la Congrega dei Rozzi e l'Accademia degli Intronati di Siena. Machiavelli Un pensatore, uno storico e un politico (affari pubblici, poi segretario della seconda cancelleria). Durante il suo esilio forzato all'Albergaccio (il suo podere agricolo presso S. Casciano), dove era stato confinato in seguito alle accuse da parte dei Medici di congiura, scrive il Principe. È lo stesso Machiavelli a dar conto della composizione dell'opera nella lettera a Francesco Vettori, in cui dichiara di aver scritto un "opuscolo" intitolato De principatibus in cui spiega i modi migliori di amministrazione di un principato, confidando all'amico di voler dimostrare attraverso questo trattato tutta la sua esperienza politica e sperare, in tal modo, di essere riammesso al servizio dei Medici Politicamente Machiavelli pensa che sia necessario un principe per poter arrivare alla repubblica e nella sua opera mostra come poter fare ciò. Egli pensa che: - l’uomo sia capace di agire per il bene della sua patria senza il bisogno di soldati mercenari. - il principe deve essere virtuoso, avere quindi le competenze (l’audacia e la prudenza) che vanno contro la Fortuna, ovvero la forza che porta ad un qualcosa di non previsto. - l’uomo deve essere sia volpe (astuzia) che leone (forza). La mandragola La storia si svolge a Firenze dove una coppia benestante non riesce ad avere figli. La donna, giovane e bella, si chiama Lucrezia, il marito, Nicia, è più anziano, ma soprattutto arrogante, pretenzioso e un pò sciocco. Callimaco, un giovane fiorentino, torna in città da Parigi, perché ha sentito parlare della bellezza della donna a una cena e vuole sedurla. Si tratta però di un'impresa complicata perché Lucrezia è fedele e onesta nei confronti del marito. Callimaco chiede aiuto a Ligurio, che inventa uno stratagemma. Callimaco si finge un importante medico che propone una soluzione per curare la donna dalla sterilità, un infuso a base di mandragola. Tuttavia, trattandosi di un'erba velenosa, spiega che la prima persona che andrà a letto con Lucrezia morirà entro 8 giorni; la soluzione è quindi quella di catturare un giovane per strada e costringerlo a sostituirsi a Nicia. Naturalmente, nel piano il giovane sarà Callimaco travestito. Lucrezia non vuole accettare, ma viene convinta dalla madre, impaziente di avere dei nipoti, e da Fra Timoteo, il padre confessore, facilmente corruttibile. Arriva la notte e Nicia stessa mette a letto Callimaco. Se all'inizio la giovane è turbata, Callimaco le dichiara il suo amore e riesce a sedurla; alla fine della notte anche lei è innamorata e disposta a continuare questa relazione extraconiugale. - Il titolo non caratterizza la commedia - Lingua volgare, una delle prime commedie a portare il volgare fiorentino. Anche se ci sono altre lingue e forme con le quali i personaggi parlano - commedia moderna: 3 unità etc con recuperazione degli intrighi delle novelle di boccaccio (presa di potere di un uomo su una donna che non lo ama e che in più è sposata) - parodia del pensiero politico di machiavelli: applicazione parodica dei principi d’azione di machiavelli (il fine conta, non i mezzi) - scena stabile: 3 abitazioni (casa di callimaco, casa della coppia e “casa” di fra timoteo, la chiesa) - tempo: azione lunga ma limitata nelle 24h - ligurio: diventa uno stratega. È il grande organizzatore di tutto l’intrigo (il drammaturgo) ma anche il personaggio che porta avanti un’azione (metateatro) - Unità d’azione perfettamente rispettate tranne per la scena di incontro tra fra Timoteo e una fedele, così umanizza un po' l’opera (fra t. chiede soldi per la sua chiesa) - Lo scopo di tutta l’opera è mostrare il fine di ogni personaggio: 1. F. t: garder le pouvoir sui fedeli 2. Nicia: desiderio di discendenza 3. Mamma di lucrezia: che lucrezia abbia un posto di borghese sposando nicia 4. Ligurio: vuole continuare ad essere un parassita 5. Callimaco: vuole possedere lucrezia  L’unica che non ha interesse è lucrezia. Lei ha una forza di opposizione e resistenza molto forte, solo alla fine cederà = retournement dove lucrezia diventa la maitresse de son propre destin
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved