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Institutions et vie politique des pays de langue italienne - S4, Notes de Histoire

Notes complètes des CM du cours «Institutions et vie politique des pays de langue italienne» - S4.

Typologie: Notes

2021/2022

En vente à partir de 10/05/2022

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Télécharge Institutions et vie politique des pays de langue italienne - S4 et plus Notes au format PDF de Histoire sur Docsity uniquement! INSTITUTIONS ET VIE POLITIQUE DES PAYS DE LANGUE ITALIENNE In azzurro = approfondimenti 0. RIPASSO In Italia, “Prima Repubblica”, “Seconda Repubblica” vanno scritte tra virgolette in quanto espressioni giornalistiche. Non si modifica né l’assetto strutturale delle istituzioni, né la Costituzione. 0.1 Introduzione La fine della partitocrazia si manifesta nel momento in cui i partiti di integrazione di massa si disuniscono e nuove formazioni politiche scendono in campo, a partire dal 1994, con un partito che fa appello al popolo italiano e guidato da Berlusconi. Egli sostiene che scende in campo nell’Italia che ama per combattere le forze comuniste. Il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica corrisponde ad un cambio di gestione. Nella Seconda Repubblica, a differenza di quanto accade nella Prima, si hanno due poli opposti al Governo. 0.2 Trasformazioni economiche e sociali [1946-1979] Dal punto di vista internazionale, la crisi petrolifera, che causa l’aumento dell’inflazione ha ripercussioni importanti a livello economico e sociale. Si manifesta nell’ottobre del 1973 nei paesi dell’OPEC, paesi che appoggiano l’Egitto e la Siria nella Guerra del Kippur. Tale guerra aumenta il prezzo del greggio, provocando effetti negativi sull’apparato produttivo italiano che dipendeva in larga parte dalle importazioni petrolifere internazionali. In Italia, il Governo Rumor IV inizia a varare delle misure di austerità [stesso meccanismo del post crisi del 2008], quali: - Aumento delle tasse - Tagli sulla spesa pubblica: istruzione, sanità e tutto ciò che lo stato può finanziare Tutto ciò provoca una serie di contrasti tra il Governo e i repubblicani [PRI] e parte dei socialisti [PSI]. 0.3 Dai “funerali” della Repubblica a Tangentopoli La stagione in questione è caratterizzata dalla strategia della tensione e una frattura netta tra la società civile [= gruppi extraparlamentari] e i gruppi istituzionali [partiti politici]. In questo periodo i governi si susseguono a causa delle mancate maggioranze e problemi interni. Strategia dell’attenzione = concentrazione delle forze di pensiero verso un fine. Consisteva nella creazione di un Governo capace di contrastare le forze rivoluzionarie e mantenere le istituzioni statali. Moro aveva incentivato l’apertura verso la sinistra [PSI], ma solo nel 1963 si formerà il primo governo di sinistra. Egli attua costantemente dei meccanismi di mediazione nei confronti di forze politiche opposte alla DC. 1 Nel 1973, sarà annunciato da Berlinguer il “compromesso storico”. Egli, nel XIII Congresso nazionale del PCI conferma l’importanza dell’Unione Sovietica, ma inizia a distaccarsi da quest’ultima. Questa scissione porterà all’eurocomunismo [Francia + Spagna]. Il “compromesso storico”, preparato nel 1972 e annunciato nel 1973 sulla rivista Rinascita [3 articoli], entra in vigore nel momento in cui in Cile il Governo viene ribaltato [Governo di Pinochet, 11.9], diventando una Repubblica militare. Il compromesso storico nasce quindi con l’esigenza di salvare le istituzioni italiane dalla disarticolazione dello stato e dal terrorismo. Il “compromesso storico” definirà la nuova ideologia politica italiana. Il “compromesso storico” è stato messo in atto a causa della paura di disarticolazione delle istituzioni italiane e rappresenta un’azione di convergenza di forze ideologicamente lontane le une dalle altre. Il titolo di Rinascita, alla pubblicazione dei tre articoli circa il “Compromesso storico” è il seguente: Riflessioni dopo i fatti del Cile. L’aggettivo “nuovo” posto davanti a “Compromesso storico” rappresenta un ritorno alla strategia politica che aveva portato alla formazione dei governi di unità antifascista tra il 1944 e il 1947. Persiste dunque il legame con la memoria. Nel corso di questi anni [1968-1972], il PCI vede crescere la sua base elettorale fino al 1976, quando il PCI riesce ad ottenere il 34,4%. Si tratta di un risultato straordinario a livello geopolitico poiché si ha il rischio che in uno stato occidentale possa andare al governo il più grande partito comunisti in Europa: il PCI. Il 12-13 maggio del 1974 viene istituito un referendum abrogativo sul divorzio, che vede la sconfitta degli antidivorzisti e il mantenimento della legge sul divorzio. Inizialmente, il PCI esita a prendere posizione e solo successivamente si schiera a favore del mantenimento [vota no]. Evento epocale per la società cattolica: il matrimonio era l’istituzione fondamentale su cui verteva la famiglia cattolica. In questi anni Aldo Moro passa dalla “strategia dell’attenzione” al dialogo, aprendo all’avvicinamento con il PCI. Henry Kissinger è il segretario di stato negli USA e non vede di buon occhio ciò che sta succedendo in Europa. 1. DALLA SOLIDARIETÀ NAZIONALE AI GOVERNI DI PENTAPARTITO [1976 - 1987] [DEF] Governo di solidarietà nazionale = Governo Andreotti III + Andreotti IV. Si tratta di governi in cui il partito storico nazionale ottiene la maggioranza in Parlamento. Il 20 giugno del 1976 si tengono le nuove elezioni anticipate a causa della caduta del governo, avvenuta a causa dell’aborto. Il Presidente della Repubblica in carica è Leone. Nel 1976, fuori dal Parlamento gruppi di estrema destra e sinistra attuano innumerevoli azioni terroristiche e sanguinarie. Durante questa VII legislatura si alternano tre Governi, tutti sotto Andreotti. • Andreotti III [“governo della non fiducia”] [1976-1978] = primo governo di questa legislatura. È importante perchè si tratta di un governo monocolore DC, che ottiene la fiducia dei partiti minori e l’astensione del PCI. In questo periodo non cessano omicidi e atti terroristici vari, ma ciò che è realmente importante è il movimento del 77, ossia un movimento di contestazione giovanile, simile a quello del 1968, ma contemporaneamente diverso. Queste le principali caratteristiche: • Nasce spontaneamente sulla scia dei movimenti precedenti 2 appoggia lo sciopero. Il corteo chiedeva il ritorno al lavoro ed era dunque contro i sindacati. Alla fine, i sindacati sono obbligati a chiudere la vertenza sindacale, la cassa integrazione e la dislocazione degli operai in altre aziende. Questa marcia diventa il simbolo del riflusso e dell’indebolimento dei sindacati all’interno delle fabbriche e porta alla formazione dei CoBas [= “Comitati di Base”]. ———————————————————————————————————————————- A partire dal quarto governo, alla guida ci sarà un esponente non appartenente alla DC. I successivi tre governi sono i seguenti: • Spadolini I [1981-1982]: successivamente allo scandalo della P2, Forlani rifiuta l’incarico del Presidente della Repubblica di formare un nuovo governo, che viene affidato successivamente a Spadolini. A questo governo partecipano DC, PSI, PSDI, PRI e PLI [tutti i partiti della coalizione, escluso il PCI] e prende il nome di “pentapartito”. A partire da questo momento, ci sarà l’alternanza di laici e cattolici al Governo. Si tratta del primo governo affidato a un personaggio politico non appartenente alla DC. • Spadolini II [1981-1982]: DC + PSI + PSDI + PRI + PLI Le elezioni anticipate si svolgono nel 1983. In questa occasione la DC perde il 5% degli elettori, passando dal 38% al 33%. In queste elezioni, per la prima volta, entrano in Parlamento i membri delle Leghe, più precisamente quelli della “Lega Veneta” [0,6%]. Queste costituiranno la nuova forma e forza di fare politica, che va verso il populismo. • Fanfani V [1982-1983] I governi della nona legislatura sono i seguenti: • Craxi I [1983-1986] —> primo governo alla cui guida si ha un socialista. Pentapartito, con opposizione il PCI. Si arriva a Craxi perchè la DC non può governare senza l’appoggio degli altri partiti della coalizione e la presenza del PSI diventa determinante. Il PSI sfrutta a pieno tale contesto e ottiene la presidenza del Consiglio dei primi due governi della nona legislatura. Si sviluppa dunque una nuova configurazione della politica: il craxismo, che determina una modalità [morale ed etica] di gestione delle forze politiche di un partito e una mentalità ben precisa. Egli, apertamente schierato contro il “compromesso storico”, voleva ricostruire l’alleanza della sinistra, ma questa idea viene abbandonata negli anni 80. Egli, al contrario, continua il rafforzamento del ruolo autonomo del PSI, risollevandone le sorti, che si erano indebolite negli anni 60 e 70. L’alleanza di Craxi con la DC è conflittuale e costellata di scontri, spesso diretti. Spesso, l’ideologia di Craxi viene definita come “decisionismo craxiano”. Esso descrive la capacità di prendere delle decisioni difficili in momenti decisivi, anche a rischio della propria posizione. Prosegue tuttavia la formazione del pentapartito. Tra i punti principali: • Accordo Villa Madama, 18.2.1984 = sostituzione e revisione dei Patti Lateranensi con il Nuovo Concordato, che entra nella Costituzione Italiana [articolo 7: definizione della religione di stato]. Questo concordato afferma che la religione cattolica non viene più riconosciuta come la religione di Stato e che l’insegnamento della religione viene reso facoltativo. • Ottobre 1984, decreto per la liberalizzazione dei canali televisivi, mettendo fine al monopolio RAI e permettendo a Berlusconi l’utilizzo delle reti Fininvest [attuale Mediaset]. Inizialmente 5 questo decreto viene respinto dal Parlamento per la paura della perdita di consensi, ma sarà approvato in via definitiva un anno dopo, con il decreto “Berlusconi-bis”. Il Governo Craxi I cade non solo a seguito di conflitti interni con la DC, ma anche per problemi legati alla maggioranza, dovuti a scontri tra PSI e DC. Inoltre, Craxi riduce la “scala mobile”, un decreto con il quale l’aumento degli stipendi dipendeva direttamente dall’aumento dell’inflazione. • Craxi II [1986-1987] —> pentapartito, con opposizione il PCI. • Fanfani VI [1987] —> guidato dalla DC e da altri partiti minori. Non è un pentapartito. 2. IL CROLLO DEL SISTEMA POLITICO DELLA “PRIMA REPUBBLICA” Le motivazioni del crollo sono molteplici, ma le principali sono tre: - L’inefficienza dei governi e la cronica instabilità politica - La corruzione del sistema politico, l’illegalità e la “questione morale” - La presenza della mafia e di altre organizzazioni criminali 2.1 L’inefficienza dei governi e la cronica instabilità politica Nell’87 si tengono delle nuove elezioni politiche anticipate, in cui il PCI continua a perdere consensi e il PSI recupera alcuni voti, ma non quanti quelli sperati da Craxi. La presenza delle Leghe triplica [1,8%] e uno dei suoi personaggi, Umberto Bossi, ottiene un posto in Parlamento. La totalità dei governi della decima legislatura è guidata dalla DC e prende la forma di pentapartito. I governi che si susseguono restano instabili a causa delle tensioni interne e prendono i nomi di: - Goria [1987 - 1988] - De Mita [1988 - 1989] - Andreotti VI [1989 - 1991] - Andreotti VII [1991 - 1992] —> no pentapartito, dalla coalizione formante il pentapartito, esce il PRI Caratteri generali del sistema politico negli anni 80: - Mutazione genetica del PSI —> nascita del “partito del Presidente”, che indica lo spostamento dei poteri da un sistema centrato sul Parlamento a uno in cui conta maggiormente la decisione della deliberalizzazione. Nel 1979 Craxi propose una “grande riforma” che consisteva in una modifica importante della Costituzione Italiana. Essa avrebbe permesso ai cittadini di eleggere direttamente il Presidente della Repubblica. Questa riforma rimarrà una proposta e non verrà mai attuata. - Fine della democrazia “bicefala” o “dell’arco”, le cui basi sono costitute da due partiti principali: la DC [maggioranza] e il PCI [opposizione]. - Nascita della “democrazia acefala”, senza punti di riferimento, che ha come conseguenza la fine del bipartitismo imperfetto. - Paralisi e frammentazione della DC in molteplici correnti a causa del mancato riconoscimento della popolazione nel partito - Incapacità della DC di approvare delle riforme efficienti e di garantire una stabilità all’interno del sistema —> tutto ciò porterà alla scomparsa di questo partito - Conseguentemente a Tangentopoli, la DC verrà travolta dai processi giudiziari e scomparirà dopo aver tentato di ricostruire riprendendo la vecchia denominazione di Partito Popolare Italiano [PPI]. 6 Dopo la proposta della “terza via” di Berlinguer, il PCI rimane: - Diffidente verso l’individualismo e a favore dell’emancipazione collettiva sotto la guida del partito - Isolato e senza potenziali alleati [morte di Berlinguer, 11.6.1984] Inoltre, ciò che ne sega le sorti è un evento che si verifica altrove, ma che tocca la totalità della conformazione dei blocchi dell’URSS: la caduta del muro di Berlino. Il 12 novembre del 1989 si tiene un incontro del PCI che da inizio ad un processo politico che porterà alla fine del PCI e alla nascita di un nuovo partito, sotto consiglio del segretario di quest’ultimo partito [Achille Occhetto], il Partito Democratico della Sinistra [PDS]. L’incontro prende il nome di Svolta della Bolognina e il nuovo partito si formerà solo nel 1991. Il PCI scompare nel 1991 [scomparsa del più grande partito comunista occidentale], anno in cui si tiene il suo XX e ultimo Congresso. Occhetto annuncia una svolta, consistente nell’annuncio del nuovo partito politico italiano // soggetto politico italiano. Nonostante il PCI non esista più, non tutti coloro che ne facevano parte si riconoscono in questo nuovo partito, tant’è che una parte di questi fonda un nuovo partito chiamato Partito di Rifondazione Comunista. Il 1989 è segnato dall’ascesa du una nuova forza politica: la Lega Nord, che viene presentata il 4.12.1989 come coalizione della totalità delle Leghe del Nord, rappresentanti il territorio e i suoi interessi. Si tratta di partiti identitari. Tale coalizione diventerà un vero e proprio partito a partire dall’8.1.1991 e il suo leader e fondatore sarà Umberto Bossi. Nella parola “nord” il territorio compreso è la Padania. La Lega Nord, partito federalista, anticentralista e identitario, si schiera contro “Roma Ladrona” e la totalità del sud Italia, arrivando a non includere le isole nei suoi cartelloni di propaganda. Ulteriori nemici sono lo Stato Italiano e gli immigrati. Questi ultimi derivano dalla paura dell’altro che si era creata in Italia successivamente allo sviluppo dell’immigrazione. In passato, l’Italia non era vista come un paese appetibile, ma a partire dagli anni ’80 la presenza straniera in Italia aumenta e con questa anche la riflessione circa le leggi a riguardo di tale fenomeno. Uno dei primi tentativi, fallimentari, risale al 1986 e prende il nome di Legge Foschi. Tra il 1989 e il 1992 cambiano i flussi migratori e si manifestano le prime mobilitazioni antirazziste di massa, entra in vigore la Leggi Martelli [1990] e si verificano i primi sbarchi dall’Albania. Un episodio chiave è l’uccisione di Jerry Masslo [immigrato sudafricano] in Campania, che porta a manifestazioni pubbliche al quale seguirà la promulgazione della Legge Mattarelli sullo status di rifugiato e sulla condizione dello straniero. Un ulteriore episodio riguarda lo sbarco della Flora a Bari, un mercantile partito da Durazzo con 20.000 albanesi a bordo [precedente: caduta di un regime comunista in Albania] Nel maggio del 1990 si tengono delle elezioni regionali, dove la Lega Nord segue i tre principali partiti italiani con il 4,5% dei consensi [Lombardia = + del 18%]. Il 5 e il 6 aprile del 1992 si tengono le elezioni politiche per l’undicesima legislatura [ultima della “Prima Repubblica”], dove la Lega Nord riscuote l’8,6% di consensi e il PCI è scisso tra l’RC e il PDS. Il PSI nonostante avesse risollevato le proprie sorti, perde nuovamente consensi. Questa legislatura ha una durata di due anni [1992 - 1994] e prende il nome di “unicum”. In seguito alle elezioni, il 25 maggio del 1992 viene eletto Scalfaro, che sostituisce Cossiga, dimesso un mese prima poiché tali elezioni manifestano la fine di un sistema che anch’egli aveva sostenuto ed adottato in precedenza. Si tratta dell’ennesimo segnale di crisi della Repubblica italiana. 7
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