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1 e 2 guerra mondiale, guerra civile spagnola, Appunti di Storia

Spiegazione degli eventi storici

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 25/10/2023

martina-coppola-33
martina-coppola-33 🇮🇹

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Scarica 1 e 2 guerra mondiale, guerra civile spagnola e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL PRIMO DOPOGUERRA (tra il 1919 e il 1929) Il nuovo equilibrio geopolitico definito alla conferenza di pace di Versailles fu instabile. La Società delle Nazioni aveva dunque l’obiettivo di fondare le relazioni tra gli Stati pacificamente; tuttavia non riuscì a stabilire un ordine internazionale fondato sul ripudio della violenza e sul rispetto del diritto degli Stati. Gli Stati vincitori cercarono di impedire la rinascita della potenza tedesca, di costruire nuovi Stati sulle macerie dei dissolti imperi multinazionali (Russia zarista, Austria-Ungheria e Impero ottomano) e di isolare la Russia comunista. Tra il 1919 e il 1920, in quasi tutti i paesi europei si verificarono agitazioni di operai e contadini, e moti rivoluzionari ispirati al modello russo, si ebbero in Germania e in Ungheria. Al contrario, in molti Stati dell’Europa orientale si affermano regimi di destra. L’Europa uscì dalla guerra con una situazione economica danneggiata: vincitori e vinti dovettero misurarsi con gravi problemi comuni, come l’inflazione determinata dalle spese di guerra, la riconversione della produzione e la disoccupazione. FRANCIA: nel dopoguerra la sua economia non riusciva ad affrontare le enormi spese necessarie per la ricostruzione; i governi francesi assegnarono tali spese in gran parte alla Germania, imponendo il pagamento delle riparazioni di guerra da parte della Germania e il rispetto di tutti gli obblighi che a essa era stati imposti con il trattato di pace. Si formò quindi il Bloc national. Da allora, tutti i governi che si alternarono alla guida del paese seguirono la medesima politica estera, sforzandosi di conservare a ogni costo l’assetto internazionale disegnato a Versailles. In politica interna, anche i governi del Bloc national, si trovarono a fronteggiare molte rivendicazioni e scioperi, sostenuta in particolare dalla CGT (Confédération générale du travail) e dal Partito socialista; quest’ultimo si indebolì nel 1920 e venne fondato il PCF. Nacquero poi nuove industrie, soprattutto nel settore automobilistico. GRAN BRETAGNA: i suoi primi mesi del dopoguerra furono stabili. A partire dal 1920-1921, i settori minerario e cotoniero furono soprattutto colpiti dalla crisi: si registrò un aumento di disoccupazione (circa 2 milioni e mezzo persero il lavoro), i minatori scioperarono contro l’aumento dell’orario di lavoro e la diminuzione dei salari. Le conseguenze della sconfitta, infatti, danneggiano gravemente la forza delle Trade Unions. Inoltre, il paese dovette anche risolvere la questione irlandese. Nelle elezioni del 1918 la maggioranza assoluta dei seggi attribuiti all’Irlanda viene conquistata dal partito indipendista e repubblicano Sinn Fein; i rappresentanti irlandesi si rifiutano di sedersi a Westminster e proclamano la Repubblica autonoma d’Irlanda con un nuovo parlamento. La Gran Bretagna risponde con l’esercito, dando vita a una guerra. L’Irlanda è guidata dall’Irish Repubblican Army (IRA). Nel 1921 il Trattato anglo-irlandese divide l’isola per interrompere la guerra: l’Irlanda comprendeva l’intera isola, tranne le sei contee dell’Ulster, che restarono nel Regno Unito. Il nuovo Stato, ricevette lo statuto di dominion. AUSTRIA: fu ridotta territorialmente; a livello politico e sociale, si ritrovò divisa: Vienna era detta “la rossa”, perché era in mano ai socialdemocratici, le campagne erano “bianche”, cioè votavano per il Partito cattolico. GERMANIA: la Repubblica di Weimar, dotata di una Costituzione avanzata che dava al paese una struttura federale (ad esempio preveda il suffragio universale esteso anche alle donne), visse una profonda crisi economica e sociale. Nelle forze politiche di estrema destra esistevano, oltre ai Freikorps, l’organizzazione paramilitare di Stahlhelm e il Partito nazionalsocialista operaio tedesco (NSDAP). Nel 1919, il governo frena la rivoluzione comunista della Lega di Spartaco; nel 1923, a Monaco fallì un colpo di Stato tentato da Hitler, capo del Partito nazionalsocialista. Solo dalla metà degli anni ‘20 la crisi tedesca poté dirsi superata, grazie al piano Dawes (si trattava di un piano economico che prevedeva la rivalutazione del marco, una dilazione del pagamento dei risarcimenti che gravano la Germania e la possibilità del paese di ricevere prestiti internazionali). USA: divenne sempre più notevole la leadership mondiale del paese. Tuttavia, dopo la fine del conflitto, la società americana fu scossa da una minaccia: tra il 1918 e il 1919, la “paura rossa” (red scare) strinse un’opinione pubblica instabile. In politica estera prevalse l’isolazionismo, basato sul rifiuto di approvare i trattati di pace e l’adesione alla Società delle Nazioni. Si diffusero atteggiamenti intolleranti e razzisti, e le Chiese avviarono una legge che prevedeva il divieto di produrre, vendere e trasportare bevande alcoliche: questo periodo è ricordato come “proibizionismo”. tariffe doganali sui prodotti industriali provenienti da paesi terzi. In questo modo, si facilitavano le esportazioni. Crisi in Francia: la Francia, colpita dalla svalutazione della sterlina, si affida al Fronte popolare (l’alleanza di tutte le forze di sinistra, comunisti e socialisti) guidato da Léon Blum che però presto cade a causa di disaccordi interni alla coalizione e allo “sciopero internazionale” fatto dal blocco economico. RIVOLUZIONE RUSSA / STALINISMO In Russia, furono gli effetti della Prima guerra mondiale ad avviare la rivoluzione e infatti ha messo fine all’Impero zarista. Di conseguenza, si diffonde il rifiuto della guerra, con numerosi scioperi nelle città (ad esempio i contadini si rivendicarono del possesso della terra). In seguito alla rivolta scoppiata a Pietrogrado il 23 febbraio 1917, il regime zarista crollò e dopo l’abdicazione di Nicola II, si formò un governo provvisorio tra i partiti borghesi presenti nella Duma (il Parlamento). All’interno della Duma, il partito più forte era quello dei cadetti che aveva l’appoggio della borghesia. Poi c’era il Partito socialista rivoluzionario (erede del populismo), più deciso nel sostenere le rivendicazioni dei contadini. Gli operai erano a favore del Partito socialdemocratico russo, che si era diviso nel 1912: i menscevichi e i bolscevichi. I menscevichi erano più moderati e pensavano che fosse presto costruire il socialismo in Russia, perciò si battevano per una rivoluzione sociale in grado di eliminare il regime zarista e di creare istituzioni parlamentari democratiche. I bolscevichi, invece, erano più radicali e ritenevano necessario che si formasse un’alleanza di classe tra operai e contadini, perché pensavano che avrebbe potuto scatenare una rivoluzione che portasse alla dittatura del proletariato. Durante la rivoluzione del 1905, a Pietrogrado, gli operai e i soldati diedero vita a un soviet (consigli di fabbrica/assemblee di contadini), formato da delegati eletti tra i socialisti rivoluzionari, i menscevichi e bolscevichi. Inizialmente le forze politiche che avevano la guida del soviet, collaborano con il governo provvisorio; la situazione cambiò nel 1917, quando ritornò Lenin. Appena giunto a Pietroburgo, diffuse le sue “Tesi di aprile”: il principio di queste tesi era di dare il potere ai soviet (soluzioni: far uscire la russia dal conflitto, ridare la terra ai contadini). Cominciò dunque un periodo di dualismo di poteri, tra la Duma e il governo da un lato e i soviet dall’altro. La maggioranza dei partiti borghesi della Duma e il governo provvisorio, volevano continuare la guerra e perseguire gli obiettivi territoriali per i quali la Russia era entrata nel conflitto; i soviet volevano invece la pace e la riforma agraria. In ottobre i bolscevichi presero il potere con un colpo di Stato, rimuovendo il governo provvisorio: fu così costituito un nuovo governo, il Consiglio dei commissari del popolo, presieduto da Lenin, che abolì la grande proprietà terriera e ottenne la pace. Dopo le elezioni per l’Assemblea costituente del novembre 1917, i bolscevichi sciolsero l’Assemblea stessa e la Russia si avviava verso la dittatura. Il governo rivoluzionario doveva fronteggiare una grave emergenza rappresentata dagli oppositori interni: nel 1918 le truppe che sono rimaste fedeli ai vecchi ufficiali dell’esercito zarista, attaccarono sui fronti della Siberia, del Don e dell’Estonia. In questo modo iniziava la guerra civile (1918-1921): fu una guerra civile che scoppiò in Russia in seguito alla Rivoluzione d'ottobre e alla presa del potere da parte dei bolscevichi. Essa fu combattuta tra i "rossi", e gruppi controrivoluzionari, detti "bianchi", sostenuti da un’alleanza di paesi quali Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia. I rossi ottennero la vittoria finale nel conflitto, eliminando le forze controrivoluzionarie e instaurando il loro potere su tutto il territorio della nascente Unione Sovietica. A livello economico, nel 1918 i bolscevichi introdussero il cosiddetto “comunismo di guerra”: fu una serie di provvedimenti economici e sociali presi nella Russia post rivoluzionaria guidata da Lenin e dal Partito bolscevico tra il 1918 e il 1921 durante la guerra civile russa; uno degli obiettivi principali fu l’aumento della produzione per rispondere in modo più adeguato al fabbisogno della popolazione. La politica del comunismo di guerra, per rispondere ai requisiti, venne realizzata attraverso una serie di azioni: -le requisizioni forzate che attraverso questa pratica i contadini erano costretti a consegnare i propri raccolti allo Stato, che li pagava un prezzo bassissimo; -la nazionalizzazione delle industrie, che a partire dal 1918 lo Stato cercò di controllare e organizzare in maniera diretta la produzione industriale; -il controllo del commercio. Il comunismo di guerra, anche se aveva trovato le risorse per equipaggiare l’Armata rossa, aveva anche provocato conseguenze gravissime. Il governo introduce quindi la Nuova politica economica (NEP, pianificazione economica che permette di creare piccole imprese) nel 1921: si allentò il controllo statale sull’economía e la situazione lentamente migliorò. Nel marzo 1919 era stata fondata la “Terza Internazionale”, che impegnava i partiti aderenti a lottare per estendere la rivoluzione a livello mondiale, difendere la Russia rivoluzionaria e rompere i rapporti con i riformisti. Nell’aprile 1922 Stalin fu eletto segretario generale del partito comunista e il potere bolscevico trovò un ordine istituzionale: infatti il nuovo Stato assunse il nome di Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche (URSS). Nel luglio 1923, una nuova Costituzione assegnò al Partito bolscevico, rinominando Partito comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), il ruolo del partito unico. Dopo il ritiro di Lenin, ci fu una lotta per il potere tra Trotsky e Stalin: -Trotsky (internazionalista) affermava che era necessario esportare la rivoluzione in tutto il mondo, secondo la teoria della cosiddetta “rivoluzione permanente”. -Stalin sosteneva invece la teoria del “socialismo in un solo paese”, ovvero che lui voleva rafforzare il potere in Russia. Fu il vincitore. Trotsky prima viene rimosso come ministro per la guerra, poi espulso dal partito, esiliato e infine ucciso in Messico dagli uomini di Stalin (1940). La dittatura si sviluppò con il potere di Stalin e furono
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