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1. giovanni verga l’addio di ‘ntoni da i malavoglia, Appunti di Letteratura Italiana

analisi e parafrasi

Tipologia: Appunti

2014/2015
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Caricato il 07/12/2015

carlitazucca
carlitazucca 🇮🇹

4.7

(3)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica 1. giovanni verga l’addio di ‘ntoni da i malavoglia e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 25 4. GIOVANNI VERGA (ANALISI DEL TESTO) L’addio di ‘Ntoni Una sera, tardi, il cane si mise ad abbaiare dietro l’uscio del cortile, e lo stesso Alessi, che andò ad aprire, non riconobbe ‘Ntoni il quale tornava colla sporta sotto il braccio, tanto era mutato, coperto di polvere, e col- la barba lunga… (da I Malavoglia, cap. XV) COMPRENSIONE COMPLESSIVA Esponi il contenuto del brano proposto. Il brano proposto chiude il ro- manzo I Malavoglia: il giovane ‘Ntoni ha scontato la pena che la società gli ha imposto per aver svolto attività illecite, ma solo adesso si appresta a scontare ve- ramente la sua colpa. La condi- zione di estraneità del personag- gio è subito evidenziata dall’ab- baiare del cane che non conosce ‘Ntoni, e quasi non lo riconosco- no neppure Alessi e Mena tanto era mutato, coperto di polvere, e colla barba lunga. Il giovane Malavoglia non appartiene più al suo mondo d’origine e il ritorno alla casa del nespolo è in realtà un addio definitivo: egli sa di aver tradito i valori morali della famiglia e di non poter offende- re con la sua presenza il nucleo ricostituito degli affetti e del- l’onore. La sua visita ad Aci Trezza, quindi, si configura come un ultimo, intenso saluto al pas- sato: ‘Ntoni ripercorre i luoghi della propria casa come se li ve- desse per la prima volta (e anda- 26 va guardando in giro le pareti, come non le avesse mai viste), perché per la prima volta ha com- preso il valore di ciò che essi rap- presentano: l’unità familiare, l’affetto, l’onore, l’onestà. Ales- si e Mena, d’altra parte, pur di- mostrando con i loro semplici gesti l’affetto nutrito per il fra- tello (Gli misero fra le gambe la scodella, perché aveva fame e sete; Alessi gli buttò le braccia al collo), condividono la sua scelta di allontanarsi, ritenendo- la l’unica possibile. La condan- na di ‘Ntoni, insomma, non po- teva essere più dura: proprio ora che «sa ogni cosa», deve andar- sene, nonostante il rammarico. L’esclusione di ‘Ntoni è defini- tiva e irreversibile: nel momento in cui le ha tradite, egli ha perso le sue radici ed è solo in mezzo al paese. ANALISI Individua e spiega la valenza simbolica degli spazi. Gli spazi entro cui si svolgono i fatti si dividono in quelli interni alla casa del nespolo e in quelli esterni ad essa, nelle strade del paese di Aci Trezza. In entrambi i casi, i luoghi hanno una forte valenza simbolica: la casa di fa- miglia, con i suoi interni e i suoi oggetti, rappresenta il passato, al quale ‘Ntoni guarda con strug- gente malinconia, mentre il pae- se, con la piazza scura e deserta e tutti gli usci chiusi, ribadisce la sua condizione di esclusione e isolamento. Resta il mare. Uomo ed elemento naturale sem- brano doppiamente uniti: da un 29 problemi di arretratezza e di de- grado della propria terra; la cor- rente naturalista francese gli in- segna che l’artista ha il dovere di ritrarre la realtà così com’è, senza trascurarne alcun aspetto, per quanto crudo o ingiusto. Su tutti questi elementi si innesta il Verismo verghiano, caratterizza- to da una visione fondamental- mente pessimistica della vita: l’uomo non ha possibilità di mi- gliorarsi (per Verga il progresso è solo un’illusione) e ancor meno di raggiungere la felicità, ed è piuttosto destinato a restare schiacciato dai meccanismi di una società in cui vige la legge del più forte. Tale idea sottende all’ideazione del cosiddetto «ci- clo dei vinti», che nell’intento originario dell’autore avrebbe dovuto dimostrare, a tutti i livel- li della scala sociale, l’inesora- bile destino di sconfitta che at- tende chiunque si volga alla con- quista del successo o al supera- mento della propria condizione di oppresso. Così avviene appun- to nei Malavoglia, dove ogni ten- tativo di un’umile famiglia di pescatori di abbandonare la pro- pria vita stentata e misera si ri- solve in una tragedia, o nel Ma- stro-don Gesualdo, dove l’omo- nimo protagonista, un povero manovale, grazie al duro lavoro e a un matrimonio di interesse, riesce a entrare a far parte del mondo dorato dell’aristocrazia, ma ne resta vittima. La narrazio- ne di Verga è basata sul rispetto del cosiddetto «canone dell’im- personalità», ereditato dai narra- tori naturalisti francesi. A diffe- 30 renza di questi ultimi, però, non esiste nello scrittore siciliano al- cuna intenzione di attribuire alla propria produzione letteraria un valore sociale. Verga vuole sem- plicemente riprodurre la realtà in maniera oggettiva, lasciando par- lare i personaggi e gli avveni- menti, e astenendosi dall’espri- mere commenti, in modo che l’opera sembri «essersi fatta da sé». Nella sua visione pessimi- stica del mondo non c’è spazio per alcuna forma di speranza, tanto meno in un’arte che abbia il potere di modificare le ferree leggi della società. Raccontare il fatto: questo è l’obiettivo di Ver- ga, fermamente convinto che la realtà stessa abbia più potere per- suasivo di qualunque parere o giudizio su di essa.
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