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1 teatro italiano del novecento 1, Appunti di Letteratura

il teatro italiano del 900

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 19/12/2015

hibahiba
hibahiba 🇮🇹

4.1

(7)

4 documenti

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Scarica 1 teatro italiano del novecento 1 e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! 1 IL TEATRO ITALIANO DEL NOVECENTO - BREVE PANORAMA Numerosi autori di teatro nel Novecento. Ma spiccano quattro grandi nomi : Luigi Pirandello (1867-1936), Ugo Betti (1892-1953), il napoletano Eduardo De Filippo (1900- 1984), Dario Fo (1926): quattro autori di tipo completamente diverso ma che hanno portato veramente qualche cosa di nuovo al teatro italiano, in ritardo sul teatro europeo. 1/ Tra la fine dell’800 e i primi del 900 coesistono due tipi di teatro, corrispondenti a due aspetti della piccola borghesia: il teatro di tipo dannunziano e il teatro di tipo pirandelliano: - Il teatro di Gabriele D’Annunzio esalta l’eroismo, fa l’apologia del superuomo - Il teatro di Pirandello è un teatro di crisi: crisi dei valori risorgimentali, crisi dell’identità individuale e sociale; alienazione dell’uomo nella famiglia e nella società; alienazione dell’intellettuale nel nuovo mondo. Questi due teatri non si oppongono: si completano; rappresentano la società dell’epoca. Si può dire che D’Annunzio chiude un’epoca mentre il teatro di Pirandello si sviluppa dal 1916 in poi e introduce il Novecento. Fin dall’inizio del 900, si delineano due tendenze: - il “teatro passatempo”, quello più diffuso, destinato a un pubblico borghese; teatro col solito triangolo “marito-moglie-amante”, che esiste tuttora e continua ad avere successo - “l’altro teatro”, teatro di provocazione; scopo: sorprendere il pubblico, costringerlo a reagire, a riflettere. 2/ Dopo la Prima guerra mondiale, diverse forme teatrali si susseguono (o coesistono) dall’inizio alla fine del Novecento. Il teatro grottesco: parodia del teatro borghese presentato in uno specchio deformante; mette in scena l’uomo marionetta. I principali rappresentanti: Pirandello, Rosso di San Secondo, Bontempelli... Il teatro d’avanguardia, il teatro futurista: tipo di teatro nato in Europa nel 1896 con Ubu roi di Alfred Jarry (parodia di Macbeth). Teatro teorizzato in Italia da diversi manifesti di Marinetti (Il teatro futurista sintetico, Teatro della sorpresa, Scenografia futurista) = spettacolo frammentario, disorganico, veloce, paradossale; con priorità a gesti e alle mimiche e dove il pubblico è invitato ad intervenire. Il regime fascista teatralizzò la vita politica, facendone una continua rappresentazione di massa (divisa, adunanze che collocano i partecipanti sotto il palcoscenico dell’oratore, applausi di approvazione, ecc). Usò gli spazi teatrali delle piazze. Nel campo culturale sono prese grandi iniziative a favore del teatro. Rinasce il teatro classico all’aperto nell’arena di Siracusa; viene fondata l’Accademia d’arte drammatica (prima scuola in Italia di regia, attori e tecnici). Creazione dell’ETI (Ente Teatrale Italiano) che coordina e sovvenziona il teatro ufficiale. Nasce Cinecittà e nascono i primi cine-club per la diffusione dei film d’arte. Se lo slancio organizzativo è grande, la produzione drammatica è deludente. Continua il teatro grottesco, psicologico, mondano, mitico... il cui più geniale rappresentante è 2 Pirandello. Niente grandi novità, le avanguardie sono rientrate nei ranghi, pesa la censura. Tuttavia grazie a qualche bravo direttore du teatro (Bragaglia) sono aggiornati i repertori, sono recitate opere di autori contemporanei italiani ed europei (Jarry, Cecov, Shaw, Brecht...), sono riproposti spettacoli di commedia dell’arte, interpretazione moderna dei classici italiani (Ruzante, Aretino, Della Porta). Il Varietà : Durante il ventennio fascista e dopo, parallelamente al teatro di tipo ‘tradizionale’ si sviluppa e incontra un immenso successo lo spettacolo di varietà, di origine popolare, derivato dai music-hall inglesi e dai cabarets e café-concerts francesi. Teatro basato sull’abilità degli attori, con ampia parte d’improvvisazione, che nasce da un rapporto immediato e diretto col pubblico. Spettacolo che comprende canzoni, esibizioni di attori, illusionisti, spogliarelli, parodie... Il rapporto col pubblico è particolare: lo spettatore può fischiare l’attore, l’attore può aggredire lo spettatore, farlo salire sul palcoscenico (cf prestigiatori). Insomma il Varietà è sostanzialmente uno spettacolo d’intrattenimento, rivolto a un vasto pubblico. Esistono teatri di varietà in tutte le regioni, ma i due poli principali sono Roma e Napoli: Roma con Leopoldo Fregoli, Nicola Maldacea, Ettore Petrolini; Napoli con Raffaele Viviani e Totò. Viviani e Totò non sono soltanto dei comici: Totò (attore della contorsione e della smorfia) incarna la nuova miseria del piccolo borghese o del sottoproletariato italiano. Il teatro dialettale: Il grande rappresentante del teatro dialettale è il napoletano Eduardo De Filippo (1898-1984), attore, autore, regista comico e tragicomico di immenso talento. Erede della commedia dell’arte, di Pulcinella e del teatro di varietà, studia e mette in scena i rapporti dell’individuo con la famiglia, con la società e crea un tipo di disgraziato vicino al Charlot di Chaplin (cf. Natale in casa Cupiello, Napoli milionaria, ecc.). Lunga carriera (non solo dialettale) => fama nazionale e internazionale di molte sue opere. 3/ Dopo la Seconda guerra mondiale diversi fenomeni modificano la situazione del teatro in Italia: - il primato del regista sull’attore, per un teatro di qualità - la fondazione dei “teatri stabili”: nel 1947 è creato il Piccolo Teatro di Milano, il cui obiettivo è un teatro d’arte per tutte le categorie di cittadini (non vuole né un teatro di massa né un teatro di élite) - la diserzione massiccia dei teatri a profitto del cinema, poi della TV: 6 milioni di spettatori a teatro nel 1950, 3 milioni nel 1959. Morte del teatro di varietà. Per lottare contro la diserzione: moltiplicazione dei teatri stabili (Genova Torino, Trieste, Catania, Bolzano...) accompagnata da campagne di abbonamenti; allestimenti di spettacoli nelle fabbriche. Vittorio Gassman tenta l’esperienza del Teatro popolare itinerante (tipo TNP di Jean Vilar) con spettacoli sotto un tendone da circo mobile (in modo che il pubblico di provincia non sia discriminato rispetto a quelllo di Roma o Milano). Il Piccolo Teatro di Milano si specializza nelle opere di Goldoni e Brecht. Nonostante l’influenza del teatro europeo il teatro di tipo esistenzialista o pirandelliano continua ad occupare un ampio spazio: con Ugo Betti (“teatro dei processo morali e dell’ispezione”: cf. Corruzione al Palazzo di giustizia) o Diego Fabbri (“teatro del processo e dell’inquisizione”: cf. Inquisizione, Processo a Gesù...).
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