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11 settembre e la sicurezza globale. I fatti dell'11 settembre come problema storico - Ottavio D'Addea, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto libro di storia contemporanea

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 24/09/2018

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4.2

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Scarica 11 settembre e la sicurezza globale. I fatti dell'11 settembre come problema storico - Ottavio D'Addea e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 11 Settembre e la sicurezza globale Introduzione 7/10/01 USA lanciano Enduring Freedom (attacco USA contro i campi di addestramento di Al Qaeda in Afghanistan; trovati legami tra AQ ed altri gruppi che corroboravano il conflitto) 23/10/01 USA varano il Patriot Act: ampia libertà d'azione alle forze dell'ordine, svincolate dalla costituzione nelle indagini, dopo che alcuni Deputati furono minacciati 2002 istituita la National Commission on Terrorist Attacks Upon US Amministrazione Bush e truppe combattenti non godono di consenso da parte dell'opinione pubblica. Clima di sospetto legato all'incertezza delle elezioni politiche del 2000 (Bush vince di pochi voti elettorali su Gore, vincitore popolare). L11 settembre aiuta a legittimare la dottrina dell'internazionalismo interventista di Bush. Il nemico non è più quello della guerra fredda, ma è connotato sul piano simbolico e religioso. La dimostrazione del coinvolgimento di Osama bin Laden diventa indispensabile per giustificare l'intervento militare e la restrizione delle libertà civili in USA che ne deriva; importante il ruolo svolto dai media: i 19 dirottatori inaugurano una nuova strategia di terrorismo, usando il terrore come strumento di comunicazione politica internazionale. Molti pensano che sia un tentativo di legittimare gli interventi armati. Nell'89 alle ideologie si sostituiscono simboli con forte ripresa di quelli religiosi: Bush è legato alla destra evangelica; bin Laden promuove Al Qaeda (gruppo islamico che invoca crociate contro Ebrei e Cristiani), e si basa su un sinìmbolo, il Califfato universale → sono necessarie azioni mediatiche per attirare nuove reclute Non si tratta di uno scontro di civiltà perché bin Laden non rappresenta la civiltà musulmana; si tratta di guerra asimmetrica, evento senza precedenti. I fatti sono conseguenza diretta delle politiche statunitensi in Medio Oriente a partire dagli anni 70 ed in particolare degli anni 90. 1) evento performativo: scenari, attori, dinamiche Stessa prassi operativa; regolarità delle operazioni d'imbarco; velivoli simili; attraversano il latitudine il paese le comunicazioni tra torri di controllo e piloti procedono normalmente, ma il sistema difensivo USA si mostra inadeguato, in quanto costruito su modello della guerra fredda, impreparato a attacchi dall'interno Operazione Aerei: ha una durata di 4 ore; gli scali di partenza sono Washington e New York; la disposizione dei dirottatori a bordo segue schemi precisi; squadre di gorilla a protezione del pilota dirottatore; i dati forniti dalle hostess permettono di identificarli e delineare i contorni della procedura di dirottamento Primo esempio di terrorismo in presa diretta globale; l'ostensione continuata della morte crea negli spettatori un effetto simile a quello ricercato dalla poetica pirandelliana, ovvero l'abbattimento della quarta parete-tabù che separa il pubblico dalla scena; vedere gli attacchi significa parteciparmi e prelude all'esserci, trasformando il terrore in esperienza esistenziale. Il coinvolgimento emotivo trasforma un fatto visivo in esperienza vissuta. 8.46 il volo 11 si schianta contro la Torre nord del World Trade Center; decolla il volo 175 9.03 il volo 175 si schianta contro la torre Sud; viene comunicato l'Air Traffic Control Zero (tutti gli aerei in volo devono atterrare) 9.37 il volo 77 si schianta contro il Pentagono Le comunicazioni tra passeggeri e famigliari furono rese possibili dal sistema airphones; le chiamate furono fatte con l'assenso dei dirottatori che volevano amplificare la portata mediatica dell'evento L'operazione prevedeva ci fosse un distacco di 15 minuti tra i 4 aerei, ma il volo 93 partì con 25 minuti di ritardo; inoltre i dirottatori erano 4 e non 5 com'è stato previsto, e stentano a mantenere il controllo. I passeggeri si rivoltano e fanno precipitare l'aereo in un campo vuoto a Shanksville, a 20 minuti di volo da Washington La difesa aerea USA fu organizzata come un sistema a strati per rispondere alle esigenze di fine guerra fredda: gestione parcellizzata senza circolarità nella diffusione delle notizie; il sistema che gestiva le crisi aeree era concepito per azioni di terrorismo di lunga durata; il monitoraggio è basato sul segnale trasmesso dal trasponder, che viene spento durante questo attacco; dirottamenti previsti sono in simulazioni, che sostanzialmente non preparavano a nulla del genere dall'India nel 1971 ad opera del movimento deobandita, che nasce nel 1867), ed il rafforzamento dell'Islam lo porta ad allearsi con USA e le monarchie del Golfo. Usa la zakat (offerta rituale) prelevando il 2,5% dai depositi bancari per finanziare le scuole religiose regionali, spingendo verso la loro radicalizzazione, e formando i talebani. Con la fine dell'intervento URSS nell'89 l'Afghanistan rientra negli obiettivi del Pakistan, ed i suoi campi di addestramento diventano rifugio internazionale per i terroristi degli anni 90 Nel 1990 l'Iraq di Hussein invade il Kuwait, minacciando i giacimenti petroliferi locali; i Sauditi ricorrono all'aiuto USA: è l'inizio della prima guerra del Golfo (1990-1991). Hussein aizza il mondo islamista contro i Sauditi. Emerge in Pakistan il salafismo jihadista, ostile ai Fratelli Musulmani, che propone l'interpretazione letterale del Corano e considera gli USA come bersaglio del loro jihad. Legati ai gruppi radicali egiziani. Non hanno vocazione transnazionale, ma Azzam indirizza il loro messaggio a tutto il mondo arabo. Presentano alcune affinità con i talebani, di scuola hanafita e corrente deobandita, il cui jihad è diretto contro la società; godono dell'appoggio saudita per l'ostilità nei confronti degli sciiti. Nascita di una nuova idea di jihad negli anni 90, che risente della guerra del Golfo: tornati ai paesi d'origine i mujaeddin (combattenti impegnati nella jihad) legittimano l'uso della violenza con il successo della rivoluzione iraniana, desumendone 1)l'idea della difesa della terra e 2) del valore salvifico del martirio. Bin Laden parla degli USA trasformandoli in nemico cosmico: delegittimazione → demonizzazione 1) crisi di fiducia in merito all'autorità di un regime e delle sue politiche 2) conflitto di legittimità: un gruppo di denuncia contesta il sistema 3) crisi di legittimità: protesta estesa a tutti quelli associati al regime, demonizzati come nemici ciò permette di commettere atrocità senza rimorsi e giustificare atti terroristici. Al Qaeda nasce in seguito all'esplosione demografica e subisce gli effetti della letteratura di massa e della delocalizzazione della trasmissione della conoscenza: lo stato non può controllare i nuovi islamisti perché la loro conoscenza è stata acquisita frammentariamente a causa del rigetto del sistema scolastico. Bin Laden, in quanto nuovo tipo di leader, emana fatwa investendosi di ruolo di difensore dei valori dell'Islam. Il gesto dei dirottatori è una testimonianza di fede, azione di guerra contro le forze del male rappresentate dagli USA. L'obiettivo non è abbattere le Torri Gemelle, ma mostrare la fedeltà dei nuovi combattenti islamisti. 3) Fine del bipolarismo post guerra fredda e la dimensione transnazionale del nuovo jihad Gli attentati del 93 al WTC coincidono con quelli del 2001 solo sul piano sibolico, ma le operazioni di peacekeeping in Iraq hanno contribuito ad interpretare i fatti dell'11 settembre come compimento del progetto di Al Qaeda. La genesi del network e la progettazione degli attentati sono legate tanto all'esperienza di Bin Laden in Afghanistan quanto a quel miscuglio ideologico dei campi di addestramento che nasce dalla commistione tra islamismo e cultura orientale. L'invasione sovietica dell'Afghanistan suscita la preoccupazione della monarchia saudita; da tutto il mondo islamico accorrano giovani mujaeddin. Nel 79 il primo ministro afghano destituisce il presidente Tarak, e l'URSS riconosce il nuovo governo sostenendo l'insediamento dei comunisti; nello stesso anno Bin Laden lascia l'Arabia Saudita e si reca in Pakistan per incontrare i leader afghani per organizzare il jihad antisovietico reclutando combattenti volontari in una coalizione organizzata dalla CIA con presenza di GB, Pakistan e Cina. Sull'esperienza del Vietnam, gli USA decidono di patrocinare il conflitto attraverso un sostegno indiretto alle fazioni antisovietiche. All'Università conosce gli insegnamenti di Qutb e Azzam. Bin Laden acquisisce fama presso i volontari per la sua frugalità e per l'osservanza della zakat. Dal 1984 lavora con Azzam che dirige il MAK, Ufficio dei servizi afghano, occupandosi della propaganda, dei fondi e del reclutamento di combattenti. All'arrivo delle truppe USA in Arabia Saudita in seguito all'invasione del Kuwait del 1990, Bin Laden entra in disaccordo con la famiglia regnante, che lo priva della cittadinanza nel 1994. Si rifugia quindi in Sudan dove il MAK aveva costituito azioni di copertura, ma nel 1996 è costretto a trasferirsi in Afghanistan. Il servizio segreto pakistano lo introduce all'ambiente dei leader talebani. All'interno del MAK Bin Laden si specializzò in operazioni finanziarie di portata internazionale, usando ONG come tramite economico e sponsor per il reclutamento di musulmani emigrati all'estero; queste ultime finanziavano moschee o scuole coraniche gestendo la propaganda ed il reclutamento. Le linee guida di Al Qaeda vengono formulate da Azzam tra l'87 e l'88, concentrandosi sulla difesa dei musulmani oppressi, creando il concetto di Al Qaeda coe parte del Califfato Universale: l'unità del mondo musulmano iniziava dai mujaeddin. Tra la fine dell'88 el'inizio dell'89 le relazioni tra Bin Laden e Azzam si deteriorarono per diversità di posizioni sull'uso di questa forza: per Azzam essi dovrebbero essere destinati a conflitti etnico-relgiosi ed i fondi usati solo in Afghanistan, e non per azioni terroristiche, scopo che invece prevedeva Bin Laden. Alla fine dell'89 Azzam venne ucciso da un'auto bomba, promuovendo Laden a leader del MAK. Passaggio da guerriglia alla pratica terroristica. La struttura continuò nonostante il disimpegno degli sponsor militari e finanziari nell'89, poiché non vi era più bisogno di mantenere un esercito permanente di combattenti, ma solo un task force di pronto intervento. La fragilità politica che segue il ritiro delle truppe sovietiche facilita l'internazionalizzazione di Al Qaeda: le risorse vennero deviate dall'Afghanistan ai conflitti regionali dove l'islamismo era stato soffocato in maniera cruenta, e si gettano le basi per la creazione di una rete mondiale poggiata su un framework di organizzazioni politiche e militari islamiste. Il termine Al Qaeda viene usato negli anni 80 dai radicali islamici combattenti in Afghanistan, denotando la base da cui operavano. Alla fine della guerra Azzam lo usa per indicare il ruolo di avanguardia dei volontari imoegnati nello jihad internazionale, che avrebbero assunto la funzione di solido fondamento per la società futura. Indicava anche una tattica fondata sull'ideologia religiosa. Essa era necessaria come base per ricostruire il jihad che si stava disintegrando per l'avvicinarsi della fine della lotta in Afghanistan e il riemergere di divisioni nazionali tra i mujaeddin. La fuga di Laden in Sudan vede la nascita di Al Qaeda dalle ceneri del MAK, operando da terrorista e uomo d'affari, finanziando il conflitto serbo-croato e tentando di entrare in possesso dell'uranio. Il ritorno in Afghanistan è seguito da un'evoluzione delle tattiche di Al Qaeda, che esclude i leader politici musulmani dai bersagli degli attentati, basando la propria strategia su missioni suicide di portata globale, dirette contro USA e l'Occidente. La fatwa del 98 contro i cittadini americani dimostra un rinnovato vigore: Al Qaeda è pronta a mettersi alla guida del terrorismo internazionale → attentato alle ambasciate USA in Kenya e Tanzania 1998 4) La struttura di Al Qaeda Il successo di Al Qaeda è legato alla storia del MAK, che opera nella legalità fino al 94. La dimensione teologico-speculativa ha dotato Al Qaeda di una forte capacità rigenerativa. Rielaborazione del pensiero di Azzam: l'islam ha avuto funzione di collante ideologico travalicando le differenze tra le diverse interpretazioni dell'Islam e le barriere nazionali. La formazione dei membri si basa su un apprendimento meccanico e acritico che usa documentari e pamphlet Alla fine del conflitto afghano MAK e Al Qaeda convivono, ma nel 98 quest'ultima si riorganizza in quattro entità distinte ma complementari: 1) struttura piramidale che facilita la direzione strategica e tattica 2) network globale terrorista 3) forza base di lotta di guerriglia in Afghanistan 4) conglomerato transnazionale di gruppi terroristici e guerriglieri del 2001 viene sviluppato un programma di aiuti segreti ai nemici talebani, fra cui l'Alleanza del Nord ( fronte islamico unito per la salvezza dell'Afghanistan) , ma il programma si arena a causa dei costi. Si tenta quindi inutilmente la via diplomatica con il Pakistan. Bush introduce una procedura di briefing che prevedeva una riunione di aggiornamento mattutina. Ad agosto si segnala un incremento di minacce in corrispondenza degli anniversari degli attentati alle ambasciate USA, non escludendo attacchi su territorio nazionale, ma ciò non diede luogo ad azioni promosse dai membri del Comitato di sicurezza. L'operazione aerei viene progettata dopo il fallimento fel primo attentato al WTC del 93 organizzato da Youssef. Nel 95 si coincia a pensare all'uso di aerei come armi da dirigere contro obiettivi civili con valore simbolico: nasce l'operazione Bojinka (progetto di distruzione di 12 aerei lungo la rotta tra USA e Asia). Il piano originario di Mohamed, la matrice dell'Operazione Aerei, viene concepita negli anni 90 e prevedeva di usare 10 aerei che avrebbero colpito il quartier generale della CIA, dell'FBI, delle centrali atomiche, dei grattacieli in California e nello stato di Washington. Dopo essere atterrato ed aver ucciso tutti i maschi presenti, Mohamed avrebbe tenuto un discorso trionfale. Nel 99 il piano viene perfezionato da Atef, escludendo il discorso finale. L'operazioni viene rallentata da difficoltà logistiche per i visti d'ingresso dei terroristi yemeniti, e venne divisa in due parti: 1) aerei civili dirottati su obiettivi USA 2) dirottamento o esplosione di aerei civili sul Pacifico La formazione prevedeva, oltre all'addestramento militare, òla conoscenza base dell'inglese, della navigazione sul web e lo studio degli orari di volo; grazie ai viaggi di ricognizione si ottenne un certo numero di timbri sui passaporti da apparire semplici turisti. Non vengono usate armi, quindi le spese sono limitate alla permanenza e agli spostamenti; vengono stanziati 500.000 dollari (la cui provenienza è oggetto di indagine); i fondi rimasti sono resi disponibili per altre missioni. Nella primavera del 2000 Laden annulla la parte del piano inerente al Pacifico per difficoltà di coordinamento. Alla fine del 99 la cellula di Amburgo non apparteneva ancora ad Al Qaeda ma si riconosceva ideologicamente con il network; alla fine dell'anno i componenti sono pronti ad abbandonare la loro vita da studenti per il jihad. Tutti hanno scelto di combattere contro i Russi in Cecenia. Dopo un addestramento di volo della durata di un anno, nel marzo 2001 Hanjour e Hamzi accolgono i dirottatori gorilla, che avrebbero dovuto condurre l'assalto alle cabine di pilotaggio tenendo sotto controllo i passeggeri, reclutamento che comincia nel 2000. Essi si allenano in palestra, noleggiano auto e aprono conti correnti. Si concorda il momento dell'attacco e gli obiettivi. Ad agosto viene addestrato un pilota di riserva, che però non riesce a passare la frontiera. Il 9 settembre due sicari travestiti da giornalisti uccidono il leader di Alleanza Nord, e la medializzazione degli attacchi si ritorce contro Laden: il terrore collettivo attira una condanna unanime dell'Occidente e di alcune voci isolate nel mondo musulmano. L'ostensione della morte non scatena uno scontro tra civiltà ma una coalizione internazionale che ostacola Al Qaeda. 6) La dinamica degli impatti e il crollo delle twin towers La ricerca storica su questo argomento dispone di una grande varietà di fonti storiche, vere o false che siano; a distanza di una decina d'anni nasce il debunking, una categoria di studi di alta divulgazione che si rivolge al grande pubblico, chiarendo con rigore scientifico punti apparentemente confusi. L'analisi dei danni strutturali d'impatto aereo dimostra che il crollo delle Torri venne anticipato rispetto ai limiti di resistenza previsti per legge per l'azione congiunta degli impatti e degli incendi, L'inadeguatezza dei dispositivi di sicurezza non arginò gli effetti, contribuendo a indebolirne la struttura. Nel primo attacco al WTC del 93 il piano di Youssef prevedeva un alto numero di vittime che avrebbero ripagato le sofferenze patite dai palestinesi per l'appoggio concesso ad Israele. La copertura mediatica dell'attentato del 93 aveva sopravvalutato la capacità di reazione delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, esaltando la resistenza delle torri gemelle. L'inadeguatezza dei sistemi di evacuazione e comunicazione erano state trascurate a favore dell'aspetto sensazionalista ma si ripresentano nell'attacco aereo del 2001 con nuove variabili che determinano un collasso nelle procedure di soccorso di cui è responsabile l'amministrazione cittadina. Il maggior numero di vittime è causato da problematiche legate all'evacuazione. Nell'attacco era stato usato un furgone noleggiato contenente 600 kg di esplosivo. L'esplosione apre una breccia di 7 piani ma non riesce a far crollare le due torri come da piano. Le torri erano divise secondo quattro sottoinsiemi strutturali principali: 1) parete esterna (composta da 236 colonne, 59 per facciata; nei primi 7 piani erano più distanziate per fare spazio alle porte d'ingresso. 2) Nucleo/core che fungeva da area di servizio centrale, estendendosi per tutta l'altezza dell'edificio 3) solai degli spazi commerciali che sorreggevano il carico accidentale 4) armatura sommitale (107-110 piano), costituita da travi di acciaio con lo scopo di sostenere un'antenna di grande altezza collocata sui tetti (poi solo sul WTC1; serviva da elemento di raccordo per distribuire i carichi La costruzione risente dell'evoluzione urbanistica newyorkese degli anni 70, proiettata verso la società di massa e costretta ad abbandonare la costruzione di edifici pesanti e massicci. La nuova normativa (68) permette di aumentare gli spazi commerciali a discapito dello spazio riservato alle vie di fuga, incrementando lo spazio del 21%. Vengono ridimensionate le scale a prova di incendio, ridotti i tempi minimi di resistenza delle pareti al fuoco e la protezione delle scale, nonché la loro distanza. Si crea uno squilibrio tra la sicurezza delle fondamenta ed il sistema di scale tarato per flussi di poche centinaia di persone. Nelle Torri erano in uso dei rapidi ascensori locali; nell'impatto i cavi di molti ascensori vengono trinciati. I soccorsi risultarono difficoltosi per le scale intasate da persone; il tempo di spostamento delle attrezzature dei vigili rallenta ancora di più la fuga. La struttura era concepita come una gabbia adeguatamente protetta agli impatti ma non all'esposizione a incendi. Dal 95 la Port Authority aveva iniziato la bonifica del rivestimento ignifugo,e poche settimane prima dell'attacco è stata completata la protezione di 30 piani su 220. La mancanza di interazione tra i corpi specializzati nei soccorsi contribuì all'inadeguatezza delle procedure di salvataggio: Fire Dep e Police Dep si consideravano entità indipendenti per rivalità corporative acuite in occasione delle operazioni di soccorso del 93. Il volo 11 colpisce la torre nord e 16 minuti dopo viene colpita la torre sud. Al momento dell'impatto, vengono prodotte palle di fuoco dal carburante che innescano incendi secondari, indebolendo la sua struttura. I vigili si concentrano sull'evacuazione. Il secondo aereo all'impatto trancia le tubature dell'acqua: non si può spegnere l'incendio, né bere o bagnare degli asciugamani per tamponare le porte; le scale non sono fruibili. I tetti sono inagibili per mancanza di visuale a causa del fumo. Alle 8.48, 23 minuti dopo il primo impatto, si vedono delle persone precipitare dalla torre nord. Ogni torre risponde in modo differente all'urto, per la diversa traiettoria. I piani erano stati concepiti per offrire un'ampia area commerciabile, con poche colonne e pareti divisorie. L'imponenza del grattacielo consentiva l'uso di materiale lapideo, rendendo la struttura più leggera ma vulnerabile agli incendi. In seguito al primo impatto i frammenti dell'aereo continuarono la loro corsa per inerzia verso l'interno dell'edificio, danneggiando il nucleo e abradendo il rivestimento ignifugo già indebolito dall'impatto. La torre nord regge il colpo, ridistribuendo il peso dalle colonne tranciate verso quelle adiacenti. Il vero danno fu causato dagli incendi scatenati dal carburante; la pressione causata dai gas caldi si manifestò in forma di nube infuocata, e la restante parte dell'aereo rimase innescata bagnando il mobilio; mischiatasi con l'apparecchiatura degli uffici e dell'aereo provocò incendi devastanti. L'esposizione al fuoco e ai vapori infiammati fece registrare temperature tra i 500 e i 1100 gradi, lontani dalla temperatura di fusione dell'acciaio, ma sufficiente ad alterarne la struttura fisica e le proprietà. La sezione sommitale era la più rigida, manteneva le sue cariche esplosive. L'11 settembre non fu necessario fondere l'acciaio della travatura ma cambiarne la struttura fisica con un abbassamento della resistenza strutturale e della portanza. Inoltre, il crollo non è avvenuto dal basso come affermano alcuni testimoni. → importanza del confronto di più fonti storiche L'impatto degli aerei innescò una serie di incendi che indebolirono le colonne di acciaio fino a causarne il cedimento ed il crollo. Il carburante non era l'unico combustibile, ma fungeva da fattore di innesco per incendiare il mobilio degli edifici. Quando gli incendi si estinsero si trovarono cumuli di acciaio fuso tra le macerie; ciò si spiega per la combinazione dell'effetto isolante delle macerie che continuarono a bruciare per settimane, raggiungendo temperature elevatissime. Questa scoperta ha portato all'ipotesi di abbattimento delle Torri tramite esplosivi che tendono a fondere l'acciaio: queste cariche provocano un intenso riscaldamento ma non sono in grado di fondere l'acciaio che viene tagliato per mezzo di un'azione meccanica. Si sostiene che gli sbuffi siano la testimonianza inequivocabile di esplosioni controllate. Gli studi hanno dimostrato che le torri sono cadute per l'effetto combinato dell'impatto e degli incendi secondari che hanno indebolito la colonna portante in acciaio; ciascun crollo fu caratterizzato dal pancaking, accastamento causato dal peso dei piani sovrastanti che danno luogo ad una reazione a catena. Nelle demolizioni controllate il crollo viene indotto artificialmente a partire dalle colonne portanti dei piani più bassi; le cariche necessarie avrebbero dovuto avere un peso di vari quintali e avrebbero sicuramente suscitato l'attenzione degli addetti. Sette ore dopo l'implosione delle torri crollò anche il WTC7, la cui struttura fu compromessa dall'azione degli incendi e delle macerie precipitate dalla torre nord. Il palazzo crollò su se stesso quando il lato est si inclinò, trascinando verso il basso quello ovest. Meyssan afferma che l'attacco al Pentagono è ordito dalle forze militari USA per giustificare future guerre, Il suo libro ha una larga eco in Francia e negli USA. L'ucrita del testo coincide con la creazione del format documentaristico cospirazionista. L'impianto della tesi è basato sulla mancanza di video sullo scontro del Boeing contro il Pentagono; le telecamere di sorveglianza erano impostate alla ripresa di un basso numero di fotogrammi al secondo per risparmiare spazio di registrazione, e non fu possibile descrivere dettagliatamente ciò che accade. La dimensione dei rottami non indica la dimensione dell'aereo ma la dinamica dell'impatto. La tesi che si trattasse di un piccolo aereo dotato di apparati supplettivi ha avuto una larga diffusione favorita dal miliardario Jimmy Walter che acquistò intere pagine di quotidiani arrivando a commissionare spot televisivi. La sua tesi si basa sulla dimensione del foro d'entrata nel Pentagono che è notevolmente inferiore rispetto all'apertura alare: le ali vennero gravemente indebolite dallo scontro di oggetti incontrati nel cammino dell'aereo prima dell'impatto; la superficie si sbriciolò all'impatto, e ciò che rimaneva penetrò nella stuttura in uno stato affine a quello liquido; il foro non fu prodotto dal muso della prua né dal motore, ma dal carrello che venne scagliato in avanti rispetto alla massa principale dei rottami. Conclusione L'uccisione di Osama bin Laden conclude la parabola dell'11 settembre e l'apogeo di Al Qaeda. La scomparsa di Laden segue di poco la morte politica del leader di Al Qaeda, avvenuta nell'aprile 2011 con il Risorgimento del Maghreb, fomentato da Al Jazeera che mostra la corruzione di alcuni regimi africani e mediorientali. Gli slogan di rivoluzione democratica testimoniano il declino di Al Qaeda che non è in grado di mobilitare le masse. L'uccisione e la sepoltura di Bin Laden, avvenuta in mare per timore che la salma venisse trafugata divenendo oggetto di venerazione, sono destinati ad alimentare ancora un diffuso sentimento anti americano di movimenti radicali islamici che come Hamas hanno condannato questa operazione di Intelligence. Nonostant ele profferte degli USA, nessuno stato al mondo accetta di seppellire la salma di Bin Laden attorno al quale si era creato un vuoto diplomatico in seguito all'11 settembre. I dati finora disponibili contrastano con quanto propugnato dall'ideologia complottista. L'ostensione all'ONU delle prove che attestavano l'esistenza delle “armi di distruzione di massa” e la successiva smentita hanno indotto a dubitare delle prove scientifiche prodotte per la ricostruzione degli eventi. L'accertabilità scientifica e storica di un fatto è stata legata al consenso o al dissenso dell'amministrazione Bush, politicizzando la ricerca sull'11 settembre. Quella mattina i controllori di volo si trovano a gestire il primo dirottamento multiplo della storica dell'aviazione rispondendo con i mezzi a loro disposizione. Lo spazio aereo USA viene violato all'apice della potenza militare, cancellando le certezze della guerra fredda. I vertici militari non abusano del loro potere ma sottomettono ogni decisione al presidente, rifiutandosi di impartire un ordine di abbattimento. Documenti Introduzione La guerra di cui è protagonista Bin Laden presuppone la rimozione dei limiti imposti dalla guerra fredda che era basata sulla proiezione di poteri nello spazio e sul possesso di mezzi. La guerra viene ora combattuta sul piano comunicativo e informatico. La guerra senza limiti è congeniale al cyber-spazio, ma anche alla fine dell'equilibrio bipolare, al cambiamento morfologico dello stato occidentale, alla fine del processo di decolonizzazione e al riemergere dei nazionalismi. Leggi non scritte del web decidono la vita di documenti solo in base al numero di consultazioni e non è raro imbattersi in citazioni che rimandano a documenti preziosi, non consultabili per la compromissione dei web-links. La durabilità delle odierne fonti ticalca le caratteristiche di volatilità delle fonti orali. I fatti dell'11 settembre possono essere letti come il risultato di concause, come fatto nell'evento e da ultimo come fenomeno di massa che diviene tema nell'analisi delle comunicazioni di massa. La vicinanza cronologia e l'avvento del web ha comportato la visione in diretta di una parte, quella più pregnante, degli attacchi. E' quindi un fenomeno mediatico dotato di spessore soprattutto nel web. Al Qaeda come base solida ed avanguardia (1998) Viene considerato da alcuni come il testo di fondazione di Al Qaeda. Il testo documenta il valore assegnato all'educazione dottrinale che esclude una formazione critica e basa l'educazione sulla prassi relgiosa. Il jihad afghano viene identificato non come periodo di lotta ma come periodo di formazione ideologica, e viene reinterpretato tramite una visione coranica: Azzam considera l'esperienza dei mujaeddin come il periodo meccano, associato alla preparazione ideologica e dottrinale, a differenza di quello medinese dedicato all'azione militare come applicazione legale. L'ostentazione della morte, cara ai fascismi, diviene uno dei dettami educativi dei campi-scuola, assieme alla visione continua di video che infiammano combattenti non dotati di senso critico, perché votati al martirio. Azzam sottolinea la lunghezza del processo di educazione necessario per fondare il nuovo stato. Come tutti i movimenti d'avanguardia, seguendo la lezione di Qutb, lo sceicco di rivolge ai giovani come forza rinnovatrice della società che vuole costruire; la rivendicazione dei successi ottenuti in conseguenza del jihad funge da rimozione del timore della fitna, la divisione tra musulmani. La concezione sociale wahhabita nella terra e il jihad contro gli USA (Bin Laden, 1996) Viene testimoniata la visione del mondo della corrente wahhabita come incarnata da Laden, che concepisce il mondo musulmano come virtualmente unito contro l'alleanza giudeo-cristiana. Il documento è stato prodotto nell'anno USA Una nuova intelligence per un nuovo terrorismo (2000, rapporto della Commissione Bremer) Il rapporto è diviso in 4 sezioni che comprendono delle raccomandazioni della Commissione: 1) il cambiamento della minaccia terroristica 2) un buon servizio di intelligence è la migliore arma contro il terrorismo 3) perseguire una strategia più aggressiva contro il terrorismo 4) prepararsi a prevenire o a rispondere ad attacchi catastrofici L'informazione ha un ruolo centrale: viene proposta l'eliminazione delle barriere informative per accedere agli archivi operativi per la lotta al terrorismo e lo scambio di informazioni possedute tra le agenzie di sicurezza. Il rapporto tocca un nervo scoperto della gestione politica USA che prevede costituzionalmente il controllo dei vertici politici sull'establishment militare, incluso il sistema dell'intelligence, e per il presidente il comando dell'esercito. Il controllo viene esercitato attraverso l'erogazione di finanziamenti alle agenzie di sicurezza. Il testamento spirituale dei dirottatori e la notte prima dell'11 settembre Il documento risente dell'influenza della corrente dell'Islam che fa capo a Qutb, precursore negli anni 60 dei Fratelli Musulmani. Qutb vedeva nell'occidentalizzazione dell'Egitto un nuovo tipo di paganesimo, i musulmani erano chiamati al combattimento, seguendo l'esempio del Profeta che lottò contro il paganesimo pre islamico. Il testo aveva lo scopo di distogliere la mente dei dirottatori da ogni preoccupazione mediante la recitazione intensiva di formule e testi religiosi: l'86% del testo è di contenuto religioso, con particolare attenzione alla preparazione interiore. Queste caratteristiche riconfermano il modus operandi di Al Qaeda che cura l'aspetto psicologico nella preparazione dei militanti attraverso la formazione religiosa. Il martirio prelude all'entrata nel Paradiso. La buona riuscita dell'attentato è legata alla disposizione d'animo del martire a cui si raccomanda di mantenere un animo positivo. Viene inoltre prescritto di uccidere con il coltello il nemico. Dalle telefonate sappiamo che seguirono questa prescrizione, ma possono averlo fatto per motivi rituali. L'attacco fu interpretato come elemento di servizio divino. La risposta di Bin Laden agli attentati dell'11 settembre (7 ottobre 2001) Laden dichiara la sua vicinanza ed il suo coinvolgimento nei fatti dell'11 settembre. Il linguaggio è fortemente connotato sul piano religioso, ma non vi sono richiami coranici diretti. Analizza il mondo contemporaneo come un cosmo suddiviso dalla linea della religione, suddivisione che gli consente di riproporre il tema della lotta tra fedeli e infedeli. La guerra che si consuma tra questi due mondi è giustificata dalle umiliazioni subite dal popolo musulmano a causa della tracotanza dei nemici. Lo stile, il registro e il format cospirazionista (Heikkila) La ricerca storica ha ottenuto risultati differenti da quanto proposto nel documento. Binalbish fu escluso dalla squadra di piloti perché il suo visto fu rifiutato, ma ebbe un ruolo come figura di collegamentro tra le squadre operative e Mohammed. La testimonianza di quest'ultimo, catturato nel 2005 in Pakistan, afferma che i piloti scelsero dei Boeing e non Airbus proprio per la possibilità di inserire il pilota automatico nei primi. La cellula di Amburgo rimpiazzò un altro gruppo inizialmente candidato al martirio, in quanto sospetti. Sono inoltre frequenti casi di omonimia o scambi di identità ma non è provato che i dirottatori vivano ancora. Dagli aerei USA è possibile telefonare usando gli airphone. Storiografia Introduzione Vi è una continuità nell'amministrazione Bush a proposito della politica estera mediorientale. Gli USA sono impegnati nel portare a compimento la guerra fredda giovandosi di una squadra coesa e non possono soddisfare le aspettative internazionali di pacificazione. (Valdevit) Il National Security Council dell'89 sottolinea i limiti della centralità americana nel Medio Oriente. La politica promossa da Bush senior porta ad appoggiare gli stati che – come nel caso dell'Iraq nella prima guerra del golfo – possono garantire la pace nella regione mediorientale. Bin Laden è una fiammata di ritorno della guerra fredda mediorientale, per il suo legame al movimento di resistenza contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Gli attacchi dell'11 settembre rappresentano la fine dell'invulnerabilità americana proprio mentre l'amministrazione Bush junior stava tentando di ristabilire il suo stato di inviolabilità per la vittoria riportata nella guerra fredda. La risposta USA agli attacchi segue il corso inaugurato da Reagan che aveva parlato di “asse del male”, concetto riproposto nella dottrina Bush del 2002 che dichiara l'impegno a lottare verso gli stati canaglia. La guerra si sposta presto in Iraq per la pretesa USA di leggittimare con fatti concreti il ruolo guida nel processo di globalizzazione. La dichiarazione di Bush, che identifica il terrorismo come quella parte in lotta contro gli USA non tiene conto delle radici nazionali e storiche dei movimenti terroristici. Gli alleati europei vengono considerati come pedine di second'ordine da usare in coalizioni estemporanee legate agli interessi cogenti degli USA. (Mammarella) L'11 settembre viene letto all'interno della storia delle relazioni internazionali del 900, cercando connessioni con il movimento di decolonizzazione che ha interessato la regione africana e quella mediorientale a partire dalla seconda metà del XX secolo. Questo approccio getta nuova luce sulle cause scatenanti del salafismo wahhabita, che non gode di un appoggio paragonabile a quello dei grandi ideologi come Qutb, cui dichiara di ispirarsi, L'11 settembre non è un fatto isolato, è una delle componenti del grande gioco dell'Asia e del Medio Oriente che si inseriscono nel mondo globale. (Kepel) Si confontino Al Qaeda a gruppi come Hizbullah che adottano forme di lotta violenta. Le radici di questi movimenti sono riconducibili ai movimenti urbani legati all'esplosione demografica degli anni 60. A differenza di Hizbullah, Al Qaeda non ha un programma politico, il ricorso alla violenza non è in relazione ad alcun obiettivo chiaro. Per questa ragione i dirigenti e i militanti di Al Qaeda riservano all'azione un peso maggiore che all'ideologia. Bisogna leggere la struttura decentrata di Al Qaeda alla stregua di una seconda ondata di ribellione anarchica, come reazione alla crisi dello stato di welfare a livello internazionale, riconfermando i legami dell'11 settembre con i problemi del mondo globale. (Gelvin) La storia della diffusione del wahhabismo attraverso le vicende dell'Arabia Saudita (che favorì in più occasioni lo sradicamento di culture locali sciite in quegli stati che volevano profittare degli aiuti sauditi. L'Islam professato dai talebani, come quello wahhabita, si accanisce contro altre professioni di fede, senza farsi scrupolo di distruggere antiche opere d'arte sacra e moschee, arrivando a giustificare la segregazione femminile. (Esposito) Gli attacchi dell'11 settembre si collocano nell'era post bipolare che succede alla guerra fredda. La reazione USA offre uno spunto per una riflessione geopolitica sulla nuova dimensione della politica internazionale incarnata dall'unipolarismo USA. L'11 settembre ha spazzato tutte le teorie geopolitiche della guerra fredda e degli anni 90, dimostrando come ogni momento storico è caratterizzato da proprie verità. Analizzando la dialettica delle diverse compoenti politiche, si segnala la ricomparsa delle religioni nella politica con il trionfo dei neocons, che si contrano con l'antiamericanismo dei no global o il multipolarismo. (Jean) La campagna in Afghanistan ha mostrato un nuovo volto della guerra causato dalla rivoluzione degli affari militari che pongono l'uso della forza bellica dinanzi alle sfide globali. Lo shock creato dai fatti dell'11 settembre ha Segnala la fine dell'invulnerabilità del paese e l'esasperazione degli animi crea un clima da “licenza di uccidere” Il governo americano si pone l'obiettivo di dare una risposta forte con due obiettivi 1) concedere soddisfazione alla rabbia della gente 2) lanciare un avvertimento ai nemici degli USA che d'ora in poi chi colpisce dovrà aspettarsi una forte reazione Dopo la fine della guerra fredda gli USA trovano un nuovo nemico, il terrorismo. Il limite concettuale di questa impostazione sta nel dare al terrorismo un'identità che non ha e non può avere in quanto à una tattica e non un nemico, e nella lotta contro di esso le tattiche sono diverse come gli obiettivi L'11 settembre in una prospettiva storica (Gelvin) Una delle ragioni più ricorrenti della guerra contro l'Iraq è “meglio combattere i terroristi laggiù che quaggiù”Nel 1993, israeliani e palestinesi si sono accordati per cercar di appianare le loro divergenze con la diplomazia dei colloqui diretti. Fallita questa, il governo israeliano decise di risolvere il conflitto erigendo una muraglia, ritirandosi da alcuni territori occupati e stabilendo in maniera unilaterale i confini di Israele. Nel 2006 gli iraniani hanno eletto un governo che ha riesumato gli slogan del periodo rivoluzionario, intensificato gli sforzi per dotarsi di un armamento nucleare sfidando la comunità internazionale, avviato una politica di allargamento dell'influenza iraniana a livello regionale. Le elezioni di diversi paesi hanno mostrato il notevole seguito popolare dei partiti islamici. E' innanzitutto necessario comprendere la storia della regione diventata oggetto di così grande attenzione; ciò che accade in Medio Oriente non può essere compreso se non collocato in un contesto internazionale. Secondo Hungtinton il mondo è suddiviso in un certo numero di civiltà diverse e incompatibili perché fondate su sistemi di valori differenti. Egli asserisce che la civiltà islamica è particolarmente pericolosa per la sua propensione alla violenza. La tesi dello scontro di civiltà è astorica: Huntington non tiene conto delle diversità esistenti all'interno del mondo Islamico; le culture non sono concetti isolati, ma si influenzano a vicenda con scambi reciproci. Come ripetuto da Bush in diverse occasioni, il problema degli Stati Uniti non riguarda l'Islam in sé, ma l'interpretazione estremistica, e piuttosto sostiene pubblicamente che il vero islam è una religione di pace. USA e Europa amano considerarsi eredi delle tradizioni di democrazia e di tolleranza dell'Illuminismo; ma non sono pochi i mediorientali ad aver avuto esperienze diverse in mano degli europei. Ciò non significa che essi siano stati spettatori passivi degli avvenimenti: nel periodo degli anni 50/60 molti abitanti della regione fecero affidamento sui movimenti di liberazione nazionale di impronta laica, sia si movimenti nazionalistici per opporsi all'intrusione occidentale, alle iniquità sociali e politiche, all'arretratezza economica. Molti continuano a farlo, ma dalla fine degli anni 70 questi cominciarono a perdere l'appoggio popolare a favore di movimenti di massa a forte connotazione islamica, per una serie di ragioni: 1) la reputazione dei regimi nazionalistici di ispirazione laica fu marchiata dalla corruzione, dall'inefficacia e dalla brutalità 2) USA e istituzioni finanziarie internazionali, oltre ad avviare la predicazione del liberismo economico, iniziarono a esercitare una forte pressione sui regimi nazionalistici laici affinché abbandonassero le politiche dirigistiche dei decenni precedenti 3) i gruppi islamici andavano incontro alle aspettative popolari servendosi di un linguaggio genuino Il ritorno dell'islam non è prova provata dell'avversione della modernità da parte dell'islam; i movimenti islamici sono al contrario marcatamente moderni: sono resi possibili dalle condizioni del XX secolo, e sono in gran parte movimenti urbani, dove il centro urbano diventa fondamentale luogo di reclutamento di schiere di sottoccupati e altrettanto moderni per l'adozione di strategie organizzative e operative comuni ad analoghi movimenti di massa del XX e XXI secolo, sia perché si propongono di rispondere ad aspettative proprie di quest'epoca, quali l'equità sociale ed il welfare. Il problema è che, essendo noi accecati dalla stretta associazione della modernità con la particolare evoluzione storica dell'Occidente, siamo impossibilitati a comprendere che questi movimenti stanno proponendo altri tipi di approcci. La recente ricomparsa di movimenti di tipo anarchico, di cui Al Qaeda è un esempio, si pone in relazione diretta con tre fattori: 1) trasformazione del sistema internazionale in termini di istituzioni e principi direttivi 2) crisi dello stato di welfare come conseguenza della trasformazione del sistema internazionale 3) timore che il potere economico e militare USA ormai senza rivali alimenti le ambizioni imperialistiche USA in qualche modo tenute a freno durante la Guerra Fredda Osama bin Laden e l'America: fra terrorismo e grande show (Kepel) Negli USA la guerra in Afghanistan era intesa così: gli jihadisti combattono l'impero sovietico, evitando agli USA di dover rischiare la vita, e le monarchie del petrolio pagano il conto, con sollievo del contribuente americano. Radunando tutti coloro che nutrivano risentimento per l'operazione “Tempesta nel deserto” e la vittoria militare USA, Turabi, capo di governo del Sudan nel 96, ambiva a creare un polo antagonista alla concezione saudita e conservatrice dell'islamismo mondiale, approfittando delle fratture e dei movimenti di riassestamento che fecero seguito alla guerra. Rispolverando i proclami del suo professore Azzam, che considerava jihad, quando la terra dei musulmani è occupata, un dovere di ognuno, bin Laden fa appello ad una jihad generalizzata per scacciare l'occupante americano dalle terre sante. Poiché la sua permanenza nell'Afghanistan dei talebani non aveva fornito alcun mezzo per attuare la sua lotta anti-saudita si sforzò di uscire dall'isolamento allargando la sua ambizione jihadista al mondo intero, creando nel 98 il Fronte islamico internazionale contro gli ebrei e i crociati. La corrente islamista estremista, avendo perso la sua base sociale, fa ricorso ad un terrorismo più o meno adornato di giustificazioni religiose, le cui vittime non hanno generalmente nulla a che vedere con il nemico designato dagli jihadisti. Gli eserciti di Dio (Esposito) Dopo la 2GM il successo ottenuto dai movimenti di indipendenza nel rovesciare il dominio europeo e la creazione di stati musulmani moderni produsse orgoglio e grandi aspettative, che non sempre vengono soddisfatte, spargendo i semi di successive crisi di identità, legittimità, potere e autorità. Sotto la leadership del principe Faisal, i sauditi sostennero una politica panislamica in risposta al panarabismo laico e socialista di Nasser con i suoi legami al comunismo ateo dell'URSS e dell'Europa orientale. L'alleanza tra talebani e JUI ha beneficiato per molti anni del sostegno significativo di Arabia Saudita e dei servizi segreti pakistani. Sfondo storico-religioso dell'attentato suicida nell'islam (Seidensticker) La jihad secondo la concezione dei giuristi medievali è un dovere che, anche in situazione difensiva, vale per un numero sufficiente di combattenti per la fede. In situazione difensiva invece esso è un dovere, e quando l'autorità non prende iniziativa, il singolo musulmano deve prendere le armi. Al presente prevale la concezione che il jihad sin dai tempi del profeta avesse un carattere puramente difensivo. I civili disarmati, secondo questa dottrina, non dovrebbero essere uccisi, mentre, al contrario, la maggior parte delle vittime di attentati suicidi dal 1982 sono civili. Kermani ha collocato gli attacchi nella tradizione del nichilismo attivo di impronta nietzschiana, che qui sarebbe presente nella forma di una estrema radicalizzazione della fede: annientamento e distruzione sono fini a loro stessi. Croitoru ha rintracciato la linea di tradizione che conduce dagli aviatori- kamikaze giapponesi della 2GM agli attacchi suicidi islamisti. Il collegamento tra Asia orientale e Vicino Oriente si compì nel 1971, quando una sezione
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