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2.Misurare mediante i test-teorie e tecniche dei test-Manna, Appunti di Psicologia Generale

Appunti presi a lezione e riassunti del secondo capitolo del libro "teorie e tecniche dei test" per l'esame con la professoressa Manna per la materia "teorie e tecniche dei test"

Tipologia: Appunti

2015/2016

In vendita dal 29/01/2016

erixmoon
erixmoon 🇮🇹

4.4

(46)

35 documenti

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Scarica 2.Misurare mediante i test-teorie e tecniche dei test-Manna e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Misurare mediante i test CONCETTO DI MISURA IN PSICOLOGIA Test e questionari psicologici sono strumenti di misura. Per misura si intende il prodotto dell’applicazione di regole per classificare o assegnare dei numeri a degli oggetti o agli eventi, in modo tale che il numero rappresenti la quantità degli attributi. In psicologia le misure sono indirette, perché gli oggetti di studio sono generalmente costrutti. La base della misurazione in psicologia è l’osservazione del comportamento,che successivamente deve essere quantificato. Spesso la caratteristica psicologica studiata non è direttamente osservabile,per cui si tratta di variabili latenti (o costrutti) inferite sulla base di una teoria del comportamento. In psicologia il modello di misura più frequentemente utilizzato è la corrispondenza tra le risposte dei soggetti e la scala dei numeri naturali. L’obiettivo della misurazione in psicologia è definire i criteri che rendono possibile la rappresentazione delle differenze individuali mediante differenze numeriche. Ci sono 4 tipi di misure: • Latenza intervallo di tempo che intercorre tra uno stimolo e il verificarsi di un evento • Frequenza numero di volte che si presenta un determinato evento • durata quantità di tempo in cui un singolo comportamento viene mantenuto • intensitàindicatore di intensità del comportamento stesso Proprietà dei numeri: ogni scala incorpora le proprietà della precedente e ne aggiunge altre. I. i numeri hanno nomi diversi II. i numeri possono essere ordinati III. i numeri possono essere sommati e sottratti tra loro IV. i numeri possono essere moltiplicati e divisi tra loro Stevensen definì le regole di corrispondenza che hanno permesso di identificare 4 scale di misura/livelli di misurazione: (dalla più semplice alla più complessa) • Nominale I Spesso tale livello viene definito di tipo qualitativo ed esprime una relazione del tipo “diverso da”.un esempio di codifica con scala nominale è la variabile genere M F. i numeri servono a etichettare la categoria di appartenenza di un soggetto (es: M=1; F=2). Le operazioni matematiche possibili sono solo il conteggio delle frequenze e le procedure statistiche applicabili sono i test non parametrici • Ordinale I e II I numeri servono anche a ordinare i soggetti o gli eventi secondo l’intensità. Esempio di variabile su scala ordinale è il titolo di studio. Le operazioni matematiche possibili sono solo il conteggio delle frequenze e le procedure statistiche applicabili sono i test non parametrici. • A intervalli equivalenti I II III Non si hanno più categorie ma valori numerici, in quanto essa utilizza la proprietà III. È possibile conoscere quanto differiscono tra loro oggetti o persone relativamente alla variabile. La scala parte da uno zero arbitrario: una misura convenzionale che non corrisponde all’assenza della variabile. Non si può pensare all’assenza di intelligenza così come all’assenza di temperatura. Le operazioni matematiche possibili sono addizione e sottrazione; le procedure statistiche applicabili sono i test parametrici. È la scala più usata in psicologia. • A rapporti equivalenti I II III IV Il numero rappresenta realmente la quantità vera e propria. In questa scala di misura lo zero indica assenza della caratteristica. Es: età in anni,altezza. Le operazioni matematiche possibili sono addizione e sottrazione moltiplicazione e divisione; le procedure statistiche applicabili sono i test parametrici. DESCRIZIONE DEGLI ITEM L’obiettivo della valutazione psicologica mediante test è ottenere un numero che fornisca informazioni circa la presenza di una certa caratteristica nel soggetto: ciò accade quando si attribuisce un punteggio 1 alla risposta corretta a un item di profitto o quando si codifica con 6 la risposta corrispondente al massimo grado di accordo a un item di personalità. Bisogna distinguere item, scale e test. Tutte le scale e i test psicologici sono costituiti da item. Gli item sono gli elementi minimali di un test, vi sono vari tipi di item a seconda della caratteristica che si vuole misurare. 1. Gli item possono essere affermazioni, per cui il rispondente esprime il suo grado di accordo, oppure descrizioni di comportamenti di cui bisogna indicare la frequenza. Questi ultimi sono spesso contenuti in test di personalità o in scale di atteggiamenti (test di comportamento tipico o di tipica performance) e non c’è una risposta giusta o sbagliata. 2. Invece gli item per la valutazione di abilità cognitive come l’intelligenza o le attitudini (test di massima performance) sono rappresentati da problemi da risolvere, stimoli da elaborare, quesiti con più alternative tra le quali una sola risposta è giusta. 3. Esistono poi gli item rappresentati da stimoli non verbali, come i test di personalità proiettivi. In genere le risposte agli item vengono combinate tra loro per ottenere un punteggio complessivo che riflette la presenza o assenza della caratteristica. Secondo i modelli psicometrici, gli item di un test possono essere anche definiti variabili osservate o indicatori, mentre il punteggio totale di un test può misurare la variabile latente o costrutto che influenza gli indicatori. Gli item riflettono gli aspetti fondamentali dei costrutti (indicatori riflessivi) oppure al contrario la variabile latente è determinata da più variabili osservate (indicatori formativi) Secondo la TCT un punteggio x ottenuto in una misurazione può essere inteso come una selezione casuale tra le possibili misure provenienti dall’universo che si vuole studiare. Errore sistematico riguarda lo strumento di misura e può essere dovuto all’uso irregolare dello strumento, a una sua alterazione o alle distorsioni sistematiche dello strumento. È un errore meno fuorviante Errore casuale è dovuto all’effetto del caso, ad esempio lo stato del soggetto o le condizioni di somministrazione Attendibilitàaccordo tra tentativi indipendenti di misurare lo stesso concetto teorico Critiche alla TCT: • non precisa il rapporto tra le risposte agli item e le caratteristiche degli item stessi • i valori ottenuti dalla misurazione di un tratto latente attraverso un test con un campione normativo sottoposto ad analisi sarebbero scarsamente confrontabili con quelli ottenuti con campioni diversi. 2. Teoria della Risposta all’Item (TRI) più moderna La TRI permette di valutare la performance del soggetto in funzione di un’abilità latente, attraverso l’identificazione di un modello statistico-matematico che consente la valutazione della prestazione tenendo conto delle caratteristiche di ogni item. La TCT si fonda su un modello matematico semplice per cui la variabile dipendente (o abilità posseduta dal soggetto) è rappresentata dal punteggio a un test che è predetto dalla combinazione di variabili indipendenti rappresentate dai punteggi reali in ogni singolo item. La TRI si fonda su basi e metodologie più sofisticate: la posizione di un individuo rispetto a una determinata abilità è determinata dalle proprietà degli item che compongono un test. Secondo questa teoria la probabilità che un compito sia svolto in modo corretto dipende: • dal livello di sviluppo dell’abilità latente • da parametri come il livello di difficoltà dell’item, il livello di discriminazione dell’item e l’incidenza dei caso VALIDITA’ DEI TEST PSICOLOGICI Test misurazione obiettiva e standardizzata di un campione di comportamento. Affinchè la misurazione sia standardizzata sono indispensabili l’uniformità di procedura nella somministrazione del test ai soggetti e la determinazione di norme statistiche L’attendibilità di una misura psicologica è una condizione necessaria ma non sufficiente per valutare la caratteristica psicologica. La validità è la caratteristica centrale di un test. La validità fa riferimento alla misurazione effettiva della variabile. È multidimensionale. Secondo l’APA si possono classificare 4 tipi di validità: Validità di contenuto si riferisce alla misura in cui uno strumento contiene un campione rappresentativo del comportamento. Essa può essere garantita attraverso corrette procedure di campionamento degli stimoli. Si parla di questo tipo di validità per quanto riguarda i test di profitto Validità interna esprime il grado con cui gli item che compongono il test misurano lo stesso costrutto. Permette di valutare la dimensionalità del test Validità di criterio realizzata quando è soddisfatta la relazione teorica tra il test e una o più misure o osservazioni. A seconda del momento in cui viene misurato il criterio, si distingue la validità di criterio concorrente (si riferisce alla capacità del costrutto oggetto di misura di spiegare l’andamento dei soggetti al criterio di riferimento misurato correntemente, ad esempio confrontando le prestazioni in un test di memoria con l’apprendimento di una poesia da parte di un gruppo di soggetti) e la validità di criterio predittiva (si riferisce a un criterio misurato successivamente, ad esempio verificare se un test di logica predice il successo scolastico Validità di costrutto il grado con cui un test misura il concetto teorico che è alla base della costruzione dello strumento. E’ scomposta in: Validità di costrutto convergente (valuta l’accordo tra la misura considerata e varie altre misure dello stesso costrutto)e validità di costrutto discriminante(studia la distanza tra la misura considerata e varie misure di costrutti differenti). Queste due possono essere controllate simultaneamente disegnando le matrici multi tratto/multi metodo. Le procedure di stima della validità di costrutto possono essere svolte attraverso l’uso dei coefficienti di correlazione, dell’analisi fattoriale e dell’analisi della varianza. VALIDITA’ DEI TEST COME ESIGENZA ETICA L’educational Testing Service pubblica mensilmente un elenco di nuovi test descrivendo gli ambiti applicativi e le teorie a cui si riferiscono. Quando ci troviamo di fronte alla necessità di utilizzare un test vengono sollevate due questioni: • il test in questione è un buono strumento che valuta le caratteristiche che si intendono valutare? studio della validità del test • E’ giusto usarlo allo scopo e nel modo prestabilito? domanda etica a cui si può rispondere considerando le conseguenze potenziali sociali dell’uso del test. Vi è infatti il rischio che sulla base dei risultati al test si prendano decisioni non adatte al soggetto. Inoltre alcuni test sono valutati secondo norme di popolazioni straniere, vi è quindi il pericolo di un’ interpretazione falsata. L’accesso al materiale testologico è limitato agli psicologi qualificati. Nel 1953 l’APA ha proposto delle linee guida suddividendo i test in base a tre livelli di complessità: livello A strumenti carta e matita che possono essere somministrati, codificati e interpretati con un minimo di addestramento e che possono essere utilizzati dai dirigenti di un’azienda o da educatori. Es: test di competenza professionale e di profitto livello B test in cui si richiede una conoscenza della costruzione del test e una preparazione in statistica e in psicologia. Devono essere usati da psicologi laureati. Es: test attitudinali e inventari di personalità livello C test che richiedono una particolare supervisione nell’utilizzo. Richiedono corsi mirati post-laurea. Es: test di intelligenza, test di personalità proiettivi e batterie di test neuropsicologici. PRINCIPI APA per un uso corretto e consapevole di un test Valutare tra gli strumenti disponibili quello più adatto ai propri fini Adottare solo i test di cui possiede competenza professionale Controllare la qualità degli item Controllare le caratteristiche del campione normativo Conoscere qualità psicometriche, validità e attendibilità del test Tenere conto delle differenze individuali nell’intepretazione Rispettare la privacy del soggetto
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