Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia Economica- II modulo- Appunti- anno 2022/2023, Appunti di Storia Economica

Questi sono gli appunti di tutte le lezioni del secondo modulo di "Storia economica". Riv sta per rivoluzione. Ho sottolineato (con il computer ovviamente) le parti più importanti delle lezioni.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 02/05/2023

gina-visca
gina-visca 🇮🇹

5

(4)

9 documenti

1 / 106

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Storia Economica- II modulo- Appunti- anno 2022/2023 e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! 1 (2)Storia economica Dalla rivoluzione industriale al XX secolo Secondo modulo Anno 2022/2023 2 Lezione 1 mercoledì 9 novembre 2022 L’industrializzazione nell’800 è un fenomeno europeo ma non colpisce tutte le aree, come Spagna e Portogallo. Il ruolo dello stato è fondamentale nei paesi late comers, come in Russia e Giappone. Il sistema bancario, le tecnologie II rv industriale e il finanziamento dello stato costituiscono i fattori sostitutivi che hanno permesso alla Germania di industrializzarsi. L'industrializzazione inglese si basa su due fattori: il carbone e il ferro. La geografia industriale inglese cambia profondamente dalla fase preindustriale a quella industriale. Fino al 1830 l'Inghilterra è il paese industriale leader a livello globale Nei primi decenni dell'800 la produzione del settore industriale manifatturiero inglese, costituiva il 25% della produzione mondiale. Sui mercati internazionali, i prodotti inglesi costituivano oltre il 30% del totale. Negli anni Trenta l’Inghilterra era il primo produttore di ferro, tessili e carbone, grazie anche al possesso della rete dei trasporti più efficiente al mondo distribuita tra canali ma anche di Nel 1830 produzione pro capite era di 54 kg, contro i pochi kili della Germania, successivamente il primato inglese verrà superato ma rimarrà fino agli ultimi decenni dell'800, verrà superato da USA e Germania. L'800 è il secolo inglese, il 900 quello americano. Le tonnellate di ghisa, acciaio e ferro sono fondamentali per capire la potenza di un paese. Successivamente c'è una grande produzione di acciaio, grazie alle innovazioni della II riv industriale. L'industrializzazione cambia la geografia inglese, seguendo anche la teoria di Pollard (non sono i Paesi ma le aree, le regioni, a industrializzarsi), l'Inghilterra è il paese che può vantare il maggior numero di regioni che si industrializzano, al di là di questo primato, bisogna tenere presente che ci sono aree che si sviluppano prima oppure dopo. Bisogna tenere presente alcuni fattori di questo primato e/o processo: • Anche in Inghilterra c'è un nord e un sud, l'unica area che non si industrializza è l'Irlanda, in alcune aree l'industrializzazione è un fenomeno che decade velocemente con il decadimento delle industrie, in alcune invece diventa un processo virtuoso, che si auto alimenta. L'industrializzazione procede a chiazze • Instabilità del settore industriale, fattore connaturato dell'industria, alcune industrie scompaiono perché si esaurisce la materia prima, perdita nella competitività • Specializzazione regionale, che per 'Inghilterra è particolarmente accentuata, alcune aree sono caratterizzate da una produzione, alcune da un’altra. Emergono sempre nuove regioni in aree diverse in Inghilterra il che permette il completamento dell'industrializzazione • L’Inghilterra è la prima e gode dei vantaggi dell’industrializzazione, il ritmo è lento, non si vede immediatamente la comparsa di competitors, con un ritmo basato sulle opportunità di mercato, sulle materie prime, un ritmo non turbato dalla competitività di altri paesi Cornovaglia Distretto più meridionale inglese, ricco di stagno e rame, attorno a questa area si sviluppa il settore finanziario, bancario, dei trasporti. Nella seconda metà dell'800 l'attività mineraria declina velocemente e la Cornovaglia diventa meta di villeggiatura. Altre regioni, quelle 5 scandito diversamente. Il ritmo del lavoro è scandito dall'orologio, bisogna rispettarlo, sono nuove le forme di organizzazione e soprattutto cambia il rapporto tra l'uomo e il lavoro- questo non è un passaggio ( domicilio- factory system) così rapido—, le trasformazioni avvengono per gradi , ma la fabbrica convive con le forme di artigianato , forme del sistema a domicilio, ma è nuova per i nuovi due protagonisti del processo produttivo : imprenditore e operaio , ciascuno con precise funzioni , legati dal rapporto economico- ma anche dal rapporto funzionale della sorveglianza e della disciplina. L'imprenditore assume le maestranze, vende il prodotto finito, anticipa il capitale con macchinari ecc. e ne sorveglia l'uso, a differenza della ii riv industriale. Gli imprenditori investirono con somme molto grandi, si introduce il concetto di rischio di impresa che muta, finisce così la flessibilità tipica del putting out system, con il sistema di fabbrica l'imprenditore è prigioniero del suo investimento. Non cambia solo il ruolo lavorativo ma anche le sue condizioni di vita, moltissimi operai vissero la totale separazione dal mezzo di produzione, l'operaio diventa una mano alla quale sono le macchine che impongono un ritmo, nel putting out system nessuno veniva controllato, gli operai avevano una scadenza, ma si gestivano loro il tempo, con il sistema di macchina si va al ritmo della macchina, si lavora sotto l'occhio del sorvegliante. Il lavoro di fabbrica non è solo vincolato dalla macchina che deve essere continuamente alimentata, ma è un lavoro sorvegliato, il regolamento stabilito dall'imprenditore determina le condizioni di assunzione e di licenziamento, le ore lavorative, i salari per le figure, le multe per assenze e ritardi, regola i comportamenti degli operai- ecc., stabilisce i loro spostamenti e per quanto tempo possono fermarsi, stabilisce l'entrata e l'uscita di fabbrica e alcuni comportamenti ai quali si deve attenere , modalità di perquisizioni, in caso di sospetti di furti ecc. Questi ovviamente non sono contratti collettivi, ma emanazioni di un determinato imprenditore, ogni fabbrica ha un suo regolamento che serve a disciplinare e a regolamentare la produzione e a far lavorare in maniera costante la produzione. Sorveglianti e orologio scandiscono i tempi e controllano la produzione, il modello è il carcere, infatti l'ufficio dell'imprenditore è in alto, affinché si possa vedere l'operaio a lavoro, l'obiettivo è una razionalizzazione crescente, questo porta l'operaio a specializzarsi in un determinato reparto. Chi sono i lavoratori delle prime fabbriche inglese? I Lavoranti a domicilio, pochissimi dal mondo dell'artigianato, persone provenienti da aree rurali. Alcuni artigiani furono costretti a diventare operai, la maggior parte diventeranno commercianti o piccoli imprenditori, a costituire il grosso della parte operaia erano lavoratori agricoli. La classe operaia era eterogenea, le donne si trovano, oltre che nel tessile, nelle miniere, nel 1830 le donne rappresentavano oltre il 60% dei lavoratori di fabbrica, nono si richiede prima le specializzazioni ed esperienza ma mani piccole. All'inizio le situazioni di lavoro erano pessime, 16 h al giorno era la giornata media di lavoro, nascono rivolte che spingono il governo a emettere dei provvedimenti: 1802- legge sulla salute e sulla morale degli apprendisti che fissa a 12h il massimo delle ore giornaliere di lavoro. I provvedimenti riguardano principalmente le industrie tessili e anche le 1819- Fabbriche di cotone, non possono lavorare minori di 9 anni Dal 1833 il governo inglese agisce con una serie di factories acts, emanati dal parlamento per regolamentare il lavoro in fabbrica delle fasce più deboli. Queste leggi introducono la figura dell'ispettore ministeriale che aveva il compito di verificare che le fabbriche si attenessero a queste leggi. Dura fino al 1847, anno in cui la giornata lavorativa viene limitata a 10 h per le donne e per i ragazzi tra i 13-18 anni, questo determina la presenza maggiore di uomini. Le leggi inizialmente mirano a tutelare le fasce deboli. A partire dal 1867 le leggi non riguardano solo il settore tessile e le fasce deboli, le 10h lavorative giornaliere valgono per tutti e per tutte le industrie. 1878 - codice industriale che mette ordine sulla legislazione del lavoro. 1907 - 8 h di lavoro al giorno per i lavoratori delle miniere. 6 L'Inghilterra fu pioniera di questi provvedimenti. Non ci dovrebbe essere una gerarchia del lavoro, in teoria filatori e tessitori dovrebbero prendere lo stesso salario, ma non è così. Ci sono gerarchie nel lavoro che sono presenti anche per tanto tempo nell'industria siderurgica, nelle officine meccaniche, le macchine c'erano ma non così specializzate e perfette, continuerà a servire l'esperienza e la competenza dei lavoratori, servono artigiani e tecnici, per questo in questi settori si sviluppa l'aristocrazia del lavoro; infatti, i lavoratori di questi settori saranno i primi a sindacalizzarsi. 7 Lezione 2 giovedì 10 novembre 2022 Con il sistema di fabbrica si dovrebbe arrivare ad un sostanziale livellamento professionale, conseguente al mutamento tecnologico, collegato a questo anche ad una riduzione dei salari. Ma questo non avvenne, neanche in un'industria fortemente meccanizzata, dove le competenze erano ridotte al minimo, come in quella tessile. Anche all'interno dell'industria, come quella tessile, dove le attività dei lavoratori si riducevano alla sorveglianza delle macchine, continuarono a persistere forte gerarchie professionali e differenze retributive, queste si mantengono anche in altri settori, in industrie non coinvolte e coinvolte nelle industrie della riv industriale come quelle metallurgiche e meccaniche. Nelle industrie siderurgiche, almeno fino alla II riv industriale, l'aristocrazia dei lavoratori era costituita dai pudellatori, che con le aste muovevano il ferro fuso, erano a loro a capire quando questo era pronto. Queste gerarchie valgono per l'industria siderurgica e per le industrie meccaniche, perché? Le officine ottocentesche erano diverse ovviamente dalle fabbriche odierne o del secolo precedente, l'organizzazione nell'officina non era perfettamente stabilita e prevista, le macchine usate dagli operai non erano perfette, allora era fondamentale l'apporto dell'uomo nell'aggiustare, limare quelle macchine imperfette. Le gerarchie professionali erano basate sulle competenze ed esperienze, nel sistema di fabbrica continuano ad esserci le gerarchie tipiche della bottega artigiana. L'industrializzazione, ameno fino alla fabbrica Taylor-fordista (impiantata in America nel '900, in Europa nella seconda metà) anziché livellare, fa crescere nuove opportunità per gli operai professionali, detentori delle conoscenze sull'organizzazione del lavoro, per le mansioni più specializzate, sanno risolvere le difficoltà e le imprecisioni del sistema di fabbrica. Questi operai costituiscono l'aristocrazia delle fabbriche, sono in grado di ottenere dagli altri operai, non specializzati la disciplina. Nelle officine ottocentesche, il possesso del mestiere si confermava come un principio di autorità nella gerarchia del lavoro e come caposaldo nell'organizzazione di fabbrica. L'avvento delle macchine, dunque, non portò ad un'immediata scomparsa del mestiere, delle competenze, ma anzi nel sistema di fabbrica, almeno fino al '900 in inoltrato e in Europa oltre, le competenze vengono esaltate. Differenziale retributivi: il salario L'orologio sovraintende la fabbrica, la soluzione per la retribuzione allora è il salario ad ore, ma non fu così. Per l'800 ci fu un dibattito per il salario, coinvolse imprenditori ecc., come mai? Perché con il sistema di fabbrica era totalmente cambiato il sistema delle retribuzioni rispetto al putting-out system, dove i lavoratori venivano pagati in base al numero di pezze - nel settore tessile- consegnate. Si pagava il lavoro finito indipendentemente dalle ore che servivano per realizzarlo. Per il sistema di fabbrica viene introdotto il salario ad ore, indipendentemente da quanto si produceva. Questo sistema, del pagamento ad ore, aveva dei forti limiti, funzionò fino a quando non c'erano delle leggi che stabilivano il massimo di ore giornaliere nelle quali gli operai potevano lavorare. Di fronte ad una domanda in forte crescita e alle dimostranze degli operai che portarono alla diminuzione delle ore massime di lavoro giornaliero, fu necessario trovare dei correttivi, per aumentare la produttività e la diligenza degli operai. Quale correttivo venne utilizzato? Il cottimo, le tariffe a cottimo, cos'è? Oltre alla retribuzione fissa ad ore, il salario base, veniva inserita un'aggiunta sulla base dell'efficienza del lavoratore, quanto il lavoratore. Produceva in più in un determinato periodo di tempo. In certi settori coinvolgeva i singoli lavoratori, in quello tessile più individui, cosa portava questo sistema? Portava i lavoratori a sovraccaricarsi di lavoro, e incoraggiava la produzione generando prodotti di scarsa 10 bassi meridionali con quelli settentrionali. Nonostante questi frequenti e sconvolgenti cambiamenti politici, questa regione manifestò un considerevole grado di continuità nel suo modello di viluppo economico. Alla seconda metà dell'800 il Belgio era il paese più industrializzato dell'Europa continentale. Il rapporto con i paesi bassi settentrionali: nonostante le esperienze e la vicinanza geografica, i Paesi bassi si industrializzano diversamente, il Belgio è la prima area dell'Europa continentale ad industrializzarsi e che fa proprie le innovazioni tecnologiche inglesi, l'Olanda, l'economia più prospera del '600, non viene investita dalle innovazioni tecnologiche inglesi, anche perché mancava delle risorse della I riv industriale, di carbone e ferro- solo a partire dalla fine dell'800 recupererà il suo dinamismo economico grazie alle tecnologie e alle innovazioni della II riv industriale. La base dell'industrializzazione belga, come per l'Inghilterra e la Germania, fu il carbone. Il bacino carbonifero belga è lungo, stretto, e va in direzione est-ovest diventando più profondo verso ovest, verso la Francia, poi si unirà al bacino carbonifero francese. Il carbone inizia ad essere estratto nei giacimenti dell'est, fondamentale per lo sviluppo economico industriale belga furono i giacimenti carboniferi della parte occidentale, il Borinage nella parte della Vallonia. Trattandosi di giacimenti carboniferi profondi c'era la necessità di tecnologie avanzate, nel Borinage la prima pompa newcomen viene utilizzata nel 1837 e il suo numero cresce in maniera notevole. La pompa newcomen sopravvive fino alla metà dell'800, lo svantaggio di queste pompe era quello di consumare grandi quantità di carbone, ma poteva essere alimentata a carbone di scarico. Sono le prime a sollevare il carbone dai pozzi con il vapore, la prima caldaia watt viene istallata nel 1785. Cresce la quantità di carbone in strato, l'estrazione dunque viene sempre più diffusa, prima la profondità nel Borinage era stata registrata a 167 m, poi a oltre 400m, infine il punto più profondo fu 1066 m. Maggiore tecnologia, maggiore capitale, cresce ovviamente la quantità di carbone estratto. La produzione del bacino carbonifero belga raggiunse i 2,3 milioni di tonnellate, 10 anni dopo superava i 4 milioni di tonnellate. La maggior parte del carbone dell'Europa continentale si concentrava in Belgio, ma dove andava il carbone estratto? Quali erano le correnti di mercato? Il bacino carbonifero va da oriente a occidente, la parte orientale del bacino carbonifero serviva a rifornire le industrie nate attorno a Liegi e a Verviers e anche al mercato olandese, l'Olanda importava carbone sia dal Belgio che dall'Inghilterra, la parte centrale del bacino serviva al mercato di Bruxelles, ma la grandissima parte della produzione del Borinage andava in Francia, la Francia era quella meno ricca di carbone, i progressi in campo ferroviario tra Belgio e Francia furono costruiti per questa necessità. Il Belgio, oltre di carbone, era ricco anche di miniere di ferro. Nella Vallonia esisteva un'antica tradizione siderurgica che faceva uso di energia idraulica ecc., c'erano anche in questa zona, miniere di ferro. L'industria tradizionale si trovava vicino al Lussemburgo, ricco di legname, in quegli anni ci fu il passaggio da carbone a legna al coke, il che comportò lo spostamento dell'industria siderurgica dove c'erano i bacini di carbone. Liegi divenne uno dei principali centri europei per la produzione di armamenti e di altri prodotti di ferramenta ad esempio. Nel passaggio dell'azione delle tecnologie moderne, importante fu che fino al 1814 il Belgio apparteneva ai Francesi, la vicinanza e le tecnologie di questo mercato stimolarono gli imprenditori belgi a adottare le innovazioni tecnologiche. Nell'area di Liegi vennero istallati 25 laminatoi in poco tempo. Per quanto riguarda quest'area, il fatto di appartenere alla Francia, risultò un fattore di stimolo, per l'adozione di soluzioni innovative. Chi furono gli imprenditori? Imprenditori locali ma anche imprenditori e tecnici stranieri. Un'altra caratteristica belga è che dalla sua ebbe una infusione di tecnici e imprenditori inglesi che, nonostante le proibizioni delle esportazioni dei macchinari e dei tecnici inglesi, arrivarono in Belgio. Che uso ebbero le tecnologie? Gli imprenditori inglesi fondano delle fabbriche e stabilimenti. Come avviene il passaggio? Copiano, le macchine vengono copiate. In questo furono attivi sia gli imprenditori locali che stranieri, specialmente quelli inglesi. Nel 1829 entrò in funzione il primo alto forno a coke in società con il governo olandese. Nel 1830 i laminatoi 11 in funzione erano già 10 e il numero delle caldaie a vapore cresceva moltissimo. Grazie alla fusione delle tecnologie, il Belgio ebbe una crescita esponenziale della produzione totale di ghisa. Questa industria siderurgica cosa produceva? Non solo ferro fuso in barre, ma soprattutto rotaie. Nel 1845 l'industria siderurgica belga produsse oltre 30 mila tonnellate di rotaie. La crescita di questo settore si riconduce allo sviluppo delle ferrovie, avviene a partire dal 1834, ma da chi parte l'iniziativa della costruzione delle ferrovie? Il Belgio aveva appena ottenuto l'indipendenza, in un periodo di crisi, con la fine dell'occupazione olandese, il mercato olandese viene legato a quello belga, il Belgio perde anche le colonie olandesi. Il Belgio si trovava in una posizione geografica strategica, al centro di un mercato vasto, da una parte la Francia, dall'altra la Germania. Grazie alla costruzione delle ferrovie attuata dallo stato, gioca il ruolo di una regione economicamente avanzata in un più vasto retroterra economico che va oltre i suoi confini nazionali. Il Belgio è un paese esportatore, la grandissima parte della sua produzione è destinata a mercati internazionali. La costruzione delle ferrovie favorisce la creazione di una rete, l'integrazione di un mercato vastissimo, che va dalla Francia alla Germania. La costruzione delle ferrovie in Belgio ha la funzione di volano. Costruzione di un mercato vasto per i suoi prodotti, servono le rotaie ma anche le locomotive, i vagoni ecc., la costruzione delle ferrovie voluta dallo stato stimola l'industria meccanica belga. Cockerill è paradigmatico del ruolo svolto dei tecnici e degli imprenditori inglesi in Belgio. Rispetto al modello inglese vi è una prima differenza: la presenza di tecnici, imprenditori e capitali stranieri- i fattori sostitutivi. William Cockerill arriva in Belgio nel 1798 per produrre macchinari tessili di tipo inglese per la lana di Verviers. William Cockerill era stato chiamato da un imprenditore di questa zona e aveva un contratto in esclusiva con questo imprenditore, poteva produrre i macchinari solo con questo imprenditore. Per arginare questo vincolo Cockerill fa aprire a suo genero un'altra fabbrica per rifornire di apparecchiature tessili le altre fabbriche. Nel 1807 le officine Cockerill si trasferiscono a Liegi dove il fondatore dà vita a uno stabilimento di macchinari tessili per tutta la Francia, dando lavoro a oltre 2.000 persone. Cockerill dà vita ad una azienda di successo, ma come Cockerill ce ne sono altri. La sua storia è paradigmatica per altri aspetti: l'azienda passa da William al figlio John, a lui si deve lo sviluppo successivo di questa impresa, trasferisce a Seraing le officine nelle quali concentra la produzione del ferro, nel 1822 introduce i processi del pudellaggio, nel 1829 istalla, con l'appoggio del re d'Olanda, il primo altoforno al coke - concentra la lavorazione del ferro alla industria pesante- al tempo stesso Cockerill diversifica la produzione dell'azienda di famiglia, aggiungendo la produzione di macchine a vapore, di presse ecc. ai macchinari tessili, come fa? Copia. Viene importata nel 1812 in Belgio la macchina a vapore watt, la Cockerill la produce nel 1818 ed entro nel 1830 ne costruisce oltre 200. Dalle macchine a vapore passa, sono gli anni Trenta, passa alle costruzioni di locomotive. La Cockerill era la maggiore imprese dei paesi bassi se non dell'Europa occidentale, dava lavoro a 7.000 operai, con un investimento enorme. La Cockerill è importante per altri motivi, diversifica i prodotti, era proprietaria di miniere di carbone, di ferro, di altoforni, raffinerie, laminatoi, officine meccaniche- la Cockerill fu la prima impresa ad integrazione verticale, la Cockerill copriva tutti i tipi, dai materiali grezzi, ai prodotti finiti, alla produzione dei macchinari, La Cockerill funse da modello per altre imprese del settore siderurgico e dell'industria pesante, tutti settori caratterizzati da un'alta concentrazione. Seguirono l'esempio delle Cockerill altre imprese. Le grandi aziende erano quelle che coprivano tutti i processi produttivi, erano poche e si spartivano questo mercato in grande crescita, cresce anche il numero degli operai coinvolti. La Cockerill fu la prima a portare avanti la diversificazione non correlata, oltre ad essere la prima ad assumere una dimensione internazionale. Diversificazione non correlata significa che era proprietaria di stabilimenti in tutta una serie di settori non collegati al settore metallurgico o meccanico, quindi possedeva delle cartiere, degli zuccherifici-a barbabietola- officine di tessitura della lana- in Polonia era proprietaria di officine di panni, in Prussia aveva altre 12 proprietà ecc. Il Belgio non è solo forte nell'industria siderurgica e meccanica ma anche in quella tessile con sede a Verviers, essendo investito dalle tecnologie della I riv industriale. Verviers si trova all'estremità orientale del bacino carbonifero, ha una lunghissima tradizione tessile. L'industria laniera del Belgio esportava tessuti verso Germania, Prussia, Polonia e verso l'America del nord. A partire dal 1794 fa parte della Francia, significa che per l'industria laniera si spalanca il mercato francese, prima inaccessibile per i dazi. Gli industriali lanieri di Verviers si trovano a competere con i centri francesi tradizionali ma sfruttano con successo le opportunità che si aprono con questi mercati, in che modo lo fanno? Contando su due fattori: • la precoce meccanizzazione- il primo filatoio viene istallato nel 1800, alla fine del primo decennio si diffondono molto i filatoi meccanici • I salari più bassi Colgono l'opportunità di entrare nel mercato francese, quando nel 1814 questa opportunità finisce, gli industriali lanieri del Belgio industrializzano ulteriormente e riescono a fare concorrenza ai tessuti inglesi anche grazie a salari più bassi. Nel 1834 si producevano oltre 100.000 pezze, nella zona di Verviers si concentravano 185 fabbriche. Industria della lana ma anche di cotone aveva il suo centro a Ghand, un’area un po' distaccata dai centri produttivi ma lo sviluppo dell'industria del cotone nell'area inizia precocemente, nella seconda metà del '700, stampando tessuti importati, poi si passa alla produzione dei tessuti, grazie al contrabbando, fuori dall'Inghilterra, di filatoi intermittenti. Rapidamente la produzione del cotone cresce, gli stabilimenti dell'industria del cotone e di stabilimenti per i macchinari dell'industria del cotone cresce. Finisce il mercato francese, il Belgio entra nei paesi Bassi, innova, maggiore è la meccanizzazione, con questa il Belgio risponderà anche alla crisi subito successiva alla indipendenza, risposero in questo modo grazie ai profitti del periodo precedente, si investe, il che comportò una riduzione dei salari. Da questo punto di vista -dei salari- il governo belga non concesse nulla, il governo belga continuò ad appoggiare le richieste degli imprenditori nonostante le proteste. Le industrie specializzate, come quello del vetro, della chimica ecc. sono fondamentali in Belgio. L’atto di avere il carbone porta alla creazione di industrie specializzate che utilizzavano il carbone come fonte energetica, sorgono raffinerie di zucchero ecc., tutte queste beneficiano da una parte del carbone, dall'altro della manodopera a basso costo. In particolare, l'industria del vetro soppianta il vetro inglese nella maggior parte dei mercati del continente e invade il mercato britannico, alla fine dell'800 il 95% del vetro fabbricato in Belgio veniva esportato. A cosa si deve che il Belgio diventa una regione economicamente avanzata? • Beneficia delle sue risorse, ha la stessa dotazione di risorse dell'Inghilterra, di carbone e ferro • Beneficia della lunga traduzione commerciale e industriale che aveva reso questa area l'area economicamente più avanzata. Era un'area che da secoli aveva dimestichezza con i rapporti capitalistici. Fiandre, Bruges, Anversa erano centri commerciali • La posizione geografica splendida, strategica, vicina alla gran Bretagna ed era in mezzo alle aree economicamente avanzate della Francia, della Germania e dell'Olanda • Il fatto di essere vicino all'Inghilterra la porta ad essere la prima ad avere l'infusione di tecnici e di tecnologie di iniziativa imprenditoriale straniera • Gli investimenti e i finanziamenti statali-a differenza dell'Inghilterra- dal 1821 il re olandese cercò di conquistare i sudditi con concessioni economiche, versò denaro sottoforma di acquisti di azioni, investì nelle società e sostenne con sovvenzioni le principali imprese belghe. Con l'indipendenza cambia? Dopo il 1830 i governati belgi avevano a cuore gli interessi del mondo imprenditoriale, portarono avanti una politica che mirava lo sviluppo industriale belga. Guglielmo I-re dell’Olanda- aveva sviluppato la rete dei canali, il governo belga quello dei trasporti ferroviari, che nasce dal fatto che 15 di 4 anni fonda 24 imprese industriali e finanziarie con un capitale totale di 54 milioni, sono miniere di carbone, fonderie, raffinerie di zucchero, fabbriche tessile. Chi sono gli azionisti delle banche? Con l'indipendenza il re d'Olanda perde tutto, sono belgi ma soprattutto francesi, nel capitale azionario di queste banche entrano alcuni dei più importanti banchieri francesi. Ci sono 2 banche, banque de belgique e societè generale de belgique, che svolgono le stesse funzioni, fondamentale per il rapido sviluppo industriali, sono queste che si fanno sostenitrici del Belgio, ma si fanno anche grande concorrenza fra loro: la banque de Belgique fu sottoposta a ripetuti attacchi della societè generale de belgique, riuscirà a superare la crisi del 1848 ma fallirà nel 1877. Il modello era vincente, in Belgio nascono altre banche sullo stesso modello. Nel 1835 nasce una terza banca di investimento: la società nazionale per le imprese industriali e commerciali. Le banche sorte in Belgio, saranno da modello alle banche universali che troveranno modello compiuto in Germania, ma rispetto a quelle tedesche hanno qualcosa in più: non solo finanziano e detengono pacchetti azionari, ma fondano le imprese, le creavano in prima persona. Si configurano come holding, rappresentano uno strumento finanziario originale, fondamentale per lo sviluppo finanziario del Belgio. È originale perché non c'è in Gran Bretagna, così come non ci sono le banche miste. Le banche furono importanti perché riuscirono a coordinare e rafforzare l'attività imprenditoriale molto intensa, all'interno di questo dinamismo le banche si rivelarono dinamiche sia come finanziatori che come imprenditori, aiutarono a sviluppare un primo sistema di società per azioni in Belgio, queste banche inoltre attirarono capitale straniero, specialmente francese, ma anche inglese. Un altro elemento peculiare belga rispetto alla Gran Bretagna è la presenza dei capitali stranieri. Sono banche di emissione, ma la crisi del 1848, non solo politica ma anche economica, offrì l'occasione per creare una banca centrale a cui venne affidato il compito di emettere banconota, la banca nazionale del Belgio, le altre banche perdono questo diritto. Una banca centrale detiene il monopolio di emissione di banconote ma anche assicura il rifinanziamento delle banche, le aiutava in momenti di difficoltà, per dare stabilità al sistema e accrescerne l'efficienza. L'ultima novità sono i capitali stranieri, presenti nelle banche, sono banche di investimento, ma sono presenti in tutti i settori, in particolare in alcuni settori, come le miniere di carbone, che attirarono gli investimenti francesi, ovvio perché uno dei mercati più dinamici del carbone era il commercio francese, un mercato dinamico infatti, solo nel 1830 il Belgio esportò in Francia oltre 500.000 tonnellate di carbone, contro le 50.000 tonnellate di carbone inglese esportate in Francia. Il carbone belga attirò gli investimenti francesi, era considerato un investimento redditizio, ma i francesi investirono anche nelle infrastrutture, nelle società ferroviarie, nei canali ecc., continuarono ad investire fino agli anni 80 nell'800 quando si vide la nuova apertura di nuove miniere in Belgio grazie al capitale francese. Prima attira capitali stranieri, inglesi, francesi, quando però si rafforza la sua posizione come paese industrializzato, dalla seconda metà dell'800, il Belgio diventa un grande esportatore di capitali, investendo in Germania, in Russia e oltremare. La forza del Belgio si basò anche sui bassi salari: i governi belgi, prima quello olandese, ma anche dal 1830, con lo scopo di fornire il loro appoggio al boom industriale, repressero ogni forma di emancipazione del lavoro, anche con la forza- i salari vennero mantenuti bassi, molto più bassi rispetto a paesi industrializzati dell'europa. Il Belgio presenta molte analogie con l'Inghilterra ma anche presenta alcune innovazioni, come il ruolo dello stato, l'intervento governativo, e soprattutto il ruolo delle banche di investimento che fu determinante nell'avviare e nel sostenere l'intenso sviluppo industriale nei settori fondamentali dell'economia belga come il carbone, la siderurgia, la meccanica sia pesante che leggera. Per tutto l'800 e oltre, la prosperità del Belgio, la forza e lo sviluppo industriale del Belgio continuerà a poggiarsi sui settori prima citati con la chimica, ma questo non significa che gli imprenditori belgi non siano stati in grado di cogliere le innovazioni della II riv. Industriale, anzi, seppero cogliere il passaggio della produzione di locomotive, alla formazione di ferrovie e tram elettrici. Questo paese piccolo esportava grandissima parte della 16 sua produzione, poiché la sua crescita come la sua capacità concorrenziale continuava ad aumentare, l'industria belga, se esportava, significa che dipendeva dall'economia e dai mercati internazionali, allora il Belgio si trasformò da paese protezionista a liberista, che importava una quota crescente dei generi alimentari ma anche minerali, lana, lino, cotone, barbabietole da zucchero. Esportava una quota elevata della sua produzione, tra i paesi industrializzati, il Belgio era quello che esportava la quota maggiore della sua produzione. Per tutto il secolo le esportazioni rappresentavano oltre il 50% del prodotto azionario. I mercati di sbocco del begio erano diversi, ma soprattutto lo fu la Francia. Germania Dei tre paesi che per primi si avviarono all'industrializzazione, oltre la Gran Bretagna, sono Belgio, Francia e Germania. La Germania supererà la Gran Bretagna e diventerà la principale potenza europea, seconda a livello mondiale, agli USA. La Germania è uno dei maggiori modelli studiati da Gerschenkron, i suoi modelli sostitutivi si basano sulla storia economica anche della Germania, eppure la situazione dei regni tedeschi non sembrava promettente, per lungo tempo infatti si parlò di inerzia tedesca, ancora, nella prima metà dell'800 la Germania era ancora un paese arretrato ed era divisa in molti stati, era un'area prevalentemente rurale e agricola. In zone come Renania, Sassonia, Slesia, Berlino, esistevano delle piccole concentrazioni industriali, ma erano proto-industrie o avevano carattere artigianale. A ostacolare lo sviluppo economico erano una serie di fattori, tra cui il carattere frammentario della Germania, ma anche lo stato precario dei trasporti e delle comunicazioni, inoltre la frammentarietà comportava l'esistenza di diverse entità politiche, sistemi monetari separati, politiche e sistemi commerciali distinti, caratterizzate da alti dazi, che ostacolavano gli scambi, tutto questo contribuiva al ritardo tedesco. Alla vigilia della 1ww la Germania era però una delle potenze mondiali, per la produzione di ghisa e acciaio la Germania era seconda solo agli USA. L'impero tedesco era diventato la più potente nazione industriale europea, il suo sistema bancario era il più potente del mondo, possedeva le industrie più grandi dei settori chiave della II riv industriale, dunque acciaio e derivati come il materiale bellico, i macchinari, l’industria chimica, l’industria elettrica. La produzione di carbone era elevata ma aveva il primato in settore elettrico e chimico, ma era forte nella produzione del vetro ecc. Possedeva una delle reti ferroviarie più dense d’Europa e aveva un elevato grado di urbanizzazione. Come ha fatto un'area prevalentemente rurale a diventare una delle maggiori potenze industriali alla viglia della 1ww, seconda solo agli USA? Bisogna distinguere la storia economica tedesca dell'800 in 3 fasi: • Va dall'inizio del secolo e arriva a comprendere la costituzione e l'attuazione nel 1834 dello zollverein, in questa prima fase si registra la graduale consapevolezza dei cambiamenti economici inglesi, francesi- in questa fase si formano le basi legislative e intellettuali essenziali per la transizione per il moderno ordine industriale • Alcuni storici economici lo definiscono come un periodo di imitazione consapevole e di prestiti, va dagli anni 30 fino al 1870. In questa fase che assumono consistenza le fondamenta del materiale dell'industria moderna, del commercio e della finanza • Dal 1870 c'è la terza fase, dell'affermazione, a partire da questi anni la Germania assume in poco tempo la supremazia industriale nell’Europa occidentale che continua ancora oggi In ciascuno di questi periodi importanti furono le influenze esterne, all'inizio queste influenze ebbero un carattere intellettuale e legale e derivarono dalla riv francese e dalla riorganizzazione dell’Europa attuata da napoleone. Il secondo periodo, nel quale vengono poste le basi materiali 17 dell'industria moderna, è caratterizzato dall’afflusso vivace e sostenuto, come nel Belgio, di capitali stranieri, di tecnologie, di iniziative imprenditoriali esteri. La terza fase invece, della supremazia, è caratterizzata dall'investimento estero, ma si assiste anche all'espansione dell'industria tedesca sui mercati esteri. Prima delle guerre napoleoniche la Germania era un paese frazionario, diviso in 360 stati; nel 1815 il congresso di Vienna, diede vita alla confederazione germanica, riducendo il numero degli stati a 39, due dei quali, più grandi degli altri, la Prussia e l’Austria, loro non ne facevano parte. All’inizio, dunque, la Germania non esisteva come entità politica ma anche come entità economica, ognuno dei 39 era geloso delle proprie prerogative, dei propri poteri, vi erano innumerevoli barriere doganali, non solo fra io vari stati, ma anche all'interno di ognuno di essi, diverso dal caso inglese, vi erano diversi sistemi di pesi e misure, di moneta, tutto ciò ostacolava il commercio e rendeva impossibile la formazione di un sistema economico unitario. L'industria era quasi assente, l'agricoltura era l'attività prevalente. Nel 1820 il prodotto interno lordo pro capite tedesco era metà di quello britannico. L'agricoltura era poco innovativa e redditizia, ad ostacolare lo sviluppo economico erano anche le strutture della società tedesca, che erano all'inizio dell'800, legate al feudalesimo. Lo stato dell'agricoltura e della proprietà agraria era molto diverso tra la parte occidentale e orientale del paese, dalla parte occidentale le condizioni dei contadini erano simili a quelle dei contadi francesi della pre-rivoluzione, il contadino dunque possedeva la terra che coltivava, ma doveva al suo signore un canone che pagava in natura o in denaro, doveva al signore una serie di prestazioni abbastanza onerose, e in caso di trasferimento ad altri possedimenti , doveva pagare un canone. Queste piccole aziende agricole possedute dai contadini erano coltivate per autosufficienza e al massimo per i mercati locali. In Germania ad est dell’Elba, Pomerania, Prussia orientale ecc., a dominare erano le grandi proprietà fondiarie dei junker- signori feudali, discendenti dai conquistatori tedeschi che avevano colonizzati nel medioevo quelle zone. I junker facevano coltivare le terre per mezzo di un amministratore ai contadini-servi mediante prestazioni obbligatorie del lavoro. Nei secoli precedenti le condizioni dell’Europa occidentale e orientale si amplificarono, le condizioni della parte orientale divennero più difficili, il potere degli stati era debole, forti erano i signori feudali. Da allora a ovest la Germania si divise nel paese dei contadini bauern land, e nel paese delle grande proprietà, dei latifondi, gutland, a est. Questo processo, della divisione, non riguarda solo la Germania ma anche tutta l’Europa orientale e settentrionale, più si va verso est le proprietà terriere sono immense, pochissime persone detenevano il potere e le terre. Sotto la spinta dell'illuminismo e della riv francese nelle regioni meridionali e occidentali della Germania avviene il processo di liberazione dei contadini e il dissolvimento delle strutture fondiarie che portarono alla diffusione di piccole medie aziende agricole, che producevano anche per il mercato, invece, dall'altra parte, in Prussia ad esempio, l'abolizione della feudalità e il riscatto dei contadini si tradussero in ulteriore processo di concentrazione della proprietà terriera. La riv francese ebbe effetti diversi: dopo le sconfitte inflitte ai prussiani da Napoleone i governanti prussiani si resero conto che era necessario fondare una nazione di uomini armati, per avere un esercito sufficiente. Nel 1807 la Prussia, seguita poi degli stati tedeschi, con un editto abolì la servitù e la distinzione tra proprietà nobiliare e non nobiliari, importante perché fino a quel momento era impedita la vendita a categorie diverse a quella a cui apparteneva la terra, la terra appartenuta ai nobili potevano essere vendute suolo ai nobili ecc.- questa legge rese il mercato delle terre libere e molto più vivace. I servi erano liberati dai loro obblighi feudali e dalla dipendenza legale nei riguardi del loro signore, ma a questa concessione seguiva una ricompensa. Con l'editto del 1811 vennero aboliti i diritti feudali ancora in essere e si procedette alla tripartizione della terra tra contadini e (? Non ha continuato), questo editto, rafforzato da quello del 1816, stabilì che ai contadini doveva essere garantita la proprietà dei loro poderi, però dietro un pagamento di 1/3 della terra al junker in caso di poderi ereditari, metà in caso di poderi 20 L'area della Ruhr è fondamentale- è a ovest. La produzione di carbone della Germania cresce in maniera sostenuta dal 1850, fino a raggiungere le 200.000 tonnellate nel 1913, da dove viene questo carbone, e perché la sua produzione inizia a crescere dal 1850? Il carbone tedesco proviene principalmente dal bacino carbonifero della Ruhr, poco prima della 1ww la Ruhr produceva i 2/3 del carbone tedesco, in realtà prima del 1850, questa zona era molto meno importante rispetto ad altre zone come la Saar, la Slesia e Sassonia. La commercializzazione del carbone della Ruhr comincia prima, negli anni ’80 del 700 sotto l'amministrazione delle miniere, prima il carbone veniva estratto da miniere poco profonde, le tecniche erano semplici e pochi erano i capitali, poi negli anni 30 dell'800 vengono scoperti giacimenti profondi a nord della Rurh sono giacimenti profondi, servono maggiori e migliori tecniche e maggiori capitali, come serve una maggiore libertà di impresa. Se servono tanti capitali, conviene investire quando comincia ad esserci molta domanda, quando questa cresce? Con le ferrovie. La condizione necessaria per l'investimento in tecnologie è l'esistenza di un mercato di sbocco, che si crea con la costruzione delle ferrovie che richiedevano carbone e ferro, per produrre il ferro serviva il coke. Le ferrovie creano il mezzo per trasportare il carbone in modo economico anche a consumatori più lontani, a nuovi mercati dunque. Oltre al carbone, la Ruhr aveva anche il minerario di ferro, non ne aveva tanto. La Ruhr diventa il cuore industriale della Germania, a partire dal carbone, a partire da un po' di ferro, concentra anche capitali tedeschi insieme a quelli stranieri, i quali favoriscono lo sviluppo di questa area, il capitale belga, francese e inglese contribuisce nello sviluppo dell'area, questi capitali esteri sono attratti dalle grandi possibilità dell'industria mineraria tedesca. L'altra grande industria della Ruhr che attrasse i capitali stranieri è quella siderurgica, il bacino carbonifero della Ruhr viene sfruttato tardi, dunque oltre ai capitali stranieri si giova anche delle tecnologie, per il vantaggio dell'arretratezza. Le miniere e l'industria siderurgica vengono costruite fin dall'inizio su larga scala— a partire dagli anni 70 si uniscono le acciaierie— su larga scala significa grandi stabilimenti ma fin dall'inizio si tratta di aziende a integrazione verticale. Queste grandi imprese possiedono miniere, industrie siderurgiche, acciaierie, industrie meccaniche. Questa area è un'area piccola ma continua ad essere il cuore industriale della Germania, sulla spinta dell'industria del carbone sorgono le altre varie industrie- siderurgica, meccanica, qui hanno sede importanti industrie. Nel 1913 la Ruhr produce oltre 8 mln di tonnellate di acciaio, quasi il 42% tedesco nel suo totale. Industria carbonifera, acciaio, meccanica pesante e armamenti sono centrali nella zona della Ruhr. Il carbone diventerà a base per l’industria chimica, sono tutte industrie che fanno grande uso del carbone e che producono principalmente per l’esportazione quelle nella Ruhr. La Ruhr si sviluppa tardi ma velocemente, in meno di mezzo secolo, diventando l'area più avanzata dell'intera Europa. 21 Lezione 4 mercoledì 16 novembre 2022 L'unione doganale viene considerata il punto di avvio della gran parte della Germania. Gli imprenditori e il loro spirito di intraprendenza erano deboli, fu lo Stato allora a prendere l'iniziativa, lo Stato non intervenne solo a livello legislativo, nel commercio internazionale e locale, ma spesso divenne proprietario di miniere, mulini, era uno stato imprenditore. Di fronte a un ceto imprenditoriale debole è lo Stato a prendere iniziativa. Con il congresso di Vienna si pone fine al blocco continentale- tutti quei provvedimenti che avevano impedito ai prodotti inglesi di entrare nei possedimenti francesi. Con i prodotti inglesi più concorrenziali, i prodotti tedeschi sono spacciati. Effetti: protezionismo e creazione del mercato interno che coinvolge tutti gli stati tedeschi. Il protezionismo serviva a proteggere le industrie nazionali e a farle crescere. Gli effetti positivi dello Zollverein vengono amplificati dalle ferrovie - che riducono le distanze e i costi di trasporto interni. Gli anni tra il 1860 e 1870 corrispondono al secondo periodo economico dell'800 in Germania - costituiscono la base della futura industrializzazione. Grazie al carbone si sviluppano le industrie collegate, la Ruhr non è l'unica area industriale, è indubbiamente il cuore, ma un'altra area importante è la Saar - dinamica dal punto di vista economico, favorita dalla sua posizione geografica, dalla sua dotazione di risorse e dai suoi mezzi di trasporto e vie di comunicazione. Oltre al settore siderurgico ci sono altri settori come l'elettrotecnico- tipico della II riv industriale. La Slesia come nella Ruhr si industrializza tra il 1850-1870 anche la Slesia si basa sulla produzione di carbone, ma anche acciaio. Adottò (?) il primo forno Siemens martin, ma la Slesia non si sviluppò come la Ruhr perché attaccata a tecniche più antiquate, non aveva adeguati mezzi di trasporto per raggiungere i mercati interregionali e internazionali. Era dominata da famiglie proprietarie, che provengono dalla proprietà terriera locale. Nella prima fase vengono poste le fasi legislative ecc nella seconda fase le basi materiali, il take off fino a ottenere il primato avviene nel 1870. Queste prime due fasi sono fondamentali, corrispondono alle basi del primato tedesco, il sorpasso nei confronti della Gran Bretagna, le costruzioni ferroviarie erano fondamentali. Il take off avviene dopo l'unificazione in un periodo caratterizzato, nel paesaggio europeo, di depressione. Il fatto che la Germania viva il take off mentre l'Europa è in un periodo di depressione ha fatto parlare di miracolo economico tedesco. La Germania nel giro di poco tempo diventa una potenza, passa rapidamente dal settore agrario a industriale. Nel 1870 avviene la guerra franco prussiana, a livello economico gli storici economici non sono concordi- una parte sostiene che l'unificazione economica della Germania avvenne già nel 1869, ma l'unificazione economica, secondo alcuni economisti, ha inizio con lo Zollverein e si coronò con la proclamazione dell'impero. La Prussia riesce grazie a Bismark nell'unificazione tedesca, proclamata nella reggia di Versailles occupata. Il Reich era una confederazione di 25 stati con una notevole forza economica e politica, il capo fu proclamato il re di Prussia con il titolo di kaiser. La Germania diventa la prima potenza economica europea; eppure, l'unificazione politica della Germania, nel 1871, non portò ad uno sviluppo così travolgente. L'unificazione politica porta alla creazione di un governo imperiale dotato di enormi poteri in materia economica: fissa le tariffe doganali, negozia i trattati commerciali con gli altri paesi, riscuote le imposte indirette, al governo imperiale fa capo la politica monetaria. Con la creazione dell’impero, per quanto riguarda l'unificazione monetaria, viene raggiunta nel 1873, c'erano 2 monete prima, dal 1873 si introduce il marco. Nel 1875 viene creata una banca centrale che ha il potere di emissione di carta moneta anche se non ha il monopolio. Il loro numero verrà ridotto a 5 nel 1905, prima erano 20, nel 1933 la Banksman diventerà l’unica banca. Prende avvio, su impulso dell'impero, la nazionalizzazione delle imprese attive nel settore ferroviario. Perché si nazionalizzarono le ferrovie? Nonostante il 22 desiderio di andare oltre i confini nazionali. Il settore ferroviario era caratterizzato da una forte frammentarietà il che era negativo per i traffici interni. Negli anni '80 anche la Germania si lancia nella creazione delle colonie, vengono fondate in Africa, nel Pacifico, voleva essere il terzo impero coloniale più importante, dopo l’Inghilterra e la Francia. Le colonie servivano a ottenere materie prime e a creare mercati di sbocco. Anche la Germania tentò di attuare lavori forzati per le piantagioni, ma seguirono le rivolte, le colonie si perdono dopo la Iww. Il raggiungimento dell'unità politica coincide con l'inizio di un periodo di difficoltà economiche, presto superate, dagli anni 80 c'è l'espansione industriale. I primi anni dell’impero sono caratterizzati da una crisi che riguardano l'agricoltura - l'agricoltura tedesca sconta la crescita di importazioni di cereali russi e statunitensi, questi sono fortemente competitivi con i prodotti locali- la crisi dell'industria ha origini diverse: questa crisi fu l'inevitabile conseguenza dell'eccesso degli investimenti del periodo 1869-1873, ma soprattutto disponibilità di credito a basso costo, con la creazione dell'impero dalla Francia si ottengono le riparazioni, 5 miliardi di franchi- l'arrivo fa crescere l'euforia che si traduce in creazione di società per azioni, ma questa euforia è slegata dall'andamento reale della domanda. L'euforia non solo è frutto dei 5 miliardi ma anche da alcuni provvedimenti di carattere legislativo che riguardano società per azioni - si fa riferimento al bubble act del 1720 ( non è possibile la creazione di società per azione senza l’autorizzazione del parlamento ), provvedimenti come questi - restrittivi- vengono introdotti in Europa continentale. Per quanto riguarda la formazione delle società per azione è fondamentale il codice di commercio napoleonico del 1807, che poi viene adottato anche in altre aree, perché? Questo codice stabiliva 3 forme, per la prima volta, per quanto riguarda le società - distingueva la società semplice- i cui soci sono individualmente responsabili dei debiti della vita; la società in accomandita- società di persone in cui i soci accomandatari assumono una responsabilità illimitata per gli affari della società mentre i soci accomandanti rischiano solo il capitale investito, l'ultima è la società anonima, dunque la società per azioni, in questo caso il codice di commercio stabilisce che poteva essere creata solo attraverso l'approvazione del parlamento. Nei paesi dell'Europa continentale questa legislazione restrittiva rimane fino agli anni '60 dell'800, per le azioni e per i capitali la società in accomandita è molto popolare , ad aprire verso la liberalizzazione è la Francia nel 1867 : per la formazione di società per azione non era più necessaria l'approvazione del parlamento, seguono altri Paesi , prima la Prussia, l'Italia solo nel 1882 approva questo tipo di legislazione, la confederazione del nord nel 1869 poi un'altra legge del giugno successivo facilita la costituzione delle società per azione. Una legislazione molto più liberale e dall'altra parte la vittoria in guerra e l'unificazione crea un boom di tante nuove società per azione. Nel 1871 si creano tante società per azioni - 207 in 1 anno; 479 nel 1872. Cominciarono, oltre a comprare, ma soprattutto a ricomprare, le aziende tedesche in mano a capitali esteri, e cominciarono a investire all'estero, l'attività si interrompe nel 1873, molte di queste società falliscono, - la domanda dei prodotti tedeschi non è così alta, seguono fallimenti ecc. è l'inizio di una crisi. La crisi industriale avviene allo stesso tempo di quella agricola. Nel 1873 ma anche nel 1880 ritorna a crescere l’economia- tra il 1873 e il 1913 il PIL cresce del 3%, pro capite oltre il 2% all’anno. Lo Stato deve affrontare una duplice crisi, le sue risposte: • Nei tentativi di proteggere le industrie nazionali rimaste, lo Stato fece salire, innalzò, le barriere tariffarie, questa fu una risposta difensiva. All'inizio l'atteggiamento di Bismarck era solo moderatamente protezionista. Dal 1879 inizia un protezionismo più spinto, con l’adozione dei dazi ecc., andando incontro alle richieste dei proprietari agricoli e industriali. Ma queste tariffe furono on realtà un compromesso: gli industriali avrebbero voluto protezioni maggiori per i loro prodotti ma erano contrari a un forte protezionismo sui cereali, l’aumento dei prezzi di questi prodotti avrebbe comportato che altre classi avrebbero avuto minore potere d’acquisto. 25 di un prodotto attraverso l'innovazione tecnologica il guadagno è maggiore, non si accresce la manodopera ma si introducono tecnologie sempre più moderne Se la Germania è forte e continua ad innovare un ruolo fondamentale lo ha il capitale umano, la chimica e il settore elettrico- base dello sviluppo tedesco- sono basati sulla scienza, allora è centrale la formazione del capitale umano, responsabilità dello Stato. Particolare cura è riservata all'istruzione tecnica e scientifica a tutti i livelli, questo precede l’industrializzazione, diventa un volano per lo sviluppo economico. Il ruolo dello stato nel favorire un sistema economico e industriale avanzato tramite il sistema scolastico di alta formazione che tra il 1810 e il 1811 inizia ad affermarsi. Una differenza con Inghilterra riguarda i primi corsi della formazione degli ingegneri, questi hanno poco successo e sono fondati alla fine dell’800 in Inghilterra e le scuole dell'organizzazione del management vengono istituite solo dopo la 2ww. Altro aspetto caratteristico della Germania è l'aspetto pratico, i curricula delle scuole tedesche erano molto flessibili, univano la teoria alla pratica. Fin dall'800 gli studenti di ingegneria svolgevano un periodo di pratica nei reparti industriali, c'è un'accorta politica sulla formazione teorica e pratica, bisogna considerare anche lo stretto rapporto con le impese, il corpo docente spesso proveniva dall'industria, come nella facoltà di economia i professori venivano dalle banche . Sono stretti i rapporti tra imprese e luoghi di formazione. Le imprese internalizzano la ricerca con la formazione di luoghi di ricerca e sviluppo. In una situazione di stabilità dei mercati , le imprese riuscivano a destinare introiti alla ricerca- l'innovazione è un vantaggio fondamentale per le imprese nella II riv industriale. Altri aspetti dello sviluppo tedesco sono: • La presenza dello Stato che interviene in un altro modo, in Germania è attivo nel porre le condizioni legali per l'industrializzazione - Bismarck negli anni 80 del 800 dotò la Germania di assicurazione obbligatorio dei lavoratori contro invalidità, malattie e infortuni- la Germania è il primo stato a dotarsi di una forma di previdenza sociale - lo Stato fornisce maggiore possibilità di spesa ai lavoratori. • La funzione banche: i settori industriali che primeggiano sono a forte concentrazione di capitale- le banche miste sono presenti in Belgio ma raggiungono il loro ruolo maggiore in Germania. Il sistema bancario più che altrove, in Germania ha avuto un ruolo di primo piano nel sostenere la crescita economica. La Germania nella prima metà del XIX sec non aveva un vero e proprio sistema bancario. Esistevano banche private nei più importanti centri commerciali, ma questi banchieri privati agivano non come finanziatori di imprese, ma agivano negli scambi a livello locale e internazionale. A partire dagli anni ’40 -con l'età delle ferrovie- un certo numero di questi banchieri privati iniziò ad investire e a occuparsi del settore ferroviario 26 Lezione 5 giovedì 17 novembre 2022 Studiare lo sviluppo economico della Germania apre delle domande su: • Il ruolo dello stato nei paesi late comers • Il sistema di finanziamento delle imprese e l'organizzazione del sistema bancario Quali sono le innovazioni della II riv industriale e i loro effetti sulla società? L'ultimo dei fattori sostitutivi è il sistema bancario che ebbe un ruolo di primo piano nel sostegno economico tedesco e non solo. Nella prima metà dell’800 in Germania non esisteva un vero e proprio sistema bancario, gli ostacoli erano la presenza di numerosi stati sovrani e i diversi sistemi monetari. Prussia, Sassonia e Baviera possedevano banche di emissione, la prima del 1835 in Baviera, ma erano emanazioni dello stato, dunque controllate dai governi, e si occupavano specialmente delle finanze statali. A sostegno dell’economia delle attività industriali, commerciali, ci furono i banchieri privati e alcune banche private che si trovavano nei maggiori centri commerciali come Francoforte, Amburgo e Berlino- finanziatrici degli scambi locali e internazionali. Negli anni '40 in concomitanza con le creazioni delle ferrovie , alcune delle banche iniziarono ad occuparsi di operazioni di investimento finanziando e fondando nuove imprese , specialmente nel settore ferroviario. Dagli anni 40 inizia una nuova era per il sistema bancario tedesco. L'aspetto distintivo del sistema finanziario tedesco , dall'inizio del suo sviluppo , è quello della banca mista o universale , già un po' presente in Belgio ma in Germania questo modello raggiunge la sua completezza: un istituto despecializzato, oltre a svolgere le normali finzioni delle banche commerciali- dare credito a breve termine con le cambiali , deposito ecc.- le banche di investimento finanziano con prestiti a lungo temine le attività industriali e lo fanno utilizzando parte dei loro soldi e parte dei depositi della loro clientela. Sono Kreditbanken, la prima banca, di questo tipo, nacque nel 1848 a Colonia, è importante perché: • Nasce dalle ceneri di una banca privata che aveva fatto banca rotta • È la prima società per azioni, è un 'anomalia- il 1848 è un anno di rivoluzione politica ma anche di crisi finanziaria, il governo cercò di ridurre, o meglio impedì, la pratica della formazione di società per azioni e concesse a questa nuova banca di formarsi in società per azioni • Fino al 1870 il governo prussiano non autorizza altre formazione di banca come società per azione, allora le altre banche si formano come accomandita Un'altra banca mista viene fondata nel 1853 non in Prussia ma nel grand Ducato di Assia e del Reno- i suoi promotori erano banchieri di Colonia, volevano stabilirsi a Colonia, ma il governo lo impedì, anche a Francoforte il governo impedì la formazione di banche miste, ma non a grande distanza da Francoforte, il Grand ducato accolse la pratica della nascita di banche. La banca agiva in tutta la Germania e non solo. Le banche nascono sotto forma di Società in accomandita, ne nascono diverse negli anni 50 e 60 e alcune delle più importanti. Nel 1869 la legge di liberalizzazione coinvolge anche le banche. Tra il 1870 e il 1873 vengono fondate oltre 100 banche miste sottoforma di società per azione. Come la crisi colpì il settore bancario e come se ne esce? • Le banche più deboli falliscono, le altre si aggregano • Si esce dalla crisi tramite un processo di fusione e concertazione A dominare la scena finanziaria tedesca vi è il fallimento di alcune molte e l’aggregarsi o la fusione, si tratta di una decina di banche mine con filiali, ad emergere sono le 4 D GrossBAnk: 27 Deutche bank fondata nel 1870, la Dresdner bank fondata nel 1872, la Darmastadter bank fondata nel 1853, la Disconto Gesellschaft fondata nel 1850 (non le vuole sapere). Ciascuna di esse ha un capitale superiore a 100 milioni di franchi e tutte hanno sede a Berlino. La ribalta si corona nel 1879 – con la fondazione della Reichsbank che non detiene il monopolio delle risorse ma ha grandi poteri, poteva agire come prestatore di ultima istanza- in caso di crisi o in caso in cui le altre banche si fossero trovate in difficoltà la Reichsbank agito immettendo liquidità nel sistema economico o dando crediti alle banche in difficoltà. Lo Stato introduce una legislazione che limitava l'attività di borsa e le banche si trovano ad agire in sistema in cui dal punto di vista legislativo è estremamente favorevole, lo Stato mette dei paletti all'attività di borsa. È lo stato che definisce le regole del gioco che influenzano il sistema. Le banche diventano il canale referenziale in cui le banche stesse si finanziano. Ogni banca si impegna nel sostenere delle imprese, specie nel settore industriale, il rapporto tra banche e imprese in Germania è organico perché: • Le banche finanziano le imprese e stringono rapporti privilegiati con settori ad alta concentrazione di capitale- La Disconto Gesellschaft , oltre a finanziare, assunse partecipazione diretta, divenne azionista nel settore elettro meccanico, ferroviario e siderurgico, un’altra banca finanziò prima le costruzioni ferroviarie e poi inestì in settori manifatturieri e investimenti esteri , la Deutche ebbe rapporti con la Siemens e con l’industria chimiche come la Bauer e finanziò il commercio con l'estero tramite una serie filiali all'estero- una caratteristica è la precoce internazionalizzazione, lo Stato stesso favorì le esportazioni , le banche sostengono questo processo attraverso una serie di filiali. Costituiscono uno dei settori più dinamici della seconda riv ind • Le banche non si limitano a fornire finanziamenti a lungo termine, non solo forniscono queste risorse materiali- finanziamenti- intervengono attraverso la locazione effettiva delle risorse nei vari settori ma anche fornendo capacità imprenditoriali e competenze organizzative. Si dice che le banche miste sostenevano le imprese dalla culla alla tomba, le sostengono tramite vendita di azioni ecc. La banca interviene nelle strategie delle imprese e lo fa anche perché è spesso azionista di quelle imprese e come tale sede nei consigli di amministrazione. Queste bacche, attraverso i loro rappresentanti, siedono nei consigli di molteplici imprese, riescono dunque ad intervenire nelle strategie anche di singoli settori, non nelle singole imprese. Sedendo anche nei CDA delle singole imprese hanno, queste, informazioni di prima mano, così loro definiscono strategie di interi settori, le banche sostengono conoscenze tecniche e finanziare utili nelle normali attività delle imprese. Questo sistema organico funziona fino a quando l'economia funziona. Durante la lunga fase della industrializzazione 1850-1914 le banche miste sostennero l’industrializzazione tedesca ma al contempo sostennero e furono sostenute dalle stesse imprese, il sistema funziona fino al 1929, anche perché questo rapporto diventa ancora più stretto successivamente: per sostenere le imprese in difficoltà alcune banche avevano investito nelle imprese, le banche sono costrette a sostenerle continuamente e quando avviene il crollo delle industrie, il rischio è quello di trascinare con sé l'intero sistema bancario. Durante agli anni del primato le banche miste tedesche hanno una funzione altamente positiva, danno vita a un circolo vizioso. Questo processo -connubio tra banche e imprese- comprende non tutti settori – i settori rimasti fuori a chi si rivolgono? All'auto finanziamento ma agiscono anche banche locali e cooperative che sostengono a livello locale tutti i vari settori. Che tipo di modello economico è quello tedesco? Coeso, coordinato, organizzato, molto diverso, non solo per il sistema bancario ma anche per le grandi imprese, dal sistema inglese, legato alle tecnologie della I riv, caratterizzato da piccole e medie imprese. Lo Stato in Germani ha un ruolo molto più attivo nel sostenere il 30 allora l'act ha la funzione di rendere più prudenti le banche, infatti segue la crisi bancaria e finanziaria-crisi del sistema economico. L’Inghilterra aveva azionato la riv industriale e si ritrova nel bubble act che rallentò la formazione di imprese di grandi dimensioni e la presenza di un moderno sistema bancario. Come era formato il sistema bancario? A Londra operavano banchieri privati e si specializzavano in base alla loro clientela, c'erano 2 banchieri- - banchieri di city- si occupavano si titoli pubblici, delle azioni delle compagnie delle indie, erano corrispondenti - country banks e poi west banks – si occupavano dei crediti di ipoteca alla nobiltà di campagna e all'alta borghesia londinese fornendo anche prestiti e finanziamenti. L'aristocrazia e la nobiltà di campagna si trasferiva a Londra per la stagione ed erano banchieri a trasferire le rendite stagionali, questi ebbero il diritto di emettere moneta cartacea. Al di fuori di Londra operavano le country Banks, le banche di provincia, i cui membri provenivano da industria mineraria ecc., queste crebbero altamente nei primi decenni della riv, la domanda relativa a servizi di intermediazioni dei settori industriali e delle imprese che finanziavano attraverso le cambiali anche, ma fanno credito a breve. Però queste country Banks erano di piccole di dimensioni e riguardo a loro non c'erano legislazioni , erano caratterizzate dall'organizzazione di finanza allegra- effetto - molto andarono incontro a fallimenti e a guai finanziari, il che rendeva il sistema finanziario inglese altamente instabile - tra il 1826 e 1834 ci sono le prime legislazione – portarono alla struttura dell'offerta di credito. Nel 1826 viene introdotta una legge che autorizza la formazione di banche come società per azione al di fuori di un raggio di 65 miglia da Londra, non a Londra, al di fuori- 1833 nuova norma che autorizza la formazione di Join stock banks a Londra purché queste emettessero moneta- effetti di queste 2 leggi: nella metà degli anni 40 erano attive oltre 140 join stack banks che avevano in totale 450 filiali sul territorio, si forma una rete nazionale ma non erano molto grandi. Le loro dimensioni non erano paragonabili alle banche miste, anche l'Inghilterra conosce il processo di fusione delle banche, ma solo nel '900, quando nascono grandi banche. La differenza con la Germania è la fusione tardiva delle banche, il ritardo non permette all'Inghilterra di sostenere i settori della II riv industriale, solo alla fine della 1 ww si affermano le big five. 31 Lezione 6 venerdì 18 novembre 2022 Alla fine della 1ww emergono le big five. Questo processo di acquisizioni e di fusione avviene più tardi rispetto alla Germania, ma anche all'inizio del 900 gli inglesi si resero conto del loro ritardo industriale rispetto alla Germania e agli USA, questo portò gli economisti a riflettere sul sistema bancario inglese, se questo fosse capace di sostenere l'industria, era opportuno fare come i tedeschi? Questa consapevolezza, del ritardo industriale e del possibile cambiamento in sistema bank-oriented, non ha un effetto immediato, continuò a prevalere un atteggiamento conservatore da parte dei banchieri inglesi, si continuò a guardare con sospetto i finanziamenti a lungo termine per le industrie. Questo rimanda ad una questione molto più ampia che ha coinvolto moltissimo gli storici, gli economisti ecc. Quali sono i motivi del declino inglese rispetto agli altri paesi? Considerando che l'Inghilterra in questi anni non è coinvolta in grandi guerre, c'è una spiegazione più o meno evidente del declino olandese, quello inglese è un declino relativo. Londra è il centro finanziario più importante del mondo, ma l'Inghilterra cresce meno, perché? I motivi sono di tipo culturale, economico e finanziario, tra questi c'era il fatto che il sistema finanziario non rispondeva alle necessità dell'industria. Solo a partire dagli anni ‘20 il sistema bancario inglese cominciò ad essere invaso da richieste di finanziamenti delle imprese, ma nascono 2 sistemi di credito speciale disposti a dare credito a lungo termine per le imprese, ma questo non servì a colmare quel gap con gli altri paesi, si aspetta fino alla fine della II ww affinché le autorità pubbliche promuovessero la nascita di istituti a credito speciale per ridurre e/o colmare il gap. Si conosce un processo di razionalizzazione basato sui processi di fusione e acquisizione che coinvolse le banche, a partire dagli anni '60 del XX sec le banche iniziarono a promuovere alcuni servizi, come la consulenza alle imprese. Rispetto alla Germania c'è un ritardo di quasi un secolo. Il sistema finanziario faceva fatica a rispondere e a adeguarsi alle necessità dei nuovi settori industriali. La borsa inglese era la più importante al mondo. Perché il mercato azionario inglese non svolse quella funzione di aiuto e sostegno alle imprese? È un paradosso, il sistema azionario inglese è il più importante del mondo mentre le industrie, le imprese, soffrivano di sottofinanziamento - si finanziava all'estero, gli inglesi non investivano nelle imprese nazionali. Fino al 1914 per quanto riguarda gli investimenti all'estero, la nazione che investiva di più all'estero era la Gran Bretagna, costituiva il 43% del totale. Si preferiva investire in titoli pubblici, società ferroviarie, imprese estere, perché? La borsa di Londra continuerà ad essere dominata attorno ad un gruppo di banche di investimento - merchants banks. Sono banche e banchieri di investimento, si chiamano merchants banks. Questa borsa, quindi, non investiva in patria ma altrove, in patria anche in società ferroviarie ma specialmente all’estero in titoli azionari, società ecc., come mai? A prevalere fu un atteggiamento prudente e conservatore, erano investimenti sicuri quelli esteri, i settori inglesi erano nuovi, relativi alla II riv industriale, dunque a più alto rischio. Dall'altra parte vi è l'atteggiamento degli imprenditori inglesi, che temevano di perdere la direzione strategica delle loro imprese, temevano che le loro azioni o settori diventassero proprietà banche. Per quanto riguarda le imprese inglesi, queste preferirono mettere sul mercato azioni privilegiati, azioni che danno dividendi più alti ma che non danno la possibilità di avere alcun potere per quanto riguarda le strategie dell’impresa. Il paradosso è enorme: una borsa che è in piena espansione ma che non investe nel proprio paese. Negli anni ’80 il Il 60% dei titoli scambiati in borsa era costituito da titoli pubblici, il 32% da titoli emessi da società ferroviarie, solo 1,2 % da titoli industriali. Che effetti ebbe? Deflusso del capitale, questo spiega la perdita di competitività dei nuovi settori della riv industriale, a questo si accompagna l'atteggiamento prudente degli investitori. Quando si comincia a cambiare? Solo negli anni 20 e soprattutto 30. Negli anni 20 quando vengono meno le possibilità 32 di investire all'estero. La trasparenza e il controllo finanziario delle imprese avvengono negli anni '40-chi controlla l'andamento effettivo delle imprese o delle banche? Devono esistere degli istituti di controllo. Dal 1856 vi è la deregulation, non è più necessario avere l'approvazione del parlamento, viene dunque annullato il bubble act, che oltre a stabilire l'approvazione del parlamento prevedeva la revisione obbligatoria a opera di organi amministrativi. Con la legge del 1856 viene meno la revisione, cosa avviene però? Una fase finanziaria molto allegra, l'assenza di controlli porta una gestione non sempre ortodossa delle imprese e porta a fallimenti e crisi che sconvolgono l'opinione pubblica. La fiducia viene meno, la situazione dura pochi anni ma già nel 1862 viene introdotta nuovamente la revisione annuale obbligatoria, prima solo per le imprese ferroviarie, poi viene allargata alle banche, e poi a tutti i tipi di società. La revisione obbligatoria non viene più affidata a organismi pubblici dello stato o a contabili. Cosa determina la reintroduzione della revisione obbligatoria da parte dei contabili? La nascita di studi professionali che cominciano a specializzarsi in queste società, nascono nelle città industriali e centrali, nascono nella seconda metà nell'800, nascono anche negli USA - le società di revisione inglesi si ritrovano negli USA perché sono filiali di studi professionali. Innovazioni Dopo la fine delle guerre napoleoniche, nella gran parte degli stati europei e negli USA, gli sforzi degli imprenditori furono incanalati dal governo per colmare il gap. Nonostante i vincoli, come l'obbligo di non trasportare all'estero macchine e tecnici dall’Inghilterra, che vengono soppressi, porta alla diffusione in Europa e non solo, dagli anni ‘40, delle tecnologie della I rv industriale. Non ci fu solamente un tentativo di imitazione da parte dei paesi late comers delle tecnologie inglesi, in Europa e negli Stati Uniti cominciano a prendere piede innovazioni, nuove tecnologie, che andavano a concentrarsi nei settori non coinvolti della I riv industriale, per questo si parla di II riv industriale dando avvio ad un processo cumulativo e autopropulsivo, si fa più rapida la messa a punto di invenzioni e la loro entrata nel mercato. I settori tessile e minerario sono coinvolti in micro-innovazioni, in miglioramenti di invenzioni già esistenti. Il settore tessile viene coinvolto però da una nuova innovazione che da avvio ad un nuovo settore: la macchina da cucire, iniziativa di molti, a partire da un francese, viene costruita nel 1830 ma fu rovinato dai sarti, per la diffusione delle innovazioni bisogna tenere conto degli ostacoli. Il più noto, per la macchina da cucire, è Isac M. Singer, il quale fonda l’impresa omonima. La macchina da cucire ha pedali, non richiede risorse energetiche, dunque permette di svolgere il lavoro anche a livello domestico, fa nascere l'industria dell'abbigliamento e si diffonde e nasce negli Stati Uniti, che avevano il vantaggio di avere un mercato vastissimo. Ad essere coinvolti sono settori non coinvolti dalla I riv industriale, questi fanno nascere dei settori completamente nuovi, per questo si parla di II riv industriale. David Landes nel Prometeo liberato definisce la II riv industriale come grappolo di innovazioni basato sulla chimica, elettricità e motore a scoppio. Differenze tra I e II rivoluzione industriale: • la II ha un più ampio raggio di innovazioni • le invenzioni della II riv industriale hanno più incidenza sulla società • Il rapporto con la scienza: nella I riv industriale il rapporto è indiretto, è la scienza che acquisisce maggiormente dalle innovazioni. Nella II riv industriale le innovazioni si basano sulla scienza • Il curriculum degli inventori: nella I riv erano principalmente artigiani, privi di istruzione specialistica, nella II riv erano ingegneri, con istruzione specialistica, per questo la Germania è anche la prima nella II rivoluzione industriale • Il tempo di passaggio dall’idea alla sua messa appunto, alla sua introduzione nel ciclo produttivo, è sempre meno 35 approvvigionamento, la popolazione europea cresce e queste importazioni aumentano i prodotti europei, il tutto favorisce l'integrazione fra le aree. L'elettricità è rivoluzionaria, è fondata sulla scienza, gli esperimenti sui fenomeni sull'elettricità a fini commerciali iniziarono all'inizio dal XIX sec. A partire dagli anni ‘40 la fiducia in questo settore diminuisce e il suo uso principale avviene in un altro campo, la telegrafia, un tedesco dimostra la possibilità di comunicare a distanza velocemente, poi un inglese, William Coke, brevetta il sistema di trasmissione a 5 fili, Morse brevetta il sistema omonimo con il quale si scrive il messaggio. Perché l'elettricità diventasse ad uso corrente, si dovette risolvere una serie di problemi, ma una volta risolti vengono costruite le Centrali termoelettriche che utilizzavano il carbone prima. Svincolata dalla vicinanza dalla materia prima, la prima centrale elettrica viene creata nel milanese, con questa non solo si illuminano le città ma rappresenta anche la fonte di attivazione dei suoi trasporti ecc. 36 Lezione 7 mercoledì 23 novembre 2022 Le innovazioni della II riv industriale sono più numerose rispetto a quelle della I e sono anche più eclettiche. Riguardo all'elettricità, la turbina ad acqua è del 1873, la turbina a vapore viene inventata nel decennio successivo, è importante perché segna l’inizio dell’elettricità- forma di energia prodotta attraverso le centrali prima idroelettriche (turbina ad acqua) e poi termo elettriche (turbine a vapore). L'invenzione della turbina ad acqua fu fondamentale per i paesi che non avevano carbone, lo sviluppo dell'energia idroelettrica fu decisivo per lo sviluppo di quei paesi come l'Italia che erano mancanti di carbone e dove fino a quel momento lo sviluppo industriale aveva ristagnato. Si parla di carbone bianco per questo tipo di energia. La prima centrale non è idroelettrica ma è termoelettrica, era a carbone, nell'Europa continentale, entra in funzione nel 1883 e fu la centrale di Santa Redegonda a Milano, da chi venne realizzata? Da Giuseppe Colombo, ingegnere, docente, politico, nel 1884 diventa imprenditore fondando l'impresa elettrica Edison. Nel 1889 entra in funzione in Italia il I impianto idro-elettrico di una certa importanza, alimentato dal torrente Borzente, serviva per alimentare gli stabilimenti industriali di Genova. Nel 1892 entra in funzione la prima centrale idroelettrica di Tivoli per l'alimentazione di Roma utilizzando l'acqua di cascate vicine. Nel 1898 entra in funzione un'altra centrale idroelettrica, Vertini, nel milanese, realizzata dalla Edison, questa è importante per essere il più grande impianto idroelettrico d'Europa, secondo al mondo solo a quello alimentato dalla cascata del Niagara. La Edison a chi si affidò per i finanziamenti? Alle banche, in particolare alla banca commerciale italiana. L'elettricità, forma di energia, non fonte energetica, trasforma lentamente la vita a partire dagli stabilimenti industriali, per i motori elettrici, ma anche per la luce, per l'alimentazione delle tramvie ecc. Nel 1879 un componente della famiglia tedesca Siemmens inventa il tram elettrico, importante perché ha conseguenze rivoluzionarie nella mobilità delle città, città in forte espansione. Se le ferrovie e le navi trasformano i trasporti a lunga percorrenza, i tram modificano i trasporti urbani, di massa, a breve percorrenza. L'elettricità consentì di portare sottoterra l’elettrificazione e anche la metropolitana, quella di Londra, prima a vapore, viene elettrificata nel 1890. Anche il sistema ferroviario viene elettrificato nei primi del '900. Quali sono le differenze tra la I e la II riv industriale? Il tempo, il passaggio dalla invenzione all'innovazione. Si passa da un secolo a pochi anni. I motori elettrici trovano decine di applicazioni nell'industria. L'elettricità viene utilizzata per produrre calore, viene usata nella metallurgia per la fusione dei metalli e nelle industrie chimiche per i processi elettrolitici. L'elettricità dà origine anche ad una fiorente industria di materiali elettrici, dalla dinamo alle lampadine, attrezzature telefoniche- Settore in cui imprese americane e tedesche si contendono il mercato mondiale. Le attrezzature della II riv industriale vanno ben oltre, si parla di riv dei trasporti. Per quanto riguarda i settori della chimica e dell'elettricità, questi sono i casi più evidenti del legame scienza-tecnologia della II riv industriale, ma non tutte le innovazioni della II riv dipendono da quest’ultimo. Le innovazioni del periodo 1830-1850 e 1914 dipendono da un'altra forma di innovazione: la ricombinazione e il perfezionamento di conoscenze già esistenti- ad esempio la nave a vapore, che insieme alla locomotiva cambiò la prospettiva delle comunicazioni, fu il risultato di ricombinazioni già esistenti, perché? Il motore a vapore in un primo momento venne usato solo come ausiliario per la vela, nel momento in cui il vento era sfavorevole, per la vera completezza si dovette aspettare la metà dell'800 con l'introduzione di altre innovazioni: elica-1838 e il motore ad espansione-1854, prima la nave era in legno-la nave a vapore poi viene costruita in ferro e poi in acciaio. Questi motori hanno altri vantaggi: 37 permettono di abbassare drasticamente i costi di funzionamento, la quantità di carbone nelle stive diminuisce il che comporta più spazio per le merci e per i passeggeri. Navi più potenti, più veloci ma anche maggiore tonnellaggio, il tonnellaggio dei piroscafi supera quello dei velieri negli anni '90, ma prima i piroscafi avevano il monopolio dei traffici dei passeggeri e dei migranti verso gli USA e anche del trasporto delle merci pregiate. La riv dei trasporti permise lo spostamento di grandi masse di persone dall'Europa verso altre aree del mondo, sono i decenni delle grandi migrazioni. Prima c'era promiscuità, le navi trasportavano persone, merci di poco valore ecc. con i piroscafi c'è la prima specializzazione- persone e merci pregiate e verso la fine dell'800 vi è un'ulteriore specializzazione, ci sono navi che trasportano solo passeggeri e navi che trasportano solo merci- il periodo comprende le specializzazioni di trasporti di altre merci, nascono le navi per il trasporto delle carni congelate, quelle cisterne- per il trasporto del petrolio. Alla fine dell'800 le navi sono cambiate, sono totalmente diverse. Le navi a vapore avevano vinto contro i velieri, ma i velieri hanno ceduto alla supremazia del vapore, la competitività si mostra anche nella tecnologia e nei mezzi di trasporto. Gli sviluppi della nave a vapore hanno determinato negli stessi anni profondi miglioramenti anche per i velieri, le corde sono in ferro e poi di acciaio, altri tipi di vele ecc. Un'altra caratteristica è che l'arrivo di una tecnologia non determina immediatamente la messa a fuori uso della tecnologia più vecchia, ma avviene spesso un processo di reazione che porta all'introduzioni di altri processi anche nella tecnologia più vecchia. I trasporti: la bicicletta nasce nel 1885, modifica il trasporto della singola persona, la bicicletta mette in collegamento le città alle campagne, prima di diventare un mezzo di massa ci vuole un po'-non per gli USA. La bicicletta è il frutto di innovazioni già esistenti - la meccanizzazione della gomma viene messa a punto nel 1839, la catena trasmetteva l'energia dei pedali alla ruota, esisteva da molto tempo. Fu necessario attendere il 1885 perché il medico scozzese John Dall applicasse lo pneumatico alle ruote del triciclo. L'automobile nasce, come la bicicletta, come combinazione di innovazioni già esistenti separatamente. Il motore a combustione interna era già stato proposto in teoria negli anni '20 dell'800, nel 1824 un fisico francese aveva già indicato il modo più efficace per generare energia cinetica, ma l'innovazione è diversa dall'invenzione, divenne possibile solo nel 1876 quando un ingegnere costruì il motore a scoppio a quattro tempi- però questo motore non ebbe successo per un'innovazione correlata: la benzina, all'epoca era considerata un pericoloso residuo di lavorazione del petrolio dal quale negli anni 60 si ottenevano lubrificanti e paraffine-furono due ingegneri tedeschi a costruire il primo motore a ciclo otto alimentato dalla benzina come carburante. Nel 1885 il triciclo di Benz è il primo prototipo di automobile, poi vengono attuati una serie di miglioramenti a partire dagli pneumatici- che vengono montati sulle automobili per migliorarne il comfort e la velocità, poi nel giro di qualche anno vengono aggiunti il carburatore, il freno ecc. Nel giro di qualche decennio viene messa a punto l'automobile. Le prime vantano del motore a vapore, poi si passa esclusivamente al motore a scoppio, negli stessi anni, nel 1887, un altro ingegnere tedesco mette a punto un altro motore- Diesel, non usava la benzina ma poteva usare dei combustibili molto più "poveri": polveri di carbone e i residui della lavorazione del petrolio. Il motore Diesel comincia ad essere impiegato sugli autocarri nella I ww e poi si diffonde rapidamente. L'autocarro- fa parte della riv dei trasporti- è importante per il trasporto delle merci e velocizza il passaggio delle merci. L'automobile quando si sviluppa? Gli europei sono in prima fila, non solo i tedeschi, ma anche i francesi con la Citroen e gli italiani, non solo con la Fiat, ma anche con una serie di piccole officine, negli Usa c'è la Ford, la Cadillac ecc. L'automobile in Europa e negli USA prende due strade diverse, perché? Lo sviluppo dell'automobile è legato alle gare automobilistiche, nasce come bene di lusso e tale rimane in Europa per diversi decenni, anche se negli anni '30 si inizia a pensare all'automobile come altro. Negli USA con la produzione di massa, a partire da Ford, l'automobile inizia ad essere un bene più accessibile a fasce sempre più ampie della popolazione, è indubbio che in questa riv dei trasporti l'automobile ha un ruolo 40 Perché questo sistema si sviluppa negli USA e non in Europa? Il sistema della intercambiabilità delle parti era stato introdotto negli anni '70 del '700 in Francia applicato per i moschetti. Perché non viene diffuso? Thomas Jefferson introdusse in America questo sistema, grazie al suo viaggio come ambasciatore americano durante la riv francese. In Europa l'intercambiabilità non si diffonde per la classe di artigiani e operai che avevano una serie di conoscenze, potevano sistemare nella fase del montaggio, negli USA questo tipo di conoscenze mancava-da qui la standardizzazione, inoltre gli USA avevano una grande domanda, una molta più vasta di quella europea. Gli inglesi sottolineano le differenze tra montaggio e assemblaggio. Notano che all'operaio americano bastava un cacciavite per montare una pistola, ad esempio, in Europa di parla di assemblaggio, affinché il prodotto finito fosse perfetto bisognava attuare una serie di interventi da parte dell'artigiano o dell'operaio specializzato. Il montaggio lo può fare chiunque, l'assemblaggio no. Come si fa ad ottenere delle parti perfettamente intercambiabili e prodotti tutti uguali? Con macchine precise • Gli Americani mettono a punto una serie di macchine utensili specializzate. Questo sistema che obiettivo aveva? Risparmiare lavoro, diminuire i costi e aumentare la produttività. Queste macchine utensili di precisioni sono fondamentali, quelle americane sono diverse da quelle europee- in Europa sono macchine utensili universali, non specializzate o di precisione come i torni a revolver, le fresatrici come quelle statunitensi, una serie di macchine che facevano risparmiare lavoro, utilizzabili senza competenza. Sono gli Americani che mettono a punto queste macchine utensili ad alta specializzazione. • L'intercambiabilità delle parti aveva un vantaggio: se si fosse rotto un pezzo di un prodotto si sarebbe sostituito solo quel pezzo, non l'intera macchina. Se gli inventori americani inventano queste macchine specializzate avviano l'industria delle macchine di precisione. Dove nasce e in quale settore si sviluppa l'American system of manufacturing? In quello delle armi mobili, delle armi leggere. L'impulso viene dato dal governo federale, con una serie di guerre, il governo affida a diverse aziende commesse, devono produrre una certa quantità di armi. Una richiesta da parte dello Stato di un numero così elevato di armi da fuoco, da realizzare in poco tempo, contribuì nell'applicazione dell'intercambiabilità delle parti e della loro standardizzazione. A partire dagli anni '50-60, l'American system of manufacturing passa ad altri settori, non più relativi alle armi ma a settori civili- la tecnologia e il sistema di produzione delle armi viene applicato ad altri settori perché il mercato degli stati uniti era vasto e la domanda era in crescita. I settori investiti sono l'industria tessile-con la macchina da cucire- la bicicletta fino ad arrivare al settore automobilistico. In ciascun passaggio da un settore all'altro ciò che cambia sono i macchinari che diventano sempre più specializzati per rispondere ad una tecnologia più specializzata. • I nastri trasportatori, la produzione a flusso continuo-introdotta tra la fine del '700 e nei primi anni dell'800 nella macinazione del grano, poi inizia ad essere utilizzata nei porti fino ad arrivare nel settore automobilistico. L'American system of manufacturing non è la produzione di massa, è la sua evoluzione e il suo punto d'arrivo. Cos'è la produzione di massa e perché è l'evoluzione dell'American system of manufacturing? Cosa prende dall'American system of manufacturing? Certamente la standardizzazione dei prodotti, l'intercambiabilità delle parti e l'utilizzo di strumenti e macchine utensili di precisione. Il passaggio alla produzione di massa comporta qualcosa di diverso oltre a questi processi, comprende altri fattori, che sono: • Lo studio dei tempi e delle operazioni ottimali per l'esecuzione delle varie lavorazioni. Frederick Taylor nel 1911 pubblica Principi dell'organizzazione 41 scientifica del lavoro, su cosa si basano le teorie e i concetti di Taylor? Frederick Taylor era un ingegnere, inventore ecc. e lavorava nell'industria meccanica. La sua teoria si basa sul fatto che controllando il lavoro degli operai si accorge che non tutti svolgono le stesse operazioni nello stesso modo e soprattutto nello svolgere quelle lavorazioni ci sono dei passaggi che secondo lui sono superflui, ma soprattutto il modo di lavorare degli operai dipende da quelle regole del lavoro non scritte ma che sono state stabilite dagli operai più specializzati. Cosa vuole fare Taylor? Trovare o definire one best way, il miglior modo possibile, quel metodo di lavorare che razionalizza, fa aumentare la produttività, fa diminuire i tempi morti, quei passaggi superflui. Cosa fa Taylor? Analizza, misura, tutte le fasi che servono per produrre delle lavorazioni. Il miglior modo possibile è quello che richiede meno tempo e meno passaggi possibili. Facendo questo Taylor scardina i rapporti tradizionali all'interno dell'officina e stabilisce una netta demarcazione tra tecnici e operai, sono i tecnici con i loro cronometri che stabiliscono i tempi e i modi con cui quella lavorazione deve essere fatta, l'operaio deve solo eseguirla. Quelle operazioni vengono divise e ridotte in fasi di micro-operazioni ciascuna con un proprio tempo e in modo preciso con cui deve essere precisa, perché? Perché quelle micro-operazioni possono essere svolte da quegli operai privi di qualsiasi operazioni come lo erano i migranti. Alla base della teoria c'è la necessità di razionalizzare il lavoro nelle officine, perché negli USA e non in Europa? Perché il mercato statunitense era in grande crescita e a differenza di quello europeo che era diviso, il mercato statunitense non era destinato ad una stretta nicchia di persone, non si mirava alla produzione di beni di lusso. • La standardizzazione e l'intercambiabilità delle parti sono il secondo punto del Taylor-fordismo. Nel settore automobilistico l'intercambiabilità delle parti viene introdotto nel 1913 nello stabilimento della Cadillac • Jig system- fondamentale nella mass production. Accanto alle macchine utensili specializzate, con il tentativo della razionalizzazione del lavoro, vengono messi a punti altri strumenti -come le maschere- messe sopra la posizione del lavoro-che dicono dove bisogna forare ecc.- aiutano le apparecchiature ausiliarie in grado di semplificare e accelerare le lavorazioni. Il Jig system viene introdotto da Ford nel suo stabilimento nel 1908. Grazie a questo metodo per la prima volta viene superata la soglia delle 10.000 vetture prodotte in un anno. L'ultimo passaggio verso la produzione di massa che Ford implementa nel suo stabilimento è il collegamento in sequenza di tutte le fasi di lavorazione fino a quelle del montaggio attraverso i nastri trasportatori- è una novità. Il Jig system viene introdotto nel 1908 da Ford, nel 1910 Ford inaugura a Detroit la nuova fabbrica, è qui che Ford introduce il Jig system-già introdotto nel 1908, la perfetta intercambiabilità delle parti ma soprattutto Ford abbandona la vasta gamma di modelli fino ad allora offerti sul mercato fornendo un unico modello, il T nero. Ogni parte dell'automobile veniva inaugurata e ridefinita a macchina, non viene ancora usata la catena di montaggio, come avveniva la fase dell'assemblaggio? Intorno ad un banco gli operai montavano le varie parti, erano loro a muoversi, attraverso i carrelli attivavano le varie parti ecc. cosa Ford intuisce applicando la produzione a flusso continuo? L'operaio non si muove, sta fermo è la macchina o i pezzi arrivano a lui con i nastri trasportatori, realizza i suoi micro- passaggi non spostandosi, è la macchina a farlo, è questo che cambia. Lui mette assieme tutto. Questa è la catena di montaggio, prima l'assemblaggio delle varie parti veniva fatta al banco, con questo sistema l'operaio sta fermo mentre è la macchina che si muove. Attorno al banco c'è una squadra di operai che si muove, non ha una funzione precisa da svolgere, con la catena di montaggio l'operaio prende il pezzo da montare e sta fermo. Il toyotismo applica la produzione 42 snella, dopo la crisi della produzione di massa negli anni '70, il lavoro avviene a squadre intorno ad una isola e gli operai collaborano per la realizzazione dei pezzi e per risolvere alcune questioni. Se nel 1908 si producono 10.000 automobili, nel 1912-prima dell'entrata in funzione della catena di montaggio- la Ford produceva 80.000 macchine all'anno impiegando 13.000 operai, con l'introduzione della catena di montaggio nel 1913 cala il tempo necessario per montare il telaio e la produzione annuale passa da 80.000 veicoli nel 1912 a 190.000 nel 1913 a 230.000 nel 1914 a 395.000 nel 1915 a 583.000 nel 1916, cosa apre questo? L'era della produzione di massa che coinvolge più larghi settori dell'industria, dall'automobilistica viene applicata in altre industrie. Perché si parla di produzione di massa? Perché coinvolge una più ampia platea di consumatori e di possibili consumatori perché l'incremento della produzione e di produttività si accompagna ad un drastico calo del prezzo finale della produzione 45 sempre di più, sempre verso occidente. 1803- il territorio statunitense raddoppia, la Luisiana viene concessa da Napoleone ecc.La frontiera prima interessa il Midwest e il far west- grandi pianure. Questa avanzata della frontiera ha un costo umano enorme, l'avanzata dei coloni distrugge le economie dei nativi basata sul bisonte- cibo, pelle ecc. Il governo ingaggiò una guerriglia spietata contro gli indiani. Ovviamente la decimazione dei nativi fu prodotta anche da malattie e dall’ alcool. La parte più rilevante del colonialismo, interno americano, finisce negli anni '60. Non è solo una questione di crescita dimensionale. L'inglobamento di questi territori portò maggiori risorse e sfruttamento di terre nuove, permise di migliore la qualità e determinò migliori prestazioni produttive. La parte occidentale dello stato di New York forniva terreni fertili ma nel giro di pochi decenni se ne aggiungono altri più fertili, come quelli della California. Principalmente sono i minerali le risorse degli altri territori. Più remunerativi e più ricchi dei precedenti erano le miniere nuove, ma anche il petrolio, verso la fine dell'800 le regioni centrali si rivelarono un grande deposito di oli minerali, sfruttati in maniera rapida. Effetti: • Effetto volano- il petrolio viene usato come combustibile con una serie di attività industriali specie quelle legate alla II riv industriale ma anche l'industria automobilistica. • Le terre e le risorse scoperte sono più redditizie rispetto a quelle precedenti - grande vantaggio rispetto all’Europa. L’abbandono negli stati del sud delle piantagioni non fu il risultato dell'esaurimento delle terre finora coltivate ma dalla consapevolezza che esisteva un suolo più favorevole alla coltivazione del cotone, a più alto rendimento. Con questa prima dotazione di risorse gli USA si avviano alla industrializzazione. Come le terre vengono occupate? Esistevano freni e ostacoli allo sviluppo? No - Nel 1856 Frederick Turner, maggiore storico della frontiera statunitense, scrisse che negli Stati uniti esisteva una grande superficie di terre libere aperte che aspettavano di essere conquistate. L'acquisizione e la coltivazione di queste terre non era in realtà così libera, si andò a finire in processi di acquisizione delle terre mano a mano che la frontiera si spostava. Per capire la dinamica dello sviluppo bisogna capire la distribuzione delle terre appena colonizzate. Tra il 1780 e il 1877 gli Stati uniti acquisirono il controllo di 632 milioni di ettari - prima di essere trasferiti a private tutte queste terre venivano sottoposte a prelievo in base alle direttive contenute nelle ordinanze del nord ovest e tra il 1785 e il 1787 ogni lotto fu diviso da circondari municipali- 36 miglia quadrate, chiamati township, ciascun circondario fu diviso in 36 circondari. Come avveniva poi la vendita? All'inizio ogni sezione- 640 acri- veniva messo in vendita al prezzo minimo di 1 dollaro all'acro, ma le condizioni cambiarono a seguito di una serie di provvedimenti legislativi- politica della terra: Notevoli estensioni di terre vennero cedute gratuitamente dal governo centrale ai piccoli stati e si stabilì che all'in interno di ogni circondario, nella parte centrale venisse costruita una scuola pubblica. Altri lotti furono ceduti alle compagnie di trasporti che dovevano costruire canali e poi ferrovie, con l'obiettivo che le terre fossero rivendute, in modo da pagare gli investimenti, erano i lotti venduti a prezzi più alti perché vicini a ferrovie, dunque ai mercati. Più di 1 miliardo di dollari era stato assegnato a privati e ad enti pubblici ad amplio titolo: 30% venduti in aste pubbliche 30% sovvenzionati a compagnie di trasporti e stati 9% distribuiti gratuitamente ai militari Il restante 31% venne assegnato in 160 grandi lotti gratuitamente grazie al Homestead act nel 1862 e al timberculture act del 1873. Si riconobbe il diritto gratuito di possedere dei lotti di terra purché si avesse dimostrato di aver lavorato gratuitamente per 5 anni quel lotto, e a quelli che ne avrebbero rimboschito almeno 1/4. Il ruolo dello stato attraverso la legislazione fu 46 fondamentale anche per indirizzare lo sviluppo economico. L'Homestead act fu un fallimento perché fu pensato per le pianure, 160 ettari erano sufficienti per una fattoria produttiva, negli altopiani 160 ettari erano pochi. Pochi anni dopo il Desert land act stabilì 640 acri per lotto, riforma adatta alla coltura estensiva, questi acri erano ceduti a titolo gratuito a patto che la terra venisse irrigata per almeno 3 anni. 1890- il general revision act porta alla revisione complessiva sulla terra, anche perché le terre da colonizzare erano poche a partire dal 1891- la legge stabiliva che le aree disponibili venissero trasformate in foreste de magnali, nazionali destinate alla produzione del legno e/o parchi nazionali. La politica della terra fatta dal governo americano è una politica di pianificazione. Lo Stato svolge a livello federale in un ambiente non definito, un ruolo di regolazione. Prima dell’Homestead act le terre venivano vendute all'asta, i prezzi non erano elevati, minori rispetto a quel dollaro stabilito. Nei primi anni 50 il governo federale per quanto riguarda la vendita delle aste pubbliche nelle aste di terra con la graduation act che aveva lo scopo di rendere più spedita la vendita della terra nazionale, il prezzo della terra cambia, se gli appezzamenti di terra rimanevano sul mercato più tempo la terra diminuiva di valore, se rimanevano invendute in 25 anni, valevano 25 centesimi ecc. Dovevano essere coltivate. 20 milioni di acri furono ceduti alle compagnie ferroviarie e 120 milioni di acri furono venduti dalle compagnie a privati - 4 a più di 10 dollari all'acro. Chi erano i coloni dell'ovest, i compratori delle terre? Ad alimentare la conquista dell'ovest erano operai delle città industriali del nord est- questi erano in grado di pagarli perché i salari erano più alti rispetto a quelli europei, inoltre negli USA il tasso della vita era inferiore a quello europeo, si favoriva il risparmio. Le terre erano incolte, dunque servivano altri investimenti per la bonifica. La conquista dell'ovest fu finanziata dalle banche- ne esistevano moltissime unicellulari, era un periodo di freebanking, non esisteva una legislazione bancaria prima della guerra civile. Ma porta rapidamente alla coltivazione e allo sfruttamento di grandissime quantità di terreno. Forza lavoro - secondo fattore della produzione, è fondamentale da considerare perché anche la forza lavoro vede una grande differenza dall'Europa agli USA. Le dinamiche della popolazione è uno degli elementi più importanti per capire il modello di crescita americana. Nel 1790 per il primo censimento federale, la popolazione contava meno di 4 milioni di abitanti, 31 milioni nel 1860, 1870 40 milioni e la popolazione americana era per numero superiore di qualsiasi popolazione europea se non quella russa-1915 100 mln - a cosa si deve questo incremento della popolazione? • Alto tasso di natalità - più di quello europeo • Tasso di mortalità basso in linea con in paesi economicamente più avanzati • Immigrazione- che non superò mai il 15% della popolazione L'immigrazione fin dalla guerra di secessione ci fu, poi inizia a crescere in maniera spedita grazie alla politica americana di quasi illimitata immigrazione che continua fino alla 1ww dove gli USA si isolano e mettono il sistema delle quote. Tra il 1820 e il 1860 giungono 5 milioni di persone dalle isole britanniche- anche da Irlanda e Germania in concomitanza con la crisi agricola dovuta alla malattia della patata e dalla riv del '48 e dalla scoperta delle miniere d'oro californiane. Fino all'ultimo decennio dell'800 vanno negli USA moltissimi dell’Europa nordoccidentale, però dopo la situazione cambia. Gli immigrati provengono principalmente dall’Europa orientale e meridionale. Nel 1910 la popolazione nata all'estero ammontava a oltre 13 milioni, quindi il 15 % del totale. La densità demografica, nonostante la crescita, rimane bassa, perché? La popolazione cresce ma ancora di più di ingrandisce il territorio. Era endemica la scarsità della popolazione e dunque anche la scarsità della forza lavoro - significa salari più elevati, per l'automazione delle imprese- portando alla meccanizzazione- oltre alla povera manodopera specializzata, vi era un grande salario. Questo spinge alla meccanizzazione e alla specializzazione. 47 50 La domanda negli altri paesi europei è più limitata, il potere d'acquisto dei ceti più bassi, chi ha un potere d'acquisto maggiore sono gli americani rispetto agli europei. Il mercato in Europa a chi è rivolto soprattutto? Ai ceti medio-alti, questi ceti si accontentano della produzione in serie? Richiedono una produzione artigianale, più precisa. È la qualità della domanda statunitense l’embrione, la condizione necessaria, per una società di produzione e dei consumi di massa. I coloni vanno ad influenzare la produzione di massa anche su un altro settore: quello della distribuzione dei prodotti. Negli USA si affermano la produzione di massa e i consumi di massa, per unire le due cose serve un sistema di distribuzione di massa, quindi servono forme nuove di distribuzione dei prodotti. Si risponde a quei bisogni ma le industrie li creano anche. Cos'è la distribuzione di massa? Si cambia la struttura e l'organizzazione del commercio. A monte incidono 2 fattori: la domanda e dall'altro le infrastrutture, specialmente le ferrovie. Tutti quei fattori devono essere considerati. Negli USA la distribuzione e le forme di organizzazione del commercio cambiano molto prima rispetto all'Europa, nelle città nascono e si sviluppano grandi magazzini-nascita che avviene molto prima dell'Europa- nei grandi magazzini si vende di tutto, a differenza dell'emporio, tutto è confezionato- pesato ecc., questo vale anche per l'abbigliamento, quest’ultimo in Europa continuava ad essere prodotto in casa. Negli sperduti paesini del west quali altre forme di distribuzione del commercio si affermano? Gli empori oppure via posta, anche quello su catalogo, quello stagionale oppure vi era il commesso viaggiatore. Questa distribuzione è così grande e ampia che fa nascere nuove figure di intermediari che sono i grossisti, i brokers, gli agenti fluviali, queste figure specializzate sostituivano il tradizionale mercante coloniale, il grossista che si occupava di rifornire empori e magazzini in tutti gli USA e dall'altro il famoso commesso viaggiatore. Nuove forme del commercio. Queste figure cominciano ad emergere come figure dominanti della distribuzione dei prodotti negli anni centrali dell'800. Tutto procede assieme: realizzazione delle infrastrutture, crescita della domanda, modifiche che riguardano la produzione, modifiche che riguardano la l'organizzazione e la distribuzione dei prodotti. Il massimo punto quando si raggiunge? La grande impresa ha una sua organizzazione interna divisa in dipartimenti, si occupa spesso di tutta la filiera, soprattutto per i beni di consumo, si chiama integrazione verticale. Dal reperimento delle materie prime, alla loro trasformazione, alla produzione dei prodotti fino alla distribuzione. Il passaggio successivo avviene quando le imprese si occupano anche della distribuzione finale dei prodotti, lo fanno attraverso l'apertura dei negozi monomarca, la Singer è la prima ad aprire filiali e negozi dove acquistare prodotti. Dal punto di vista economico, queste grandi imprese che non solo si occupano della produzione ma anche della distribuzione, che vantaggi hanno? Ci sono meno passaggi ovviamente, ma hanno un altro vantaggio: il riconoscimento del marchio, i prodotti che vengono riconosciuti con un determinato marchio e anche la vendita diretta che comporta la fidelizzazione del cliente, importante anche da un altro punto di vista: nei negozi monomarca non si va solo ad acquistare, se si rompe un pezzo il negozio sostituisce solo quel pezzo e non tutto l’oggetto in questione. In sostanza questa distribuzione di massa riduce i costi e incrementa la produttività. I negozi monomarca vanno dalla produzione alla distribuzione dei prodotti ma anche garantiscono l'assistenza post-vendita, è vantaggio per le imprese. Il processo fa nascere anche un'altra cosa, l'unione della produzione e della distribuzione di massa: perché un prodotto sia riconosciuto dal pubblico, oltre il riconoscimento del marchio, serve la pubblicità. La concorrenza è molte presente, alla fine del secolo si fa anche investendo in pubblicità e marketing. Già nel primo decennio del '900 i prodotti venivano venduti ed erano riconoscibili non per il loro uso ma per il marchio o comunque per il nome dell'azienda. Il marchio viene riconosciuto nei prodotti, questo significa che i prodotti venivano etichettati, riconoscibili per nome, si investe in pubblicità e marketing - accanto ai manager che si occupano dell'organizzazione dell'impresa nascono anche nuove figure professionali a partire dai pubblicitari. Questo passaggio alla 51 produzione alla distribuzione di massa non fu così facile: da una parte portò le imprese a farsi concorrenza fra loro non solo sulla validità dei prodotti ma anche a livello di marketing e pubblicità. Ma all'inizio l'affermazione della distribuzione di massa non fu così facile, andava a toccare interessi consolidati a livello statale ma soprattutto locale, dove le amministrazioni periferiche, in assenza di una legislazione precisa, controllavano di fatto il commercio interno, ma in che modo? Proteggendo gli imprenditori locali dalla ingenza dei grandi produttori e distributori nazionali perché la libertà dei commerci fu sancita per legge nel 1890, alla fine di una lunga battaglia legale iniziata nel 1875 e conclusa nel 1890 quando la corte suprema si schierò dalla parte degli innovatori- della grande distribuzione e delle grandi imprese. I cambiamenti arrivano prima, sull'onda di questa domanda in forte crescita, specializzata in determinati prodotti ecc., però ad un certo punto, in alcune fasi, sono importanti anche le esportazioni, cosa esportavano gli USA? Fino al 1850-1860- per tutto l'800 esportano soprattutto materie prime e prodotti agricoli, quali? Il Cotone che comincia ad essere coltivato negli ultimi decenni del '700; mais, grani; solo negli ultimi anni dell'800 cominciano ad esportare anche manufatti, prodotti finiti. Da un lato le esportazioni costituivano pochissimo all'economia statunitense, tutto rimaneva nel mercato interno, dall’altro la potenza industriale americana in una situazione del genere era percepita a pieno? No, gli europei non si resero conto della potenza economica americana, della potenza economica e industriale che gli USA avevano raggiunto già alla fine dell'800. Il mercato interno, dunque, are privo di dazi e protetto all'esterno, ma era un mercato da unire, bisogna creare una serie di infrastrutture che unissero i mercati di sbocco con le aree di approvvigionamento con le aree di lavorazione ecc. A sostegno di questo slancio industriale ci sono le infrastrutture. Gli USA entrano nell'800 con una situazione di infrastrutture assolutamente carente, non esistevano strade pavimentate, le uniche vie erano fiumi, le vie erano viottoli di campagna che nei mesi invernali erano quasi inagibili, ma nel giro ni un secolo tutti gli USA vennero collegati in un vastissimo mercato nazionale, come avvenne la realizzazione delle infrastrutture? Il ruolo dello stato, per le infrastrutture il ruolo del governo, le legislazioni a riguarda a livello federale e dei singoli stati fu importante. Nella storia della costruzione delle infrastrutture, nell'800 fino ad oggi, negli USA, si possono distinguere 5 fasi-sono più logiche che temporali-la fine di un'epoca non significa la fine di quella tecnologia: • I fase-1800-1830- fase delle strade pavimentate -- turnpikes • II fase-1815-1860- età dei canali • III-1835-1910- età delle ferrovie • IV- le autostrade-trasporti su gomme • V-navigazione in area commerciale che inizia alla fine degli anni '30 e che si sviluppa alla fine della II ww A unire questo mercato, a vivificare la costruzione delle infrastrutture, quali fattori intervennero nello slancio ferroviario tedesco? • L'esigenza di unire il mercato • La competitività Lo stesso vale per gli USA, a rendere più rapida la realizzazione delle infrastrutture contribuì non solo l'esigenza della creazione del mercato, anche perché ci fu l'età dei canali, la realizzazione delle infrastrutture molto spesso quasi anticipò la colonizzazione, favorì l'arrivo di più persone; ma è anche la rivalità tra gli stati e a livello di città a influire sul processo. All’inizio, infatti, la volontà del governo federale di organizzare, di coordinare e di sovvenzionare la creazione delle vie di comunicazione si scontrò con ostacoli insormontabili, in particolare con la rivalità tra gli stati e tra le città, che faceva sì che quando un semplice progetto della creazione di un'infrastruttura venisse presentato al congresso questo incontrasse il voto contrario dei rappresentati di quegli stati non toccati da quella infrastruttura. 52 Per quanto riguarda la politica e l'intervento dello stato, con Jefferson il ruolo dello stato federale è più attivo, ma con la presidenza Jackson del 1829 anche a livello del governo federale si porta avanti una politica di maggiore decentramento, nella realizzazione delle infrastrutture, allora il tratto dominante divenne la rivalità e l'emulazione tra gli stati e tra le città. La volontà degli stati e delle città nel far sì che i progetti venissero realizzati rapidamente cadde in attività speculative e in bolle, emersero rapidamente problemi di sovraccostruzione rispetto alle reali esigenze, questi fatti emersero soprattutto a metà degli anni '30, quando molti stati non solo avevano sovvenzionato la realizzazione dei canali, ma erano anche diventati azionisti delle società che costruivano i canali, si trovavano in difficoltà soprattutto nel sud. Nonostante la prima fase caotica, anche di speculazione, la concorrenza non cessò anche a livello del governo federale e venivano portate le richieste ecc. delle varie compagnie ferroviarie al congresso dalle lobby. La prima fase è quella delle strade pavimentate, in questa fase, tra il rapporto tra capitale pubblico e quello privato, ad avere un ruolo determinante fu quello privato- all'inizio dell'800- organizzato sottoforma di società per azioni regolamentate dallo stato. La legislazione americana, in materie delle società per azioni, ricalca quella inglese- all'inizio dell'800-ma rapidamente i destini tra gli USA e l'Europa per quanto riguarda la finanza e la legislazione di impresa si andranno a divaricare rapidamente, in alcuni stati già dal 1810 per creare società per azioni bastava un semplice atto amministrativo e anche la responsabilità limitata dei soci che ad esempio verrà introdotta in Italia nel 1942, negli USA era prevista già nel 1830. Gli USA all'inizio del '800 acquisiscono un vantaggio non più colmato con l'Europa. Vengono create le prime strade, la prima in Pennsylvania, poi nel New England con un investimento di più 6,5 milioni di dollari, raccolti dal capitale privato, questo vale però nelle regioni in cui la domanda era alta. Nelle altre aree però la realizzazione delle infrastrutture avviene in un altro modo, un mix tra capitale privato e capitale pubblico, in altri casi ancora a realizzare le infrastrutture non fu il capitale privato ma solo l'intervento dello stato, anche a livello di governo federale. La realizzazione delle strade federale rappresenta un primo esempio di un mix pubblico e privato, interviene sia il potere pubblico che quello privato, secondo gli storici questo mix ha caratterizzato tutto lo sviluppo americano ottocentesco. La costruzione delle strade a pedaggio si sgonfia rapidamente a causa della concorrenza dei canali e comincia a fare concorrenza delle ferrovie a partire dagli anni '40, il boom delle strade a pedaggio crolla anche perché la realizzazione di queste strade, eccetto la prima, quella della Pennsylvania, non furono economicamente redditizie, erano attività economicamente in perdita, perché? • Erano strade a pedaggio, i pedaggi erano considerati troppo costosi per il trasporto delle merci di poco valore ma di alto volume-il commercio maggiore • L'attività della manutenzione delle strade non avvenne Alla fase delle strade a pedaggio sussegue quella dei canali. Gli USA sono un paese molto dotato di risorse idriche-fiumi, laghi- ma il loro utilizzo come mezzi di comunicazione, quando avviene e a cosa è legato? Al motore a vapore. Il loro efficace sfruttamento dovette attendere la tecnologia del vapore, che questa venisse economicamente applicata ai trasporti su acqua, ma non solo. I fiumi si dovevano unire i mercati, lo sfruttamento delle vie d'acqua da una parte si dovette attendere alla tecnologia e che i fiumi navigabili venissero uniti da un efficace sistema di vie d'acqua artificiali. Famosi furono i battelli a vapore, il primo a solcare le acque americane percosse il fiume Hudson, tra New York e Harvard nel 1810. I battelli a vapore si ritrovano nel Mississippi nel 1817, usati per risalire la corrente, controcorrente, per seguire la corrente si usavano le chiatte. Sia i battelli che le chiatte venivano usati sia per il trasporto dei passeggeri che anche per il trasporto delle merci. Il battello a vapore ha un immobilizzo molto più basso, la sua realizzazione è costosa, i battelli erano costruiti in legno e ferro. Il problema però era soprattutto la creazione di reti d'acqua artificiale. L'età dei canali e dei battelli a vapore termina con la guerra civile. Questa età non segna solo la fine dei battelli a vapore nonostante le migliorie 55 specializzarono e da queste nacquero molte imprese del settore meccanico. Ovviamente favorisce il mercato unisce il mercato, favorisce la produzione di massa e la distribuzione di massa. Ha effetti virtuosi sull'intero sistema economico. 56 Lezione 10 mercoledì 30 novembre 2022 Alcuni degli effetti che le ferrovie ebbero sullo sviluppo economico americano: - Ampliamento del mercato- fanno diventare dei mercati locali in nazionali - gli USA sono caratterizzati da ricchezza e varietà delle risorse, le ferrovie favoriscono un processo di urbanizzazione, con diverse città che diventano sede di determinate industrie, come Saint Luis, trasformazione alimentare. Industria e alimentazione, le ferrovie uniscono i mercati, il mercato interno si stava integrando, con la specializzazione di alcune aree. Se all'inizio il materiale rotabile proveniva dall'Inghilterra, dagli anni '40 e 50 era di produzione nazionale. Tra il 1867 e il 1901 il 50% della produzione nazionale di acciaio era destinato alla produzione delle rotaie. Per la questione degli investimenti esteri, si può parlare di ondate di questi, non solo a partire dagli anni '70 in poi dell'800, in cui gli investimenti esteri si rivolgono alle società ferroviarie, ma prima di questa data gli investimenti esteri erano importanti, ci sono 2 fasi: gli anni '30 e gli anni '50. Quali settori colpì l’investimenti estero? Il debito pubblico americano fu uno degli sbocchi degli investimenti estero, si compravano titoli del debito pubblico, gli anni 30 sono gli anni della costruzione delle infrastrutture, dei canali, si investiva in queste società, in Mississippi e Louisiana si investì nel cotone. Questi investimenti esteri sono investimenti indiretti, obbligazioni titoli e poi azioni. Gli investimenti indiretti sono di portafoglio, quelli diretti sono le imprese che vanno ad aprire stabilimenti in altri paesi. Fino alla 2ww a prevalere sono gli investimenti indiretti, ritenuti più redditizi. Ma ci sono imprese che vanno aprire filiali in altri paesi, ma non si tratta di internazionalizzazione ma si trattava di evadere misure protezionistiche, queste filiali erano principalmente nella nazione, dalla 2ww si avvia un processo di internazionalizzazione delle imprese, si investe in Europa, lo fanno principalmente gli USA. Gli USA sono un paese latecomers, fondamentale sono gli investimenti esteri, accanto ai quali vi è un flusso contrario, quello americano in altri paesi. Un'altra questione che riguarda le infrastrutture e il loro sviluppo è lo Stato. Lo Stato può aver o meno un ruolo per favorire lo sviluppo economico. Negli Stati Uniti che ruolo ebbe lo Stato? Per lo sviluppo economico degli USA - a partire dalla politica della terra- il ruolo del potere pubblico federale e statale nella creazione di queste condizioni favorevoli allo sviluppo fu decisivo. Fino agli anni 60 dell'800, fin quando gli Stati Uniti si avviano nell'industrializzazione, il ruolo delle istituzioni è stato fondamentale. Allora gli Stati Uniti, come nella Germania, rientrano nel paradigma di Gerschenkron. Lo stato è stato fondamentale nella politica commerciale, fiscale e di spesa, il ruolo avuto nella realizzazione delle prime infrastrutture, nei diritti di proprietà, nella legislazione relativa alle imprese. Il potere pubblico è fondamentale nel ruolo di raccolta dei capitali, le società sono un mix di partecipazione pubblica e privata. Per l'istruzione e la cultura ci sono analogie con la Germania, il binomio istruzione-cultura-sviluppo-industria, nella I riv industriale non è così evidente, ma nella II sì, la Germania deve molto al suo sistema educativo per il primato europeo della II riv industriale, lo stesso vale per gli USA. Iniziano a guardare, gli europei, a ciò che avviene oltreoceano, a partire dalla metà dell'800 il parlamento inglese mandò delle commissioni per mettere a confronto il sistema educativo e di conoscenze con quello statunitense. Le istituzioni educative inglesi sono in declino, Landers afferma che in tutti i settori, dalle scuole elementari ecc., l’Inghilterra entra nel ‘900 con un livello di ignoranza enorme, a differenza della Germania. Le istituzioni educative statunitensi avevano acquisito un vantaggio, vi è la supremazia statunitense che risale al periodo coloniale, qui entrano in gioco motivazioni di carattere religioso, saper leggere la Bibbia: dal ‘600 si aprono le scuole, con il compito di leggere le sacre scritture. La politica della terra stabiliva che al centro di quei 57 quadranti di terra si dovesse creare una scuola pubblica. Dalla fine del 700 emergono motivazioni di carattere politico, con la progressiva estensione del suffragio elettorale, l'educazione dell'uomo comune era una condizione fondamentale per la partecipazione alla vita politica. Cominciano poi ad emergere motivazioni economiche, il primato statunitense sta nel fatto che l'educazione gratuita ed obbligatoria in tutti gli stati si afferma prima nel 700, ma ci sono grandi differenze tra gli stati. Tra la fine del 700 e l’inizio 800 solo il New England e alcuni stati della costa atlantica potevano vantare una estesa alfabetizzazione e diverse scuole pubbliche; invece, negli stati del sud la scuola era patrimonio esclusivo delle classi elevate. Prima della guerra di secessione erano entrate in vigore leggi sull'educazione obbligatoria, per la popolazione bianca. Nella seconda metà dell’800 l'Inghilterra aveva un tasso di alfabetizzazione del 40 %, negli stati uniti 90% (popolazione bianca) - 1870 i neri 20%. Nel 1910 la popolazione nera costituiva il 70% del totale. Esistevano delle profonde differenze sociali, questo si rifletteva anche nell'istruzione. Per gli stati uniti non solo la quantità ma anche la qualità dell’istruzione era elevata, si sviluppano scuole a livello tecnico, anche qui è importante il ruolo dello stato, nel 1860 vi è il Morrill act- concedeva terreni gratuiti e sussidi agli istituti superiori di istruzione tecnica che quindi andarono gradualmente affermandosi in tutti gli stati. L'economia americana si basa sullo sviluppo industriale e sull'agricoltura, accanto a questi sussidi si creano sul modello tedesco le stazioni sperimentali di agricoltura e i centri di ricerca, fondamentali perché favorivano innovazioni, conoscenze e innovative tecniche di coltivazioni. L'agricoltura americana vede la crescita della sua produzione e della produttività, dovuta a introduzioni di tecniche di coltivazione, come la meccanizzazione e concimi. Sia a livello federale che statale l'incentivo pubblico è fondamentale, per costruire un sistema educativo, alcune imprese investivano oltre il 30% del bilancio. Importante è stato anche il contributo dei privati, dei settori industriali emergenti legati alla II riv industriale, di coloro che avevano bisogno di personale specializzato, sorsero grazie anche a contributi privati la John Hopkinks, Cornell University, Meet, negli anni 40 era attiva Westpoint - accademia militare che viene fondata da un americano che aveva studiato al politecnico francese, che forma, oltre militari, anche ingegneri. Pubblico e privato costruiscono un sistema di istruzione elevata, come in Germania. La quota che le imprese vanno ad investire nei settori di ricerca e di sviluppo cresce in maniera esponenziale. Fino agli ultimi decenni dell'800 crebbe la sinergia tra pubblico e privato e i settori di ricerca e sviluppo. Durante e in tempo immediatamente successivo alla 2ww, i tecnici che lavorano in questi settori crescono da 20.000 e 100.000. Il ruolo dello stato sta anche nella creazione del sistema educativo- a livello quantitativo e qualitativo. Lo stato interviene anche nelle politiche commerciali. Per tutto l'800 gli stati uniti rimangono un paese protezionista, che va bene nella fase della consolidazione delle imprese, ma dopo no, nonostante questo le politiche protezionistiche si intensificano, ma nel 1816 stipulano un trattato di commercio, dopo guerra tra USA e UK, con l'Inghilterra molto poco protezionista, si introduce la clausola della nazione più favorita - tra paese x e y ci sono tariffe, se l’Inghilterra stipulava trattati più favorevoli con altri paresi, con questa clausola si stipulava che queste stesse tariffe si applicassero al paese del contratto (USA)- prassi fondamentale nel corso dell'800: mano a mano le tariffe si abbassano e si arriva quasi al libero scambio- tariffa doganale bassa con la clausola, ma succede che gli USA vengono inondati da prodotti inglesi, in particolare il New England dove si era sviluppata l'industria tessile, ciò costituì una catastrofe, queste politiche comprendevano i dazi ma non c'erano misure sui prezzi, gli inglesi attuavano il dumping, allora gli industriali del nord est degli USA furono contrari, videro l’entrata dei prodotti inglesi come una cospirazione statunitense, al loro malcontento si aggiunse quello degli agricoltori, sul mercato mondiale ci fu una caduta dei prezzi agricoli – i piantatori del sud che vedevano con preoccupazione l'arrivo dei calicò indiani. Tutti si trovarono solidali nel chiedere protezioni per tutti i settori dell'industria, ancora debole e vittima del mercato, dei prezzi del mercato 60 effetti dell'industrializzazione, temendo il malcontento sociale. Questa élite allora mandò avanti la perpetuazione di questo sistema a livello politico ma soprattutto economico: i profitti degli imprenditori inglesi si investono nella terra, nelle industrie e nei servizi, questa élite invece investe negli schiavi e nelle piantagioni, non investe in altri settori. Il sistema sociale ed economico degli stati del sud: schiavi, proprietari terrieri poveri, ma anche contadini autosufficienti. La caduta dei prezzi del cotone provoca una crisi a questo sistema che non è in grado di generare una risposta diversa. Queste gap e differenze si perpetuano anche negli anni successivi, paradossalmente nel periodo successivo alla guerra di secessione si vede il sud più succube al cotone rispetto a prima, non c'era alternativa alla coltivazione del cotone, si avvia un circolo vizioso in cui l'economia del sud esce solo dagli anni ‘30 del 900 tramite la migrazione nera verso le città del nord e tramite tecniche moderne agronomiche. La guerra di secessione porta all'abolizione del sistema della grande piantagione, la piccola proprietà familiare si ritrova sull'orlo del fallimento, la sconfitta del sud e l'emancipazione dei neri porta a una costruzione, c'è un ricambio dei dirigenti politici ed economici? No l’élite dei piantatori che aveva condizionato i destini economici di questi stati continua ad avere un ruolo importante nell'economia e nella politica, dopo la guerra avviene l'amnistia verso i proprietari che avevano partecipato alla guerra di secessione ma non finisce il potere di questi personaggi. L'economia del sud rimane legata al cotone, la piantagione viene sostituito dalla mezzadria e dalla affittanza, i mezzadri sono piccoli proprietari o ex schiavi ma sono privi di mezzi economici, ma i loro fondi sono estremamente piccoli, come quelli dei fittavoli. Dal punto di vista economico non ci sono sviluppi, fino agli anni 30 non ci sono grandi modifiche. 61 Lezione 11 giovedì 1° dicembre 2022 Negli Stati Uniti fino al 1860 nessuno si aspettava una crescita così repentina, il settore tessile, delle calzature e del legname, in 50 anni non c'è stato nessun cambiamento, sono tutti settori tipici della rivoluzione industriale, lo sviluppo procede secondo binari e settori tradizionali. Più indietro si trova l'industria siderurgica, destinata, insieme a quello delle macchine, il più importante, a svilupparsi dal 1860 in poi. Negli stati uniti fin dall'inizio il settore attecchisce dalla fine del 700 quando un tecnico inglese viene invitato negli USA, nel 1790, per costruire una macchina per la filatura, a partire da quella data quindi si sviluppa il settore tessile, specie a Boston, ma con connotati diversi. La riv industriale inglese era basata su industrie medie e piccole, con la divisione processi produttivi, invece negli USA grazie a Lowell le imprese cotoniere diventano integrate, riuniscono nello stesso stabilimento tutte le fasi del processo produttivo, dal punto di visto amministrativo puntualizzano l'organizzazione. Nascono 6 società anonime per un totale di 100 fabbriche. L'area cotoniera è specializzazione, si sviluppa nell'area di Boston. L'altra area è Philadelphia secondo il modello marshalliano. Cosa favorisce l’industria cotoniera negli stati uniti? Il protezionismo, la protezione tariffaria non è un modo attraverso il quale i produttori si sentono al riparo della concorrenza bloccando l'innovazione, nonostante questa misura preventiva, innovano, è una misura per innovare, in altri casi la protezione diventa un ombrello all'innovazione. Altri due settori sono quello del legno, delle calzature e dell'abbigliamento. La ricchezza e la varietà delle risorse sono fondamentali per gli Stati Uniti, ricchi di legname. Il tratto distintivo dello sviluppo delle calzature americane: prodotti non di lusso e rapida meccanizzazione (valido anche per la lavorazione del legname) La meccanizzazione di questi due settori porta allo sviluppo del settore della produzione delle macchine. Fino al 1860 lo sviluppo americano segue binari tradizionali. Dal 1910 il settore cotoniero non è più nella top 10, è cresciuto il settore delle macchine e quello siderurgico, i più grandi cambiamenti avvengono a partire dal 1860, grazie alla spinta della ferrovia, che unisce i mercati determinando la produzione di massa e l'industria di beni di consumo e di macchine. Nel 1910 la meccanica leggera, delle macchine, è l'industria più importante per fatturato e per valore. Fondamentale è l’acciaio, fino al 1860 l'industria siderurgica negli USA era arretrata rispetto a quella inglese, perché? Per una serie di strozzature dal lato dell'offerta - il carbone americano era ricco di zolfo, inadatto a essere cokificato. Cosa si usava per produrre il ferro? Ghisa e carbone di legna, abbondante in USA. Questo ritardo nell'adozione del coke aveva dei riflessi nell'industria siderurgica, con il coke si passa a fornaci di enormi dimensioni, il carbone di legna era adatto a medie/piccole dimensioni nelle aree ricche di legname. Negli anni ‘40 ebbe inizio negli USA la prima era delle ferrovie, l'industria siderurgica non era in grado di rispondere alla domanda delle ferrovie, all'inizio il materiale era importato dall’Inghilterra. Questo viene ampiamente superato grazie alla scoperta nella metà del secolo dell’antracite, carbone fossile, in Pennsylvania - adatto a essere cokificato, il che portò ai primi altoforni di grandi dimensioni. La rapida crescita dell'industria americana è legata all’antracite e dal sistema Bressman per la produzione dell'acciaio. Ma cos'è che spinge le industrie statunitensi a spostarsi in grandi stabilimenti? La domanda proveniente dalle ferrovie, la ferrovia transcontinentale del '69. Non è solo una questione di rotaie, ma anche di locomotive ecc. Da questo momento la richiesta è soddisfatta dall'industria nazionale. Tutta la produzione di alcuni stabilimenti era destinata alle ferrovie. 1/3 della produzione di acciaio e ferro statunitense in questi anni erano destinati alla ferrovia. A partire del 1880 la produzione di acciaio negli USA cresce con una media del 10% 62 annuo. L'introduzione di tecnologie siderurgiche, legate alla II riv industriale, e dalla domanda ebbero effetti importanti nell'industria siderurgica: • Creazione di stabilimenti produttivi enormi e integrati • Nuove specializzazioni che riguardano la modificazione di manodopera, ora tecnici e chimici costituiscono la maggior parte della manodopera In Europa gli impianti venivano usati fino all'esaurimenti, negli USA di fronte alla domanda ampia, gli stabilimenti venivano fattoi lavorare a cicli produttivi altissimi, questo comporta: • La crescita delle economie di scalo • Integrazione verticale che porta alla grande impresa, organizzazione manageriale per gestire tutte le fasi per evitare i tempi morti • Gli stabilimenti avevano rese più elevate rispetto a quelli europee La prima industria riesce a portare a termine questa profonda trasformazione organizzativa e produttiva fu quella siderurgica a partire dagli anni 80. Per l'industria siderurgica le sue vicende fino alla 1ww furono legate a processi verticale e di integrazione orizzontale, con accordi fra le imprese. Il sistema economico-industriale americano era costituito da poche grandi imprese che si dividevano il mercato, in questo modo si hanno altissimi profitti - 1901- United States Steel company nasce grazie all'integrazione delle acciaierie con altre industrie, nasce un colosso in grado di controllare i 3/4 dell'offerta nazionale di acciaio e ferro, nasce come una fusione. Questo si diffonde anche nel settore dei beni di consumo, fusione favorita dal sistema integrato di comunicazione statunitense, questa formula organizzativa viene adottata anche in altri settori come quello telefonico, elettrico ecc. Il settore elettrico si sviluppa negli USA in maniera rapida, lo stesso avviene in Germania, inizia nel 1882- sistema elettrico che illumina new York, 1885 luce alternata, poi a Richmond, poi negli anni 90 vi istituisce il sistema elettrico nelle cascate del Niagara. Sono sistemi di grandi dimensioni e vi è la tendenza a mettersi d'accorso. Il settore elettrico è diviso in 2: westinghouse e… che si dividono il mercato. La prima via dei tram elettrificata nasce negli anni 50. Settore telefonico: conteso fra 2 compagnie- Western unione e la TNT (8 milioni di telefoni su 10 milioni attive negli usa) - gap enorme con l'UE. Negli USA, ad eccezione del cotone che diventa un settore obsoleto dove si sposta nel sud per il costo inferiore della manodopera, vi sono industrie ad alta intensità di lavoro, la grande impresa viene adottata in tutti i settori, nel settore agricolo, dove c'è la pastorizzazione ecc. L'industria del legno e dell'editoria crescono. Grazie alla crescente istruzione americana cresce questo settore- editoria. Cresce la produzione della birra, cambiano i gusti e le domande del mercato, le industrie si adattano, l'emigrazione europea verso USA porta ad esempio ad un consumo maggiore di birra. Il settore automobilistico nel 1910 con la produzione di massa non era propriamente cominciato ma destinato ad avere un successo enorme, il settore elettrico anche ma non c'è il petrolchimico - il settore chimico è l’unico settore in cui in questa fase gli usa non riescono a competere con la Germania, solo dopo la 1ww avranno il primato- requisiscono i brevetti dell'industria chimica tedesca e grazie allo sviluppo del settore petrolchimico. L'industria petrolchimica è fondamentale, registra i progressi più evidenti. Anni 50 Pennsylvania - cuore industriale degli USA- scoperta e sfruttamento dei giacimenti petroliferi, ma poi vengono scoperti nel Midwest, nella costa pacifico ecc. Gli USA sono ricchi di petrolio, i pozzi di petrolio sono molto costosi, si trivella se c'è interesse, il processo di raffinazione del petrolio è legato alla benzina. Dapprima si usa per la luce, poi come lubrificante per le macchine e poi per la benzina, l’uso e l’industria del petrolio è legato alla crescita del settore automobilistico che porta ad una maggiore trivellazione, ma bisogna creare reti di comunicazione tra luoghi di estrazione e raffinazione, prima si usano le ferrovie, dopo le cisterne, poi oleodotti. Cracking- sistema che aumenta la resa, innescato dalla domanda. L'industria petrolifera assume la presenza della grande impresa? Si, assume un carattere oligopolistico, anzi monopolistico, con una sola grande impresa, la Standard Oil, che verso la 65 Lezione 12 venerdì 2 dicembre 2022 Questione sociale negli USA La questione sociale accomuna tutti i paesi in via di industrializzazione, negli USA questo tema viene affrontato con un notevole ritardo rispetto a UK e Germania, la questione non fu affrontata perché si considerava che la politica e la società fossero subordinati al mondo degli affari. La questione sociale emerge in tre aspetti, non solo tramite salari alti, ma il problema è come viene distribuita la ricchezza. I tre aspetti sono: La crescente ineguaglianza nella distribuzione del reddito e della ricchezza l'assenteismo dello stato nella questione sociale il prolungato ed evidente dibattito sulla questione sindacale Tra la fine del ‘700 e il new deal fu in atto un processo della distribuzione della ricchezza che colpì gli USA, la sua immagine democratica, secondo la quale tutti potevano emergere, il sogno americano invece subentra l'immagine di una società governata da un'aristocrazia del denaro, composta da grandi finanziari, imprenditori, che si impegna a mostrare una vistosa apparenza di opulenza. Il 900 è l'età dorata americana, non dell'oro, perché sotto l'immagine della prosperità c'erano grandi problemi sociali, si allarga la forbice tra un’ elite caratterizzata da enormi patrimoni e tra gli strati più bassi della popolazione, la forbice si allarga in particolari momenti, prima della guerra di secessione, prima dell’industrializzazione e negli anni 20 del 900 . La forbice si allarga paradossalmente nei momenti di sviluppo, coincide nel periodo dell'emigrazione, proveniente specialmente dall’ Europa meridionale e orientale, questi migranti fecero enorme fatica ad inserirsi nella società americana, si creano anche quei quartieri dormitorio, è una differenza con la Germania, che con bismark vede più diritti. A partire dai primi decenni del 900, in Inghilterra, con il governo liberale, vengono poste le basi di uno stato sociale, con una serie di riforme su assistenza nazionale, un sistema di pensioni sociali, i primi sostegni da parte dello stato nell’istruzione ecc. Come finanziò lo stato inglese questi provvedimenti? Attraverso il sistema fiscale, i governi inglesi liberali finanziarono i primi interventi sociali inasprendo le tasse dei ceti più agiati. La questione sociale, legata alla nascita dell’industria, era da oltre un secolo al centro del dibattito inglese e questo aveva dato vita a molte legislazioni come il factory act ecc. Negli USA non c'è un intervento nel campo della legislazione sociale. Questa tendenza non venne mitigata né a livello federale che di stati, anche se era chiaro da una serie di inchieste che la società americana fosse diversa dall'immagine del sogno americano che i migranti inseguivano, c'erano grandi differenze, non c'erano tutele sulle donne, sull'orario di lavoro, si lavorava in alcune fabbriche anche 12-14 ore al giorno. Queste disuguaglianze divennero maggiori nel momento in cui aumentano i flussi migratori e cambiarono i tipi di migranti. Negli Usa era nato un sindacato american federation of labour , associazione che comprendeva solo lavoratori qualificati, non le masse lavoratrici, inoltre queste non godevano di nessun riconoscimento da parte dei capi industriali come rappresentanti degli operai . Quando gli USA iniziano a dotarsi di una prima legislazione sociale? Con la seconda fase del new deal, a partire dal 1935. Ci sono alcuni provvedimenti importanti che cercano di sanare il ritardo con l'europa. 1935 - Roosvelt firma il nation labour ralation act, prima ne fu emesso un altro ma fu ritenuto incostituzionale dalla corte, 66 il nation labour ralation act è conosciuto anche come Wagner act. Riconosceva il ruolo dei sindacati, regolamentava i rapporti tra imprenditori e sindacati, nel 35 nasce anche un secondo sindacato; importante nella legislazione sociale- creazione di pensioni per i lavoratori oltre i 65 anni; introduce un sistema di infortuni nel lavoro e introduce sussidi per famiglie con minori. Il Wagner act rappresenta un passo avanti, ma per la legislazione sociale ha una mancanza- per il sistema dei sussidi, questo era finanziato da contributi fiscali dai lavoratori e imprenditori ma era gestito dai singoli stati che stabilivano i contributi pensionistici, questo sistema, non gestito dallo stato federale, generava disparità tra stato e stato. Ford era contrario al Wagner act, furono contrari imprenditori e repubblicani, la questione fu portata davanti alla corte suprema che dichiarò il provvedimento costituzionale questa volta. 1937- sempre nel new deal- provvedimento sull'edilizia popolare, stabilito il finanziamento su questo a livello federale e dei singoli stati. 1938- fair labour standard act- abolizione del lavoro minorile, la settimana lavorativa può essere da 35 a 40 h e stabilisce l’introduzione del salario minimo di 35-40 centesimo all'ora. Roosvelt attua una riforma fiscale, introduce un sistema fiscale più progressivo, incide più sui ceti abbienti, questo sistema è stato cambiato da Regan negli anni ’80. Gli Usa solo nella metà degli anni 30 si dotano di legislazioni sociali e di sistemi sindacali Giappone -Insieme agli USA, il Giappone è l'unico paese extra europeo ad indirizzarsi all’industrializzazione -Si parla di via giapponese alla modernizzazione, vi sono tratti originali ma anche analogie con i paesi late comers- Uno dei protagonisti dell'industrializzazione giapponese è lo stato, importante nel delineare le condizioni più favorevoli nello sviluppo, ma a differenza degli altri andò oltre, divenne stato imprenditore. Il Giappone moderno inizia con la riv Meiji , ma è un'affermazione non totalmente veritiera, anche prima il Giappone visse uno sviluppo, tra 1820 e 1870 il pil giapponese crebbe dello 0,3% annuo. Nei decenni successivi, a partire dagli anni ‘70 la crescita economica si fa più intensa, l'indice dello sviluppo annuo è del 1,5 % contro l'1% europeo. Il Giappone mette in atto un modello nazionale di industrializzazione estremamente originale, capace di abbracciare imprenditorialità, nuove forme di impresa, una pianificazione portata avanti e voluta dallo stato in un ambiente culturale nazionalista. La riv Meiji segna l’inizio del Giappone moderno, la riv seguiva a oltre 2 secoli di isolamento durante i quali l'imperatore o tenno era una figura simbolica, lo shogun (capo dell’esercito) apparteneva alla famiglia Tokugawa, il suo governo è chiamato bakufu , era lui che aveva il potere effettivo. Alcune caratteristiche di questo periodo sono presenti anche dopo, durante l’industrializzazione. Il Giappone era un Paese chiuso nell’800, il che comportava la fine degli scambi commerciali e la fine di scambi di capitale umano, delle tecnologie e di investimenti, questo isolamento comprendeva che gli occidentali non potessero entrare in Giappone, ad eccezione di una nave olandese 1 volta l’anno, anche i giapponesi non potevano uscire dal paese - chiuso dunque anche all'economia capitalistica occidentale. Si accompagnava ad una grande rigidità della società giapponese, divisa in caste che non concedeva mobilità, al vertice c'era il tenno che non esercitava potere effettivo, sotto c'erano 150 daimyo - signori feudali, 150.000 mila samurai, armati sotto i daimyo - il resto del popolo era costituito da pescatori 67 artigiani, mercanti, contadini (forza lavoro preponderante, dediti alla produzione del riso), loro non erano proprietari della terra. 1/4 delle terre giapponesi erano possesso della famiglia Tokugawa, il resto era dominio dei damyo che avevano il diritto di morte e vita degli abitanti dei loro territori. Era proibito cambiare mestiere rispetto al lavoro dei genitori, era, la società giapponese, costituita in rigide caste sociali- simile al sistema feudale. Le relazioni tra le diverse classi erano contraddistinte da grande senso di obbedienza e disciplina, utile successivamente nel lavoro di fabbrica. I tratti del Giappone premoderno mostravano però anche una precoce tendenza alla urbanizzazione, nelle città dove risedevano i daimyo il tasso di urbanizzazione era alto, a edo ad esempio, futura tokyo, esisteva anche un sistema creditizio. I mercanti erano attivi, la produzione agricola allora era rivolta al mercato che aveva sostituita la produzione agricola per la sussistenza. Mercati significa un ceto di mercanti, alcuni di questi avevano raggiunto posizioni importanti nell'economia nazionale, stabilendo stretto rapporto con lo stato e servizi di credito e finanziari, si occupavano ad esempio della riscossione delle tasse, le principali famiglie di mercanti erano Mitsui e Sumitomo. Questi privilegi, il rapporto con il potere politico comportò che i mercanti giapponesi avessero rapporto con il mercato estero e occidentale, questo generò l’accumulazione di capitali e di ricchezze che stanno alla base degli investimenti delle future industrie. Per quanto riguarda il sistema educativo, erano molte le scuole primarie diffuse nel territorio nazionale, inoltre l’alfabetizzazione molto alta. L'agricoltura era varia, caratterizzata da un alto livello di specializzazione, aiutata da infrastrutture, irrigazioni e strade che mettevano in comunicazione le aree. 1853-54- gli americani affacciati nel pacificano volevano stabilire rapporti commerciali con il Giappone, il commodoro Perry entra nella baia di Tokyo minacciando di bombardare la città, costrinse lo shogun di accettare relazioni commerciali con USA e poi con le potenze commerciali occidentali. Che tipi di trattati erano? Trattati ineguali, perché: • Miravano all’esportazione, all'ingresso in Giappone dei prodotti commerciali americani, con dazi bassi per inondare i mercati giapponesi • Questo punto ritenuto particolarmente Iniquo secondo i giapponesi - gli stranieri ottennero diritti di extra-territorialità, non erano soggetti alle leggi giapponesi, per l'opinione pubblica giapponese la Cina divenne l'esempio da non seguire La debolezza dello shogun di fronte all’occidentale diede vita a rivolte xenofobe e a movimenti di signori dediti al mercato, dai samurai, con lo scopo di riportare al potere l'imperatore. Sale al potere Mutsuito nel 1867, in occasione alla sua scesa al trono (come tenno) , alcuni proprietari si ribellarono ai Tokugawa (famiglia degli shogun) , e l'anno dopo lo shgogun fu costretto ad abdicare, questa è conosciuto come riv Meiji, che significa illuminato, ed è un appellativo con cui l'imperatore designa il suo regno (1868-1912). Inizia da lì la storia del giappone moderno, dopo la restaurazione giapponese (riv Meiji), il nuovo governo decise di abolire il sistema feudale, compresa la rigidità sociale delle caste, i diritti feudatari, mentre le entrate fiscali verso i daimyo ora dovevano essere indirizzate allo stato, inoltre si doveva inizializzare un processo di attivazione economica e di introduzione delle tecnologie occidentali. La crescita e lo sviluppo economico è il primo obiettivo, necessario per mantenere lo status di nazione indipendente—c’era un acceso e diffuso nazionalismo che sosteneva la politica di intervento da parte dello stato. Significava mettere in atto un processo rapido, di catching up, di avvicinarsi all'occidente, la nuova leadership giapponese mise in atto una forte pressione sulla società anche per abbandonare la tradizione, per 70 nell'economia. A partire dagli anni 80 lo stato comincia a vendere gli impianti pubblici che aveva creato ad imprenditori privati giapponesi a prezzi e condizioni favorevoli, tra gli acquirenti diversi erano i samurai ma soprattutto erano le case mercantili già attive nell'era Tokugawa. La storia della Mitsubishi esemplifica questo percorso, la famiglia Mitsubishi in età Tokugawa era impegnata in attività commerciali, specie nel commercio marittimo, poi entrò nel settore minerario, le navi erano a vapore, dovevano assicurasi il carbone , si impegna nel settore cantieristico, poi investe - integrazione verticale- si impegna nella siderurgia , per provvedere alle materie prime delle navi, questo processo però ad un certo punto non segue più una logica correlata, la Mitsubishi investe anche nelle assicurazioni, nel tessile ecc, sono le conglomerate , le imprese come la Mitsubishi erano chiamate in Giappone zaibatsu - che significa gruppi finanziarti , non nasce, questa parola, con la riv Meiji, anche le case mercantili erano chiamate così prima, imprese incentrate in una famiglia che aveva interessi ,attraverso anche accordi politici, con altri gruppi operanti in analoghi settori . Con la riv industriale giapponese il termine zaibatsu assume il significato di gruppi finanziari che ha delle analogie con il passato; si tratta di un gruppo finanziari incentrato in una famiglia in settori correlati e non correlati, gruppo non correlato di imprese posseduto da famiglie di origine mercantile, il loro potere cresce nel periodo delle due guerre. Alcuni zaibatsu sono Mitsui, Miytsusishi, Nissan, Sumitomo. La zaibatsu è una peculiarità giapponese, come fanno le famiglie a controllare le imprese? Al vertice c’era una holding che attraverso il possesso delle azioni o della proprietà controllava le altre imprese, era uno schema piramidale, inoltre c'erano le partecipazioni incrociate, al vertice c'è la famiglia, alcuni erano titolari di imprese , alla base c’era un general menager- chiamato banto- legato alla famiglia tramite rapporti di fedeltà o familiari, c'era una gerarchia di manager formata all'estero e al politecnico di Tokyo- dove si sono formati politici e funzionari statali. Si esercita un controllo su una serie di imprese, c'era la holding, poi le imprese, che avevano altre imprese ecc. I giapponesi, per rafforzare il controllo non si servivano solo della partecipazione incrociata, ma soprattutto dalla presenza dei propri uomini nei consigli delle imprese, all'inizio del 900 i primi 5 zaibatsu possedevano 10 società controllate di primo livello da cui dipendevano imprese attive in ogni settore. House bank- il sistema economico giapponese era bank -oriented, ogni zaibatsu aveva all'interno una banca, polmone finanziario, fungeva da creditore ma anche da azionista delle reti di imprese. Chi decideva come allocare le risorse era la banca. La potenza degli zaibatsu cresce- vi è maggiore concentrazione industriale ma anche, contemporaneamente, grazie all’aumento del potere, l’acquisto di banche interne, fino agli anni 20 finanziano le anche degli zaibatsu si occupavano solo delle imprese del gruppo, poi iniziano a finanziare anche imprese non legate agli zaibatsu il cui potere cresce direttamente e indirettamente attraverso le banche, le quali si ingrandiscono tramite l'acquisizione di altre banche. Il potere degli zaibatsu e delle loro banche è enorme. Durante il periodo fra le due guerre, gli zaibatsu possedevano il 70 % del settore finanziario, oltre il 50% del settore manifatturiero, nel ’45 (?) l’America frammenta gli zaibatsu ma non ci riesce L’intervento dello stato continua ad essere presente in maniera indiretta, nonostante la minore influenza diretta dagli anni ’80, con i cartelli e con la creazione di sedi di ricerca, si crea il ministero del commercio nazionale che gestisce e indirizza le imprese 71 Lezione 13 mercoledì 7 dicembre 2022 Anche in Giappone, con lo sviluppo dell’industria, si forma un proletariato industriale, proveniente specialmente dalle campagne. Ciò apriva la questione della disciplina, la questione di attivare e di gestire una così vasta forma di forza lavoro. Continuano ad esistere all’inizio del processo i modelli di obbedienza di età medievale, rimane il paternalismo tradizionale, che vede disciplina, rispetto all’anzianità, come suoi principi cardine. Ma l'industrializzazione comincia ad erodere questo modello tradizionale, porta il Giappone ad un’esplosione di conflitti sociali. Il problema per le imprese è mantenere nelle fabbriche una forza lavoro già stata addestrata al lavoro di fabbrica, dunque già competente, ciò porta alla nascita di un modello di relazioni industriali che si adattava alla società e alla cultura giapponese, un modello peculiare, si tratta di un modello di industrializzazione anche qui diverso, originale. Questo modello relazionale per Ford in USA si basò, oltre che sull'innalzamento dei salari, su un welfare aziendale, lo stesso avviene in Giappone, dopo la 1ww, con la fondazione di un welfare, con le assicurazioni- estese anche alle famiglie- con sistemi di formazioni interna , ma soprattutto con una struttura salariale basata su un sistema di premi a loro volta legati alla performance, ai profitti dell'impresa , non dei prodotti individuali . Questo sistema di premi non riguardava solo gli obiettivi dell'impresa ma anche il grado di anzianità dei lavoratori, si premiava dunque la fedeltà. Questa idea, dei premi legati alla performance dell’impresa- all'inizio del 900- è diversa dall’Europa, l'impresa è una famiglia per la cultura giapponese, si premia la collaborazione, la lealtà, tra manager e operai, questo modello rimane nel toyotismo, nel quale viene esaltata la collaborazione. Quei rapporti gerarchici rimangono ma c'è un canale di comunicazione in tutti i versi. Le relazioni industriali giapponesi erano caratterizzate dal welfare aziendale, dai premi legati alla performance dell'impresa e dalla collaborazione, senza che questi intaccassero i rapporti di forza, la gerarchia. Commercio internazionale Come cambia il commercio internazionale nel XIX secolo? Perché si parla di società globalizzante e di I e II globalizzazione? • Prima dell'800 il commercio internazionale e intercontinentale è importante, è in crescita, ed era limitato prodotti di lusso e non competitivi con quelli europei, erano prodotti assenti in Europa • Era basato su una serie di restrizioni commerciali e mercantilistiche L’800- periodo che parte dalla sconfitta napoleonica- vede una profonda trasformazione della struttura economica del commercio internazionale. Nell'800 il commercio internazionale si trasforma in maniera radicale. Come cambia? • Cresce il volume su scala mondiale, il volume pro capite del commercio estero era nel 1913 di oltre 25 rispetto al 1800 • Al centro di questo sistema c'è l’Europa, che controlla almeno il 60% del commercio delle importazioni e esportazioni, in alcuni momenti controlla oltre i 2/3 delle importazioni e esportazioni, nel 900 questo ruolo l’Europa lo perderà • A mutare non è solo il volume delle merci ma anche la loro tipologia 72 • Viaggiano le merci e le persone come mai visto prima, ma anche i capitali, il centro propulsivo dei flussi di investimenti all'estero è l'Europa A cosa si devono questi cambiamenti? A 4 shock economici che incidono nel sistema internazionale • Shock Economico di grandissime dimensioni: rivoluzione industriale • Le rivoluzioni e le guerre napoleoniche. L'800 inizia con un conflitto militare su scala mondiale che perturba gravemente il commercio • Nelle Americhe vi sono i movimenti per l’indipendenza delle colonie spagnole ai quali seguono la nascita delle repubbliche che privarono le potenze europee di gran parte delle loro colonie e misero fine a quella visione restrittiva e monopolistica dei commerci tra madrepatria e colonie • Le economie del nuovo mondo si erano basate sulle piantagioni, nel 1807 il governo britannico abolì la tratta degli schiavi tra africa e colonie di oltre mare, gli USA abolirono il commercio transatlantico degli schiavi nel 1807. - Fine del sistema coloniale in africa e America Questi 4 shock interagirono in modo tale che le economie internazionali del periodo tra il 1815 al 1914 furono molto diverse rispetto al passato e agli anni successivi. I cambiamenti che riguardano le politiche industriali ma anche la riv industriale e la riv dei trasporti Le guerre napoleoniche segnano l'apogeo del mercantilismo: i blocchi degli anni 90 e soprattutto il blocco del 1806- questi miravano ad impedire gli scambi ma soprattutto le esportazioni- (i caposaldi del mercantilismo erano esportazione sì ma importazione no). Con le 2 guerre mondiali si andranno a colpire le importazioni non le esportazioni. Le guerre napoleoniche, i blocchi - non ebbero gli effetti sperati perché incentivarono il contrabbando- ebbero effetti di lungo termine e breve termine. Le guerre napoleoniche e le rivoluzioni hanno avuto effetti profondi e duraturi nel commercio internazionale: -Il crollo del potere europeo nel continente americano avvenne dopo la perdita degli USA da parte della gran Bretagna. Questa tendenza - le varie rivoluzioni- iniziò nel 1791 in Saint Domingue, quando gli schiavi neri si ribellarono -colonia produttrice di zucchero più importante della Francia- un’altra conseguenza dei blocchi fu la cessazione del flusso dello zucchero dal continente americano, Napoleone incentivò con un programma esteso la coltivazione delle barbabietole e poi la loro produzione in zucchero. Haiti diventa indipendente nel 1804, segue l’Invasione napoleonica nella penisola iberica che diede inizio a rivoluzioni, le quali segnarono la nascita in America latina di repubbliche indipendenti, tra cui il Brasile, ma fino alla fine dell'800 la Spagna conservò Cuba. Che politiche adottarono questo nuovi stati? Innanzitutto, si spazza via tutto quel sistema di restrizioni al commercio, monopoli tra madrepatria e colonie. Dunque, i governi delle nuove repubbliche spazzano via la politica economica coloniale ma non abbracciano il libero scambio, questi stati continuarono ad imporre tariffe alte, introducono anche tariffe doganali. La fine di tutte quelle restrizioni, del commercio monopolistico con la madrepatria tra spagna e delle sue colonie- prima tutti i commerci dovevano avvenire tra madrepatria e colonie- porta alla maggiore esportazione verso queste repubbliche di alcuni paesi come l'Inghilterra. A partire dalla fine di queste restrizioni i flussi dei prodotti manifatturieri inglesi in America latina cresce, gli effetti non si limitano all’America latina ma anche in asia. 75 valore come ad esempio grani , diventa conveniente esportare in Europa grani, tessuti, metalli. È un cambiamento epocale rispetto al passato. Cosa succede se questi beni, grani tessuti ecc., provenienti dalle altre parti del mondo, arrivano in Europa? Vanno in crisi i produttori locali, in cui in alcuni casi si reagisce trovando o nicchie di mercato o innovando. Questo processo non riguarda solo l’Europa e gli agricoltori europei, messi in crisi dai gramai extraeuropei, ma l’Europa produce tessuti che esporta in india mettendo in crisi i tessitori indiani, vengono declassati dalla tecnologia europei e dai loro prodotti a basso prezzo. Quale fu il risultato? Che il commercio di lunga distanza aveva effetti sull'intera economia mondiale. Gli effetti in termini di ripartizione delle risorse, in termini di prezzi e redistribuzione dei redditi. Arrivano i cereali dalle Americhe o dall’ucraina, in Europa, c’è maggiore offerta, che cosa succede? Si abbassano i prezzi. Chi è che si nutre di cereali? Le classi più povere hanno maggiore disponibilità a prezzi più bassi, a parità di salario si ha maggiore potere d'acquisto, prima si avvantaggiavano i signori locali. Diminuiscono i prezzi, con l’importazione di questi prodotti, allora diminuiscono anche le rendite fondiarie. Un'economia mondiale significa che per i beni di uso comune non si è limitati, legati al commercio nazionale o locale, ma ci si muove in un’ottica di mercato mondiale, innescato dalla risoluzione dei trasporti. Queste merci di uso comune cominciano a essere slegati da fattori interni come capitale e lavoro. Integrazione significa anche che i prezzi dei prodotti tendono ad essere uguali nelle varie parti dl mondo, un’altra delle conseguenze è che a differenza del passato, non c’è più questa profonda differenza tra i prezzi fra le varie aree del mondo, i prezzi di determinati prodotti, specie dei beni primari, tendono a muoversi in maniera globale, è una delle grandi differenze con la prima globalizzazione, quella del ‘600, dove non c’era la tendenza all’uniformità dei prezzi. I prezzi si muovono su una scala, su un’ottica globale, i cambiamenti che riguardano i prezzi portano ad una redistribuzione interna. Dal punto di vista delle classi dirigenti, qual è la risposta a questo processo economico slegato dal mercato nazionale? Investimento e protezionismo, chiedono tariffe protezionistiche più elevate con l’obiettivo di isolare gli effetti globali dell’abbassamento dei costi di trasporto, che avevano innescato tutto questo. C’è anche un altro fattore per quanto riguarda la globalizzazione che deve essere considerata: la riv industriale condusse ad asimmetrie economiche e anche monetarie e politiche, in particolare tre stati europei, Inghilterra, Francia e Russia sfruttarono queste asimmetrie per espandersi in Asia e in africa nel corso dell’800, a scapito dei governati locali, a scapito degli ottomani ecc. Questa espansione non riguardò solo questi 3 stati europei, anche gli Usa aumentarono la frontiera a scapito dei nativi. La capacità delle potenze europee di estendere la loro influenza in modo drastico fu aiutata dalle tecnologie della 1 riv industriale. Nel corso dell’Ottocento l’Europa aumenta la percentuale di superficie che controllava dal 37% nel 1800 al 67% nel 1868 fino all’84 % per cento nel 1914. Questa sensazionale espansione europea si deve a due fattori: • La potenza della nuova tecnologia • Gli stimoli commercianti geopolitici derivanti dal dominio delle terre e delle risorse dell'asia e dall'africa L’assoggettamento di queste zone avviene in 3 fasi: • Penetrazione • conquista 76 • Incorporazione di queste aree nell'economia mondiale in espansione attraverso la fornitura infrastrutture di trasporto e di comunicazione ecc. Nella prima fase, durante la penetrazione, un ruolo fondamentale è dato dalla tecnologia, in particolare dai piroscafi armati, sconfissero in guerra molte imbarcazioni. Un’altra nuova tecnologia è della seconda metà del secolo - durante l’età moderna furono vitali i vantaggi della nuova artiglieria per la conquista dei nuovi territori - : fucile a retrocarica e la mitragliatrice , ma ancora più importante della potenza di fuoco fu l'uso del chinino - permise agli europei di penetrare in zone malsane, proveniente dall’Almerica latina- nella profilassi della malaria , permise in africa e in Asia agli europei di mettere al sicuro i suoi commercianti e militari. La conquista di questi territori avvenne non fu fine a se stessa, gli europei imposero allora delle misure più libere nel commercio per gli occidentali, un esempio è il Giappone , l'india , la guerra dell'oppio in Cina, l'imperialismo francese ottiene Laos, Vietnam, la cocincina, gli inglesi la Birmania, poi vi è la spartizione dell'africa, ancora prima i protettorati e colonie , la Russia si estende via terra in Filandia-1809, in Bessarabia 1812, in Caucaso- Georgia 1811 , in Azerbaijan 1813 , in Yerevan 1818, i ceceni vengono sottomessi nel 1859, i circassi conquistati nel 1864 - si parla di genocidio , Kazakhistan, Turkistan , a un certo punto la Russia tentò di conquistare l’Afghanistan ma viene fermata dagli inglesi. Conquista di territori, di risorse, per il commercio internazionale significò che tutti questi imperi imposero politiche di libero scambio verso i territori appena conquistati, libero scambio però nei confronti della madrepatria con l’ eccezione della Gran Bretagna , i rapporti dei territori appena conquistati con la madrepatria è asimmetrico, questo vale per il dominio francese, che non impone un rapporto simmetrico , le colonie-- fonte di risorse e materie primi— , nei rapporti con le colonie , le colonie dovevano acquistare i prodotti francesi anziché quelli degli altri paesi, libero scambio solo da una parte, dall’altro promossero infrastrutture come le ferrovie, che avevano la funzione? Favorire l'integrazione di queste aree nel mercato globale in un rapporto non simmetrico Nell'800 che politiche commerciali prevalgono? Libero scambio o protezionismo? Un'altra eredità delle guerre napoleoniche è ritardare in Europa l’adozione del libero scambio, almeno in Gran Bretagna, perché? Nel 1786 la Gran Bretagna e la Francia avevano stipulato il trattato di Eden, che metteva fine a una guerra commerciale durata 100 anni, aboliva i divieti di importazioni e riduceva le tariffe in generale, ma le guerre portano cambiamenti, in questo caso all’apogeo della politica dei blocchi. L’abbassamento delle tariffe o per la Gran Bretagna l’avvento del libero scambio, avviene tardi. La Gran Bretagna è la prima a liberalizzarsi ma avviene tardi, nel gioco del protezionismo e libero scambio, all'interno di giochi di blocchi di poteri, quando prevale il protezionismo a prevalere sono gli interessi verso le industrie nazionali ecc., quando a prevalere invece è il libero scambio sono a prevalere altri blocchi di potere, come commercianti, imprenditori ecc. Quando l’Inghilterra abbraccia il libero scambio? Con l’abolizione delle corn laws, ridotte nel 1846 e revocate nel 1849, a seguito di un movimento di pressione portato avanti da industriali con l'abbassamento dei prezzi del pane. Cosa erano le corn laws e perché costituivano il fulcro del sistema protezionistico inglese? Riguardavano i cereali, inizialmente i grani, poi orzo e avena, non prevedevano solo dazi, leggi di questo tipo in Inghilterra erano presenti dal XVII sec., dal 1815 iniziano le più importanti leggi relative alle corn laws, queste leggi fissavano un prezzo minimo di ingresso dei cereali stranieri, a questo si opposero gli industriali -teneva artificialmente alto il prezzo dei cereali, il che andava a 77 discapito degli operai, gli industriali temevano rivolte sociali . Nel 1849 ottennero l'abolizione di queste leggi e seguì l'inizio della posizione inglese liberoscambista, è la prima è l’unica nazione a farlo. Ma l’esempio inglese viene seguito da altri paesi, le politiche commerciali non hanno un andamento univoco, dipendono da quali blocchi di potere, dalle politiche commerciali, che in quel momento hanno il sopravvento. A partire dagli anni 50 fino agli anni 70 le tariffe è il momento in cui si arriva al punto in cui le tariffe sono quasi ovunque basse , gli anni successivi all’abolizione delle corn laws in Inghilterra vedono spostarsi in direzione della liberalizzazione paesi come spagna , paesi bassi, Belgio, Norvegia, Svezia e Danimarca, ma in tutti i paesi europei le tariffe continuano a diminuire La svolta avviene verso un libero scambio o quasi avviene 1860, quando viene stipulato il trattato anglo francese code-chevalier. Il trattato è fondamentale perché abolì tutti i divieti di importazione francese, il dazio sulla esportazione britannica sul carbone, abbasso le tariffe sulla gran Bretagna del vino per non intaccare il Portogallo, ma soprattutto perché introdusse la clausola dello status di nazione più favorita . Il trattato, dunque, gettava le basi per un commercio multilaterale e via via sempre più liberoscambista e soprattutto non era una tariffa discriminatoria, a differenza delle politiche economiche coloniali- unilaterali questi trattati insieme alla riv dei trasporti determinano un incremento del commercio perché rafforzano il calo dei costi di trasporto 80 la I ww finisce un'epoca, la Iww e le sue conseguenze diedero vita a una lunga travagliata storia durata fino alla IIww che segna un'altra cesura Conseguenze della guerra Le conseguenze dirette- i costi- cosa provocò la guerra? Perdite di vite umane, di popolazione. I militari furono solo una parte delle morti registrate, le vittime dirette si contano in 9 mln di militari e 5mln di civili, gli invalidi furono di più- questi dati valgono per l’Europa, non per Russia. In pratica con la 1ww l’Europa perse il 3,5% della popolazione europea prebellica, paesi come la Germania, Italia e Francia, persero oltre il 4% della popolazione, meno morti si contano in UK e Belgio. Queste perdite di popolazioni riguardano giovani, l'impatto delle morti fu maggiore di quello che le cifre comunicano, la parte produttiva dunque perisce. Il calo delle mancate nascite, coloro che non nacquero per lo stato di guerra - il deficit di nascite- fu altissimo in Italia e Germania. A questi morti si aggiungono altre morti subito successive alla fine del conflitto, dovute alla spagnola, in Europa orientale anche per carestia, inoltre si aggiungono i conflitti di frontiera postbellici. La Russia? I dati sono meno attendibili, le perdite relative alla guerra furono modesta, molto alte invece furono le morti per la riv o la guerra civile- 16 mln. Il costo delle vite umane colpisce maggiormente, ma non è l'unico costo, vanno aggiunte le perdite fisiche e di capitale. Il valore della dotazione di capitale diminuì, si deteriorò con la guerra, quello sforzo bellico, le macchine vengono utilizzate- va considerata anche la trascuratezza della manutenzione Distruzioni fisiche L'impatto distruttivo dipese dai paesi, i paesi neutrali ne furono esenti, i paesi belligeranti subirono distruzioni e tagli agli investimenti e alle manutenzioni. I teatri di guerra furono più colpiti, come in Francia e in Belgio- con distruzioni di fabbriche ecc. In Francia le distruzioni si concentrarono nella parte settentrionale, la parte più industrializzata, al Belgio andò peggio, fu invaso il paese, furono distrutti il 10 % delle abitazioni e il 40 % degli alti forni, la 1ww generò moltissimi acri incoltivabili e un bestiame decimato. Peggio andò all’Europa orientale: in polonia le potenze che la occupavano distrussero e saccheggiarono il paese, invece in Serbia, parte Austria e Russia le distruzioni furono principalmente relative alla guerra civile. In alcune aree la distruzione era talmente vasta che occorreva costruire, non riparare. Altra conseguenza: la maggior parte dei paesi doveva recuperare un arretramento degli investimenti. La Germania perse anche la gran parte delle sue ricchezze, nazionali ed estere- In UK aggiunge la trascuratezza degli impianti, la non manutenzione, l’assenza di pezzi di ricambio, anche l'esaurimento dei terreni dovuti anche all'assenza di fertilizzanti. L’Europa centro orientale fu tagliata fuori dalle relazioni economiche del resto del mondo, sconvolta dal passaggio degli eserciti, dal crollo della produzione agricola e dovette fronteggiare la carestia. La guerra artificialmente fece crescere alcuni settori, in maniera esorbitante, altri settori ne risentirono. Il commercio estero venne sconvolto, anche dalle forme di guerra commerciale attuata dagli stati. Ai blocchi gli altri paesi rispondevano con la guerra sottomarina o con la fine e riduzione grande di scambi e approvvigionamenti. L’800 era grandemente integrato, modello sconvolto dalla 1ww. Questa Europa occupata nella produzione bellica, perde i suoi mercati esteri, strettamente collegato allo stravolgimento del commercio internazionale e all'imposizione data dallo stato. L’Europa, la prima esportatrice, perde mercati esteri e questa perdita ebbe effetti durevoli. La Germania fu tagliata fuori dai mercati di oltre mare. 81 Se l’Europa, esportatrice ed importatrice, dei mercati esteri, perde questo ruolo, la Germania allora si arrangia e lo fa anche attraverso l'ingegnosità di suoi ingegneri e scienziati- viene inventato il processo della fissazione dell'azoto atmosferico- utile per fertilizzanti e per la polvere da sparo- senza questo la Germania avrebbe perso molto prima. La Germania aveva la flotta mercantile più grande del mondo. Nel 1918 le esportazioni industriali europee crollano, tutto serve alla guerra, le esportazioni crollano di oltre la metà rispetto al periodo prebellico in UK. Avviene la perdita dei mercati esteri, ma in Europa, qualcun altro va ad occupare quei mercati- USA, Giappone - molti paesi extraeuropei che acquistavano o beni industriali in Europa li comprano altrove e/o fabbricano al loro interno altre industrie, che producono beni prima venduti dagli europei, favorendo le industrie nazionali. Gli USA incrementano le esportazioni verso i paesi extraeuropei ma specie verso l'Europa- alleati e paesi neutrali. La guerra sconvolge anche l'equilibrio dell'agricoltura mondiale, la guerra produce grande domanda dei beni alimentari, in un'epoca in cui a causa della guerra c'erano pochi contadini e molte zone erano tagliate fuori, non c'erano collegamenti. Perché la guerra sconvolge quegli equilibri? La guerra stimola la produzione agricola in paesi extra europei, già affermati come gli USA, ma non solo in questi paesi affermati, ma anche in pesi come l’Argentina ecc. Perché la guerra sconvolge gli equilibri? L’Europa non produce o produce meno, la domanda mondiale cala - quando la produzione agricola riprende in Europa- l'offerta è aumentata ma la domanda no- con la guerra altre aree si erano attivate all'agricoltura – finita la guerra si assiste ad un eccesso di capacità produttiva determinando la diminuzione die prezzi, ci rimettono i contadini, questi si erano indebitati con le banche. Per tutti gli anni 20 i prezzi dei prodotti primari rimangono bassi, quegli agricoltori che avevano fatto investimenti e che si erano indebitati nei momenti di altri prezzi, ipotecano o falliscono. L'agricoltura mondiale negli anni Venti non vide solo l'eccesso produttivo ma soprattutto una politica protezionistica, con altissimi dazi. Oltre a perdere i mercati esteri, gli europei perdono anche il commercio di riesportazione, la chiusura comportò perdite per quanto riguarda i servizi, i paesi belligeranti subirono un crollo delle entrate. Londra subì anche mancate entrate dal fatto che il commercio internazionale e marittimo era ridotto a poco. È grande la perdita per le banche degli investimenti esteri, sono gli europei nell'800 investono all'estero, la guerra segnò la predita di questi investimenti, si perdono per fallimento, per requisiti, vengono perduti a favore di materiale bellico. L’Europa perde i marcati esteri, investimenti, è stravolta dalla distruzione ecc., tutto questo le fa perdere la centralità. I paesi belligeranti si ritrovano un altro problema, che stravolge le economie nazionali - gli strascichi finanziari della guerra. Le implicazioni della 1ww furono più severe rispetto a quelle della 2ww non per le persone, ma per il modo in cui il finanziamento della guerra venne affrontato, gli stati abbandonano il gold standard e vi è l'aumento delle emissioni delle banconote ecc. Il debito pubblico aumenta rapidamente, ma colpì molto l’emissione di cartamoneta, quali sono gli effetti? Deprezzamento del valore della moneta e inflazione-aumento prolungato e generalizzato dei prezzi- fu un problema serissimo nei paesi coinvolti durante e dopo la guerra. Questo aumento dei prezzi fu dovuto non solo al fatto che ci fosse una maggiore massa dei biglietti circolanti, ma si deve anche all'innalzamento dei costi di produzione dovuta alle ultime fasi della guerra nel trovare manodopera, all'aumento delle materie prime, l'offerta dei beni diminuisce generando maggiori prezzi. Diminuisce la disponibilità dei beni e i prezzi aumentano. Si assiste ad un forte deprezzamento del valore delle monete e dall'altro ad una grande inflazione. Alla fine della guerra, in Germania il livello dei beni all'ingrosso era 6 volte del periodo prebellico. Il valore 82 delle monete in Austria e Germania diminuì del 40-50%. Tutti i paesi belligeranti dovettero fronteggiare forte spinte inflazionistiche e la perdita di valore delle monete, effetti resi peggiori dalle politiche adottate dagli stati nel dopoguerra, che continuarono ad essere poco rigorose. Alta instabilità monetaria e inflazione ostacolarono la ripresa e di un buon sistema finanziario. Il declino economico dell’Europa fu la più grande conseguenza della 1ww nel breve periodo, l'Europa non riuscirà mai più ad avere la centralità economica e finanziaria come nell’800. La posizione dell’Europa nell'economia mondiale comincia a declinarsi alla fine della guerra: il capitale fisso, i beni, erano quasi tutti distrutti, alcuni paesi non erano più dipendenti dell’Europa per la fornitura di alcuni di beni, e se lo erano, lo erano molto di meno. Alla fine della guerra la situazione si capovolge- l’Europa aveva il problema di distruzione di capitali, di industrie ecc. - doveva dipendere dal finanziamento estero. Dal punto di vista complessivo, i maggiori beneficiari della 1ww furono gli USA, furono i maggiori finanziatori. Molti dei paesi che erano stati alla periferia del commercio internazionale videro una maggiore produzione agricola e/o industriale. A guadagnarci fu il Giappone, che crebbe la sua capacità produttività del 50%. Alla fine della guerra i paesi bellici si trovavano in una posizione misera. La produzione industriale europea era bassa, specie nell'area orientale e centro-orientale-già prima si trovava in una situazione di arretramento rispetto alla parte occidentale, alla fine della guerra arretra ancora di più. Alla fine della guerra la produzione industriale era del 60-70% in meno rispetto al periodo prebellico. Devastati erano anche Francia e Belgio, invece i paesi scandivi si avvantaggiarono durante la guerra: si dotarono di nuovi metodi di produzione e di industria pesante, la scarsità del cherosene produsse una più accelerata elettrificazione, ma questi paesi, a causa della mancanza di capitali, non vissero grandi vantaggi dopo la 1ww. L’Europa non è più il centro, altre aree si avvantaggiano, l’Europa manca di tutto, ha bisogno di aiuti per risalire. Uno dei maggiori effetti della guerra è il declino dell’Europa, o meglio la redistribuzione dei poteri economici dall’Europa verso altre aree, verso USA e in maniera moderata verso il pacifico. La ricostruzione in Europa fu particolarmente lenta, ci vollero 7-8 anni affinché l’Europa potesse tornare ai livelli precedenti, ma in alcuni casi come in Germania, il pari della produzione prebellica si raggiunse nel 1928, e in Europa centro orientale questa avviene ancora di più tardi. Si persero inoltre le connessioni commerciali ecc create nell'800. Vi è il declino economico, ma c'è un altro problema. Altre aree ampliano la produzione agricola e industriale, un'altra conseguenza deleteria della 1ww è l'eccesso della capacità produttiva, che uno dei più gravi problemi dell'economi fra le 2 guerre. L'Europa è impegnata nel conflitto- altre aree producono, al ritorno della situazione bellica, la produzione è maggiore rispetto alla domanda, ma si aggiunge un altro problema- quali sono i settori industriali che producono in eccesso? Quelli che durante la guerra videro la crescita dei propri stabilimenti, la produzione bellica fu maggiore non tramite innovazione ma tramite l'espansione. Durante la guerra la capacità della cantieristica mondiale raddoppiò, con il boom post-bellico passato, le navi esistenti erano garanti della stabilità navale per oltre 10 anni, non serviva costruire navi. La capacità produttiva fu maggiore nei settori interessati alla guerra, come la cantieristica, ma la riconversione era più difficile per i tempi di pace. Molti stabilimenti non sfruttarono mai più la loro capacità produttiva - erano sottoutilizzati. La domanda di questi settori non era destinata a crescere nei tempi di pace. A trovarsi in difficoltà finanziare furono gli industriali che investirono durante la guerra, investimenti avvenuti tramite le banche, gli industriali si erano indebitati con le banche - ci fu un atteggiamento speculativo e si trascinarono le banche, da qui il tentativo dello 85 cedere la marina da guerra, armi e munizioni, gran parte della flotta mercantile, molte locomotive e vagoni ferroviarie ecc., inoltre dovette accettare forti limitazioni alle forze armate, l'occupazione alla Renania e altre misure mortificanti. L'aspetto più umiliante di tutti fu la clausola della responsabilità della guerra, art 131 del trattato di Versailles, lo stato tedesco dunque accattava la responsabilità delle vittime e dei danni causati dalla guerra. Questa rappresentava la giustificazione da parte degli alleati ad accettare riparazioni monetarie. In realtà gli alleati si diversificarono per le entità delle riparazioni; infatti, non si misero d'accordo e incaricarono una commissione sulle riparazioni. Che trattamento venne riservato alla Germania? Dal punto di vista economico avvenne lo smembramento, la spartizione territoriale, la fine di rapporti commerciali, la fine di regioni integrate industrialmente ed economicamente- questo tipo di politica- spartizione territoriale - fu seguito anche per l'impero austro ungarico- le misure furono peggiori rispetto alla Germania. Lo smembramento dell'impero provocò la nascita di 2 nuovi stati- Austria e Ungheria con una superficie molto ridotta dello scorso impero, nacquero nuovi stati- Cecoslovacchia e Polonia- ricreata con territori austriaci, tedeschi e russi – la Serbia ottenne le province slave meridionali dell'ex impero e con il Montenegro formò la Jugoslavia - la Bulgaria , uno dei nemici sconfitti- subì perdite territoriali favore della Grecia, Romania e Jugoslavia; l’ Italia ottenne Trieste, Trentino e sud Tirolo. Un altro trattato- impero ottomano, perse tutti i territori europei ad eccezione dell'entroterra di Istanbul e le province arabe del Medioriente, nel 1922 cade, facendo nascere la repubblica turca. A subire perdite territoriali fu anche la Russia, perse la Bessarabia a favore della Romania, gli stati indipendenti di Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, perse una gran parte della sua frontiera occidentale dopo la sconfitta di Varsavia. Ci fu un rimodellamento territoriale, vengono costituiti e ricostituiti nuovi stati. Dal punto di vista economico questa redistribuzione territoriale creò più problemi che soluzioni. Nuovi stati- aumenta il frazionamento economico, questo rimodellamento territoriale. Si tradusse in un accresciuto frazionamento economico. Nuovi stati, dunque nuove frontiere ma anche nuove barriere doganali, un'altra delle caratteristiche del periodo è il nazionalismo economico. Ciascun paese perse le relazioni commerciali e non c'erano più le vie di comunicazioni. Questo rimodellamento non tenne conto degli aspetti economici- distruzione dei rapporti precedenti, allora bisogna crearne altri, sorsero i problemi dei confini, che aumentarono di 11 ml km, aumentarono le barriere, nuovo stato- nuove monete, nuove organizzazioni amministrative ecc. Bisognava mettere insieme nuove organizzazioni economiche in quei nuovi territori degli stati. A causa della Germania, non solo si ruppero delle regioni industriali, si sembrarono i rapporti economici che favorirono lo sviluppo economico. L'industria tessile venne smembrata, i telai andarono a Vienna, altri in Boemia, altri in Cecoslovacchia. L’Ungheria mantenne gran parte delle imprese ma perse giacimenti di rame, ferro ecc., gran parte dell'energia idraulica. Fine di regioni che prima erano state integrate; fine della Slesia; fine di un'unità economica, i collegamenti tra il carbone della Ruhr e i minerali di ferro della Lorena. Tutto questo ostacola la ripresa economica, nel lungo periodo crea una serie di risentimenti che in parte si rifletterono in una crescente ondata di nazionalismo durante il periodo fra le 2 guerre. Questi stati erano da creare, cosa ne derivò? Un accresciuto ruolo dello stato, per mettere in piedi un sistema economico e finanziario. Questi nuovi stati che politiche economiche e commerciali adottarono? Il sistema austro ungarico aveva garantito un'ampia area di libero scambio nel bacino del Danubio, aveva adempiuto all'integrazione dei mercati ecc. I nuovi stati nati dallo smembramento dell'impero, timorosi 86 dell'invadenza delle altre potenze, portarono avanti una politica di nazionalismo economico con l'obiettivo dell'auto sufficienza economica – cosa impossibile, erano troppo piccoli e vi erano troppe poche risorse, mentre le politiche verso la direzione dell'autosufficienza economica tennero bassi gli scambi, ostacolando così la ripresa economica. Queste politiche di nazionalismo protezionistico vengono anche chiamate neomercantilismo- questi stati impiantano industrie e per favorirne l'espansione inasprendo le tariffe doganali, con l'obiettivo di garantire alle industrie almeno il mercato interno. Questa politica però, che accentuava i dazi doganali ecc., era seguita da molti stati, il che rese sempre più difficile esportare, se non si esporta, come si fa ad avere la moneta necessaria per quei beni che da soli non si riesce a produrre? Per tentare di limitare gli effetti si procedette alla svalutazione della moneta per intensificare o attivare l'esportazione- la svalutazione della moneta però fu dannosa per l'importazione - gli effetti negativi degli alti dazi portano avanti e diffondono il meccanismo degli accordi bilaterali, trattati commerciali tra 2 stati diretti tra 2 paesi, che fissavano i quantitativi di merci da scambiare, si ritorna al baratto. Il bilateralismo si diffonde nel primo ’900, l'800 invece aveva stabilito un sistema multilaterale. I marcati si erano chiusi già dagli anni 20, non in risposta alla crisi del '29. Questo nazionalismo economico non viene portato avanti solo dai nuovi paesi nati dalle ceneri dell'impero austro-ungarico, ma anche da altri paesi, dal Giappone ad esempio, che si era sviluppato durante la guerra - accentua la politica protezionistica- dai paesi dell’Almerica latina, per favorire le industrie nazionali sorte durante la 1ww, ma sono anche le maggiori potenze ad adottare politiche di questo tipo come la Gran Bretagna, ex campione del libero scambio, durante la guerra aveva imposto nuovi dazi, anche come strumento per finanziare la guerra. I dazi rimasero anche dopo la guerra, anzi dopo vennero aumentati sia come numero che come incidenza, dal 1932 la Gran Bretagna adotta una politica protezionistica, con il trattato di Ottawa si creano le condizioni delle preferenze imperiali, si creano le condizioni di scambio con le quali è più semplice esportare ed importare fra 2 potenze rispetto ad altri paesi. Anche la Gran Bretagna negozia una serie di trattati bilaterali, abbandonando il principio di nazione più favorevole, segnando la fine del commercio multilaterale ottocentesco. Gli USA? Sono sempre stati protezionisti, portarono i dazi a livelli proibitici, nel 1921 venne approvato l'emercency tariffe act, questo provvedimento dispose un embargo assoluto sulla importazione di colorante dalla Germania, l'anno successivo i dazi su un'altra serie di prodotti dall'estero vennero nuovamente aumentati- 1922 furono istituiti i dazi maggiori nella storia degli USA, destinati ad essere superati dallo Smoot-Hawley Traffic act del 1930, era impossibile esportare negli USA-fu approvato, nonostante le molte proteste dovute alla consapevolezza dell'assurdità del provvedimento. Gli anni ‘20 per gli USA sono gli anni felici, la crescita industriale è elevata, sostenuta dal settore automobilistico, sono gli anni della crescita dei beni di consumo, la crescita si basa sul mercato interno vastissimo, ma ad un certo punto questo mercato non è più in grado di supportare la produzione, bisogna esportare, ma come si fa se non si mette nella condizione gli altri paesi di avere una valuta abbastanza alta i beni? I provvedimenti del neomercantilismo non si limitavano all'approvazione di leggi, ma davano origine ad una guerra commerciale, ai dazi si rispondeva con altri dazi. Dopo l'approvazione delle leggi si risponde con l'approvazione di dazi sui prodotti provenienti da quei paesi. I volumi degli scambi, a livello commerciale internazionale, continuavano a essere più bassi. I dazi erano introdotti in tutti i paesi europei, il mercato europeo non era indragato, ostacolando la 87 ripresa. Il nazionalismo economico non favorì l’accumulazione dei capitali, né l'incremento dei redditi, né la circolazione delle merci, delle persone e soprattutto delle tecnologie. Altro aspetto deleterio sono i disordini monetari e finanziari provocati dalla guerra e accresciuti dai trattati di pace, che portarono al collasso dell’economia internazionale. Al cuore della questione è la riparazione, che in realtà è molto più complessa: coinvolgeva i debiti di guerra ma anche il meccanismo della finanza internazionale. La questione delle riparazioni è legata ai prestiti interalleati, lo sbaglio fu cercare di separare le due questioni. Fino al 1917 la Gran Bretagna fu la maggior finanziatrice dello sforzo bellico degli alleati, prestando circa 4 miliardi di dollari, poi prese il suo ruolo gli USA. I debiti interalleati ammontavano a oltre 20 miliardi metà di questi erano stati prestati dagli USA. Il problema è la restituzione dei prestiti: tra gli alleati europei furono nominali, vennero cancellati con la fine della guerra, a differenza degli USA- a differenza di quello che avvenne nel secondo dopoguerra- gli USA considerarono i prestiti come una transazione commerciale. A questo punto la questione dei prestiti si unisce a quella delle riparazioni: Gran Bretagna e Francia pensavano di far pagare alla Germania quei prestiti; dunque, volevano sdebitarsi dagli USA attraverso la Germania, allora si tentarono di tenere disunite le questioni. Gran Bretagna e Francia insistettero sulle riparazioni con le quali pensavano di ripagare i debiti con gli Stati Uniti. La questione delle riparazioni si connetteva alla responsabilità della guerra, nei quali erano presenti anche i costi sostenuti dai governi per finanziare la guerra. I tedeschi avevano iniziato a pagare con il carbone, ripagavano in natura, con prodotti chimici ecc. Per la Germania questo significò perdita, quelle risorse avrebbero potuto essere esportate, si ritarda la ripresa anche in questo modo. Le riparazioni ammontarono a 132 (?) miliardi di oro- 33 miliardi di dollari, cifra esorbitante - più del doppio del reddito nazionale tedesco. Questa politica fu miope perché si ritardò l'economia più forte dell’Europa - Keynes si ritirò perché non era d'accordo, la cifra aveva una funzione vendicativa per la Germania, ma finiva per danneggiare l’intera Europa, teneva depressa l'economia più importante d’Europa, la quale con le esportazioni e importazioni avrebbe potuto risanare il commercio europeo. La politica creava solo un clima di astio, afferma Keynes, vi è indebolimento anche dal punto di vista politico, minacciava la repubblica di Weimar. Le riparazioni economiche degli alleati con la debolezza della repubblica di Weimar segnarono l’incapacità tedesca di pagare a partire dal 1922. Si ripagava annualmente con un interesse del 6%. Altro problema: aiuti, chi esortò gli USA- unica potenza rafforzata dalla guerra- ad essere larghi di aiuti per la ricostruzione? Nessuno, gli aiuti arrivarono pochissimi se non nulli. Un altro fattore da considerare è il collassamento di alcuni stati, altre economie iniziarono riprendersi tardi, a causa dell'assenza di un'organizzazione economica di aiuti, la situazione fu estremamente complessa e delicata. Inizio 1919- venne creata in USA un'agenzia con il compito di rifornire di generi alimentari all'Europa, ma questi non sottoforma di doni, ma in cambio di contanti o argento. Questi rifornimenti erano o contanti o a credito, i paesi allettai ricevettero i beni a credito, gli altri no. L'arrivo di questi cessò quasi subito- grande differenza con il 45- durarono, questi rapporti, solo qualche mese. Il compito di provvedere alle principali necessità ai vari stati fu autonomo - furono parallele agli interessi europei. Perché arrivarono prodotti alimentari? Perché gli USA godevano di una vastissima riserva di prodotti alimentari, se non si fornisce all’Europa ciò che aveva bisogno rimane depressa. Soltanto facendo crescere i mercati europei si può esportare, con il rischio però che i paesi europei diventino concorrenti. • L’Europa dovette arrangiarsi, come poteva pagare i beni di cui aveva bisogno senza contanti ecc.? Contraendo prestiti. La mancanza di un sistema adeguato di aiuti ebbe 90 Lezione 16 giovedì 15 dicembre 2022 Il nazionalismo risulta dannoso a livello internazionale e nazionale: il problema sorge nel momento in cui tutti i paesi adottano queste politiche, visto che si favoriscono le esportazioni e non le importazioni, le esportazioni diminuiscono per tutti, il che significa avere meno valuta estera, non si può importare – questa politica è a discapito dei paesi in via do sviluppo, comporta che non si possono importare le tecnologie, questi paesi non hanno la valuta necessaria per importare quei macchinari e rimangono bloccati. I singoli paesi sono integrati fra loro. Se i redditi diminuiscono, le fabbriche lavorano di meno, gli agricoltori non producono e l'economia nazionale soffre. I paesi in via di sviluppo si basano sulle industrie della I riv industriale, non quelli della II, negli anni 20 questo rappresenta un ulteriore svantaggio, le industrie della I riv sono quelle che crescono di meno. Sono politiche deleterie. Per avviare queste politiche servono capitali, i paesi che partono svantaggiati hanno meno cumulazione di capitale interno, allora usano 2 espedienti, di impatto breve: continuano a svalutare le importazioni, per favorire le importazioni, ma costano di più così, e ricorrono ai prestiti, ma sono politicamente instabili, serve fiducia per investire, per richiedere prestiti, di fronte all'instabilità politica la fiducia è molto bassa. Cosa sarebbe dovuto accadere? Nei primi anni 20 gli USA avrebbero dovuto concedere prestiti a questi paesi, così si sarebbero potuti risollevare, inoltre quei prestiti sarebbero tornati agli USA sottoforma di domanda di beni e di servizi. La Francia negli anni 20, a dispetto della sua instabilità politica, riesce ad avere una performance economica positiva, grazie specialmente alla stabilizzazione del franco al tasso corrente, significava che nel ‘29 un dollaro valeva 25 franchi, prima della guerra il rapporto era 1 a 5. Fondamentale è il passaggio dal gold standard al gold exchenge standard, il gold standard aveva favorito il reddito fisso. 1919-rispristino alla convertibilità, al sistema aureo internazionale, ma questo processo richiese quasi un decennio per arrivare a compimento, ma non si riuscì a tornare a quei livelli prebellici. Si inserì un sistema di cambi fissi - gold exchange standard – il quale fu proposto alla conferenza monetaria di Genova nel 1922. Le riserve auree durante la guerra diminuiscono molto- A garanzia dei libretti di banca in circolazioni viene posto non solo l'oro ma anche alcune valute, chiamate valute chiave, banconote convertibili in oro, queste sono principalmente il dollaro e dopo la sterlina. Le riserve delle banche centrali erano costituite da oro e da valute chiave- banconote straniere convertibili in oro. Tornarono al gold standard il franco e la sterlina e nel 1927 con quota novanta, e poi altre, però con il rapporto di cambio con la sterlina, non con il dollaro. Questo gold standard dura poco, nel 1931 la crisi bancaria tedesca mise a nudo la fragilità di questo sistema e una delle prime misure adottate dai paesi fu l’uscita dal sistema del gold standard . L’Italia, come la Francia, ha una performance economica positiva. 91 Gran Bretagna È importante per il suo passato di potenza economica, era una delle potenze alleate che meno aveva sofferto dalla guerra, ma la sua performance economica negli anni 20 fu poco positiva, la sua ripresa fu fiacca, la produzione ristagnò, tra il 1913 e il 1929 la produzione crebbe solo del 28 %, le esportazioni rimasero stazionarie ma l'alto livello di disoccupazione fu il fatto più dannoso, fluttuò tra l'8 e l'11% per tutto il decennio. Perché la Gran Bretagna ebbe una performance economica poco positiva? • Aveva basato la sua riv industriale sulle industrie della I riv industriale, quella tessile, sul carbone e sul ferro. Fu lenta a sviluppare le industrie della II riv industriale, in questi anni vennero al pettine i problemi strutturali dell'industria, la sovra capitazione della I riv industriale. L'apparato industriale inglese era un apparato industriale vecchio, nonostante le industrie belliche, che erano connesse sempre alla I riv industriale, il suo apparato si basavo su quelle industrie che avevano meno domanda. Il fatto di avere un apparato industriale vecchio, con industrie poco innovative, divenne più forte negli anni 20. Perché gli industriali inglesi non investirono in settori nuovi? • Per le politiche adottate dal governo - per affrontare i problemi economici queste furono timide e anche negative, il tasso di disoccupazione era alto, l'unica misura che il governo inglese adottò fu il sistema dei sussidi, forma assistenziale del tutto inadeguata per sostenere le esigenze le famiglie dei disoccupati; inoltre, il sistema dei sussidi era molto oneroso per il bilancio dello stato, sottoposto durante la guerra a tensioni eccessive. Per le altre questioni il governo non fece nulla, non attivò sistemi pubblici, ridusse le spese quando non solo l'apparato industriale non si ammodernava ma anche le strutture erano arretrate, era necessario modernizzare scuole e ospedali, ma lo stato non lo fece, anzi non tenne nessun programma di realizzazione di opere pubbliche. L'unica iniziativa assunta dal governo in materia economica fu un disastro: fu la nuova valutazione della sterlina, su pressione degli USA, la Gran Bretagna tornò al gold standard, a quale tasso di scambio tornare? A differenza della Francia, che prese atto della svalutazione del franco, gli inglesi tornare al tasso di cambio anteguerra. La posizione della sterlina però era fortemente cambiata rispetto al passato. Avere una moneta sopravvalutata comportava una maggiore difficoltà a esportare. Con la domanda di un mercato interno bassa, con la difficoltà di esportare- gli investimenti non vennero attuati. L'industria inglese non si ammodernò. Per mantenere competitive le industrie britanniche, lo stato, in accordo con gli industriali, attuò una misura: la riduzione dei salari. In Italia lo si poté fare senza problemi per l'assenza dei sindacati- c'erano i sindacati fascisti. In Inghilterra l'unica misura presa fu l'abbassamento dei salari, generando: • Redistribuzione a discapito dei lavoratori - meno potere d'acquisto - favorendo altre classi • Accentuò la conflittualità sociale. Una delle industrie che fu maggiormente colpita, anche per la perdita dei mercati esteri, fu l'industria del carbone. I minatori erano i più agguerriti e organizzati. Di fronte ad un progetto di un taglio dei salari, i minatori scesero in sciopero il 1° maggio del 26 persuadendo altri sindacati ad unirsi a loro, oltre il 43% degli iscritti ai sindacati parteciparono - dipendenti delle aziende pubbliche e di industrie ma lo sciopero durò solo 10 giorni con una sconfitta per i suoi sindacati. Nonostante questo, 92 lasciò un clima di divisione e odio sociale che rese più difficile ogni possibilità per giungere ad una soluzione nazionale per guarire l'industria inglese. Negli anni Venti vengono al pettine i problemi strutturali economici inglese, la Gran Bretagna rimane stagnante, nonostante la crescita di altri paesi. Se è stagnante una delle 2 maggiori potenze europee, l'economia generale europea ne viene colpita. Ad essere debole era anche la Germania. Germania La Repubblica di Weimar era debole, anche a causa del peso delle riparazioni ecc., ma soprattutto perché il mercato più grande, gli USA, era chiuso. Il mercato tedesco era basato sulle esportazioni. La Germania non aveva il surplus necessario per pagare le riparazioni. L'altro problema tedesco era la sua produttività, sprofondata negli anni 20. I capitali necessari per effettuare innovazioni tecnologiche non c'erano, aggravando la situazione tedesca. Anche la situazione monetaria era precaria. Nel 1921 le imposte coprivano meno della metà delle spese, nel 1922 meno del 40 %. La situazione tedesca declina nell'estate del ‘22, quando il valore del marco comincia a crollare in maniera disastrosa, sotto le forti pressioni per le riparazioni, la Germania non aveva più il denaro necessario per pagare le riparazioni, sospese i pagamenti. Allora nel gennaio del ‘23 le truppe francesi e belghe occupano la Ruhr e occupano le miniere di carbone e ferrovie e obbligano i lavoratori a lavorare e a consegnare loro il carbone, gli operai tedeschi rispondono con la resistenza passiva, si rifiutano di lavorare. Per indennizzare gli operai e i datori di lavoro della Ruhr, il governo comincia a stampare enormi quantità di cartamoneta ma mettendo in moto una grande e incontrollata ondata di inflazione. Nel 1914 il marco-oro tedesco era scambiato a 4,2 contro 1 dollaro; nel luglio del 1922 era crollato a 493 marchi per 1 dollaro; nel gennaio del 1923 crolla a 17 792 marchi per 1dollaro. La caduta del marco diventa rapidissima, fino al 15 novembre del ‘23 quando la transazione ufficiali 400 miliardi per 1 dollaro, valeva più la carta su cui era stato stampato il marco che non il marco. Il sistema monetario tedesco viene distrutto, c'era una super inflazione. La moneta non valeva, i salari non valevano, i prezzi era aumentati, di oltre 10 volte su base mensile dal ‘23, avendo effetti sulla capacità di spesa e di adeguamento dei salari ai prezzi. L'iper inflazione venne fermata da una riforma monetaria, viene ritirato il marco introducendo il Rentenmark , temporaneo, i prezzi aumentavano di oltre 10 volte al mese, stroncando dalla riforma monetaria del ministro delle finanze Hans Pluter, che ritira il marco introducendone un’altra, il Deutsche Rentenmark , la Reichbank smise di emettere merchi e l'altra banca assume il compito di mettere in circolazione la moneta temporanea, a garanzia di questa moneta temporanea, cosa fu messo invece dell'oro che non c'era più? Ipoteche su terreni industriali e agricoli, viene inoltre istituita un'altra banca il cui capitale fu denominato in sterline, 10 milioni, aveva il compito di finanziare in sterline- valuta considerata stabile. L'iperinflazione tedesca non colpì solo la Germania, ma colpì gli altri paesi vicini, nati dalla distruzione dell'impero austro ungarico, venne coinvolto anche il franco quando fu chiaro che i francesi non avrebbero ottenuto nulla dalla Ruhr. Come aveva predetto Keynes, l'economia internazionale viveva una crisi enorme, innescata dalle riparazioni. I francesi e i belgi si ritirano dalla Ruhr senza aver ottenuto l'obiettivo. Solo allora intervennero gli USA , con una commissione internazionale presieduta dal banchiere americano Charles Dawes, che da una parte raccomandò una graduale diminuzione delle rate annuali che la Germania doveva pagare, la riorganizzazione della Reichbank e garantì un prestito internazionale di 200 milioni di marchi alla Germania, il prestito fu raccolto tra i privati statunitensi ed era garantito dai fondi della 95 l'ultima tariffa protezionistica del 1930 segna la sua grande chiusura. Era impossibile esportare in America La crisi ha origine negli USA, inferse 2 duri colpi ad un sistema economico mondiale già debole, questi sono: • Riduzione dei prestiti esteri — ebbe conseguenze durissime sui paesi debitori, non si avevano più prestiti e i paesi europei dovevano restituirli. I francesi ripagarono, mentre i prestiti inglesi continuarono fino al 1930. Le esportazioni di capitali si dimezzarono nel 1928 e scomparirono nel ‘29. Ma i principali effetti disastrosi furono dovuti al ritorno dei prestiti statunitensi, evento brusco che mise in difficoltà le economie già fragili - ebbe effetti sulle imprese. Quei prestiti erano investimenti ma servirono ad aumentare la domanda delle merci europee, con effetti negativi sugli USA. L'impatto della riduzione dei prestiti avrebbe potuto essere assorbito, ma avvennero altri eventi negativi: • Culmine del boom economico americano nell'estate del 29- i dati dei profitti del secondo semestre erano meno positivi, avvenne un raffreddamento economico negli Stati Uniti. Le informazioni negative sulle imprese americane sulla borsa ebbero l'effetto della rapida vendita delle azioni. La crisi esplose nell'ottobre del ‘29, avendo una deflagrazione enorme perché prima i titoli azionari erano schizzati verso l'alto durante l'euforia degli anni 20 e poi ci fu un grande crollo il 24 ottobre, quando solo pochissimi titoli trovarono compratori. Problema: negli anni 20 ad investire non furono solo grandi imprenditori ma anche piccoli e medi imprenditori che non avevano capito gli andamenti della borsa, questi avevano investito a debito, prendendo prestiti dalle banche. Si continuò a diffondere ottimismo-tutto sarebbe passato velocemente ma non fu così. I titoli azionari persero il 50% e più del loro valore in qualche giorno, effetti: perdita degli investitori e crisi delle banche, furono molte le istituzioni finanziarie che avevano investito in borsa o che avevano concesso prestiti. La crisi borsistica ebbe un effetto a catena, un effetto domino. Molti acquisirono a credito, la loro insolvenza coinvolse le banche ecc., molte chiusero o chiesero soldi indietro. Le banche avevano bisogno di liquidità e per le loro normali attività chiesero soldi, chiusero o diminuirono la loro attività. Se vanno in crisi le banche cresce la disoccupazione, se il numero dei disoccupati cresce, la domanda è minore, determinando il peggioramento delle imprese. Quelle banche avevano prestato a banche e imprese europee, volendo i soldi indietro, mettendo in moto l'effetto domino anche in Europa. 96 Lezione 17 venerdì 16 dicembre 2022 Nel 1928 rimane deleteria la questione delle riparazioni, sono anni in cui la Germania stava entrando in crisi e si stava pensando ad un altro piano affidato ad una commissione presieduta da un banchiere americano, Young. Con il piano Young la Germania doveva pagare di meno annualmente, e fissava gli anni in cui la Germania doveva raggiungere i pagamenti, entro 37 anni, ma al momento della stipulazione sia Germania che USA erano in crisi, prima il piano fu procrastinato e poi abbandonato. La questione delle riparazioni avvelenò l'economia europea e si risolse in poca cosa, la Germania non ripagò interamente le riparazioni, ci sono dibattiti a riguardo, gli alleati pensano che ripagò il 23% del totale, la Germania dice 63%- contando i pagamenti in natura a partire dal ‘19, si spese molto sulle riparazioni ma i risultati non si videro. Dalla questione delle riparazioni nacquero effetti fortemente negativi-dal punto di vista economico e politico furono un errore, colpa dell'isolazionismo americano e degli europei, gli americani non si assunsero le responsabilità mondiali che avrebbero dovuto prendere mentre le potenze europee ragionarono in un'ottica vendicativa anziché di cooperazione nazionale. USA Un problema evidente era la disoccupazione, si lavorava molto di meno, anche i redditi di coloro che non avevano perso il lavoro erano diminuiti con effetti deleteri sulla domanda. La crisi fu finanziaria, economica, della produzione industriale, fu un crollo totale. La Federal Reserve non fece nulla, non intervenne per fornire liquidità alle banche americane perché prevaleva la convinzione dell'auto risoluzione della crisi, ma si credeva soprattutto che la crisi avrebbe avuto un effetto catartico, avrebbe portato all'eliminazione di quelle banche che avevano azzardato troppo e di quelle imprese che avevano prodotto poco, che erano deboli. La crisi invece ebbe un effetto a spirale, i crolli dei redditi furono grandi. La FED non credeva che fosse necessario intervenire. Le voci però cominciarono ad acquisire credito, il che portò alla presidenza nel ‘32 di Roosevelt. La FED avrebbe dovuto mettere denaro nel sistema per provare ad alzare la domanda. Crisi bancaria, commerciale, della produzione, agricola- fu un effetto a catena. A soffrire furono tutti, principalmente però il settore agricolo, già da prima sofferente. La crisi del 29 fu una crisi universale, non rimane confinata agli USA, per le connessioni con le altre aree, principalmente con quella europea. In Europa i problemi erano i prestiti, vi erano stati investimenti americani in Europa, negli anni 30-31 i creditori americani cominciano a chiedere indietro i soldi alle istituzioni finanziarie e alle imprese europee. La crisi negli USA parte dalla borsa, in Europa dalla banca. La crisi europea del ‘29 nasce come una crisi bancaria perché in Europa continentale il sistema di finanziamento delle imprese era bank-oriented. I rapporti tra banche e imprese furono importanti durante lo sviluppo economico, nella crisi questo rapporto diventa un circolo vizioso. Negli anni 20 le banche universali avevano stretto rapporti con le imprese che finanziavano, alcune imprese non si erano riprese, i timori delle banche era la non restituzione dei prestiti, allora le banche negli anni 20 diventano azioniste delle imprese, si parla di gemelli siamesi, c'era un connubio tra banche e imprese. Nel momento in cui le imprese devono dare i soldi indietro agli americani, si verificano degli affetti anche sulle banche, la crisi ha un effetto a spirale. La crisi in Europa nasce nel maggio del ‘31 con il fallimento della Creditas 97 bank, che oltre a detenere i 2/3 dei depositi bancari austriaci era legata ai settori industriali. La crisi non si ferma all’Austria e si propaga velocemente in altre aree, Germania ecc., la banca austriaca perde velocemente metà della sua riserva aurea. Il presidente Hoover interrompe le riparazioni, gli americani lanciano altri prestiti ma non hanno effetti. In Germania la crisi si fa più seria e colpisce la 4 grandi banche universali, il governo tedesco decide allora di chiudere le banche per una settimana per evitare la corsa agli sportelli e il governo fornisce degli aiuti, dà liquidità alle banche miste. Si fondono delle banche, vi è l’iniezione di liquidità da parte dello stato ma in cambio queste banche diventano in parte pubbliche. La maggioranza del capitale è pubblico-1/3 del capitale della Deutsche bank è pubblico, le banche non vengono nazionalizzate, non si altera il funzionamento delle banche, che in Germania verranno ristabilite alla fine degli anni 30, torneranno i capitali privati. La crisi non si ferma in Germania, si diffonde, la crisi bancaria tedesca si diffonde e colpisce anche la Gran Bretagna-la crisi europea aumentò la richiesta di liquidità il che fece pressione su Londra, una delle poche a concedere crediti, generando un afflusso di liquidità, la banca di Londra allora può diventare insolvente. Italia La crisi colpisce anche l’Italia, qui ha delle conseguenze strutturali. La crisi parte dalle banche miste, quelle che continuavano a finanziare, che avevano aumentato le loro esposizioni con le imprese. Il direttore delle 3 grandi banche si recarono da Mussolini per chiedere aiuto, il fallimento delle banche avrebbe significato il crollo dell'intera economia italiana. Il compito fu affidato Alberto Beneduce, il quale organizzò il salvataggio delle banche-che avvenne in 2 tempi: • 1931- novembre- si stabilisce un nuovo credito pubblico a lungo termine, che doveva finanziarie le imprese invece delle banche miste, ma non fu sufficiente, non fu totalmente esaustivo nella risoluzione del problema, a differenza dell’altro passaggio • 1933- Nuovo istituto, IRI, di ricostruzione industriale, acquisita le immobilizzazioni in azioni che le banche miste avevano nei confronti delle imprese, l’IRI, in qualità di holding, gestì questi enormi pacchetti azionari. Le 3 banche vennero nazionalizzate Lo stato diventa banchiere e imprenditore, attraverso l'IRI lo stato possedette il 21,5% di tutto il capitale delle società per azione italiane, ma questo in generale, in alcuni settori, strategici, lo stato divenne proprietario quasi del loro totale. IRI era il possessore della produzione totale di armi, del 90% delle costruzioni navali, delle compagnie di navigazione, di telefonia- del circa 40% della siderurgia-del 15% della metallurgia- del 15% della chimica. Da istituto temporaneo l'IRI diventa un ente definitivo nel ’37, da quella data diventa pubblico e stabile, con questa riforma non torna niente ai privati, l'IRI rimane fino agli anni 90 - lo stato italiano diventa proprietario del settore industriale e bancario. Ruolo fondamentale lo ebbero i manager che ammodernarono e razionalizzarono questi settori. A finanziare le imprese fu principalmente l'IRI. Di fronte alla crisi lo stato interviene in maniera netta, lo stesso avverrà in Polonia. La crisi del ‘29 ha risoluzioni strutturali, lo stato diventa attivo nel settore industriale e bancario. 1936- riforma bancaria, abolizione della pratica della banca mista, le banche divennero solo banche commerciali, il che continuò fino al 1990 - con il testo unico bancario che diede vita a un processo di acquisizioni e fusioni. In Italia gli effetti della crisi furono strutturali e duraturi. La Francia sembra essere salvata dalla crisi ma negli anni 30 sarà uno dei pochi paesi a non riprendersi dalla crisi nell’Europa occidentale. La crisi si diffonde per scambi internazionali e
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved