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2001: Odissea nello spazio, Appunti di Estetica del Cinema

analisi e scheda tecnica del film 2001: Odissea nello spazio

Tipologia: Appunti

2018/2019

In vendita dal 06/01/2019

beatricesana96
beatricesana96 🇮🇹

4.6

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Scarica 2001: Odissea nello spazio e più Appunti in PDF di Estetica del Cinema solo su Docsity! 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO (A SPACE ODISSEY) KUBRICK 1968, USA & GRAN BRETAGNA EPOCA: cinema d’autore 
 GENERE: fantascienza
 CASA DI PRODUZIONE: MGM CASA DI DISTRIBUZIONE IN ITALIA: Warner Bros INTERPRETI 
 Keir Dullea David Bowman Leonard Rossiter Andrei Smyslov Gary Lockwood Frank Poole Margaret Tyzack Elena William Sylvester Heywood R. Floyd Robert Beatty Ralph Halvorsen Daniel Richter Guarda-la-Luna Sean Sullivan Bill Michaels 1 TRAMA 
 In Africa un gruppo di uomini-scimmia sopravvive a loro stessi, cibandosi di piante in uno spazio sconosciuto. 
 Un mattino il capo del branco delle scimmie, il primo a svegliarsi, nota la presenza di un parallelepipedo nero eretto, di media grandezza. 
 Le scimmie lo accerchiano con grida acute, alcune si raggruppano e lo circondano. Poco dopo, scomparso il monolito, il capo clan, frugando tra ossa di tapiro, ha l’idea (suscitata, suggerisce il montaggio, dal ricordo del monolito) di prenderne uno per servirsene come strumento per colpire altre ossa, farle saltare, poi distruggerle. 
 Gli uomini-scimmia si servono dell’osso arma per procacciarsi il cibo e conquistare una fonte d’acqua. Qui ha luogo un violento scontro tra due clan. La tribù di cui seguiamo la storia utilizza l’osso: arma per prendere vantaggio sugli avversari e stordire il loro capo. 
 L’apparizione del monolito ha segnato un passaggio fondamentale: l’uomo si è trasformato. Il primo segno di questa trasformazione è un’intuizione, una nuova associazione mentale che gli ha fatto scoprire l’uso dello strumento per aggredire più efficacemente, cioè per essere vincente nella lotta per l’esistenza. 
 L’evoluzione della specie ha avuto inizio con la competizione: la lotta per la vita, uno dei fondamentali meccanismi dell’evoluzione sia biologica che culturale. Urlando il proprio trionfo, l’uomo-scimmia lancia l’osso verso il cielo, fratturando il tempo verso il 2001. 
 L’evoluzione, sembra dirci Kubrick, non si è mai arrestata: l’intelligenza ha permesso all’uomo di superare lo stadio animale per affermare il suo predominio di fronte alle altre specie dell’universo. 2 Egli è apparentemente privo di sentimenti e segue soltanto la sua logica di salvezza della missione, ma in realtà pone se stesso la di sopra di tutto a costo di distruggere la vita umana. Il carattere distruttivo dell’intelligenza avvolge anche HAL, figura che non riesce ad uscire dal labirinto della ragione, dal suo metodo di conoscenza e comunicazione (Heuristic and ALgoritmic),perché non possiede “la chiave” dell’istinto umano di Dave. Giunto nell’orbita di Giove trova un monolito molto più grande, che si sposta lentamente nel vuoto, forse è il vuoto. Abbandonata la Discovery, David si avvicina al monolito, che improvvisamente si riempie di stelle spingendolo a velocità incredibili attraverso il cosmo, verso pianeti lontani, verso il non più umano, verso l’odissea nello spazio, la porta della dimensione spazio – tempo si apre ed inizia un viaggio nella luce, nei colori, nelle forme, nel mistero della materia; lo sguardo esterrefatto dell’astronauta rimescola alle fantasmagoriche visioni, fino ad essere unificato con esse. “L’uomo supera lo stadio animale con la tecnologia e raggiunge lo stato del superuomo liberandosi di quella stessa tecnologia.” Dave ha fatto ricorso ai suoi istinti animali per uccidere HAL, il mostro onnipresente e minaccioso. Qui è iniziata la trasformazione dell’uomo verso il superuomo. Il passaggio è sottolineato dal viaggio allucinatorio di Dave: le forme regolari e simmetriche della realtà lasciano il posto a figure irregolari e indefinibili, ad un arcobaleno di colori che rendono evidente lo sforzo del personaggio per entrare nell’oltre. La telecamera si sposta sull’occhio, che cambia colore ogni volta che batte le ciglia. Quando le apre per l’ultima e si ritrova con l’astronave in una stanza in stile impero, chiusa ermeticamente, illuminata dal pavimento, circondata da rumori riverberati. Ci sembra di vedere un altro uomo, ma è lo stesso Dave, molto invecchiato, nel suo scafandro; esplora la camera, entra in una stanza da bagno, si vede in uno specchio, avvertiamo il rumore di una presenza, si volta e torna verso la camera principale: c’è un uomo in vestaglia. E’ lo stesso Dave, ancora più vecchio, che mangia, si volta, poi si alza lentamente e viene verso di noi, guarda se c’è qualcuno nella stanza del bagno, poi come se avesse constatato che non c’è nessuno, torna a sedersi alla tavola imbandita. Spostando la mano fa cadere un calice; si volta verso il letto e vede una forma strana distesa sopra un letto. E’ sempre Dave, molto vecchio, che alza la mano per indicare il monolito, comparso di fronte al letto. In questa scena Dave ha riconquistato l’unità con il mondo che aveva perso attraverso il dominio dell’intelligenza. 5 Soggetto e oggetto tornano a coincidere, l’io si ritrova nella totalità della realtà. L’immagine in cui Dave si specchia e inizia a vedere le trasformazioni del Dave invecchiato, confermano l’ipotesi evidenziando come l’uomo sia ritornato all’interno del processo di creazione e distruzione della natura. La Luna, poi la Terra, una luce come di un altro pianeta di dimensioni equivalenti arriva da sinistra: è la testa di un feto gigantesco assomigliante a Dave, si volge verso la Terra e poi gira lo sguardo verso di noi. Così Dave diventa il Bambino delle Stelle, diventa lucifericamente Dio dopo aver guardato Dio. L’ultimo passo dell’evoluzione è compiuto, proprio quando nulla ormai ha più il sapore dell’uomo. SCENE IMPORTANTI + ANALISI DEL FILM + CURIOSITÀ Odissea nello spazio, così recitavano le locandine del film alle porte della sua prima apparizione al pubblico. Un titolo ambiguo e di difficile interpretazione che richiama alla nostra mente le peregrinazioni di Ulisse, all’interno però del vasto panorama moderno della tecnologia e delle contemporanee scoperte scientifiche. Il risultato di questo “strano” connubio è tuttavia sorprendente e affascinante, ricco di innumerevoli colpi di scena nel quale il pubblico rimane spesso disorientato, ma piacevolmente attratto dal suo carattere profondamente enigmatico. Il film, come evidente nel titolo, è il viaggio del moderno Ulisse, Dave Bowman, l’uomo arco, la corda tesa verso l’infinito, l’assoluto: Ulisse è l’eroe che percorre il confine dell’umano, l’uomo che ascolta il canto delle sirene, il viandante che accetta l’ignoto e varca le colonne d’Ercole. 6 Attraverso la figura dello spirito libero, Nietzsche mette a fuoco uno dei temi-chiave della sua filosofia: la vita dell’uomo ha valore per i grandi progetti che è capace di esprimere. Essere viandante, secondo Nietzsche, significa quindi essere colui che grazie alla scienza riesce ad emanciparsi dalle tenebre del passato, inaugurando una filosofia del mattino che si basa sulla concezione della vita come transitorietà e come libero esperimento senza certezze precostituite, un passo decisivo per divenire oltre-uomo proprio come fa Bowman: si libera dalle certezze pre-costruite, dalla sicurezza, da HAL. Tuttavia lo spirito libero è solo un viandante verso una meta ancora non chiarita. Nel film non è chiara quale sia la meta del viaggio, esso si conclude con l’immagine di un feto astrale, nega una conclusione vera e propria per inserirsi all’interno di quel ciclo naturale dove ogni cosa nasce, si sviluppa e muore per una successiva rigenerazione. Certa è comunque la sua distanza dal genere epico, nel quale i personaggi e le loro vicende si costruivano all’interno di un disegno ideologico unitario e organico che celebrava i valori di un’intera civiltà. Nel film, al contrario, i personaggi restano abbandonati al loro destino, riscoprono un totale smarrimento di fronte alla vastità di uno spazio infinito dove l’uomo ha perso le sue coordinate. Il senso delle vicende, di cui i personaggi si rendono protagonisti, e i valori etici e morali non sono dati come nel romanzo epico, ma vanno ricercati costantemente con la più nuda consapevolezza che difficile è la conquista dell’obbiettivo e la posta in gioco è il destino dell’identità dell’intero genere umano. Il viaggio dunque non è il semplice sfondo del film, piuttosto uno dei temi centrali in quanto esso costituisce la possibilità e soprattutto la necessità di riscoprire la dimensione autentica dell’uomo, la sua vera natura che il mondo della tecnologia e delle ideologie hanno coperto. L’arte, in questo caso il cinema, si propone di affrancare lo spirito dell’uomo, di liberarlo dalle sovrastrutture dell’umanità, rendendoci coscienti attraverso la sua conoscenza contemplativa e non utilitaria degli scompensi del reale. Ci mette di fronte allo specchio, proprio come fa Bowman nella stanza in stile Luigi XVI, permettendoci di ritrovare attraverso una sorta di regressione verso la nostra infanzia quel rapporto di immediatezza e ingenuità con il mondo che l’umanità ha nascosto dietro alle sue false illusioni del progresso. Zarathustra, in un certo senso, si reincarna in Kubrick. Con il passare dei secoli l’uomo si è evoluto e involuto cercando di razionalizzare l’irrazionalizzabile spinto da un bisogno di rassicurazione, dall’esigenza di rendere tollerabile il disordine della vita, fagocitando cosi la componente della forza dionisiaca e decretando in tal modo non solo la fine della tragedia ma anche quel carattere di indubbia organicità e compattezza che si creava al suo interno dal conflitto dialettico di queste due parti. 7
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