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2018 12 14 esempi prima prova.pdf, Dispense di Italiano

ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO. ESEMPIO 1 TIPOLOGIA B ... La fatica di leggere e il piacere della lettura.

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 04/08/2022

AnselmoToria
AnselmoToria 🇮🇹

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Scarica 2018 12 14 esempi prima prova.pdf e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! ESEMPI DI PRIMA PROVA SCRITTA AGLI ESAMI DI STATO DEGLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO INDICE ESEMPIO TIPOLOGIA A ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO ESEMPIO 1 TIPOLOGIA B ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO ESEMPIO 2 TIPOLOGIA B ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO ESEMPIO TIPOLOGIA C RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA A ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO Tratto da “Giovanni Comisso, Mio sodalizio con De Pisis” (1954) Neri Pozza, Edizione 1993 Nella primavera del 1919, da poco finita la guerra, mi trovavo a Roma per frequentare presso l’Università un corso speciale organizzato per gli studenti che erano ancora alle armi. Avevo ventitrè anni e, sebbene avessi fatto quattro anni di guerra, mi trovavo solo allora al mio vero ingresso nella vita. La guerra era stata come una prolungata vacanza, ora avrei dovuto combattere per me, pensare agli studi, capire cosa avrei dovuto fare nella vita e assecondarmi. Avevo riempito, fino dalla mia prima giovinezza, solo alcuni taccuini di appunti e pubblicato, nel 1916, a cura del mio amico scultore Arturo Martini, un libriccino di minute poesie, ma sentivo che ero destinato a scrivere libri. A Roma conoscevo il poeta Arturo Onofri, che si era congratulato con me per quel mio libriccino e che avevo voluto incontrare nel 1918, durante una mia licenza. Nella stessa occasione ero stato presentato da Arturo Martini ad Alpinolo Porcella, artista e uomo assai curioso. Non avevo molta voglia di frequentare le lezioni all’Università, passavo le mie ore in facili amori pretesi dai miei vent’anni, in visite pomeridiane alla casa di Onofri, dove convenivano letterati suoi amici. Alla sera andavo spesso in quella di Porcella, la moglie e la figlia del quale si dilettavano di pittura coprendo stranamente tutte le pareti delle stanze. Da lui conobbi il pittore Giorgio De Chirico e un giorno che ero andato a prendere il caffè, dopo colazione venne Filippo De Pisis, di passaggio da Ferrara per andare a Napoli, diceva, per visitare Benedetto Croce e consultare la sua biblioteca. Nel sedersi a capo della tavola mi guardò acutamente per un attimo, ma subito prese a parlare sempre di se stesso, di certi suoi libri che stava per pubblicare, di una foruncolosi che lo aveva tormentato al collo, dei suoi vestiti, delle sue impressioni romane, della sua vita a Ferrara e sembrava che di me non si curasse. Mi stupivano i suoi occhi penetranti e sfuggenti, la sua voce nasale, la sua camicia di una tela che si usa per i materassi e il suo modo di stare seduto, eretto come un professore in cattedra. […] Giovanni Comisso (Treviso, 3 ottobre 1895 - Treviso 21 gennaio 1969). Dopo aver partecipato come volontario alla prima guerra mondiale e, nel 1920-21, all’impresa di Fiume, ha vissuto a Genova, lavorato come libraio a Milano e commerciante d’arte a Parigi. Negli ambienti artistici della capitale ebbe modo di frequentare i maggiori intellettuali dell’epoca: tra essi, strinse un lungo sodalizio con il pittore De Pisis e con lo scultore Arturo Martini. Le sue numerose esperienze di giornalista in Italia e all’estero come inviato speciale sono raccolte nei volumi: Questa è Parigi, Donne gentili, Amori d’oriente, Un italiano errante per l’Italia, La Favorita, La Sicilia, Viaggi felici, Approdo in Grecia. Ha collaborato alle riviste “Solaria” di cui è stato il più estroso rappresentante, “L’Italiano”; al settimanale “Il Mondo” e ai quotidiani “Corriere della Sera”, “Il Giorno” e “Il Gazzettino”. Dopo un’attenta lettura, componi un testo di analisi e commento, utilizzando anche i punti della seguente scaletta. 1. Analisi 1.1 Riassumi il contenuto del testo dell’autore, indicando gli snodi del suo ragionamento. 1.2 Evidenzia la tesi dei “moralisti culturali” contestata dall’autore e le tesi che egli contrappone. 1.3 Individua gli argomenti che l’autore porta a sostegno delle proprie tesi. 1.4 Riconosci la differente funzione comunicativa delle virgolette (“…”) che evidenziano alcuni termini ed espressioni. 1.5 Soffermati sugli incipit di paragrafo (Oggi…, Di fronte a…, Si può quindi concludere…) e sui connettivi (È Vero… / ma…; Infatti…), spiegandone la specifica funzione testuale. 1.6 Esamina lo stile dell’autore: il testo si snoda in prevalenza con una sintassi ipotattica, ricca di subordinate e di incisi. Quali effetti produce questa scelta stilistica? 2. Commento La musica, in tutte le sue forme ed espressioni, costituisce uno dei principali centri di interesse e divertimento dei giovani. Esponi dunque le tue opinioni sulla questione affrontata dal testo e sul ragionamento critico costruito da Umberto Eco, anche alla luce delle tue personali esperienze e delle conoscenze acquisite nel tuo percorso di studio. ___________________________ Durata massima della prova: 6 ore. È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana. Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA B ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO La fatica di leggere e il piacere della lettura da un articolo di Annamaria Testa https://nuovoeutile.it/fatica-di-leggere/ La fatica di leggere è reale. Per questo il piacere della lettura è una conquista preziosa. Lo è perché leggere arricchisce la vita. E lo è doppiamente proprio perché leggere è anche un’attività del tutto innaturale. I lettori esperti tendono a sottovalutare questo fatto. O se ne dimenticano. Comunicare è naturale. Come ricorda Tullio De Mauro, la capacità di identificare, differenziare e scambiarsi segnali appartiene al nostro patrimonio evolutivo e non è solo umana: la condividiamo con le altre specie viventi, organismi unicellulari compresi. Leggere, invece non è naturale per niente. Ed è faticoso. La fatica di leggere è sia fisica (i nostri occhi non sono fatti per restare incollati a lungo su una pagina o su uno schermo) sia cognitiva: il cervello riconosce e interpreta una stringa di informazioni visive (le lettere che compongono le parole) e le converte in suoni, e poi nei significati legati a quei suoni. Poi deve ripescare nella memoria il significato delle singole parole che a quei suoni corrispondono, e a partire da questo deve ricostruire il senso della frasi, e dell’intero testo. Tutto in infinitesime frazioni di secondo, e senza pause. È un’operazione impegnativa, che coinvolge diverse aree cerebrali e diventa meno onerosa e più fluida man mano che si impara a leggere meglio, perché l’occhio si abitua a catturare non più le singole lettere, ma gruppi di lettere (anzi: parti di gruppi di lettere. Indizi a partire dai quali ricostruisce istantaneamente l’intera stringa di testo). Un buon lettore elabora, cioè riconosce, decodifica, connette e comprende tre le 200 e le 400 parole al minuto nella lettura silenziosa. […] Tra saper decifrare un testo semplice, si tratti di un sms o di una lista della spesa, e saper agevolmente leggere e capire un testo di media complessità al ritmo di centinaia di parole al minuto c’è un abisso. Prima di interrogarsi sulle strategie per colmarlo bisognerebbe … farsi un’altra domanda: che cosa può motivare le persone che leggono poco a leggere di più (e, dunque, a imparare a leggere meglio? In altre parole: che cosa compensa davvero la fatica di leggere? […] C’è, credo, un’unica cosa che può pienamente compensare l’innaturale fatica di leggere, ed è il piacere della lettura: il gusto di lasciarsi catturare (e perfino possedere) da una storia, o il gusto di impadronirsi di un’idea, una prospettiva, una competenza nuova attraverso un testo. […] Ma è un piacere difficile perfino da immaginare finché non lo si sperimenta, arduo da evocare e raccontare […] e impossibile da imporre. Per questo, credo, è così tremendamente importante leggere a voce alta ai bambini più piccoli. È l’unico modo per renderli partecipi del piacere della lettura prima ancora di sottoporli alla fatica di leggere. Se sanno qual è la ricompensa e l’hanno già apprezzata, affronteranno più volentieri la fatica. E, leggendo, a poco a poco poi se ne libereranno. Ma gli insegnanti e gli addetti ai lavori sono per forza di cose lettori più che esperti, ormai estranei alla fatica di leggere. A loro, l’idea di regalare un po’ del (contagioso!) piacere di leggere a chi non sa sperimentarlo attraverso la lettura ad alta voce può sembrare un’idea strana, antiquata o bizzarra. Eppure a volte le idee antiquate o bizzarre danno risultati al di là delle aspettative. Dopo un’attenta lettura, elabora un testo di analisi e commento, sviluppando i seguenti punti: 1. Analisi 1.1 Riassumi il contenuto del testo, indicando i punti salienti delle argomentazioni dell’autore 1.2 Evidenzia la tesi dell’autore concernente la complessità del “leggere” 1.3 Individua gli argomenti che l’autore porta a sostegno della propria tesi 1.4 Evidenzia il ruolo che l’autore attribuisce agli insegnanti nello sviluppare il gusto per la lettura 1.5 Il testo presenta una sintassi prevalentemente paratattica, utilizzando periodi brevi. Ritieni efficace questo stile per affrontare un tema così problematico? 2. Commento Elabora un testo nel quale sviluppi le tue opinioni sulla questione affrontata nel testo e sulle riflessioni dell’autore, anche alla luce della personale esperienza di lettore, svolta sia nel tuo percorso di studio sia in riferimento alle tue scelte personali. ___________________________ Durata massima della prova: 6 ore. È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
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