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Jan Hus e il Movimento Hussita: La Riforma in Boemia, Sintesi del corso di Filologia

Jan hus e il suo movimento hussita segnarono profondamente la storia della boemia e dell'europa centrale, portando per la prima volta i ruoli di protagonisti agli slavi. In un contesto di indebolimento delle autorità universali e emergenza di monarchie, hus e il suo movimento impose una svolta alla storia europea. La situazione sociale, politica e religiosa in boemia alla fine del xiv secolo, la diffusione della devotio moderna e la riforma ecclesiastica promossa da jan hus, le conseguenze della sua condanna e la nascita del movimento hussita.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 24/09/2021

Sarathestar07
Sarathestar07 🇮🇹

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Scarica Jan Hus e il Movimento Hussita: La Riforma in Boemia e più Sintesi del corso in PDF di Filologia solo su Docsity! CAPITOLO 22. JAN HUS E IL MOVIMENTO HUSSITA La storia della Slavia Latina e, in particolare, della Boemia, è stata profondamente marcata dalla figura di Jan Hus e dal suo movimento hussita, basato su idee squisitamente riformatrici. L'azione di Hus e del suo movimento impose una svolta alla storia europea in cui per la prima volta gli slavi assunsero il ruolo di protagonisti. Nell'occidente latino in epoca tardo medievale si erano progressivamente indebolite le massime autorità universali, quali l’imperatore e il papa, mentre emergevano diverse monarchie, i cui re miravano a consolidare il proprio potere, espandendo la propria egemonia su territori limitrofi, mediante conquiste e legami dinastici: dunque da un lato accresceva sempre più il potere di queste singole monarchie, dall’altro si indebolivano gradualmente le autorità universali. Verso la fine del XIV secolo in Europa centrale aveva assunto una posizione dominante la dinastia dei Lussemburgo: Venceslao di Lussemburgo reggeva il titolo sia di re di Boemia, sia di Germania, che, di conseguenza, del Sacro Romano Impero, così come il fratello Sigismondo, che gli succedette sul trono di Boemia, estese la propria autorità anche sul regno d'Ungheria. Nel frattempo il papato, che aveva spostato la sua residenza ad Avignone, sotto la tutela dei re di Francia, attraversava la sua crisi più profonda. Ceti emergenti, riforma religiosa e coscienza nazionale in Boemia In Occidente, con lo sviluppo delle città erano emersi i ceti mercantili e artigiani, nonché protagonisti della nascente borghesia. Le campagne erano gestite dai feudatari ecclesiastici e laici che avevano in appannaggio gli stessi latifondi, e all’inizio del 400 la maggior parte delle terre boeme conosceva l'egemonia e di feudatari ecclesiastici, e di feudatari laici. Ciò fu causa di sentimenti ostili nei confronti dell'alto clero e della grande nobiltà, il cui stile di vita appariva assai distante dal cristianesimo puro e autentico che andavano predicando gli ordini religiosi. In Boemia si era diffusa una nuova religiosità, la devotio moderna, originaria dei Paesi Bassi, un movimento di rinnovamento spirituale del XIV e XV secolo, che auspicava una religiosità intima e soggettiva, contrapposta alla pietà collettiva di stampo medievale. Essa si diffuse ben presto in Boemia, tanto che gli storici parlano di “nuova pietà boema” che nella prima metà del XIV secolo focalizzò particolare attenzione sull’individuo, sul rapporto personale con le Sacre Scritture e sul culto mariano. La città di Praga, sede della corte imperiale e reale, diventò una delle citta più importanti dell'Europa centrale. Oltre a manifestare un atteggiamento critico nei confronti dell'alto clero, la piccola nobiltà e la nascente borghesia rivendicarono una forte appartenenza alla realtà locale, privilegiando forme di organizzazione e di comunicazione sociale in cui dominava la lingua vernacola, che gradualmente acquisiva la dignità di lingua letteraria; si cominciò, dunque, a favorire la diffusione della predicazione in volgare, ma anche la presenza del monastero di Emmaus svolse un ruolo significativo, in quanto i sacerdoti officiavano consultando libri scritti in glagolitico. Cominciarono a diffondersi versioni della Bibbia o di alcune sue parti in lingua volgare, che aiutavano il rapporto diretto con i testi sacri. I contrasti sociali e gli elementi di riforma religiosa si affermarono in Boemia sull’opposizione fra elemento slavo e germanico, determinando un'inedita dinamica degli eventi. (leggere precursori del movimento hussita) Jan Hus e la riforma ecclesiastica Jan Hus si era formato all'università di Praga, prestigioso ateneo del Sacro romano impero; ivi diventò professore e quindi decano di filosofia, entrando in contatto con il pensiero di John Wycliffe e le sue forti critiche alle istituzioni ecclesiastiche. L'interesse di Hus per questo pensatore si manifesta non solo nei suoi trattati in lingua latina, in cui attingeva a piene mani dallo scrittore inglese, ma soprattutto nella sua vivace attività di predicatore. Di fatto, seguendo queste tracce, Hus si dedicò alla vita ecclesiastica, cominciando a predicare in ceco nella Cappella di Betlemme, eretta per volontà di un ricco praghese, allo scopo di istruire il popolo in lingua volgare. Nell'università di Praga scoppiò intanto una polemica molto vivace in cui Hus sostenne le idee di Wycliffe. Questa discussione produsse una frattura insanabile fra le nazionalità germanica e la nazionalità boema: quest'ultima riuscì ad ottenere gli stessi voti della nazionalità germanica, diminuendo, pertanto, il ruolo preminente dell'elemento germanico nelle università, motivo per il quale che molti studenti e professori tedeschi abbandonarono Praga. Dalla diaspora nacquero nuove università, fra cui la più famosa è stata quella di Lipsia. In seguito Hus si espresse apertamente contro la pratica delle indulgenze, che i legati papali andavano offrendo in cambio del sostegno economico alle crociate. Hus non si accontentò di predicare in ceco, ma cominciò anche a scrivere nella sua lingua, cercando quindi di risolvere il difficile problema di adattare l'alfabeto latino alla trascrizione dei suoni dello slavo. Scrisse quindi nel 1412 De ortographia bohemica, trattato latino in cui si propone un sistema di segni sopralineari e sottolineari da aggiungere alle lettere per creare quei grafemi speciali, corrispondenti ai suoni particolari della lingua slava. Si trattava, dunque, di un sistema di grafemizzazione dei fonemi della lingua ceca, per cui ogni lettera corrispondeva ad una parola, componendo una poesia acrostica, come aveva fatto Costantino di Preslav nel X secolo nel primo impero bulgaro, con il primo alfabeto slavo. La condanna e la morte sul rogo al Concilio di Costanza Le posizioni di Hus suscitarono vivaci relazioni, dapprima a Praga, poi nell'intero regno, fino ad assumere una dimensione internazionale. La delicata questione superò i confini del regno nel momento in cui nella città di Costanza si riuniva un difficile concilio (1414-1418) che si proponeva di troncare un conflitto che vedeva antagonisti ben tre papi. Dall’assise conciliare Hus, ormai scomunicato, fu chiamato a difendersi dalle accuse di eresia che gli erano state rivolte. E dunque, sulle rive del lago di Costanza, un tale evento dimostrò innanzitutto la superiorità dell’autorità papale nei confronti del Concilio, mentre l'assise conciliare promulgò la condanna del riformatore. Nonostante tutti i nonostante tutti i tentativi di giungere a un compromesso, il giovane predicatore- professore boemo continuò a difendere le sue posizioni. La sua radicale critica all'autorità papale lo condusse alla condanna al rogo sulla pubblica piazza (1415). Durante la reclusione a Costanza elaborò una teoria, secondo la quale i laici potevano comunicarsi non più soltanto con il pane eucaristico, ma anche con la specie del vino, proprio come i sacerdoti. In qualche modo si proclamava simbolicamente la parificazione dei laici con il clero. Questo divenne il simbolo del successivo movimento hussita.
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