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60 temi di attualita per la pirma prova scritta di maturita, Schemi e mappe concettuali di Italiano

in questo file troverete circa 60 temi di attualita che vi potranno uscire nella prima prova scritta all'esame di maturita

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 11/07/2023

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Scarica 60 temi di attualita per la pirma prova scritta di maturita e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! AMBIENTE RISCALDAMENTO GLOBALE Negli ultimi tempi la questione ambientale sta interessando fortemente i governi e i cittadini di tutto il mondo. Ogni giorno si sente infatti parlare di emergenza climatica, riscaldamento globale, ecosostenibilità e così via, ma cosa indicano realmente questi concetti? Quali sono i significati che si celano dietro tali espressioni? Per comprendere a fondo la realtà del mondo di oggi è necessario riflettere su queste considerazioni, partendo da un'analisi approfondita delle problematiche ambientali. Con il concetto di "riscaldamento globale" ci si riferisce al generale innalzamento della temperatura media sulla superficie terrestre: stando alle stime più recenti, gli ultimi anni sono stati i più caldi della storia dell'uomo, con un aumento di circa 1,15 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali. Tanti oggi sono i segnali, visibili da tutti, che rendono evidenti le conseguenze del riscaldamento globale, come ad esempio lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello dei mari, la desertificazione e gli eventi climatici estremi. Le cause di tale incremento sono da ricercare nelle attività umane a cui è imputabile una concentrazione eccessiva di gas serra nell'atmosfera: l'anidride carbonica generata dalle azioni degli uomini è quindi la principale responsabile del riscaldamento globale. È importante sottolineare che quando parliamo di attività umane facciamo riferimento a tutte quelle pratiche portate avanti senza alcun controllo o tutela nei confronti dell'ambiente: impiegare combustibili fossili durante i processi industriali, distruggere le foreste e praticare attività di allevamento intensive sono solo alcuni degli aspetti su cui occorre riflettere. Dalla combustione di carbone, petrolio e gas derivano anidride carbonica e ossido di azoto, mentre abbattere gli alberi vuol dire impedire che questi svolgano la loro naturale azione di regolazione del clima. Al tempo stesso, incrementare l'allevamento del bestiame determina un aumento delle emissioni di metano, mentre l'utilizzo di fertilizzanti azotati genera una eccessiva diffusione di ossido di azoto. Senza considerare poi le emissioni dovute ai mezzi di trasporto, alimentati da combustibili fossili e più in generale l'inquinamento derivante dalle numerose produzioni industriali di vario tipo (materiali semilavorati, prodotti alimentari e chimico-farmaceuatmosferico tici). In linea complessiva si registrano consumi eccessivi nell'utilizzo dell'energia, tanto nelle abitazioni private quanto nelle strutture pubbliche, dovuti a nuove necessità di climatizzazione. In ultimo occorre riflettere sul peso che rivestono le numerose cattive abitudini assunte dagli uomini negli ultimi tempi, nei riguardi dell'ambiente: utilizzare mezzi di trasporto anche per brevi spostamenti, gettare insieme tutti i rifiuti senza differenziarli, acquistare beni di ogni tipo senza prestare attenzione ai sistemi di produzione che implicano, consumare troppi articoli in plastica o di elettronica sono solo alcune delle possibili, sconsiderate azioni consumistiche quotidiane. L'assoluta noncuranza nei confronti dell'ambiente ha generato cambiamenti molto preoccupanti, che solo negli anni più recenti sono diventati evidenti a tutti a causa del riscaldamento globale. LA CONFERENZE OF PARTIES Per tentare di arginare la crisi in atto i governi di tutto il mondo si sono messi al lavoro e hanno dato vita alla COP (Conference of Parties), una riunione annuale che raccoglie i Paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La prima in assoluto si svolge a Berlino, presieduta da Angela Mer kel, nel 1995, ma la svolta significativa arriva dopo la Cop3 e la stipula del Protocollo di Kyoto, con il quale si stabilisce una riduzione del 5% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, da realizzare entro il 201Si tratta di un punto fondamentale perché per la prima volta viene stabilito un obbligo concreto e vincolante da parte dei Paesi partecipanti, che non solo prendono coscienza del problema, ma tracciano anche la strada da percorrere per arrivare alla soluzione. Un'altra tappa fondamentale viene poi raggiunta con l'Accordo di Parigi del 2015 durante la Cop21: in questa occasione i Paesi firmatari si impegnano a mantenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C e a organizzare un piano d'azione ben preciso per ridurre le emissioni nocive. Da questo accordo emerge in modo chiaro la volontà di agire per salvare la Terra, nella consapevolezza che solo attraverso l'azione comune questo obiettivo potrà essere realmente raggiunto. In virtù di tale consapevolezza si stabilisce quindi di rendere noti, ogni cinque anni, i risultati raggiunti da ogni Stato, in modo da poter garantire piena trasparenza e controllo da parte di tutti. GRETA THUNBERG Nell'ambito delle numerose Cop svoltesi negli ultimi anni una menzione particolare deve essere rivolta alla figura di Greta Thunberg, giovane attivista svedese per il clima che, attraverso i suoi Fridays for future, è riuscita a dare nuova importanza alla questione ambientale, riscuotendo importanti sostegni sia dalla popolazione mondiale che dai principali leader politici. Le sue proteste, organizzate in modo assolutamente pacifico ma capaci di coinvolgere soprattutto i più giovani, l'hanno resa tanto im portante da divenire una vera icona della lotta contro il cambiamento climatico. Per tale ragione, Greta è stata invitata alla Cop24, tenutasi a Katowice in Polonia, durante la quale ha tenuto un importante discorso, ribadendo la necessità di agire con determinazione per cambiare l'attuale stato di cose. Forti le parole con cui l'attivista si è rivolta ai governi di tutto il mondo, accusandoli di voler rubare il futuro ai più giovani. Da quel giorno Greta non ha mai smesso di far sentire la sua voce, portando avanti la protesta e continuando a rivolgersi in più occasioni ai politici di ogni Stato, accusandoli di non prendere decisioni concrete per la salvaguardia ambientale. Nel 2021, durante la Cop26 di Glasgow, Greta si è rivolta a tutti gli attivisti intervenuti affermando che la INCLUSIONE IL CONCETTO DI INCLUSION Il concetto di inclusione è divenuto molto attuale negli ultimi tempi, in concomitanza con una sempre maggiore attenzione nei confronti delle categorie più fragili. Il mondo occidentale ha dunque intrapreso una direzione sempre più inclusiva, sebbene tuttavia ci siano degli aspetti sui quali occorre ancora lavorare. Ma cosa indica davvero questo termine? Il termine "inclusione" viene impiegato per indicare tutte le strategle pensate e adottate per sostenere e valorizzare la coesistenza delle differenze all'interno della società, attuando quindi un cambiamento importante volto a ridurre intolleranza e discriminazioni. Creare una società inclusiva vuol dire fare in modo che tutti possa no sentirsi parte della collettività e partecipare alle iniziative che da questa vengono promosse. Una realtà che rispetta realmente questo valore è quindi capace di accogliere al proprio interno ogni diversità, alimentandone le singole particolarità e favorendo, di conseguenza, il confronto e l'accettazione reciproci. NELLA SCUOLA DI OGGI Sono molti gli ambiti all'interno dei quali il concetto di inclusione è oggi ampiamente riconosciuto e rispettato: uno di questi è la scuola. Qui infatti si cerca da sempre di favorire l'inserimento di chi è più in difficoltà, coinvolgendo in particolar modo i diversamente abili e gli studenti più fragili. All'interno della Costituzione italiana numerosi sono gli articoli dedicati al mondo dell'istruzione che vanno in questa direzione, a partire dal numero 34: "la scuola è aperta a tutti"; l'articolo 3, invece, ribadisce che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." I due articoli vanno dunque in qualche modo sommati per avere l'immagine complessiva della scuola ideale prevista dalla nostra Costituzione: tutti i ragazzi, indipendentemente dalla loro condizione, hanno i medesimi diritti, tra cui anche quello di un'istruzione completa. Libertà e uguaglianza sono dunque le parole chiave espresse dalle leggi e poste a fondamento della scuola italiana. In tal senso è fondamentale anche la legge 517/1977, secondo la quale si prevede che "il diversamente abile non solo ha diritto allo studio, ma affinché possa liberamente socializzare, ha anche il diritto a essere inserito e integrato, impiegando la figura dell'insegnante di sostegno, nelle classi normali della scuola dell'obbligo". Tale provvedimento rappresenta un punto centrale nella storia della scuola italiana: ancora oggi, infatti, vengono stilati quotidianamente non solo piani didattici personalizzati in funzione delle necessità dei diversi alunni, ma si cerca al tempo stesso di coinvolgere tutti nelle normali attività. L'attenzione all'inclusione non riguarda solo i ragazzi diversamente abili, ma prevede anche un particolare riguardo nei confronti dei più fragili: provenire da una realtà povera o da un Paese straniero può infatti rappresentare un ostacolo molto grande per tanti alunni, nei confronti dei quali si stabilisce quindi un'attenzione specifica. Una svolta importante in questo senso avviene a partire dal 2009/10, quando sono approvate le "Nuove norme in materia di disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) in ambito scolastico": con questo provvedimento vengono quindi definiti tutti gli strumenti necessari allo sviluppo formativo, partendo dalle necessità del singolo alunno. Nel 2012, invece, si registra una svolta ulteriore con gli "Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica": l'attenzione è in questo caso rivolta a tutti gli alunni che presentano difficoltà dovute a cause socio-ambientali, culturali o familiari. Alla luce di quanto riportato fin qui appare dunque evidente quanto sia centrale il concetto di inclusione nella scuola di oggi: i fragili vengono non solo accolti e tutelati, ma nei loro riguardi sono portate avanti anche azioni specifiche volte a sostenere un pieno sviluppo scolastico e umano I DIVERSAMENTE ABILI Differente invece la situazione nella società al di fuori della scuola, dove il concetto di inclusione, sebbene largamente osannato, tende spesso a non essere pienamente applicato. Iconica è, in questo caso, la situazione dei diversamente abili, spesso non solo emarginati dalla collettività, ma anche costretti ad affrontare una quotidianità molto difficile sotto vari punti di vista. La giornata di una persona diversamente abile può infatti rivelarsi molto complicata anche a causa dei tanti problemi pratici che si incon trano: basti pensare, ad esempio, ai mezzi pubblici o anche solo alle strade e ai marciapiedi, dove diventa quasi impossibile passare con una sedia a rotelle. Realizzare una società inclusiva vuol dire quindi anche adeguare le città e rimuovere ogni impedimento, in modo che a tutti vengano concesse le medesime possibilità. Uno stato davvero inclusivo ha il dovere di provvedere alla realiz zazione di infrastrutture adeguate ai bisogni dei più fragili, tenendo in considerazione i numerosi ostacoli cui vanno incontro durante le loro giornate. Parcheggi riservati o ingressi prioritari sono solo alcuni esempi che si potrebbero fare a riguardo. E tuttavia importante ricordare che se questi cambiamenti sono necessari e assolutamente indispensabili, il vero mutamento deve essere decisamente più profondo e coinvolgere il modo stesso di pensare. Per tale ragione occorre quindi trasformare il proprio punto di vista, iniziando a considerare i diversamente abili al pari degli altri, sotto ogni aspetto possibile. Solo quando il pensare collettivo avrà raggiunto questo traguardo il concetto di inclusione potrà considerarsi pienamente realizzato a tutti gli effetti. GLI STRANIERI Quando si parla di inclusione diverse sono le categorie a cui si fa riferimento, compresi tutti coloro che provengono da paesi lontani e che, per tale ragione, seguono costumi diversi da quelli della maggioranza. Essere inclusivi nei loro riguardi vuol dire imparare a rispettare le diverse tradizioni e fare in modo che siano inseriti attivamente all'interno della società. Secondo i principi sull'integrazione espressi dall'Unione Europea il lavoro è uno dei fattori chiave nel progresso di inclusione: per tale ragione occorre quindi fare in modo che anche i cittadini stranieri possano avere diritto ad un impiego dignitoso, il quale non sottovaluti le loro capacità ma risulti invece idoneo sia sul profilo retributivo che su quello professionale. Nella società di oggi gli stranieri sono spesso sottopagati, tanto che molti di loro vivono in condizioni di profonda povertà nonostante siano in possesso di un impiego. Nella mentalità comune domina infatti una radicata diffidenza nei confronti di chi proviene da una realtà diversa o appartiene ad una cultura differente. Questo genera scetticismo e contribuisce ad innalzare delle barriere spesso difficili da superare. Accogliere gli stranieri non vuol dire, però, solo fare in modo che questi abbiano un lavoro dignitoso e un'istruzione completa: realizzare una società inclusiva vuol dire infatti annientare ogni timore o pregiudizio nei confronti di chi appare diverso da noi, assumendo atteggiamenti capaci di far sentire chiunque accolto e benvoluto. I cittadini stranieri spesso vivono ai margini della collettività, rinchiusi all'interno di un micro-mondo che ricalca quello lasciato nel loro Paese di origine; non partecipano alle attività che coinvolgono tutti gli altri, limitando persino ogni possibile occasione di contatto. Si tratta di una realtà molto complessa che caratterizza la maggior parte delle società attuali: rendere reale il concetto di inclusione vuol dire, dunque, mutare questo stato di cose, stimolando non solo il dialogo tra tutti ma anche la comprensione reciproca e il rispetto assoluto. Solo quando tutti questi cambiamenti avranno raggiunto una loro concretezza l'inclusione potrà infatti spogliarsi delle sue vesti apparenti e divenire reale a tutti gli effetti. CONCLUSIONE Alla luce di quanto riportato finora appare evidente la complessità che si cela dietro il termine "inclusione": dalla scuola al mondo del lavoro, passando attraverso la política e il tempo libero, la società di oggi ha mutato in parte i propri connotati, sebbene tanta sia ancora la strada da percorrere. Fare in modo che tutti i cittadini si sentano parte di un gruppo e si riconoscano nei valori da questo trasmessi sono dunque i due obiettivi che ogni Nazione dovrebbe cercare di raggiungere. Per ottenere tale risultato è necessario portare avanti una vera e propria lotta nei confronti di ogni forma di discriminazione, incentivando il dialogo e il confronto tra i cittadini, I diversamente abili, gli stranieri e tutti coloro che vivono in condizioni di profonda povertà devono entrare a far parte della dinamiche che interessano la collettività e ogni forma di esclusione deve essere ostacolata. I progressi raggiunti dalla scuola negli ultimi anni e la centralità Se la Grande Guerra ha contribuito in modo considerevole alla diffusione dei racconti dal fronte, la stessa situazione si può in parte riscontrare durante il secondo conflitto mondiale, sebbene in questo caso il report assuma delle varianti nuove e del tutto particolari. Non ci sono più solo lettere, che comunque continuano a circolare diffusamente, anzi le testimonianze danno vita a vere e proprie opere, all'interno delle quali uomini e donne di ogni nazionalità denunciano con coraggio anche i soprusi e le violenze subite o inflitte durante gli scontri. Emblematici sono i racconti di chi vive sulla propria pelle l'espe rienza dei campi di concentramento e trova ugualmente la forza per denunciare quanto subito, come Primo Levi o Liliana Segre; quest'ultima ancora oggi racconta, soprattutto ai più giovani, la terrificante esperienza da lei vissuta in prima persona durante la Seconda guerra mondiale. Il bisogno di narrare si lega, in questo caso specifico, alla necessità di testimoniare gli orrori indicibili della Shoah affinché tutti in futuro possano ricordare quanto avvenuto e lottare per impedire che accada di nuovo. Nell'ambito della Seconda guerra mondiale il racconto degli eventi principali viene poi trasmesso anche dai giornalisti e reporter inviati sui luoghi degli scontri: in questo caso la volontà di narrare supera persino il timore di morire. Celebri, in questo ambito, sono il fotografo Robert Capa, autore di uno degli scatti più rappresentativi dello sbarco in Normandia, oppure Margaret Bourke-White, capace di fotografare l'orrore dei campi di concentramento nazisti. LA GUERRA IN UCRAINA OGGI Come già anticipato in precedenza, i conflitti armati rappresenta no una costante nella storia dell'uomo, ma nonostante questo gli ultimi decenni hanno regalato al continente europeo un periodo di pace piuttosto lungo, al punto che il concetto stesso di guerra sembrava lontano e confinato alle pagine dei libri. Nei primi mesi del 2022 questo stato di cose è tuttavia drasticamente cambiato a seguito della guerra scoppiata tra Russia e Ucraina; nel giro di pochi giorni distruzioni, bombardamenti e scontri sono diventati protagonisti delle cronache di tutto il mondo, suscitando angoscia e preoccupazione nei cittadini di ogni Stato europeo e non solo. Animati dal forte desiderio di raccontare quanto avviene nei territori in cui si svolgono le battaglie, tanti giornalisti sono quindi partiti alla volta dell'Ucraina, consapevoli dei rischi e dei pericoli in agguato. In un'era così digitale come quella moderna, i racconti di guerra cambiano ancora la loro forma e passano anche attraverso il mondo di Internet, come dimostrato dai tanti reporter che pubblicano video in diretta per raccontare ciò che vedono e rendere quindi partecipe tutto il mondo delle atrocità in atto. I social network assumono in questo caso una connotazione del tutto nuova perché diventano lo strumento attraverso cui tanti giornalisti trasmettono notizie in tempo reale, postando video e foto particolarmente rappresentativi degli orrori di guerra. Il desiderio e al tempo stesso la necessità di raccontare diventano il filo rosso che unisce il conflitto attuale con quelli passati: così come durante il secolo scorso giornalisti e soldati hanno lasciato traccia scritta di quanto vissuto, così oggi i reporter presenti in Ucraina scattano e pubblicano immagini iconiche, cariche di significato. Un emblema attuale del reportage di guerra è il resoconto fotografico degli orrori di Bucha, cittadina ucraina dove i soldati russi hanno completamente distrutto ogni cosa, lasciando dietro di loro una scia di vittime quasi incalcolabile. Uccisioni e torture di ogni tipo sono state portate avanti nei confronti dei civili, coinvolgendo anche donne, bambini e anziani. Diverse le fosse comuni realizzate lungo le strade, al punto che il governo ucraino ha parlato di vero e proprio genocidio. Le foto scattate a Bucha hanno fatto in poco tempo il giro del mondo, determinando reazioni immediate da parte dei principali governi occidentali, che hanno condannato ancora una volta le azioni di Putin e del suo esercito. Sono quindi state organizzate ulteriori severe sanzioni economiche nei confronti della Russia, mentre sempre più consistente si è rivelato l'appoggio nei riguardi degli ucraini, come testimoniato dall'invio massiccio di armi e dall'accoglienza prevista per i cittadini in fuga verso gli altri Paesi europei. Mai come in questo caso, in tempi moderni, il reportage di guerra si è rivelato fondamentale, al punto da influenzare persino le sorti del conflitto, che da quel momento in poi ha cambiato connotazione, nel febbraio 2022 richiama l'occupazione della Polonia, da parte dei tedeschi, avvenuta nel settembre del 193Le foto e i video provenienti dalla zona di Bucha hanno avuto un impatto molto forte sull'opinione internazionale: attraverso la testimonianza reale di questi orrori, la guerra è divenuta più reale, assumendo una connotazione concreta e del tutto sconvolgente. Tutto il mondo ha osservato con sconcerto e timore quanto avvenuto in Ucraina, anche grazie ai numerosi racconti realizzati da coloro che hanno vissuto tali orribili vicende in prima persona. CONCLUSIONE Alla luce degli avvenimenti più recenti è quindi possibile affer mare che la guerra è tornata ad occupare un ruolo di primo piano nella politica internazionale. Mai come adesso i cittadini occidentali avvertono il bisogno di essere costantemente informati sugli eventi riguardanti gli scontri in Ucraina, con la consapevolezza che questi si svolgono in realtà a poca distanza da loro. Ed è così che il racconto di guerra diventa quanto mai necessario: la descrizione delle atrocità in atto e la narrazione degli eventi principali permettono alla storia di diventare più reale, coinvolgendo chiunque si trovi a leggere articoli di cronaca pubblicati in ogni angolo del globo. E se raccontare può spesso rivelarsi complicato a causa delle numerose implicazioni psicologiche e politiche che porta con sé, al tempo stesso si registra la necessità di farlo, oltrepassando quindi tali ostacoli. In conclusione è possibile affermare che il racconto rappresenta un bisogno per l'uomo, fin dai tempi più antichi: tanto nel passato quanto nel presente questa pratica risulta quindi di fondamentale importanza. SOCIAL SOCIAL NETWORK E ormai abitudine consolidata considerare la nostra epoca caratterizzata da Internet e da tutto ciò che questo potentissimo strumento porta con sé; è tuttavia importante sottolineare quanto una parte rilevante vada senz'altro attribuita ai social network, la cui presenza nella nostra quotidianità è ormai una certezza. Nati alla fine del secolo scorso, i social rappresentano oggi un elemento fondamentale nella vita di tutti, indipendentemente dalla fascia d'età, dall'occupazione svolta e, più in generale, dalla volontà o meno di aderire a questa tendenza. Ideati come piattaforme multimediali per la condivisione, i social network sono impiegati non solo per stabilire o mantenere relazioni con altre persone, ma anche ampiamente nel mondo del lavoro. Queste "reti sociali" hanno raggiunto una tale fama da essere diventati degli strumenti potentissimi, capaci di influenzare in modo importante le sorti dell'economia. FACEBOOK, INSTAGRAM, TIKTOK E WHATSAPP I social network sono oggi impiegati in tutti gli ambiti della vita collettiva, dalla scuola al lavoro, dal tempo libero alle relazioni interpersonali; tutti possiedono una propria identità virtuale di cui si servono in molteplici occasioni, con maggiore o minore frequenza. Sebbene presentino numerosi aspetti in comune, esistono tuttavia differenti tipologie di social network: Facebook, Instagram, Tik Tok e WhatsApp sono certamente tra i più noti e utilizzati. I primi tre, in particolar modo, sono accomunati dai medesimi meccanismi di visione, commento e condivisione, anche se le modalità presentano delle differenze più o meno rilevanti: in particolar modo negli ultimi tempi la fortuna raggiunta da Instagram e TikTok ha offuscato lo strapotere di Facebook, che pur continuando ad essere impiegato, è stato relegato a un ruolo minore. L'avvento di Instagram ha infatti modificato in modo determinante le sorti del mondo social; pensato inizialmente solo per la condivisione di foto con brevi didascalie, è oggi tra le piattaforme più conosciute e apprezzate al mondo. Con il passare degli anni, Instagram si è arricchito di tante nuove funzioni che hanno migliorato l'esperienza degli utenti e ampliato notevolmente la gamma di possibilità offerte. Il successo di Instagram può oggi considerarsi universale, come dimostrato in modo inequivocabile dai milioni di download registrati. L'ancor più recente e innovativo Tik Tok ha poi mutato ancora una volta il mondo dei social network, raggiungendo milioni di utenti in pochissimo tempo, indipendentemente dall'età o dall'occupazione. La possibilità di creare video sfruttando un'ampissima gamma di effetti differenti, unita all'opportunità di divenire quasi una star conquistando visualizzazioni e apprezzamenti dagli altri utenti, ha reso TikTok estremamente popolare, nonché amato e scaricato in tutto il mondo. Differente, facile intuire come i social network abbiano stravolto anche il mondo del lavoro: nessuna azienda può oggi pensare di essere priva di un profilo social; anche i più ostinati hanno dovuto fare i conti con una realtà del tutto nuova, senza potersene sottrarre. Attraverso i social è possibile farsi conoscere, dare una nuova immagine di sé e soprattutto far apprezzare i propri prodotti, tanto ai vecchi clienti quanto ai nuovi. Strettamente legata a quanto detto finora è la nascita del social media manager, una figura professionale a cui le aziende si rivolgono per la gestione dell'identità social: a questo spetta dunque la creazione di contenuti per i principali social network, l'ideazione di precise strategie volte a raggiungere un numero sempre più alto di utenti, la pianificazione di un calendario ben preciso e il monitoraggio delle azioni portate avanti per verificare quali hanno riscosso maggiore successo e quali, invece, occorre modificare. Si tratta di una figura che, sebbene nata solo recentemente, riveste tuttavia un ruolo importante per le aziende e per il rapporto da loro instaurato con il cliente finale. I social si rivelano infatti strumenti molto preziosi, capaci non solo di raggiungere un maggior numero di persone ma anche di contribuire a far conoscere determinati p prodotti: attraverso una foto o un video è possibile migliorare considerevolmente l'esperienza di acquisto e stabilire anche un rapporto più diretto con gli acquirenti. Creare una precisa strategia social, magari affidandosi agli influencer giusti, può rivelarsi estremamente utile non solo per ampliare la rete di conoscenze della propria azienda ma anche per raggiungere nuovi clienti e, di conseguenza, ottenere introiti più consistenti. LATI POSITIVI E NEGATIVI Immaginare oggi una vita senza social network risulta praticamente impossibile; sono diventati indispensabili, nessuno può più farne a meno: è sufficiente pensare anche solo alle applicazioni di messaggistica, come WhatsApp, per avere un'idea ben chiara della rilevanza che tali piattaforme hanno assunto nel mondo contemporaneo. Occorre essere piuttosto oggettivi nell'analizzare i cambiamenti apportati dai social network, perché se da un lato hanno generato conseguenze negative, come una sempre maggiore dipendenza da smartphone o minori capacità attentive, d'altro canto ci sono invece risvolti positivi che bisogna tenere in considerazione. I social hanno sensibilmente ridotto le distanze, permettendo anche a persone che vivono molto lontano di stabilire un dialogo reale ed immediato; al tempo stesso si deve loro il merito di aver contribuito, in molte occasioni, all'aumento della consapevolezza di una determinata causa sociale, come ad esempio è avvenuto per la questione climatica. I social hanno inoltre aiutato la rimozione delle barriere sociali, favorendo non solo una maggiore integrazione ma anche una Conoscenza più approfondita nei riguardi di culture diverse dalla propria, aumentando le opportunità di dialogo e, di conseguenza, di incontro. Ai social si deve anche il merito di contribuire alla diffusione delle notizie di cronaca, che attraverso le varie piattaforme vengono condivise e lette ogni giorno da milioni di utenti in ogni angolo del Pianeta. CONCLUSIONE In conclusione è possibile affermare che i social costituiscono una vera e propria rivoluzione perché la loro nascita ha determinato un cambiamento le cui conseguenze sono solo in parte visibili oggi. Rappresentano infatti uno strumento potentissimo ed è difficile immaginare i mutamenti a cui potranno condurre in futuro; per questa ragione bisogna prestare attenzione e utilizzarli sempre con criterio e consapevolezza. Se è vero che oggi formano quasi l'ossatura della società contemporanea, è altrettanto vero che non possono sostituirsi al contatto umano e alla vita reale. Bisogna quindi creare il giusto equilibrio tra mondo virtuale e reale, delineando in modo preciso il confine tra i due: da questo dipende il futuro di tutti. SMARTPHONE LO SMARTPHONE SIMBOLO DELLA SOCIETÀ MODERNA Lo smartphone rappresenta, senza ombra di dubbio, lo strumento simbolo della società moderna, utilizzato quotidianamente da chiunque e in una incredibile molteplicità di situazioni differenti. Difficile immaginare la vita oggi senza questi dispositivi poiché sono ormai diventati praticamente indispensabili, al punto che anche i più lontani dall'universo tecnologico ne sono stati in qualche modo travolti. Lo smartphone, il cui significato letterale è "telefono intelligente", è uno sviluppo del telefonino classico, fino a non troppo tempo fa impiegato esclusivamente per effettuare chiamate o inviare messaggi di testo. Nell'arco di pochi anni è avvenuta una vera e propria rivoluzione, che ha determinato cambiamenti prima considerati impensabili. I numerosi applicativi di cui dispongono oggi gli smartphone li hanno resi strumenti insostituibili; le vecchie chiamate sono state rimpiazzate da piattaforme social impiegate per rimanere continuamente in contatto, inoltre sono arrivate applicazioni di ogni genere, da quelle pensate per il tempo libero a quelle ideate per rendere più agevoli le pratiche quotidiane. Con l'arrivo dei social network la diffusione degli smartphone ha subito un incremento ulteriore, sulla scia del comune desiderio di rimanere sempre connessi. IL MONDO DEL LAVORO Tanti sono gli ambiti interessati dalla rivoluzione digitale ora descritta, uno di questi è quello del lavoro. La tecnologia ha stravolto le dinamiche lavorative, intervenendo in modo consistente in molte pratiche di produzione, indipendentemente dal settore. Sistemi informatizzati, attività automatizzate e veri e propri robot sono entrati a far parte della quotidianità produttiva di molte aziende, costrette a modificare in parte o del tutto la loro essenza. Senza considerare pol tutto ciò che riguarda la comunicazione e che dunque, in misura considerevole, coinvolge anche gli smartphone. All'interno di ogni azienda, piccola o grande che sia, la comunicazione riveste ormai un ruolo primario e senza di questa sarebbe impossibile immaginare qualsiasi intrapresa commerciale. Ed è proprio per questa ragione che gli smartphone hanno segnato un punto di svolta importante anche nel mondo del lavoro: questi permettono infatti di ricevere le informazioni in tempo reale e di rispon dere immediatamente, velocizzando i processi fino a renderli anche più efficaci. Non c'è tempo di attesa perché tutti sono abituati a vivere sempre accanto al proprio cellulare, a ricevere email o messaggi in ogni momento e, di conseguenza, ad agire nell'immediato. Un'ulteriore accelerazione a questo stato di cose è arrivato in seguito all'ampia diffusione dello smart working durante e dopo la pandemia da Covid-1Lavorare da casa è infatti possibile anche grazie agli che consentono non solo di rimanere costantemente in contatto ma anche di stabilire una comunicazione capace di ricalcare, smartphone, in moltissimi casi, quella reale. E sufficiente schiacciare pochi tasti per stabilire un dialogo anche con chi vive a molta distanza, persino in un altro continente. Non esistono più divisioni, non esiste più separazione poiché tutto funziona e converge grazie allo smartphone e, naturalmente, alla rete Internet. GENERAZIONI E TEMPO LIBERO I cellulari non hanno solo cambiato il mondo del lavoro ma hanno determinato un mutamento considerevole anche per quanto riguarda il tempo libero; difficile oggi immaginare di trascorrere un pomeriggio senza consultare lo smartphone per qualsiasi motivo: dai social network alle numerose piattaforme di condivisione, passando attraverso applicazioni e giochi di vario tipo, questi strumenti sono oggi tra i principali alleati del tempo libero di ognuno, indipendentemente dall'età. Ed è in tale universalità che risiede la grande rivoluzione generata dagli smartphone: non si limitano a coinvolgere solo le generazioni più giovani, ma attirano anche gli adulti e gli anziani, che se ne servono per molti scopi differenti. Uno smartphone, essendo dotato di connessione a Internet, costituisce infatti uno strumento dalle potenzialità davvero straordinarie: si possono visitare siti di qualsiasi tipo, fare acquisti online, guardare film e serie tv attraverso le numerose piattaforme, leggere ebook, effettuare operazioni bancarie e tanto altro. Senza considerare poi la possibilità di effettuare videochiamate e stabilire, attraverso pochi e semplici passaggi, un dialogo immediato con chi si trova dall'altra parte dello schermo. Persino il modo di viaggiare è cambiato con gli smartphone perché attraverso le numerose applicazioni oggi esistenti è possibile delineare con precisione il proprio percorso e rintracciare facilmente tutti i principali luoghi d'interesse; con gli aggiornamenti in tempo reale poi, anche le notizie sul traffico "istruzione di qualitä" è stato infatti inserito anche all'interno degli obiettivi previsti dall'Agenda 2030. Ripercorri le principali vicende che hanno reso celebre Don Milani, analizza la situazione della scuola di oggi ed esponi le tue considerazioni personali, esplicando in particolare il concetto di "istruzione di qualità". Don Milani, celebre sacerdote del paese di Barbiana, in provin cia di Firenze, nasce nel maggio del 1923 all'interno di una famiglia laica e fin da giovanissimo apprezza il valore della cultura portando avanti la propria passione per la pittura. Entra in seminario all'età di vent'anni, nonostante la forte disapprovazione da parte dei suoi familiari, che non lo sostengono né lo appoggiano in alcun modo.Viene assegnato inizialmente al borgo di San Donato di Calenzano, dove apre la sua prima scuola popolare: qui i fedeli con cui ha a che fare ogni giorno sono infatti contadini e braccianti, analfabeti nella maggioranza dei casi. Decide di dare loro la possibilità di comprendere le dinamiche del mondo e per tale ragione insegna a leggere, partendo proprio dai giornali e dai quotidiani; la parola rappresenta per lui una ricchezza dal valore inestimabile e vuole che anche i suoi fedeli scoprano questa bellezza. Viene poi trasferito a Barbiana, nel Mugello, un paesino abitato da poco più di cento persone, lontano dalla civiltà. La volontà di continuare la sua missione è però più forte di qualsiasi ostacolo e don Milani costruisce dal nulla la sua scuola popolare, spronando in ogni modo i genitori affinché consentano ai loro figli di imparare a leggere e a scrivere. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, un volume iniziato durante gli anni trascorsi a San Donato; questo verrà poi ritirato dal commercio per ordine del Sant'Uffizio poiché i suoi contenuti sono ritenuti inopportuni. Si ammala nel dicembre del 1960 e dedica gli ultimi anni di vita alla sua missione, quella di educare i meno fortunati, prestando attenzione agli emarginati, ai fragili, ai dimenticati. Nel 1966, un anno prima di morire, inizia insieme ai ragazzi della sua scuola di Barbiana la ste sura di Lettera a una professoressa, libro divenuto ggi emblema del suo pensiero e del suo operato, nel quale denuncia l'arretratezza della scuola italiana e la profonda disuguaglianza che domina all'interno di questa secolare istituzione; solo i più forti vengono portati avanti, mentre chi risulta più debole viene consapevolmente lasciato indietro, Il motto della scuola di Don Milani è "I care", che in inglese vuol dire "mi riguarda, mi sta cuore, mi prendo cura": è in queste parole che risiede il senso di tutta la missione da lui portata avanti nel corso della sua vita. La scuola di Barbiana è unica, non segue le normali regole previste dall'insegnamento classico, a partire dalle lezioni, che si svolgono negli orari più diversi, solo dopo che i ragazzi hanno svolto i loro quotidiani lavori nei campi. Qui si impara a leggere ma si studiano anche le lingue straniere, come l'inglese, il francese o il tedesco; si svolgono lezioni di recitazione per combattere la timidezza e persino semplici corsi di nuoto per affrontare la paura dell'acqua. I ragazzi sono posti al centro e la scuola diventa dunque non solo luogo di apprendimento ma anche e soprattutto di crescita umana e civile. È pronto a tutto per i suoi ragazzi e nemmeno le tante opposizioni che incontra lungo il suo cammino riescono a fermarlo: avverte di avere una missione ben precisa ed è determinato a portarla a compimento, fino alla fine. La parola è per lui ricchezza e libertà, dunque sente il dovere di trasmettere questa potenza ai suoi ragazzi, per impedire che si lascino schiacciare dalla rassegnazione dettata dalla non conoscenza. L'esperienza di Don Milani costituisce ancora oggi un modello unico, un esempio di integrazione, consapevolezza e parità di diritti per tutti, indipendentemente dall'estrazione sociale di provenienza. LA SCUOLA: UN'ISTITUZIONE DALLA STORIA ANTICA La scuola rappresenta una delle istituzioni più antiche nella storia dell'uomo, al punto che le prime testimonianze riguardanti quest'ambito risalgono all'epoca dei Sumeri e dell'antico Egitto, quando si insegnavano, solo ai maschi, abilità precise come leggere, scrivere e far di conto. Con il passare dei secoli la scuola ha mutato drasticamente i propri connotati, sebbene sia necessario attendere il XVIII secolo per avere le prime istituzioni di stampo moderno. Nel mondo di oggi la scuola costituisce la base di qualsiasi società civile, considerata non solo ambiente di crescita umana ma anche e soprattutto luogo in cui vengono formati i cittadini del domani. L'ANALFABETISMO NEL MONDO In ragione dell'importanza che la scuola riveste da sempre per gli uomini, tante sono le rivoluzioni portate avanti nel corso dei secoli per migliorarne l'aspetto e la sostanza. La realtà di oggi appare piuttosto complicata sotto questo punto di vista poiché si riscontrano profonde divergenze tra i vari Paesi del mondo, sia per quanto riguarda l'organizzazione stessa della scuola sia per quanto concerne, invece, la possibilità di apprendere e frequentare le lezioni. Per noi cittadini occidentali la scuola è infatti un passaggio obbligato, un tassello fondamentale per la crescita di ogni individuo; tale assunto non è tuttavia valido ovunque poiché ci sono moltissimi Paesi. in particolar modo nella zona dell'Africa subsahariana, dove i bambini non vanno a scuola, ma restano a casa e vengono costretti a lavorare fin dalla più tenera età. Le ragioni sono da ricercare nella profonda povertà che caratterizza questi territori, dove le famiglie non hanno le disponibilità necessarie per assicurare un'adeguata istruzione ai loro figli, i quali vengono quindi impiegati in mansioni utili al sostentamento di tutto il nucleo familiare. Molto spesso la scuola non viene affatto considerata poiché è vista come un luogo riservato solo a pochi, ricchi e fortunati. Stando ai dati più recenti, ad oggi nel mondo ci sono 58 milioni di bambini che non hanno accesso all'istruzione scolastica primaria, 1 su 4 nei paesi più poveri. La situazione diventa ancora più grave se si analizzano le differenze tra maschi e femmine: secondo l'ultimo rapporto Unicef sono infatti 129 milioni le ragazze a cui viene negato il diritto all'istruzione a causa di povertà, matrimoni combinati o violenze di genere. Nei paesi più poveri, inoltre, le famiglie non dispongono delle risorse necessarie a far studiare tutti i figli, dunque solitamente si prediligono i maschi, relegando le donne unicamente ai lavori domestici. Siamo di fronte ad una disparità che, se agli occhi di noi occidentali può sembrare quasi assurda, nei paesi più poveri costituisce invece la prassi. AGENDA 2030 Nel tentativo di contrastare questo stato di cose e provvedere alla diffusione di una maggiore uguaglianza, l'istruzione di qualità è stata inserita come obiettivo anche all'interno dell'Agenda 2030: gli intenti in questo caso sono moltissimi e coinvolgono tutti i Paesi del Pianeta, sebbene un particolare riguardo sia concesso alle zone più povere e che vivono una maggiore difficoltà. Il primo punto che si intende raggiungere riguarda l'equità nel completamento dell'istruzione primaria e secondaria, in modo da poter guidare tutti i bambini verso risultati di apprendimento adeguati e concreti. Fondamentale al tempo stesso sono anche le attività prescolastiche, indispensabili per uno sviluppo infantile di qualità. Con l'Agenda 2030 si prevede di eliminare ogni disparità di genere e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione, anche e soprattutto per le categorie protette, tra cui le persone con disabilità e i bambini più vulnerabili. Un'attenzione particolare viene poi rivolta al mondo del lavoro: dovrà infatti essere incrementato il numero di giovani con competenze tecniche e professionali, in modo da sostenere l'imprenditoria e coprire posti di lavoro maggiormente qualificati. All'interno del programma si pone inoltre l'obiettivo di guidare tutti i discenti verso l'acquisizione delle competenze necessarie alla promozione dello sviluppo ecosostenibile, dei diritti umani, della parità di genere e delle diversità culturali in generale. Uno degli aspetti previsti riguarda anche le borse di studio, il cui numero dovrà essere implementato soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e in quelli che vivono maggiori difficoltà. Un ultimo riguardo viene poi riservato agli insegnanti qualificati: questi dovranno non solo aumentare in quantità ma anche essere particolarmente attivi nei territori che necessitano di maggiori attenzioni, come ad esempio i piccoli stati insulari in via di sviluppo. Tutti i punti elencati finora, e riportati all'interno dell'Agenda 2030, costituiscono le fondamenta necessarie alla costruzione di una scuola che sia davvero di qualità, universalmente accessibile per tutti e priva di disparità, disuguaglianze e differenze legate all'estrazione sociale o al sesso. IL SISTEMA SCOLASTICO FINLANDESE In forte contrapposizione con la situazione dei Paesi in via di sviluppo precedentemente descritta, ci sono altre realtà che si configurano come modelli virtuosi, dai quali è possibile non solo imparare un nuovo modo di concepire l'apprendimento, ma anche acquisire utili per rafforzare il sistema scolastico nazionale. Un esempio a tal proposito è rappresentato dalla Finlandia. Strategie Qui la formazione inizia con un percorso 0-5 GLOBALIZZAZIONE LA GLOBALIZZAZIONE Il termine "globalizzazione" viene utilizzato per indicare una pluralità di fenomeni legati alla presenza di scambi e rapporti intensificati su scala mondiale. Può quindi essere definita come processo di diffusione sul piano globale di tendenze, idee e problematiche socioeconomiche, grazie soprattutto allo sviluppo dei nuovi mass media e mezzi di comunicazione avvenuto a cominciare dagli anni Novanta (Internet e i suoi derivati). Il libero scambio di idee, le contaminazioni culturali, la possibilità di divenire partecipi delle fortune e delle sventure di popoli lontani è incredibilmente affascinante, un sogno per chiunque non si senta nel proprio intimo il suddito di uno sperduto feudo medievale. La globalizzazione è la figlia legittima delle nuove tecnologie comunicative, che hanno di fatto spalancato le porte del futuro. L'ECONOMIA MONDIALE Ogni settore del vivere quotidiano è stato influenzato e modificato da questo fenomeno e dalle conseguenze che ha portato con sé: l'economia, la cultura e la società si sono evolute e hanno raggiunto forme impensabili fino a pochi decenni fa. Per quanto riguarda il primo aspetto, bisogna ricordare che oggi esiste un mercato globale che collega ogni angolo del Pianeta, le cui dimensioni sono tali da determinare una fitta di rete di scambi internazionali che avvengono a velocità sempre maggiori. Il processo di produzione delle merci ha subito un drastico cambiamento poiché sempre più spesso le aziende decidono di dislocare altrove le proprie sedi, alla ricerca di soluzioni più economiche e vantaggiose in grado di fornire loro gli strumenti adeguati per approdare nel mare del mercato mondiale, fatto di prezzi concorrenziali e rivali molto potenti. Al tempo stesso la vendita non è più limitata ai confini nazionali, ma avviene sempre su scala mondiale, facilitata dalla diffusione di Internet e resa possibile dagli strumenti che questo possiede. Attraverso la rete si possono acquistare prodotti provenienti da ogni angolo del Pianeta e riceverli comodamente dove desiderato, senza dispiego di energie o impegno eccessivo, ma solo grazie a pochi e semplici click. Non diversa è la situazione nel commercio "reale", perché grazie alla presenza delle catene di negozi, in tutte le città del mondo sono venduti e acquistati gli stessi prodotti: si assiste in questo modo a un processo di uniformazione che coinvolge tutti e annulla le differenze esistenti tra i vari Paesi e i loro abitanti. Quanto ora descritto riguarda ogni settore, da quello alimentare all'abbigliamento, passando attraverso il comparto tecnologico e quel lo pubblicitario. ALLA CULTURA GLOBALE Ne deriva un grande cambiamento anche per quanto concerne gli stili di vita, che tendono ad uniformarsi attorno a un unico modello e ad assumere le stesse forme. Le abitudini quotidiane diventano universali: si indossano gli stessi vestiti, si sceglie di mangiare le stesse pietanze, si trascorre il tempo valutando gli stessi hobby, come ad esempio la visione di film o di una serie tv in streaming. Non esiste oggi città che non presenti una scelta più o meno ampia di ristoranti stranieri, all'interno dei quali vengono proposte cucine diverse dalla propria e si tenta di fornire ai clienti un'esperienza culinaria mai provata prima. Se ora sembra quasi scontato mangiare cibo cinese, thailandese o messicano in una qualsiasi città italiana, questo era invece impensabile fino a pochi anni fa, quando il rapporto con realtà straniere poteva avvenire solo grazie ai viaggi intrapresi fuori dal proprio stato. La globalizzazione consente quindi il contatto con culture e stili di vita differenti, alimentando non solo la conoscenza dell'altro ma favorendo anche la capacità di tollerare chi si caratterizza per un modo di essere diverso dal nostro. La fitta rete di scambi commerciali che oggi attraversa tutto il mondo ci rende cittadini della stessa città, quella globale e universale. INTERNET Nulla di quanto ora descritto avrebbe potuto avere luogo senza l'avvento di Internet, che ha stravolto completamente la vita dell'uomo, generando nuove possibilità in ogni ambito del vivere quotidiano. In pochi decenni si sono verificati forti cambiamenti, le cui conseguenze potranno essere valutate solo tra molti anni, quando le novità saranno state completamente assorbite e divenute parte della quotidianità ancor di più rispetto a quanto avvenuto finora. I vantaggi che la diffusione di Internet ha generato sono moltissimi e tutti hanno contribuito ad una sempre più forte radicalizzazione del fenomeno della globalizzazione. È infatti attraverso la rete che i cambiamenti si sono diffusi e hanno raggiunto tutto il mondo, assumendo in ogni ambito le forme precedentemente descritte. La realizzazione di strumenti digitali sempre più evoluti, come gli smartphone e i computer di ultima generazione, ha poi favorito un'ulteriore diffusione della rete Internet, che è riuscita a divenire parte fondamentale della vita di ognuno di noi. Questo ha comportato un cambiamento sostanziale anche nella concezione di spazio, perché attraverso pochi click è possibile raggiungere virtualmente ogni angolo del Pianeta in qualsiasi istante. Lo sviluppo e il potenziamento dei mezzi di trasporto hanno poi reso concreta la fantasia di scoprire anche i Paesi più lontani, poiché oggi tutto è raggiungibile grazie a voli sempre più rapidi e confortevoli. I"NO-GLOBAL" Nell'arco della sua rapida ascesa, la globalizzazione non ha tuttavia incontrato solo pareri positivi: il movimento no-global, sorto alla fine degli anni Novanta, riunisce al suo interno i movimenti di protesta organizzati da quanti si schierano contro il mondo globalizzato e, in particolar modo, contro le multinazionali e il potere da loro esercitato. La prima manifestazione organizzata dai no-global ha avuto luogo come reazione al vertice del WTO (World Trade Organization) che doveva svolgersi a Seattle nel dicembre del 1999 e durante il quale si prevedeva di prendere decisioni importanti in materia di globalizzazione, liberalizzazione dei mercati e telecomunicazioni. A poca distanza, nel 2001, venne poi istituito il primo Social Forum a Porto Alegre, in chiara contrapposizione al World Economic Forum di Davos; nello stesso anno si tennero altre manifestazioni di protesta in Italia, in concomitanza con il G8, che vedeva riunite le maggiori potenze industriali del mondo. Duri furono gli scontri in quest'ultimo caso, tanto da provocare la morte di un manifestante e numerosi feriti. I no-global sostengono che le multinazionali possiedono un potere economico tale da condizionare in maniera prepotente le scelte dei governi verso politiche ambientali ed energetiche insostenibili, favorendo svolte imperialiste o comunque non rispettose delle peculiarità locali, oltre che dannose per i lavoratori. LE REAZIONI SOVRANISTE Accanto alle posizioni no-global ora presentate, sono da ricordare anche altri atteggiamenti di opposizione assunti nei confronti della globalizzazione e delle sue conseguenze. Negli ultimi tempi la scena internazionale è stata infatti interessata da una serie di cambiamenti politici molto importanti che fanno capo a vere e proprie reazioni sovraniste nei riguardi del mondo globalizzato. La globalizzazione ha provocato una crisi dello Stato, che ha perso i propri connotati e la propria identità, sempre più di frequente assorbito all'interno di dinamiche omologanti che rischiano di annientare la personalità del singolo. Forte è quindi la volontà da parte dei cittadini di riacquisire in parte la propria identità, alla luce dei problemi che il mondo globale ha portato con sé, primo fra tutti quello dell'in tegrazione. Nell'attuale mondo globalizzato si sono infatti attuate profonde politiche di apertura, alle quali però non sono seguiti altrettanti controlli, determinando quindi grandi difficoltà di convivenza da parte degli uomini, i quali oggi avvertono più che mai le conseguenze dei grandi flussi migratori avvenuti negli ultimi anni. Il sovranismo si configura in questo caso come chiara reazione alla globalizzazione nel tentativo di recuperare la propria sovranità nazionale. LA PANDEMIA DÀ IL COVID-19 Anche la pandemia da Covid-19 ha evidenziato alcuni problemi dovuti alla globalizzazione, a cominciare dal fatto che oltre alle informazioni e alle merci, anche i virus si diffondono molto più rapidamente in un mondo globalizzato. Inoltre, quando a causa dei lockdown imposti dai governi di tutto il mondo per contenere i contagi, anche gli accessi alle frontiere sono stati limitati, è apparso evidente come uno Stato necessiti della sua indipendenza industriale e commerciale per poter far fronte ad ogni L'ASPETTO FINANZIARIO I numeri da capogiro collegati al nome di Google sono destinati ad aumentare esponenzialmente, come dimostrato dalle quotazioni azionarie connesse con il celebre marchio: già nel 2004 il valore della società era di circa 27 miliardi di dollari, mentre oggi oscilla attorno a 1,1-1,2 miliardi. L'aspetto finanziario inevitabilmente legato al motore di ricerca ruota ancora una volta intorno ad una lettura accurata dei bisogni degli utenti: la pubblicità contestualizzata e localizzata consente infatti di situare annunci specifici all'interno di categorie attinenti, nella convinzione che nessun utente possa mostrare insofferenza nei confronti di una pubblicità la quale, nella sostanza, si collega concretamente alla ricerca da lui effettuata e comunque ai suoi gusti. Non sorprende dunque la presenza di spazi pubblicitari dedicati al mercato librario all'interno di un sito internet che tratta argomenti letterari, così come non stupisce rintracciare pubblicità delle ultime automobili lanciate sul mercato all'interno di una pagina dedicata ai motori. IL CRITERIO PAGERANK È una strategia semplice ma straordinaria, che poggia le sue radici sul terreno dell'osservazione, si eleva attraverso la forza della comprensione e si fortifica attraverso la soddisfazione dell'utente. Ed è attorno a questa considerazione che ruota l'intero impianto posto alla base di Google: secondo il criterio adottato, noto con il nome di Pagerank, l'ordine di comparizione delle pagine web dipende esclusivamente dalla fortuna delle stesse, nella convinzione che un numero elevato di utenti possa garantire il successo dei contenuti. A questa considerazione di base vanno poi sommate l'anzianità della pagina, il numero di visitatori e una serie di criteri legati alle decisioni interne della società stessa. La scelta di tutti diventa quindi quella preferibile perché considerata più attendibile e soddisfacente. I CONFINI DELLA CONOSCENZA Google ha modificato, in pochissimo tempo, l'esistenza dell'uomo nella sua interezza, giungendo ad abbracciarne tutte le possibili ramificazioni; ha mutato non solo la vita della collettività, ma anche e soprattutto quella del singolo individuo. Se in passato ricercare informazioni poteva diventare un processo lungo e articolato, è ora invece possibile accedere ad una quantità infinita di nozioni in un tempo considerevolmente breve; con pochi gesti spesso divenuti meccanici è infatti consentita la consultazione di materiale situato e prodotto in ogni parte del globo. Ogni curiosità, ogni dubbio e persino le perplessità legate alla vita quotidiana trovano rapida soluzione all'interno delle proposte avanzate da Google; non solo nozioni scritte, ma anche immagini e video che contribuiscono a rendere la fruizione da parte degli utenti sempre più agevole e interessante. I confini della conoscenza, prima inevitabilmente collegati alle mura di biblioteche e templi del sapere, sono ora invece scomparsi, cedendo il posto a un panorama più ampio del quale appare quasi impossibile tracciare i confini. LE CONSEGUENZE È tuttavia importante sottolineare che, come spesso avviene in seguito ad imponenti rivoluzioni, le conseguenze non sono del tutto positive: l'utilizzo meccanico del motore di ricerca e di Internet, in generale, ha infatti provocato un radicale cambiamento nel modo stesso di pensare, influendo in tal modo sulla vita concreta e quotidiana. Quella che viene definita, in psicologia, memoria transattiva, è quanto si verifica ogni volta che l'utente chiede a Google di ricordare informazioni per suo conto: se in passato si ricorreva all'ausilio di familiari e persone reali, nei tempi più recenti il computer ha sostituito l'essere umano secondo un processo rapido e incontrollato. Tutte le informazioni di cui l'uomo ha bisogno sono rapidamente a portata di mano, a portata di click: uno schermo annienta la naturale propensione alla ricerca faticosa e selettiva. Tutto ciò che in passato veniva guadagnato e compreso con grande dispiego di energia è ora ottenuto con facilità e velocità. Sono queste le due parole chiave necessarie a comprendere l'innovazione sviluppatasi negli ultimi vent'anni, che muove i suoi passi seguendo e inglo bando al proprio interno i cambiamenti propri della vita dell'uomo. La comunicazione immediata, la condivisione istantanea e la ricerca veloce passano attraverso un continuo tentativo di rifuggire qualsiasi sforzo o impegno. Google è dunque diventato lo strumento che riesce a pensare per l'uomo, garantendo risultati sicuri e in linea con gli obiettivi preposti; ogni giorno sono numerosissime le ricerche effettuate, specchio e testimonianza della curiosità innata e spontanea dell'essere umano; qualsiasi quesito trova rapida soluzione, permettendo al singolo di continuare la sua corsa inarrestabile nella quotidianità. Impossibile fermarsi a pensare, quasi impensabile nella maggior parte dei casi ricorrere a strumenti apparentemente desueti come libri o enciclopedie, quando in pochi attimi tutte le soluzioni sono fornite in modo semplice e lineare. I benefici derivanti dall'avvento di Google e della tecnologia in generale sono indubbiamente innumerevoli, perlopiù legati alla diffusione del sapere e alla possibilità universalmente concessa di accedere a un numero sempre elevato di informazioni. IL TEMPO Non bisogna tuttavia dimenticare la sostanza stessa del sapere che, seppur attraverso forme diverse, deve avere come scopo ultimo la crescita dell'uomo nella sua globalità: conoscere e apprendere vuol dire anche ragionare su quanto scoperto, interrogarsi sulle questioni più profonde e riflettere sulla sostanza stessa della nozione in oggetto. La conoscenza, per poter essere definita tale a tutti gli effetti, si compone per sua natura di un elemento essenziale, un elemento di cui sempre più di frequente la tecnologia cerca di privare l'uomo perché considerato un ostacolo allo scorrere quotidiano degli eventi: il tempo. Google fornisce immediatezza e rapidità, tuttavia il sapere richiede tempo. Tempo per cercare, per comprendere, per assimilare. Ma anche diversificazione e indipendenza delle fonti. E in questo i libri sono e resteranno fondamentali! LA NASCINTA DI INTERNET MARZO 1989 Nel marzo del 1989 l'informatico britannico Berners Lee presenta per la prima davanti al CERN di Ginevra la descrizione di un sistema per gestire l'enorme quantità di informazioni legata agli esperimenti condotti all'interno dell'Organizzazione stessa. Tale presentazione rappresenta un punto fondamentale per la storia dell'uomo perché tale meccanismo è il principale strumento attualmente al servizio di Internet. Attraverso il World Wide Web gli utenti possono infatti navigare tra i contenuti presenti in rete in modo ipertestuale attraverso rimandi precisi e molto immediati. L'invenzione verrà resa pubblica soltanto nel 1991, mentre due anni dopo il CERN dichiarerà che la tecnologia www è liberamente utilizzabile da tutti, senza dover pagare alcuna tassa al centro di ricerca. LE INIZIATIVE DI BERNERS LEE Attualmente Berners Lee si occupa di due organizzazioni principali, la World Wide Web Consortium e la World Wide Web Foundation: la prima è un'organizzazione non governativa che ha il compito di promuovere Internet nel mondo, mentre la seconda ha come obiettivo quello di renderlo aperto e accessibile in ogni parte del globo. L'intento dell'informatico Berners Lee è di fare in modo che il Web sia riconosciuto come diritto umano fondamentale per il benessere collettivo; in molte occasioni ha infatti precisato che questo è oggi divenuto "una piazza, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, un ufficio, un cinema, una banca e molto altro", per cui occorre creare una rete che sia in grado di diffondere pari opportunità e uguali possibilità creative ovunque. LA NASCITA DI INTERNET È tuttavia importante ricordare che esiste una differenza sostanziale tra Internet e World Wide Web poiché quest'ultimo rappresenta solo uno strumento di utilizzo del primo. Internet nasce infatti prima del web, sul finire degli anni Settanta e con il nome di Arpanet; l'intento originario era di creare una comunicazione diretta tra gli elaboratori elettronici di enti governativi e militari in ragione di motivazioni persino nuove professioni legate al mondo del web e dedicate alla gestione della dimensione digitale delle imprese. Senza dimenticare i numerosi colloqui che avvengono in videochiamata, consentendo il diretto contatto tra individui situati in zone molto lontane tra loro a costo zero. Internet ha raggiunto ogni tipo di mestiere e ne ha radicalmente modificato l'assetto e le linee guida. Un'ultima menzione va poi fatta per quanto riguarda lo smart working, che a partire dalla primavera del 2020, quando tutto il mondo si è fermato a causa della pandemia da Covid-19, si è largamente diffuso e ancora oggi viene adottato da moltissime aziende. Lavorare da casa è possibile grazie a Internet, che garantisce connessioni costanti e stabili, permettendo dunque l'interazione e il confronto tra persone che fisicamente si trovano molto distanti. È un cambiamento enorme, destinato a mutare in modo considerevole il mondo del lavoro nell'immediato futuro. L'INCERTEZZA DEL FUTURO Quanto delineato finora evidenzia quindi la necessità di considerare il fenomeno in modo del tutto originale, poiché non sono rintracciabili nel passato eventi o situazioni simili a cui far riferimento. L'incertezza di cui normalmente si nutre il domani si colora in questo caso di tinte e sfumature particolari, influenzate dal mistero che ogni novità porta con sé. Mai come in questo caso occorre dunque adottare nei confronti del futuro un atteggiamento nuovo: sintonizzarsi e, con crescente curiosità, stare a guardare le continue novità che il mondo di Internet ci mostrerà. ERASMUS LA NASCITA DEL PROGETTO Dopo oltre trent'anni dall'istituzione dell'ambizioso programma Erasmus per lo scambio degli studenti tra le università, prova a tirare le somme in merito a un progetto destinato a forgiare sempre più le nuove generazioni. Il progetto Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, deve in parte il suo nome allo studioso Erasmo da Rotterdam che nel corso della sua vita ha viaggiato a lungo per scoprire, conoscere e comprendere le popolazioni europee. Istituito nel 1987, il programma Erasmus concede la possibilità agli studenti europei di trascorrere un periodo di soggiorno e studio all'estero, secondo formule che variano dai tre ai dodici mesi. Il tempo trascorso lontano dal proprio paese d'origine diventa per tanti giovani l'opportunità di conoscere dimensioni diverse dalla propria, di entrare in contatto con un paese straniero e le sue istituzioni, ma anche di scoprire sé stessi più nel profondo. Dal 2014 il progetto ha assunto il nome di Erasmus+ per l'Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport, legandosi non solo a istituti di formazione e università, ma anche a partner innovativi, nell'intento di creare un saldo legame tra formazione e lavoro sul piano europeo. STATISTICHE In più di trent'anni di attività, Erasmus ha mobilitato circa 10 milioni di persone, di cui metà sono studenti dell'istruzione superiore. Il numero dei giovani universitari europei che aderiscono al progetto cresce ogni anno e si attesta attorno ai 300mila per anno accademico. Stando ai dati più recenti, solo nel 2022 sono stati approvati più di 600 progetti di mobilità, con un incremento dell'82% rispetto all'anno precedente, un finanziamento di oltre 36 milioni di euro e il coinvolgimento di quasi 13mila studenti e 9mila insegnanti. La meta preferita dagli studenti italiani è nettamente la Spagna, seguita da Francia, Germania e Portogallo per una permanenza media di 6 mesi; nel caso dei tirocini, che in genere durano 3 mesi, le scelte maggiori ricadono su Spagna, Regno Unito, Germania e Francia. L'età media per gli studenti si attesta intorno ai 23 anni, mentre sale a 25 nel caso di stage e tirocini; a scegliere l'esperienza all'estero sono maggiormente le donne (59% per motivi di studio, 63% nel caso di occupazioni lavorative). Tra tutti gli atenei italiani, il primato per studenti Erasmus in uscita va all'Alma mater studiorum di Bologna, seguita da Padova, dalla Sapienza di Roma, Torino, Napoli, Firenze e Milano. Al contrario, le università italiane predilette dagli stranieri sono l'ateneo di Bologna, il Politecnico e la Sapienza di Roma. Importante è inoltre ricordare che l'Alma Mater di Bologna è la quarta meta preferita dagli studenti Erasmus di tutta Europa. Si tratta di numeri in continua ascesa e destinati a crescere ulteriormente negli anni futuri, considerato il successo delle esperienze svolte dagli studenti all'estero. Una novità interessante riguarda invece la mobilità degli adulti: nell'ultimo anno sono stati approvati oltre 70 progetti di mobilità, che coinvolgono più di 500 discenti adulti e circa 1300 educatori, formatori e altro personale del settore. LE RAGIONI PER ANDARE IN ERASMUS Ma cosa spinge tanti giovani a lasciare la propria terra per partire verso l'ignoto? Il desiderio di scoprire, l'ambizione di conoscere, la volontà di cambiare e rendere unica la propria vita: questi i motori che animano la maggioranza dei partecipanti. Come già evidenziato in precedenza, sono sempre più numerosi gli studenti che scelgono di aderire al progetto; la fortuna dello stesso è dovuta alla fama che ha assunto nel corso degli anni e alla sempre maggior condivisione dell'esperienza vissuta da parte dei partecipanti. Chi sceglie di partire torna arricchito e motivato e desidera condividere quanto più possibile la bellezza dei mesi trascorsi all'estero, riuscendo frequentemente a suscitare curiosità e desiderio di andare anche nei compagni rimasti "a casa". Ma questo non è l'unico fattore determinante. Nei tempi più recenti è infatti cambiata la forma mentis di tanti cittadini europei e di tante famiglie che scelgono di assecondare la volontà dei propri figli; fino a poco più di vent'anni fa si guardava con apprensione ai giovani che vivevano all'estero lontano da casa, mentre ora questa è divenuta quasi una consuetudine. La dimensione europea di condivisione e accettazione ha influenzato la vita di tutti i cittadini, determinando una piena consapevolezza e conoscenza dell'esperienza Erasmus. Studio, conoscenza, comprensione: questi i cardini fondamentali sui cui fa leva il progetto. OPINIONI POSITIVE Tanti gli aspetti positivi: secondo stime recenti, le condizioni occupazionali e salariali sul mercato del lavoro sono decisamente migliori per gli studenti che hanno aderito al programma. Durante i mesi all'estero, infatti, si acquisisce una maggior consapevolezza di sé e una forte fiducia nelle proprie capacità, tanto da ottenere un miglior rendimento lavorativo in futuro. La capacità di adattamento e una curiosità costante sono solo due delle caratteristiche che gli studenti Erasmus dimostrano di aver raggiunto dopo i mesi di soggiorno e studio all'estero, e sono proprio questi alcuni dei presupposti richiesti da gran parte dei datori di lavoro. Riuscire a padroneggiare una lingua straniera è poi il primo tra i vantaggi derivanti da un'esperienza Erasmus. Secondo uno studio condotto da Parey e Waldinger, il programma ha generato un aumento considerevole (intorno al 15%) delle possibilità di lavoro all'estero da parte dei partecipanti; recentemente, De Pietro ha stabilito che l'Erasmus determina una maggior certezza di lavoro futuro per gli studenti che vi hanno aderito. Il tasso di disoccupazione per chi ha vissuto all'estero è del 23%, esattamente la metà di quello previsto per i compagni rimasti "a casa". Secondo la relazione di Androulla Vassiliou, ex commissaria per l'istruzione, gli studenti Erasmus presentano ulteriori meriti da segnalare: il 33% di loro ha una relazione stabile con un partner di altra nazionalità, il 27% ha incontrato il proprio compagno durante il soggiorno all'estero, il 40% si è trasferito all'estero per lavoro dopo il conseguimento della laurea e il 93% immagina il proprio futuro in un Paese diverso dal proprio. In ragione dei dati appena riportati è semplice comprendere la fortuna che il progetto ha avuto e ha nei tempi più recenti: i tassi di disoccupazione giovanile sono sempre molto alti, per cui tanti scelgono di tentare una via altra, di mettersi in gioco e arricchire non solo il proprio curriculum vitae, ma anche e soprattutto il proprio bagaglio culturale. Importante è ricordare che molti nomi di spicco tra i personaggi politici del panorama europeo sono strettamente collegati con l'esperienza Erasmus, a testimonianza del ruolo fondamentale che questo progetto può ricoprire per la formazione e la crescita personale. OPINIONI NEGATIVE Le opinioni non sono tuttavia egualmente condivise: c'è infatti chi considera i mesi trascorsi all'estero solo come una vacanza concessa dallo Stato agli studenti, durante la di ridurre al massimo ogni dispersione, dal momento che può trasmettere potenza alle ruote direttamente. La macchina elettrica, inoltre, è estremamente scattante, disponendo di una coppia eccezionale a tutti i regimi; questo significa che in qualsiasi momento schiacciamo l'acceleratore, abbiamo subito tantissima energia. D'altro canto, avere a disposizione tanta energia nell'immediato riduce però la performance in termini di velocità massima, rispetto ai veicoli a propulsione endotermica, restan do comunque più che dignitosa. Aggiungere che il motore elettrico ha bisogno di una minore manutenzione rispetto a quello a combustione, in quanto non ha pistoni, ma solo una parte in movimento che si chiama rotore, inoltre non utilizza né olio, né filtri. Si può riassumere dicendo che ha un'efficienza completamente diver sa rispetto a un motore a combustione. Basti pensare a come diventa caldo il cofano di una macchina a combustione interna per capire quanta energia venga dispersa sotto forma di calore, mentre il motore elettrico è persino in grado di recuperare l'energia cinetica della macchina in movimento. PROBLEMI LEGATI ALLA MOBILITÀ ELETTRICA Accanto ai vantaggi sussistono però ancora dei punti critici che impediscono alle autovetture elettriche di soppiantare le automobili a benzina o a gasolio. Tra questi c'è sicuramente il prezzo iniziale di acquisto, che nonostante i bonus statali, riservati a chi sceglie un'auto elettrica, resta ancora troppo elevato per il consumatore medio. Tuttavia, in un orizzonte temporale di almeno dieci anni, i risparmi sulla manutenzione, sul bollo e sulla ricarica elettrica, più economica rispetto a un pieno di benzina o gasolio, dovrebbero rendere favorevole il costo chilometrico di gestione, sempre che non spuntino fuori spiacevoli sorprese legate alla durata del propulsore e delle batterie oppure all'incremento del costo dell'energia. C'è poi il problema legato alle infrastrutture di ricarica, le cosiddette colonnine elettriche, le quali sia in Italia che nel resto dell'Europa non sono neanche lontanamente sufficienti a coprire la rete stradale. L'obiettivo europeo è quello di raggiungere il milione di colonnine elettriche pubbliche installate entro il 2025, ma non siamo neppure a metà strada. Inoltre, mentre alcune zone economicamente più sviluppate hanno una concentrazione sufficiente di colonnine, in altre, come il Sud Italia, la loro rarità scoraggia inevitabilmente l'acquisto di un mezzo full electric. Un altro punto cruciale è quello dei tempi di ricarica, che variano notevolmente a seconda del tipo di colonnina e della potenza del caricatore, ma che comunque sono molto maggiori rispetto all'operazione di rifornimento presso un benzinaio. Attualmente per una ricarica completa in modalità rapida occorre circa un'ora, ma se si adoperano sistemi più lenti i tempi diventano biblici. In sostanza, l'auto totalmente elettrica s adatta principalmente a un utilizzo a corto e medio raggio. Le batterie utilizzate attualmente sono agli foni di litio e consentono una percorrenza non troppo lontana da quella dei motori a combustio ne interna. Per anni uno dei limiti delle auto elettriche era stata proprio l'autonomia, ma in questa direzione si sono fatti dei veri e propri passi da gigante Le auto elettriche si sono avvalse, per la loro evoluzione, anche delle ricerche effettuate per lo sviluppo delle batterie degli smartphone, prodotto simbolo della nostra era che condivide l'esigenza di mantenere un peso leggero e mantenere a lungo la carica. Per le automobili è infatti necessario adottare batterie in grado di garantire una grande riserva di energia, senza appesantire eccessivamente il veicolo, per fornire prestazioni all'altezza, consumi ragionevoli e un'ampia percorrenza in termini chilometrici, senza dover continuamente provvedere alla ricarica. Un'importante novità tecnica potrebbe arrivare in un vicino futuro dalle batterie a stato solido, che sono in grado di immagazzinare un quantitativo di energia molto superiore a parità di spazio e peso, consentendo alle auto elettriche un'autonomia davvero eccezionale. Esse funzionano in modo simile a quelle attuali, soltanto che gli elettroni, anziché attraversare una sostanza liquida, passano attraverso materiali come la ceramica, che sono appunto solidi. Tuttavia si tratta di batterie molto più costose da produrre su larga scala, quindi occorrerà attendere gli sviluppi progettuali in ambito industriale. Infine va sottolineato quanto sia importante per l'ambiente, nell'ambito di un concreto passaggio all'elettrificazione dei veicoli, riuscire a produrre l'energia elettrica necessaria ad alimentarli con sistemi ecologici, come il fotovoltaico e l'eolico, traguardo ancora lontanissimo. LA MICROMOBILITÀ ELETTRICA Parallelamente nelle città si sta diffondendo il fenomeno della micromobilità elettrica; monopattini ed e-bike, infatti, consentono di muoversi velocemente e a zero emissioni per l'ambiente, rinunciando magari a prendere un mezzo più inquinante. Questo tipo di mezzi si presta particolarmente alla cosiddetta sharing mobility. Utilizzando apposite app è infatti possibile localizzare un mezzo elettrico disponibile nelle vicinanze e utilizzarlo pagando esclusivamente il costo dei chilometri. Giunti a destinazione si lascia il veicolo in corrispondenza di una colonnina per la ricarica della batteria, pronto per essere noleggiato da qualcun altro. VERSO UN FUTURO ECOSOSTENIBILE In conclusione, ci stiamo incamminando verso un futuro in cui ci si potrà spostare senza più inquinare l'ambiente, in modo pienamente ecosostenibile. Se attualmente i costi sono ancora troppo elevati perché tutti possano scegliere un veicolo elettrico, così come in passato è avvenuto con i mezzi a combustione interna, sono certo che in futuro le aziende automobilistiche, raggiungendo un numero di vendite maggiori e migliorando le economie di scala, riusciranno ad abbattere notevolmente le spese di produzione. GLI OBIETTIVI DELL'AGENDA 2030 LA NASCITA DELL'AGENDA 2030 Tutti i Paesi e tutte le parti in causa, agendo in associazione collaborativa, implementeranno questo programma Siamo decisi a liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e voglia mo curare e salvaguardare il nostro Pianeta. Siamo determinati a fare i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per portare il mondo sulla strada della sostenibilità e della resilienza. Nell'intraprendere questo viaggio collettivo, promettiamo che nessuno verrà trascurato." Queste le parole contenute nell'atto di nascita dell'Agenda 2030, un programma d'azione e di cambiamento molto importante con cui si prevede di mutare le sorti dell'intera umanità, formulando soluzioni concrete per migliorare la vita delle persone sotto molteplici punti di vista. L'Agenda 2030 è un programma d'azione per le persone, il Pianeta e la prosperità articolato in 17 punti, ognuno dei quali riguardante un aspetto importante su cui lavorare per rendere migliore il mondo intero. Il progetto viene elaborato nel corso del 2015 e approvato, dai 193 Stati dell'Assemblea Generale dell'Onu, il 25 settembre dello stesso anno con il titolo Trasformare il nostro mondo. L'Agenda 2030 per lo svi luppo sostenibile: si tratta di obiettivi che coinvolgono il mondo intern e perché prevedono un'azione concreta da parte di governi e cittadini. Come ribadito dal documento ufficiale che ne sancisce la nascita, YAgenda 2030 segue i principi della Carta delle Nazioni Unite, nel pieno rispetto del diritto internazionale e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La volontà di mettere in piedi un progetto cosi ambizioso deriva da un'analisi accurata del mondo contemporaneo, che, nonostante gli im portanti passi avanti compiuti negli ultimi decenni, presenta ancora molte problematiche da dirimere al più presto. Per la prima volta leader di tutto il mondo si riuniscono per stabilire un obiettivo comune e individuare una strada da percorrere che sia universalmente valida. 1 "goal" elencati all'interno di questo fondamentale progetto sono i seguenti: sconfiggere la povertà, sconfiggere la fame, buona salute e be nessere, istruzione di qualità, parità di genere, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, energia pulita e accessibile, buona occupazione e crescita economica, innovazione e infrastrutture, ridurre le disuguaglianze, città e comunità sostenibili, utilizzo responsabile delle risorse, lotta contro il cambiamento climatico, utilizzo sostenibile del mare, utilizzo sostenibile della terra, pace e giustizia, partnership per gli obiettivi. OBIETTIVI SOSTENIBILI Gli obiettivi elencati all'interno dell'Agenda sono definiti "per lo sviluppo sostenibile", ma cosa significa in realtà questo aggettivo? Il concetto di sostenibilità, impiegato per la prima volta durante la prima conferenza ONU sull'ambiente nel 1972, costituisce oggi concetto di lavoro dignitoso raccoglie, in questo caso, una molteplicità di interventi dif ferenti, tra cui l'eliminazione del lavoro forzato e di quello minorile in tutte le loro forme: la tutela dei diritti dei lavoratori e la creazione di un ambiente di lavoro sicuro e protetto; il sostegno al commercio per Paesi in via di sviluppo e un'attenzione particolare nei confronti dei più giovani. Il goal riferito alle imprese, innovazione e infrastrutture prevede invece un supporto concreto allo sviluppo economico e al benessere dell'uomo, da realizzarsi in chiave inclusiva e sostenibile. Per tale ragione si prevede un aggiornamento delle infrastrutture, al fine di renderle sostenibili e di migliorarne la resa e la produttività; in ragione dell'obiettivo di partenza si prevede poi di potenziare la ricerca scientifica, anche incoraggiando l'assunzione di nuovi lavoratori. Il punto numero 10 riguarda invece la riduzione delle disuguaglianze: il traguardo da raggiungere, in questo caso, è la crescita della ricchezza per le fasce di popolazione dal reddito basso e medio-basso, a un ritmo superiore alla media nazionale. Per ottenere una piena uguaglianza si rende necessario promuovere l'inclusione sociale, economica e politica a prescindere dall'età, dal sesso, dalle disabilità, dalla razza, dall'etnia, dall'origine, dalla religione, dallo status economico. La parità riguarda inoltre anche importanti politiche salariali e di protezione sociale, da raggiungere mediante una più adeguata regolamentazione dei mercati internazionali. Tra i punti fondamentali si segnalano anche la riduzione al di sotto del 3% dei costi di transazione applicati alle rimesse di denaro effettuate dai migranti e l'eliminazione dei corridoi di rimesse con costi superiori al 5%. CITTÀ SOSTENIBILI, PRODUZIONE RESPONSABILE E LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO Rendere le città realmente sostenibili, come specificato nel punto 11, vuol dire non solo dare vita a quartieri adeguati, ma anche prevedere l'ammodernamento di quelli più poveri. Importanti sono anche i mezzi di trasporto, che dovranno non solo divenire sostenibill, ma an che più sicuri e convenienti, volgendo un'attenzione particolare al più fragili, alle donne, ai bambini e agli anziani. Nell'ambito delle città rientra anche la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, che andrà protetto in modo concreto. Inoltre dovranno essere favoriti i rapporti economici, sociali e ambientali tra le zone urbane, periurbane e rurali, implementando al tempo stesso le politiche indirizzate verso una maggiore inclusione e resilienza ai disastri. Nessuna città potrà dirsi definitivamente sostenibile senza un consumo e una produzione responsabili ed è infatti proprio a questi due aspetti che è stato dedicato il goal numero 12: per tale ragione si preve de di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti, favorendone il riciclaggio e il riutilizzo. Tutte le imprese più grandi dovranno adottare pratiche sostenibili, mentre ai Paesi in via di sviluppo viene richiesto di rafforzare le capacità scientifiche e tecnologiche, in modo da poter raggiungere produzioni maggiormente sostenibili. La lotta al cambiamento climatico, collocata alla posizione numero 13, costituisce uno degli aspetti ormai più noti dell'Agenda 2030: il programma prevede di migliorare la sensibilizzazione e la capacità umana riguardo ai cambiamenti climatici, per quanto concerne in particolar modo la riduzione dell'impatto e l'allerta precoce. Solo sviluppando la consapevolezza è infatti possibile raggiungere gli obiettivi proposti. VITA SOTT'ACQUA E VITA SOTTO TERRA Alla vita sott'acqua e a quella sulla terra sono invece dedicati due punti differenti: per la prima si prevede di ridurre l'inquinamento marino e gestire in modo sostenibile gli ecosistemi, aumentando anche i benefici economici derivanti dall'uso responsabile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e per quelli meno sviluppati. Per quanto concerne invece la vita sulla Terra, l'obiettivo è di combattere la desertificazione, garantire la conservazione degli ecosistemi montani e attuare misure significative per ridurre il degrado degli habitat naturali e impedire la dispersione della biodiversità. Un'attenzione ulteriore viene dedicata al bracconaggio, che dovrà essere combattuto e ostacolato, favorendo maggiori opportunità di sostentamento che siano al contempo sostenibili. PACE E GIUSTIZIA, PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI Il goal numero 16 prevede invece di raggiungere ovunque pace e giustizia, nonché istituzioni solide; per tale ragione dovranno essere ridotte tutte le forme di violenza e dovrà essere garantita parità di accesso alla giustizia per ogni cittadino. Ed è per questo motivo che occorre dare vita a istituzioni efficaci e responsabili, rafforzando al tempo stes so la partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alla governance globale. L'ultimo obiettivo, invece, è dedicato alla partnership per gli obietti vi tutti i Paesi dovranno contribuire allo sviluppo collettivo, ciascuno secondo le proprie possibilità. Al tempo stesso si prevede di dare vita a un mercato senza dazi, migliorando di conseguenza la stabilità macroeconomica globale. Per analizzare i traguardi raggiunti l'intento è di dare vita a sistemi di misurazione dell'avanzamento verso lo sviluppo sostenibile, complementari alla misurazione del PIL, supportando al tempo stesso l'implementazione di capacità statistiche nei Paesi in via di sviluppo. CONCLUSIONE Quelli elencati e delineati sono dunque i 17 obiettivi previsti dall'Agenda 2030: si tratta di traguardi piuttosto ambiziosi, il cui raggiungimento permetterebbe di dare vita a un mondo nuovo, improntato su ideali di uguaglianza e libertà, nonché attento alle esigenze di ogni singolo Paese. La scelta dei governi di aderire a questo progetto è inevitabilmente collegata ad una necessaria azione anche da parte dei cittadini, poiché ognuno è chiamato a fare la propria parte per contribuire alla realizzazione dell'obiettivo comune. L'arco temporale previsto per la realizzazione dei vari goal era in partenza di 15 anni e probabilmente il tempo rappresenta proprio il più grande ostacolo per l'Agenda 2030: trasformare in modo così radicale il mondo costituisce per molti quasi un'utopia e forse tale considerazione non è del tutto sbagliata. E comunque importante aver messo su carta, per la prima volta in modo chiaro e universale, tutte le problematiche che affliggono il mondo di oggi: la volontà di agire per arrivare ad una soluzione costituisce il primo e più importante motore di un cambiamento che, sebbene forse non arriverà entro il 2030, potrà tuttavia realizzarsi negli anni successivi. L'Agenda 2030 diventa quindi il primo passo importante compiuto verso una direzione nuova, verso un impegno maggiore e consapevole per costruire un mondo più equo, rispettoso dell'ambiente e solidale. IL FENOMENO DEI TIKTOKER LA STORIA DI TIK TOK Sviluppata in Cina nel 2016, l'app Tik Tok ha raggiunto rapidamente una fama considerevole, al punto da divenire uno dei social network più utilizzati al mondo. Dall'enorme fortuna ottenuta è scaturito il fenomeno dei tiktoker, utenti specializzati nella creazione di video capaci di bucare lo schermo e coinvolgere un pubblico vastissimo. TikTok è un social network nato in Cina nel 2016 inizialmente con il nome di Musical.ly, acquistato solo in seguito dall'azienda cinese ByteDance. La prima versione risale al 2014 quando venne brevettata questa piattaforma capace di unire musica e video all'interno di un unico social: agli utenti veniva infatti data la possibilità di caricare contenuti di durata variabile, modificandone non solo la velocità ma anche la modalità di riproduzione. L'opportunità di filmarsi durante un'esibizione di ballo più o meno professionale fa in modo che questo social ottenga in breve tempo molta fama, riscuotendo successo soprattutto tra i più giovani. Ed è nel 2017 che la società Byte Dance decide allora di acquistare la fortunata piattaforma social per una somma pari a circa 750 milioni di euro, provvedendo anche a cambiarne il nome, che diventa appunto quello attuale, TikTok. Nel giro di pochissimi anni il rinnovato TikTok viene apprezzato in tutto il mondo, al punto che tra il 2019 e il 2020 supera il miliardo di utenti attivi. Ne consegue che la stessa ByteDance guadagna una visibilità straordinaria, fino ad essere valutata oltre 75 miliardi di dollari. Per arrivare ai tempi più recenti, secondo le stime T'applicazione è stata scaricata più di tre miliardi di volte: si tratta di numeri incredibili che lasciano presagire una fortuna ancora maggiore negli anni futuri. IL FUNZIONAMENTO Khaby Lame non solo milionario ma anche noto all'intera comunità internazionale, come dimostrato dalla partnership pluriennale firmata con Hugo Boss e dalla sua presenza come membro della giuria durante il Festival di Cannes del 202Grazie al successo ottenuto la sua vita è cambiata per sempre, si è trasferito a Milano e ha assicurato un discreto benessere a tutta la sua famiglia, di umili origini. A quanti gli chiedono dei programmi per il futuro la sua risposta è sempre la stessa, cioè diventare attore e riuscire a vincere un Oscar. Un altro celebre volto di TikTok è quello di Charli D'Amelio, oltre 148 milioni di seguaci: nata negli Stati Uniti nel 2004, il suo settore è, almeno agli esordi, la danza, disciplina nella quale è una vera professionista. Nel 2019 pubblica per la prima volta un video in cui balla insieme ad una sua amica: da quel momento la fama del suo profilo cresce costantemente al punto che per oltre due anni rimane la più seguita in assoluto, verrà superata solo nel 2022 proprio da Khaby Lame Op suoi contenuti sono in parte cambiati perché non si occupa più esclu sivamente di danza ma realizza anche video di ambito beauty, moda o make-up, in collaborazione con grandi aziende sponsor Testimonianza della grande fortuna raggiunta dalla giovane è la serie-documentario The D'Amelio Show, con protagonista l'intera famiglia della tiktoker, il cui intento è far conoscere al pubblico la quotidianità che si nasconde dietro tanta fama e anche le numerose difficoltà che ne possono derivare. Charli è inoltre apparsa in alcune trasmissioni americane e ha persino raggiunto il cinema lavorando come doppiatrice in un film di anima zione. Una carriera in continua ascesa che lascia dunque tutti piuttosto incuriositi riguardo a ciò che potrà ancora accadere in futuro. Accanto a questi due importanti nomi, tante altre sono le personalità capaci di farsi strada nel mondo di TikTok e di raggiungere un'ottima visibilità: nella maggior parte dei casi si tratta di giovanissimi. LA GRANDE FORTUNA DI TIK TOK Il grande successo riscosso da TikTok negli ultimi anni ha spinto tanti personaggi famosi ad approdare su questa piattaforma per evitare di rimanere esclusi dalla novità e, di conseguenza, perdere la fama posseduta; è, ad esempio, il caso di Chiara Ferragni, celebre influencer internazionale e regina incontrastata di Instagram. Su TikTok il suo profilo è seguito da oltre 6 milioni di follower (a fronte degli oltre 28 totalizzati sull'altro social network) e qui la giovane imprenditrice pubblica video che riguardano la sua quotidianità. Simile è il caso di Will Smith, che dal grande schermo è approdato su TikTok, dove è seguito da quasi 73 milioni di persone: i contenuti postati sono in questo caso perlopiù spiritosi e ricalcano la personalità dell'attore, già ampiamente apprezzata dal pubblico internazionale. Questi due casi, sebbene differenti, sono dimostrazione evidente della fortuna che Tik Tok ha raggiunto negli ultimi anni, al punto da coinvolgere ogni settore. Non bisogna dimenticare che persino personaggi di spicco della politica contemporanea sono approdati sulla piattaforma, sia per non perdere consensi, sia per tentare di acquisirne di nuovi. PROSPETTIVE FUTURE Nel mondo globalizzato in cui viviamo i social network ricoprono un ruolo di primo piano perché ampiamente utilizzati in ogni settore, compreso ovviamente quello lavorativo. Se però fino a qualche tempo fa il mondo virtuale rimaneva saldamente separato da quello reale, ne gli ultimi anni questa barriera è stata infranta e i due universi si trova no a convergere tra loro. Tik Tok si diffonde proprio nel periodo in cu avviene questa transizione, le storie di Khaby Lame o Charli D'Amelio sono chiara dimostrazione dell'importanza che i social network rivesto no oggi, entrambi sono infatti riusciti ad oltrepassare gli schermi de loro smartphone e a raggiungere il mondo esterno, divenendo volti noti a tutti, Come detto in precedenza, TikTok è oggi una delle piattaforme più conosciute al mondo e la fortuna ottenuta ha permesso di raggiungere chiunque, coinvolgendo sia i ragazzi che gli adulti. Le ragioni di questo successo sono molte, ma ne spiccano certamente due: la prima riguar da la possibilità di interagire con un sistema in grado di capire i gusti dell'utente e di proporre contenuti in linea con queste preferenze; in questo modo l'intrattenimento diventa estremamente piacevole perché corrisponde a ciò che il singolo soggetto vuole realmente vedere. La seconda ragione si lega invece alla possibilità, concessa a tutti, di diventare delle star, piccole o grandi, dando vita a contenuti originali: ogni persona può avere il proprio momento di celebrità e questa potenzialità attira un pubblico sempre più vasto, desideroso di farsi conoscere e di ottenere apprezzamenti. Di recente nascita rispetto ai suoi cugini social, TikTok ha già segnato la storia. Per scoprire chi saranno i tiktoker del domani non resta dunque che attendere. LA CONDIZIONE DELLE DONNE NEL MONDO LA CONDIZIONE DELLE DONNE NEL CORSO DELLA STORIA Nei tempi più antichi la donna veniva posta in una condizione subalterna rispetto all'uomo, vincolata unicamente al doppio ruolo di moglie e madre. Con il passare dei secoli molti cambiamenti sono avvenuti, ma in alcuni Paesi le donne vivono ancora in una condizione profondamente iniqua. È il 1893 quando, per la prima volta nel mondo, le donne ottengono il diritto di voto in Nuova Zelanda. Si tratta di una data fondamentale perché rappresenta la prima azione compiuta nel mondo verso una direzione nuova, verso il raggiungimento di diritti fondamentali da parte delle donne. È tuttavia necessario fare un passo indietro per comprendere la portata notevole che questo evento porta con sé: fin dai tempi più antichi la condizione di uomini e donne è sempre stata molto diversa, come testimoniato dalla divisione dei ruoli all'interno delle varie società. Nell'antica Grecia, in particolare nella società ateniese, le donne non godevano di diritti politici e vivevano esclusivamente all'interno di uno spazio ben preciso della casa, definito gineceo, da cui potevano uscire solo in occasione di festività ed eventi particolarmente importanti. Tutta la loro vita era dunque incentrata sulle questioni domestiche, a cui dedicavano ogni attimo delle loro giornate. In parte differente era invece la situazione nella società spartana, dove le donne venivano cresciute secondo gli stessi criteri previsti per gli uomini; inoltre a loro veniva attribuita la gestione della comunità durante l'assenza dei mariti dovuta a guerre e scontri Nell'antica Roma, invece, molto forte era l'autorità patriarcale: g uomini controllavano e gestivano ogni aspetto della vita delle donne, escluse del tutto dalle dinamiche politiche. Questa situazione inizio a cambiare, almeno in parte, durante l'età imperiale, quando alle donne vennero riconosciuti alcuni diritti, tra cui quello di esercitare la custo dia dei figli, in caso di reale negligenza da parte del padre. LA PROTESTA DELLE SUFFRAGETTE Quanto descritto finora rende evidente l'importanza che riveste la data del 1893 perché per la prima volta nella storia le donne ottengono i medesimi diritti degli uomini, sebbene tuttavia questo traguardo sia considerato raggiunto solo in una parte del mondo. La lotta intrapresa dalle donne a partire dalla data sopra ricordata vede in prima linea le "suffragette", considerate parte fondamentale del movimento di emancipazione femminile; le loro proteste prendono avvio dalla fine del 19 secolo, sia nel Regno Unito che in Francia. Le azioni intraprese dalle suffragette sono fin da subito molto forti: si incatenano in luoghi pubblici, incendiano cassette postali e altro, di struggono alcune aree cittadine e così via. Il loro obiettivo è di raggiun gere la parità giuridica, economica e politica, fino ad ottenere i medesi mi ruoli previsti per gli uomini all'interno della società. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale e la conseguente partenza degli uomini per il fronte, le donne iniziano a rivestire ruoli importanti, dando dunque chiara dimostrazione delle loro capacità. LA COSTITUZIONE ITALIANA A distanza di oltre un secolo la condizione delle donne nel mondo occidentale ha subito un cambiamento considerevole poiché nella maggioranza degli Stati non solo è stato raggiunto il suffragio universale, ma all'interno delle varie costituzioni è stata sancita, in modo inequivo cabile, la parità tra i sessi. Nella Costituzione italiana, ad esempio, già a partire dall'articolo 3 viene ribadita la parità tra i sessi, senza alcuna distinzione davanti alla legge. L'articolo 29, invece, stabilisce i diritti della famiglia ricordando che ai due coniugi viene riconosciuta "eguaglianza morale e giuridica": fondamentale è anche l'articolo 37, interamente dedicato alla tutela della donna lavoratrice, alla quale dell'oppressione a lungo subita nel passato e perpetrata ancora nel presente. Nel 2021, con l'elezione del Presidente Raisi, in Iran la condizione delle donne è ulteriormente peggiorata a causa dell'introduzione di norme ancor più stringenti, volte a ribadire la loro inferiorità rispetto agli uomini; la polizia morale esercita dunque un controllo più feroce, adottando punizioni estremamente violente nel caso di reati. Le proteste avviate in Iran negli ultimi mesi sono tuttavia favorite da un cambiamento importante a cui neppure le forze politiche avevano prestato la dovuta attenzione: la società iraniana, infatti, è oggi composta per la maggior parte da giovani (circa il 60% ha meno di 30 anni) che, grazie all'ampio utilizzo di Internet, sono cresciuti secondo una mentalità differente rispetto ai loro genitori. Ed è proprio per questo che le rivolte riescono ad esercitare una forza così dirompente, perché si muovono e trovano il loro spazio anche e soprattutto sul web. Ciò che avviene nelle piazze iraniane raggiunge dunque ogni angolo del globo, aumentando il dissenso in tanti Paesi occidentali e non solo; ed è proprio per dimostrare appoggio alla causa iraniana che molte donne dello spettacolo, in Europa e non solo, hanno realizzato brevi filmati in cui tagliano una ciocca dei loro capelli. Si tratta di un gesto oggi conside. rato a tutti gli effetti simbolo della protesta, emblema del cambiamento Per tentare di contrastare le rivolte, il governo iraniano ha bloccato che si intende attuare. le piattaforme social più popolari, ostacolando di fatto anche l'accesso a Internet, ma la rivoluzione in atto ha, senza ombra di dubbio, radi ci molto più profonde, che non potranno essere recise semplicemen te vietando il contatto con la rete. L'appoggio che i manifestanti hanno raccolto tra il popolo iraniano è infatti la testimonianza più forte di un cambiamento impossibile da bloccare: le donne sono decise a far sentire la loro voce e nulla sembra poterle fermare. CONCLUSIONE In conclusione, è dunque possibile affermare che la condizione in cui vivono le donne nel mondo di oggi è piuttosto varia e cambia a seconda del territorio preso in considerazione; certamente rispetto al passato sono stati fatti enormi passi avanti, ma molti ostacoli permangono e la reale parità tra i sessi non può dirsi ancora pienamente raggiunta. Per far si che l'uguaglianza diventi reale è infatti necessario trasportare i diritti sanciti dalle costituzioni fuori dalla carta e fare in modo che diventino realtà: solo in questo modo le donne potranno realmente essere considerate al pari degli uomini, in casa, a lavoro, in politica, nella società intera. IL MOVIMENTO LGBT E LA LIBERTÀ DI AMARE IL CASO DI UNA GIOVANE COPPIA ARMENA La libertà di essere se stessi dovrebbe rappresentare una certezza per tutte le persone in ogni angolo del Pianeta, ma questo non o spesso possibile perche le discriminazioni sussistono in ogni Paese. Nonostante tanti passi avanti compiuti negli ultimi anni sul piano sociale, l'appartenenza a categorie differenti da quel la eterosessuale rappresenta ancora un problema esistenziale di grave portata. È l'ottobre del 2022 quando due ragazzi di origine armena, uniti da un profondo vincolo affettivo, decidono di togliersi la vita insieme. Tigran e Arsen, questi i loro nomi, scattano una foto che li ritrae insieme, la postano sui loro profili social e subito dopo si gettano da un ponte altissimo. Le ragioni del terribile gesto sono da ricercare nella prepotente omofobia imperante nel loro Paese: in Armenia, infatti, gli omosessuali non sono tutelati in alcun modo, come denunciato più volte a gran voce dall'associazione Pink Armenia. Il drammatico evento ora ricordato ha inevitabilmente attirato l'attenzione dell'opinione internazionale; si sono osservate innumerevoli reazioni di solidarietà, ma non sono mancati neanche commenti offensivi, di stampo omofobo, rivolti alla giovane coppia e alla tragica azione che hanno compiuto. La storia di Tigran e Arsen è il simbolo di un mon do molto complesso, all'interno del quale stanno avvenendo numerose trasformazioni che spesso non vengono comprese e accettate. Ed è pro prio la comprensione che i due ragazzi cercavano, assieme alla liberta di poter essere sé stessi senza subire ripercussioni, di poter dimostrare liberamente l'amore che provavano l'uno per l'altro. NELL'ANTICA GRECIA Nell'Antica Grecia l'omosessualità maschile era largamente diffusa e accettata senza nessun tipo di recriminazione; tanto nel mito quanto nella storia sono infatti presenti coppie di uomini che condividevano le loro vite, in modo più o meno intenso. Grazie alla testimonianza di au tori e filosofi possiamo oggi affermare che le relazioni tra uomini erang ben note, come dimostrato anche da alcune raffigurazioni rinvenute nel corso dei secoli. In particolar modo, erano diffusi i rapporti amorosi tra uomini maturi e giovani: questi ultimi erano chiamati ad apprendere valori e virtù dagli adulti, i quali rivestivano il ruolo di educatori, con l'obiettivo di consegnare alla comunità futuri cittadini consapevoli guerrieri abili. Molto conosciuta è poi la storia di Saffo, celebre poetessa greca che all'interno delle sue opere celebrava l'amore per le altre donne; non a caso l'amore tra le donne viene spesso definito ancora oggi "saffico". Altrettanto nota è la vicenda dell'eroe omerico Achille che, nell'ap prendere la notizia della morte del giovane Patroclo, si dispera ed è animato unicamente dal desiderio di vendicare la morte del suo amato compagno. Quanto detto finora consente di affermare che la Grecia presentava una situazione ben chiara per quanto concerne l'omosessualità, la quale era accettata da tutti i cittadini, sebbene riguardasse soprattut to l'universo maschile. I MOTI DI STONEWALL E IL 1969 Il mondo di oggi si presenta invece profondamente differente e potrebbe forse essere diviso in varie aree, a seconda della maggiore, minore o assente capacità di rispettare la cultura omosessuale e, più in generale, di tutelare gli orientamenti sessuali dei singoli cittadini. Un cambiamento importante avviene a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando inizia a maturare una consapevolezza nuova, che determina, di conseguenza, un forte desiderio di libertà e di espressione, senza subire ripercussioni o condanne di alcun tipo. È la famosa rivoluzione culturale del Sessantotto.. Durante questo periodo si diffonde quindi l'abitudine, da parte di tut ti coloro che intendevano definirsi omosessuali, di riunirsi in specifici localt; il 28 giugno 1969 uno di questi posti, il bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village, a New York, diventa sede di scontri molto serrati con la polizia, incaricata di compiere retate e controlli di stampo mo rale. Sebbene altre irruzioni fossero state effettuate in precedenza, per la prima volta si raggiunge una violenza considerevole, al punto che la data sopra menzionata viene scelta per celebrare ogni anno e anco ra oggi la Giornata mondiale dell'orgoglio LGBT. Quanto accaduto nel giugno 1969 genera un'eco fortissima, tanto che nasce il gruppo di libe razione Gay Liberation Front e in molte città americane vengono orga nizzate le prime marce del Gay Pride. A partire dal 1978 il simbolo ufficiale del movimento diventa la bandiera arcobaleno, ampiamente utilizzata ancora oggi come icona di libertà e parità di diritti. IL MOVIMENTO LGBT La sigla LGBT, acronimo di Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender. viene utilizzata per indicare tutti coloro il cui orientamento sessuale si discosta dal modello binario maschio/femmina; nell'intento di includere tutte le diversità possibili, negli anni sono state aggiunte ulteriori precisazioni, fino a raggiungere la moderna versione LGBTQIA+, che mira quindi ad essere la più inclusiva possibile, come indicato dall'onnicomprensivo "+" aggiunto alla fine. Alla base di questo movimento risiede la volontà di ribadire il concetto di fluidità per quanto concerne sia l'identità propria che l'orientamento sessuale più in generale: in sostanza si cerca di ribadire quanto l'attrazione e il conseguente legame interpersonale possano dipendere non solo dall'appartenenza biologica ad una categoria ma anche e soprattutto dall'interiorità del singolo. Si sceglie non il corpo ma la persona, indipendentemente dal fatto che questa sia biologicamente donna o uomo. Ne deriva un contrasto sociofilosofico abbastanza complesso nei confronti dell'intera società, che tende invece a collocare gli individui all'interno di categorie ben precise, stabilendone dunque il ruolo e, di conseguenza, anche l'orientamento sessuale, in qualche modo. Tale punto di vista viene capovolto perché diventa ora centrale perché assicurano sostegno a tutti coloro che si trovano a vivere in situazioni complicate a causa della loro omosessualità. NELL'UNIONE EUROPEA La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, approvata dal Parlamento europeo nel 2000 e sottoscritta nel 2007, precisa in modo chiaro i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei e di tutti coloro che vivono nei territori dell'Unione. In particolar modo, l'articolo 21, all'interno della sezione dedicata all'uguaglianza, afferma che è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica e sociale...": queste parole sono oggi quanto mai fondamentali perché ribadiscono la necessità di tutelare allo stesso modo tutti i cittadini, assicurando loro medesimi diritti e possibilità. L'Unione Europea ha espresso a gran voce l'intenzione di tutelare gli omosessuali, combattendo ogni forma di odio e di opposizione, tanto da stabilire, in accordo con i principali social network, un codice di condotta volto a tutelare ogni ostilità e opposizione. Allo stesso modo, nel 2003, è stata decretata l'illegalità della discriminazione personale sul luogo di lavoro in base all'orientamento sessuale, anche nel caso di un cambiamento di sesso. COSTRUIRE UNA SOCIETÀ INCLUSIVA Nonostante le iniziative ora ricordate, l'omofobia conserva nel mondo di oggi radici ancora molto profonde; questo concetto, che indica letteralmente l'avversione ossessiva nei confronti degli omosessuali, è basato su pregiudizi ed irrazionalità, assimilabile al razzismo e all'antisemitismo. Molti passi sono stati compiuti negli ultimi decenni e in diversi Paesi le persone riescono a sentirsi più libere di essere loro stesse, senza timore di subire discriminazioni o di finire in carcere, La società sta cambiando in parte) propri connotati, accettando al proprio interno tutte le sfumature che esistono tra i concetti di uomo da una parte e donna dall'altra. E l'inizio di una transizione che ha biso gno però ancora di molto tempo per potersi pienamente realizzare ar rivati a questo punto la necessità di ottenere diritti e libertà si fa sem pre più stringente. Importante è tuttavia ricordare che, sebbene le leggi siano fondamentali per il riconoscimento civile e politico, ciò che davvero conta è la mentalità comune: ad ogni cittadino spetta dunque il dovere di imparare a rispettare chiunque, dedicando un'attenzione particolare a tut ti coloro che non trovano collocazione all'interno di categorie binarie precise. A ciascun individuo spetta il diritto di esprimere sé stesso e le proprie inclinazioni perché è proprio in questa possibilità che risiede il concetto di libertà. Per creare una società davvero inclusiva è quindi necessario imparare a non giudicare le diversità, ma comprendere che queste possono, invece, costituire una risorsa importante e un valore aggiunto per tutti. ELON MUSK, ICONICO IMPRENDITORE DEL TERZO MILLENNIO GLI INIZI DA ZIP2 A PAYPAL Volto noto in tutto il mondo, Elon Musk è un imprenditore di fama internazionale, cofondatore e capo di Tesla, SpaceX e The Boring Company Stabilmente tra gli uomini più ricchi al mondo, ha accresciuto ulteriormente la sua fama con l'acquisto miliardario di Twitter Nato a Pretoria, in Sudafrica, nel 1971, Elon Musk è fin da ragazzino appassionato di programmazione e amante della lettura; si laurea in economia e fisica all'Università della Pennsylvania, poi insieme al fratello fonda Zip2, un'azienda che sviluppa software di guide da viaggio in vendita insieme a giornali e quotidiani: siamo nel 1995, un periodo in cui la rete Internet non esercita ancora l'enorme potere che invece possiede oggi. Venduta l'azienda, Musk impiega il denaro ottenuto per cofondare X.com, una compagnia in grado di offrire servizi finanziari online, che dopo un anno, in seguito all'unione con Confinity, diventa nientemeno che PayPal, il sistema di pagamento online più grande al mondo. L'intuizione è quanto mai proverbiale, così nel giro di qualche anno PayPal raggiunge un successo incredibile; nel 2002 eBay ne propone e ottiene Tacquisto per 1,5 miliardi di dollari. Da quel momento la fama di Elon Mask come imprenditore è sancita per sempre SPACEX L'UMANITÀ MULTIPLANETARIA E I VIAGGI NELLO SPAZIO Nel 2002 un ulteriore, importante passo avanti arriva con la fondazione di SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation), una so cietà pensata per il trasporto spaziale mediante vettori utilizzabili più volte, la possibilità di poter impiegare uno stesso razzo più di una volta è, secondo Elon Musk, una svolta fondamentale per ridurre drasticamente il costo dell'accesso allo spazio. La sede in cui vengono costruiti i mezzi si trova in California mentre l'atterraggio sulla Terra, al rientro, puo essere effettuato sulle diverse piattaforme presenti alcune delle quali anche nelle acque oceaniche. Il primo vettore a razzo riutilizzabile realizzato da SpaceX è il Falcon 9, alto 70 metri e con un diametro di 3,7 metri, il nome deriva dalla presenza di ben 9 motori all'interno del primo stadio, alimentati a ossigeno liquido. La grande innovazione in questo campo risiede nella possibilità di utilizzare più di una volta questa componente, riducendo drasticamente il costo di preparazione normalmente previsto per un viaggio nello spazio. Il primo volo risale al 2010 mentre negli anni successivi ne vengono realizzate altre versioni, l'ultima delle quali presen ta motori potenziati e una maggiore portata di carico. L'intenzione di Elon Musk è quello di fare dell'umanità una specie multiplanetaria, sviluppando un sistema di trasporto di massa efficiente e del tutto riutilizzabile. Nel 2018, per inaugurare il razzo Falcon Heavy, SpaceX porta nello spazio una Tesla Roadster color ciliegia con a bordo un manichino vestito da astronauta. Le foto scattate in quell'oc casione fanno il giro del mondo e sembrano davvero provenire da un film di fantascienza, lontano da ogni possibile immaginazione. Nel settembre 2021, per la prima volta nella storia, SpaceX inaugura la missione Inspiration4, con la quale un intero equipaggio di principianti viene mandato in orbita; a capo c'è il finanziatore Jared Isaacman, fondatore della piattaforma di pagamenti Shift4 Payment, che sceglie di portare con sé Hayley Arceneaux, infermiera 29enne sopravvissuta ad un tumore e portatrice di protesi (simbolo dunque di speranza), Sian Proctor, scelta fra gli utenti di un servizio e-commerce (simbolo di prosperità) e Chris Sembroski, scelto tra i donatori di una raccolta fondi per beneficenza (simbolo di generosità). Si tratta di una grande novità nel panorama internazionale perché, per la prima volta, l'ideale proposto da Musk diventa realtà e si gettano le fondamenta per un futuro (e reale) turismo spaziale Non bisogna dimenticare che SpaceX è oggi la più grande società pr vata al mondo per i lanci nello spazio: le idee visionarie del suo fonda tore hanno fatto si che tanti traguardi ritenuti impossibili diventassery realtà, dunque è lecito interrogarsi con curiosità su ciò che il futuro po trebbe riservare. TESLA MOTORS: IL SOGNO ELETTRICO Con la fondazione di SpaceX la carriera di Elon Musk non subisce la prima aut alcun arresto, anzi nel 2003 si unisce a Martin Eberhard e Marc Tarpen ning per dare vita alla casa automobilistica Tesla Motors, volta alla pro duzione di veicoli elettrici: il primo modello è la Tesla Roadster, lancia ta nel 2009 ed interamente alimentata elettricamente, del genere con un'autonomia superiore ai 300 chilometri, prodotta in 2500 esemplari e venduta in 31 Paesi, con un prezzo base, ai tempi, di 108mila dollari. L'anno successivo Tesla raggiunge Wall Street e ottiene più di 200 miHoni di dollari di finanziamenti. La produzione continua nel tempo e a sostituire la prima Roadster arriva la Model S: le batterie vengono spo state dalla posizione dietro i sedili, sotto al pianale dell'auto per ridurre l'ingombro e migliorare la distribuzione dei pesi; le batterie sono inoltre protette da una copertura in alluminio per prevenire ogni possibile danno causato dalle asperità del manto stradale. Segue poi la Model X, presentata nel 2012: le prestazioni aumentano ancora e si raggiunge un'autonomia di oltre 500 chilometri. Altri i modelli prodotti negli anni seguenti, tutti perfettamente riusciti, simboli non solo di lusso ma anche di efficienza e al tempo stesso tutela ambientale. Ed è proprio la transizione verso un mondo sostenibile che Tesla mira a raggiungere con le proprie auto; per tale ragione si dedica anche alla produzione di prodotti per l'immagazzinamento di energia (Powerwall per la casa, Powerpack per l'uso industriale e Megapack per i distributori di energia elettrica). Con l'acquisizione di SolarCity, il principale fornitore di pannelli fotovoltaici negli Stati Uniti, Tesla diventa la prima azienda al mondo di energia sostenibile a integrazione verticale, mentre Elon Musk ne ottiene il ruolo di Presidente. Nell'ambito del fotovoltaico un enorme passo avanti viene compiuto con Solar Roof, un impianto prodotto da Tesla per la trasformazione lo stesso Musk ha attivato sul suo profilo social, riscuotendo molti voti sia favorevoli che contrari. Immediata la risposta del presidente ucraino Zelensky, che ha rivolto a tutti l'ironica domanda: "Quale Elon Musk preferite? Quello che supporta l'Ucraina o quello che sostiene la Russia?". UN VISIONARIO CAPACE DI COSTRUIRE IL FUTURO Molte altre le questioni di politica internazionale sulle quali il ricco imprenditore è intervenuto nel corso degli anni, a dimostrazione del ruolo importante che riveste sul piano economico e sociale; dotato di una personalità complessa ma decisa, Elon Musk è oggi non solo uno dei volti più noti al mondo ma anche uno dei più potenti, capace di influenzare gli eventi contemporanei e manovrare persino le scelte della maggioranza. Il suo essere così visionario basti pensare ai soli viaggi nello spazio lo rende un personaggio straordinariamente interessante, cruciale in prospettiva futura perché in grado di vedere al di là dei limiti imposti dal presente e pronto a costruire un domani solido, concreto e, sotto molti punti di vista, decisamente migliore e affascinante. PUTIN E LA GUERRA IN UCRAINA IL RITORNO DELLA GUERRA IN EUROPA E trascorso oltre un anno da quando l'aggressione militare, da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina, su ordine di Vladimir Putin, ha sconvolto il mondo intero, il quale si è sentito minaccia. to e colpito nei suoi valori più profondi. Era il 24 febbraio 202La pace e la democrazia, concetti che credevamo intoccabili e ormai scontati, vanno nuovamente difesi con forza e sacrificio. Il 24 febbraio del 2022 torna drammaticamente lo spettro della guerra in Europa, dopo oltre 70 anni di pace. Vladimir Putin, Presidente della Russia, decide infatti di invadere l'Ucraina con una dura, ampia operazione militare effettuata con enorme dispiego di uomini, missili, carri armati, navi e aerei, in stile Seconda guerra mondiale. In un ormai celebre discorso televisivo, Putin si è giustificato sostenendo che la sua "Operazione militare speciale" è solamente un'azione difensiva motivata dal fatto che l'Ucraina, qualora dovesse entrare in futuro nel patto Nato, rappresenterebbe una potenziale, grave minaccia per la Russia. Putin defini la società ucraina "neonazista" e pertanto la Russia assumeva ti desiderio “smilitarizzare e denazificare” il paese. Sono parole dell’acrobatico demagogismo che tentano di giustificare il desiderio di conquista di parte dei del territori di uno Stato.confinante. Poco prima dell'invasione, Putin dichiarava anche che nel Donbass i russofoni erano vittime di gravissime discriminazioni e abusi al limite del genocidio, ma tali affermazioni sono considerate prive di fondamen to in Occidente. I TERRITORI CONTESI TRA UCRAINI E RUSSI Si tratta di un tentativo di conquista o forse dovremmo parlare di riconquista? Va ricordato che l'Ucraina, ai tempi del blocco sovietico, della caduta del Muro di Berlino (1989), faceva parte a tutti gli effetti dell'Urss; questo ha inevitabilmente causato rivendicazioni terriprima toriali da parte della Russia, così come è già accaduto nel 2014 con la Crimea, quando il Cremlino ha sostenuto militarmente i gruppi filorussi presenti nel territorio, i quali chiedevano di distaccarsi dalla madre patria. Alla fine si è giunti a un referendum in cui la Crimea ha votato per annettersi alla Russia, ma il risultato non è mai stato riconosciuto a livello internazionale proprio per le modalità violente con cui ci si è arrivati. La comunità internazionale ha infatti condannato l'azione di Putin volta ad espandere i propri territori, infliggendo una serie di sanzioni economiche che in questi anni hanno pesato sull'economia russa. Purtroppo però, a distanza di otto anni, la Russia è tornata alla carica con le rivendicazioni, chiedendo garanzie scritte sul fatto che l'Ucraina rimanesse una Nazione perennemente neutrale, ovvero uno Stato "cuscinetto" tra la Russia e il resto dei Paesi che fanno parte del Patto Atlantico. I leader europei si sono fatti in quattro per tentare di convincere Putin del fatto che l'Ucraina non sarebbe entrata nella Nato, ma egli ha replicato sostenendo che si sarebbe fermato solo di fronte a un documento giuridico con cui si attestava quanto promesso dai diplomatici europei. Ma come si può garantire per il futuro quali saranno le alleanze e le scelte politiche di un Paese come l'Ucraina, che ha pieno diritto ad essere indipendente ed autonomo nelle sue scelte? Impossibile naturalmente, anche perché l'Ucraina desiderava già da tempo affrancarsi definitivamente dall'ingombrante influenza russa. Restava poi in piedi la questione del Donbass, regione dell'Ucraina orientale confinante con la Russia dove non si è mai placata la contesa tra ucraini e filorussi, con una logorante guerriglia fra le due fazioni, diventata una triste realtà, che ha contribuito a esacerbare gli anim specialmente nelle frange più nazionaliste dei due schierament). LE MANIFESTAZIONI DI "EUROMAIDAN" Per comprendere il contesto in cui avvengono queste contese, biso gna tornare indietro perlomeno a Euromaidan, una serie di manifesta zioni pro-europeiste svoltesi a Kiev, in Piazza dell'Indipendenza (meglio nota come "Majdan"), nel novembre del 2013 e che hanno poi portato a una vera rivoluzione con la cacciata dell'allora presidente Viktor Janu kovic Il Paese si era già fortemente spaccato nelle elezioni del 2010 quando si fronteggiarono Janukovic di orientamento filorusso shenko, la quale invece proponeva una politica europeista. La parte a ovest dell'Ucraina era quella più europeista e di religio ne prevalentemente cattolica, mentre quella ad est era più filorussa e di religione ortodossa. Il risultato, che diede la vittoria a Janukovic per pochi voti, ha lasciato una ferita aperta nel Paese, acuita ulteriormen te dall'arresto della Tymoshenko, condannata in un processo eviden temente politico, considerato successivamente illegittimo dalla Corte europea per i diritti umani. Ecco perché una volta rovesciato il Governo di Janukovic, i filoeuropeisti hanno distrutto i simboli storici che ricor davano i legami con la Russia, per sostituirli con dei nuovi per sottoli neare l'indipendenza dell'Ucraina. Dopo un periodo di transizione sono state indette nuove elezioni che, il 21 aprile 2019, hanno visto la vitto ria di Volodymyr Zelensky nei confronti di Petro Poroshenko. -e Yulia Tymo VLADIMIR PUTIN, LO ZAR DEL VENTUNESIMO SECOLO La verità sulle ragioni di questa guerra va dunque rintracciata soprattutto nel fatto che Vladimir Putin non ha mai digerito l'emancipazione dell'Ucraina rispetto all'influenza russa. Il Presidente russo si è sempre comportato in patria come uno spietato dittatore, reprimendo con ferocia ogni voce di dissenso e incarcerando o eliminando fisicamente i suoi oppositori politici. Ex agente del KGB, ovvero dei servizi segreti russi ai tempi dell'Urss, si è fatto strada in politica dopo la caduta del Muro di Berlino, diventando Primo ministro nel Governo di Boris Eltsin e successivamente presidente dopo le dimissioni di quest'ultimo. Da allora, agli inizi del nuovo millennio, Putin è diventato un vero e proprio Zar, modificando le leggi affinché la sua carica non avesse più limiti temporali, reiterandola di volta in volta attraverso delle elezioni farsa in cui gli avversari vengono sistematicamente messi fuori gioco in anticipo, Ora, con questa aggressione, ha mostrato le sue terribili zanne al mondo intero, il quale si è unito in uno sdegno comune, scioccato da tanta aggressività e dalla sfrontata indifferenza nei confronti della vita umana. Lo stesso popolo russo ne sta sperimentando le dirette conseguen ze: oggi è inviso al mondo intero, deve sopportare un improvviso isola mento sociale ed economico, è chiamato alle armi in massa per combattere contro i cugini ucraini, assiste inerme al crollo del valore dei propri beni quando essi non vengono addirittura confiscati, in caso di non adesione al regime e vede con gravissima incertezza il proprio futuro. UCRAINA, TERRA RICCA DI RISORSE MINERARIE L'Ucraina possiede circa il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di quelle di titanio e ben il 20% della grafite disponibile sul pianeta. È inoltre il 6° produttore al mondo di zircone La regione si presenta estremamente piatta perché è geologicamente così antica da essere stata completamente spianata dall'erosione. Molte rocce sono vecchie di miliardi di anni e giacciono in profondità, coperte da strati di sedimenti.Minerali a parte, a nord est, nei pressi del confine con la Russia, si estende un bacino sedimentario antichissimo, ricco di materiale organico e di cosiddette rocce black shale, ardesie nere dalle quali si possono estrarre carbone e metano. Molto importante anche la circa 2500 su perstiti si sono trincerati nell'acciaieria Azovstal nel vano tentativo di sfuggire alla morte o a una lunga e difficile prigionia in Russia. tenaglia d Appena iniziata la guerra, Putin ordina anche l'attivazione dei sistemi di difesa nucleari, chiaramente a scopo intimidatorio nei confronti della NATO Come era ampiamente prevedibile, l'invasione russa è stata fortemen te condannata a livello internazionale, specie dall'Occidente; ne sono scaturite pesanti sanzioni economiche e proteste in ogni dove. Anche la stessa popolazione russa è scesa in piazza contro la guerra, dovendosi però scontrare con dure repressioni da parte della polizia, che non ha esitato ad effettuare arresti di massa. Tra la fine di marzo e aprile le truppe ucraine contrattaccano con forza nelle aree limitrofe di Kiev, riprendendo il controllo di numerosi centri; a Irpin e Buča, dopo la ritirata dei russi, vengono scoperte fosse comuni e camere di tortura allestite dagli occupanti, segno indelebile degli atroci delitti di massa commessi nei confronti dei civili indifes con il probabile intento di seminare terrore e abbassare il morale della popolazione ucraina in generale, idea quest'ultima, alla base di numerose scelte operative militari attuate in questa guerra da parte degli occupanti. Tra maggio e giugno i russi conquistano le città di Sievierdonetsk e Lysychansk, per poi continuare a penetrare nel Donetsk durante tutta l'estate con l'obiettivo di prendere Sloviansk e Bakhmut. Bakhmut, in particolare, si segnala per la sua grande importanza strategica, essendo un fondamentale crocevia ferroviario e stradale, ma anche una città dalle origini fortemente simboliche, essendo stata fondata 450 anni fa niente meno che da Ivan il Terribile, con l'intento di farne la propria base operativa da cui attaccare la Crimea. Putin, infastidito dalle enormi difficoltà poste da una guerra che sperava invece di poter vincere in un lampo, ha deciso di investire moltissimo sulla conquista di Bakhmut, sacrificando la vita di molte migliaia di soldati. Una battaglia selvaggia, casa per casa, con fuoco e sangue ovunque, intrisa di tali orrori da rispolverare i (ne)fasti guerreschi della iconica Stalingrado, teatro di sconcertanti violenze e aspra resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Putin e la guerra in Ucraina. Gli ucraini hanno creato centinaia di linee di difesa all'interno dell'abitato, combattendo gli invasori russi a qualunque costo, ovvero centinaia di morti ogni giorno in ciascuno schieramento. Contemporaneamente, le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva a partire da settembre nella regione di Charkiv, riprendendo Ba laklija, Izjum, Kup"jans'k e Velykyi Burluk. Anche a Izjum, dove i russi avevano la loro base, sono stati purtroppo ritrovati centinaia di corpi martoriati nelle fosse comuni, prova di ulteriori crimini di guerra com messi durante la breve occupazione. A partire da settembre la ritorsione russa al contrattacco ucraino si concretizza con numerosi bombardamenti sulle centrali elettriche e sulle altre infrastrutture energetiche, sempre con il duplice scopo di rallentare l'efficienza militare dei difensori e abbattere il morale della popolazione, costretta in buona parte, perfino a Kiev, ad affrontare l'inverno senza poter contare su elettricità e riscaldamento. Inoltre, il 21 settembre, Putin annuncia una "mobilitazione parziale", affermando che la Russia avrebbe utilizzato "ogni mezzo per difendersi: ben 300mila riservisti vengono così chiamati obbligatoriamente alle armi. Anche decine di migliaia di detenuti vengono riversati al fronte dai russi con la promessa della libertà dopo sei mesi di permanenza al fronte; tuttavia molti di loro vengono impiegati in prima linea e utilizzati, senza alcuno scrupolo, perlopiù come "carne da cannone". Eppure sembra che la mobilitazione coinvolgerà presto altri 500mila uomini, con l'obiettivo secondo fonti ucraine di far crescere l'Armata Rossa fino a ben due milioni di effettivi. Con il procedere del conflitto ha fatto la sua apparizione nell'arsenale russo una nuova, avanzatissima tipologia di droni di fabbricazione iraniana, gli Shahed-136, capaci di volare a 180 km/h con grande autonomia e precisione. Zelensky ha dichiarato a tal proposito che si attende una pesante offensiva a lungo termine proprio con i droni. Per avere un'idea ben precisa della gravità della situazione attuale, è to-danno collaterale tipico delle guerre di trincea con conseguenze sufficiente drammatiche non solo per gli spostamenti ma anche per l'agricoltura pensare che, ad oggi, il 40% del territorio ucraino è minadello Stato e, in generale, per l'intera economia. LE REAZIONI INTERNAZIONALI Le reazioni della comunità internazionale si sono concretizzate in una serie di sanzioni economiche e sociali senza precedenti, con lo scopo di isolare economicamente e politicamente la Russia. Contestual mente è stata aperta un'indagine da parte del Tribunale penale inter nazionale dell'Aia sui presunti crimini di guerra commessi in Deraina ed è stata decretata l'esclusione delle squadre russe dalle competizioni sportive internazionali, cosi come di alcuni atleti individuali. Una con danna quasi unanime (la Cina e l'India non si sono però unite al coro) che ha messo letteralmente all'angolo la Russia di Putin e un po tutto i popolo russo, il quale da un lato si sente orfano della sua cittadinanza mondiale e dall'altro deve guardarsi dal duro atteggiamento del regime, che non ammette il minimo dissenso nei confronti della "operazione speciale Dal punto di vista militare gli Stati Uniti e l'Europa hanno subito sce). to di fornire grandi quantitativi di armi agli ucraini per sostenerli nella difesa, evitando però di inviare aerei da bombardamento e missili a medio-lungo raggio che potrebbero essere utilizzati per colpire il territorio russo, così come altri armamenti tecnicamente troppo avanzati. Tuttavia è stata riversata particolare enfasi nell'addestramento delle truppe ucraine, in modo da massimizzare l'efficacia del pur limitato a apporto militare e acuire le capacità di difesa. gennaio 2022, La NATO fornisce aiuti militari non letali all'Ucraina già dal 2014, ma da quando la Russia ha iniziato preparare l'invasione, a gli Stati Uniti hanno iniziato a fornire anche potenti armi di difesa attiva, come i missili anticarro. La NATO ha però rifiutato l'invio diretto di truppe al fronte, dato il forte rischio di provocare una guerra mondiale, A inizio 2023 per gli aiuti a Kiev, diretti e indiretti, sono già stati bryciati quasi 50 miliardi di dollari e l'esito della guerra appare ancora fortemente incerto, nonostante i circa 250mila morti tra militari e civili, i numerosissimi feriti, i milioni di profughi e le immani distruzioni. Per ovvie ragioni la Nato non è intervenuta direttamente perché questo avrebbe potuto implicare l'inizio di un nuovo grande conflitto mon diale. Non a caso, al termine del discorso in cui ha annunciato l'invasio ne, Putin ha messo in guardia chi volesse intervenire nel conflitto, affermando: <<Chiunque tenti di interferire con noi, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e ti porterà a conseguenze tali che non hai mai sperimentato nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese Spero di essere stato ascoltato. La Russia e gli Usa posseggono infatti un arsenale nucleare in grado di distruggere praticamente l'intero planeta e questo rende lo scena clo di una guerra che veda direttamente contrapposti questi due Paesi un opzione da non intraprendere. In una guerra nucleare non potreb bero esserci infatti vincitori, ma soltanto immense, irreparabili perdite per tutta l'umanità. Intanto, però, la Russia continua ad affilare i coltelli e ha appena varato una coppia d'attacco terrificante: il sottomarino nucleare Belgorod, dotato del super siluro atomico Poseidon. LE IMPLICAZIONI GEOPOLITICHE In seguito all'invasione, i rapporti amichevoli tra la Russia e alcu ni Paesi balcanici e dell'Europa centrale si sono guastati, Il presidente ceco Miloš Zeman, a lungo fedele sostenitore di Putin, lo ha definito "pazzo" e ha deciso anche lui di tagliare fuori la Russia dal sistema di pagamenti SWIFT. L'UE sta attuando una maggiore integrazione con la NATO per rafforzare la difesa propria e di altri Paesi decisi a muoversi verso l'integrazione europea. Infatti, già il 3 marzo, a guerra appena scoppiata, l'UE ha accolto le domande ufficiali di adesione da parte di Ucraina, Moldavia e perfino Georgia. Contestualmente è stato varato un piano per sganciare gli Stati membri dalle forniture russe di combustibili fossili entro il decennio in corso. Sono stati inoltre accelerati i piani per la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. Il grave stato di cose costringe poi le Nazioni europee a potenziare il proprio bilancio militare salendo fino al 2% del PIL, come del resto previsto nei vecchi accordi NATO, regola però ben poco rispettata. In Svezia e Finlandia, Paesi neutrali nei confronti della Russia, dopo l'invasione hanno presentato immediata domanda di ingresso nella NATO, alla quale si oppone la sola Turchia, finora. Anche la Svizzera, neutrale da sempre, si è schierata a sostegno dell'Ucraina, pur non partecipando alla fornitura di armi. Sia in sede ONU che nelle dichiarazioni ufficiali l'India si è astenuta dal condannare l'invasione russa, mantenendo le distanze dalle posizioni occidentali, mentre la Cina di Xi Jinping, pur formalmente neutrale, sembra propendere maggiormente verso la Russia, cosa che del resto era lecito attendersi, visti i rapporti di vecchia data con il Cremlino. La Cina si è anche offerta ridotto lo spazio dedicato agli uffici del personale, così i dipendenti lavorano alternando la loro presenza in ufficio e svolgendo gran parte delle proprie mansioni direttamente da casa. Anche questa maggiore diffusione dello smart working provoca effetti a catena sull'economia e in particolare sulle grandi città, in precedenza caratterizzate da un brulicare di gente, che ad esempio affollava bar, ristoranti e tavole calde durante la pausa pranzo, mentre ora quelle stesse persone, pranzano comodamente a casa. In sostanza un cambio di abitudini che ha ripercussioni significative in diversi ambiti. L'INIZIO DELLA PANDEMIA Ma qual è la storia di questa pandemia che tanto ha cambiato il mondo? Partendo dal principio, già a fine 2019 erano stati segnalati in Cina, precisamente nella città di Wuhan, alcuni casi di polmonite dovuti a un virus sconosciuto, ma bisogna aspettare il 10 gennaio 2020 affinché il nuovo agente patogeno venga ufficialmente isolato e sequen ziato dai ricercatori cinesi. In breve tempo gli scienziati annunciano che si tratta di un nuovo tipo di Coronavirus, derivato probabilmente dai pipistrelli e in grado di trasmettersi velocemente da uomo a uomo, da allora in avanti il nuovo ceppo di virus verrà chiamato per l'appun to Covid-1In Cina i casi aumentano rapidamente, così il 23 gennaio 2020 la provincia di Hubei, di cui fa parte la città di Wuhan, entra in un regime di duro lockdown. Con 60 milioni di persone coinvolte, si tratta del primo lockdown di massa della storia. Dall'Europa osserviamo preoccupati e al contempo increduli, convinti che simili provvedimenti sarebbero inapplicabili nel contesto delle democrazie occidentali. I primi casi però non tardano ad arrivare anche da noi con due turisti cinesi risultati positivi e ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma nel reparto malattie infettive; quale presunto "paziente zero" (che poi si è scoperto non essere stato, in realtà, il primo a portare la malattia in Italia), viene indicato un cittadino di Codogno, identificato il 21 febbraio 2020. In pochi giorni i casi aumentano in modo esponenziale, in particola re nella provincia di Bergamo, spingendo l'Italia a entrare in lockdown a partire dal 9 marzo del 2020, nel tentativo disperato di contenere il diffondersi del contagio. IL LOCKDOWN IN ITALIA L'annuncio dell'allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale vieta gli spostamenti non strettamente necessari, gli assembramenti e lo svolgimento di tante attività lavorative non ritenute indispensabili, lascia di stucco l'intero Paese e ci desta bruscamente da quello stato di inconsapevolezza che ci aveva fatto rimanere inerti, come se il Covid-19 restasse un qualcosa di distante da noi, quasi non ci riguardasse. A confermare la drammaticità della situazione, l'11 marzo 2021 l'OMS annuncia ufficialmente che l'epidemia è fuori controllo, dichiarando lo stato di "pandemia" a causa dell'aumento incontrollato del numero di contagiati e deceduti, sia in Cina che nel resto del mondo. La paura è tanta, anche perché mancano ancora dati scientifici a cui affidarsi e nessuno sa con esattezza quanto questo virus possa essere letale e con quale facilità si diffonda. LE REAZIONI NEL RESTO DEL MONDO Un simile scenario costringe praticamente tutti i leader mondiale a decretare i lockdown, con pochissime eccezioni. L'ex premier ingle se Boris Johnson dichiara inizialmente che l'Inghilterra affronterà p pandemia senza chiudere nulla, puntando a un rapido raggiungiment dell'immunità di gregge, ovvero uno stato complessivo di immunità del la popolazione tale da impedire a un virus di circolare, proprio perché quasi tutti gli individui, dopo essersi ammalati, hanno sviluppato gli an ticorpi per difendersi dal contagio. Il problema è che per raggiungere l'agognata immunità di gregge si sarebbe dovuto prima infettare l'in tero Regno Unito, con un costo in vite umane incalcolabile e, evidente mente, sottostimato. Cosi, temendo il rischio di un'ecatombe, il premier britannico si vede costretto a tornare quasi immediatamente sui suo passi, decretando anche lui il lockdown. Un discorso analogo si potrebbe fare per gli Usa, dove l'ex Presidente americano Donald Trump si mostra in un primo momento contrario a prendere provvedimenti restrittivi, come avviene invece nel resto del mondo, per il timore di danneggiare eccessivamente l'economia; ma poi, incalzato dall'aumento del numero di morti e dalle conseguenti pressioni del virologo Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale americano per le malattie infettive, deve prendere provvedimenti adeguati, dichiarando lo stato di emergenza nazionale e successivamente facendo entrare gli Stati Uniti in lockdown. Tra i pochi Paesi a non reagire affatto alla pandemia di Covid-19, va segnalato il Brasile, guidato in quel periodo dal presidente Jair Bolsonaro, che in controtendenza rispetto al resto del mondo decide di non prendere alcun provvedimento, andando in contro però a un numero altissimo di contagiati e morti, che faranno del Brasile una delle Nazioni più colpite al mondo. L'ARRIVO DEL VACCINO La svolta nella lotta alla pandemia avviene nel dicembre del 2020, quando viene approvato il primo vaccino, prodotto dall'azienda tede sca Pfizer-BioNTech, a cui in breve tempo si aggiungeranno il vaccino dell'azienda statunitense Moderna, quello dell'inglese AstraZeneca e il vaccino della Johnson&Johnson. In tutto il mondo inizia la corsa alla vaccinazione, che rappresenta per tutti una sfida logistica senza precedenti. Nel nostro Paese si comincia immunizzando medici ed infermieri, i quali si trovano ad affrontare in prima fila la lotta al Covid-19 in corsie di ospedali che sembrano trincee di guerra. In Italia uno dei principali obiettivi strategici è quello di itare il numero di ospedalizzazioni dovute al Covid-19, in particolare quelle gravi che comportano l'occupazione di posti in terapia intensiva, di cui si dispongono mumeri davvero limitati (in Italia ce ne sono circa nemila). Con l'avanzare della campagna vaccinale, su cui tutto il mondo punta per poter ridurre le restrizioni e programmare un graduale ritorno alla normalità, iniziano accesissime discussioni tra sostenitori del vaccino, in grande maggioranza, e "No-Vax, molto meno numerosi, arroccati su posizioni spesso al limite del complottismo. Il conflitto diventa ancor più esacerbato quando in diversi Paesi viene deciso di introdurre il Green Pass per i cittadini, un documento "lasciapassare" in possesso dei vaccinati, dei guariti o di chi risulta negativo a un tampone ufficiale di screening del Covid-1Esso consente di viaggiare con poche limitazioni, di entrare in bar e ristoranti, di andare al lavoro, oltre che di praticare sport anche nei luoghi chiusi. Si tratta di una misura per certi versi severa, che però è stata ritenuta necessaria, dai più, per spingere gli indecisi verso la vaccinazione e rendere, contestualmente, più sicuri i luoghi pubblici e gli ambienti di lavoro. VAX E NO-VAX L'adozione di tale provvedimento ha, di fatto, quasi reso obbligatorio il vaccino, scatenando l'ira di coloro che non ne volevano proprio sapere, quelli per l'appunto definiti "No-Vax". All'interno di questa categoria convergevano persone con motivazioni differenti per non volersi vaccinare, alcuni con idee negazioniste, arrivando ad ipotizzare che la non esistenza del Covid-19 o la trasformazione dei vaccini in strumenti per controllare le persone attraverso dei microchip; altri che invece si sentivano trattati come delle potenziali cavie da laboratorio, rimarcando la rapida sperimentazione attuata sui vaccini (dovuta naturalmente all'urgenza di metterli a disposizione), altri ancora che, sentendosi "indistruttibili", ritenevano inutile proteggersi. Per i "Vax", invece, così come per quasi tutti i governi del mondo, supportati dal parere unanime della comunità scientifica, non c'è mai stato il minimo dubbio: bisognava vaccinarsi per proteggersi e per proteggere gli altri, diminuendo così la circolazione del virus e la sua possibilità di replicarsi. Non ultimo, c'è poi da considerare l'impatto positivo della vaccinazione sull'economia. La vaccinazione di massa ha infatti consentito di riaprire la quasi totalità delle attività lavorative e di far riprendere la circolazione di persone e merci. PRONTI PER LE EMERGENZE FUTURE Attualmente sono terminate quasi tutte le restrizioni, ma nessun può sapere cosa succederà in futuro e senz'altro sarà importante per tutti Paesi essere dotati di un sistema sanitario efficiente in grado d fronteggiare anche emergenze imprevedibili, come quella che vissuto negli ultimi anni. Secondo le linee guida dell'Oms siamo in una fase di transizione del abbiamo la pandemia, ma bisognerà continuare con un forte follow-up delle va rianti, migliorando anche la segnalazione dei dati di sorveglianza su nuovi casi e rimanendo sempre pronti a riconoscere eventuali cambia. menti e più rispettoso dell'ambiente, così come chiesto a gran voce dalle nuove generazioni; un'Europa che vuole trasformare questa transizione in un'opportunità di investimento e crescita economica. I PAVENTATI RITARDI SULL'ATTUAZIONE DEL PNRR ITALIANO Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel dicembre 2022 si è espresso con forte preoccupazione nei confronti dello stato di attuazione del PNRR italiano: «Ci siamo un po' smarriti. Nello spirito iniziale il PNRR doveva imprimere una spinta aggiuntiva a nuovi investimenti. Noi invece l'abbiamo soprattutto volto a finanziare opere già previste, perché ci difetta capacità di progettare e realizzare progetti nuovi in pochi anni. Il PNRR doveva nascere e attuarsi sulla base di un partenariato fra pubblico e privato, ma se n'è visto poco; è quasi tutto nella sfera del pubblico. Infine il PNRR doveva risolvere i colli di bottiglia amministrativi e ordinamentali che il Paese soffre da decenni. Ma le riforme non si stanno facendo, questa è la realtà. Il primo bando per la più grande opera, la diga foranea di Genova, è andato deserto per la questione dei costi. Al secondo una ditta ha vinto e Faltra concorrente ha fatto subito ricorso al tribunale amministrativo regionale. Dunque, tutto fermo. Abbiamo tanti progetti ma mi chiedo se abbiamo abbastan za imprese invogliate a eseguirli. Abbiamo molti miliardi per gli investi menti e ciò doveva servire a rivedere e riallocare la spesa pubblica, ma non lo si fav. R governo Meloni, fresco di insediamento, ha fatto intendere di aver raccolto un'eredità scomoda dall'uscente governo Draghi, in particolare un certo ritardo nell'avvio degli investimenti. Su questo argomento Bo nomi sembra essere piuttosto d'accordo: «Ci sono delle criticità, è inne gabile. Ma dobbiamo lavorare tutti insieme per fare bene e in fretta. Se l'idea è di demandare molta gestione ai comuni, il più di essi non sono tecnicamente in grado. Una gestione pubblico-privato secondo me può aiutare. Era nello spirito iniziale e dovremmo tornarci. Non vedo altra via». Naturalmente nel ritardi incide non poco l'avvicendamento di verno, che richiede dei tempi fisiologici di assestamento per gli staff ministeriali. CONCLUSIONE: UN'OPPORTUNITÀ DA NON PERDERE Per l'Italia, che è stata una delle maggiori promotrici della realizza zione di questo gigantesco piano, si tratta di un treno davvero da non perdere per svariate ragioni. Negli ultimi anni il nostro enorme debito pubblico è stato infatti una vera zavorra per l'economia, impedendoci di investire per il rinnovamento del Paese o per costruire una crescita economica duratura. Ora, invece, abbiamo inaspettatamente ottenuto dei fondi straordinari e quindi abbiamo l'occasione per voltare pagina, riducendo anche le disuguaglianze tra Nord e Sud, migliorando le infra strutture e potenziando il sistema sanitario. È una sfida storica, decisiva per il futuro dell'Italia, nella quale do. vremo dimostrare di saper individuare i piani giusti che effettivamente renderanno il Paese più competitivo a lungo termine, di essere in grado di vigilare affinché i soldi erogati non finiscano in mani corrotte e inoltre ci vorranno riforme intelligenti, fatte per il bene comune, piuttosto che per ottenere risultati elettorali a breve termine. IL GREEN DEAL EUROPEO URSULA VON DER LEYEN E IL GREEN DEAL EUROPEO Con sempre maggior frequenza si parla oggi di politiche ecosostenibili e di Green Deal, l'ambizioso piano europeo per il nostro futuro ambientale voluto da Ursula von der Leyen Con l'appellativo Green Deal ci si riferisce a un complesso piano di sviluppo sostenibile elaborato dall'Unione Europea con l'obiettivo di diventare il primo continente climaticamente neutro (ovvero con zero emissioni di gas serra nell'atmosfera) entro il 2050, pur mantenendo i normali obiettivi di crescita economica. L'ambizioso piano è stato presentato con grande entusiasmo da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, dichiarando che il Green Deal sarà per l'Europa "come lo sbarco dell'uomo sulla Luna". NEUTRALITÀ CLIMATICA Ma cosa s'intende per "neutralità climatica"? Per comprendere meglio questa definizione occorre fare un passo indietro e osservare con attenzione le condizioni in cui attualmente si trova l'ecosistema mondiale. Le attività compiute dall'intera umanità nel corso dei secoli hanno generato profondi cambiamenti, degradando in modo evidente le condizioni dell'ambiente: mutamento climatico, perdita della biodiversità e contaminazione delle acque sono solo: alcuni degli aspetti più evidenti dell'inquinamento attualmente presente s tutto il Planeta. il degrado ambientale rappresenta oggi una minaccia concreta per mondo ed è quindi necessario agire fin da subito per modificare le ab tudini di vita e tentare di salvaguardare il benessere della popolazione globale, tanto nel presente quanto nel prossimo futuro. Come rendere possibile quest'obiettivo? IL CLIMA Le linee guida delineate dal Green Deal appaiono molto chiare a ri guardo e arrivano ad interessare quasi tutti gli aspetti del vivere collet tivo, dall'energia ai trasporti, passando attraverso industria, agricoltura e ricerca. Si tratta di politiche e azioni da realizzare nei prossimi decen ni nell'intento di rendere reale la tanto agognata trasformazione green. Uno degli aspetti centrali è rappresentato dal clima e a tal proposito la Commissione Europea ha proposto una legge europea sul clima, che rende effettivo quanto anticipato e voluto dalla politica del Green Deal; secondo le linee da questa individuate, tutte le Nazioni dovranno agi. re concretamente per far si che il continente raggiunga zero emission nette di gas serra entro il 2050. Le emissioni nette sono il bilancio tra le emissioni inquinanti prodotte dall'uomo e le azioni fatte per compen sarle, come ad esempio la riforestazione. Attualmente il primo obiettivo fissato è per il 2030, limite temporale entro cui dovranno essere ridotte le emissioni di almeno il 55% rispet to ai livelli del 1990. In seguito i controlli e le verifiche verranno effettuate ogni 5 anni, in modo da tener conto costantemente dei progressi raggiunti, sempre in linea con quanto previsto dall'accordo sul clima di Parigi. Il piano ora descritto è stato presentato l'11 dicembre 2019 ed è entrato in vigore nel luglio 2021. Le grandi mobilitazioni e gli scioperi legati al fenomeno dei "Fridays for Future", ideati dalla giovane attivista Greta Thunberg, hanno avuto certamente un importante ruolo di spinta affinché si accelerasse il processo decisionale e attuativo di un simile, immane piano. L'Unione Europea aveva già iniziato in passato a lavorare per ridurre le emissioni di gas nocivi, diminuendole del 23% tra il 1990 e il 2018; tuttavia un simile ritmo non sarebbe affatto sufficiente per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Bisognerà fare molto di più! LA PRODUZIONE DI ENERGIA 4 Numerosi sono i settori coinvolti dalla politica del Green Deal, a partire dalla gestione dell'energia la cul produzione, ad oggi, rappre senta oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell'intera Unio ne Europea. Tra gli obiettivi proposti dalla nuova politica green c'è dun que la decarbonizzazione del sistema energetico, in favore di un mag giore utilizzo di energia pulita, in modo da diminuire drasticamente le emissioni di gas nocivi e migliorare, di conseguenza, la qualità della vita di tutti. Utilizzare le fonti rinnovabili è ormai indispensabile per la salute del Pianeta, dunque la Commissione Europea intende promuovere tecnologie innovative e una migliore rete di infrastrutture per ottimiz zare l'efficienza energetica e, al tempo stesso, salvaguardare la salute dell'ambiente. Per favorire la transizione verso risorse green e rinnovabili ogni anno verrà inoltre fissato un chiaro obiettivo di riduzione del consumo di energia, con l'intento di spingere gli Stati europei a raddoppiare i propri sforzi in termini di risparmio energetico. I TRASPORTI Una parentesi è poi rappresentata dai trasporti stradali: nell' ambito del Green Deal ci si propone di ridurre ulteriormente le emissioni delle vetture fino al 55% a partire dal 2030 e fino al 100% a partire dal 203Imporre l'utilizzo di veicoli ecosostenibili comporta, di conseguenza, la necessità di incrementare e migliorare considerevolmente le strutture di ricarica presenti sul territorio. Ad oggi i trasporti sono responsabili di circa il 25% delle emissioni di gas a effetto serra in Europa, dunque è importante agire di carbonio, essere libera dalle sostanze tossiche, gestire in modo ottimale i rifiuti e promuovere la crescita di tutti i Paesi all'interno del nostro continente. Per far si che l'economia diventi davvero circolare, ogni fase della produzione dovrà adeguarsi ai nuovi requisiti: è richie sta una forte responsabilizzazione, dal produttore al consumatore, Oga anno l'Unione Europea produce quasi 3 miliardi di tonnellate di rifiuti, bisogna dunque fare in modo che ogni Paese migliori le pratiche di r ciclaggio, riducendo quanto più possibile l'utilizzo degli inceneritori. La transizione verso un'economia circolare offre inoltre grandi opportuni tà per nuove attività e più posti di lavoro sul mercato mondiale; un dato che viene ribadito a gran voce nell'ambito della politica green è che le industrie pesanti come quelle dell'acciaio o di prodotti chimici sono si fondamentali per l'intera economia, ma queste devono necessariamente subire un processo di modernizzazione e decarbonizzazione. All'interno delle direttive europee forte è inoltre la volontà di soste nere il settore biologico e promuovere l'adozione delle cosiddette tecnologie verdi. A tal proposito è chiara, inoltre, l'intenzione di favorire, per quanto riguarda le apparecchiature elettriche ed elettroniche, una maggiore durata dei prodotti, in modo da ridurre la quantità di rifiuti prodotti in quest'ambito. IL CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ II Green Deal affonda le sue radici nel concetto di "sostenibilità, che sempre più spesso viene oggi affrontato in numerosi e differenti ambiti Ma qual è il significato di questo termine e in che modo riguarda la vita di tutti i cittadini dell'intero globo? Viene definito come sostenibile lo sviluppo umano capace di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli dei cittadini del domani; quanto det to richiama inevitabilmente il rapporto che gli esseri umani instaurano con il mondo circostante. Introdotto per la prima volta nel corso della conferenza ONU sull'am biente del 1972, il concetto di sostenibilità è divenuto oggi centrale, soprattutto in seguito alla grande attenzione che viene dedicata all'ambiente e alle condizioni in cui questo oggi si trova. Nel corso degli anni l'uomo ha sfruttato tutte le risorse a sua disposizione, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze che le sue azioni potevano avere sull'ambiente circostante. Oggi ei troviamo dunque a fare i conti con una condizione ambientale a dir poco disastrosa, derivante da secoli di incurie e mancanza di rispetto. Ed è proprio per far fronte a questa che si è reso necessario cambiare lo stato di cose attuale, adottando un atteggiamento sostenibile in ogni ambito del vivere col situazione lettivo e privato L'AGENDA 2030 Diretta conseguenza di quanto appena detto è la creazione da parte dell'ONU dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero un programma ben preciso articolato in 17 obiettivi: sconfiggere la pover tà, sconfiggere la fame, migliorare salute e benessere, implementare un'istruzione di qualità, perseguire la piena parità di genere, garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari dignitosi, produrre energia pulita e accessibile, garantire condizioni di lavoro dignitose, favorire l'innovazione nelle imprese e nelle infrastrutture, ridurre le disuguaglianze, giungere ad abitudini di consumo e produzione consapevoli, lottare contro i cambiamenti climatici, proteggere la vita sott'acqua e sulla terra, difendere pace e giustizia, creare partnership per raggiungere tali e tanti obiettivi. Si tratta di obiettivi molto ambiziosi e ammirevoli, che i Paesi membri dell'ONU si sono riproposti di raggiungere entro il 2030. Appare evidente quanto sia forte il collegamento con il Green Deal europeo, poiché in entrambi i casi è chiara la volontà di salvaguardare la salute della Terra e, al tempo stesso, garantire migliori condizioni di vita per l'intera popolazione mondiale. CONCLUSIONE In conclusione è possibile affermare, senza ombra di dubbio, che gli obiettivi avanzati nell'ambito del Green Deal sono notevoli e piuttosto complessi da realizzare, soprattutto tenuto conto dello spazio temporale relativamente esiguo. È tuttavia importante ricordare che nessuna delle condizioni descritte potrà divenire realtà senza un concreto impegno da parte di tutti i cittadini: quando si parla di politiche sostenibili, infatti, si fa molto riferimento alla vita quotidiana di ognuno di noi, ed è per questo che spetta a ciascun individuo il dovere di agire in prima persona per rendere reali i progetti avanzati dai governi. Ogni cittadino deve scendere in campo in prima persona e agire concretamente per trasformare il mondo in cui viviamo. Solo insieme potremo raggiungere tutti gli straordinari obiettivi prefissati dal Green Deal. IL FENOMENO GRETA THUNBERG E L'INFLUENZA SUL "GREEN DEAL" EUROPEO IL FENOMENO GRETA THUNBERG Vollo ormai conosciuto in tutto il mondo, Greta Thunberg édi ventata simbolo della lotta contro il cambiamento climatico ed emblema della necessità di intervenire sull'attuale stato di cose per salvare il Pianeta. Le sue azioni hanno riscosso un successo straordinario in tutto il mondo, attirando l'attenzione di molti cit tadini, che sempre più spesso fanno sentire la loro voce e sono pronti a protestare per salvare il pianeta Terra dall'inquinamento. Negli ultimi anni la Terra è andata incontro ad una serie di cambiamenti sostanziali dovuti al progressivo aumento del riscaldamento globale e destinati a mutare ulteriormente le sorti dell'intera umanità. Gli esperti hanno più volte evidenziato la necessità di cambiare l'at tuale stato di cose, ma neppure gli accordi internazionali in materia di salvaguardia ambientale, spesso sottovalutati o non rispettati, sono sufficienti ad ostacolare l'avanzata del fenomeno. Da qualche tempo la lotta contro il cambiamento climatico ha tuttavia un nuovo volto, quello di Greta Thunberg, divenuta star mediatica in un lampo IL PRIMO SCIOPERO PER IL CLIMA Greta è nata a Stoccolma il 3 gennaio del 2003 da Malena Ernman, nota cantante lirica, e Svante Thunberg, attore e direttore artistico, All'età di quattordici anni la giovane svedese, da sempre interessata alla questione climatica, decide che è il momento di agire concretamente per salvare il pianeta: la torrida estate del 2018 e le temperature troppo elevate registrate nel suo Paese la spingono quindi a intraprendere una vera e propria guerra per rallentare la lenta morte a cui sta andando incontro la Terra. il 20 agosto del 2018 Greta siede per la prima volta davanti al Parla mento svedese a Stoccolma per chiedere al governo la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, proprio come previsto dall'accordo di Parigi sul clima del 201Nascono così i Fridays for future, i "venerdi per il futuro", un movimento di protesta internazionale organizzato da giovani e giovanissimi in ogni parte del mondo, modellato sull'esempio della studentessa svedese. Lo slogan Skolstrejk för klimatet, utilizzato da Greta fin dall'inizio durante i suoi movimenti di protesta, letteralmente significa "sciopero della scuola per il clima" e riassume perfettamente l'essenza delle manifestazioni organizzate: con gli occhi di chi ha davanti a sé tutte le speranze per il futuro, Greta e i suoi seguaci sono decisi a cambiare la drammatica situazione del mondo contemporaneo per contribuire alla creazione di un domani sereno e dignitoso per tutti. I ragazzi scendono in piazza, organizzano cortei e manifestazioni per spingere gli adulti a riflettere sull'emergenza climatica e, al tempo stesso, costringere i governi ad attuare drastiche misure di salvaguardia ambientale. Necessariamente drastiche perché tardive rispetto agli innumerevoli allarmi lanciati già il secolo scorso dagli scienziati. GLI INTERVENTI A KATOWICE E DAVOS In breve tempo la studentessa svedese riesce ad ottenere grande successo e la sua fama raggiunge dimensioni sempre più ampie; il 4 dicembre 2018 partecipa alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha luogo a Katowice, in Polonia: qui parla di "crisi più grave mai avuta nella storia dell'umanità" e sottolinea la necessità di tirare "il freno d'emergenza" per salvare ciò che resta del mondo attuale. Durante il breve discorso tenuto davanti a uomini e donne di grande potere, Greta mostra un grande senso di responsabilità, un'enorme determinazione e con sguardo severo non ha paura di sfidare coloro che detengono i posti di comando in tutto il mondo. Con parole forti accusa i governi di tutto il globo di aver rubato il futuro ai più giovani, sottoli neando che sempre più spesso la sofferenza di molte persone paga i lusso di pochi Nel gennaio del 2019 partecipa poi al Forum economico mondiale di Davos utilizzando LA SINDROME DI ASPERGER Greta è affetta dalla sindrome di Asperger, un disturbo autistico <ad alto funzionamento»>, che non comporta ritardi nello sviluppo delle capacità linguistiche né disabilità intellettive. Tuttavia questa condizio ne non ne inficia la forza d'animo; con coraggio e consapevolezza ne ha parlato in diverse occasioni, affermando che proprio grazie al suo disturbo riesce oggi ad impegnarsi tanto nella salvaguardia ambientale. Diagnosticatole all'età di 13 anni, l'Asperger le ha permesso di scoprire il significato vero della sua esistenza, come lei stessa ha dichiarato: senza quello che lei ha definito il suo "superpotere", non sarebbe forse riuscita ad ottenere i grandiosi risultati raggiunti. "L'EFFETTO GRETA" Le azioni e le proteste intraprese da Greta hanno generato conseguenze molto importanti a livello internazionale, suscitando nella cosclenza di tutti il desiderio di cambiare l'attuale stato di cose e lottare per la difesa della Terra. La scia generata dall'attivista svedese è tanto consistente che si parla di "effetto Greta": un esempio è riscontrabile nell'iniziativa GoodLands, ideata da una giovane statunitense di nome Molly Burhans. Fervente cristiana cattolica ed esperta di cartografia, Molly ha realizzato uno studio accurato sulle proprietà in possesso della Santa Sede, arrivando alla conclusione che la Chiesa è l'ente non statale che possiede più terre al mondo, quasi 80 milioni di ettari di terreni, anche e soprattutto in Africa e Amazzonia, zone gravemente colpite dalla crisi climatica. La conclusione a cui è arrivata la Burhans è dunque piuttosto intuitiva: occorre provvedere a una rigenerazione di questi territori per contrastare la crisi ambientale in modo davvero consistente e significativo. Un altro esempio di attivismo da "effetto Greta è poi l'Extinction Re bellion, nato in Inghilterra: come riportato sul loro sito, si tratta di un movimento apartitico il cui obiettivo è convincere i governi a intervenire sull'emergenza climatica ed ecologica. Il mondo che loro desiderano creare richiede una cultura sana, creativa, resiliente e adattabile, quindi per tale ragione si definiscono lontani da ogni partito o schieramento politico. Il manifesto con cui esprimono le loro intenzioni è molto ricco e dettagliato: dalle parole utilizzate traspaiono in modo chiaro la volontà e la determinazione che contraddistinguono questo movimento. Parlano di vera e propria ribellione e di disobbedienza civile non violenta, termini dalla portata storica importante che è impossibile ignorare. Il movimento è arrivato anche in Italia, dove alcuni attivisti hanno gettato colorante alimentare nero in due fontane presenti nel cuore di Torino per evidenziare la grave condizione in cui versano il Po e la Dora: la condanna, in questo caso, è direttamente rivolta alla regione Piemonte, considerata responsabile dell'impronta che tutta la cittadinanza sta lasciando sull'ambiente circostante. UN GRIDO DI ALLARME L'effetto Greta ha generato importanti movimenti in tutto il mondo, alcuni dei quali hanno assunto dei risvolti estremi: è il caso dei tanti attivisti per il clima che negli ultimi mesi hanno portato avanti importanti proteste, coinvolgendo note opere d'arte all'interno di celebri musei. Tutto ha avuto inizio nel mese di maggio 2022, quando alcuni attivisti hanno lanciato una torta sulla Gioconda di Leonardo da Vinci, conservata all'interno del Louvre di Parigi. In seguito si sono verificati altri eventi simili, coinvolgendo opere di Monet, Van Gogh o Goya, che tuttavia non sono state realmente deturpate perché protette da vetri speciali costruiti proprio per evitare ogni possibile danneggiamento da vandalismo, Non diversi i casi dei ragazzi che, per protestare control cambiamento climatico, si sono incatenati con lucchetti a sculture qua lil Laocoonte o altre appartenenti a Umberto Boccioni e conservate all'interno del Museo del '900 di Milano, Le ragioni che sottostanno a questi gesti non hanno a che vedere con il desiderio di distruggere o deturpare l'arte: l'obiettivo è piutto sto quello di creare un disagio, attirare l'attenzione e favorire in questo modo una maggiore sensibilizzazione in merito all'argomento, cioè alla questione climatica. Per tale ragione gli ambientalisti che scelgono di compiere queste azioni non amano essere associati al concetto di va dalismo: il loro è piuttosto un grido di allarme. politico, è UN TRAGUARDO STRAORDINARIO: IL GREEN DEAL EUROPEO Mentre Greta infiammava gli animi con le sue accorate proteste l'Unione Europea, che da tempo lavorava a una svolta ecologista, ha deciso di dar seguito ai semplici propositi enunciati durante le Cop con i fatti. Il piano di azione, di enorme impatto socioeconomico e stato denominato Green Deal europeo. Fortemente voluto dalla Commis sione UE, è stato presentato dalla carismatica presidentessa Ursula Von der Leyen, l'11 dicembre 201L'obiettivo dichiarato è il raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050 e il sostegno, in ogni modo possibile, all'ecosostenibilità della produzione e del progresso. Obiettivo intermedio è invece la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Per ottenere simili traguardi occor rerà rivedere ogni legge vigente in materia di clima e introdurre nuove norme sull'economia circolare, sulla ristrutturazione degli edifici, sulla biodiversità, sull'agricoltura e sull'innovazione. Ma anche introdurre ampi incentivi. Il piano non punta però soltanto ad ottenere tali risul tati, ma a creare nuove professioni, a generare crescita economica e a ridurre la dipendenza energetica dell'UE, migliorando al contempo la salute e il benessere dei cittadini oltre che degli ecosistemi. Si è anche parlato di stanziamenti enormi per favorire l'eliminazione del carbone, sostenendo l'industria e la mobilità in un'ottica di assoluto rispetto per l'ambiente. Si tratta del primo passo mosso verso una soluzione green che può generare risvolti estremamente positivi per la salute dei cittadini: l'impegno evidenziato dal governi appare consistente. ma sarà bene andarci con i piedi di piombo, dal momento che una rivo luzione tanto radicale potrebbe portare contraccolpi socioeconomici di imprevedibile portata. CONCLUSIONE Greta Thunberg è un'eroina moderna di grande esempio per molti giovani, ma anche monito per gli adulti, al punto che in tanti hanno deciso di seguire il percorso da lei intrapreso e diventare protagonisti nella lotta contro il riscaldamento globale. Con una forza e una costan za incredibili, la ragazza svedese è riuscita a guadagnare un posto di primo piano sulla scena internazionale, riuscendo ad ottenere un successo straordinario, sotto ogni punto di vista. Greta si serve fortemente dei social per dare spazio alle sue idee e fare in modo che queste possano raggiungere ogni parte del globo, utilizzandoli come casse di risonanza internazionali: il suo profilo Instagram è infatti tra i più seguiti e tanti sono i ragazzi che, in ogni parte del mondo, scelgono di imitare le sue manifestazioni di protesta, desiderosi di dare voce ai propri pensieri. In seguito alla decisione presa sulla Cop27 Greta si è tuttavia detta pronta a passare il megafono ad altri, evidenziando in questo modo la sua volontà di non abbandonare l'attivismo ma piuttosto incentivare un sempre maggior coinvolgimento da parte dei più giovani. Alla luce di quanto detto finora, il merito maggiore che deve essere riconosciuto a Greta Thunberg è quello di essere riuscita a coinvolgere un numero incalcolabile di giovani, spingendoli a seguirla nella sua battaglia e trasmettendo loro determinazione, passione ed entusiasmo. In un mondo pieno di modelli negativi, Greta è riuscita a imporsi con coraggio, divenendo simbolo di forza positiva. PLASTICA E INQUINAMENTO LA PLASTICA L'inquinamento derivante dall'uso indiscriminato della plastica rappresenta un'emergenza che dev'essere affrontata il più presto possibile e fronteggiata in maniera adeguata Le isole di plastica" sono solo alcune delle surreali testimonianze di un'emergenza dai contorni sempre più preoccupanti. La plastica costituisce il materiale principale di tutti gli oggetti d'uso quotidiano ed è presente in molti dei cibi che vengono ogni giorno consumati sulle tavole dei cittadini di tutto il mondo. È il prodotto sintetico a più lunga conservazione e si degrada completamente solo in un centinaio di anni. I problemi legati al suo smaltimento e all'inquinamento che ne deriva sono sempre maggiori, tanto da destare crescente preoccupazione. PROSPETTIVE GLOBALI SULLA PLASTICA NEL 2022 Nell'intento di fronteggiare il fenomeno dell'inquinamento derivante dalle plastiche, il Parlamento Europeo ha stabilito recentemente di tagliare in maniera considerevole la produzione degli oggetti in plastica monouso, in particolar modo i prodotti più presenti sulle spiagge e nei mari che diventano facili trappole per gli animali marini. Tra gli oggetti messi al bando ci sono le cannucce, i cotton floc, le stoviglie di plastica e le plastiche oxo-degradabili, ovvero contenenti additivi aggiunti che favoriscono la degradazione in frammenti più piccoli, i quali sembrano scomparire molto lentamente. Lo stop è partito il 14 gennaio 2022 con multe salatissime in caso di trasgressione: da un minimo di 2500 a un massimo di 25000 euro. Le scorte rimanenti possono però essere vendute fino ad esaurimento "a condizione che possa esserne dimostrata l'immissione sul mercato in data antecedente alla effettiva decorrenza dell'obbligo". Per quanto riguarda invece le bottiglie di plastica è stato stabilito di raccogliere il 77% dei rifiuti presenti sulle spiagge europee entro il 2025 e il 90% entro il 2029; nel 2030, inoltre, tutte le bottiglie ancora prodotte dovranno includere almeno il 30% di plastica riciclata. Ogni singolo produttore dovrà contribuire allo smaltimento dei rifiuti e favorire le campagne di sensibilizzazione volte a scuotere l'opinione pubblica in materia di inquinamento. Tutte le misure adottate dovrebbero evitare, nel corso del decennio, l'emissione di 3,4 milioni di CO, equivalente nell'atmosfera. In linea con gli obiettivi ora riportati, l'Unione Europea ha recentemente formulato nuove proposte volte a ridurre i rifiuti di imballaggi del 15% pro-capite per ogni Paese entro il 2040. È ad esempio il caso delle bevande take-away, che andranno servite all'interno di imballaggi riutilizzabili oppure servite direttamente nei contenitori dei clienti. Utilizzare imballaggi riutilizzabili o ricaricabili diventa dunque una strategia indispensabile da adottare per garantire una drastica inver sione di marcia e contribuire in modo concreto alla risoluzione del pro blema plastica. La lotta al monouso coinvolge molti settori, da quello food a quello dedicato alla cura personale (si veda l'esempio dei flacon cini contenenti shampoo o prodotti simili). Le misure previste in mate ria di imballaggi hanno il chiaro intento di uniformare la situazione in tutti i Paesi poiché al momento si riscontrano forti disparita per quanto riguarda la normativa in quest'ambito: solo se tutti gli Stati membri se guiranno le stesse azioni contemporaneamente si potrà arrivare ad una soluzione reale e presumibilmente duratura. L'ASSEMBLEA DELLE NAZIONI UNITE PER L'AMBIENTE Una svolta importante per quanto riguarda il problema plastica è arrivata nella primavera del 2022, quando l'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unea) ha approvato un documento che sancisce l'intenzione da parte degli Stati membri di elaborare entro il 2024 uno "strumento internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all'inquinamento da plastica". Si tratta di un primo passo molto impor tante perché sottolinea in modo chiaro il problema esistente e una prima proposta di soluzione, che dovrà essere composta a sua volta da iniziative concrete all'interno dei vari Paesi. Ad essere coinvolto è l'intero ciclo produttivo della plastica e per queformula sta ragione l'intenzione è di promuovere una progettazione sostenibile, capace di coniugare le esigenze dell'industria e quelle dell'ambiente. Raggiungere una linea comune non sarà facile perché le realtà coinvolte sono tante e diversificate: si tratta tuttavia di un primo traguardo fondamentale perché unisce in maniera universale tutti i governi coinvolti. Solo lavorando all'unisono è infatti possibile raggiungere vittorie solide e durature nel tempo. Una menzione a parte per quanto riguarda le normative sovranazionali merita invece la decisione, presa dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo, di prevedere un caricabatterie universale per tutti i dispositivi elettronici ricaricabili a partire dal 202Si tratta di una svolta importante, che coinvolge in particolar modo Apple, da sempre impegnata nella vendita di cavi con ingressi lightning diversi dai più comuni type-c. Si tratta di una normativa che, sebbene valida solo sul territorio europeo, costringe la celebre azienda californiana a rivedere almeno in parte la propria produzione. Le ragioni che sottostanno a tale scelta riguardano la possibilità di ridurre drasticamente la quantità di rifiuti tecnologici prodotti ogni anno (oggi circa 11.000 tonnellate) e la volontà di risparmiare milioni di euro spesi in acquisti non necessari. UNO STILE DI VITA PLASTIC FREE E tuttavia importante ricordare che tutte le iniziative ricordate fino a questo punto non potrebbero vedere la luce senza un pieno coinvol del cittadini, a cui oggi viene chiesto di prendere coscienza del problema e di cambiare le proprie abitudini quotidiane in favore di gimento una vita decisamente plastic free. Ed è così che si diffonde l'abitudine al riciclo delle bottiglie di plastica o, meglio, la decisione di servirsi dei numerosi distributori di acqua presenti sui vari territori nazionali oppure, in alternativa, di installare nelle proprie abitazioni del sistemi di filtraggio dell'acqua proveniente dal rubinetto. Evitare di acquistare faldoni di bibite diventa quindi una delle tendenze di più facile imitazione, almento per il momento. Una situazione simile si registra anche per i prodotti dedicati all'igiene personale o alla cura della casa: utilizzare flaconi ricaricabili o scegliere di acquistare prodotti privi di imballaggi di plastica sono decisioni che sempre più spesso vengono prese dal cittadini, e questo spinge tante case produttrici ad adeguarsi, scegliendo di realizzare varianti ecosostenibili e rispettose dell'ambiente. Le tendenze plastic free sono molte ed è sufficiente effettuare una semplice ricerca su Internet per scoprire un mondo fatto di novità, idee creative e consigli preziosi da applicare nella vita di tutti i giorni. Mai come ora il problema della plastica viene avvertito in modo concreto e forte è il desiderio di agire per tentare di arginarlo. UNA RESPONSABILITÀ CONDIVISA L'ecosistema naturale è stato contaminato in maniera incontrastata dall'uomo, che ha gettato attorno a sé i propri rifiuti incurante delle conseguenze derivanti da tale atteggiamento. Non è possibile individuare una colpa univoca perché la responsabilità deve essere equamente divisa tra tutti i cittadini, indipendentemente dalla Nazione di provenienza. Occorre cambiare in primo luogo il modo di pensare, dare vita a una nuova mentalità rispettosa dell'ambiente ed essere fortemente consapevoli del degrado esistente. Solo da una conoscenza accurata del problema possono infatti derivare soluzioni concrete. L'INFLUENCER, UNA NUOVA FIGURA PROFESSIONALE L'INFLUENCER E LE SUE CARATTERISTICHE Lo sviluppo dei social network continua a generare nuove figure lavorative, tra cui spicca quella dell'influencer, che sta diventando essenziale per la promozione di prodotti e tendenze. L'enciclopedia Treccani definisce l'influencer come un personaggio popolare nel mondo virtuale che ha la capacità di influenzare le scelte di un determinato gruppo di utenti. È una persona consapevole della propria autorevolezza, quindi in grado di orientare le preferenze di quanti l'ascoltano o ne imitano le azioni. Il successo dell'influencer è strettamente legato alla quantità di follo wer, ovvero al pubblico che segue i post e ne parla oppure ne condivide i contenuti con altri. Da queste dinamiche nasce un potente passaparola virtuale che garantisce maggiore visibilità agli influencer e di conse guenza ai prodotti o tendenze da loro veicolati.L'influencer riesce ad ottenere successo in virtù di numerose doti, tra cui la capacità di instaurare un rapporto di fiducia con i suoi seguaci; deve naturalmente possedere grande carisma e autorevolezza, nonché conoscenze specifiche nel proprio ambito di interesse. Molti follower instaurano un rapporto speciale, quasi simbiotico, con gmfluencer che seguono, a patto di ottenere qualche soddisfazione in termini di interazione, non solo con i loro idoli, ma anche con gli altri seguaci, insieme ai quali tendono a creare un gruppo virtuale affiatato LE CATEGORIE DI INFLUENCER E L'AVVENTO DI TIK TOK Esistono tante differenti tipologie di influencer, a seconda dell'ar gomento di cui si tratta: moda, fitness, bellezza, gaming, musica, sport, famiglia, cibo e viaggi sono alcune delle categorie classiche. Tuttavia con l'avvento di TikTok si è aperto un universo del tutto nuo vo che ha finito per etichettare come influencer anche tanti personaggi istrionici estranei a qualsiasi categorizzazione, come Khaby Lame, se negalese che vive in Italia, capace di diventare il numero uno su Tik Tok grazie alla sua capacità di deridere con estrema semplicità i contenuti esagerati dei video virali. Negli ultimi tempi la figura
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