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8 marzo e ruolo della donna, Schemi e mappe concettuali di Storia

Ricerca sul significato dell' 8 marzo e sul ruolo della donna nella società prima e ora

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 03/01/2022

benedetta-seguenzia
benedetta-seguenzia 🇮🇹

10 documenti

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Scarica 8 marzo e ruolo della donna e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! 8 MARZO, GIORNO DEDICATO ALLE DONNE L'8 marzo è la giornata dedicata alle donne, e questo giorno serve al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche da parte del genere femminile. La storia della festa della donna risale ai primi del novecento, in particolare nel giorno 8 marzo del 1908 a New York a causa della tragedia che accadde in una fabbrica tessile. Questa tragedia vide come protagoniste le operaie della fabbrica Cotton, che rimasero coinvolte in un incendio appiccato dal proprietario stesso a causa del loro sciopero che richiedeva delle condizioni di lavoro migliori e dei salari più alti. La scelta della data dell'8 marzo come festa internazionale nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano, ma non fu mai ufficializzata. Solo nel 1921, a Mosca, in occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste, l'assemblea decise di rendere istituzionale la data dell'8 marzo come Giornata internazionale dell’operaia, in ricordo della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo (1917). Il 16 dicembre 1977, infine, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, invitò gli Stati membri a dichiarare questa data come «Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale». Questo deriva sopratutto dai movimenti di emancipazione femminile che vi furono in passato, movimenti fatti da donne che lottarono per i loro diritti e per la loro emancipazione in ogni campo. Importante qui è la figura delle suffragette, ma chi erano? La parola Suffragette viene utilizzata per indicare le donne che appartenevano a un movimento di emancipazione femminile che voleva ottenere il diritto di voto. Ma facciamo un passo indietro: questa presunta inferiorità della donna era "riconosciuta" anche dalla legge, infatti anche nel Rinascimento la condizione della donna non subì alcun miglioramento. Però nelle classi più elevate, ci furono le donne che riuscirono a raggiungere i gradi più alti dell'istruzione e ad affermarsi in vari campi: dalla letteratura all'arte, dalla politica agli affari. Ma furono comunque delle eccezioni, in quanto le donne avrebbe dovuto attendere ancora dei secoli per ottenere la parità con gli uomini. Questo movimento, però, viene visto tipicamente in chiave più moderna e nasce in Francia durante il periodo della rivoluzione francese, quando tra la fine del Settecento e l'inizio dell’ Ottocento si iniziò a diffondere tra le donne la volontà di riuscire ad ottenere gli stessi diritti di cui godevano gli uomini. Nel nel 1792 Madame de Keralis, presentò all'Assemblea Rivoluzionaria il "Cahier de Doléances des femmes" nella quale venivano richiesti per le donne tutti i diritti civili e politici (infatti questa può essere considerata come la prima richiesta di riconoscimento dei diritti delle donne). Circa una anno dopo, in Inghilterra venne pubblicato un libro intitolato "Vindication of the Rights of Woman" di Mary Wollstonecraft che segnò l'inizio del movimento femminista in Inghilterra, infatti anche lì le donne iniziarono a manifestare per conquistare il proprio posto nella società e non essere considerate soltanto come "donne di casa". Nel 1835 le donne riuscirono a conquistare il diritto di voto alle elezioni locali, ma la strada per la conquista dei diritti era ancora molto lunga. In Inghilterra i movimenti femminili sono stati sostenuti da John Stuart Mill, che nel 1869 ha proposto di introdurre il suffragio femminile grazie al testo "The Subjection of Woman”, infatti le donne inglesi ottennero il diritto di voto nei consigli municipali e nei consigli di contea. Nel 1903 sorse un movimento politico femminista che lottò, attraverso comizi e manifestazioni pubbliche, per ottenere il diritto di voto per le donne: le militanti di questo partito furono chiamate col nome di suffragette. Per fare breccia nella resistenza della società britannica, esse ricorsero alla lotta aperta: disturbarono i milioni di ragazzine ogni anno sono costrette a nozze persino a 10 anni, infatti avvengono in un'età inadeguata al regolare sviluppo psicofisico della persona. Le bambine vengono vendute dai genitori a questi uomini che andranno a sfruttarle emotivamente e sessualmente, che andranno ad abusare del loro corpo, della loro ingenuità. Sono bambine usate come oggetto per sfogare i propri desideri, che non hanno la possibilità di scegliere e di decidere per il loro futuro, di costruirsi una strada, di rincorrere un sogno, di avere delle ambizioni e di realizzarsi. Sono costrette ad accettare quello che è stato deciso per loro. Sono obbligate a vivere una vita che non avrebbero mai voluto vivere. Diversi fattori influenzano questo fenomeno: l’ineguaglianza di genere, la povertà, la difficoltà di accesso all'istruzione e alla sanità, la carenza di un quadro legale e di un contesto politico che tutelino i diritti dei minori e delle donne creano queste tradizioni terribili che privano la donna di ogni qualsiasi forma di libertà e diritto. C'è poi una matrice culturale del matrimonio precoce, che in alcuni contesti è sostenuto da una serie di consuetudini sociali molto forti, dettate da anziani capitribù, leader religiosi e spirituali. in Paesi come il Bangladesh o l'India, si è registrata una notevole diminuzione di questi fenomeni a causa del forte impegno legislativo, mentre in paesi come il Nepal il fenomeno è più diffuso perché è legato alle minoranze etniche. In posti come Somalia e Nigeria, invece, sono stati attuati programmi di lotta per ridurre questa tradizione attraverso l'educazione sessuale e alla salute riproduttiva. L’INFIBULAZIONE L'infibulazione è una forma di mutilazione genitale femminile eseguita per ragioni prevalentemente socio-culturali. Questa pratica ha come scopo la chiusura quasi completa dell'ostio vulvare e spesso si accompagna all'escissione del clitoride; la sutura che segue la mutilazione lascia aperto solo un foro, per consentire la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale. Questa pratica comporta rischi gravi per la salute delle ragazze e delle donne che la subiscono, oltre a provocare pesanti conseguenze psicologiche. Il sostegno alla pratica adesso è in declino, ma in alcuni Paesi è ancora largamente diffusa. L'infibulazione è eseguita principalmente su bambine e giovani ragazze trai 4ei 15 anni di età, e ad eseguire la procedura è di solito una donna senza formazione medica (come un'anziana del villaggio, una guida spirituale della comunità ecc.), che utilizza strumenti come coltelli, forbici, pezzi di vetro o lame di rasoi praticando interventi senza alcuna anestesia che possono causare emorragie ed infezioni. L'infibulazione ha lo scopo di conservare la verginità della ragazza al futuro marito (oltre a renderla un oggetto sessuale incapace di provare piacere), ed esse vengono incise dallo sposo prima della consumazione del matrimonio. Per consentire il rapporto sessuale, infatti, è necessario ricorrere ad un intervento di scucitura (o defibulazione). È una pratica diffusa presso etnie e gruppi dell'Africa subsahariana , in Medio Oriente (come Egitto, Somalia, Guinea e Sudan) e in Paesi a predominanza islamica come Iran, Iraq, Yemen, Oman, Arabia Saudita ed Israele. L'infibulazione e le altre mutilazioni sono riconosciute come una violazione dei diritti umani delle bambine e delle donne. Nel dicembre 2012, l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato all'unanimità per procedere all'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili in tutto il Mondo. Le motivazioni fornite per giustificare la pratica delle mutilazioni genitali femminili sono diverse: Socio-culturali: in alcuni Paesi, la mutilazione dei genitali femminili si esegue come rituale di passaggio, per segnare la transizione delle adolescenti all'età adulta e la loro disponibilità a sposarsi. Nelle popolazioni in cui la verginità è considerata un prerequisito per il matrimonio, l'infibulazione viene praticata per mantenere intatta l'illibatezza della donna. Igieniche: in certe culture, esiste la convinzione, infatti, che i genitali femminili siano sporchi e sgradevoli dal punto di vista estetico, e la rimozione più o meno radicale delle parti esterne renderebbe la donna più bella e pulita. Questa pratica estremamente dolorosa può causare lesioni dei tessuti e danni ad altri organi vicini, come l'uretra (dove passa l'urina) e l'intestino e malattie come tetano, sepsi e, in alcuni casi, anche la morte. LA LAPIDAZIONE La lapidazione è un tipo di pena di morte, diffusa fin dall'antichità, nella quale il condannato è ucciso attraverso il lancio di pietre e spesso avviene con la partecipazione della folla. Questa pratica è stata usata fin dall'antichità per punire prostitute, adultere, assassini e, in alcuni paesi arabi, gli omosessuali, e la finalità di tale pratica era l'espiazione pubblica della colpa . E’ un tema molto delicato, che vede nuovamente come protagoniste le donne e l'ennesima espressione di violenza contro di esse. Anche se secondo la legge islamica la lapidazione è applicabile ad entrambi i sessi, sono sempre le donne a subire questa inumana atrocità. Le donne sono le principali vittime, poiché sono percepite come portatrici di “onore” e, il fatto che commettano un tradimento, è visto come una trasgressione più grave di quello commesso dagli uomini. Le prime forme di lapidazione erano presenti già nei racconti biblici; infatti durante l'epoca nomade degli ebrei, il condannato veniva avvolto in un sudario bianco e seppellito fino alla vita, se si trattava di un uomo, e fino al petto, se si trattava di una donna, e la folla intorno a lui/lei scagliava le pietre. | testimoni erano tenuti a scagliare per primi la pietra. Negli ultimi anni alcuni Stati hanno condotto la lapidazione come pena di morte come Iran, Somalia e Pakistan. Oltre che in Pakistan, la lapidazione (anche se non riconosciuta come sanzione ufficiale di morte) viene applicata in Afghanistan, Iraq e Mali. Si tratta di una punizione estremamente crudele e disumane; una violazione del diritto alla vita, così come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici. La lapidazione in questi Paesi è parte di un sistema legale corrotto e repressivo caratterizzato dalla mancanza di un giusto processo, con confessioni forzate e condanne arbitrarie, che nega il diritto alla vita e i diritti fondamentali dell’uomo, in modo particolare quelli della donna. QUAL È IL RAPPORTO TRA LA FIGURA FEMMINILE E LA RELIGIONE Abbiamo visto che molte delle pratiche sopra citate sono legate ad un fattore socio- culturale dovuto principalmente alla religione, quindi viene spontaneo chiedersi qual è il rapporto della donna con la religione? come viene vista la figura femminile all’ interno di essa? Compagni del Buddha, apostoli di Cristo o primi califfi: i fondatori, ma anche i principali propagatori e commentatori delle grandi religioni sono stati uomini. Le donne, presenti negli scritti religiosi, sono comparse avendo solamente la funzione di riprodurre e di guardiane del focolare. Le religioni hanno messo le radici in un terreno culturale patriarcale, e questi sono il riflesso dei sistemi organizzativi di culture che escludevano le donne dalla sfera sociale perché lo spazio privato
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