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Guide e consigli
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aborto, Gissi, Stelliferi, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

riassunto del libro capitolo per capitolo

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 11/02/2024

lara-de-simone
lara-de-simone 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica aborto, Gissi, Stelliferi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Nodi dell’Italia repubblicana. L’aborto. Gissi, Stelliferi Introduzione Dal Settecento: non nato= persona Ottocento: funzione riproduttiva delle donne esaltata e tutelata; hanno una responsabilità sociale Ottocento- Novecento: enfasi sul controllo della riproduzione si fa più deciso. Binomio sessualità/riproduzione. Ventennio fascista: funzione materna collegata a interessi nazionali --> secondo il Titolo X, Dei delitti contro l’integrità e la sanità della stirpe, del codice Rocco promulgato nel 1930 (sono considerati reato: aborto o intenzione di aborto, procurata impotenza alla procreazione, uso, vendita, promozione, discussione di mezzi contraccettivi); Chiesa: Casti Connubi di Pio XI = il matrimonio è un diritto primario e naturale ancorato alla dimensione procreativa. 1. L'aborto volontario ha una storia Il regime fascista aveva inaugurato una propaganda pronatalista culminata negli anni Trenta in un’enfasi inedita sul ruolo e sul corpo femminile (riproduzione e maternità = dovere patriottico). Con l’Illuminismo: Stato = corpo sociale --> prestigio e stabilità = numero abitanti e salute popolazione. Medico tedesco Johann Peter Frank usa l’espressione “cittadino non nato”. Ottocento: medicina prenatale diventa sempre più accurata (1822, medico parigino: uso di uno stetoscopio per ascoltare battiti cardiaci feto). Valorizzazione pubblica maternità molto forte anche in Francia, per via del basso tasso di natalità dopo guerra franco prussiana del 1871. Benito Mussolini: lotta a ogni forma di controllo delle nascite. In Italia il declino della fecondità si è verificato in seguito alle due guerre mondiali e variava fra nord e sud e fra aeree rurali e urbane. Tra le politiche positive per la maternità: ONMI, 1925 =protezione e assistenza di gestanti e madri bisognose o abbandonate, bambini le cui famiglie non fossero in grado di allevarli, fanciulli con famiglie indigenti; diffusione norme igiene prenatale e infantile; creazione ambulatori sorveglianza e cura gestanti. Istituiti poi consultori pediatrici e ostetrico-ginecologici, refettori materni e asili nido. Reato di aborto però risultò essere di difficile punibilità: impossibilità di verificare con certezza che vi fosse una gestazione in corso; difficile ritrovare feto abortito e attestarne intenzionalità --> confine tra aborto spontaneo e volontario è assai labile; in più è una pratica che veniva svolta segretamente... proprio per questi motivi non si hanno statistiche giudiziarie attendibili sulle gravidanze interrotte. Nel Novecento l’aborto era considerato una pratica nociva per la salute psicofisica della donna, ma si è notato come nei fatti non fosse così. Pesanti condizioni di lavoro e sforzi eccessivi, nessun sistema di controllo fertilità, difficoltà economiche... usavano termini come “pulita, sbrogliata”. Senso di liberazione. 2. Un presunto silenzio (1946-57) Italia repubblicana. Rimaneva in vigore: - Codice penale--> controllo su comportamenti e corpi riproduttivi; maternità come dovere - Onmi - Sistema assegni familiari - Alcune agevolazioni nei concorsi pubblici per candidati coniugati e con figli. Permanenza dovuta a nuova centralità assunta dalla famiglia. Rimaneva salda inferiorità femminile, nonostante artt. 48 e 51 (piena uguaglianza). Fine Seconda guerra mondiale --> disgregazione valori morali --> si chiede alla donna di essere attive nella ricostituzione del legame sociale e nel superamento del trauma bellico. Mancato voto alle prostitute: donne buone dovevano ricostruire moralità sociale. Sistema democratico si preoccupò della famiglia in primis dal punto di vista dei consumi e della riproduzione. Dottrina della chiesa impegnata ad affermare e difendere la civiltà cristiana minacciata da crisi valori morali (Pio XI “lotta all’immoralità”). Chiesa anglicana aveva accettato pratiche contraccettive; chiesa cattolica no (no opposizioni alla legge naturale) Anche l’UDI, associazione femminile di orientamento socialista e comunista, soprattutto dagli anni Cinquanta, incoraggiò l maternità e l’educazione alla sessualità rivendicando asili nido, consultori e servizi a favore. Aumento di aborti spontanei nel dopoguerra. Donne poi ricorrono ad aborti volontari per evitare maternità irregolari; altro dramma = infanticidi per causa d’onore. Cesare Zaccaria e Giovanna Caleffi Berneri tradussero “Il controllo delle nascite” pensato per diffondere metodi contraccettivi, considerando il mancato accesso all’educazione sessuale causa tanto di povertà e marginalità sociale, quanto di diffusione delle interruzioni di gravidanza. Erano infatti già usati ma quasi esclusivamente dai ricchi. La pubblicazione portò a due processi, conclusi con assoluzione. Indagine Doxa (azienda fondata nel 1946): nei primi anni Cinquanta 800.000 aborti clandestini all’anno (pratica estesa quindi a tutte le classi sociali). Interesse in iniziative per promuovere forme di controllo nascite aggirando i limiti posti dal codice penale. Milano, 1953: AIED, Associazione italiana per l’educazione demografica --> in varie città italiane; Roma: iniziative editoriali, conferenze ma anche PRIMO centro di CONSULENZA ANTICONCEZIONALE. Fine anni Cinquanta forze conservatrici pongono ossessiva attenzione al buon costume --> prostituzione favorisce relazioni extraconiugali e fenomeno aborto --> 1958, Legge Merlin (abolita regolamentazione statale della prostituzione e sanzionate sfruttamento e favoreggiamento) 3. Una questione politica (1958-71) Dopo il boom economico, temporanea crisi economica Documentario “Essere donne”, Cecilia Mangini --> condizioni di vita e di lavoro delle donne italiane. Tra i temi, trattato anche quello del controllo delle nascite cui seguivano la legislazione cattolico- fascista, il terrore della maternità, gli aborti, la morale cattolica, la nevrosi nei rapporti sessuali. Il culmine del boom economico è conciso con il baby boom (1963-65), ma nonostante le limitate possibilità di pianificazione per le famiglie e per le donne, l’aborto volontario non venne meno. 1951, sul corriere della sera, articolo riguardante farmaco orale a base di steroidi per controllo nascite per via chimica = “Enovid” sperimentato da scienziato americano. In Italia la pillola fu presentata nel 1962 e poi approvata dalla commissione sanitaria nel 1965. Vendita in farmacia dietro prescrizione medica. Venduto come regolatore mestruale, ma di fatto come anticoncezionale per coppie sposate. Seguirono allarmismi riguardo conseguenze possibile dopo l’interruzione, ma nel 1967 il Gregory Pincus smentì. Il successo della pillola mise a dura prova la fermezza della Santa Sede, anche perché in quell’anno era stato inaugurato il XXI Concilio delle Chiesa cattolica. Si riconobbe l’amore tra i coniugi come vero fine del matrimonio (no scopo procreativo) restituendo valore alla vita sessuale degli sposi. Veniva ribadita la necessità di proteggere la vita umana dopo il concepimento e aborto=infanticidio. 6. Diritto alla salute: una questione di costituzionalità (1975) Sulla rivista femminile “EFFE” L. Leonelli stilò un bilancio dei costi dell’aborto: 200 mila lire: 50 mila è il costo vero dell’aborto, 15o mila sono il plusvalore per l’illegalità della pratica. 1975, Pasolini si dichiarò contrario all’aborto (= legalizzazione dell’omicidio). 1975, soppressione enti inutili, tra cui ONMI --> assistenza sanitaria e il coordinamento delle attività dei nuovi consultori familiari spetterà alle Regioni. 7. La legge (1976-78) Primo tentativo, VI Legislatura Sul governo incombeva la prospettiva del referendum abrogativo del Titolo X del codice penale--> si raggiunse un primo importante accorso: interruzione entro i primi 90 giorni in tre casi: - Rischio salute psico-fisica della donna in relazione anche alle condizioni economiche, sociali e familiari - Malformazioni fetali - Violenza carnale La procedura però sarebbe partita solo a seguito di un colloquio fra la donna e un comitato medico. Ciò creò malcontento fra gruppi femministi e militanti dell’UDI che scesero a protestare nelle piazze e nelle aule dei tribunali. Aprile 1976: Flaminio Piccoli, della DC, capovolgendo la posizione precedentemente asunta dal suo partito, presentò un emendamento che riaffermò l’illiceità dell’aborto; prima diritti del nascituro. L’emendamento passò, col voto del MSI. Nelle piazze rifluì la rabbia; cortei nelle piazze a cui partecipò anche l’UDI, che successivamente rivendicò la sua autonomia dal PCI per protestare contro l’insabbiamento della legge e rilanciare l’obiettivo dell’autodeterminazione. Le Camere vennero sciolte e i referendum abrogativi sospesi. Aumentarono i viaggi a Londra per l’IVG del 207% dal 1974 al 1975. Movimento femminista raggiunse dimensioni di massa --> difficoltà nel gestire crescita. Durante la campagna elettorale si volle tenere conto di questo aspetto. 20 giugno 1976, risultati elettorali: comunisti e democratici occuparono il 77,8% dei seggi alla Camera. I seggi occupati dalle donne passarono da 31 a 60 (45 per comuniste) 5 luglio, VII Legislatura, proposta di legge sull’aborto messa in stallo in seguito al Caso SEVESO: anni 20, fabbrica chimica a Napoli, successivamente spostata fra Seveso e Meda per via dei bombardamenti. A causa di un errore tecnico da parte di un operario ci fu un'esplosione che ha provocato una nube di diossina, sostanza altamente tossica (usata come arma in Vietnam). Si temevano effetti sull’ambiente e sulla vita umana: ipotesi che il veleno potesse causare malformazioni al feto. Deputati del PR capeggiati da Bonino e DP presentarono una proposta di legge per permettere alle donne di Seveso in stato di gravidanza di poter abortire. Si denunciava però l’assenza di comprovate ragioni scientifiche. La soluzione venne presa a livello governativo: il via venne dato dal ministro di Grazia e Giustizia, Bonifacio. La pratica spettava ai consultori familiari presenti a Seveso in attesa dell’istituzione di consultori regionali. Donne di Seveso entrarono in un percorso tortuoso di colloqui preliminari, esami clinici, interrogatori, dispute tra medici. Esito: 51 donne abortirono spontaneamente. Non si sa quante abortirono clandestinamente. L’iter sperimentato in Lombardia fu una prova di inciviltà. Secondo tentativo: 7 giugno 1977, la proposta veniva bocciata per due voti. 13 aprile 1978, legge approvata alla Camera con 308 voti a favore e 275 contrari. Tra le impronte lasciate sulla legge, quella di Giovanni Berlinguer, che non considerava l’IVG un diritto ne una libertà, ma un’azione moralmente ingiustificabile e tuttavia inestirpabile. Dunque, l’approvazione della legge avvenne per valorizzare la maternità come libera scelta e l’aborto come una negazione sofferta della maternità. Non consentiva l’IG, ma confermava il suo divieto salvo che in certe circostanze. 8. Le discussioni non cesseranno (1978-2003) L’Art. 1 riconosce il valore della maternità; l’IVG non è un mezzo di controllo nascite; stato regioni ed enti locali devono promuovere servizi affinché l’aborto non sia usato ai fini della limitazione delle nascite. Il termine aborto non compariva mai. Art. 2 assegnava ai consultori familiari l’assistenza delle donne incinte Art. 4 fissava la procedura entro i 90 giorni Art. 5 tratta delle cause alla base della IVG e dei tempi tra un passaggio e l’altro dopo la prima richiesta Art. 6 regolamento aborto in caso numero di giorni maggiore a 90 Art. 8 luogo, procedure e responsabili Art.9 possibilità di sollevare obiezioni di coscienza con possibilità di revocata a partire da un mese dopo la comunicazione Art 12 procedura specifica per minorenni Art. 13 donne interdette per infermità di mente Articoli finali: reati in casi e procedure diverse da quelle indicate Art. 22 attesta abrogazione Titolo X La legge ha reso legale l’aborto ma nella mentalità comune è rimasta un reato, e un peccato in quella cattolica. Primi problemi: difficoltà ad applicarla per via di strutture inefficienti (pochi posti, no strumenti adatti) + alta percentuale di obiettori. 1982, prima indagine epidemiologica riguardanti donne con IVG--> avevano già uno o più figli. Serviva quindi a una PIANIFICAZIONE FAMILIARE. Emerse scarsa conoscenza della fisiologia della riproduzione e utilizzo di metodi contraccettivi non corretti o a bassa efficacia. 1979-1984: aumento aborti. Via via diminuito fino al 2016, con periodo di stasi dal ‘96 al 2004. Dopo la legge si constatò che i casi di aborto volontario clandestino furono tra i 220 mila e i 600 mila. Maggio 1981, referendum per abrogare art. 1. Il concetto di autodeterminazione è il confine che la legge non aveva attraversato; Berlinguer però rivendicava 4 elogi alla legge: - Eliminato discriminazione - Riduzione aborti - Forte coscienza sulla condizione femminile - Trattate questioni complesse relative al rapporto tra biologia, etica e storia Donne immigrate da ex colonie italiane rappresentavano un’altra realtà non valutata, solo dal 199. Aumento dal ‘96 al 2003, maggiore in aree dove è più intensa l’immigrazione. 9. Principi, fini e applicazioni (2004-22) Anna Bravo, “Noi e la violenza. Trent'anni per pensarci”: riflettere sulle cause del quasi vuoti storiografico sui femminismi anni ‘70. La storica riconduce alle femministe la responsabilità di essere state fiancheggiatrici della violenza agita nelle piazze. Sottolinea come l’aborto sia stato trattato con superficialità e semplificazioni, senza timori che il feto potesse risentirne dell’intervento, neppure in caso di gravidanza avanzata. Trentennale – elezioni primavera 2008 Si chiuse con la condanna da parte del presidente della cei della pillola RU 486, accusata di banalizzare l’aborto. L'anno dopo l’AIFA esprime parere favorevole alla commercializzazione (in Francia in uso già dal 1988) Ostacolo maggiore aborto: obiettori di coscienza; nel 2007 aumento; lieve calo nel 2020. La regionalizzazione della sanità aveva lasciato irrisolta la questione di quale fosse la responsabilità amministrativa nel far applicare a ospedali e servizi territoriali la legge 194. Quarantennale- esecutivo movimento 5 stelle- lega. Nelle sintesi redatte dal ministro della Salute del secondo governo Conte, Roberto Speranza, il 2020 ha visto diminuire il numero di IVG in tutte le aree geografiche del paese. Tre le ragioni: aumento vendita contraccettivi di emergenza (pillola del giorno dopo e dei 5 giorni) (inseriti dall’AIFA tra i farmaci senza prescrizione medica) --> molti obiettori anche se rientra nella sfera della contraccezione, non IG. 2020: aumento obiettori di coscienza, soprattutto ginecologi. Emergenza Covid-19 ha sottolineato le profonde contraddizioni del SSN. IVG in alcune strutture impedito, in altre drasticamente ridotto. Nel primo lockdown la rete italiana Pro-choice esortò il ministero della salute a modificare le linee sull’aborto farmacologico e permetterne l’uso alle gestanti fino alla nona settimana (no settima). Ministro speranza diede l’ok; somministrazione veniva demandata a ospedali, case di cura, consultori. Pandemia ha potenziato la telemedicina; l’OMS ha esplicitamente indicato l’autogestione dell’aborto farmacologico (self-management) e nel marzo 2022 ha diffuso nuove linee guida che aggiornano le precedenti; recepite dall'Italia solo parzialmente perché non hanno integrato l’aborto farmacologico in telemedicina tra i servizi del SSN. In Italia, 10-13 mila aborti eseguiti fuori dal SSN. 10% del totale delle IVG. Donne italiane negli ultimi anni cercano sostegno sulla piattaforma Women on web (2005) nata per accompagnare a distanza e in sicurezza le donne che vogliono abortire farmacologicamente. Istanze di autodeterminazione sono sostenute da una marcata impronta globale e intersezionale. In Italia: “obiezione respinta”, “non una di meno” che ha rivendicato l’abolizione delle sanzioni amministrative per le donne che ricorrono ad aborto auto-procurato fuori dai termini della legge e ha posto l’obiettivo della de-ospedalizzazione dell’aborto. All'alba del XXI secolo l’aborto è declinato nei termini di un servizio sanitario funzionale a tutelare il diritto alla salute individuale delle donne correlato al rispetto di altri diritti umani e libertà fondamentali. Questa cornice però può non essere sufficiente a sostenere un discorso giuridico che tenga conto della soggettività autodeterminata delle donne in relazione al loro corpo e non sempre è efficace nell’arginare alcune istanze contrarie alle scelte autonome in materia di riproduzione. Una questione che non è mai stata risolta, che è alla base della polemica antiabortista, riguarda il fatto che il diritto della donna alla maternità volontaria consiste non tanto nella libertà di abortire, ma piuttosto nel diritto di decidere se divenire madri e a non essere costrette a divenirlo contro la propria volontà. L’IVG come un autentico habeas corpus delle donne.
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