Scarica ALBERTO MORAVIA, GLI INDIFFERENTI e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Alberto Moravia VITA Nato a Roma nel 1907 da una ricca famiglia borghese di intellettuali, Moravia fu segnato negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza da una tubercolosi ossea. La malattia intanto l'obbligò ad una formazione da autodidatta e lo portò a quello sguardo straniato nei confronti del mondo borghese. Nel 1929, quindi a soli 18 anni, pubblicò Gli indifferenti e cominciò così la sua carriera di scrittore e giornalista. Negli anni ’30, avendo assunto posizioni antifasciste, compì lunghi viaggi in Europa e in America, approfittando della sua funzione di inviato di importanti giornali, e raggiunse così una visione cosmopolita dei problemi culturali e sociali. Nel 1941 sposò la scrittrice Elsa Morante. Inoltre, fondò la rivista Nuovi Argomenti, si occupò di cinema, scrivendo per anni recensioni di film, nonché di teatro. Morì a Roma nel 1990. GLI INDIFFERENTI Negli Indifferenti, Moravia vi dipinge con sguardo penetrante il suo mondo, quello borghese, di cui coglie il dissolversi dei valori, l'ipocrisia e la menzogna, proprio di un'epoca di decadenza come quella fascista. È un mondo chiuso e soffocante a cui lo scrittore guarda con disprezzo e crudeltà. Al centro vi è il giovane Michele, che vede la negatività di ciò che lo circonda, ma non riesce a stabilire un rapporto con la realtà, ad agire, e si perde nella sua indifferenza. Moravia ha precisato che quando scriveva il romanzo non era mosso da propositi coscienti di critica verso la società, ma evidentemente questo atteggiamento critico era in lui istintivo. Egli riesce negli Indifferenti a cogliere oggettivamente il rapporto tra una condizione esistenziale, l'indifferenza e la noia di Michele, e la situazione della borghesia italiana sotto il fascismo. Nel romanzo si delineano i due temi principali usati da Moravia: il sesso e il denaro, visti come le due componenti fondamentali intorno a cui si concentra la vita umana. Moravia utilizza soprattutto le conoscenze della filosofia esistenzialista, quelle della psicoanalisi e quelle del marxismo (pur senza mai aderire all'ideologia comunista, il marxismo fu per lui solo uno strumento conoscitivo). I tratti che caratterizzano il romanzo rivelano un'impostazione decisamente teatrale: pochi personaggi, prevalenza del dialogo sulla narrazione, azione che si svolge quasi sempre all'interno, pochi cambiamenti di scena, narrazione in terza persona. L'azione si incentra su quattro figure principali: Mariagrazia, vedova con due figli già adulti (Carla e Michele), è da anni l'amante di Leo, uomo ricco, sicuro di sé e che stava cercando di impadronirsi della villa. La relazione è tenuta segreta ai due figli, che però ne sono al corrente. Leo, stanco di Mariagrazia, ha messo gli occhi sulla figlia diciottenne, Carla. Carla è disposta a tutto pur di cambiare in qualche modo la sua vita ed arriva ad accettare a divenire la sua amante. Il fratello Michele vorrebbe provare sdegno, odio, disprezzo, ma non riesce più a provare sentimenti e di conseguenza ad agire. Si è come interrotto il suo rapporto con la realtà. Nella scena culminante del romanzo, Michele si reca a casa di Leo, dove sa che Carla ha trascorso la notte, deciso ad ucciderlo. Quando si trova dinnanzi a Leo gli spara, ma si rende conto di aver dimenticato di caricare la pistola. La sua rivolta quindi fallisce e alla fine, la sua opposizione all'esistenza non può sfociare se non in un adattamento al mondo borghese.
