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Alberto Moravia: Neorealismo e Nuove Realismo, Dispense di Letteratura Italiana

Biografia e opere di Moravia con approfondimenti al Neorealismo e Nuove Realismo degli anni 30 del '900.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 31/05/2023

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Scarica Alberto Moravia: Neorealismo e Nuove Realismo e più Dispense in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! ALBERTO MORAVIA (18/05/23) Alberto Moravia, vero nome Alberto Pincherie Moravia, nasce nel 1907 da un agiata famiglia borghese dedita a professioni intellettuali. Muore nel 1990. Il Modernismo nasce nel 1904 con la pubblicazione di "Il Fu Mattia Pascal" di Pirandello e termina nel 1929 con la pubblicazione del romanzo più importante di Moravia, cioè "Gli indifferenti". PRODUZIONE LETTERARIA La produzione letteraria di Moravia può essere divisa in 3 fasi: 1. Realismo Borghese (1929-1945): è la fase della fusione di elementi realistici, esistenzialistici e surreali. Come opere troviamo "Gli indifferenti" e "Agostino". 2. Neorealismo (1947-1957): personaggi positivi rispetto alla realtà borghese. Come opere troviamo "La romana" e "La ciociara". 3. Esistenzialismo e pessimismo (1960-1990): Troviamo il tema dell'estraneità, della passività di fronte alla vita e della sua insensatezza. Dopo il termine del Neorealismo, tutto il mondo è ormai preda dell'insensatezza e dell'alienazione borghese. Come opera troviamo "La noia", in cui ritorna il tema dell'indifferenza ma che si trasforma in noia, incapacità di avere rapporti con il mondo. • "AGOSTINO" - Moravia 1943 Romanzo del 1943. Interessante perchè ha come protagonista un adolescente: abbiamo visto come gli adolescenti siano personaggi chiave della modernità poiche sono figure di trapasso, nel senso che l'adolescenza è un periodo di mezzo tra l'età infantile e quella adulta, quindi è un personaggio in metamorfosi, che prova sulla propria pelle la forza degli istinti e delle pulsioni e nello stesso tempo inizia a capire il mondo adulto ma lo guarda con un occhio estraneo. La figura dell'adolescente rientra nell'ambito di quelle figure che guardano al mondo adulto con uno sguardo diverso, estraneo e quindi ne possono smascherare anche le contraddizioni. Agostino fa il suo ingresso nel mondo durante una vacanza estiva: Il protagonista è Agostino, un ragazzo che trascorre le vacanze estive a Versilia con la madre. Agostino è privo di identità individuale, poichè si sente diverso, ed è privo di identità sociale poichè facendo parte dell'alta borghesia non riesce a far amicizia con ragazzi proletari che incontra in spiaggia, affascinanti poichè più vivi di lui ma anche rozzi e volgari. Il momento delle vacanze coincide con quello della scoperta del mondo e soprattutto del sesso e con la caduta del mito materno dopo aver scoperto che la madre aveva una relazione con il bagnino. • "GLI INDIFFERENTI" - Moravia Il titolo ci fa capire che parliamo anche qui di personaggi Inetti, il tema dell'indifferenza l'abbiamo incontrato da una parte come senso di apatia totale, cioè gli autori che scrivono dell'automatismo della vita moderna, dall'altro con Montale abbiamo parlato di <divina indifferenza>, cioè quella che ti permette di astrarti dal male di vivere. Qui invece è una sorta di <apatia vitale>, cioè mancanza di volontà. I personaggi di Moravia soffrono dello stesso male degli inetti di Svevo e degli altri Modernisti, cioè l'incapacità di volere veramente qualcosa, di riuscire a portare avanti e a termine ciò che vogliono, l'incapacità di desiderare con forza per ottenere ciò che si desidera. E' un titolo plurale, vuole rappresentare una categoria. Il romanzo è ambientato nella Roma borghese, Roma 1929, data in cui c'era il Fascismo. Chiara polemica contro il regime che voleva un uomo forte, viva la giovinezza...invece è un romanzo in cui i giovani e i vecchi appartengono ad una generazione senza valori o desideri. Abbiamo una generazione dei genitori e una dei figli: la storia è quella della famiglia Ardengo, composta da Mariagrazia e i due figli giovani, Carla e Michele, e in più ci sono altri personaggi importanti, Lisa, amica di Mariagrazia, e Leo, amante di Mariagrazia. La generazione dei vecchi, composta da Mariagrazia, Leo e Lisa, è composta da personaggi squallidi che hanno come valore forte l'ipocrisia: Mariagrazia è una donna che vuole apparire sempre giovane, è imbellettata (rif. a Pirandello), e continua a fare una vita agiata nonostante sia piena di debiti; Lisa ha una bellezza ormai sciatta, si veste sempre rosa e anche la casa lo è; Leo è il più negativo di tutti poichè i suoi valori sono solo due, sesso e denaro, inoltre sta con Mariagrazia solo per potersi impossessare poco a poco della sua proprietà. Poi abbiamo la generazione dei giovani, Carla e Michele, in cui Carla vorrebbe cambiare vita, e Michele invece è il personaggio che non aderisce bene alle sue emozioni, ha la malattia dell'indifferenza, non reagisce nonostante sappia che per esempio Leo sta cercando di fregare la madre. CAPITOLO 1: INIZIO Descrizione sessuale del personaggio di Carla vista dal punto di vista di Leo, l'amante della madre, che verrà preso da una sorta di rimorso nel non essere stato in grado di scrivere un romanzo sulla guerra partigiana, rendendola anzi ancora più grottesca. Infatti inserisce un capitolo nel romanzo e un personaggio, Kim, un partigiano intellettuale, che in tutto il capitolo fa un discorso spiegando le motivazioni della resistenza, dicendo che nonostante i partigiani siano così grotteschi in realtà combattono per un motivo forte e vero, si oppongono all'ingiustizia delle forze Naziste. Un altro romanzo importante sulla resistenza è "La casa in collina" di Cesare Pavese. Il protagonista, Corrado, non è partigiano, si rifugia in una casa in collina, aiuta i partigiani, ma alla fine non partecipa direttamente alla guerra, abbiamo una visione estranea di Corrado il quale è come se osservasse dalla sua casetta in collina. Esattamente come Pavese, il quale non partecipò mai alla resistenza, ciò gli provocò così tanto dolore che nel 1950 si suiciderà scrivendo un'ultima frase nel suo diario, "Non più parole, un gesto", cioè scrivere non gli è bastato e quindi si suicida. Il tema della guerra appare in altre opere scritte però da donne, per esempio, Alba de Céspedes, la quale prese parte attivamente alla guerra come partigiana e lavorava anche in una radio, <Radio bari>, che trasmetteva in tutta Italia, ma in realtà serviva agli alleati per comunicare tramite messaggi segreti. Lei ha anche una rubrica chiamata "La voce di Clorinda", nome di una donna guerriera. Sciverà un romanzo che non ha come tema principale la resistenza, ma un tema familiare (rapporti tra nonna, madre, figlia) in cui all'interno viene trattato anche il tema della resistenza. Romanzo in cui la resistenza viene trattato con minor importanza. Moravia partecipa al neorealismo con due romanzi "la romana" e "la ciocara". Perchè si dice che con "Gli indifferenti" il romanzo cambia? Nel modernismo la cosa fondamentale era la rappresentazione dell'IO, quindi la vera sfida per gli scrittori era rappresentare l'Io, un'interiorità, che era spesso contraddittoria: Pensiamo ai titoli importanti del '900, mettono sempre l'accento su una sola persona come "La coscienza di Zeno", focalizzati du un unico personaggio scavando all'interno della propria interiorità; In Moravia invece c'è un RIFIUTO DELLO PSICOLOGISMO così profondo. «Dopo Raskolnikoff è venuto Harold Bloom: dopo l’allucinante analisi del delitto quella non altrettanto interessante della defecazione o d’altre simili…». -> Dopo Raskolnikoff, protagonista di "Delitto e castigo" di Dostoevskij, abbiamo avuto Bloom, protagonista dell'Ulisse, in cui c'è una sorta di flusso di coscienza in cui noi seguiamo in impresa diretta senza mediazioni la registrazione dei pensieri del personaggio; Dice che alla fine quell'analisi dello psicologismo che aveva portato ad indagare nell'animo del personaggio contradittorio come Raskolnikoff, ha portato a trattare di eventi minimi e qui parla addirittura della defecazione perchè noi siamo coscienti di cosa fa Bloom, una scena in cui è in gabinetto, ma noi non ce ne accorgiamo subito perchè seguiamo il filo dei suoi pensieri, però chiaramente tutto questo ad un certo punto sembra eccessivo. Si vuole semplicemente ritornare a raccontare la realtà, come la raccontava Verga, i personaggi, per esempio quelli di Moravia, sono anche loro contraddittori e spesso in crisi ma c'è una tendenza a volr esaminare il mondo, la realtà e guardare la società, che prima si era un pò persa per mettere in evidenza l'interiorità del personaggio. Negli anni '30 c'è: 1. Un passaggio dalla centralità del soggetto alla centralità dell'oggetto, della società, del mondo; 2. Patto con il lettore: mentre il narratore del '900 era spesso inattendibile, qui invece di propone un patto forte con il lettore. Per esempio in "Gli indifferenti" di Moravia abbiamo un narratore in 3 persona che ogni tanto commenta e i suoi commenti sono tutti affidabili, non entra in crisi lo statuto del narratore ma ritorna la sua attendibilità; 3. Non sono più personaggi a tuttotondo ma sono pur sempre inetti, la loro vita psichica emerge con più nettezza: Per esempio, in "La coscienza di Zeno" noi non sapevamo bene il perchè delle azioni di Zeno, le spiegazioni che dava erano spesso false e contraddittorie, invece i personaggi di Moravia anche quando sono in crisi sanno spiegare il motivo per cui lo sono. La loro vita psichica quindi viene tradotta in maniera più sintetica poichè è più chiaro il perchè agiscono in un determinato modo, anche se lo fanno in maniera assurda. Allo stesso tempo il movente della loro vita psichica si riflette benissimo nei gesti che compiono. 4. Tempo lineare e oggettivo: La trama è forte e molto scandita. 5. Ritorno al descrizionismo: abbiamo molte descrizioni delle ambientazioni, in particolare del mondo esterno, descritto nei minimi particolari; 6. La lingua di Moravia non è sperimentale, è una lingua media, sia il registro che parlano i personaggi sia quello che parla il narratore. ANNI 30: NUOVO REALISMO Nasce come una tendenza che pone l'accento sulla rappresentazione della società, per esempio abbiamo visto che "Gli Indifferenti" di Moravia ha il titolo proprio al plurale, non pone l'attenzione su un singolo soggetto ma su tutti. Questo romanzo del Nuovo Realismo ha chiaramente assorbito lo stile del '900: monologhi interiori, personaggi inetti; però qui la trama diventa di nuovo compatta. Sempre in "Gli Indifferenti" di Moravia abbiamo visto che c'è una contrapposizione tra generazione vecchia generazione dei giovani: I primi hanno come valore solo l'ipocrisia, il sesso e il denaro (il personaggio Leo incarna perfettamente tutto ciò), i giovani invece hanno la percezione di vivere in una società ipocrita ma non hanno la volontà di cambiare le cose. La cosa più importante è che Moravia con questo romanzo vuole descrivere un'intera società, l'alta borghesia romana, di cui viene smascherata l'ipocrisia anche in contrapposizione all'idea del regime fascista, diventa un libro polemico da un punto di vista politico, nel 1929 siamo nel pieno del fascismo, il quale vedeva la giovinezza nelle persone forti, invece Moravia rappresenta i giovani come deboli e inetti, incapaci di conquistare o addirittura solo provare a mettere in pratica un loro obiettivo. Abbiamo la ripresa del modello di Verga. Abbiamo una serie di autori come Moravia che fanno il cosidetto <Realismo borghese>, in cui temi e ambientazioni sono tratti tutti dalla borghesia. Abbiamo autori, come Alvaro e Brancati , che fanno critica molto forte al regime fascista e abbiamo poi Bernari con cui comincia la cosidetta "letteratura industriale", cioè romanzi ambientati in fabbrica; poi abbiamo "Fontamara" di Silone, . Poi abbiamo due autori, Vittorini e Pavese che fanno però un realismo particolare "Realismo mitico-simbolico": mettono insieme un romanzo di impostazione realistica però con qualcosa di fortemente simbolico. Entrambi hanno una scrittura di tipo realistico: Pavese lavorava anche nell'editoria e diresse varie collane, anche Vittorini, per esempio lui fece una famosa collana di natura sperimentale, cioè "La collana dei gettoni", la quale proponeva sempre dei romanzi particolari. Tra i libri di Pavece c'è "Dialoghi con Leucò" in cui mette in scena dei dialoghi che avvengono tra personaggi del mito, inoltre certi miti ancestrali rientrano nelle sue opere animandole di successioni simboliche: colline, come qualcosa di materno, il fuoco, la festa. C'è un realismo che sembra gonfiarsi però di sovrasensi. Fu maestro di Calvino e alla fine muore per suicidio, inoltre scriverà un dialogo chiamato "Il mestiere di vivere", è una sorta di zibaldone in cui mette insieme riflessioni saggistiche, appunti, pagine di diario, riflessioni sulle sue storie d'amore finite in maniera tagica. VITTORINI L'opera più importante fu scritta negli anni '30, "Conversazioni in Sicilia", in cui il protagonista è Silvestro, vive a Milano e che ad un certo punto è in preda ad astratti furori. INCIPIT: Prosa realistica, per esempio "i manifesti di giornali quillanti" si riferisce a qualcosa di reale, sono i manifesti della guerra di Spagna, e fanno capire il lato oscuro del Fascismo che appoggia il Franchismo. Il brano però è molto lirico, sembra una poesia, ci sono parole che si ripetono continuamente (scarpe rotte, capo chino, quiete, astratti furori). Vittorini era molto vicino a Quasimodo, aveva sposato la sorella, infatti qui un pò si sente l'Ermetismo e la sua volontà simbolica, caricare le parole di un forte valore simbolico. Nel resto della narrazione si racconta del fatto che a Silvestro arriva una lettera dalla Sicilia, da parte di sua madre, quindi lui fa un viaggio, una sorta di discesa della sua infanzia, e arrivato in Sicilia si rende conto del mondo, quindi vede la povertà intorno a sè, vede la madre curare malati per tutto il paese, incontra personaggi particolari che non hanno nome ma hanno nomi simbolici come "Senza Baffi" o
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