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Aleksandr Blok e il simbolismo, Appunti di Letteratura Russa

Appunti su Aleksandr Blok e il simbolismo

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 13/06/2022

gianluca-nigro-3
gianluca-nigro-3 🇮🇹

5

(2)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Aleksandr Blok e il simbolismo e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! ALEKSANDR BLOK (1880-1921) E’ uno dei maggiori protagonisti del simbolismo russo di seconda generazione. E’ il meno teorico, è quello che scrive meno saggi, non elaboro nessun sistema filosofico. Ripellino lo descrive come un sensibile sismografo perché è come se lui avesse interiorizzato la sua epoca e la sua poesia riflette le tensioni di essa; è un periodo di crisi, di forte cambiamento a livello storico: movimenti rivoluzionari, guerre, tensioni sociali e politiche. Era nato a Pietroburgo, figlio di un professore universitario, di diritto costituzionale, e la madre anche era figlia di un professore universitario. La maggior parte degli scrittori di questa corrente sono cresciuti in ambienti intellettuali. Il padre trattava con molta freddezza la madre di Blok, era un despota. Infatti la moglie si separò dal marito. La famiglia della madre di Aleksandr era un ambiente prevalentemente femminile, tutte donne acculturate che traducevano poesie e testi, quindi lui fu cresciuto da loro. Aveva un bellissimo rapporto con la madre. Blok si interessa alla poesia e al teatro. La prima raccolta la scrive tra il 1898 e il 1900 quando era davvero giovane, e si intitola Ante Lucem (prima della luce) in cui si rispecchia l’atmosfera serena che viveva nella tenuta di campagna del nonno materno in estate, poco lontano da Mosca. La natura infatti è molto presente, gelida, nebbiosa, sfuggente, predominano il bianco della neve e l’argento della luna. E’ una poesia influenzata dalla poesia romantica. Si colgono dei presagi, attraverso la descrizione della natura, che rimandano a una realtà trascendentale. -Pigre e pesanti nuotano le nuvole Sta descrivendo un paesaggio nordico. Dice che il cavallo che cavalca si è stancato, sbuffa, e raggiunge il suo rifugio. Lo guida un canto che sente da lontano, noi potremmo interpretarlo in senso letterale; ma possiamo anche interpretare la foresta come una realtà caotica in cui ci si smarrisce facilmente, una foresta di simboli. -L’artista (1913) In questa poesia il tema della musica è molto presente. Descrive il processo creativo: come Blok compone i suoi versi. Dice che in tutte le stagioni, i poeti attende che una musica lo guidi, nella sua angoscia, e con l’intelletto cerca di comprenderlo e fissarlo attraverso le parole. Il tempo si annulla. Quando il poeta è lì che sta per concepire, intuire una nuova realtà, ecco che una maledizione colpisce l’anima. Dominando con la logica quell’irrazionalità, l’ha ucciso. Il canto di quell’uccello che il poeta ha udito, è stato ucciso, che canta dentro una gabbia adesso, perché il poeta ha intuito con la logica il suo canto. Adesso attente un nuovo canto; che è quello che descrive in pigre e pesanti nuotano le nuvole. Un’altra poesia di questo ciclo è “creata nella sorda mezzanotte”. Descrive un paesaggio lunare; e chi è nato nella sorda mezzanotte?Una luna femminile, in forma di satellite della terra, e si è incarnata sotto forma di luna l’essenza femminile che guida attraverso la luce, con la sua voce. Un’altra poesia è “Te ne vai nelle tenebre scarlatte”, fa riferimento alla Divina Sofia che si stacca dall’unità e crea un caos, per poi incarnarsi nel mondo e guidare l’uomo. Tra il 1900 e il 1901 scrive un nuovo ciclo di versi che voleva intitolare l’eterno femminino, ma sotto consiglio di Brjusov lo intitola Versi di una bellissima dama. La bellissima dama è la donna dei trovatori provenzali, la donna dello stilnovo (Beatrice di Dante, Laura di Petrarca); questa sposa mistica, si trova in una segreta alleanza con la mente cosmica, deve liberarsi e il poeta deve essere pronto a intuirla, quando lei appare. Di te ho presagio, qui la Divina Sofia potrebbe cambiare e diventare terrena, la paragona a una caduta luciferina, perché diventa un amore sensuale. Un’altra poesia è “L’celeste non è misurabile con l’intelletto”. La venere russa è come una messaggera d’amore. Aspetta un grido, si insinuano delle paure, ha paura che la donna che tanto aspetta poi alla fine si rivela una donna terrena. “Varco la soglia degli oscuri templi”. Qui questa bellissima dama si confonde con la vergine Maria, qui si trova in un tempio ma in realtà è in una chiesa ortodossa, e li aspetta la sua bellissima dama. Ci sono delle lampade a olio colorate di rosso, tipiche delle chiese ortodosse, e lui li aspetta la sua parvenza, ma non lei stessa in presenza, ma la sua essenza, la sua parvenza appunto. Tutti questi versi dedicati a un’apparente donna ultraterrena in realtà sono dedicati a Ljubov, che poi sarà sua moglie, l’amore è quel tramite che ci ricongiunge con la mente cosmica, l’amore è la vera essenza dell’animo mundi. Gli argonauti, gruppo creato da Belyj e Solov’ev. La mamma di Blok ha mandato alla cugina i versi del figlio ai componenti del circolo, da lì Ljubov verrà vista da tutti come l’incarnazione della Divina Sofia. Belyj si innamora poi di Ljubov (arlecchino e pierrot). La raccolta successiva si chiama Crocicchi. Troviamo indovine, streghe, figure demoniache, troviamo maschere dell’arte (arlecchino, colombine). Le maschere della commedia dell’arte italiana fanno parte della pittura. Questi elementi li troviamo in molte rappresentazioni del tempo, in particolare in Arlecchino e la morte, dove c’è Arlecchino che sbeffeggia la morte e nello sfondo due innamorati si baciano, significa che la vita è effimera. Così come la copertina dei drammi lirici di Blok, dove sono presenti delle dame, una in lutto, un’altra un po’ più allegra: che la dama sia allegra o in lutto, nello sfondo c’è sempre la morte che incombe. La vita è un teatro, solo delle parvenze, delle maschere. In crocicchi troviamo il tema della maschera: l’io lirico si rappresenta come
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