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Aleksandr sergeevič puškin, Sintesi del corso di Letteratura Russa

Vita, opere, poesie...

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 14/12/2015

katia.cozzoli
katia.cozzoli 🇮🇹

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Scarica Aleksandr sergeevič puškin e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! Aleksandr Sergeevič Puškin E’ uno degli scrittori del panorama russo più importanti. Non è solo uno scrittore dotato di grandissima fantasia, ma è riuscito a penetrare profondamente gli animi delle culture straniere e a fonderle all’unisono senza discostarsi dalla vera natura russa e dal proprio carattere nazionale, che non significa saper scrivere in russo. E’ strano pensare che il destino ha fatto si che egli non vedesse nemmeno una delle capitali europee, ma era come se fosse di casa in Europa. La capacità di Puškin di reincarnarsi nei suo personaggi, rende difficile anche trapiantare la stessa opera in un'altra cultura, o in un'altra lingua. Non ha assunto lo stesso tono compositivo e gli stessi temi per tutta la sua vita, ma è uno scrittore in evoluzione, poiché le sue opere sono manifestazione della sua libertà intellettuale. Il suo amore per la libertà riuscì ad esprimersi anche nei momenti in cui era in pericolo, la sua libertà era profondamente minacciata, fu un libero pensatore, non importano le catene dello zar, la censura, il confino. E’ l’espressione profonda dello spirito russo. LA VITA La sua famiglia L’impetuosità delle sue creazioni fa si che insieme alle sue opere gli studiosi debbano studiare la vita, per meglio comprendere i periodi della sua creazione. Nacque a Mosca il 26 maggio del 1799 della famiglia di nobiltà ormai purtroppo decaduta, figlio di un maggiore in congedo e funzionario di primo grado Sergej Lvovic Puškin. Il padre, SERGEJ LVOVIC PUSKIN era un poeta abbastanza apprezzato anche lui, ospitava a casa sua grandi letterati russi, come Karamzin, era una persona tremendamente severa, e molto avara anche perché era un poeta, che non era un mestiere retribuito. Puškin non ricorderà mai il padre, sappiamo appunto dell’episodio del bicchiere rotto e del fatto che era un pessimo funzionario. La madre NADIEJNA OSIPOVNA invece era una signora molto colta,aveva origini africane, e apparteneva alla società più in vista. Anch’essa nelle sue opere non verrà ricordata, mentre, dei personaggi a lui non collegati direttamente ricorderà suo nonno GANNIBAL GANNIBAL era uno schiavo scelto al servizio di Pietro il grande, in quanto Pietro mandava i suoi emissari a riscattare dei servi che avevano delle qualità egli veniva dall’abissionia, infatti suo nonno fu riscattato, conquistò Pietro con le sue virtù, si racconta che mangiasse a tavola con lui. E ricorderà con molta nostalgia la sua NIANIA, ARINA RADIONOVNA, con la quale parlava russo, mentre con i genitori in francese che lo ha letteralmente cresciuto, perché la sua era una famiglia colta, e le mamme non badavano ai figli, non cambiavano i loro pannolini, non li preparavano la pappa e non gli cantavano le canzoncine, mentre la NIANIA si occupava di lui e gli raccontava sempre favole, al quale lui era molto affezionato e che ricorderà nella sua vita quasi fosse una mamma, una musa ispiratrice dei suoi racconti folcloristici per la grande fantasia e che continuerà ad essere un punto di riferimento anche da grande, nei suoi esili conversava con lei, e quando parla di “Mammina” non parla del madre, ma della NIANIA. Poi nella cultura Puškiniana è diventata un mito, una musa-madre della poesia popolare russa. Non ricordò altro della sua famiglia, tranne il fatto che pagava i debiti del padre e del fratello, inviava soldi alla sorella e sul letto di morte non chiamò nessuno di questi. Il suo carattere Puškin definiva se stesso e la sua stirpe ribelle, un po’ per la sua discendenza africana, irruenta e passionale di stirpe, un po’ per il suo carattere molto forte, era portato a passioni estreme, gesti libertini, era esplosivo, vivace, nonostante i numerosi confini al quale fu sottoposto fu una persona sempre allegra, amava la bella vita, le belle donne ed era anche molto bello. La sua educazione Tuttavia fu cresciuto da una balia quindi non ebbe una grande educazione nobiliare, che lo portò a sentirsi impacciato in società, un educazione al quale cercò di compensare sempre. Per la sua educazione fu molto importante la biblioteca paterna con testi di autori francesi del sei e settecento e si sentì più vicino alla libertà degli intellettuali francesi che al romanticismo tedesco tanto in voga. IL PERIODO FELICE 1811 - Il Liceo di Zarskaie Selò Inizia il liceo nel 1811. Il Liceo di Zarskaie Selò era un liceo di privilegiati, avrebbero dovuto studiarvi assieme agli adolescenti di nobiltà anche i giovani granduchi per prepararsi al governo dello stato. Era molto vicino a Pietroburgo, si dice che ci sia un intera camera tappezzata di ambra, e che se lo Zar Nicola I non avesse avuto un precettore privato avrebbe senza dubbio frequentato con Puškin. Era un liceo all’avanguardia, c’erano pochi studenti, professori giovani, idee progressiste e libertarie, erano contro il servilismo, credevano nella libertà di espressione e nelle idee illuministiche, e non c’erano punizioni corporali. Questo periodo per Puškin sarà felicissimo, credeva molto nell’amore, nell’amicizia e negli affetti in generale al quale ogni adolescente si sente propenso, soprattutto l’amicizia. Fa si che questo sia uno dei periodi più belli della sua vita. Nel liceo li esercitavano al giornalismo, alla poesia, ma Puškin non era considerato il più dotato di tutti gli studenti, mentre l’allievo più bravo era considerato un suo amico, KIUKELBEKER (futuro decabrista). Aveva anche altri amici, tra i quali PUSHIIN e DIELVIG. I compagni lo chiamavano “Il francese” perché parlava perfettamente francese e “la scimmia” perché faceva del movimenti goffi e scattanti (forse per la sua postura ed educazione?) Mentre dentro si faceva lezione, fuori Napoleone faceva furore, e si comprende il mito di napoleone da parte dei ragazzi del liceo. Produzione liceale La sua produzione liceale è perfetta, in ogni punto, pura. Prevale la contaminazione della poesia leggera francese, il tono è scherzoso e giocoso e lontano dalle disquisizioni filosofiche tedesche dei suoi compagni. La sua prima poesia è “A Natalia” dedicata ad un attrice di cui lui è innamorato. Ed ha degli influssi della poesia erotica Volteriana. All’inizio dell’epistola è Catone, che deride il sesso femminile, poi invece si infiamma e si chiede cos’è la sua figura di fronte a quella dell’amata, è un monaco. Credo il riferimento alla tentazione erotica della figura della donna, una figura assai giocosa che si collega alla tradizione letteraria francese. prima di tutto di Karamzin riuscì ad ovviare la sua sorte, anche perché era famoso già, ed erano in dubbio se scatenare l’opinione pubblica. Così decisero di mandarlo nelle province meridionali, nel governatorato di Ekaterinoslav sotto il controllo di INZOF. Ma questo generale russo era un liberale e filantropo che stravedeva per lui, inoltre l’atmosfera politica era anche più tranquilla nel sud. E qui prese a frequentare società segrete, decabristi e tiranni, si respirava la vera aria di libertà, anche se la città era più all’insegna dei pettegolezzi che dei libri e dell’istruzione. Qui però si prese un brutto e lungo raffreddore, in seguito ad un bagno nella neve fatto con i suoi amici. Per questo motivo si trasferì per curarsi a Kisciniof, ed anche li potè continuare a frequentare circoli segreti, era anche il centro di preparazione all’insurrezione greca ed è in questo momento che nacque il movimento decabrista, che frequentava e nel quale c’erano degli amici. In questo periodo Puškin diede inizio alla stesura dell’ Eugenii Onegin, e questo testimonia quanto la sua poetica non fu mai unitaria, infatti l’ironia fu improvvisamente accantonata, scompare il momento del gioco e domina invece lo stile dell’elegia, epico, alto. Il periodo Elegiaco Il primo componimento del periodo elegiaco è “Si è spento l’astro del giorno”, con questo componimento si apre il periodo meridionale della poetica Puškiniana. Dopo la malattia, la famiglia Raevski lo portò con se in Caucaso e Crimea per bere a sorgenti salubri e purificatorie e fu qui che vide per la prima volta sorgenti ghiacciate a monti.Scrisse un elegia al fratello sul bellissimo e romantico viaggio, così queste immagini di questo Puškin romantico diventano immagini autobiografiche. L’eroe è un fuggiasco, non un esiliato, perché l’esilio ha un posto stabilito, mentre egli si sente un fuggiasco sempre in cammino, il suo mondo è la strada e la sua patria è il carcere. Nell’amore trova tradimento, nell’amicizia calunnia, ma anche nei paesi stranieri viene trattato da prigioniero, è l’eroe di “Il prigioniero del caucaso”, una poesia romantica, per definizione del poeta stesso, e convince il lettore che è un elegia autobiografica, che il prigioniero che fugge è Puškin.Nel finale del poema la morte della giovane circassa è suggerita dal silenzio. Il tratto importante e distintivo dell’eroe romantico è la vecchiezza dell’anima, che può essere interpretata come pienezza di sentimenti e impossibilità di manifestarli, questo ci porta ad un conforto diretto. Quando spesso noi giovani abbiamo del tempo, in giovinezza spesso, non sappiamo come riempirlo, o lo riempiamo di cose futili, quando invece abbiamo degli obiettivi ben definiti ci si accorge invece che è troppo tardi per realizzarli, allora il giovane diventa uomo e poi vecchio, il protagonista si sente esattamente così. Un altro elemento importante descritto è la libertà dei figli del Caucaso, una libertà primitiva ma senza freni, diversa dal modello europeo, è caratterizzata fa forza e freschezza dei sentimenti. Niente di complicato. Altri personaggi che incarnano questo modello, di briganti del volga, sono i protagonisti degli “Zingari”, o “Lo scialle nero” del 1820, o “Il canto del savio Oleg”, “I fratelli Briganti” . Si pensa che in questo periodo abbia subito l’influsso del poeta Byron, per la scelleratezza dei suoi racconti, e soprattutto ne “La fontana di Bakscisarai”, una fontana che verrà visitata da Puškin in questo suo viaggio. Queste elegie, confessò al fratello che erano collegate ad una serie di avvenimenti, confessando che alcune cose gli erano state ispirate da una donna amata, tanto è vero che anche nel “Si è spento l’astro del giorno”, Puškin chiederà di non stampare gli ultimi due versi, poiché troppo intimi, che verranno poi cmq stampati. Il periodo della letteratura decabrista Subito dopo, nel 1821, tornato a Kisciniof, aveva abitudini intellettuali eccezionalmente ampie, apparentemente spensierato, leggeva e rifletteva la filosofia, si informava sulle rivolte, e aspirava anche ad entrare nel movimento decabrista, ma non fu accolto, fortunatamente in alcuna branca di essi. lo stile e il tema tramutò drasticamente, appartiene sempre al periodo romantico, ma che si differenza totalmente. Si tratta della “Gabrieleide”, un opera sacrilega dell’annunciazione di Maria, nella quale addirittura osò negare la paternità di Dio, davanti allo zar, e lo zar cercò di mettere a tacere la cosa, lo faceva disperare, fu pubblicato, ma fortunatamente non ebbe successo. Alcuni studiosi hanno trovato anche nessi con i vangeli apocrifi. La lirica poetica di questo periodo comprende: “Il pugnale” , “Napoleon”, “Fedele greca! Non piangere: è morto da eroe…” e altre lettere cospirative. La rivolta greca, che aveva suscitato l’entusiasmo dei russi andò in fallimento e lo stupì tanto. Il 1823 fu un anno di rottura e di amare riflessioni anche per i decabristi, per il pericolo di rottura, e visto l’esito della rivolta dei greci, addirittura Pestel e Gribaiedof pensarono al convento o al suicidio. 1821 – наполеон - Napoleon Si è compiuto un meraviglioso destino Чу|дес|ный |жре|бий| со|вер|шил|ся: - A rima femminile si è spento un grande uomo У|гас| ве|ли|кий | че|ло|век. – B rima maschile Il minaccioso secolo di napoleone В неволе мрачной закатился – A rima femminile È tramontato nella cupa prigionia. Наполеона грозный век. – B rima maschile Analisi Tutti i versi sono formati da 3 parole, quindi ci sono dei piedi non accentati in quanto in una parola non possono esserci più piedi accentati. Tetrapodia giambica, 1° e 2° verso con primo e secondo piede accentato regolarmente, terzo piede atono e code in rime femminile e maschile. Nel 3° e 4° verso l’atonicità si sposta dal terzo al primo piede, quindi tutta la forza degli accenti ricade sulla parola Napoleona. Descrizione Nel 1821, 6 anni dopo la morte di Napoleone, scrisse quest’Ode, nata da un insieme di sentimenti contrastanti: nonostante fosse un nemico per i russi, colui che voleva conquistare la Russia, era comunque anche lo sconfitto, quindi avrebbero dovuto sentire un sentimento di vittoria patriottica dentro di loro, lo avevano sconfitto proprio loro, avevano salvato l’Europa così, però era un tiranno, non aveva paura di nulla e non si fermava davanti a nulla, era come un modello da seguire, nonostante fosse il responsabile dei loro caduti lo adoravano, era un grande condottiero, aveva sconfitto i tiranni europei e veniva in Russia a portare la libertà, era l’unica persona forse capace di prendere in mano i destini dell’europa. 1823 – Periodo di Odessa Nonostante i suoi continui spostamenti, egli continuava ad intrattenere rapporti epistolari con i suoi amici di società segrete a nord e a sud. Odessa era una città di gran lunga più vivace delle precedenti, nella società c’era un ricco ceto mercantile, ma anche criminalità, cioè che lo affascinava. Se si escludono le poesie portate a termine molti saranno gli abbozzi incompiuti, questo testimonia la complessità dei pensieri di Puškin e la complessità di esprimerli. Non c’è più INZOF a sorvegliarlo, ma un diretto collaboratore dello zar, il cancelliere VARANZOF, un tipo molto invidioso, che lo odiava tantissimo, di cui si racconta avesse una donna bellissima con la quale Puškin pare abbia avuto un flirt. Qui ad Odessa si dividerà tra 2 donne, con la moglie di VARANZOF e con una moglie di un commerciante serbo AMALIA RIEZNIC alla quale dedicherà un ode. Nasce una relazione tra Puškin e Amalia, che durerà quasi 3 anni e con il quale perderà i contatti. Esilio a Micailovskaie Viene beccata una sua lettera dove dice di sentirsi incline all’ateismo, perché la posta non era privata, veniva letta e le cose si sapevano (Riferimento all’ispettore generale di Gogol), lo sposta qui per tenerlo lontano dalla rivolta dei decabristi, infatti si trova qui quando la rivolta scoppiò e verrà a conoscenza di due notizie che lo sconvolgeranno: quella della morte di alcuni suoi amici decabristi e quella della morte di Amalia, nel 1825. 1825 - **** - Ad Amalia Sotto il cielo azzurro della sua terra natia Под| не|бом| го|лу|бым| стра|ны| сво|ей | род|ной - A rima maschile Lei soffriva, appassiva О|на то|ми|лась, |у|вя|да|ла... – B rima femminile Appassiva infine, del tutto Увяла наконец, и верно надо мной - A rima maschile E fedelmente, sopra di me, la giovane ombra già stava volando Младая тень уже летала; - B rima femminile Analisi Esapodia giambica, tutti i piedi accentati tranne il secondo nel primo verso e il terzo nel secondo, il terzo sembra regolare il quarto come il primo. Alterna rime maschili e femminili. Descrizione I suoi sentimenti molto forti saranno misti, e si tramuteranno in sentimenti di quasi sollievo e rassegnazione, infatti nella poesia **** ad Amalia sembra molto freddo. 1824 – 1825 Il Boris Gadunov – Periodo di Michailovskaie Gli elementi che prende in considerazione Puškin sono il rapporto tra il popolo e il potere e il ruolo della storia del popolo e del sovrano. La tragedia è un analisi della coscienza di Baris, divisa tra i meriti di Zar e l’ombra di un omicidio precedentemente compiuto. Boris Gadunof è un dramma storico shakspiriano come l’autore amava definirlo, era un susseguirsi di scene collegate senza un unità di tempo comune e un unico soggetto. In questo dramma non si smaschererà il dispotismo, ma è una ricerca sul potere, che precipita in tragedia anche quando ci si cura dei propri sudditi. Boris Gadunof, è un uomo di stato saggio che cerca l’affetto del popolo, ma che il potere ha spinto al delitto, e che cercherà di riscattare il sangue versato ma al quale il popolo volgerà le spalle. Allora il fantasma e il ricordo del delitto e l’ostilità del popolo porterà lo zar traditore a commettere nuovi omicidi, e alla tirannia. Il popolo, presente sulla scena, muto o parlante rappresenta la “Vox populi”, e non rappresenta altro che la coscienza dello zar che si logora, e che lo dipinge solo come un assassino traditore. L’opera non ha un unità di tempo e di luogo, lui sconvolge tutto, non è divisa in atti, ma in 22 episodi. donna della letteratura russa, una donna fedele, con ideali saldi. Questa donna si innamora del protagonista, e gli scrive una lettera, molto ingenua, molto sincera, che lui respinge con un monologo, dove come al solito si attribuisce le colpe. Lei si rifugia così nel suo mondo, e si perdono di vista Qualche tempo dopo, viene invitato al ballo in occasione del compleanno di Tatiana. Onegin, scontento e annoiato, decide provare a sedurre Olga che sta al gioco, tutto questo sfocia in un duello. Il duello con le pistole si svolge il giorno dopo all'alba. Il destino vuole che Onegin uccida il suo amico trovandosi costretto a lasciare la città. Dopo anni si rincontrano in un ballo, lei era malata d’amore, una malattia molto diffusa tra le signorine, e per ovviare a questa malattia portano a Mosca, le fanno conoscere un uomo e la sposano con un altro uomo nonostante la depressione. Infatti si rincontrano quando lei è sposata, lui la rivede e si innamora, e pensa all’errore compiuto, quindi lui per turbarla ancora di più le scrive una lettera, ma è troppo tardi: Tatiana preferisce restare fedele a suo marito, anche se il suo amore per Onegin è ancora vivo. Prima strofa dell’Onegin: Mio zio, uomo di onesti principi «Мой дя|дя са|мых чес|тных пра|вил, - A rima femminile Quando si è ammalato seriamente Когда| не| в шу|тку за|немог, - B rima rima maschile spinse le altre persone a rispettarlo Он уважать себя заставил - A non riuscì a pensare cosa migliore И лучше выдумать не мог. – B Il suo esempio fu precetto per gli altri Его пример другим наука; - C ma mio dio che noia Но, боже мой, какая скука -C stare seduto giorno e notte con il malato С больным сидеть и день и ночь, - D senza allontanarsi di un passo Не отходя ни шагу прочь! –D Quale bassezza Какое низкое коварство - E Dover divertire un uomo che sta morendo Полуживого забавлять, - F aggiustargli i guanciali Ему подушки поправлять, -F portargli le medicine in modo triste Печально подносить лекарство, - E sospirare e pensare Вздыхать и думать про себя: - G Quand’è che il diavolo ti prenderà? Когда же черт возьмет тебя!» - G _______________ Stile diverso: Meno amiamo una donna Чем ме|ньше же|нщину| мы лю|бим, più teneramente lei ci ama Тем лег|че нра|вимся |мы ей E più fedelmente la tormentiamo И тем ее вернее губим E più ostinatamente la distruggiamo tra le reti della seduzione Средь обольстительных сетей. Разврат, бывало, хладнокровный Наукой славился любовной, Сам о себе везде трубя И наслаждаясь не любя Analisi: Quando sono presenti le virgolette, sta pensando. Alterna rime femminili a rime maschili. Cambia lo stile delle rime, baciate, alternate e incatenata. Tipica strofa Puškiniana. 1830 - Autunno a Boldino: A Pietroburgo incontra una ragazza bellissima, NATALIA GANSCIAROVA, si innamorano e si fidanzano, si separa un po’ dalla ragazza e va ad assistere uno zio (alquanto profetica come cosa), nel frattempo deve scappare da mosca e deve andare via, in quarantena via. Va a passare questo periodo in una tenuta di Boldino, rimane 4 mesi li, il famoso autunno di Boldino. Lo stato d’animo di questo periodo è a pezzi, era ancora turbato per la mancanza degli amici, era lontano dalla sua amata. Gli esili gli sembravano addirittura migliori, allora scrive tante opere: scrive i Demoni, Besy significa demone, ed è uno spirito ribelle, cacciato dal paradiso e che vive errante, ed il male si riversa contro di lui, per questo si dice “povero demone”. Comincia anche ad avvicinarsi alla prosa, infatti tra il 1830 e il 1834 scrive le maggiori opere il prosa, si trova in un periodo tranquillo, comincia a pensare ad una famiglia, ha finito di fare il dongiovanni, si sente tranquillo, e questo gli permette di scrivere dei capolavori. Torna a Pietroburgo, e sposa la ragazza, ha sempre avuto questo sogno di famiglia, di unità domestica, utilizza uno stile monto semplice, e raggiunge l’apice del grado zero della scrittura, con poche descrizioni, pochi aggettivi e ritmo andante, molto semplice, avvolgente. Infatti critica aspramente coloro che girano attorno attorno. In alcune scene, specialmente della figlia del capitano dice: “Vi risparmierò di spiegarvi”. Tra settembre e ottobre del 1830 scrive i racconti di Bielkin. 1830 – бесы (I demoni) Le nubi corrono, vorticano le nubi Мчатся| тучи,| вьются| тучи; la luna come un essere invisibile Невидимкою луна Illumina la neve volante Освещает снег летучий; il cielo è torbido, torbida è la notte Мутно небо, ночь мутна. Analisi Piede trocaico, che rappresenta una discesa di tono, quindi preoccupazione, sentimenti tristi, turbato. La lingua è sempre più semplice. E’ presente la figura del chiasmo: aggettivo + sostantivo, sostantivo + aggettivo nel 1° e 4° verso. La prosa di Puškin La prosa di Puškin è una prosa molto semplice, infatti sappiamo che con la prosa raggiungerà il grado zero della scrittura, poiché utilizzava un linguaggio semplice, spoglio di aggettivi, coinciso e che permette un ritmo andante, veloce, avvolgente. Utilizza artifici che rendono più scorrevole la narrazione, anzi prende in giro il suo amico Gogol’ per la sua prosa prolissa, che gira intorno a particolari per poi abbandonarli. Anzi addirittura sappiamo che Puškin in racconti come quelli di Bielkin e La Figlia del capitano, taglia corto. Ci sono dei pezzi in cui risparmia al lettore degli avvenimenti, e smorza alcune volte l’entusiasmo, così come per “La signorina contadina”. Per quanto riguarda il narratore, si verifica un problema diegetico, il lettore spesso è confuso poiché non conosce il narratore, o per lo meno pensa di conoscerlo. Infatti di solito gli scrittori russi non vogliono prendersi la responsabilità di narrare loro stessi in prima persona, si affidano alle finte memorie o ai finti diari di altre persone, come ad esempio sia per i racconti di Bielkin, non si conosce il redattore, ma si sa che sono racconti scritti da Bielkin, che egli ha raccolto da altra gente, e sia per la figlia del capitano, sono infatti memorie dei nipoti di questo Griniov. Nella sua prosa Puškin utilizza vari temi ricorrenti, come quello della tempesta, dei diavoli, della storia, e dell’umanità dei personaggi della storia, con l’arteficio della lingua anche fa si che essi siano tutt’uno con il lettore. 1831 – Pietroburgo La moglie aveva una vita nella società di Pietroburgo, e questo non era il sogno, la vita che si aspettava. Infatti erano sempre lontani, lui non era mai a corte, mentre la moglie aveva un’alta considerazione in società si pensa anche che la moglie lo tradisse o avesse rapporti speciali con lo zar, mentre sappiamo invece che Puškin con lo Zar Nicola I non ha avuto mai un buon rapporto. Infatti, lo zar, per dispetto quasi, lo nomina Paggio di corte. Un mestiere umiliante per un poeta di quella fama, mentre la moglie era contenta di tenere vicino il marito. In seguito lo nomina archivista in una delle città dove si era svolta la rivolta di Pugaciof, qui succede un aneddoto importante, secondo il quale gli abitanti di questo luogo lo scambiano per l’ispettore generale, e raccontando questo episodio al suo amico Gogol’ lo ispirerà per Revizor. Qui, nel 1831 comincerà a scrivere “La figlia del Capitano”, infatti attua degli studi su Pugaciof in quelli archivi, e li combina e li rielabora con la propria fantasia, infatti non copia nulla. Nel 1836, un avventuriero francese George Dantes, si pensa mandato da Nicola I, corteggia Natalia, e Puškin sfida Dantes a duello, ma il duello la prima volta viene scampato, facendo sposare Dantes con la sorella di Natalia. In seguito nel 1837, riceve una lettera provocatoria (ordine di appartenenza all’albo dei cornuti) che fa si che Puškin sfidi a duello di nuovo Dantes, che era un tiratore scelto, quindi Puškin non avrà scampo. Pugaciof tra romanzo e realtà
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