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Alessandro Manzoni e il Romanticismo, Appunti di Italiano

appunti su Alessandro Manzoni e il Romanticismo

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 15/01/2022

mendolia91
mendolia91 🇮🇹

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Scarica Alessandro Manzoni e il Romanticismo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Il romanticismo e Alessandro Manzoni Il romanticismo è un complesso movimento culturale, artistico e letterario nato tra la fine del Settecento e l’inizio dell'Ottocento in Germania, come risposta all’Illuminismo francese. Il romanticismo produce un profondo rinnovamento nelle lettere, nelle arti, nella politica e nel costume e può essere considerato sia la naturale prosecuzione sia l’opposto dell’illuminismo: valorizza il sentimento e la fantasia ed esalta il concetto della patria e del Cristianesimo, sostenendo che è la radice della cultura europea. I poeti romantici sostengono che l’arte deve aderire alla vita presente, abbandonando i temi classici e mitologici del neoclassicismo, e rivolgono la loro poesia a un pubblico vasto, utilizzando un linguaggio comprensibile anche dal popolo. I primi scrittori e filosofi che si possono definire romantici sono August e Friedrich Schlegel, i redattori della rivista berlinese Athenaeum. Fu proprio Friedrich Schlegel a usare il termine “Romanticismo” per definire la letteratura moderna, la quale si contrappone alla letteratura classica che è contrassegnata dall’armonia, dall’equilibrio e dalla serenità. La letteratura romantica, invece, è contrassegnata dall’inquietudine, dalla drammaticità, dagli elementi sentimentali e dalla nostalgia. Il romanticismo italiano nasce a Milano nei primi anni dell’ottocento ed entra in Italia attraverso la mediazione di una grande "operatrice culturale", Madame De Stàel (1766-1817). La scrittrice francese invita gli italiani, attraverso il suo articolo “Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni”, ad aprire i propri orizzonti, a guardare anche alla produzione d'oltralpe e, in particolare, agli sviluppi della cultura in Inghilterra, Germania e Francia, dove ormai si sta diffondendo il Romanticismo. Subito s’infiamma il dibattito fra i classicisti, difensori delle tradizioni classiche e del carattere immutabile dei modelli antichi, e i romantici. I romantici italiani sono lontani dalle posizioni estreme del Romanticismo europeo e il loro obiettivo è una letteratura che s’ispira al “vero” con fini di utilità civile e morale, diffondendo idee e principi che possono contribuire al progresso della società. Nell’epoca del Romanticismo, la lingua privilegiata è il francese, spesso preferita dalle classi sociali più elevate. S’intensificò il dibattito tra i “puristi”, che vogliono tornare ai modelli linguistici del Petrarca e del Boccaccio, e gli “antipuristi”, che invece considerano la lingua come un elemento vivo e in continua trasformazione e accolgono nuove parole ed espressioni di origine straniera. La lingua più parlata, tuttavia, è il dialetto, poiché vi è la necessità di una lingua nazionale parlata da tutti. Foscolo e Leopardi si dichiarano classicisti ma anche nelle loro composizioni, nonostante l’utilizzo di una lingua classica e dotta, si riscontra una sensibilità in gran parte romantica. Il principale esponente di questa nuova corrente letteraria, però, è Alessandro Manzoni, che ne “I Promessi Sposi” rende concreti tutti i principi del Romanticismo. Il Romanticismo acquista una vasta varietà di definizioni, ciò è dovuto, in parte, anche alla diversità di stile dei suoi appartenenti, sia in Italia, sia in tutta Europa. Infatti, ogni paese può affermare di possedere un proprio Romanticismo indipendente, che con gli altri condivide solamente alcuni punti di riferimento, identici per tutti. Questa corrente, in un solo secolo ha modificato scuole di pensiero dalle radici millenarie, a volte calibrandone meglio l'ottica e allargando gli orizzonti alla modernità dei tempi attuali, e si deve riconoscere anche un grande merito a molti intellettuali che, proprio come il Manzoni, sono stati i precursori e i promotori del cambiamento. Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785, il padre Piero è un nobile di campagna, mentre la madre Giulia Beccaria è figlia del celebre Cesare Beccaria, uno dei rappresentanti più illustri dell’Illuminismo lombardo. In seguito alla separazione dei genitori, Manzoni trascorre la giovinezza in alcuni collegi, dove riceve la tradizionale educazione classica, ma dove concepisce anche una profonda avversione per i metodi pedagogici e per l’arido formalismo religioso di quegli ambienti. Uscito dal collegio all’età di sedici anni, comincia a frequentare poeti già affermati e noti come Foscolo e Monti e s’inserisce agevolmente nell’ambiente culturale milanese. Dal 1805 al 1810 lascia la casa paterna per raggiungere la madre a Parigi, questi anni segnano un passaggio fondamentale per Manzoni, perché entra in contatto con i primi promotori della cultura romantica in Francia, in particolare con Claude Fauriel, che conosce attraverso uno scambio epistolare e che diviene in seguito un punto di riferimento per Manzoni nella sua attività di scrittore. A Parigi conosce la calvinista Enrichetta Blondel, che sposa e dalla quale ha dieci figli. Sotto la guida di un abate genovese entrambi si convertono al cattolicesimo e si risposano con rito cattolico; la conversione di Manzoni è accompagnata da crisi nervose che lo angustiano per tutto il resto della sua vita. La conversione porta anche un profondo rinnovamento nella sua visione della realtà e nella sua attività intellettuale e letteraria, orientata ora verso un contenuto e un linguaggio nuovi, diversi dalla sua precedente poesia classicheggiante e vicini alla nuova concezione romantica. Rientrato a Milano nello stesso anno della conversione, che rimane l’evento centrale della biografia manzoniana, conduce una vita appartata, dedicata allo studio, alla religione, alla famiglia, ma anche molto creativa, perché nell’arco di pochi anni scrive tutte le sue opere più importanti, ad esempio compone le “Odi civili”, la “Pentecoste”, le tragedie “Il Conte di Carmagnola” e “Adelchi” e le prime due stesure de “I Promessi Sposi”, intitolato originariamente “Fermo e Lucia”. In occasione della morte di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio 1821 a Sant'Elena, Manzoni compone l’ode “ Il cinque maggio”. Influenzato dall’entusiasmo patriottico dell’epoca, scrive l’altra sua famosa ode intitolata “Marzo 1821”, che è però tenuta nascosta per molti anni e pubblicata solo nel 1848 in occasione delle Cinque Giornate di Milano. Con una successiva pubblicazione de “I Promessi Sposi” si può dichiarare terminato il principale periodo compositivo di Manzoni, infatti,
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