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Vita, opere e pensiero di Alessandro Manzoni, Sintesi del corso di Italiano

Storia della letteratura italianaBiografie di ScrittoriTeoria letteraria

Una panoramica sulla vita e le opere di Alessandro Manzoni, uno dei più importanti scrittori italiani. Viene descritta la sua infanzia e giovinezza, il periodo parigino, la conversione religiosa e il suo impegno letterario. Vengono inoltre analizzate alcune delle sue opere principali, come 'In morte di Carlo Imbonati', 'Gli Inni Sacri', 'Il Conte di Carmagnola' e 'L'Adelchi'. Infine, vengono presentati i suoi scritti di poetica, in cui Manzoni esprime la sua teoria letteraria e la sua visione dell'arte.

Cosa imparerai

  • Qual è l'evoluzione della vita e della produzione letteraria di Alessandro Manzoni?
  • Quali sono le caratteristiche principali delle opere di Manzoni?
  • Che cosa sostiene Manzoni nella sua teoria letteraria?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 11/10/2021

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Scarica Vita, opere e pensiero di Alessandro Manzoni e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Uensandreo Margoni la letteratura deve caaene vena, ulile e inteneacante’ * Vita IL 7 marzo 1785 nasce a Milano dal Conte Pietro Manzoni e da Giulia Beccaria: Alessandro Manzoni. Il padre era un nobile aristocratico il quale lo ha indirizzato verso un'educazione religiosa; Infatti trascorse l'infanzia e l'adolescenza nel collegio dei Padri Somaschi e dei Barnabiti che lo portò a sviluppare un atteggiamento di insofferenza verso la rigida educazione religiosa imposta dal padre. Nel 1805 Manzoni va a Parigi presso la madre (idee illuministe e un atteggiamento spregiudicato), sposa di Carlo Imbonati (rif. Parini=> illuminismo). Periodo parigino(1805-1810) È un periodo importante perché caratterizzato dalla lettura di opere più moderne di autori come Parini e Alfieri, Inoltre lo metto a contatto con alcuni letterati francesi come Claude Fauriel. Altrettanto importante è l'anno del 1810 anno in cui avviene la conversione: Lui stesso racconta che in occasione della festa parigina per il matrimonio di Napoleone anche a causa dell'ansia provocata dello smarrimento nella folla della moglie Enrichetta Blondel egli si rifugiò nella chiesa di San Rocco in cui fece un voto; In realtà la conversione è maturata dopo tempo infatti la moglie ha una religiosità molto rigida e insieme si sono confrontati con Padre Tosi e Padre Degola (giansenista). Ciò che ci fa pensare che la conversione sia graduale è il carme “In morte di Carlo Imbonati” in cui egli presenta idee di libertà, giustizia che si presenteranno nel periodo post-conversione incanalati in una visuale cristiana. Il primo vero a cui si avvicina Manzoni è quello religioso, di cui possiamo notare i primi sintomi nei “Inni Sacri” (1812-1815). In questo periodo iniziano a crearsi i moti liberali e carbonari, e in casa era di continuo aperta agli ospiti favorendo così scambi culturali che sfociano nella creazione di due tragedie “IL conte di Carmagnola” (1820),"Adelchi”(1822); due odi civili del 1821 “Marzo 1821” e "Cinque Maggio”. Fra il 1821 e il 1823 scrive la prima redazione dei Promessi Sposi che si è soliti intitolare Fermo e Lucia, dall'inizio del 1824 al 1827 lavora la seconda redazione del romanzo che esce tra il 1825-1827 con il titolo definitivo nei Promessi Sposi (ventisettana). A partire dal ‘27 la sua attenzione per i problemi letterari diminuisce e i suoi interessi tendono a diventare di tipo linguistico e di tipo filosofico dedicandosi così alla revisione linguistica dei Promessi Sposi fino al ‘40 (quarantana) Con il 1840 si è soliti segnare la fine della fase creativa di Manzoni che in seguito si dedicherà prevalentemente alla stesura di saggi. Nel 1860 viene nominato senatore. Nel 1873 muore a Milano ® Su morte di CarlleSnlenati C1805) IL Carme è una sorta di dialogo morale con Imbonati. Il Carme si articola in tre parti: » Nella prima parte Manzoni immagina che gli appaia in sogno il patrigno Carlo Imbonati, il quale gli fornisce innumerevoli consigli, mostrandogli il suo affetto. Manzoni, sempre in sogno, descrive il dolore che sia Lui sia la madre provano per la sua perdita. La risposta del Imbonati al suo interlocutore rivela come per lui la morte sia stata dolce, in quanto gli ha permesso di staccarsi da una società che ritiene priva di valori. Viene fatta una riflessione ironica sul presente e infine una vera e propria critica alla corruzione. > Nella seconda parte del carme vi è la parte più conosciuta dell'opera: viene data la definizione di ciò che si ritiene l'ideale morale e si delinea il ruolo civile dell'intellettuale. Carlo Imbonati fa un vero e proprio elogio alle figure intellettuali di Giuseppe Parini che ebbe anche come suo precettore in età giovanile e di Vittorio Alfieri. Guardando agli autori del passato, inoltre, tesse le lodi del grande Omero. Infine elenca quelle che sono, a suo avviso, le virtù che deve avere il perfetto intellettuale. > Nell'ultima parte infine il Manzoni abbandona gli elementi satirici che erano presenti nella prima parte dell'opera. è Luni datori C812-1815) e la Pentecsate C 1817) In origine, gli Inni Sacri avrebbero dovuto costituire un progetto di 12 testi, corrispondenti alle solennità del calendario liturgico, ma Manzoni si fermò al quinto. Gli inni composti sono: La Resurrezione (1812), IL nome di Maria (1812-1813), Il Natale (1813), La Passione (1813-1814), La Pentecoste (1817). Gli inni sacri nascono come la ricerca dell’interessante ovvero la ricerca di una materia che interessasse un numero più ampio di lettori, dunque più popolare ecco il perché della scelta dell'inno => preghiera cantata dai fedeli, coralità -> idea romantica di popolo. La sua è una scelta innovativa poiché non ci sono opere che presentano questa struttura. + Uliourit di poetica; Ha prefazione al Conte di Carmagnola 1840) In questa prefazione Manzoni pone una critica alla centralità romantica dell'estetica e alla teoria dell'autonomia dell’arte dove egli sostiene che essa è inseparabile dalla sua funzione morale e pratica. In primo luogo egli sostiene che “gli interessi della poesia sono piccoli” e che sbagliare nel dare giudizi estetici “è uno dei più piccoli mali che possono accadere in questo mondo” punto. AL primo posto, per Manzoni, occorre porre le attività pratiche e tutto ciò che può giovare alla felicità degli uomini. Oltre a ciò ci vengono presentate le sue idee sulla tragedia: > l'unità di tempo e di luogo di Aristotele non trova riscontro nella verosimiglianza, infatti secondo M. ad un'azione corrispondono più tempi e più luoghi, > interesse estetico e fine morale secondo M, possono essere entrambi raggiunti nella realizzazione di un dramma, quindi non sono logicamente in un rapporto di disgiunzione (o uno o l'altro) > M. inoltre reintroduce il coro con funzione differente, infatti il coro viene visto come il luogo in cui l'autore commenta e presenta le proprie riflessioni per non falsare le informazioni storiche. (Modello alfieriano non presenta un coro) CORO=”"cantuccio” riservato al poeta. + Micarilti di poetica: ka lellena a ChauvetC 1940) Fa lelteratina integra e completa la stonia In quest'opera Manzoni passa a considerare il rapporto tra storia e invenzione sia nel dramma che nel romanzo storico. > Lo scrittore non deve inventare ma attenersi ai fatti che sono accaduti e poi ricostruire quegli aspetti della storia che restano fuori dal lavoro e storiografico cioè i sentimenti, le sofferenze e le passioni che a questi fatti si accompagnano. E' comunque presente una contraddizione irrisolta dove da un lato M. vorrebbe che il vero morale diventasse una cosa sola con il vero storico e dall'altro vorrebbe attribuire allo storiografo e al poeta un ruolo puro. + Miorrlli di poelira: Ka leltena aullomantiniome C 1823) dile per satop6; iLveno per seggelto e linteneasante per riezzo” > Critica al Neoclassicismo: rifiuto della mitologia, dell'imitazione di una bellezza ideale sottratta alla storia > L'arte deve avere per fine l'utilità morale e pratica degli uomini, deve fondarsi sul vero storico e sulla realtà, deve servirsi di una materia e di argomenti che interessino il maggior numero possibile di persone * He tragedie sull conte di Carmagnola U#16-1210) Date La scrittura della tragedia comincia nel 1816, ma la sua elaborazione sarà lenta e singhiozzante, verrà pubblicato nel 1820. Storia L'argomento era stato ispirato al Manzoni dalla lettura della Storia delle IY repubbliche italiane del Medioevo scritta dal ginevrino Simonde de Sismondi, |} . Ì che racconta le vicende di Francesco di Bartolomeo Bussone, conte di | FRANCESCO CARMAGNOLA Carmagnola, dapprima condottiero per il duca di Milano poi di Venezia. Dopo aver militato sotto il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, che lo nominò conte e gli dette in moglie la sorellastra Antonietta, Carmagnola caduta in disgrazia era passato ai servigi del nemico, ovvero la repubblica di Venezia. Guida Le truppe della Serenissima contro le meneghine vincendole nella battaglia di Maclodio (1427); per la sua decisione di liberare i prigionieri nemici in un atto di clemenza ma i veneziani lo accusano di tradimento e lo fanno decapitare. Analisi Il Carmagnola viene descritto come un uomo nobile e caritatevole, persino verso i nemici, vittima di un'istituzione ottusa e tiranna che, ciecamente, metteva italiani contro altri italiani. In quest'ottica il richiamo alla fratellanza cristiana si coniugava con la denuncia del dispotismo asburgico che opprimeva l'Italia dopo la caduta dell'Impero napoleonico, nel quale l'autore aveva visto un fattore di innovazione ed avanzamento per la realtà nazionale. oppressori oppressi a causa di ingiustizie e di mancanza di umanità * Heliagedie: R'Adelofi 242) Date e Introduzione Composta da Alessandro Manzoni tra iL 1820 e il 1822, delle due tragedie da lui scritte, Adelchi è un’opera più complessa e più ricca di poesia rispetto all'altra, IL Conte di Carmagnola. In quest'opera è rappresentato l'epilogo della guerra tra Desiderio, re dei Longobardi, e Carlo, re dei Franchi, disceso in Italia in aiuto del Papa Adriano |. Storia Questa tragedia si apre con la scena di Ermengarda, che, ripudiata da Carlo, ottiene dal padre di ritirarsi nel monastero di San Salvatore a Brescia (dove è badessa la sorella Ansberga), per dimenticare, nella preghiera, le sue sofferenze. IL ripudio di Ermengarda acuisce il dissidio politico di re Desiderio con Carlo, il quale protegge il pontefice e ingiunge ai Longobardi di abbandonare le terre della Chiesa. Desiderio rifiuta e dichiara la guerra ai Franchi, nonostante i consigli di moderazione del figlio Adelchi, che lo esorta ad un accordo con il pontefice. Nemmeno alcuni duchi longobardi sono d'accordo sulla guerra ai Franchi. Essi si riuniscono nella casa di Svarto, per macchinare il tradimento, inviando a Carlo lo stesso Svarto, per renderlo consapevole delle loro intenzioni. Intanto Carlo è bloccato col suo esercito alle Chiuse, difese valorosamente da Adelchi, e, sta per rinunciare all'impresa, quando giunge il diacono Martino ad indicargli un sentiero ignoto, attraverso il quale l'esercito franco piomba alle spalle dei Longobardi, costringendoli alla fuga. Mentre avviene ciò, Ermengarda muore nel monastero di Brescia. Cade intanto Pavia, per il tradimento di Guntigi, e mentre Desiderio, fatto prigioniero, intercede presso Carlo per la salvezza del figlio, assediato in Verona, Adelchi, che con un'audace sortita è fuggito dalla città, sopraggiunge ferito e muore sotto gli occhi del padre e di Carlo: una catastrofe arbitraria, perché storicamente Adelchi non morì in combattimento, ma fuggì a Costantinopoli. Analisi L'Adelchi di Alessandro Manzoni è superiore al Carmagnola anzitutto per la più ampia prospettiva storica, costituita dall'urto tra due popoli, i Franchi e i Longobardi, nel quale si inserisce il dramma del popolo italiano oppresso, che si illude di ottenere la libertà dallo straniero. In più l’Adelchi è superiore per la maggiore complessità psicologica dei personaggi, che non lottano contro una forza esterna, come il conte di Carmagnola contro i politici veneziani, ma lottano contro alcuni sentimenti umani profondamente radicati nel loro animo, in contrasto con altri sentimenti, ugualmente radicati, ma più elevati. Questo dramma interiore è evidente soprattutto in Ermengarda e Adelchi. Ermengarda, sebbene ripudiata da Carlo, lo ama ancora in modo profondo, nonostante gli sforzi che ella fa per staccarsi dai «terrestri ardori» e rivolgersi a Dio. Solo nella morte si placherà il suo dissidio interiore, il suo martirio. Lo stesso destino tocca ad Adelchi, combattuto tra il suo dovere di lottare accanto al padre e la consapevolezza di una guerra ingiusta e senza speranza.
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