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Alfieri, ‘’Saul’’ e ‘’Mirra’’, Appunti di Letteratura

Appunti su Vittorio Alfieri- approfondimento su ‘’Saul’’ e ‘’Mirra’’

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 02/11/2021

Mg2200
Mg2200 🇮🇹

4.5

(11)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Alfieri, ‘’Saul’’ e ‘’Mirra’’ e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Vittorio Alfieri 1782-Anno in cui l’affernato vittorio Alfieri elabora in appena 4 mesi uno dei suoi capolavori, una delle sue opere con un grado di maturità più alto; si tratta di una tragedia, che ha come titolo ‘’Saul’’. Esiste nella nostra tradizione letteraria una grandissima quantità di opere scritte in tempi brevi così come ci sono opere scritte in tempi lunghissimi. Saul rientra tra quelle elaborate in tempi brevissimi (solo 4 mesi) ma ciò non toglie il fatto che Alfieri nel tempo ci ritornerà su a più riprese. Alfieri, in quel periodo frequenta il genere della tragedia MA ‘’Saul’’ ha delle caratteristiche diverse dalla tipica tragedia. Cosa c’è di diverso? Le opere tragiche in generale ma anche quelle di Alfieri fino a quel momento erano di argoemento storico, queste tragedie prendono la loro linfa vitale da fatti storici, realmente accaduti, lontani o vicini nel tempo che fossero. Saul trae ispirazione o sarebbe meglio dire, ha tra le sue fonti il mondo ecclesiastico, la letteratura cristiana e la tradizione ebraica, Saul è tratta dal primo libro dei Re, trae la sua sostanza vitale non da fatti storici ma da qualcosa di completamente diverso. Alfieri ci da testimonianza di come lavorava, sappiamo di lui che scrivesse le sue tragedie in tre momenti diversi: IDEARE, STENDERE e VERSEGGIARE. >» Dopo l’ideazione che da origina d un lavoro al suo stato primordiale, >» Alfieri inizia a stendere in prosa ciò che viene in mente, tutta la tragedia così come è previsto che si svolga, con tutte le dinamiche. >» Ein ultimo abbiamo l’atto di verseggiare la tragedia: Le tragedie di Alfieri sono in versi, non in prosa. E questo modo di fare teatro è durato fino all’800. Verseggiare significa prendere ciò che si è steso(scritto in prosa) e ‘’tradurlo’’ in versi, Alfieri fa un lavoro di limatura del testo stesso E anzi Alfieri afferma che ‘’tra lo stendere e il verseggiare deve passare del tempo” prima che l’opera raggiunga la sua migliore forma. In Alfieri capita infatti che si ritorni sul testo, in maniera quasi continua. ‘’Saul’’ è pubblicata nel 1789, ma ci ritornerà comunque ancora dopo tempo, facendo dell’opera un'ulteriore limatura. Storia di Saul: Sono tre i personaggi principali: Saul che è il re, Nicol sua figlia, David marito e sposo di Nicol, al quale tutti sono riconoscenti perché ha sconfitto il gigante Golia, altro personaggio è Gionata, figlio di Saul e amico di Davide. Le tragedie di Alfieri hanno sempre pochi personaggi e segue le unità di Aristotele: unità di tempo, luogo e spazio, Esse hanno lo scopo di far riflettere l’uomo sulle passioni umane. *Conflitto tra uomo libero e tiranno* Questa tragedia narra di un re Saul, ormai anziano che si è speso per i figli e che li ama profondnamente, e che stima Davide, salvatore del popolo di Israele. Nonostante ciò all’inizio di questa tragedia il re non sa decifrare i suoi sentimenti, da un lato è un re buono, dall’altro teme e vede David come qualcuno di migliore di lui; è un giovane promettente che forse lo sostituirà non solo al potere ma anche nei cuori del popolo. David è giovane e benvoluto da Dio, e nell’animo di Saul si insedia il gene maligno del dubbio, dell’insicurezza, dell'idea che ciò che è stato raggiunto può cambiare in ‘’un attimo”. Si crea così il conflitto tra Saul e Saul stesso. David dice di non sapere cosa stia capitando a Saul, sa però di aver dato tanto al popolo e il notare che Saul lentamente lo sta estromettendo, lo fa sentire meno stimato, capisce così che la sola soluzione è la morte del re. Il lettore avverte di scena in scena ciò che sta per accadere e il mistero non viene svelato rpima della fine. Alfieri afferma che quando la tragedia è alta deve mettere in scena la perplessità, importantissima. La forza delle sue tragedie sta proprio nel metter in scena la complessità della psiche umana. In questo caso Saul è attanagliato dai dubbi, non sa cosa prova e si allontana, si estranea da David, e dalla figlia stessa, alla quale non sa spiegare cosa prova. MIRRA 1784-1786 Alfieri per questa tragedia sceglie un episodio poco noto delle metamorfosi di Ovidio. Il suo è un colpo di genio poiché impone allo spettatore di seguire per comprendere cosa sta guardando. La storia di Mirra: Mirra è promessa in sposa a Pereo, re dell’Epiro. Suo padre Cirino è molto contento, e sa che l’uomo che ha scelto per lei la ama tantissimo ma Mirra è inquieta, apprezza e prova affetto per il futuro marito ma non vuole sposarlo. Il fatto che Mirra sia afflitta è un fatto generato dalla necessità di contrasto. Mirra addirittura inizia ad evitare sua madre, non desidera parlarle, la sente come estranea e anche in questo caso non capiamo perché, non ci sono elementi esterni che la spingono a stare così, lei è inquieta e non lo dice perché non vuole dire nemmeno a sé stessa ciò che lei già sa: è innamorata di suo padre, prova per lui un amore incestuoso. Il ‘’problema’’ non sta in ciò che effettivamente accade (già presente nelle metamorfosi) ma in come ci viene mostrato. E’ infatti SOLO nell’ultimo atto, nella sua ultima fase che scopriamo il perché della sua inquietudine. L’ultima scena è tanto distruttiva quanto liberatoria, Mirra dichiara di volersi suicidare e lo fa da ‘’empia’’, ormai ha ‘’confessato’’ ciò che prova. Quando dunque lei dichiara di amare il padre, si condanna da sola; i genitori sconvolti la allontanano e lei distrutta decide di darsi la morte. Curiosità: Anni 70 dell’800
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