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America negli anni 2o, New Deal e Germania dopo la Prima guerra mondiale, Schemi e mappe concettuali di Storia

La situazione degli Stati Uniti negli anni venti, caratterizzati da un forte sviluppo economico e sociale, e la crisi del '29 che portò alla Grande Depressione. Vengono analizzati i fattori che portarono alla crisi, come la speculazione in borsa e la sovrapproduzione, e le conseguenze a livello mondiale. Viene poi descritta la risposta alla crisi attraverso il New Deal di Roosevelt, che prevedeva l'intervento diretto dello Stato nell'economia.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 23/02/2023

nicole.abrate
nicole.abrate 🇮🇹

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Scarica America negli anni 2o, New Deal e Germania dopo la Prima guerra mondiale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! Stati Uniti negli anni venti Dopo la prima guerra mondiale, tutti i paesi europei affrontavano una grave crisi economica e sociale, mentre gli Stati Uniti erano il paese economicamente più forte, perché: - Il loro impegno nella guerra era stato breve (dal 1917 al 1918) e il loro territorio non era stato oggetto né di battaglie né di bombardamenti; - Avevano prestato somme di denaro ai paesi dell’Intesa e quindi si trovarono creditori nei loro confronti; Dal 1918 al 1929 gli statunitensi vissero un’epoca chiamata anche “i ruggenti anni venti”, detta anche “età del jazz”; fu un decennio nel quale i consumi crebbero rapidamente, in seguito alla crescente diffusione di prodotti venduti a prezzi più accessibili. L’esplosione dei consumi di massa fu resa possibile anche dal metodo della vendita a rate, così che tutte le classi sociali potevano accedere a uno stato di benessere. Molte persone ricorrevano a prestiti e cercavano di arricchirsi con le speculazioni in borsa. Una volta gli investitori compravano le azioni di un’azienda con l’obbiettivo di guadagnare partecipando ai suoi profitti; mentre negli anni venti l’obbiettivo era quello di rivendere le azioni a un prezzo maggiore di quello pagato. I governi americani non adottarono nessun intervento per limitare le speculazioni in borsa. (Liberismo) L’immigrazione fu resa sempre più difficile, con leggi che colpivano in particolare gli immigrati di origine non anglosassone provenienti dall’Europa. In più, negli anni venti, si rafforzarono organizzazioni come il Ku Klux Klan, una società segreta fondata nel 1866 di stampo brutalmente razzista. Gli anni del dopoguerra furono caratterizzati dalla cosiddetta “red scare” (paura del rosso), ovvero l’ossessione che i comunisti si infiltrassero nella società; quindi i governi assunsero provvedimenti repressivi contro ogni movimento sindacale o politico di sinistra. Vennero introdotte leggi che vietavano la produzione, la vendita e il consumo di alcolici, ma ciò fece arricchire i criminali attraverso le attività illegali. (Al Capone e Lucky Luciano) In politica estera i governi repubblicani ritornarono all’isolazionismo, posizione che consisteva nella scelta di non interessarsi delle vicende dei paesi europei ma sono degli interessi americani; infatti non aderirono nemmeno alla Società delle nazioni. La crisi economica del ‘29 La speranza di milioni di americani divenne quella di arricchirsi attraverso gli investimenti in borsa, queste speranze crollarono però dal 24 ottobre 1929, il “giovedì nero”; quando a Wall Street il valore delle azioni cominciò a diminuire perché le vendite furono maggiori degli acquisti. Negli anni venti, la domanda di azioni crebbe determinando un aumento del loro prezzo. Quando però ci si rese conto che il valore delle azioni aveva raggiunto cifre molto più elevate del valore effettivo delle aziende, l’indice della Borsa incominciò a scendere e si arrivò in fretta al crollo finanziario. Molte industrie dovettero chiudere per mancanza di capitale da investire, cosi come le banche. Ma la crisi di queste industrie a sua volta causava disoccupazione e povertà, infatti i disoccupati che erano un milione e mezzo arrivarono a superare i 12 milioni nel 1933. La crisi fu anche il risultato della sovrapproduzione di beni da parte delle industrie statunitensi, ovvero avevano prodotto molto e non erano riusciti a vendere tutto. La crisi del 1929 ebbe gravissime conseguenze a livello mondiale, in quanto gli Stati Uniti ridussero di colpo le importazioni di merci dagli stati stranieri e smisero di sostenere le economie europee con i loro prestiti. La risposta alla crisi: New Deal Paesi come l’Italia, la Germania e il Giappone cercarono di uscire dalla crisi con forme di protezione, con il riarmo e una politica di espansione territoriale. Mentre invece gli Stati Uniti decisero di adottare una politica nuova che comportava l’intervento diretto dello Stato nell’economia. Venne eletto nel 1932 Roosevelt, che si impegnò a dare vita a un New Deal, un nuovo corso dell’economia e della società. Nei primi mesi di governo, il presidente realizzò una serie di riforme con la convinzione che lo stato dovesse intervenire nell’economia per prevenire crisi inevitabili. - Introdusse severi controlli sulla Borsa e sul sistema bancario; - Adottò una serie di iniziative per far crescere i consumi. Per far sì che i consumi aumentassero era necessario che lo stato intervenisse promuovendo la realizzazione di grandi opere pubbliche, come la costruzione di dighe, scuole e ospedali. Il principale provvedimento fu il National industrial recovery act, che prevedeva misure come la regolazione dei prezzi di mercato dei beni indutriali, la garanzia di un salario minimo per i lavoratori, ecc. Un secondo importante provvedimento fu l’Agricultural aadjustment act, un programma per sostenere i prezzi dei prodotti agricoli. Un altro tratto distintivo della politica di Roosevelt fu la scelta di favorire le classi sociali meno ricche, sostenendo la diffusione dei sindacati nelle aziende, e introducendo una tassazione progressiva, ovvero imposte proporzionali al reddito. Le iniziative di Roosevelt ebbero un effetto positivo immediato sull’economia degli Stati Uniti, anche se uscirono definitivamente dalla crisi solo dopo la Seconda guerra mondiale.
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