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Allenamento Funzionale negli Sport di Squadra: Migliorare la Velocità e la Resistenza, Appunti di Sport

Scienze motorieFisioterapiaScienze dell'Esercizio e del SportBiomeccanica

L'importanza dell'allenamento funzionale per migliorare la velocità e la resistenza negli sport di squadra, come il calcio. L'autore discute obiettivi, metodologie e benefici di questo tipo di allenamento, che differiscono da quello tradizionale basato sui sprint. Vengono anche presentate le nuove tecnologie utilizzate per valutare e programmare l'attività motoria e sportiva.

Cosa imparerai

  • Quali sono gli obiettivi dell'allenamento funzionale negli sport di squadra?
  • Come si stimola la resistenza alla velocità negli sport di squadra?
  • Quali sono i benefici dell'allenamento funzionale per gli atleti di squadra?
  • Come differiscono l'allenamento funzionale e tradizionale per migliorare la velocità?
  • Come si valuta e si programma l'attività motoria e sportiva?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/08/2022

antoi89
antoi89 🇮🇹

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Scarica Allenamento Funzionale negli Sport di Squadra: Migliorare la Velocità e la Resistenza e più Appunti in PDF di Sport solo su Docsity! 1 Capitolo Secondo di Davide Di Palma Allenamento Funzionale negli Sport di Squadra Allenare la Velocità attraverso il Functional Training Tra gli obiettivi di questo tipo di Allenamento possiamo trovare anzitutto quello del miglioramento della capacità di percepire le situazioni di gioco che richiedono un’azione immediata (percezione); miglioramento dell’abilità di intraprendere azioni immediate quando necessario (capacità di valutazione e di decisione); miglioramento della capacità di produrre forza in modo rapido durante le attività svolte ad alta intensità (rapidità di azione). Nel corso di un incontro gli atleti degli sport di squadra, come ad esempio il calcio, svolgono numerose attività che richiedono uno sviluppo di forza in tempi brevi, come scatti o rapidi cambi di direzione. Poiché sono attività decisive per il risultato finale di una partita, è importante dedicare un’attenzione particolare all’Allenamento della velocità. Nell’Allenamento della velocità, gli atleti devono essere impegnati in prestazioni massimali per periodi di tempo brevi (meno di 10 secondi). I periodi di pausa tra uno scatto e l’altro dovrebbero essere sufficientemente lunghi da consentire ai muscoli un recupero quasi completo e permettere quindi al calciatore di eseguire un’attività massimale anche nella ripetizione successiva. L’Allenamento della velocità dovrebbe essere previsto nella prima fase della seduta in cui gli atleti non 2 sono ancora stanchi e, precauzione molto importante, è necessario che sia preceduto da un riscaldamento adeguato. Quando viene eseguita un’esercitazione finalizzata all’Allenamento della velocità per 5-10 secondi, viene stimolata anche la resistenza alla velocità, in quanto l’organismo è costretto a lavorare in condizioni che determinano una considerevole produzione di lattato. L’effetto maggiore di questo Allenamento si concretizza a favore del sistema di produzione che utilizza i fosfati altamente energetici. L’Allenamento della velocità dovrebbe essere realizzato riproducendo principalmente situazioni simili a quelle di gioco. Questa metodologia viene definita Allenamento della velocità di tipo funzionale in considerazione del fatto che uno dei più importanti risultati che si vogliono ottenere è quello di migliorare la capacità degli atleti di anticipare e di reagire nel corso delle diverse situazioni di gioco. Un esempio di Allenamento “convenzionale” della velocità, consiste nell’effettuare scatti su distanze fisse al comando dell’allenatore. Tutto ciò, se da un lato migliora la capacità di produrre energia attraverso i sistemi anaerobici, dall’altro ha uno scarso effetto sulla capacità di reazione nelle situazioni di gioco, in quanto gli atleti devono rispondere a input (ad esempio un fischio) assai diversi rispetto agli stimoli che si verificano durante il gioco. Inoltre, nel corso di questo tipo di Allenamento, non vengono allenati a sufficienza quei muscoli che nel gioco sono impegnati in movimenti rapidi di altra natura. Tradizionalmente l’Allenamento convenzionale è stato per lungo tempo la forma di lavoro predominante per migliorare la velocità nel calcio: è per questo motivo che gli 5 breve (10-40 secondi), con periodi di recupero più lunghi (1-4 minuti). Nell’Allenamento funzionale di mantenimento invece, i tempi di lavoro e quelli di recupero dovrebbero essere all’incirca uguali (10-90 secondi), in modo da aumentare progressivamente lo stato di affaticamento dei giocatori. Nello schema seguente vengono illustrati i principi delle due tipologie di Allenamento anaerobico. Tabella 2.1: I principi dell’Allenamento di resistenza alla velocità Quando nell’Allenamento di resistenza alla velocità i periodi di lavoro superano il minuto, il rilevamento della frequenza 6 cardiaca può permettere di verificare se l’intensità di lavoro è sufficientemente elevata. La frequenza cardiaca dovrebbe avvicinarsi al valore massimo verso la fine di ogni periodo d’esercizio. Nelle situazioni reali, durante le esercitazioni di Allenamento per la resistenza alla velocità, gli atleti in genere non riescono a mantenere l’intensità a livelli massimali per tutto il periodo di esercizio. Numerosi fattori, come ad esempio le richieste tattiche, influenzano di fatto l’intensità delle attività di Allenamento. Al fine di assicurarsi che essa rimanga alta per tutta la durata dell’esercizio, è spesso necessario motivare i giocatori con richiami verbali, in particolare nella fase finale. È importante anche avere a disposizione un numero sufficiente di palloni, qualora lo sport lo richieda, al fine di ridurre le interruzioni che altrimenti potrebbero causare una riduzione dell’intensità di lavoro. Questo problema è molto diffuso nei dilettanti, che soffrono la carenza di strutture e di attrezzi utili per un Allenamento ottimale. Nell’Allenamento funzionale di resistenza alla velocità i periodi di recupero dovrebbero includere delle attività leggere, ad esempio jogging per raccogliere i palloni. L’Allenamento di mantenimento della resistenza alla velocità dovrebbe essere collocato alla fine della seduta, dato che questo tipo di lavoro è altamente impegnativo e fisicamente molto provante per gli atleti. I suoi effetti possono, infatti, protrarsi per un certo periodo anche dopo il termine dell’Allenamento. È per questo motivo che diventa importante far svolgere attività leggere che accelerino il recupero. 7 L’Allenamento Funzionale della Forza La forza è definita come “la capacità di vincere o contrastare un'opposizione con la sola attività muscolare”. È comunque una definizione generale poiché la forza (in uno sportivo e in questo caso praticante una disciplina di squadra) deve essere considerata e valutata a seconda dello sport praticato. La forza si scinde fondamentalmente in 3 sub-categorie: 1. Forza Istantanea: basilare per il calciatore poiché la sua espressione in campo può essere riassunta nei movimenti di accelerazione, decelerazione, salti, tiri, finte, cambi direzionali, stop improvvisi. 2. Forza Massimale: importantissima poiché dà la base sulla quale costruire il calciatore. È difficilmente allenabile nel calcio a causa del lento adattamento a questo tipo di stress. Può essere allenata o aumentando la massa muscolare, oppure dando alta stimolazione nervosa. 3. Forza Resistente: determinante soprattutto per I muscoli posturali quali lombari e addominali, che devono essere allenati secondo il principio di movimento lento e con alto numero di ripetizioni. Queste 3 componenti sono importantissime e le potremo definire come tipi di forza funzionali al gioco, tutte con caratteristiche e metodi di Allenamento diversi che portano però ad uno sviluppo morfo-funzionale dell’atleta stesso, poiché ad esempio, un calciatore non è un “body builder”, un centometrista o un pugile, ma uno sportivo che ha necessità di sviluppare la propria muscolatura secondo lo sport specifico che sostiene. L'adattamento all'Allenamento di forza 10 alta. Analiticamente il gesto si descrive come un salto monopodalico coadiuvato da una buona stabilizzazione del bacino. Per cui anche le esercitazioni dovranno tenere conto di questi fattori cercando di far lavorare il calciatore sempre in maniera settoriale. Proposte di Allenamento Funzionale - Corse ad alta intensità e con cambi direzionali La proposta di esercizio risulta essere quella che si avvicina in modo sostanziale al tipo di contrazione maggiormente usata nel calcio cioè quella eccentrica. Questa tiene conto del fatto che in gara un calciatore effettua in media 1 cambio di direzione ogni 610” e vuole l’utilizzazione di esercitazioni con cambi di direzione (agility) effettuati ad alta intensità. È un’attività tecnica senza palla, in cui vengono sollecitate tensioni eccentriche (in frenata) e tensioni concentriche (nella successiva accelerazione). È basilare riuscire a far apprendere l’esecuzione dei cambi di direzione con molte variabili, sia per quel che riguarda gli angoli di piegamento delle gambe in frenata sia per quelli di movimento (45°, 90°, 180°, etc.). Questa proposta può essere utilizzata, a seconda dell'obiettivo cercato, come mezzo vero e proprio oppure come integrativo di un lavoro di potenziamento muscolare. - Corse ad alta intensità con traini e sovraccarichi Le esercitazioni con il traino vanno ad influenzare positivamente le capacità di accelerazione, che come si è visto sono fondamentali nel gioco del calcio. Il traino è uno dei mezzi più efficaci per l'incremento della forza specifica degli 11 arti inferiori del calciatore il quale deve riuscire a spostare velocemente il proprio corpo possedendo un'elevata resistenza alle accelerazioni in serie. A seconda del carico, della distanza e dei tempi di recupero si può lavorare su: - Forza Massima (carico alto e recuperi remunerativi); Forza di Accelerazione (carico più basso, distanze minori e recuperi incompleti). L'unico limite di questa metodologia di Allenamento è il fatto che può essere effettuato quasi esclusivamente su distanze lineari. - Corse in salita Nella corsa in salita, rispetto a quella in piano, non vi è, se non in minima parte, la fase di volo per cui tutti i micro traumi dovuti al contatto col terreno sono ridotti. La pendenza causa una perdita elastica della fibra che può essere compensata da esercitazioni seguenti di tipo elastico-reattivo. Rappresenta un mezzo importante per aumentare la forza di accelerazione con salite brevi (max 20 m) le quali stimolano il reclutamento massivo delle fibre veloci e quindi un aumento della frequenza di scarica. Al contrario, esercitazioni su salite lunghe stimolano il reclutamento delle fibre lente e perciò un aumento della resistenza organica e muscolare, quindi fuori dal nostro obiettivo. Inoltre esercitazioni su salite lunghe comportano DOMS, probabilmente causato dalla liberazione dell'istamina conseguente all'accumulo di elevate quantità di acido lattico. - Corse e andature nella sabbia I gesti sportivi (come ad esempio salti, skipping, corsa, etc.) eseguiti su sabbia, anziché su normale terreno di gioco, da una parte sono più costosi da un punto di vista energetico e di 12 impegno della forza (la superficie sabbiosa funge da dissipatore di energia elastica), e dall’altra consentono un appoggio del piede molto più “soft”. In tal modo la struttura tendinea è meno sollecitata e l’impegno meccanico richiesto è più attenuato. Dunque lavorare sulla sabbia riduce fortemente uno dei fattori di rischio della patologia da sovraccarico funzionale, e da un recente studio si può affermare che il lavoro svolto consente di ridurre lo stress a carico degli apparati osteoarticolare e muscolo-tendineo, ottenendo almeno gli stessi risultati in termini di prestazione (se non addirittura migliori) rispetto ad altre metodologie “classiche” come le corse e le andature sul terreno e sulle salite. - Balzi mono e bipodalici in condizioni di instabilità Tendenzialmente, per evitare traumi o microtraumi articolari da sovraccarico si cerca di non proporre più le classiche sedute di balzi per migliorare le capacità di forza del nostro calciatore invece possono essere utilizzate delle tecniche sostitutive e degli accorgimenti che ci consentono di ridurre lo stress da sovraccarico e allo stesso tempo di allenare “funzionalmente” il calciatore. Si cercherà di proporre esercitazioni che prevedono sì dei balzi, o balzelli ma in condizioni di instabilità, ad esempio utilizzando tappeti elastici. Tutto questo permette all'atleta di “insegnare” alla sua muscolatura a reagire a stimoli diversi ed alle condizioni di instabilità che spesso possono incontrarsi in un terreno di gioco, come ad esempio campo scivoloso, piccoli avvallamenti, spinte degli avversari, e via dicendo. - Movimenti a corpo libero o con sovraccarico: 15 una straniera europea, la prima sembra correre molto meno ed i giocatori appaiono lenti, macchinosi e pesanti. Da qui nasce l’ipotesi di poter allenare i giocatori di calcio con il metodo del “functional training” che, come ampiamente evidenziato in questo lavoro, è un Allenamento che fa lavorare il corpo in maniera totale e naturale senza l’utilizzo delle macchine isotoniche. Grazie ad esso si simulano le azioni della vita quotidiana come ad esempio saltare, correre, arrampicarsi, spostare gli oggetti ed evitare degli ostacoli. E’ possibile far sviluppare il corpo in maniera naturale adattandolo sia ai movimenti che agli ostacoli esterni. Lavorando su più gruppi muscolari contemporaneamente si può migliorare la mobilità articolare, la resistenza, la forza, la flessibilità, l’equilibrio, la velocità, la coordinazione, la reattività, la propriocezione e l’agilità il tutto estremamente fondamentale per un giocatore di calcio, che andrà a migliorare tutte le abilità come: colpo di testa; scatto; velocità massimale; potenza nel tiro; elevazione; forza nei contrasti; sensibilità nel tocco palla. Probabilmente, ma tale affermazione necessiterebbe di una specifica ricerca, questa metodologia di Allenamento potrebbe anche diminuire la percentuale d’ infortuni. Altro fattore che il functional training consente di perseguire è un CORE (addome) forte, che per un calciatore è fondamentale, soprattutto nei cambi di direzione estremamente importanti nel calcio. Al proposito, è opportuno specificare che la maggior parte dei movimenti può risultare inefficiente e il risultato fallimentare, se il timing di accensione dei muscoli del core è falsato o l’attivazione muscolare profonda non è integrata in uno schema motorio complesso. Un core attivo coadiuva la connessione tra 16 estremità inferiori e superiori e consente la trasmissione del carico attraverso il sistema. Mentre eseguiamo un qualsiasi esercizio funzionale, la muscolatura del core si contrae sinergicamente irrigidendo il busto per dare stabilità. Un esempio molto importante per il rinforzo del core è il plank: letteralmente “fare la tavola” , incarna l’idea astratta di core e ne materializza la dimensione applicativa. Figura 2.1: Il Plank Tale Allenamento, oltre che per i calciatori, è comunque adatto a chiunque desideri migliorare le proprie prestazioni in varie discipline e quindi per atleti agonisti che mirano ad ottenere il massimo nelle proprie performance sportive. Riferimenti Bibliografici Andorlini, A. (2011). Introduzione all’Allenamento funzionale. Scienza & Sport, 10, 46-51. Bangsbo, J. (2006). Preparazione fisico atletica del calciatore. Calzetti & Mariucci Editori. Barba, F., Tafuri, D. (2007). L’Allenamento. Teoria e metodologia. Napoli: Idelson-Gnocchi. 17 Boyle, M. (2012). Advances in functional training: training techniques for coaches, personal trainers and athletes. On Target Publications. Boyle, M. (2016). New Functional Training for Sports. Human Kinetics. Ferrante, C., & Bollini, A. (2011). Teoria, tecnica e pratica del Core Training per l'Allenamento funzionale nello sport. Calzetti-Mariucci. Gulisano, R. P. M., Marella, C. P. M., & Santi, R. (2009). Analisi degli effetti dell’Allenamento funzionale sulla capacità di equilibrio e forza in giovani calciatori. Hawley, J.A., Myburgh, K.H., Noakes, T.D., Dennis, S.C. (1997). Training techniques to improve fatigue resistance and enhance endurance performance. Journal of Sports Sciences, 15, 325-333. Knebel, K. P. (1996). Potenziamento Funzionale ed Allenamento della forza. SDS, 15, 36-45. Knebel, K. P., Herbeck, B., & Hamsen, G. (1993). La ginnastica funzionale nella preparazione del calciatore: esercizi pratici e principi metodologici per la prevenzione degli infortuni, il rafforzamento muscolare e lo stretching nel gioco del calcio. Società Stampa Sportiva. Tambolini, R. (2011). La valutazione funzionale del giovane calciatore. 20 Si tratta dei risultati che ci si aspetta di ottenere da parte dei partecipanti alla fine del loro processo di apprendimento. Molto spesso gli obiettivi generali sono così vasti da rendere difficile una loro valida misurazione. Gli obiettivi generali sono suddivisi in obiettivi più specifici che sono più facilmente valutabili. Nel momento in cui gli obiettivi vengono stabiliti, è necessario tenere ben presente le reali situazioni delle persone con cui si lavorerà, il grado di Allenamento e i risultati che ci si aspetta di ottenere. Gli obiettivi non vengono considerati separatamente dal processo di apprendimento, ne formano una parte importante, poiché sono il punto di partenza per le scelte e l’organizzazione del lavoro. Essi permettono di valutare lo sviluppo del partecipante e di individuare i settori in cui il gruppo ha bisogno di rinforzo. Gli obiettivi sono le linee guida per pianificare l’Allenamento e devono essere ideati in modo specifico. A seconda delle mete che vengono perseguite, gli obiettivi possono essere più o meno vasti; ogni caso ha bisogno di procedure differenti e di risorse specifiche per avere successo. E’ altresì importante indicare gli obiettivi concettuali (fatti, concetti, principi,…), tutte le procedure necessarie (capacità, tecniche, abilità), e le attitudini (valori, regole). - Contenuti Si tratta delle componenti su cui lavorano l’istruttore e i partecipanti per ottenere le capacità che sono state descritte negli obiettivi. Il contenuto della singola sessione verrà predisposto in conformità con gli obiettivi prefissati dall’istruttore e dai partecipanti. Dipende dal livello dei partecipanti e dal tempo a disposizione, dall’età, dal sesso, dalla maturità sportiva e infine dalle attrezzature e dal tempo a 21 disposizione per l’Allenamento. Come nel caso degli obiettivi vi sono anche tre tipi differenti di contenuti: concettuali, di procedimento e di attitudine. Questi contenuti non interessano solo il lavoro annuale ma anche i contenuti più generali della vita sportiva di una persona. Alcuni punti di vista riguardanti i contenuti generali sono rappresentati dai seguenti elementi:  Educazione fisica: Contenuti legati all’apprendimento. Interessa persone che abbisognano di queste attività non solo per la loro disabilità ma anche per la loro età (bambini e adulti). Rappresenta la base su cui lavorare per gli altri contenuti. Al suo interno rientrano:  Attività psicomotoria;  Auto espressione attraverso il movimento;  Abilità e capacità;  Giochi.  Sport: Aspetti delle tecniche, delle tattiche e delle regole sportive. Interessa sia lo sport considerato come tempo libero che lo sport praticato a livello competitivo. Al suo interno rientrano:  Introduzione allo sport;  Competizioni.  Condizione fisica: i contenuti sono focalizzati sulla salute o considerati come base fisica dell’Allenamento sportivo. Al suo interno rientrano:  Condizione fisica generale  Allenamento fisico finalizzato all’attività sportiva 22 I contenuti sono predisposti a seconda della loro difficoltà. Possono seguire anche la logica del processo di apprendimento o del tipo di lavoro che si pensa di svolgere. Figura 3.1: Functional Training nell’Atletica Leggera Principi Didattici nell’Allenamento Funzionale • Principio di accessibilità. Al partecipante devono essere indicati dei compiti pari al suo livello, evitando quelli troppo difficoltosi o troppo semplici. • Principio di una partecipazione attiva e cosciente durante l’Allenamento. Il partecipante dovrebbe essere a conoscenza di quanto sta facendo, delle modalità e del perché. L’allenatore dovrebbe incoraggiare l’atleta a partecipare con convinzione all’Allenamento. • Principio riguardante il modello. Si riferisce alle imitazioni da parte dell’atleta del modello proposto dall’istruttore. Quanto più tempo viene impiegato tanto più perfetto risulterà l’esercizio. • Principio del trasferimento. E’ la capacità di trasferire un apprendimento specifico ad un altro una volta che è stato acquisito. 25 • Principio dell’efficacia. Consiste nel raggiungere l’obiettivo prefissato con il minor spreco di energia possibile.  Metodi di Insegnamento L’istruttore impiegherà un determinato metodo di insegnamento a seconda dei partecipanti, delle loro caratteristiche personali e del contesto in cui opera. L’istruttore avrà responsabilità differenti a seconda del metodo usato e del tipo di persone presenti. In generale possiamo dire che vi sono due tendenze principali: il metodo direttivo e il metodo attivo. Metodo Induttivo/Direttivo Vengono solitamente usati quando tutto ciò che deve essere comunicato segue una sua struttura gerarchica. L’istruttore definisce gli obiettivi e le risorse che serviranno ad effettuare l’attività in questione; il partecipante seguirà le istruzione date; la valutazione dei risultati verrà effettuata alla fine. Tale metodo si caratterizza per la presenza delle seguenti specifiche: • Comando diretto. L’attività è unica per tutto il gruppo e l’istruttore ne gestisce la progressione dicendo cosa deve essere fatto e come. Questo metodo è adatto a gruppi numerosi e omogenei. L’istruttore deve possedere la capacità di “dimostrare” il contenuto tecnico degli esercizi con movimenti adatti per far sì che i partecipanti li possano ripetere correttamente. Tutto viene misurato dall’istruttore che ne ha il pieno controllo (segnale di inizio dell’ attività, di fine dell’attività, ritmo dell’esecuzione , posizionamento dei partecipanti). La valutazione viene indicata individualmente o in gruppo. 26 • Assegnazione dei compiti. I contenuti dell’attività, l’attività stessa e i suoi tempi di esecuzione sono fissati dall’istruttore in precedenza. L’attività deve essere mostrata con precisione o dall’istruttore o da una componente del gruppo. L’istruttore indicherà il numero delle ripetizioni di ciascun esercizio. Durante l’esecuzione l’istruttore avrà il compito di supervisionare, dovrà fornire informazioni e motivare i partecipanti. La valutazione sarà fatta individualmente. Metodo Deduttivo/Attivo Gli obiettivi devono adattarsi alle caratteristiche dei partecipanti. L’istruttore ne facilita la partecipazione. La valutazione è di tipo informativo. Tale metodo si caratterizza per la presenza delle seguenti specifiche: • Insegnamento con reciprocità. I partecipanti sono disposti a coppie o gruppi a cui verranno assegnate funzioni e responsabilità differenti. I contenuti delle attività sono determinati in precedenza dall’istruttore. Vi saranno partecipanti attivi e non attivi; i partecipanti attivi eseguiranno gli esercizi che sono stati suggeriti dai non partecipanti i quali, inoltre, dovrebbero consigliare, condurre, valutare, controllare, aiutare e richiedere l’aiuto dell’istruttore quando lo ritengono necessario. L’istruttore sorveglierà e correggerà i partecipanti non attivi. • Insegnamento individualizzato. Adatta il lavoro dell’istruttore alle attitudini e alle capacità di ogni persona, permettendo di avanzare con ritmi e tempi personali, raggiungendo differenti livelli di apprendimento. Il programma sarà predisposto dall’istruttore dividendolo in sessioni consecutive, partendo dal 27 livello di sviluppo più vicino a quello del partecipante. Si partirà da una valutazione iniziale per determinare il livello di partenza. Non vi è bisogno della presenza dell’istruttore durante l’esecuzione dell’esercizio poiché il partecipante sarà in grado di auto valutarsi. L’autovalutazione consisterà nel fatto che ogni persona determinerà il livello raggiunto e deciderà quando (preferibilmente su consiglio dell’istruttore) sarà il momento opportuno per passare ad un livello superiore. L’istruttore può fornire costantemente informazioni al partecipante, comunicare al gruppo i progressi realizzati, risolvere problemi quando se ne presentano, controllare i compiti. L’istruttore sorveglierà anche il livello di responsabilità dei presenti e la loro partecipazione al progetto. • Scoperta guidata. L’istruttore è la persona incaricata a stabilire gli obiettivi e i contenuti. Deve conoscere il livello di partenza dei partecipanti e prevedere le difficoltà. Questo metodo si basa sull’apprendimento attraverso tentativi ed errori. L’istruttore attenderà la risposta del partecipante e non sarà mai più avanti. L’istruttore guiderà l’apprendimento e offrirà continuamente informazioni sui risultati. La valutazione verrà effettuata attraverso un’osservazione continua ed individuale. • Soluzione dei problemi. I problemi presentati al gruppo sono aperti e non vi è una sola risposta possibile. L’istruttore è la persona incaricata di stabilire gli obiettivi e i contenuti. L’istruttore porterà un problema all’attenzione generale, farà da guida e proseguirà con l’apprendimento solo quando ciò è necessario. I problemi sono una sfida che rendono il gruppo veramente motivato. I risultati verranno valutati dall’istruttore, 30  Macrociclo: periodi di Allenamento di 3-4 mesi;  Piano annuale o stagionale: è la pianificazione del lavoro per un anno o una stagione;  Piano pluriennale: comprende la pianificazione delle attività sportive della durata di parecchi anni. E’ focalizzato su finalità ai lungo termine. - Distribuzione dei contenuti durante la sessione. Durante una sessione complessa i contenuti devono seguire una logica per renderne più facile l’assimilazione da parte dei partecipanti.  Lavoro sulla tecnica: omogeneizzare la tecnica, le abilità e le capacità evitando l’affaticamento.  Lavoro sulle capacità fisiche: forza – velocità – resistenza – resistenza anaerobica (quando la prestazione riferita alla velocità non è solo questione di tecnica)  Lavoro di forza e tonificazione: grossi gruppi di muscoli e in seguito piccoli gruppi. - Pianificazione nello sport nel breve e medio periodo La pianificazione dell’Allenamento durante la stagione seguirà il seguente schema: - Periodo preliminare: viene solitamente eseguito dopo l’assenza dell’ attività fisica o dopo periodi di bassa attività. Si può paragonare alla prima fase della pianificazione degli allenamenti sportivi. E’ finalizzato al raggiungimento di una giusta condizione fisica per sviluppare altre capacità e qualità. Vengono sviluppate la tecnica individuale, la tattica e le tecniche collettive. 31 - Periodo della competitività: coinciderà con la massima forma fisica per gli atleti impegnati nelle gare. E’ il periodo in cui si lavorerà su contenuti più specifici e con maggiore intensità (abilità, tecnica e tattica). - Periodo di transizione: viene usato per interrompere l’Allenamento ad alto carico. Per rinnovare le riserve fisiche e psicologiche. Quanto appena esposto rappresenta solo una linea guida che ogni istruttore dovrebbe adattare a seconda dell’età, dell’attività sportiva, del livello di disabilità dei partecipanti. La pianificazione sarà più flessibile, multilaterale e generale quanto più variegato è il gruppo dei partecipanti. - Pianificazione sportiva a lungo termine La pianificazione degli allenamenti che proseguono per tutta la vita degli sportivi seguirà le seguenti linee guida: - Periodo iniziale: non è un periodo di conseguimento di risultati, ma un primo contatto con l’attività sportiva, mettendo in moto tutti i modelli motori basilari e le capacità percettive. Verrà fatto uso di una metodologia globale basata sul gioco. Sarebbe ottimale iniziare questo periodo nell’infanzia. - Periodo dello sviluppo: rappresenta il momento del miglioramento delle abilità e delle capacità basilari considerate come le basi per raggiungere abilità più specifiche. Questo è anche il periodo di apprendimento delle tecniche sportive di base. Durante questo periodo i partecipanti impareranno i tre significati dello sport: salute, divertimento e competizione. - Periodo del miglioramento: un periodo specifico in cui la pianificazione dell’Allenamento è focalizzata sull’ottenimento di risultati massimi e sulla competizione. 32 - Organizzazione dello spazio Non esiste un luogo specifico per sviluppare le attività fisiche, sebbene i luoghi più comuni siano sale e palestre. La giusta attrezzatura del luogo in cui le attività vengono svolte ne faciliterà lo svolgimento. Tutte le risorse vengono impiegate per rendere autonomo l’uso dello spazio. L’autonomia è legata alla sicurezza di tutti coloro che prendono parte ad una determinata attività. Un altro elemento che influisce sull’organizzazione dello spazio è il gruppo di persone che parteciperanno ad ogni sessione. - Scelta dei gruppi Prima di prendere in considerazione le differenti possibilità di raggruppamenti, è importante valutare l’organizzazione, la configurazione e le caratteristiche del gruppo. Nel sistema educativo ordinario l’organizzazione dei gruppi è generalmente eseguita a seconda dell’età, pensando che questo sia il modo più obiettivo di scelta. Spesso, però, è opportuno, durante lo svolgimento di attività sportive, creare differenti gruppi. Questi gruppi e l’equilibrio tra il lavoro individuale e quello collettivo influenzeranno i processi di cooperazione e, allo stesso tempo, forniranno un incoraggiamento personale. Bisognerà cercare di equilibrare gruppi al fine di avere all’interno varie esperienze motorie. I gruppi devono essere in conformità con lo svolgimento di attività specifiche. • Coppie/piccoli gruppi: con questa disposizione nello spazio il processo di imitazione e le osservazioni fatte in un secondo momento favoriscono un apprendimento diretto. Si devono assolutamente evitare situazioni di iperprotezione o di senso di inferiorità. 35 • Attività supplementari. Per migliorare i risultati prefissati. • Valutazione. La valutazione Rappresenta la valutazione del processo di apprendimento eseguita seguendo regole precise. Permette di prendere decisioni adeguate e in conformità con le finalità del lavoro. Quando ci chiediamo cos’è la valutazione parliamo del suo significato e cioè delle funzioni. Nel prendere in considerazione i risultati di un Allenamento, bisogna eseguire una gamma di test in momenti specifici dello stesso e poi alla fine. In questo modo la valutazione è al di fuori del processo. Però, quanto deve essere verificato attraverso la raccolta e il riordino dei dati, le prestazioni, i cambiamenti adottati per migliorarle e il controllo dei risultati, tutto questo viene valutato all’interno del processo. La valutazione ha tre importanti funzioni: • Permette di adeguarsi alle caratteristiche individuali di una persona. • Determinare in che modo gli obiettivi sono stati raggiunti. • Valutare l’adeguatezza del programma e l’intera prestazione. La valutazione fornisce informazioni precise che saranno utili per gli istruttori e per i partecipanti. • Per gli istruttori:  Scoprire le difficoltà e prevedere strategie per superarle.  Per valutare le prestazioni delle capacità previste.  Per effettuare cambiamenti nel programma. • Per i partecipanti:  Conoscere gli sviluppi. 36  Correggere strategie e comportamenti sbagliati.  Identificare le difficoltà per superarli. Cosa valutare  I partecipanti. Dipenderà dagli obiettivi.  Conoscenze, abilità e capacità. La conoscenza che ci si aspetta di ottenere, l’uso dei metodi di lavoro, l’uso degli attrezzi, le capacità di eseguire il lavoro, ecc. - Atteggiamenti e abitudini di lavoro  L’atteggiamento di fronte al lavoro: iniziativa, costanza, responsabilità, concentrazione, ecc.  Esecuzione del lavoro: ordine, struttura, livello dei risultati, ecc.  Atteggiamento, comportamento e integrazione a seconda del tipo di gruppo:  Relazione con se stessi: auto stima, livello di autonomia, fiducia in se stessi, responsabilità, ecc.  Relazione con i compagni: livello di cooperazione, rispetto, essere accettato dai compagni, ecc.  Relazione con l’istruttore: affidabilità, autonomia, fiducia, rispetto, ecc. - Come valutare La valutazione è un processo complesso; non si può fare riferimento ad una sola procedura ma ad una combinazione. Le tecniche di valutazione si riferiscono al metodo usato per ottenere le informazioni; il metodo indica la risorsa specifica di cui si è fatto uso. Tra gli strumenti di valutazione verranno fondamentalmente usate le osservazioni, i test e le tecniche di 37 auto valutazione. Le tecniche di osservazione sono utili in qualsiasi momento. Sono in grado di valutare il controllo delle procedure e le prestazioni delle attività durante il lavoro giornaliero. Ecco elencati alcuni strumenti: • Liste di particolarità da osservare: liste di indicatori di cui l’istruttore annota l’assenza o la presenza durante l’esecuzione dell’esercizio. • Livelli di valutazione qualitativa: liste di indicatori precisi con cui valuta un risultato grazie ad una valutazione in momenti differenziati. • Elenco di aneddoti: una registrazione dei comportamenti imprevisti che possono fornire informazioni importanti per valutare l’assenza o la presenza di attitudini positive. I test permettono di ottenere informazioni dettagliate. Hanno il solo fine di misurare. Ma per rendere un test scientificamente probante devono concorrere differenti caratteristiche: • Validità: un test è valido quando dimostra di valutare quello che si proponeva di valutare. • Affidabilità: ci si riferisce alla affidabilità nella misurazione, non considerando le cose che devono essere misurate. Un test si può considerare affidabile quando, applicato alla stessa persona una o più volte e in circostanze simili, fornisce risultati simili. • Obiettività: Un test è obiettivo quando i risultati sono ottenuti non tenendo conto dell’atteggiamento o delle considerazioni personali di colui che osserva. L’obiettività garantisce l’affidabilità del test. 40 Capitolo Sesto di Davide Di Palma Nuove Tecnologie e Valutazione dell’Attività motoria e sportiva nei Sistemi Scolastici Programmazione dell’Attività motoria e sportiva in Età Scolare Nella definizione di Allenamento sportivo che ha dato Harre, compare il concetto di preparazione ad elevate e massime prestazioni sportive, sempre inadeguato alla sfera dell'infanzia; nella definizione di Allenamento sportivo data da Matwejew, compare, invece, il concetto di «preparazione mediante carico fisico»: l'attività motoria effettuata nell'infanzia è necessario che si mantenga in una dimensione ludica. Il bambino non è ancora in grado di sopportare lo stress di un carico fisico, pertanto anche volendo considerare l'Allenamento a questo modo, esso non si adatta al bambino. Anche nell'ultima definizione di Harre compaiono di nuovo gli stessi caratteri di una delle precedenti, pertanto l'Allenamento inteso a questo modo, pure non si adatta al bambino. E' dunque chiaro che la parola "Allenamento", comunque la si voglia intendere, non è adeguata a definire quella che dovrebbe essere l'attività fisica praticata dai bambini. Si dovrà quindi ricorrere all'espressione "preparazione fisica e sportiva giovanile", intesa come "l'insieme di interventi finalizzati anzitutto al raggiungimento di un buono stato di salute fisica e di un adeguato ed armonico 41 sviluppo funzionale, ma miranti nel medesimo tempo a costruire nel giovane, futuro atleta, basi motorie ampie e solide, che lo pongano in grado di affrontare validamente una successiva attività sportiva, anche intensa e ad alto livello". Intesa in questo modo, la pratica dell'attività fisica del bambino dovrà essere tale da garantire la presenza, in misura perfetta, di intensità e quantità di lavoro. Ora, prendendo in considerazione il fatto che intensità e quantità di lavoro devono essere inversamente proporzionali l'una all'altra, il problema che sorge a questo punto è il come distribuire l'una e l'altra nel programma di preparazione. Entrambe le componenti della preparazione giovanile non devono essere trascurate mentre si progetta il programma, poiché è stato dimostrato che, pur non potendosi parlare di vero e proprio Allenamento, se queste componenti vengono trascurate e viene effettuata un'attività motoria in forma molto blanda, non si riescono ad ottenere quei risultati che ci si prefissa quando si studia il programma e che sono stati espressi dando la definizione di preparazione giovanile. Affinché si raggiungano i suddetti obiettivi, è necessario che un lavoro basato sulla quantità preceda un lavoro di intensità, poiché stabilizzando e consolidando i miglioramenti acquisiti consente di svolgere successivamente un'attività più impegnativa e ottenere ulteriori miglioramenti. Nella fascia d'età tra 10 e 14 anni, che rappresenta un periodo di costruzione di base, sarà predominante un'attività fondata soprattutto sulla quantità del carico, con lo scopo di contribuire a coadiuvare e potenziare lo sviluppo che le capacità condizionali hanno naturalmente per la crescita e la maturazione. In questo periodo infatti, proprio per la 42 maturazione fisiologica dell'organismo, anche un lavoro prevalentemente basato sulla quantità è in grado di determinare miglioramenti rilevanti nelle capacità. Nelle scuole elementari italiane, il tempo massimo effettivo dedicato alla pratica dell'educazione fisica (obbligatoria) non supera l'ora, quindici minuti per settimana, tempo questo insufficiente per ottenere quei benefici nel bambino garantiti esclusivamente dalla quantità di attività motoria. Aumentare le ore di pratica obbligatoria dell'educazione fisica nelle scuole elementari sarebbe un'idea particolarmente apprezzabile specialmente nelle scuole in cui le lezioni sono a tempo pieno anziché a tempo normale: buona parte dei bambini che frequentano la scuola elementare a tempo pieno si dice soddisfatta, contenta di questo tipo di organizzazione per il fatto che, in questo modo ha meno compiti a casa da svolgere; evidentemente i ragazzini preferiscono restare a scuola per più tempo durante l'arco della giornata rispetto a quanto dovrebbero rimanerci se seguissero le lezioni a tempo normale, a patto di ritrovarsi meno compiti a casa da svolgere. Ritrovandosi meno sotto stress, i bambini potrebbero dedicarsi alla pratica di ore aggiuntive di educazione fisica senza che il carico di lavoro diventi troppo pesante. Valutazione e Programmazione dell’Attività motoria e sportiva Lo studio delle tecniche di valutazione e programmazione dell’attività sportiva dovrebbe essere orientata in una prospettiva didattico-pedagogica e rivolgersi sia agli sportivi 45 programmare allenamenti mirati e personalizzati e per far questo è necessario conoscere il proprio stato di forma eseguendo:  La Valutazione del Massimo Consumo di Ossigeno (VO2max), utile per classificare ‘’la cilindrata del motore’’ dell’atleta, le sue caratteristiche e i suoi miglioramenti.  La Valutazione delle Soglie Anaerobiche Lattacide, per calcolare i ritmi di Allenamento personalizzati che saranno alla base del programma individuale di Allenamento. La fase della valutazione dovrebbe essere propedeutica per quella della programmazione dell’Allenamento degli sport individuali e di squadra, dove per questi ultimi si potrebbe arrivare ad una fase di “counseling - coaching sportivo”. Il servizio di counseling - coaching, con programmi di training creati per le tue esigenze, è fondamentale per progredire meglio e più velocemente. Tecnologia applicata allo Sport Dall’abbigliamento con i chip all’aerodinamica, dal rilevamento dei dati sugli atleti alle tecnologie al servizio dei giudici di gara: molte innovazioni negli ultimi anni hanno cambiato il mondo dello sport. La presenza massiccia delle nuove tecnologie (nell’ambito sportivo) rischia di minare le fondamenta didattiche e pedagogiche, il fascino del gesto atletico e dello sforzo agonistico. 46 I nuovi materiali e le tecnologie più avanzate migliorano lo spettacolo, la prestazione e la sicurezza degli atleti, ma a volte diventano loro i veri protagonisti. Per questo è indispensabile un’opportuna valutazione dell’utilizzo di tali strumenti, mirando ad uno sviluppo multidimesionale del sistema sportiva ed evitando la manifestazione di quello che viene definito “doping tecnologico”. Tecnologia applicata alle scienze sportive:  Il computer da mangiare. Ispirato da un progetto della Nasa oggi è possibile trovare un computer contenuto in una pillola, che dopo l’ingerimento, registra tutti i segnali vitali in tempo reale dell’atleta in allenamento. Il sensore è fatto di un cristallo di quarzo, mentre la microbatteria è coperta da silicio.  Il computer da indossare. Fibre sintetiche di nuova generazione, che permettono il controllo dell’umidità, della temperatura, contro i batteri. Attraverso reti wireless permettono l’invio dei dati del corpo e dello stato di salute dell’atleta. Derivano da applicazioni militari.  Biomimesi. Gli scienziati usano un approccio che prende ispirazione dalla natura, cercando di imitarne i comportamenti. Grazie a questo cercano di migliorare i materiali in modo da dare condizioni migliori durante le gare, ne sono dimostrazioni i nuovi costumi usati nel nuoto. Il primo ad usarli fu Michale Phelps.  Nanotecnologie e fibre di carbonio. Il segreto della forza dei materiali è determinato dai legami atomici degli elementi. Il carbonio ha una struttura atomica 47 molto solida, con legami davvero stretti. In questo modo racchette, mazze ed altre attrezzature sportive riescono ad essere più resistenti dell’acciaio e leggerissimi.  Dinamica computazionale dei fluidi. La dinamica dei fluidi è una sottobranca della fisica iniziata a studiare in maniera seria dagli anni ’50, con la nascita dei super computer. Oggi è indispensabile per la progettazione di tutto ciò che si muove – tra cui automobili, remi, biciclette, caschi e bagno – anche quella umana per gli atleti.  Tecnologia video. Le nuove tecnologie video hanno prima di tutto spettacolarizzato lo sport, allargando la platea degli spettatori, divenuti in alcuni casi dei praticanti. Inoltre hanno permesso agli allenatori di analizzare in maniera ottimale tutte i gesti atletici, permettendo l’evoluzione dei metodi allenamento.  IT. In generale le tecnologie dell’informazione hanno radicalmente modificato l’approccio allo sport. Si occupano della raccolta, analise ed archiviazione delle informazioni. Di questo tipo di tecnologie ce ne occuperemo più avanti.  Reattività dei materiali. La velocità è aumentata negli sport. Fino a poco tempo fa, gli indumenti protettivi che potevano assorbire l’impatto erano spesso ingombranti. Questo sta cambiando con lo sviluppo di nuovi materiali, grazie all’opera di aziende inglesi che realizzano materiali flessibili mentre il corpo è in azione, ma si induriscono immediatamente in caso di 50 studi scientifici dimostrano che l’allenatore ricorda solo il 30% delle informazioni della competizione. Nella pratica e nei casi più comuni durante il processo di coaching, alcuni allenatori guardano la prestazione e danno qualche consiglio. Altri più scrupolosi, oltre ad osservare e dare consigli, registrano con carta e penna, quanto si è fatto in allenamento o in gara, annotando gli avvenimenti salienti. Appare evidente che la precisione e la funzionalità di quest’ultima metodologia è sicuramente inferiore alla osservazione di una videocamera, all’annotazione che si può velocemente fare con un software di analisi notazionale, e sicuramente non potrà mai collegare immagini del gesto tecnico con i dati che si ricavano dalla performance. Il processo di allenamento, inteso come momento didattico volto alla crescita personale e prestativa del proprio allievo-atleta, necessita di aggiornamento. L’osservazione e la memoria umana, per quanto meravigliose possano essere, non sono abbastanza affidabili da fornire informazioni accurate e oggettive agli atleti – soprattutto – di alto livello. Per attivare il processo di feedback sono necessari strumenti di misurazione oggettiva. Questi possono essere sistemi d’analisi video post evento, sistemi di notazione di tipo biomeccanico o computerizzato o altri attivati (in diretta) nel corso dell’evento stesso. I sistemi di notazione manuale o computerizzata, facendo parte dello stesso processo, forniscono il medesimo tipo di dati e sono utilizzati per gli stessi scopi: l’analisi del movimento, la valutazione tecnico-tattica e la statistica. Le recenti evoluzioni delle tecnologie informatiche e video hanno trasformato l’approccio all’analisi della performance e, conseguentemente, il loro utilizzo nel processo didattico di 51 allenamento. Usando un sistema di osservazione oggettiva, gli allenatori possono focalizzare la propria attenzione sull’analisi e la valutazione di quelli che ritengono gli eventi critici nella performance dei propri atleti. In questo modo possiamo sperare di migliorare la performance progettando pratiche basate su queste analisi. I sistemi di notazione manuale e computerizzata e tutti i sistemi d’analisi biomeccanica hanno dimostrato di influire positivamente su questi processi. Il modello semplice del processo di allenamento può essere ora ampliato includendo alcuni di questi sviluppi della tecnologia informatica e video. Per assicurare che siano acquisiti dati accurati e affidabili per un’analisi utile all’allenatore, è necessaria una particolare preparazione degli operatori, in modo da rendere specialistica l’applicazione di uno qualsiasi di questi sistemi. L’allenatore dovrebbe affidarsi al tecnico video- analista che può fornire valutazioni sulla squadra, sulle singole abilità tecniche, ed integrare i dati fitness al fine di garantire una conoscenza più ampia al coach nella progettazione didattica dell’allenamento. Quanto descritto rientra nella tecnica della “Match Analysis”. La Match Analysis è il massimo sviluppo dell’analisi notazionale e della valutazione della prestazione dello sportivo ai fini di una più efficiente progettazione didattica dell’allenamento; studiare il comportamento degli atleti, in qualunque disciplina, è sempre stato il punto di partenza per migliorare le prestazioni individuali o di squadra. Nel corso del tempo tale strumento ha subito un forte sviluppo: si è partiti infatti dall’annotare su migliaia di fogli ciò che accadeva durante una gara, in modo da poterla successivamente analizzare senza nessuna influenza 52 emotiva; successivamente sono state costruite schede di valutazione, che consentivano all’operatore di annotare attraverso semplici simboli standardizzati l’esito di varie situazioni predeterminate. In seguito, l’utilizzo delle prime videocamere per registrare la prestazione ha offerto la possibilità di rivedere le gare più volte, fornendo ai tecnici una immagine più completa della prestazione. Con l’avvento dei pc, sono stati ideati software che, addirittura in tempo reale, durante le gare, sono in grado di fornire i parametri necessari all’analisi della performance, la Match Analysis, per aiutare l’allenatore nelle sue scelte strategiche anche in chiave di progettazione didattica dell’allenamento. In alcune discipline sportive di squadra, quali calcio, basket, football, pallanuoto si sono diffusi numerosi software ad hoc in grado di supportare lo studio e la valutazione delle situazioni di gioco della propria squadra e di quelle avversarie sia da un punto di vista collettivo che del singolo giocatore. Ad esempio nella pallanuoto i dati analizzabili attraverso la tecnologia di un software della match analysis consentono di valutare utili informazioni inerenti: La Gestione delle sostituzioni - Capacità di regolare i tempi di recupero sia durante il match che negli allenamenti seguenti la competizione ufficiale - La capacità di individuare le criticità tattiche e migliorare la propria strategia di gioco - La possibilità di comprendere la strategia di gioco avversaria - La capacità di rendere omogeneo il livello di allenamento di una squadra e degli specifici ruoli. Tutto ciò contribuisce a migliorare sia la fase di progettazione didattica dell’allenamento fisico, che quella di tipo tecnico e tattico, costituendo un ottimo strumento di supporto formativo
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