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Analisi accurata del libro Gattopardo, Dispense di Italiano

Analisi accurata del Gattopardo, svolta rispondendo a delle domande in maniera quanto più esaustiva possibile. Il voto che l'analisi generò fu un 10, dunque la sua qualità non è confutabile.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 22/12/2021

luca-marcandalli-1
luca-marcandalli-1 🇮🇹

4.5

(22)

60 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi accurata del libro Gattopardo e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! LUCA MARCANDALLI 5°N VERIFICA DI ITALIANO TOMASI DI LAMPEDUSA-IL GATTOPARDO 1. Giuseppe Tomasi di Lampedusa è uno scrittore italiano nato nel 1896 da una famiglia di nobili origini, dalla quale, per altro, discendono anche i Leopardi di Recanati. | rapporti con i genitori sono di duplice natura: se da un lato è attaccatissimo alla madre, dall'altro vede la figura paterna come quasi uno sconosciuto, freddo e distaccato. D'altronde, anche lo scrittore venne descritto negli anni come uno che “preferisce la compagnia delle cose che delle persone”. Dai racconti dei familiari, amava trascorrere le giornate in solitudine leggendo i romanzi di Emilio Salgari, riducendosi a condurre una vita sociale più che sporadica. Partecipò alla battaglia di Caporetto e venne catturato dagli Austriaci, ma riuscì a fuggire e ritornare a piedi in Italia, dove ottenne il grado di tenente. Nel 1954 partecipò ad un convegno letterario a San Pellegrino Terme, durante il quale conobbe Eugenio Montale e Maria Bellonci. Pare che fu al ritorno del suddetto viaggio che cominciò a scrivere il suo capolavoro: il Gattopardo, ultimato due anni più tardi. 2. Al centro de Il Gattopardo, vige il nesso letteratura-storia. Sebbene la fabula risorgimentale si connoti come un'opera mista di vero e invenzione, Lampedusa ha scelto di allontanarsi dalle norme statutarie del genere e ha contribuito, più di altri, a svecchiare i linguaggi e gli schemi della rappresentazione storica tradizionale. Particolare attenzione è stata prestata al registro saggistico presente nell'opera e all’acceso dibattito meridionalistico di quegli anni Cinquanta durante i quali andò germinando il suo capolavoro. Stiamo parlando dunque di un romanzo storico? Potremmo dire di sì seppur, recentemente, il critico Vittorio Spinazzola ha contribuito all'idea di definirlo un romanzo anti-storico, ovverosia la traduzione di una concezione non trionfalistica della storia. Il ritmo narrativo è spesso lento e caratterizzato da sequenze descrittive impeccabili, nelle quali ogni parola è inserita al posto giusto. Nonostante ciò, è innegabile la presenza di sequenze dal ritmo più incalzante, capaci di tenere il lettore incollato alla lettura. Il Gattopardo ha oramai più di sessant'anni, ma da come appare l’Italia al giorno d'oggi, pare scritto ieri. L'Italia di oggi è come la Sicilia del Gattopardo, una piccola realtà che deve inserirsi in una realtà più grande e sconosciuta. Il principe si chiedeva quale ruolo potesse avere l'isola all'interno della neonata nazione italiana, come oggi noi ci chiediamo quale ruolo avrà l’Italia nel concerto delle nazioni europee. Ma il romanzo non si limita a descrivere le grandi trasformazioni della storia, scende più in profondità, nelle storie individuali. Perciò viene da chiedersi chi siano oggi “i mille volontari” di pelle nera che sbarcano in Sicilia ad ondate e che pongono problemi molto seri alla “borghesia opulenta”, ed al popolo grasso che abita l’Italia... Quale classe emergerà da questo tumulto sociale che non livella ma, anzi, radicalizza il divario fra ricchi e poveri? 3. Il titolo del romanzo ha origine nello stemma di famiglia dei principi di Lampedusa, rappresentato dal Gattopardo stesso, un felino diffuso in Nord Africa, proprio di fronte a Lampedusa. Nelle parole dell'autore l'animale ha un'accezione positiva: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra». L'autore compie all'interno dell'opera un processo narrativo che è sia storico che attuale. Parlando di eventi passati, Tomasi di Lampedusa parla di eventi del tempo presente, ossia di uno spirito siciliano citato più volte come “gattopardesco”. Egli infatti vuole esprimere l'incoerente adattamento al nuovo, ma nel contempo l'incapacità vera di modificare sé stessi, e quindi l'orgoglio innato dei siciliani. In questa chiave egli legge tutte le spinte contrarie all'innovazione, le forme di resistenza mafiosa, la violenza dell'uomo... 4. Il testo è diviso in 8 parti 1°. Maggio 1860: si comincia con la presentazione di Don Fabrizio e del periodo in cui è ambientato il romanzo. Si possono individuare i primi indizi di una nobiltà in decadenza e di una borghesia in ascesa. La notizia dello sbarco di Garibaldi arriva al palazzo del Principe e Tancredi, il nipote, capisce che le forze che un tempo dominavano la vita devono adeguarsi al nuovo corso politico e sociale, se vogliono evitare gli esiti rivoluzionari. Bisogna Insomma cambiare le apparenze per lasciare immutati i rapporti di sfruttamento tra padrone e servo. 2°. Agosto 1860: Don Fabrizio e la famiglia Salina si recano a Donnafugata, residenza estiva del Principe. All'arrivo la famiglia Salina è accolta da tutto il paese. Prima di entrare in casa, come di consueto, la famiglia partecipa alla messa nella chiesa locale. Dopo il lungo viaggio Don Fabrizio dà un grande ricevimento in cui invita i maggiorenti di Donnafugata. Qui entrano in scena Don Calogero Sedàra e la figlia Angelica, di cui Tancredi si innamora. 3°. Ottobre 1860: Tancredi informa Don Fabrizio con una lettera dell'intenzione di sposare Angelica e gli chiede di riferire ciò al padre di lei. Si svolge il plebiscito sull'annessione della Sicilia al Piemonte, vinto all'unanimità. Il Principe e l'organista Don Ciccio si recano a caccia, e parlano del risultati del plebiscito. Viene fuori che Don Ciccio ha votato no e che quindi ne sono stati falsati gli esiti. Infine Don Fabrizio invita Don Calogero e chiede per conto di Tancredi la mano di Angelica. 4°. Novembre 1860: sono raccontate le avventure amorose di Angelica e Tancredi, e il breve soggiorno di Chevalley, inviato dal governo Piemontese, a Donnafugata. Durante il soggiorno, Chevalley offre a Don Fabrizio la carica di senatore del regno d'Italia, ma il Principe rifiuta ritenendo vano ogni tentativo di miglioramento della Sicilia. 5°. Febbraio 1861: in questa parte Padre Pirrone va al suo paese natale e risolve un problema di famiglia. 6°. Novembre 1862: Salina e i Sedàra vanno al ballo della famiglia Ponteleone, e il Principe rimane escluso dalla festa fino a quando non è invitato a ballare da Angelica. In lui si fanno forti i pensieri di morte. 7°. Luglio 1883: Don Fabrizio muore in una squallida camera d'albergo, e mentre muore capisce di essere l'ultimo dei Salina, dal momento che Tancredi fa ormai parte del mondo borghese e i suoi figli non sono degni del nome. 8°. Maggio 1910: una commissione vescovile attesta l'inautenticità delle reliquie delle tre sorelle rimaste zitelle, e infine Concetta ordina di buttar via il corpo impagliato di Bendicò, il cane carissimo al Principe. Il Principe Fabrizio Corbera di Salina, protagonista del romanzo, è una figura alla quale, durante la lettura, ho rivolto infinite considerazioni. Nonostante venga descritto come una persona intelligentissima, al di sopra dei suoi pari, alla fin fine l'opinione che mi sono fatto di lui galleggia fra il mediocre ed il negativo. Sebbene la sua intelligenza sia indiscutibile, siamo sicuri che dal lato concreto abbia avuto un impatto effettivamente significativo? A mio parere, no. La chiara dimostrazione a favore della mia tesi avviene nel momento in cui Fabrizio rifiuta la carica di senatore del regno d’Italia perché ritiene vana ogni possibilità di migliorare la Sicilia. A questo punto, mi viene di paragonare la sua figura alle “anime belle” trattate nella filosofia hegeliana, ovvero persone dalle intenzioni e dai desideri di grandezza le quali, però, non muovono un dito per realizzare i propri sogni. Oltretutto, il suo interesse per l'astronomia si ferma al puro dilettantismo, dunque nemmeno le sue doti matematiche paiono all'altezza di essere considerate utili. A questo punto, cosa gli resta se non la sua statura ed il suo titolo nobiliare? 5. Tancredi Falconeri è il nipote di don Fabrizio e, pur non essendo formalmente identificabile come il protagonista del romanzo, ricopre certamente un ruolo fondamentale. Se don Fabrizio contempla con
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