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Analisi approfondita del romanzo Frankenstein di Mary Shelley, Appunti di Letteratura Inglese

Analisi e descrizione approfondita del romanzo Frankenstein di Mary Shelley, della sua trama, delle dinamiche e dei suoi personaggi.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 27/05/2022

giorgia-rossi-4
giorgia-rossi-4 🇮🇹

4.6

(8)

35 documenti

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Scarica Analisi approfondita del romanzo Frankenstein di Mary Shelley e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! FRANKENSTEIN IL DIBATTITO SULLE ORIGINI DELLA VITA Nel 1814 abbiamo un dibattito scientifico rilevante che aveva a che vedere con i principi della vita umana, perché è come siamo vivi. Questo dibattito aveva causato una vera e propria spaccatura nel mondo scientifico, rappresentata principalmente nelle 2 opinioni diverse di 2 scienziati: John Abernethy, il presidente del Royal College of Surgeons (istituzione più importante per la disciplina inglese) e William Lawrence, il suo ex allievo e professore dal 1815 nello stesso College. William Lawrence: La posizione di Lawrence era strettamente materialistica. Credeva che la vita umana dipenda fondamentalmente da processi biologici e meccanici, dal funzionamento dei nostri organi, la circolazione del sangue, il respiro...ecc. John Abernethy: lui non si rassegnava a rinunciare agli elementi metafisici della concezione della vita umana, e non credeva che si potesse rinunciare agli elementi religiosi. Continuava a pensare che l'anima avesse un ruolo importante nel comprendere il perché noi siamo vivi. Quindi secondo lui concetti come la funzione, la materia, il meccanismo del corpo non potevano spiegare interamente la vita, ci doveva essere qualcos'altro, un principio vitale che andava oltre alle funzioni biologiche e che doveva essere legato al concerto di anima. Non appena la scienza inizia a creare controversie e problemi sulle nozioni dell'essere umano, diventa anche un sito di particolare interesse per gli autori e gli scrittori dell'epoca. In particolare, diventa un luogo interessante per gli scrittori del Gotico. La questione della vita e il principio della vita sono al centro del romanzo di Mary Shelley, Frankenstein. Victor Frankenstein è lo scienziato che potremmo definire Gotico che si occupa di come si crea la vita e qual è il principio vitale. Quindi. quando Mary. Shelley scrive questo romanzo, l'idea di come nasce la vita era al centro di un dibattito molto intenso che doveva per forza conoscere. Pare infatti che Lawrence fosse un amico della famiglia Shelley e che quindi il docente che manteneva la posizione più materialistica sulle origini della vita umana fosse direttamente e personalmente collegato a Mary Shelley e alla sua famiglia. Pochi anni più tardi, nel 1819, Lawrence pubblica una serie di lezioni, saggi che fecero scandalo. Diede luogo a un dibattito molto acceso. Addirittura, Lawrence fu sospeso al Royal College of Surgeons, quindi costretto a ritirarsi anche dalla professione medica. Il libro di Lawrence fu censurato e continuò a circolare solamente con riproduzioni illegali, nascoste. Lawrence era accusato di essere ostile alla religione naturale e rivelata. Sembrava che si fosse posto contro le credenze religiose, etiche e morali. Dopo questo scandalo succede qualcosa anche nella vita di Mary Shelley: decide di rivedere, fare una nuova edizione del suo romanzo Frankenstein, in cui sembra seguire meno le idee e i concetti di Lawrence, e aggiunge dei brani e passaggi in cui si fa riferimento alla mente, allo spirito non materiale, alla creazione divina. Quindi questo romanzo è direttamente collegato a questo dibattito sul principio della vita e ne segue ogni tappa. MARY SHELLEY E FRANKENSTEIN Il romanzo Frankenstein ha avuto 2 diverse edizioni: la 1ªè quella del 1818, quella originale. La 2ªè quella modificata del 1831. È in quest'ultima che Mary Shelley inserisce una introduzione, e si presenta come la figlia di 2 personalità importanti nel mondo letterario. Mary Shelley ha la caratteristica che spesso non è stata presa in considerazione come grande autrice perché coinvolta in un mondo di celebrità letterarie e culturali. Era figli di 2 grandi personalità del mondo culturale dell'epoca, ed era anche la moglie di uno dei poeti più importanti della 2ªgenerazione del Romanticismo, vale a dire Percy Shelley. Come le parole stesse di Mary rivelano, la sua eredità familiare ha giocato un ruolo molto importante nella sua vita e nella sua carriera letteraria. Le opere rivoluzionarie e radicali dei suoi genitori, le contraddizioni tra idee dei genitori e la sua vita personale hanno influenzato Mary molto profondamente. La madre di Mary Shelley è la famosa Mary Wollstonecraft che ha scritto Vindication of the Rights of Woman (1792). Tra il 1814 e il 1816 Mary ha letto quasi tutti i libri della madre che allora era già scomparsa. Sembra quasi che il romanzo Frankenstein entri in una sorta di conversazione con l'opera della madre perché parla di argomenti che anche la madre aveva trattato nella sua Vindication. Per esempio, il ruolo della donna nell'ambito domestico, i diritti della donna per quanto riguarda l'istruzione e l'educazione, la dinamica tra "io razionale" e "io emozionale" nell'uomo e nella donna. Questa Vindication scritta dalla madre di Mary Shelley è una difesa appassionata dei diritti delle donne che secondo Wollstonecraft devono avere la possibilità di raggiungere lo stesso livello di educazione degli uomini. All'epoca alle donne non era permesso essere istruite nella stessa maniera degli uomini. Certi tipi di conoscenza non erano considerati adatti, non erano accessibili. Quindi il libro di Wollstonecraft esprime l'idea fondamentale che tutti gli esseri umani sono uguali e capaci di ragionare allo stesso modo. In effetti uno dei motivi per cui alle donne dell'epoca veniva preclusa parte della conoscenza era la credenza diffusa che il cervello femminile fosse poco adatto a certe nozioni più scientifiche o più tecniche. Questo è un pregiudizio che l'umanità si è portata avanti per secoli e che ancora ad oggi non è del tutto morto. Quindi Wollstonecraft è una grandissima innovatrice perché insiste che il concetto di inferiorità della donna rispetto all'uomo è semplicemente una costruzione dell'uomo che vuole assicurarsi la propria posizione di superiorità, supremazia rispetto alla donna. C'è uno stereotipo culturale che viene perpetrato purtroppo ai danni delle donne e anche dalle donne stesse. Si crea questa immagine di debolezza, fragilità, mancanza di razionalità delle donne che impedisce così alle donne di accedere a certi ambiti del sapere o di fare il loro ingresso nel mondo scientifico. Il testo Vindication of the Rights of Woman diventa presto uno dei testi più letti dell'epoca. Questa pubblicazione ha fatto sì che Wollstonecraft sia diventata una grande esponente del pensiero femminista. Il padre di Mary Shelley si chiamava William Godwin, uno dice più influenti pensatori, filosofi nell'ambito politico del suo tempo. Anche lui aveva scritto un libro molto famoso che si chiama Enquiry Concerning Political Justice (1793). Era un libro che aveva provocato turbamento e shock in Inghilterra e gli aveva garantito un'approvazione entusiasta da parte di tutti gli intellettuali radicali del tempo. L'idea centrale sviluppata da Godwin nella sua opera era che se le persone fossero tutte istruite nella stessa maniera e riuscissero a dominare le emozioni incentrando le proprie vite sull'uguaglianza, la razionalità e la moralità, non ci sarebbe bisogno di un governo. Le persone sarebbero in grado di autotutelarsi e autoregolamentarsi semplicemente attraverso una giusta educazione. Quindi le autorità istituzionali, incluso il governo, le organizzazioni religiose, tutto quello che fa parte della regolamentazione della. Ita umana e quotidiana secondo Godwin poteva anche non essere necessario. Qualsiasi forma di governo sarebbe stato superfluo data una giusta, equa e regolamentata educazione del bambino. Quindi l'istruzione e l'educazione per Godwin erano fattori centrali perché le persone (uomini e donne nello stesso modo) potessero essere dei membri attivi, felici e virtuosi. L'educazione avrebbe aiutato le persone a diventare indipendenti e autosufficienti. La gente non avrebbe avuto più bisogno di sentirsi dire che cosa fare perché sarebbe stata perfettamente in grado di decidere delle proprie azioni nel modo migliore grazie all'istruzione ricevuta. La maggior parte di queste lettere riportano la storia che Victor Frankenstein racconta a Walton. In alcuni punti poi la storia di Frankenstein coinvolge anche le parole del mostro. C'è una sezione del libro in cui il mostro racconta la sua storia a Victor, e Victor a sua volta la racconta a Walton. Altri elementi di novità: Frankenstein è un documento culturale importante oltre che un romanzo importante. Sfortunatamente, visto che poi è stato sfruttato più tardi nella cultura popolare, la sua reputazione spesso non è stata quella di essere letteratura alta o seria, perché ha avuto un grande successo nell'immaginazione popolare e quindi ha contribuito a far calare il rispetto con cui è trattato o letto solitamente. A volte è stato visto anche come un testo bizzarro o poco coerente, scritto da una giovane donna che poi non ha mai più scritto niente di significativo. È la 1ªvolta che un mostro diventa il protagonista della letteratura. TRAMA Frankenstein si apre con le lettere e i brani di diario scritti da questo giovane esploratore, Walton che si rivolge a sua sorella. Walton si è imbarcato nella speranza di scoprire un clima temperato nei dintorni del Polo Nord ma dopo qualche settimana di viaggio la barca su cui si trova Walton e il resto dell'equipaggio rimane intrappolata nei ghiacci, quindi è bloccata. Mentre l'equipaggio aspetta che il ghiaccio si spezzi e quindi di poter riprendere la navigazione notano una figura mostruosa a distanza, che viaggia su uno slittino trainato dai cani. Il giorno dopo questa strana apparizione salvano un uomo che era stato bloccato anche lui con la sua slitta e i cani. Quest'uomo è uno straniero che è stato salvato per miracolo, sofferente, in cattive condizioni di salute. Si presenta a Walton come Victor Frankenstein. Mantiene molto segreta la sua missione e su cosa ci faccia in una regione così disabitata. Tuttavia, col tempo i 2 uomini diventano amici e iniziano a scambiarsi confidenze e avere conversazioni assieme. Victor, quindi, finisce per raccontare la sua storia a Walton. Victor dice di essere il figlio di un uomo di legge piuttosto importante di Ginevra. Per natura, sin da molto giovane, è una persona molto curiosa, e ha sempre avuto il grande desiderio di diventare uno scienziato. Dopo la morte della madre, il padre lo manda fuori città, lo manda a Inglestadt, perché possa ricevere un'educazione a livello universitario. Per andare a seguire i corsi universitari Victor è costretto a separarsi dagli affetti più cari tra cui Henry, il suo migliore amico e Elizabeth, la sua fidanzata. Una volta giunto all'università, comunque, si dedica completamente agli studi e si dimentica quasi della famiglia e degli amici. I suoi progressi scientifici sono enormi e le sue ricerche danno risultati sorprendenti. Victor, infatti, finisce per scoprire il segreto della vita. Per dimostrare come siano valide le sue scoperte e, al fine della fama personale vanità, decide di costruire un uomo "artificiale", una creatura gigantesca, poco attraente. Il suo esperimento ha successo, la terribile creatura prende vita, ma non appena lo fa fugge dal laboratorio di Victor. Victor è così colpito da questa esperienza terribile e prova un senso di repulsione così forte per questo mostro che si ammala. Soltanto l'intervento del suo amico lo rimetterà in salute. Una volta recuperata la salute, Frankenstein rinuncia a questa linea di studi e viene persuaso è convinto a ritornare a Ginevra e riunirsi con la sua famiglia e i suoi affetti, che tanto aveva trascurato per costruire quel mostro. Poco prima della partenza per Ginevra, però, riceve una lettera dal padre che gli comunica che suo fratello più giovane, William, è stato ucciso in modo drammatico e brutale, e una delle domestiche della loro casa è stata accusata del crimine. Victor, quindi, ritorna a Ginevra in lutto e proprio durante il viaggio di ritorno vede il terribile mostro che lo osserva da lontano. Si convince quindi Victor che il mostro sia l'assassino e cerca di difendere la domestica Justin, senza però rivelare quello che ha fatto, senza rivelare la colpa di aver costruito un temibile mostro. La ragazza Justin viene comunque accusata dell'omicidio e viene punita con la pensa di morte. Poco dopo Victor vede ancora il mostro, fuori dai confini della città. Il mostro gli parla e gli racconta la sua storia, quello che è successo a lui dopo la sua creazione. Dopo questa strana, inusuale nascita, il mostro ha iniziato a vagare per la campagna e ha trovato infine rifugio in una sorta di angolo riparato vicino al cottage di alcuni agricoltori del luogo. Il mostro spia, ascolta, osserva di nascosto la vita di quest'estate persone, della famiglia. In questo modo impara a parlare, e più tardi a leggere e a scrivere. Scopre che il loro nome è Deleicy. Queste persone erano prima degli aristocratici parigini che poi avevano perso le loro ricchezze ed erano stati esiliati. Il mostro ascoltandoli, stabilisce un legame affettivo con queste persone, prova dei sentimenti, ma è consapevole di essere di apparenza non gradevole, e quindi è restio a rivelarsi a loro. Quando finalmente raccoglie il coraggio e decide di mostrarsi a questa famiglia, lo allontanano in maniera violenta e fuggono dalla loro casa spaventati. Furibondo, il mostro brucia la casa della famiglia e decide di ritrovare Victor Frankenstein a Ginevra. Raggiunge la città vari mesi dopo, e incontra William che sta giocando da solo in un campo, cerca di convincerlo a diventare suo amico, ma anche il ragazzo lo rifiuta. Così il mostro finisce per ucciderlo e decide di coinvolgere Justin in modo da far capire che lei abbia commesso il crimine. Dopo aver finito di raccontare la sua storia, il mostro chiede a Frankenstein di creargli una compagna, una persona che lo possa accettare e gli possa voler bene. Fa appello al senso di giustizia del suo creatore e lo minaccia dicendo che commetterà altri atti di violenza se lui si rifiuta di creare una donna uguale a lui. Frankenstein accetta la richiesta del mostro ma prende tempo e continua a rimandare la costruzione. Nel frattempo, si organizza il matrimonio tra Victor e Elizabeth. Victor decide di accompagnare il suo amico Henry in un viaggio attraverso l'Inghilterra. Una volta che i 2 hanno superato il canale della manica, Frankenstein si reca nelle Orklin Islands e lascia che Henry invece conduca i suoi affari altrove. In queste isole Frankenstein inizia a costruire la famigerata compagna del mostro. Tuttavia, una notte il mostro, che lo ha seguito in tutto questo itinerario, compare d'improvviso al cottage di Victor, e Victor in preda alla rabbia e alla paura distrugge quello che già aveva costruito della compagna del mostro. Il mostro, a quel punto furibondo, giura che sarà di nuovo con lui la notte delle sue nozze e se ne va. Poco dopo, Frankenstein scopre che il suo migliore amico Henry è stato ucciso, anche questa volta si tratta di un'azione del mostro. Viene accusato lui stesso del crimine ma alla fine viene scagionato e ha un altro attacco di febbre e di malessere. Anche in questo caso non si decide a confessare di aver creato questo mostro così pericoloso. Ritorna a Ginevra da suo padre, procede con il programma e sposa l'amata Elizabeth. Come il mostro aveva promesso, riappare e uccide la giovane Elizabeth proprio nella stanza dove la coppia aveva deciso di sistemarsi per la notte. Anche il padre di Frankenstein muore di dolore e Frankenstein sembra perdere temporaneamente la capacità di ragionare quindi viene ospedalizzato. Quando esce dall'ospedale cerca di vendicarsi del mostro che lo conduce in quelle terre desolate, congelate per il loro scontro finale. È qui che lui è stato quindi salvato da Walton. Quando finisce di raccontare la storia Frankenstein sembra vicino alla morte e la ciurma della nave è terrificata dal ghiaccio che minaccia anche le loro vite ed è sul punto dell'ammutinamento. Frankenstein chiede a Walton di raggiungere e catturare il mostro ma Walton vista la situazione decide di ascoltare le richieste degli uomini del suo equipaggio e di tornare indietro. Frankenstein muore ma quella notte il mostro entra di nascosto nella cabina dove si trova Victor e Walton scopre che sembra quasi addolorato dalla morte di Victor. Walton lo affronta, gli fa delle accuse ben precise, ma il mostro si difende, promette di uccidersi e che non sarà più un problema per nessuno, e poi scompare di nuovo nel nulla. Qui il romanzo finisce. La premessa stessa di questa storia è basata su eventi fantastici, straordinari, incredibili, ma una volta che accettiamo questa premessa, la trama procede in una maniera credibile e verosimile. Quindi questo romanzo è anche caratteristicamente un romanzo del 1800. Nessuno che conosca le opere di Dickens o Eliot può obbiettare alla logica del romanzo Frankenstein e non trovarlo strano. Non è un'opera che si situa al di fuori della tradizione inglese. L'elemento centrale del libro è un esame dello sviluppo dei personaggi, in particolare di Victor e del suo mostro, che ha molte affinità con i temi e le attitudini del romanzo di formazione. Elementi di novità: è una delle prime opere a introdurre un personaggio mostruoso nel mondo del romanzo. Argomento trattato attraverso un'innovazione tecnica formale dei molteplici punti di vista e narratori, che è nuovo e degno di nota. Contenendo le storie di 3 narratori, il romanzo Frankenstein può essere diviso più o meno in 5 sezioni diverse: 1) lettere introduttive di Walton alla sorella. Cornice epistolare che tiene insieme tutta l'opera. Sono 3 lettere, che scrive anche prima di imbarcarsi per il Polo Nord. Estratto 1: Walton manifesta l'intenzione di scrivere e registrare ogni notte in parole sue quel che è successo durante la giornata stessa. Sembra quasi manifestare il desiderio che quello che scrive non solo sarà d'intrattenimento a sua sorella ma che sarà anche letto ancora nel futuro. Il testo di Frankenstein è quindi una compilazione di una serie di manoscritti, scritti da Walton: lettere spedite in Inghilterra, alcuni brani di diario, alcune annotazioni. Non è chiaro poi chi sia stato responsabile della forma che ha preso il libro. 2) inizia la narrazione di Victor. Anche questa inizia nel 1ºcapitolo. Inizia il 20 di agosto. Abbiamo l'inizio delle vicende di Frankenstein, che ricostruisce la sua storia personale, sin da prima della creazione del mostro. Parla della sua famiglia, della sua infanzia, dell'educazione che ha ricevuto. Giunge poi alla creazione di questa creatura spaventosa, la malattia, l'uccisione di William, l'esecuzione di Justin. Parla anche dei suoi viaggi, l'incontro col mostro...ecc. 3) la vita del mostro lontano da Victor. Inizia intorno al capitolo 11. Ci sono parti dedicate alla vita del mostro, alle sue opinioni, a cosa lui ha fatto e provato in assenza di Victor. Finiscono con la sua richiesta che Frankenstein costruisca per lui una compagna. 4) riprende il racconto di Victor, fino al salvataggio di Walton. Dopo aver riportato le parole del mostro, Frankenstein riprende con la propria storia. 5) conclusione delle vicende. Consiste di varie entrate di tipo diaristico. Quella del 26 di agosto registra una conversazione tra Victor e Walton. Il 2 di settembre la nave è minacciata dal ghiaccio. Il 5 settembre l'equipaggio minaccia l'ammutinamento ma viene rimproverato da Frankenstein che soffre di nuovo di pessima salute. Il 7 di settembre Walton decide di tornare ind ietro. Il 12 settembre Victor Frankenstein muore. POSSIBILI FONTI DI ISPIRAZIONE Gli studiosi hanno cercato possibili fonti di ispirazione per la struttura di Frankenstein che potrebbe derivare da: - Coleridge e la sua Rime of the Ancien Mariner --> la storia dentro la storia. Quando era giovane, Mary Shelley aveva ascoltato Coleridge stesso leggere the Rime of the Ancient Mariner a casa di suo padre. Inserisce anche delle allusioni al testo di Coleridge: Walton allude proprio a questo testo in una delle sue prime lettere. da quest'opera prende un po' la struttura, un po' l'ambientazione, un po' citazioni dirette. Tuttavia, pensare che Mary l'abbia usato come modello per la propria procedura narrativa sembra un po' limitativo, perché innanzitutto Shelley usa un narratore in più rispetto a Coleridge, inoltre adotta un'elaborata tecnica di flashback che non è presente nei versi di Coleridge. Poi nonostante la sua capacità di narrare una storia la Rime è una poesia che celebra idee di colpa e redenzione. Frankenstein invece è un romanzo che esamina le conseguenze tragiche in un mondo molto più realistico e diverso. Il marinaio di Coleridge viene giudicato, deve sottostare a una punizione, raccontare di nuovo la propria storia. Nessuno viene giudicato invece in Frankenstein. - Interpretazioni legate alla forma di narrazione: il romanzo non ha bisogno di elementi soprannaturali per suscitare paura e terrore nel lettore. È la stessa natura umana, il proprio istinto autodistruttivo ad essere causa di paura. Secondo alcuni non si tratta di un romanzo gotico in senso tradizionale. Lo studioso Scott ha pensato di associare Frankenstein a Gulliver's Travels, 2 romanzi molto diversi tra loro. in entrambi abbiamo una premessa così incredibile che mette in moto una serie di eventi conformi alle probabilità e verosimili. Tuttavia, associando F a GT, dobbiamo anche dare per scontato che i 2 romanzi si basino nella stessa misura su allegoria e simbolo, dal momento che è in questo senso che va letto primariamente GT. Altri studiosi hanno fatto riferimento al romanzo di tipo scientifico, mettendo in luce gli aspetti empirici e tecnologici della storia. questi aspetti sono in parte veri, ma non riescono a funzionare da soli al 100%. L'elemento scientifico coesiste con l'elemento del Gotico, del terrore, e tutto quello che abbiamo menzionato prima. Quanto c'è del romanzo realista in Frankenstein? Estratto 4: Frankenstein ha seguito il proprio amico Henry a Londra e poi si è recato sulle isole Oklin, per iniziare a costruire la compagna che era stata richiesta minacciosamente dal mostro. Tuttavia, ha avuto un ripensamento, ha distrutto la compagna del mostro e ha lasciato l'isola, imbarcandosi su una barca che è andata poi alla deriva. Portato dalla corrente, infine approda in Irlanda e così racconta il resto degli eventi a Walton: "Come sono mutevoli i nostri sentimenti, e come è strano quell'attaccamento alla vita che sentiamo anche negli attimi di massima sventura. Costruii un'altra vela con un altro parte dei miei vestiti e con impazienza feci rotta verso la terra ferma. Aveva un aspetto selvaggio e roccioso, ma quando mi avvicinai scorsi chiaramente tracce di coltivazioni. Vidi dei vascelli presso la spiaggia e improvvisamente mi trovai in compagnia della civiltà. Seguii attentamente le sinuosità della costa e fui lieto di vedere un campanile che spuntava da dietro un piccolo promontorio. Dato che ero in uno stato di estrema debolezza, decisi di far vela direttamente verso la città, in quanto luogo dove avrei potuto procurarmi del cibo con maggiore facilità. Fortunatamente avevo del denaro con me. Non appena oltrepassai il promontorio, notai una piccola città ordinata, è un bel porto dove entrai, col cuore che mi sobbalzava di gioia per l'inaspettata salvezza. Mentre ero ancora impegnato ad ancorare la barca e sistemare le vele, parecchie persone si affollarono intorno a me. Sembravano molto sorpresi della mia comparsa, ma invece di offrirmi una mano, bisbigliavano tra loro, con gesti che in un altro momento avrebbero suscitato in me una leggera sensazione di allarme. Comunque fosse, notai solo che parlavano inglese e dunque mi rivolsi a loro in quella lingua (F. è nativo di Ginevra). "Miei buoni amici" dissi, "sareste così gentili da dirmi il nome di questa città e informarmi di dove mi trovo?". "Lo saprete presto" rispose un uomo con voce aspra. "Forse siete giunti in un luogo che n on sarà di vostro gradimento, ma non vi chiederemo la vostra opinione, ve lo prometto". Fui estremamente sorpreso di ricevere una risposta così dura da uno sconosciuto e fui anche sconcertato nel vedere i volti accigliati e arrabbiati dei suoi compagni. "Perché mi rispondete in modo così rude?" replicai, "Di certo non è abitudine degli inglesi ricevere gli stranieri in modo così inospitale" (qui F. fa una gaffe. Un brutto errore visti i contrasti tra Inghilterra e Irlanda). "Non so," disse l'uomo, "quale sia l'abitudine degli inglesi, ma è abitudine degli irlandesi odiare i farabutti". Mentre questo strano dialogo proseguiva, notai che la folla era aumentata rapidamente. I loro volti esprimevano un misto di curiosità e di rabbia che mi infastidiva e da un certo punto di vista mi allarmava. Chiesi la strada per la locanda ma nessuno mi rispose. Allora feci qualche passo in avanti e un mormorio si levò dalla folla che mi seguì e mi circondò. Quando un uomo dall'aspetto poco rassicurante mi si avvicinò, mi batté sulla spalla e disse "venite signore, dovete seguirmi dal signor Kirwin, per rendere conto di voi." "Chi è il signor Kirwn? Perché deve rendere conto di me stesso? Non è un paese libero questo?" "Sì, signore, abbastanza libero per la gente onesta. Il signor Kirwin è un giudice, e voi dovete rendere conto per la morte di un gentiluomo che è stato trovato assassinato qui la notte scorsa". Nella 1ªparte della storia la narrazione è lineare, concreta, semplice, ricca di fatti e con pochi ornamenti. In definitiva ci ricorda Defoe e il suo Robinson Crusoe, che fa fronte ai problemi materiali sull'isola, o persino Gulliver quando cerca di mettersi in salvo dai vari naufragi. Il brano quindi si basa su impressioni sensoriali, sulle decisioni logiche dettate dalla situazione di necessità. Frankenstein racconta come tagli una vela per facilitare l'approdo, spiega come ha deciso di dirigersi immediatamente verso la cittadina, menziona le sue necessità e cosa ha fatto per soddisfarle. Nella 2ªparte del brano segue la reazione della gente alla sua improvvisa comparsa. I dialoghi ci mostrano delle risposte secche e poco cordiali alle domande di Victor. Tra i dettagli abbiamo le espressioni del volto, i gesti, le dinamiche della folla che gli si raccoglie intorno. Si crea un contrasto basato su questioni culturali. Partecipiamo alla differenza che si viene a stabilirete tra l' acculturato, educato Victor, che si sente fuori posto rispetto agli altri personaggi che invece sembrano essere meno raffinati. La formalità dell'educazione di Frankenstein sembra renderlo ancora più sospetto, in un luogo dove possiamo supporre i gentiluomini forse non sono visti di buon occhio. Siamo di fronte a un episodio che coinvolge persone ordinarie in una circostanza plausibile e probabile. È un o dei momenti in cui vediamo Frankenstein non come scienziato creatore del mostro, preso dall'angoscia e dal senso di colpa per quello che ha fatto, ma come un uomo normale in un contesto normale della società. È un cittadino svizzero di Ginevra e il suo background liberale si manifesta quando protesta chiedendo se non si trovi forse in un paese libero. Dimostra il suo background di cultura e di educazione nel momento in cui lamenta la mancanza di educazione dei suoi interlocutori. Poi fa riferimento all'Inghilterra quando in realtà si trova in Irlanda. Questo errore non suscita simpatia. Ha involontariamente messo un dito sulla piaga, sull'antagonismo tra Inghilterra e Irlanda. Inserisce Frankenstein in un contesto storico reale, realistico, verosimile. La moderazione e la formalità di Victor in pubblico coesistono anche con altri aspetti di passionalità e di razionalità nel privato. Qui Frankenstein ci appare un po' altero. Sono 2 aspetti che corrispondono a 2 momenti di Frankenstein, quello personale e quello pubblico. È stato a volte criticato il modo di parlare di Frankenstein, considerato un po' troppo formale. In realtà anche questo è un aspetto realistico e verosimile. Dobbiamo ricordare che l'inglese non è la 1ªlingua di Frankenstein, che è svizzero. Quindi sarebbe fuori luogo per uno straniero tendere a esprimersi in modo più informale o sarebbe strano se assumesse delle espressioni troppo informali. Walton stesso mette in rilievo che Victor ha un accento straniero. Subito dopo questo brano Victor è arrestato come sospetto di omicidio proprio del suo amico Henry. Da subit il lettore sospetta che cosa sta accadendo, perché il mostro ha già ucciso 2 volte. Sembra proprio che l'unico a non capire che cosa sta succedendo sia Frankenstein stesso. Vediamo come Victor sembra incapace di anticipare gli eventi in questo brano: Estratto 5: In questo momento, Frankenstein, attraverso Walton, ci racconta quanto segue: "Fui portato subito alla presenza del giudice, un uomo anziano e benevolente, dai modi calmi e gentili. Mi trattò, tuttavia, con una certa severità, rivolgendosi a coloro che lo avevano portato lì, chiese chi fossero i testimoni per questo caso. Si fece avanti una mezza dozzina di uomini, e uno scelto dal giudice depose che la notte prima era stato fuori in mare a pescare con suo figlio e suo cognato. Mentre procedeva lungo la sabbia sbatté il piede contro qualcosa e cadde a terra lungo disteso. I suoi compagni vennero ad aiutarlo e alla luce della lanterna notarono che era caduto sul corpo di un uomo, apparentemente morto. Si trattava di un giovane di bell'aspetto tra i 20 e i 30 anni. Sembrava fosse stato strangolato, perché non c'erano segni di violenza, eccetto 3 segni neri di dita sul collo. La 1ªparte di questa deposizione non mi interessò minimamente, ma quando furono menzionati i segni delle dita, mi ricordai dell'assassinio di mio fratello, e mi sentii estremamente agitato." Dunque, in modo indiretto, Frankenstein è responsabile della morte di Henry, ucciso dal mostro dopo che il suo creatore gli ha negato una compagna. Tuttavia, il mostro sta mettendo in atto le proprie minacce, cose che gli ha già anticipato. Noi lettori non ne siamo sorpresi, mentre Victor stenta a comprendere. Per quanto brillante, lo scienziato Victor non è per niente lungimirante. La sua miopia sembra corrispondere anche a una sorta di incapacità di vedere dove stanno le sue colpe. Frankenstein sa di essere colpevole per quanto accade alle persone che lo circondano, ma non sembra comprendere la vera natura del proprio crimine, a giudicare di come si comporta di conseguenza. Ci aspetteremmo che Frankenstein confessi di aver creato il mostro, in modo che gli altri possono essere allertati e protetti dalla sua violenza. A un certo punto confessa anche a Walton, ma lo fa dopo essere stato internato in un istituto per malattie mentali. Il che compromette la sua credibilità. Frankenstein in tutto il corso del romanzo mantiene nascosto quello che ha fatto. È quando lamenta la morte delle persone a lui care, uccise dal mostro, abbiamo la sensazione che sia una sorta di autocommiserazione ma poco sincera. Sembra che stia fuggendo dalla propria diretta responsabilità per i massacri compiuti dal mostro, che sarebbero stati evitabili, se solo lui avesse ammesso di aver dato vita a quella creatura. Frankenstein rifiuta la responsabilità morale delle proprie azioni, non confessando di aver creato il mostro. L'opera di Mary Shelley è stata influenzata dai genitori, da William Godwin e Mary Wollstonecraft, 2 figuri importanti dell'epoca a livello culturale e letterario. INFLUENZA DEL PADRE Il romanzo è dedicato proprio al padre. Nel suo famoso saggio Political Justice, Godwin metteva al centro dell'attenzione l'educazione, non solo come istruzione ma proprio ricevere una formazione, una serie di impressioni che potessero dare firma all'io. Secondo lui l'educazione doveva essere scollegata dallo stato, perché Godwin non aveva fiducia nel controllo del governo sull'individuo. E pensava che una società giusta di sarebbe potuta creare indipendentemente da qualsiasi forma di controllo. Non è un caso quindi che una delle questioni più approfondite in Frankenstein sia la crescita individuale dell'individuo, il percorso non solo umano ma anche intellettuale, la formazione che si riceve dai libri, l'istruzione. Frankenstein può essere pensato come un romanzo di formazione per i suoi protagonisti, sia per Victor che per il mostro. Ad esempio, Frankenstein ci comprare subito come un giovane scienziato. Sin da giovanissimo aveva un impulso di scoprire i segreti del mondo. Estratto 6: Frankenstein racconta a Walton il suo passato, la sua formazione che lo ha reso quello che è. "La filosofia naturale è il genio che ha regolato il mio destino. Per filosofia naturale sottolineo che all'epoca molto spesso questa espressione andava a coincidere con scienza. La filosofia della natura era quella che noi chiameremmo oggi la scienza. Desidero dunque in questa narrazione esporre quei fatti che mi condussero a prediligere questa scienza. Quando avevo 13 anni andammo tutti in gita ai bagni vicino Thonon: il tempo inclemente ci costrinse a rimanere confinati in una locanda. In questa casa mi capito di trovare un volume di lavori di Cornelio Agrippa. Lo aprii con apatia; la teoria che cercava di dimostrare i fatti straordinari che raccontava mutarono subito il mio sentimento in entusiasmo. Una nuova luce sembro farsi strada nella mia mente. Saltando di gioia comunicai la mia scoperta a mio padre. Mio padre guardò, senza grande attenzione, l'intestazione del libro e disse "Ah! Cornelio Agrippa, non perdere il tuo tempo con questo, sono solo sciocchezze". Se invece di questa osservazione, mio padre si fosse preso la briga di spiegarmi che i principi di Agrippa erano stati Estratto 11: è ancora il mostro a parlare attraverso la voce di Frankenstein, e a sua volta attraverso la voce di Walton. Racconta: "Una notte, durante una delle mie solite uscite nei boschi vicini, dove raccoglievo il cibo e da dove portavo a casa la legna per i miei protettori, trovai per terra un baule di cuoio che conteneva parecchi capi di abbigliamento e alcuni libri. Afferrai con impazienza il bottino e lo portai nella mia baracca. Fortunatamente i libri erano scritti nella lingua di cui avevo appreso i fondamenti al casolare. Erano il paradiso perduto, un volume delle Vite di Plutarco, e i dolori del giovane Werter. Possedere questi tesori mi diede un enorme piacere; ora studiavo continuamente e esercitavo la mia mente su queste storie, mentre i miei amici erano occupati nelle loro faccende quotidianamente." I 3 capisaldi per l'educazione del mostro sono Milton, Göte e Plutarco. Ci possono essere varie ragioni per questa scelta di Shelley, ma c'è anche una spiegazione ovvia: questi sono testi che rendono il mostro particolarmente abile, in grado di affrontare il suo antagonista Frankenstein. Da i dolori del giovane Werter il mostro riesce a comprendere le emozioni umani e il dolore, il valore della famiglia e della felicità domestica. La 1ªcosa che fa il mostro infatti è attaccare la famiglia di Frankenstein, in modo da convincerlo a sottomettersi ai suoi desideri. Le Vite di Plutarco lo istruiscono sulla necessità delle azioni umane di essere contestualizzate all'interno della società; quindi, gli danno il senso della società come struttura dei rapporti delle persone. Per esempio, comprende l'ammirazione che gli uomini provano per la virtù e la giustizia, la vergogna che suscita il vizio e il peccato. In questo modo il mostro riesce a capire meglio il desiderio di gloria di Frankenstein, il suo terrore di essere scoperto e cadere in disgrazia. Capisce anche il valore della retorica e la necessità di fare appello all'autostima o il senso di giustizia di Frankenstein quando gli chiede di costruire una compagna per lui. Infine, il paradiso perduto emerge come un'analogia della sua situazione, e quello che sta provando. UNA BREVE PARENTESI SULLA FAMIGLIA La famiglia è molto importante in questo romanzo. Il legame familiare è quello che viene a mancare a tutti e 3 i narratori. Il Mostro è rifiutato da 2 famiglie, i Delaicy, il fratello di Victor, William e da Victor stesso, perciò ricorre alla violenza. Questo continuo rifiuto lo rende violento, un omicida. Quando cerca vendetta su Frankenstein, lo vuole costringere a creargli una compagna, e inizia proprio ad attaccare Victor a partire dai membri della sua famiglia e i suoi affetti più stretti. Capisce che per ferire Victor deve attaccare i suoi cari perché la vendetta possa avere ef fetto. Anche Frankenstein è privato dalla sua famiglia, perché i suoi esperimenti sono condotti lontano dai legami familiari, in totale isolamento. Isolato è anche Walton, la cui spedizione al polo lo ha fermato in questi ghiacci, in mezzo al niente; quindi, è lontano dai suoi affetti familiari. La famiglia in Frankenstein, quindi, è il centro della società. Il romanzo ci dimostra che essere vicini o lontani dalla famiglia, non solo ci dà delle informazioni sulla personalità del personaggio, ma ne determina anche il futuro, il destino. Questo non vuol dire che ribellarsi contro la propria famiglia sia qualcosa di percepito in modo negativo. Per esempio, l'amico di Frankenstein, Henry, reagisce e si ribella al padre mercante, e questa ribellione del giovane viene rappresentata in modo molto positivo. Invece quando Victor da retta a suo padre e va a studiare a Ingolstadt, questo lo porterà poi alla rovina. Quindi questo libro non ha a che vedere con l'obbedienza filiale. La famiglia è un microcosmo della società e il modo in cui il personaggio gestisce il rapporto con la famiglia riflette anche il modo con cui il personaggio riesce a gestire il rapporto con la società e il resto del genere umano. INFLUENZA DELLA MADRE La madre di Mary, Wollstonecraft, era autrice di un trattato molto importante sui diritti femminili. Era quindi diventata una figura chiave per la cultura del suo tempo. Il romanzo Frankenstein riprende molte delle idee e dei problemi suscitati dall'opera della madre di Mary. C'è una distruzione implicita dell'elemento femminile in Frankenstein, perché Victor usurpa, trasforma, contravviene al modo naturale di creare e produrre vita per gli esseri umani, la riproduzione umana, il rapporto tra un uomo e una donna. In effetti, quando Victor crea questa creatura, usurpando il ruolo femminile nella creazione della vita, fa anche un sogno molto significativo: Estratto 14: Victor dice che il suo sonno quella notte (la notte della creazione del mostro), era stato disturbato da dei terribili sogni. Gli era sembrato di vedere la sua fidanzata Elizabeth, fiorente di salute, che camminava per le strade di Ingolstadt. Era deliziato e sorpreso di vederla, e la abbraccia. Ma improvvisamente, mentre la abbraccia, Elizabeth sembra diventare morta tra le sue braccia, di un pallore mortale. Anche i tratti di Elizabeth si trasformano e improvvisamente Victor si ritrova tra le braccia il corpo della madre defunta. Quindi questo terribile incubo lo risveglia con orrore. È abbastanza indicativo che Victor sogni la fidanzata e la madre, dopo essersi appropriato del ruolo sia maschile che femminile sulla riproduzione, sulla creazione della vita. Frankenstein ha appena eliminato la funzione primaria e biologica della donna nella creazione della vita, e la sua funzione di potere culturale nella riproduzione, nella nascita di figli. Quindi c'è l'orrore implicito nel romanzo di una società tutta al maschile. La creatura a cui Victor dà la vita è un mostro, una creatura maschile. Victor si rifiuta di creare per lui una compagna. Il protagonista è un uomo. La questione del rapporto tra uomini e donne è centrale per il romanzo. Ad un livello culturale, il progetto che si propone di realizzare Frankenstein, quello di diventare creatore unico di un essere umano, supporta una negazione patriarcale del valore e del ruolo della donna nella società. Mary Shelley è sicuramente ispirata da A vendication of the rights o woman della madre, quando si mette a descrivere in modo specifico le conseguenze di una costruzione del ruolo sociale del genere che dà valore all'uomo prima che alla donna. È la società di Frankenstein, tra fine '700 e inizio '800, che è fondata su una divisione rigida dei ruoli e dei generi. L'uomo è quello che abita la sfera pubblica, la donna invece è confinata alla sfera privata o domestica. Gli uomini del romanzo Frankenstein lavorano e si muovono tutti fuori dall'ambiente domestico, sono scienziati, mercanti, esploratori: Victor, Henry, Walton. Le donne invece sembrano essere tutte confinate all'interno delle loro case: Elizabeth, per esempio, non può nemmeno viaggiare con Victor. Estratto 15: Elizabeth approva il fatto che Victor parta Ma si rattrista di non avere le stesse opportunità di lui, di ampliare la sua esperienza e le sue conoscenze. Quindi la povera Elizabeth accetta la lontananza del fidanzato, rammaricandosi di non avere le stesse opportunità di lui. Quindi Mary Shelley ci fa vedere le conseguenze negative di questa separazione netta tra ruolo della donna e ruolo dell'uomo, che questo stereotipo dell'uomo nella vita pubblica e la donna relegata alla sfera della casa che le impedisce di esprimere le proprie capacità, è una situazione pericolosa, che può creare mostri. Quindi il messaggio implicito che ci dà Mary Shelley è che dovrebbe esserci una costruzione più elastica e meno legata a convenzioni e stereotipi per quanto riguarda il maschile e il femminile. Tenere separate la sfera del maschile e quella del femminile, e associare a ciascuna una dimensione predeterminata, significa danneggiare la società, significa creare mostri. In effetti Mary per descrivere questa situazione, il pregiudizio nei confronti della femminilità e della donna usa anche delle immagini piuttosto forti. Estratto 16: All'interno della casa le donne sembrano quasi essere tenute come una sorta di animaletto domestico. Elizabeth, prima di essere fidanzata, era anche profondamente amica di Victor. Lui la definisce docile (cosa che si direbbe più di un animaletto che di una persona), un insetto estivo. Era vivace, piena di vita, di un carattere molto affettuoso. Alla fine di questo brano dice che le dà la stessa attenzione che darebbe a un animaletto domestico. Tutto questo immaginario è molto umiliante e degradante per Elizabeth. Il paragone con un insetto estivo sembra già essere un presagio di morte: l'insetto vive poco, è fragile, è debole. La costudisce come un animaletto, come qualcosa di debole che deve essere protetto e curato, come se non fosse indipendente. In effetti, Elizabeth così come le altre donne nel romanzo sembra incapace di funzionare bene nella vita sociale. Una volta che escono dalla loro sfera domestica sembrano poco adatte a misurarsi col mondo. La suddivisione delle sfere maschile e femminile porta come conseguenza che l'attività intellettuale e scientifica sembra essere preclusa alle donne, così come la partecipazione alla società attiva. D’altra parte, invece, la stessa suddivisione fa sì che i personaggi maschili non riescano a conciliare i principi della scienza, l'attività intellettuale con l'amore, l'affetto, i sentimenti. Quindi è come sé tutta la parte affettiva fosse patrimonio esclusivamente femminile, come in realtà è secondo gli stereotipi: l'immagine della donna, materna è quella che nutre, che ama, e l'uomo invece è quello che si avventura per il mondo. Quindi gli uomini nel romanzo di Shelley sono solo avventurieri, sia in senso intellettuale che in senso pratico come Walton. E sembrano incapaci però di misurarsi con gli affetti e i sentimenti. Estratto 17: Victor ci dice che più si dedica allo studio della scienza e più questa cosa diventa un'ossessione per lui. Si dedica soltanto a questa. La sua applicazione allo studio della scienza diventa ardente, totalizzante, non vede più nulla, trascura i suoi affetti, si dimentica quasi di avere una famiglia. Ci dice infatti che passano 2 anni e Victor non fa neanche una visita a casa, non va neanche una volta a vedere la famiglia, perché lui è completamente dedito alle scoperte che vuole fare. La passione per la scienza e per il lavoro sostituisce per Victor gli affetti umani. Non è capace di portare avanti sia la passione per la scienza che l'amore per i suoi cari. Sembra quasi che Victor sia fidanzato con la scienza piuttosto che con Elizabeth. L'ossessione per gli esperimenti di Victor si protrae ulteriormente. Estratto 18: Nei mesi estivi era impegnato, anima e cuore, completamente dedito alla scienza. Quindi l'attività scientifica impedisce a Frankenstein di avere ulteriori affetti, interessi. Passano i mesi e lui non si accorge neanche del tempo che passa, i suoi occhi diventano insensibili a qualsiasi cosa, persino al cambiare delle stagioni e alla natura. Quindi giunge al punto di trascurare tutto quello che c'è intorno a lui. Dice che dimentica gli amici che in quel momento erano lontani. È questa separazione tra mondo intellettuale e mondo affettivo che porta alla rovina di Victor. Victor è incapace di lavorare e amare allo stesso tempo. In modo simile, non riesce poi a provare empatia, qualche sentimento positivo per la creatura che lui stesso ha costruito. È talmente incentrato su se stesso che legge le successive minacce del mostro come dirette esclusivamente a lui, non si rende conto che riguardano anche e soprattutto i suoi cari. In particolare, il mostro gli annuncia che sarà con lui la notte delle sue nozze, ma Victor sembra non preoccuparsi della salvezza e della salute di Elizabeth. A sua volta Elizabeth sembra incapace di rendersi utile al di fuori della sfera domestica e affettiva. Quando cerca di aiutare Justine parlando alla corte durante il processo, suscita questa reazione: Estratto 19: Elizabeth è appena intervenuta in difesa della domestica che è stata accusata ingiustamente dell'omicidio del giovane William. Si tiene un processo e sembra non esserci altri sospetti oltre a Justine. Elizabeth interviene usando delle parole molto buone e gentili nei confronti della donna. Victor sembra soddisfatto di come sono andate le cose, dice "Eccellente". C'è un mormorio di approvazione, ma allo stesso tempo questo discorso così positivo nei confronti di Justine, si rivolta contro di lei, non sortisce l'effetto sperato. Elizabeth è stata così generosa nei confronti di Justine, che il pubblico adesso è indignato verso questa donna che ritiene colpevole anche di ingratitudine verso una famiglia che le è così affezionata e che le vuole così bene. Quindi l'intervento di Elizabeth, invece di aiutare la povera Justine ad essere scagionata, gioca contro alla povera donna. estese che è difficile pensare ad una coincidenza. Sia le teorie di Lawrence, sia il romanzo di Shelley furono poi associati con un eccesso di materialismo, e per questo diventarono dei motivi di dibattito e di discussione. Lawrence era diventato professore al Royal College di Surgeons nel 1815, e dal 1816 iniziò quella serie di lezioni che poi mise per iscritto e pubblicò più tardi nel suo libro più importante del 1819. Erano una serie di lezioni che aprivano una campagna contro Abernethy. In particolare, Lawrence iniziò a parlare di recenti studi svolti nel continente riguardo alle scienze naturali e fisiche, e alle scoperte incredibili che erano state fatte negli ultimi anni. Tenne una lezione intitolata On Life, esponendo le proprie teorie sul perché gli esseri umani sono vivi. Per i biologici la vita coincide con l'insieme delle funzioni svolte dal corpo umano. Quindi Lawrence dimostrò che l'essere umano e l'animale funzionano allo stesso modo, hanno simili fasi di formazione. Nel suo testo di anatomia comparata del 1816 dice che la vita ha le sue origini nella vita dei genitori, da questi genitori si riceve l'impulso vitale, e quindi è evidente che la vita procede solo dalla vita. Quindi per Lawrence non esiste altro che il puro meccanismo biologico, non c'è niente al di fuori dei meccanismi del corpo che garantisca la vita, e a creare la vita è semplicemente altra vita. Sottolinea quindi il ruolo dei genitori biologici. Nel 1817 Lawrence stava mettendo in crisi il lavoro di Abernethy e le sue teoriche che parlavano di una sorta di corrente elettrica che potesse essere un principio di vita, o una forma di anima. Lawrence inoltre era vicino alla famiglia Shelley, e per questo anche si tende a pensare che abbia avuto un impatto notevole per Mary. Percy Shelley, il marito di Mary, lo incontrò per la 1ªvolta nel 1811, quando frequentò le sue lezioni all'ospedale di San Barto lomeo. Nel 1814 Lawrence era diventato il medico personale della famiglia Shelley e Mary lo consultava e frequentava regolarmente. Percy Shelley era interessato alle idee di Lawrence. I 2 condividevano una posizione politica piuttosto radicale, avevano infatti discusso insieme di inuguaglianza sociale e di bigottismo. Gli Shelley non erano solo amici di Lawrence ma vivevano anche vicino a Londra, nel periodo in cui Lawrence inizia a esporre le sue teorie materialiste, in conflitto con il vitalismo spirituale di Abernethy. Queste idee, secondo i diari che ci sono giunti degli Shelley, furono spesso discusse durante i ritrovi tra amici, anche più tardi quando iniziano a frequentare Byron e Polidori. Mary ricorda in particolare, nel proprio diario, di aver assistito a varie conversazioni sul principio della vita e se ci fosse la possibilità di trasmettere il principio vitale in qualche maniera. Byron, Percy Shelley, Polidori, Mary Shelley stavano quindi discutendo del dibattito tra Abernethy e Lawrence. Solo pochi mesi dopo queste conversazioni, Mary scriverà Frankenstein. Frankenstein è uno scienziato che lavora sulla stessa linea di pensiero di Abernethy, che proponeva un elemento vitale esterno, aggiunto, analogo all'elettricità. Ma Frankenstein non rivela mai quale sia questo segreto nello specifico. Estratto 21: "Dopo giorni e notti di incredibile fatica, di grande lavoro, riuscii a scoprire la causa della generazione della vita, anzi ancor meglio diventati io stesso capace di animare la materia inanimata." Quindi Frankenstein dice di aver scoperto quale sia il segreto di questo elemento vitale ma non ci rivela quale sia. L'interpretazione più comune è che questa scintilla sia stata l'elettricità ma questo non è detto esplicitamente nel romanzo. È una deduzione che nasce da alcuni termini usati all'interno della storia. Estratto 22: qui si parla proprio dei metodi che usa Frankenstein e che potrebbero essere collegati alla teoria dell'elettricità di Abernethy e ai metodi poco ortodossi che adotta Frankenstein per costruire il suo mostro. Quando il testo primario di Lawrence viene aspramente criticato e suscita scandalo, di conseguenza anche Mary Shelley cambia la sua opera, trasforma Frankenstein. In realtà nessuna versione del romanzo di Mary Shelley si allinea perfettamente sia con una prospettiva strettamente materialista o con una prospettiva puramente trascendentale e vitalista. La questione sull'origine della vita pervade il romanzo ma Shelley sembra spostarsi tra le 2 posizioni, tra l'opinione di Lawrence e quella di Abernethy, senza assumerne una sola. Questa scintilla vitale di cui parla Frankenstein sembra avere a che fare con le teorie di Abernethy ma poi quando costruisce il suo mostro e lo assembla come se fosse un automa da parti di corpi il riferimento è più al corpo come macchina di Lawrence. C'è anche una retorica materialista che emerge in varie parti del romanzo. Quando il mostro parla delle sue sensazioni ci sono dei riferimenti al discorso medico materialista dell'epoca. Quindi i primi lettori di Frankenstein sicuramente hanno riconosciuto i termini del dibattito scientifico ma è anche sicuro che fossero indecisi, incerti su quale posizione avesse assunto il testo sulla questione. È probabile che alcuni lettori avrebbero associato all'epoca i temi anatomici del romanzo con la posizione di Lawrence. Quindi non c'è dubbio che questo elemento sia stato riconosciuto. Però ancor prima che Mary Shelley avesse rivisitato Frankenstein c'erano state delle sue versioni teatrali e recensioni che spesso interpretavano il testo come una manifestazione del punto di vista di Abernethy. Quindi l'immaginazione del pubblico interpretava Frankenstein come a metà del dibattito vitalistico. Soprattutto Frankenstein sembrava essere un avvertimento ai lettori di non cadere nella facile presunzione della scienza puramente materialista. Il romanzo sembra sospendere qualsiasi tipo di giudizio sulle questioni filosofiche e permette a punti di vista materialisti e anche trascendentalisti di coesistere. Dopotutto Frankenstein mette proprio in discussione le conseguenze etiche di una visione della vita totalmente materialista. DA SCIENZA SOCIALE A SCIENZA NATURALE La creatura mostruosa che ci descrive Shelley ha in sé delle caratteristiche paradossali e contraddittorie, è selvaggio, pericoloso, imprevedibile e anche infantile. Ma nello stesso tempo è stato reso così pericoloso dalle circostanze, dalla sua ingiusta esclusione dalla società, dal fatto di non sentirsi amato o accettato. Questo ce lo dice la creatura stessa. Tuttavia, il non essere amato, il rifiuto costante che subisce il mostro non sembra una ragione sufficiente a giustificare la sua rabbia, il suo istinto distruttivo e la sua furia omicida. Sembra che questa violenza nasca da qualcosa che va oltre all'ambiente circostante. Sembra che ci sia una sorta di bestialità, ferocia intrinseca all'interno del mostro. Quindi rimane ambiguo nel testo quanto di questa violenza sia il risultato della sua fisiologia unica, e quanto sia il risultato dell'ambiente circostante. È indubbio, tuttavia, che potremmo anche associare il discorso su Frankenstein a vari discorsi sul colonialismo, sul post-coloniale che si sono sviluppati recentemente riguardo all'800. È possibile anche che nel mostro ci fossero dei riferimenti al selvaggio come di non europeo che avevano all'epoca le persone, e che in qualche modo Mary Shelley abbia sfruttato questi stereotipi nella creazione del suo mostro per negarli e metterli in crisi. Uno dei temi principali di Frankenstein è il concetto di "sympathy", un'empatia, una compartecipazione tra le persone. Al tempo di Shelley "sympathy" significava principalmente avere la capacità di sentire quello che prova qualcun'altro. Hume scrisse Un trattato sulla natura umana nel 1728, dove parla di una transitorietà delle passioni in ciascun atto di simpatia sociale: le passioni di Hume sono le emozioni e i sentimenti. L'emozione passa da una persona all'altra. Secondo Hume questa comunicazione degli stati d'animo avviene in maniera automatica tra una persona e l'altra. Secondo Hume, quindi, c'è una trasformazione istantanea dell'idea che ci facciamo delle sensazioni di un altro in una sorta di reazione fisica che riproduce in noi la stessa emozione. Quindi basterebbe osservare una persona per trovarsi pervasi dalle stesse sensazioni. La teoria di Hume dà luogo a una sorta di timore di contaminazione sociale. Erano molti i saggisti, teorici e filosofi dell'epoca che cercavano di tenere le distanze da determinate categorie di persone. Sheysfury ad esempio evitava la folla, perché temeva che anche soltanto uno sguardo ravvicinato alle persone che lui percepiva come inferiori potesse infettarlo, e aveva paura che le loro emozioni potessero entrare nel suo animo, contaminarlo. C'è anche un discorso medico e morale sulla Sympathy che ha avuto molta prominenza nel tardo 18ºsecolo e all'inizio del 19º che nasce poi dall'interpretazione che Adam Smith dà di queste idee. Secondo Smith e i suoi seguaci la Sympathy in concezione morale e fisiologica non è la stessa cosa. La Sympathy non è una cosa che si trasmette come il contagio di una malattia. A differenza di Hume, Smith ritiene che la Sympathy non sia un riflesso naturale incontrollabile e non è spiegabile alla luce della fisiologia. Quindi Adam Smith dimostra che la Sympathy, per calmare anche i timori del popolo, non è contagiosa e non può offrire una sensazione reale e riflessa dei sentimenti di un altro. Non potremmo mai provare esattamente quello che prova un altro. La Sympathy dice Smith è uno sforzo dell'immaginazione e deve essere compresa non come una risposta fisiologica alle emotività di qualcuno ma una azione morale che noi svolgiamo davanti all'emotività di qualcuno. Cioè io vedo una risposta emotiva di qualcuno e decido di immedesimarmi e partecipare a questa risposta emotiva. Mary Shelley ha sicuramente presente questo tipo di discorso filosofico e morale sulla compartecipazione e sulla Sympathy. La sua opera Frankenstein critica in parte queste idee, si prende gioco soprattutto dell'ipotesi che l'empatia sia qualcosa che si stabilisce quasi magicamente, automaticamente, in maniera necessaria tra 2 persone. Il problema della Sympathy nel romanzo di Shelley non è la sua presenza ma è la sua assenza. È un termine che ricorre molto spesso all'interno del romanzo è quindi può essere considerato uno dei suoi temi, un problema ricorrente all'interno del testo. Ciascuno degli autori cerca, desidera o lamenta di una relazione di Sympathy, di compartecipazione ed empatia. Esempi: Estratti 25-26: Walton desidera Sympathy, gli manca la compagnia di un suo pari, di qualcuno che possa partecipare della sua storia e dei suoi sentimenti. Scrive proprio di questo problema alla sorella e poco dopo l'arrivo di Frankenstein gli scrive ancora. Gli scrive che l'arrivo di questo straniero lo riempie di Sympathy e compassion. Anche in questo caso quindi Walton è alla ricerca di qualcuno che possa stabilire un rapporto esclusivo, empatico, di corrispondenza spirituale con lui. Tuttavia, Frankenstein al momento non è molto disponibile a stabilire dei rapporti con altri esseri umani. Estratto 27: Frankenstein ringrazia Walton per la sua Sympathy ma la trova inutile, si sente già alla fine del suo percorso sulla terra e non cerca più una corrispondenza con altri esseri uman i. D’altra parte, Frankenstein aveva già trovato un amico ideale con Henry. Il rapporto ideale tra i 2 amici viene spezzato e distrutto dal mostro che uccide l'amico di Frankenstein. La Sympathy quindi per Frankenstein è per sempre perduta e morta. Dal canto suo però anche il mostro prova Sympathy ed è in cerca di Sympathy. Prova Sympathy per la famiglia Delaicy per esempio. Estratto 28: il mostro si sente di compartecipare alla gioia e ai sentimenti della famiglia che sta osservando a distanza. Estratto 29: Si presenta poi a casa di Delaicy quando il padre anziano cieco è da solo, i figli sono usciti di casa. Quando i figli rientrano e trovano il padre in compagnia con il mostro, provano orrore
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