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Analisi Chimera Vassalli, Appunti di Italiano

Analisi del libro La Chimera di Antonio Vassalli, personaggi e trama

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 20/04/2021

aliceeesoldinii
aliceeesoldinii 🇮🇹

4.4

(20)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi Chimera Vassalli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ANALISI SCHEDA LIBRO “La Chimera” Personaggi Antonia: è una ragazza molto bella, con capelli e occhi nerissimi. Abbandonata da piccola in un convento è stata in seguito adottata da una coppia di contadini residenti a Zardino, e poi condannata dall'inquisizione come strega e quindi bruciata sul rogo. Di Antonia si può dire che era una ragazza molto coraggiosa, tanto che non ha avuto paura dei lanzi, una ragazza che non si lascia scoraggiare dalle avversità della vita, molto matura e decisa nel mantenere i propri propositi, tanto che non rivelerà mai, neanche sotto tortura, il nome del proprio fidanzato. Nonostante sia la protagonista del romanzo in realtà la sua presenza è poco sentita. Infatti Vassalli più che raccontare la singola storia di Antonia, tende a narrare la storia di un'intera società, a raccontare la storia dei primi anni del 600. “Sono una strega.. almeno così dicono” ciò dimostra che le torture subite da Antonia erano così terribili da portarla a dire il falso. Bescapè: fu vescovo di Novara e odiato profondamente da papa Clemente VIII e dal suo successore e in generale da tutto il clero. Infatti il suo progetto era quello di rendere il mondo santo e di trasformare tutte le persone intorno a lui in persone credenti e giuste. Diventato vescovo di Novara impose dunque una serie di regole molto rigide. Arrivato quasi al termine della sua vita si rese conto, però, con grande amarezza, che il suo progetto era irrealizzabile. Veniva chiamato il cadavere vivente, perché aveva l'aspetto di un morto. Il narratore lo descrive come un uomo dal viso grigio, profondamente incavato, con tutti i tratti del teschio già visibili sotto la pelle tirata, con una barba rada, le mani fragili e sottili, simile ad un fantasma che attraversava le tenebre del mondo.Gli abitanti di Novara dicono di lui:”ma quando se ne va?! Che Dio lo maledica!!” questo testimonia l’approccio che avevano a quei tempi i contadini con la religione. Caccetta: in realtà si chiamava Giovan Battista Caccia ed era un feudatario novarese. Approfittando dello stretto controllo che gli spagnoli avevano su quel territorio insieme ai suoi uomini compiva razzie, rapimenti, delitti e incendi. Era un uomo malvagio, abituato fin da piccolo ad ottenere tutto ciò che voleva e con un'eccessiva stima della propria intelligenza e della propria condizione. Aveva amicizie importanti come per esempio Carlo Emanuele I e il Duca di Savoia. Dal punto di vista fisico era un omiciattolo con una vistosa sproporzione tra la parte superiore del corpo, normalmente sviluppata, e anzi robusta, e le gambe, corte e gracili. Biagio: era il nipote ritardato delle sorelle Borghesini, vicine di casa dei Nidasio, che le due donne sfruttavano facendogli fare i lavori più umili e pesanti e trattandolo peggio di una bestia. Antonia fu la prima a considerarlo un essere umano e proprio per questo motivo il ragazzo si innamorò di lei, iniziando a comportarsi in modo strano. In seguito le due sorelle denunciarono Antonia come strega all'Inquisizione perché credevano che gli avesse fatto qualche magia. Al suo passaggio si alzava un coro di voci: “Biagio è scemo, Biagio è scemo, Biagio è il fidanzatino di Antonia” seguito da qualche scherzetto di cattivo gusto da parte dei ragazzi. “Fosse un pollo lo conzeremmo noi stesse, come abbiamo sempre fatto con i galli che dovevano diventare capponi: ma come si fa a conzare un uomo?! E se poi muore dissanguato?! Noi povere donne che facciamo?!” questo invece era il pensiero delle comari. Gasparo: era il fidanzato di Antonia ed era chiamato Tosetto, perché piuttosto basso di statura, biondiccio, con gli occhi grigi e una faccia da briccone, senza barba né baffi. Gasparo era un camminante, categoria di persone completamente scomparsa al giorno d'oggi, che si spostavano di luogo in luogo, conducendo una vita molto libera e tentando di lavorare il meno possibile. Gaspare era falso e ipocrita, era una persona che prometteva senza mai mantenere e tanto superficiale ed indifferente da non presentarsi neanche al processo di Antonia per tentare di difenderla. Gasparo illudeva sempre Antonia raccontandole frottole di ogni tipo:” vedrai che tornerò presto,metterò la testa apposto, ci sposeremo e andremo a vivere in una bella casa..” Manini: inquisitore incaricato di giudicare Antonia. Era una persona alta e snella, dal colorito pallido e d'aspetto gradevole, elegante nei gesti e nel modo di vestire, caratterizzato da una pronuncia artificiosa e ricercata. Aveva un modo particolare di parlare ed era molto attento e pignolo in tutti i compiti che svolgeva. Secondo la sua opinione la realtà non era reale ed esisteva solo in virtù di Dio e inoltre era ossessionato dall'idea e dalla pratica della castità. Egli pensava infatti che il diavolo potesse tentare l'uomo sotto varie forme ed una di queste era la donna, che veniva considerata la sposa del demonio. Manini giudicò Antonia colpevole di stregoneria a priori e non prese neanche in considerazione altre spiegazioni alle uscite notturne della ragazza se non quella che si recava ai sabba. Questo perché l'inquisitore credeva che un processo di stregoneria avrebbe ridato una certa importanza al Sant'Uffizio. Manini agì dunque secondo i propri interessi e uccise un'innocente per il suo desiderio di potere. Don Teresio: in seguito alle riforme introdotte dal vescovo Bascapè alla diocesi di Novara arrivò a Zardino sostituendo il quistone don Michele. Egli cercò di riportare l’autorità ecclesiastica in un luogo in cui la sua assenza aveva reso gli abitanti intolleranti verso le imposizioni della chiesa. Arriva a Zardino con la “pretesa” di scacciare il diavolo che riteneva essere presente in ogni persona. Don Michele: era un ometto vispo e bene in carne, di un’età indefinibile, ma certamente superiore ai sessant'anni, capelli bianchi corti, guance rasate e occhi così chiari da sembrare quasi gialli. Era un prete di un genere particolare, un prete mago. Sapeva a malapena leggere e scrivere. Nella diocesi di Novara, i falsi preti come don Michele erano chiamati “quistoni”. Pietro Maffiolo: ex soldato del re di Spagna e nonno adottivo di Antonia. Era un uomo alto e magro, che camminava sempre con un bastone uncinato e aveva gambe tanto lunghe e magre che quando sedeva sulla mula gli arrivavano a terra. Portava legata al braccio una scatola che conteneva i brevetti di soldato scelto, di sergente e di alfiere oltre che a tutta una serie di attestati di merito e al diploma di congedo. Anche questo, come Biagio, è un personaggio emarginato. E anche con lui Antonia è capace di andare al di là delle apparenze e di capire la vera natura della persona. Pietro Maffiolo cercherà di ripagare Antonia del fatto che non l'aveva più fatto sentire tanto solo difendendola al processo, ma invano. Coniugi Nidasio: sono i genitori di Antonia,caratterizzati da una grande bontà d’animo. Bartolo Nidasio era un uomo di circa cinquant’anni con la barba grigia. Francesca Nidasio
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