Scarica Analisi de "Il sabato del villaggio", Leopardi e più Prove svolte di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! ANALISI DE “IL SABATO DEL VILLAGGIO”, Giacomo Leopardi. “Il sabato del villaggio” è un'opera di Giacomo Leopardi, pubblicato nei Canti del 1831 ma scritto probabilmente tra il 20 e il 29 settembre 1829, quando il poeta si trovava ancora a Recanati. Leopardi, infatti, nacque proprio a Recanati nel 1798, un piccolo paesino delle Marche, allora regione dello Stato Pontificio. Recanati fu per lui come una prigione, in quanto era un centro lontano da ogni contatto culturale con l’esterno, caratterizzato dalla mentalità chiusa e bigotta. Cercò spesso di allontanarsi da Recanati, come dimostra la tentata fuga del 1819, ma i genitori glielo consentirono solo tre anni più tardi, nel 1822, quando si trasferì finalmente a Roma. Neanche lì, però, trovò l’ambiente culturale desiderato ed iniziò così un periodo di viaggi nel Nord Italia, andando da Firenze a Milano, da Pisa a Bologna. Nel 1828 fu costretto a far ritorno a Recanati a causa di alcune difficoltà economiche ma, dopo poco più di un anno, ripartì di nuovo, lasciando Recanati per sempre. In questo periodo conobbe anche un esule napoletano, Antonio Ranieri, con il quale decise di trasferirsi nel 1833 a Napoli, dove morì. “Il sabato del villaggio” fa parte dei grandi idilli e fu composto subito dopo “La quiete dopo la tempesta”, con la quale condivide i nuclei tematici e la struttura. La poesia si apre con la descrizione di un quadro di vita paesana: è il tramonto, il sole sta calando ed una ragazza ritorna dalla campagna tenendo un mazzolino di rose e di viole, con le quali è solita decorarsi i capelli ed il petto il giorno di festa, la domenica. Nel frattempo, su una scala rivolta verso il tramonto, siede una vecchietta con le sue vicine, intente a filare la lana, e ad ascoltarla raccontare la sua giovinezza, quando anche lei era giovane e sana e si preparava per la domenica. Il sole cala del tutto e le campane suonano, annunciando la festa che sta per arrivare e rincuorando coloro che l'ascoltano. Dalla piazza si sentono le grida dei ragazzini che giocano, mentre il contadino ritorna fischiettando a casa per la cena e pensando al giorno di riposo che sta per arrivare. Poi, quando si spengono tutte le luci e tutto è silenzioso, si può sentire il falegname che si affretta per finire il lavoro prima dell’arrivo della domenica. Leopardi scrive che il sabato è il giorno migliore della settimana, quello più pieno di speranza e di gioia, mentre la domenica, sebbene sia il vero giorno di festa, è colma di tristezza e di noia, che porteranno già a pensare al lavoro del giorno dopo. L’ultima strofa rappresenta, invece, la conclusione filosofica dell’opera, che rende chiaro tutto il significato della poesia; Leopardi paragona la giovinezza della nostra vita al sabato gioioso che precede la domenica, il vero giorno di festa, ovvero l’età adulta. La ragazza e l’anziana signora presentate all’inizio non sono altro che la contrapposizione fra la giovinezza e la speranza che essa comporta e la senilità che rivive la serenità della fanciullezza attraverso la memoria. L’ultima strofa riflessiva vuole proprio mettere in evidenza che nella vita ci comportiamo proprio come quando aspettiamo i giorni di festa: siamo sempre in attesa dell’arrivo della vera festa, dell’età adulta, ma quando finalmente arriva non siamo più felici di poterla vivere perchè con la