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Analisi de la Recherche du Temps Perdu, M. Proust, Guide, Progetti e Ricerche di Letteratura Francese

Breve introduzione dell'opera di M. Proust, analisi specifica de Du côté chez Swann. Analisi pg. 49-50, 98-105, 472-475

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 28/05/2020

beatrice.mundo
beatrice.mundo 🇮🇹

4.7

(3)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi de la Recherche du Temps Perdu, M. Proust e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! La Recherche du temps perdu La Recherche du temps perdu è un romanzo scritto da Marcel Proust a più riprese nel corso della sua vita; la prima pubblicazione dell’opera risale al 1913 pare che la stesura della stessa sia iniziata nel 1909, a seguito della redazione del saggio scritto dallo stesso Proust in cui criticava la teoria dello scrittore Sainte - Beuve, sostenendo che un libro fosse la produzione di una parte di se stessi “autre moi”. La Recherche si divide in sette parti: • Du côté chez Swann. • à l’ombre des jeunes filles en fleurs • La côté de Guermantes • Sodome et Gomorrhe • La prisonnière • Albertine disparue • Le temps retrouvé Ognuno dei romanzi sopra citati ripercorre la vita di un personaggio non ben identificato che la critica definirà narratore, affine allo stesso scrittore. Nell’intera l’opera traspare il senso dello scrivere, la ricerca continua del sentirsi scrittore, le difficoltà connesse di Marcel [chiamato così dalla critica, in realtà il protagonista non ha un nome]; il tutto porta alla creazione di un romanzo sul romanzo, in cui il narratore vuole scrivere il romanzo e si accorge, alla fine del settimo libro che egli stesso ha passato tanto tempo a cercare un qualcosa che era già dentro di lui. Du côté chez Swann Il narratore evoca la sua infanzia a Combray, si parla di un diario intimo dove il protagonista racconta le vicende rivivendole attraverso la memoria, integrando tali eventi con riflessioni. Il primo volume è diviso a sua volta in tre parti: • Combray • Un amour de Swann • Noms de pays: le nom Nella prima sezione, il narratore rievoca la sua infanzia a Combray, residenza estiva della famiglia, attraverso la narrazione si evince una descrizione psicologica del narratore, attraverso un ricordo dei problemi che egli vive da ragazzo. Un esempio è il “drame de mon coucher” in cui il narratore rammenta che alla presenza di ospiti in casa, il sig. Swann, non riceveva il bacio della buonanotte da sua madre, sottolineando il disagio che la mancanza che questa abitudine gli creasse. Ricorda anche altri dettagli della sua infanzia, tra cui le persone, come la zia Léonie e la gente del villaggio, ma anche i luoghi, come la vecchia casa grigia sulla strada, il giardino, le vie, le passeggiate ed il parco dei signori Swann. La seconda segmento è ambientata all’incirca dodici anni prima della nascita di Marcel e narra dell'innamoramento di Charles Swann per Odette, donna dai dubbi gusti e dalla scarsa intelligenza; Swann non l’apprezza ma, una volta innamorato diventa succube , si rende ridicolo e rivela tutta la sua fragilità. Infine la terza ripartizione, introduce il personaggio di Gilberte, figlia di Charles Swann, divenuto padre; il narratore sogna a occhi aperti di viaggiare, visitando varie località. Ci si allontana dalla visione infantile di Combray e ci si avvicina a paesi che Marcel vorrebbe visitare, cui nomi portano il protagonista a fantastiche e farsi suggestionare. Combray, pg. 49 - 50 L’opera inizia con una considerazione del narratore, il quale dichiara di essersi sempre addormentato presto e che il suo stesso corpo, probabilmente stanco, lo faceva riposare senza che egli se ne accorgesse; pare che Marcel si trovi in uno stato di dormiveglia, a metà tra sogno e realtà e che ragioni sulla propria condizione che risulta essere dissimile rispetto alle altre persone. A metà tra sogno e veglia, il protagonista sembra essere in metempsicosi, come se la sua anima fosse staccata dal corpo e si identificasse con gli elementi dell’opera che stava leggendo ed in un momento successivo che essa stessa smette di vagare e si sofferma sulla problematica del narratore: l'insonnia; la mancanza di sonno è una connotazione, rappresenta un tempo perso che necessita di essere recuperato, la perdita di coscienza dell’io nei confronti del mondo esterno, dove il protagonista si rifugia come se cercasse protezione. Una volta terminato lo stato di trance, lo stesso Marcel si risveglia nella sua camera da letto, avvolto nel buio più totale, quasi rincuorato dallo stesso. L’attenzione del lettore viene successivamente spostata sull’ambiente esterno, Proust utilizza il fattore uditivo paragonando il fischio di un treno con il canto d'un uccello di bosco, sottolineando la distanza della propria dimensione da quella esterna; siamo sbalzati da un buio dolce e avvolgente ad una dimensione di luce e speranza evidenziata dal viaggiatore che parte per un’altra avventura. Potremmo azzardare e pensare che questo viaggio sia lo stesso che il narratore compie tra i propri ricordi, i quali vengono profondamente analizzati, rivisti e commentati ma al passo con il lettore; entrambi seguono lo stesso percorso, la voce narrante non è onnisciente e non anticipa avvenimenti. Combray, pg. 98 - 105 provava perché non lo dimostrava apertamente e ne avrebbero riso come dei bambini, additando Charles come pazzo. L’individuo sembra essere sull’orlo della pazzia, Proust rallenta la narrazione ed esalta l’angoscia di Swann introducendo l’elemento sonoro degli strumenti musicali. 2. La “petite phrase”, l’air national de l’amour, rappresenta il sentimento che Charles Swann nutre per Odette de Crécy, potremmo azzardare a considerare che musica e sentimenti viaggiano di pari passo, e che le note musicali prodotte dagli strumenti generano una melodia dettata solo dall’apparenza e di per sé vuota, così come l’amore della coppia non fosse altro che pura sembianza; questo permette a Swann di cullarsi nel suo vagheggiamento fino alla fine della sonata. Proust utilizza sia la metafora sopra citata, che metonimia con cui confronta la stessa musica con una dea protettrice del suo amore che attraverso il componimento lo ha portato ad una follia momentanea per potergli indicare la realtà dei fatti. La sonata di Vinteuil porta alla luce, con una certa malinconia, ricordi felici in cui la donna poteva essere innamorata; questo è un altro esempio di memoria involontaria, infatti è il componimento a provocare le reminiscenze e che porta Charles ad analizzare il concetto di amore. Come già anticipato, l’uomo è ossessionato, geloso e il non sapere nel minimo dettaglio gli spostamenti dell'amata” lo assilla, perché ella si era fermamente opposta, seppur in modo civettuolo, al suo atteggiamento. Nella digressione si alternano episodi in cui Swann vuole sempre più coinvolgersi con Odette ed altri nei quali la disprezza seccato perché ritenuta povera di contenuti, poco sensibile; un esempio è l’insistenza della donna nel voler andare più spesso da lui. 3. Nell’ultima parte del componimento appena il violino tocca le corde alte l’uomo rimane senza fiato, in quanto pare che il violinista stia sforzando quasi fino al punto di rottura il suo strumento così come è stremata la relazione tra l’uomo e la donna. L’uomo si ritrova faccia a faccia con un se stesso che è stato amato più di quanto lui non lo sia ora, mentre ascolta la sonata, inizialmente prova un sentimento di pietà ma in un secondo momento questa viene meno, scatenando solamente ira verso il suo ante e nei confronti di tutti gli uomini che la donna aveva posseduto perché si chiede se lei li abbia effettivamente mai amati e se abbia condiviso gli stessi sentimenti con qualcun altro che non fosse stato lui. Charles comprende che il suo non è amore, non è presente la purezza del sentimento nei gesti che entrambi compiono; il ritorno alla realtà è dettato dalla caduta del monocolo e dall’atto di pulire la lente dello stesso come se potesse cancellare le sue pene, questo è rappresentato con una metonimia. A rendere l’idea del comportamento di Charles sono le ultime righe del volume: “dire che ho sprecato degli anni della mia vita, che avrei voluto morire, che ho provato il mio amore più grande per un donna che in fondo non mi piaceva, che non era del mio genere”. 4. L’espressione che marca l’apparizione improvvisa del ricordo è “a ouvert plus largement l'âme”, si parla sempre di memoria involontaria ma la rievocazione è diversa, in Combray, per Marcel avviene attraverso un gusto specifico della madeleine intinta nel té mentre per Charles si tratta dell’udito mentre sta comunque pensando ad Odette. Altra caratteristica sta nella reminiscenza stessa, il narratore ne evoca solo una che si riflette sulle altre mentre Swann ne innesca di molteplici, come inondato da una pioggia di queste.
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