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Analisi del film A Qualcuno Piace Caldo (Billy Wilder 1959), Appunti di Storia Del Cinema

Analisi critica sul film di Billy Wilder del 1959 A Qualcuno Piace Caldo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 10/10/2023

francesco-della-paolera
francesco-della-paolera 🇮🇹

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Scarica Analisi del film A Qualcuno Piace Caldo (Billy Wilder 1959) e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! A QUALCUNO PIACE CALDO (Billy Wilder, 1959) TRAMA I musicisti Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon) si mascherano temendo un riconoscimento fatale; testimoni inconsapevoli del crimine, scelgono di unirsi ad una band femminile di cui fa parte Zucchero Kandinsky (Marilyn Monroe), cantante e suonatrice di ukulele con il vizio dell’alcol. Per conquistarla Joe dismette i panni di Josephine e diventa Junior, miliardario glio di un magnate del petrolio (“il signor Shell!”), in realtà il vero riccone Osgood Fielding II (Joe E. Brown), innamorato di Daphne alias Lemmon. OLTRE IL CONTENUTO Lo spettatore è trascinato in questa carambola d’avvenimenti di cui interessa più seguire i percorsi che scorgere la ne. Il tocco di Wilder è sapiente, riconoscibilissimo, sfrutta il principio di ‘realtà’ (il crimine maoso) per innescare un motivo ‘verosimile’ (la fuga); “il resto sono fantasia, gag, ritmo, equivoci a lieto ne”. I protagonisti, spinti a un viaggio obbligato e pericoloso, niscono per trovare in itinere quello che forse non speravano mai. È qui che si annida l’occhio psico-sociologico di Wilder, capace di unire i frusti stilemi della commedia hollywoodiana a un’indagine dai caratteri eminentemente sovrastorici. La sensualità della Monroe, sbarazzina e deliquescente, nasconde un destino di delusioni sentimentali, di sfruttamento amarissimo e oltremodo cinico. A QUALCUNO PIACE CALDO CI PARLA ANCORA Forse nessuna pellicola, col senno del poi, ha saputo catturare così bene l’anima di Marilyn Monroe, già al tempo fortemente instabile come rivela la sua dicoltà a imparare le battute. C’è poi in A qualcuno piace caldo il tema dell’omossesualità strisciante – Jerry scopre di essersi divertito nei panni di Daphne – resa più ‘ardita’ dall’esplicito innamoramento del ricco Osgood il quale, davanti al dis-velamento nale, dichiara con letizia che “nessuno è perfetto“. Billy Wilder osa nel 1959, sdogana il travestitismo e rimuove la patina di umiliazione dall’impotenza maschile, mostrando il macho Curtis nei panni del ‘sedotto’. A qualcuno piace caldo, a ben vedere, è percorso da un ribaltamento di ruoli che è poi – a livello più ampio – uno scardinamento dei più vieti stereotipi sessisti. Sotto la confezione dorata, di commedia memorabile, si nasconde un lm in cui Wilder condanna il moralismo, diverte e scandalizza con consueta vivacità. Assecondare il pubblico, presentandogli il noto, è a volte il modo migliore per scardinarne i criteri. Da dentro, silenziosamente, con tonalità dissacrante. CONTESTUALIZZAZIONE STORICA DEL FILM A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot) è un lm del 1959 diretto dal celebre Billy Wilder nelle vesti anche di co-sceneggiatore insieme a I. A. L. Diamond. La collaborazione tra i due si concretizza con l’intenzione di adattare un soggetto originale nato dalla penna di Robert Thoeren e Michael Logan che avrebbe visto la sua realizzazione nel lm tedesco Fanfaren der Liebe (Kurt Homan, 1951). Questo, infatti, spiegherebbe il motivo per cui spesso e volentieri il successivo adattamento viene addirittura considerato un vero e proprio remake, seppur la precedente versione non contenesse accenni alla vicenda dei gangster, di cui invece la versione americana ne fa motore propulsore della narrazione. La pellicola, invero, riprende un fatto di cronaca realmente avvenuto il 14 febbraio 1929 a Chicago, la Strage di San Valentino appunto, in piena epoca proibizionista e tutto ciò che essa ha comportato, rielaborandola secondo i canoni della Hollywood classica americana entro cui il lm si poggia. Il lm, è chiaramente riscontrabile e a livello visivo e a livello drammaturgico, annovera in sé ogni singolo elemento tipico di una commedia classica degli anni ’60, a partire dal genere di riferimento per arrivare a, come già accennato, nozioni più tecniche di regia e sceneggiatura che si presentano come casi da manuale per la costruzione di un lm hollywoodiano classico. E se una delle peculiarità dei lm classici è quella di presentarsi come prodotti esemplari, A qualcuno piace caldo non si è di certo sottratto a tale destino, diventando oggetto di citazione cinematograca e culturale più in senso lato inuenzando più d’uno: dalla gura di Patrick Swayze nel lm A Wong Foo, grazie di tutto! (Julie Newmar, 1996) chiaramente ispirata al personaggio ttizio di Josephine alias Joe; e ancora nel 2004 il soggetto è stato ripreso nel lm Connie e Carla (Michael Lambeck). Esso viene poi citato nel documentario Le dee dell’amore (Saul J. Turell, 1965) per essere frutto, inne, di un vero e proprio remake russo del 2014 dal titolo V sporte tolko devushki. ANALISI DELLA STRUTTURA NARRATIVA Secondo il Paradigma di Syd Field In quanto lm classico come dicevamo, uno dei modelli perfettamente applicabili utili all’analisi della struttura narrativa e quindi nient’altro che la sceneggiatura, è chiaramente il Paradigma di Syd Field. Esso è caratterizzato dalla tripartizione della storia in tre atti appunto, sulla base di quanto già esposto da Aristotele nella sua Poetica a proposito della tragedia greca per cui i tre atti derivano da uno scherma concettuale inizio-svolgimento-ne sul quale si basa la comprensione di qualunque fenomeno che si svolga compiutamente nel tempo. Osserviamo meglio. ATTO I: “Il primo atto è un’unità, o un blocco, di azione drammatica. Inizia a pagina uno e arriva no al colpo di scena che lo conclude. E’ lungo una trentina di pagine, e viene tenuto insieme dal contesto drammatico che abbiamo denito IMPOSTAZIONE.” E’ in questa sede che ci vengono presentati gli esistenti, vengono introdotti il protagonista (o protagonisti), le sue caratteristiche principali, il mondo ordinario da cui proviene e i suoi conitti. Chicago, 1929. Il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry sono due suonatori jazz al verde vista la condizione precaria data dall’illegalità dei luoghi deputati al loro lavoro in epoca proibizionista. Avendo perso l’ennesima occupazione in seguito ad una retata della polizia in un locale clandestino, ed essendo ormai sul lastrico più tragico tanto da averli obbligati a rinunciare al proprio vestiario, ricominciano l’abituale fedele compagno Jerry, perfettamente abbigliati da donne ormai nel pieno della loro identità femminile ttizia, salgono sul treno che li porterà in Florida insieme all’intera orchestra. ATTO II 6. Prove, Alleati, Nemici/Nuove condizioni La prova principale è quella di riuscire a ngere di essere una donna con tutte le dicoltà che questo comporta, mentre i rapporti con gli altri personaggi della storia si inttiscono sempre più rendendo le dinamiche man mano più intricate. Tutto questo sapendo che un passo falso gli sarebbe costato la vita. 7. Avvicinamento alla caverna/preparazione al cambiamento E’ questo sicuramente il momento in cui Joe inizia a provare dei sentimenti nei confronti della cantante dell’orchestra Zucchero. Questo modicherà sia le dinamiche del protagonista nei confronti degli esistenti, bensì anche in se stesso e nel suo PLOT B (relativo al suo fatal aw e l’incapacità di prendere sul serio una relazione sentimentale). 8. Prova centrale/Grande cambiamento Il momento di tensione maggiore nella costruzione di Joe è sicuramente il piano di seduzione vero e proprio che mette in atto per conquistare Zucchero che lo porterà non solo ad adottare un ulteriore identità ttizia, quella del miliardario Junior Shell, bensì a mettere a rischio quanto di più caro ha in quel momento: la sua identità femminile ttizia di Josephine. 9. Ricompensa/Le conseguenze Per Joe, nulla può essere più graticante a questo punto che avere conferma che la seduzione di Zucchero stia eettivamente funzionando e che anche la donna stia iniziando a provare dei sentimenti per l’uomo conosciuto in Florida. Zucchero, infatti, conda a Josephine le sue intenzioni di voler sposare Junior, non sapendo, chiaramente che l’uomo di cui si sta innamorando è proprio la sua presunta amica. BEAT 9 Zucchero: IMPRESSIONANDOLO (“Suono l’ukulele e canto anche. Siamo un gruppo di ragazze che suonano Jazz caldo”) Joe: CONTRASTANDOLA (“Beh, a qualcuno piace caldo. Io preferisco la musica classica”) BEAT 10 Zucchero: ASSECONDANDOLO E IMPRESSIONANDOLO (“Anch’io. Dopo diplomata ho studiato tre anni al conservatorio”) Joe: ASSECONDANDOLA A SUA VOLTA (“Ottima scuola”) Joe, a questo punto, forte della riuscita della conversazione come da lui previsto, torna a tenere in mano le redini del gioco in modo esplicito. BEAT 11 Joe: APRENDOSI E COMPLIMENTANDOSI (“E’ straordinario che non ci siamo mai incontrati prima. Scommetto che mi ricorderei di una ragazza carina e attraente come lei”) Zucchero: RINGRAZIANDO (“E’ molto gentile”) BEAT 12 Zucchero: APRENDO UN ULTERIORE VARCO (“Cosa fa stasera? Potrebbe venire a sentirci suonare”) Joe: DECLINANDO (“Mi piacerebbe ma temo che sia piuttosto dicile”) BEAT 13 Zucchero: INFORMANDOSI (“Perché?”) Joe: INVENTANDO STORIE PER STUZZICARE LA SUA CURIOSITA’ (“Vengo a terra solo due volte al giorno, quando la marea scende. E’ per via della mia passione, le conchiglie che accomuna anche mio padre e mio nonno, ed ecco perché è il simbolo della nostra benzina: la Shell”) Confrontando i singoli beat appare evidente come seppure il valore primario su cui poggia la scena, ossia il senso della seduzione, rimane costante dall’inizio alla ne, esso cambia nelle modalità con cui investe i personaggi. Zucchero passa da essere oggetto della seduzione ad (apparente) soggetto e conducente della stessa. Joe, a suo modo, passa da essere colui che conduce il gioco ad essere oggetto del desiderio di Zucchero. Da questo momento, nonché la prova centrale di Joe, in poi, sarà compito del protagonista destreggiarsi nel migliore dei modi tra le sue identità e uscirne indenne.
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