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Etnografia del Silenzio nel Mattatoio: Comprendere le Regole Implicite, Schemi e mappe concettuali di Metodologia della ricerca

Un studio etnografico sul concetto di silenzio in un mattatoio francese privato. Il filosofo Charles Taylor afferma che gran parte della nostra azione intelligente si svolge senza essere formulata esplicitamente, e Rèmy mostra come il silenzio, invece di essere un ostacolo alla comprensione, può essere un potente rivelatore delle regole degli attori. come il dosaggio tra esplicito e implicito nella produzione dell'azione varia morfologicamente in base al grado di formalizzazione delle situazioni sociali. Il terreno d'indagine è un mattatoio francese di piccole dimensioni situato in una zona rurale, dove l'azione è sostenuta da un codice e norme implicite. Il documento illustra come il codice implicito distingue il gruppo degli uccisori e quello dei non uccisori, e come le posizioni spaziali permettono di dedurre l'attività dell'attore e il suo ruolo nella situazione.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 26/06/2022

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Scarica Etnografia del Silenzio nel Mattatoio: Comprendere le Regole Implicite e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Metodologia della ricerca solo su Docsity! Info generali Lo studio è stato condotto in un mattatoio in Francia, focalizzato sulle pratiche di due gruppi di lavoratori: gli uccisori e gli impiegati. La discussione teorica si focalizza sull'esistenza di norme implicite all'interno del gruppo dei lavoratori, e sulla possibilità di infrangerle. Il filosofo Charles Taylor afferma che “buona parte della nostra azione intelligente si svolge senza essere formulata\fondata” cioè che è il risultato di una comprensione o attualizzazione che per gran parte non è esplicita e “si attualizza spesso in maniera vaga” o, in altre parole, in silenzio. Da questa premessa, l’articolo di Rèmy vuole caratterizzarsi come uno ‘studio etnografico del silenzio’, mostrando come esso, piuttosto che rappresentare un ostacolo alla comprensione, sia al contrario un potente rivelatore delle regole degli attori. Per farlo ha condotto la sua ricerca in un macello, ossia un’officina specializzata nell’abbattere gli animali e trasformare i corpi in carcasse per il consumo umano. Un luogo dove l’azione è sostenuta da un codice e norme implicite, in modo approssimativo: nel macello non tutti uccidono e ciò porta all’esistenza di tacite separazioni categoriali e spaziali. Il dosaggio normativo tra esplicito ed implicito nella produzione dell’azione varia ‘morfologicamente’ (com’è strutturato?) in funzione del grado di formalizzazione delle situazioni sociali - con questo si intende dire che più un’attività è debole nel suo esplicitarsi\farsi o moralmente carica, tanto più gli attori metteranno in opera un insieme di procedure, spesso implicite, al fine della produzione dell’azione. Come fa notare Taylor, si può dire che alcune norme implicite vengono seguite ovunque vi sia attività sociale - ma il dosaggio esplicito/implicito, ossia l’ampiezza del silenzio, varia secondo il tipo di situazione. Ripensando al mattatoio, si può fare un ragionamento anche più puramente legato al prossimità con l’uccisione (attività moralmente carica = più implicita) Il terreno d’indagine è un mattatoio francese privato di piccole dimensioni, situato nel Massiccio Centrale, una zona rurale. Costruito nel 1969, è gestito da un gruppo di macellai. In questo mattatoio vengono uccisi più o meno da 100 a 200 animali al giorno. La catena di produzione impiega sei uccisori a tempo pieno, due persone preposte al controllo sanitario e una segretaria contabile. Per quanto riguarda lo svolgimento del lavoro, si suddivide in due momenti principali: l’uccisione degli animali e la preparazione(habillage) delle carcasse. L’occultamento dell’uccisione I macelli furono creati all’inizio del XIX secolo in Francia (in precedenza, l’uccisione avveniva per strada) con lo scopo di nascondere l’uccisione, e cessare la banalizzazione della morte e della violenza. La creazione dei mattatoio fa nascere un paradosso: se da un lato permette la regolamentazione dell’abbattimento animale, dall’altro crea spazi “segreti”, al riparo dali sguardi, che rende più libera, autonoma l’uccisione degli animali (viene citato Simmel che dice come le società segrete si caratterizzino per la loro libertà e autonomia interne) - l’uccisione si industrializza e l’uomo perde sensibilità. Metodologia L’inchiesta etnografica è durata tre mesi, suddivisi in tre periodi di osservazione a intervalli di due mesi l’uno dall’altro. La presenza della ricercatrice durante le uccisioni ha provocato un malessere e alcune reazioni da parte degli attori, uccisori o meno, che ha condotto durante il terzo periodo di osservazione a non assistere più all’uccisione (con la conseguenza che i rapporti con i lavoratori risultano più distesi - questo riposizionamente della ricercatrice ci fa capire meglio l'importanza del momento dell’uccisione nella strutturazione delle interazioni fra i lavoratori). La presenza della ricercatrice nel flusso quotidiano (ovvero nel momento in cui le azioni si fanno, Piette 1999) era fondamentale per questo tipo di etnografia dell’azione. E più la sua presenza era accettata e meno aveva possibilità di prendere appunti a caldo, perchè non occupava più la posizione di un estraneo ma era riconosciuta come quasi membro (si parla di peripheral membership, Patricia e Peter Adler 1987) e inizia a prendere parte alle attività principali e ai momenti della giornata dei lavoratori. Gli attori stranieri, ossia gli esterni al mattatoio (ex. un postino), hanno addirittura preso l’abitudine di rivolgersi alla ricercatrice per chiederle di andare a cercare qualcuno o trasmettere un messaggio. L’ordine di senso nella situazione Remy ricorda il codice implicito assoluto: nel mattatoio non tutti uccidono, e ciò comporta un insieme di tacite separazioni categoriali e spaziali. Tale codice distingue il gruppo degli uccisori e da quello dei non uccisori (personale amministrativo e sanitario). Il primo gruppo si divide in sottogruppi: i veri uccisori, gli uccisori occasionali e i non uccisori. Il codice all’interno del mattatoio si divide in differenti norme o regole implicite di comportamento, strettamente legati anche all’ambiente [i due gruppi hanno ciascuno i propri spazi (entrano nell’edificio da porte differenti, non si mescolano mai nel corso della giornata..), i non uccisori non devono guardare l’uccisione così come gli uccisori non devono penetrare nel locale dei non uccisori eccetera]. Quel eccetera è indispensabile perché racchiude la logica implicita di queste regole - il codice è una matrice che orienta l’insieme dei comportamente e può venire declinato sotto forma di varie clausole non fissate una volta per tutte. L’idea è che esista un ordine che lega le azioni, talvolta separate nel tempo e nello spazio, all’interno della situazione sociale - a prescindere dalle azioni. Questo ci porta al dibattito sulla percezione del senso di una situazione e sulla scoperta del condivide implicito a opera del sociologo: come avviene il lavoro di comprensione di un universo normativo? Quéré afferma che per comprendere un universo narrativo bisogna conoscerne i significati, comprendere il significato di un evento equivale ad affermare le potenzialità non ancora attualizzate. Percepire il senso di un avvenimento o di un’azione è comprendere il suo legame con un insieme che lo supera - l’oggetto non può essere percepito come isolato, ma inteso nella sua complessità ossia in quanto parte/fase di una totalità strutturata. Vanno compresi quelli che sono definiti milieux de comportement (ambienti di comportamento) a partire da elementi manifesti e osservabili, partendo dal “tutto” possiamo comprendere, percepire e quindi familiarizzare con le connessioni che vigono
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