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Analisi della tragedia di Lorca, Appunti di Letteratura Spagnola

Un'analisi della tragedia di Lorca, con particolare attenzione al primo quadro del primo atto, al secondo quadro del secondo atto e al primo quadro del terzo atto. Vengono analizzati i personaggi, le dinamiche delle coppie, le immagini poetiche e i simboli presenti nella tragedia. Inoltre, viene descritto come Lorca prepara lo spettatore alla tragedia attraverso l'uso dei sensi. utile per gli studenti di letteratura spagnola che vogliono approfondire la conoscenza della tragedia di Lorca.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 24/05/2022

gloria-paterni
gloria-paterni 🇮🇹

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi della tragedia di Lorca e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Letteratura spagnola – 19 maggio 2022 Il primo quadro termina in modo parallelistico tra la coppia che già esiste e la coppia che sta per nascere. Sembra che la sposa vogli sbrigarsi a sposarsi perché vuole eliminare le altre voci (Leonardo). Allo stesso tempo, la moglie e di Leonardo reagisce. Entrambi i matrimoni non funzionano. Tutto fa intendere che la coppia sposo-sposa riproduca le dinamiche della coppia di Leonardo e la moglie, nel caso di Leonardo è lui ad essere distaccato, mentre nel nuovo matrimonio è la sposa ad essere distaccata. Secondo quadro - secondo atto Il concetto di sangue così tagico ricorda le tragedie di Shakespeare, anche nello stesso “Romeo e Giulietta”. Anche dietro al sangue si ritrova quindi una tradizione. Si percepisce la tensione che scoppierà più avanti. Il fatto che l’atto termini con l’immagine del sangue, e che abbia una tale pesantezza drammatica, è dovuto al lavoro di Lorca che aveva già preparato e predisposto il lettore e lo spettatore alla tragedia. La tragedia non arriva mai all’improvviso. Il ruolo della madre è tragico perché richiama il sangue, che per lei è una forza incontrollabile, che va contro il senso di protezione naturale della madre Ci troviamo di fronte al conflitto interiore della madre. Alla fine dell’atto si concretizzano tutte le immagini e i simboli che avevamo incontrato precedentemente, come ad esempio nella ninna nanna, che portano verso la tragedia: • Il cavallo • L’acqua • Il contrasto tra la madre e il padre • La luce Assistiamo alla preparazione all’epilogo violento dell’opera. La violenza nella tragedia classica non viene mai messa in scena, lo spettatore può vederne le conseguenze ma non può vedere il sangue nella scena. È tipico della tradizione tragica classica. Terzo atto – primo cuadro Il primo quadro è caratterizzato Ci sono i personaggi veri e propri della tragedia: la sposa, lo sposo e Leonardo. Troviamo anche altri personaggi come: i boscaioli. Rappresentano il coro della tragedia classica, in cui avevano il ruolo di commentare, anticipare o raccontare eventi che lo spettatore non vede, fanno da narratori, e narrano da conoscitori degli ambienti e degli eventi. Non sono una voce unica, perché rappresentano punti di vista diversi, in quanto non sono d’accordo tra di loro. Fanno riferimento al cavallo, all’acqua, alle armi e al sangue (pagina 203). Hanno una funzione di accompagnamento, ma devono anche sostenere il tono tragico della scena. esce la luna e la scena si tinge di azzurro. La luna parla in versi, così come fa la mendicante. Anche Leonardo e la sposa parlano in versi. Le parti in versi del primo e secondo atto erano giustificate dal fatto che si trattasse di canzoni, in questo caso sembra che il linguaggio poetico si sia espanso anche in luoghi dove il linguaggio poetico non dovrebbe essere. C’è un elemento di poeticità con cui viene rappresentata la sequenza, in cui si annuncia continuamente la morte. Possiamo vedere il personaggio della morte, ma mai la morte in sé. Come capiamo che sono morti (a pagina 228)? Percepiamo la morte, e sappiamo che morto qualcuno, anche se non lo vediamo. Lo capiamo soprattutto attraverso le didascalie, in cui viene descritta l’ambientazione, Lorca vuole che l’attenzione dello spettatore sia sviluppata dal canale visivo e uditivo. Usa i canali sensoriali per trasportare lo spettatore in una dimensione meno naturalistica e più evocativa. Anche le didascalie brevi, usa i sensi. Far perno sui canali sensoriali ci prepara a percepire quello che accadrà attraverso quei sensi. Vuole che anche il bosco sia rappresentato in modo evocativo e non rappresentativo, accompagnato dal canale uditivo, con i violini. Sentiamo due violini perché due saranno le grida, due saranno i morti. Un atto che è stato caratterizzato da un sottofondo costante si chiude con un silenzio assoluto, che ci preannuncia la fine e la morte. I sensi sono stati preparati durante tutto l’atto a essere ricettivi. Certo è che allo spettatore rimane il dubbio, non sa ancora chi sono i morti. Deve rimanere la suspense. Ad un certo punto, i boscaioli dicono di tagliare un albero, da una parte ha il significato di agevolare la luce della luna e quindi facilitare la morte, mentre dall’altra parte tagliare l’albero ha il senso di uccidere qualcuno. Il bosco rappresenta anche gli individui, tutti quelli che moriranno. Siamo sempre di più trasportati da Lorca nel terreno della poesia. Cosa emerge dal dialogo tra Leonardo e la sposa? Quando gli dice “vai via” è un modo per proteggerlo, se Leonardo stesse con lei, lui rischierebbe. Da una parte si pente perché sa di aver messo in pericolo Leonardo stesso. C’è un conflitto interiore attraverso il quale la sposa si giudica attraverso gli occhi della società (dice di essere una cagna), a causa del gesto che ha fatto nonostante lei sia già sposata. È un’attrazione al quale entrambi hanno provato a resistere, al quale la soluzione sembrava essere il matrimonio, in realtà non sarà così. Ci sono delle potenti immagini poetiche nei lori dialoghi (l’intreccio di mani, sipario di violette, rami azzurri). Non sono immagini concrete ma immagini evocative. Spezzare i rami azzurri potrebbe voler simboleggiare le vene, quindi la morte. L’amore porta quasi all’odio, non verso l’altro, ma verso sé stessi perché non riescono a trattenere l’attrazione. Lui vuole accecarsi pur di non vederla, ma nonostante questo monta il cavallo. Torna anche l’immagine dell’acqua nera che era già presente anche nella ninna nanna. La rappresentazione di quest’amore è animale, quindi si lega bene all’immagine del cavallo. Non a caso siamo nel bosco, che rappresenta l’inciviltà, il contrario della città, è il luogo in cui può accadere di tutto, nell’immaginario comune è tutto ciò che è selvaggio, è il luogo in cui le passioni prendono il sopravvento. C’è una trasposizione poetica del rapporto tra i due. La sposa ha una percezione di sé autogiudicante. Il bosco è il luogo in cui anche il pensiero è libero, lontano da vincoli sociali (Leonardo dice che se pensasse come gli altri, la lascerebbe; però lui pensa diversamente dagli altri). Ci Sono immagini potenti che manifestano l’unione e il dolore tra i due (la corona di spine). La passione tra i due è anche il loro martirio. Uno dei boscaioli disse che è meglio morire con il sangue versato che farsi diventare il sangue amaro per paura di fare ciò che si vorrebbe, è esattamente la filosofia che hanno sposato i due. Lo spettatore, sin dall’inizio, ha il dubbio se lei fosse onesta o meno, se fosse vergine o no. In questo dialogo si capisce che non ha la verginità poiché parlando con Leonardo lo dà per scontato. Lei non ha motivo di mentire con lui perché lui saprebbe se sta dicendo la verità o no. Atto 3 - secondo quadro Ritroviamo di nuovo i versi nel corso del quadro, per esempio all’inizio dove ci sono le ragazze. Ci sono poche parti in prosa, che sono quelle in cui la sposa racconta e dialoga con la madre, esplicitando alcune cose che erano rimaste in sospeso, raccoglie delle immagini che avevamo già trovato nel corso di tutta l’opera. Le ragazze, con cui si apre il quadro, sembrano le parche, le figure mitologiche che avevano la funzione di decidere quando recidere il filo della vita, infatti fanno riferimento alle matasse, hanno tra le loro mani il destino dell’uomo. Compare anche una bambina, che non fa parte delle parche, ma sembra che ne faccia parte; perché le parche nell’antichità erano 3. La suocera di Leonardo parla con la figlia, moglie di Leonardo, ricompare, e dice alla figlia che per lei deve essere morto, ma non dice al lettore se lui sia davvero morto: dice semplicemente alla figlia che non lo deve più considerare perché è scappato con l’altra donna e che a lei deve importare solo dei suoi figli. Assistiamo anche al dialogo della bambina con la mendicante, la mendicante annuncia quello he è successo. Dice di aver visto due uomini, due torrenti finalmente quieti, due uomini morti. E la sposa torna con la gonna e la chioma sporche di sangue. Lo dice in modo evocativo, ma si percepisce il piacere che prova nell’annunciare ciò che è successo. Anche la bambina sancisce la morte con i versi finali, svolge il ruolo di terza parca. La bimba sembra avere un rapporto conflittuale con la morte. la madre vive la morte del figlio con molto silenzio, cerca di evitare di piangere e dice che le sue lacrime arriveranno quando sarà da sola. Lei rifiuta il camposanto, e con questa immagine si amplifica e conferma il suo ruolo drammatico. Il camposanto è qualcosa di istituzionale, è la sepoltura ufficiale e religiosa, metterli sottoterra è come renderli di nuovo vivi, mantenerli in vita. Il legame con la madre con il ciclo della terra irrigata da sangue torna, di nuovo. L’epilogo dell’opera non è la morte ma il dialogo tra la madre e la sposa, e non a caso l’ultima parola è della madre. La tragedia inizia con la madre e termina con la madre. Nel dialogo
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