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Analisi di Ciaula scopre la luna, Guide, Progetti e Ricerche di Italiano

Ciaula scopre la luna, analisi

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 10/09/2023

camillerara
camillerara 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi di Ciaula scopre la luna e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Italiano solo su Docsity! ANALISI DI CIAULA SCOPRE LA LUNA L’ambientazione, una cava di zolfo siciliana, e la situazione iniziale (il contrasto tra i picconieri e il soprastante, il capo degli operai) sembrano riportare la novella nell’ambito della narrativa verista (si pensi a Rosso Malpelo di Giovanni Verga). Siamo in una zolfara, alla fine di una giornata lavorativa. Nella prima sequenza i picconieri si rifiutano di continuare il lavoro, vogliono smettere prima di completare l’estrazione del quantitativo di zolfo previsto. Cacciagallina, il soprastante, reagisce con decisione ma non può far nulla contro gli operai ribelli. Cerca di fermarli all’imbocco della miniera ma tutti riescono a passare, ad eccezione di Zi’ Scarda (seconda sequenza). Costui è un vecchio minatore che ha perso un occhio lavorando alla cava. Dopo una breve digressione sulla menomazione di Zi’ Scarda, la narrazione si sposta su Ciaula, il suo caruso, che è ancora nella miniera. Il ragazzo sta per rivestirsi, per tornare al paese, ma Zi’ Scarda lo blocca: devono continuare a lavorare. A questo punto, la narrazione delle vicende della sera in questione si interrompe: ci si concentra sulla paura di Ciaula per il buio della notte, paura generata dall’incidente accaduto tempo prima, allorché era esplosa una mina nella miniera e, per il terrore, Ciaula si era rifugiato nel cuore delle gallerie tenebrose, nel ventre della terra, nel buio più completo. Dopo questo breve flash-back, la narrazione riprende: Zi’ Scarda e Ciaula finiscono il carico e il caruso, piegato sotto il peso dei sacchi, comincia la risalita verso la superficie, segnata dal crescere, gradino dopo gradino, del terrore per notte che Ciaula immagina là sopra, pronta a ghermirlo col suo buio vuoto. Quando però emerge, ecco gli appare, grande e placida, la Luna, che illumina l’oscurità della notte. Uno spettacolo consueto eppure, ora, così inatteso e carico di un significato epifanico totalmente nuovo. Ciaula si può allora abbandonare alla contemplazione estatica della Natura (nell’ultima sequenza, lirica e carica di emozioni) che, per la prima volta, non sembra respingerlo ma pare abbracciare anche lui, anche un povero essere deriso e calpestato nella sua umanità. Le prime sequenze ci presentano una situazione conflittuale, caratterizzata da una precisa gerarchia sociale: il soprastante, Cacciagallina, quindi sotto di lui i picconieri, poi Zi’ Scarda, il più anziano e meno forte dei minatori, infine il caruso Ciaula. A questa gerarchia sociale corrisponde una struttura spaziale costruita verticalmente: Cacciagallina è in superficie, i minatori ribelli emergono dalla miniera, Ciaula rimane giù, nel fondo delle caverne. Ne uscirà solo alla fine, dopo un percorso doloroso, quasi ripercorrendo il travaglio di un parto. Ciaula, come la critica ha più volte sottolineato, è un essere animalesco, subumano (il suono che emette continuamente, “Crah! Crah!”, è in realtà il verso della cornacchia), privo di coscienza di sé e del mondo. Un bambino prima della nascita. Il suo luogo naturale è la miniera, che rappresenta simbolicamente l’utero materno, il luogo della sicurezza, che lo avvolge e lo protegge con la sua oscurità nota. Ecco, dunque, che il tema, inizialmente in apparenza sociale, diviene esclusivamente esistenziale. La novella si trasforma nel racconto di una nascita: dal profondo della cava, luogo viscerale, prenatale, degli istinti primordiali, della fatica e anche della violenza, alla superficie, alla scoperta della Luna. La nuova nascita di Ciaula, così simile a quella proposta agli adolescenti nei riti di iniziazione presenti in molte tribù primitive, passa attraverso il dolore, la sofferenza della risalita verso la superficie, con il caruso piegato in due dal peso dei sacchi e dalla paura di ciò che lo aspetta. Ma la conclusione è inaspettata e sorprendente: in superficie Ciaula trova la Luna, la cui improvvisa epifania accompagna l’accendersi della nuova coscienza del protagonista. La Luna si contrappone al buio e al vuoto della notte, metaforicamente allusivi alla morte. E’ divinità che giunge in soccorso del povero caruso (non per nulla nella novella l’iniziale della parola è sempre maiuscola: “Luna”), lo salva dal
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