Analisi e descrizione del "Mito della Caverna" di Platone., Appunti di Filosofia

Scarica Analisi e descrizione del "Mito della Caverna" di Platone. e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! IL MITO DELLA CAVERNA DI PLATONE Il mito della Caverna è una sintesi dell’intera teoria di Platone poiché racchiude tutti i principali pensieri e ragionamenti. È contenuto nel dialogo “il Repubblica”. Ci troviamo in un luogo buio, oscuro, su un fondo di una caverna. Qui ci sono degli uomini a terra, dei prigionieri che sono incatenati in modo da non potersi alzare né potersi girare. Possono guardare soltanto il fondo della caverna ma non hanno la possibilità di vedere l’entrata. C’è poi un muretto dietro di loro che fa da divisorio tra il dentro della caverna e quindi l’oscurità e il fuori, la vita. Poco più dietro passano delle donne che trasportano la merce aiutandosi con delle ceramiche sopra la loro testa. Queste “statue” potevano assumere varie forme, da un animale a figure umane. Prima dell’uscita dalla caverna c’è un fuoco che quindi proietta sul fondo di essa le figure trasportate dalle lavoratrici. Il muretto però non lascia passare l’intera ombra ma soltanto quella degli oggetti. Gli schiavi vedono delle figure che si muovono, che sono animate per loro che non sono mai usciti e non hanno mai visto la realtà. Questi prigionieri che sono molteplici discutono e dibattono sulle ombre per dimostrare chi ha ragione. Ad un tratto uno degli schiavi riesce a liberarsi da queste pesanti catene, e per prima cosa si alza e si gira per guardare l’entrata della caverna. Platone qui ci descrive la fatica che fa l’occhio che ha passato tutto il tempo al buio ad abituarsi alla luce. Questa persona vede il fuoco e capisce subito che la caverna non ha luce propria ma quest’ultima è imitazione di qualcos’altro. Continuando a camminare arriva all’ingresso e qui rimane per 3 giorni e 3 notti perché il suo corpo non riesce ad uscire (Platone usa un espressione tipica anche delle religioni). Al terzo giorno esce e vede la vera vita, capisce che dentro la caverna è tutto finzione e si discute del niente. Il personaggio prova varie sensazioni tra cui il fascino di una nuova scoperta, la sorpresa e anche un po' di turbamento. Successivamente vede un lago e rimane sconvolto dal riflesso del sole sull’acqua. Capisce quindi che il mondo terreno riflette il sole. Assimilata questa notizia, il prigioniero decide subito di tornare dagli altri schiavi all’interno della caverna per raccontargli la verità ma non sarà accolto bene… verrà ucciso. Tutti i personaggi e le ambientazioni sono in realtà delle grandi allegorie. Platone usa il mito anche in questo caso come uno strumento per facilitare la comprensione dei suoi contenuti. Gli schiavi, i primi personaggi, sono in realtà i sofisti che non sono realmente interessati a cercare la verità ma sono dei falsi sapienti. Qui Platone riprende la lotta ai sofisti definendoli non saggi. Questi, inoltre, rimangono fissi nelle loro idee, non sono disposti al dialogo. Ragionano sulle apparenze, fanno Doxa.