Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Analisi e descrizione della canzone "Generale" di Francesco De Gregori, Guide, Progetti e Ricerche di Italiano

Questa ricerca contiene una breve introduzione sulla vita di De Gregori e poi una lunga parte dove ho individuato le figure retoriche e il significato della canzone.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 16/09/2021

en34-p
en34-p 🇮🇹

5

(4)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Analisi e descrizione della canzone "Generale" di Francesco De Gregori e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Italiano solo su Docsity! Analisi e significato di “Generale” Francesco De Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951. Trascorre parte della sua infanzia a Pescara per poi fare rientro stabilmente nella Capitale alla fine degli anni Cinquanta. A Roma frequenta il liceo classico Virgilio, dove vive in prima persona gli eventi e i fermenti politici del movimento studentesco del '68. Fortemente ispirato dalla musica e dai testi di Fabrizio De Andrè ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan. De Gregori inizia ad esibirsi, appena sedicenne, al Folkstudio, presentato dal fratello maggiore Luigi, anche lui musicista. De Gregori ha pubblicato 21 album in studio e Generale è un brano contenuto nell'album “De Gregori”, uscito nel 1978. Il testo della canzone fa riferimento al periodo del servizio militare prestato dal cantautore presso il Battaglione alpini “Tirano” in Val Venosta, in Trentino Alto-Adige. La canzone nasce in seguito alla visita in caserma di un generale degli alpini e suscita sentimenti pacifisti e nostalgici di chi si trova lontano da casa per fare il servizio militare. La canzone tratta di un soldato che immagina di rivolgere al proprio "Generale" alcune riflessioni talvolta tristi e talvolta ironiche che affermano l'assurdità delle guerre. Lui stesso, in un'intervista nel 1980 per il programma televisivo Mixer, afferma di aver voluto scrivere questa canzone in ricordo di quei momenti di guerra, e cercato di scrivere una canzone su un ritorno a casa dopo qualsiasi tipo di guerra, quindi o dopo una guerra tradizionale fatta con pistole e armi, o da una guerra quotidiana fatta di lavoro. Più che antimilitarista è una canzone dichiaratamente per la pace. De Gregori dichiarò in un'intervista del 1997 di essersi ispirato allo scrittore Ernest Hemingway e in particolare al romanzo Addio alle armi. ® Analisi Questa canzone ha una struttura inusuale: non ha un vero e proprio ritornello, ma solo un riff di piano che divide le 4 strofe che può quindi essere considerato come una sorta di ritornello, visto che si ripete invariato alla fine di ogni strofa. La canzone è costituita da quattro strofe, la prima e la terza formate da otto versi e la seconda e la quarta formate da sette versi. Ogni strofa è introdotta dalla parola “Generale” facendo capire che “il soldato” sta parlando direttamente al suo superiore. Generale, dietro la collina Ci sta la notte crucca e assassina Personificazione E in mezzo al prato c'è una contadina Curva sul tramonto, sembra una bambina Similitudine Di cinquant'anni e di cinque figli Venuti BimondeeomE conigli Anafora, similitudine Partiti Glimondocome soldati Anafora, similitudine E non ancora tornati La collina citata nel primo verso è il Col di Tarces, in Val Venosta dove il cantautore ha prestato servizio militare. La notte crucca e assassina, cioè di lingua tedesca e intrisa del sangue versato dai nemici indipendentisti altoatesini, il cui scopo era di riportare l’Alto Adige sotto la dominazione Austriaca. Negli ultimi sei versi viene descritta una contadina in mezzo a un prato, abbandonata dai figli, costretti a partire a partire per la guerra. Questa “immagine” prende spunto da un quadro di Giovanni Fattori, in cui è ritratta una contadina. Generale, dietro la stazibhe Assonanza Lo vedi il treno che portava al Sole Metafora, assonanza Non fa più fermate, neanche per pisciare Si va dritti a casa senza più pensare Che la guerra è bella, anche se fa male Antitesi Che torneremo ancora a cantare E a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere Anafora Nei primi quattro versi il sentimento che prevale è quello di speranza. Infatti con la metafora del “treno che portava al sole” il soldato immagina di tornare a casa con un treno che non fa fermate, e che va diretto a casa. L'autore nel quinto e sesto verso descrive come nelle fasi iniziali di una guerra, molti soldati sono presi dall'entusiasmo interventista, tuttavia dopo ci si trovano di fronte alla dura realtà dei fatti. Dunque i soldati, che in prima persona sperimentano la durezza della guerra, al ritorno a casa non pensano più “che la guerra è bella anche se fa male”. Gli ultimi due versi sono una citazione al libro “Addio alle armi” di Ernest Hemingway, dove un'infermiera fa l’amore con il protagonista. Generale, la guerra è finita Il nemico è scappato, è vinto, batti Climax, assonanza Dietro la collina non c'è più ness[ia Assonanza Solo aghi di pino e silenzio e funghi Buoni da mangiare, buoni da secchi Rima interna, anafora Da farci il sugo quando viene Nate Quando i bambini piangono E a dormire non ci vogliono andare In questa strofa, il soldato esprime il proprio parere in merito alla fine della guerra. La vittoria è sempre vista come la sconfitta del nemico, l'abbandono delle armi, la resa. In realtà, il soldato riflette sulla vera
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved