Scarica Analisi e recensione "La mite" di Fëdor Dostoevski e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! RELAZIONE “LA MITE” DI FEDOR DOSTOEVSKIJ Il racconto di Fedor Dostoevskij “La Mite” narra attraverso un monologo la vicenda tra due personaggi, ovvero un proprietario di un banco dei pegni(narratore) e sua moglie,da cui prende nome il racconto. La storia viene raccontata con un grande flashback interrotto da qualche accenno ai momenti attuali. Quando infatti il lettore inizia ad addentrarsi nel racconto, la mite è già morta e giace nell'altra stanza rispetto al narratore. Questo espediente(inizio in medias res) scaturisce immediata curiosità in quanto non si conoscano ancora i caratteri e le intenzioni dei personaggi. Io stessa ho inizialmente pensato ad un omicidio da parte del signore del banco dei pegni, ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che questo fatto fosse improbabile, dato che si viene a conoscenza della psicologia di quest'ultimo. Credo che per leggere questo racconto non ci si debba aspettare grandi complicazioni a livello di trama, quest'ultima è tutto sommato semplice e ben giustificata(a tutte le azioni vengono date delle ragioni). La vera vicenda si basa sui viaggi psicologici del narratore che commenta ogni singolo evento della relazione tra lui e la mite(della quale non viene specificato il nome) che nei primi tempi sembra tranquilla ma che poi si complica e diventa sempre più dolorosa per entrambi. Mi sento di consigliare questo racconto perché se si riesce ad entrare nel flusso di coscienza è estremamente coinvolgente e scorrevole, se però ciò non avviene lo si potrebbe trovare noioso e prolisso. Io l'ho trovato interessante, ma a tratti ho avuto difficoltà nel raggiungere affinità con la vicenda, di sicuro però il registro linguistico accessibile ha impedito che io smettessi di leggere e se anche con qualche pausa mi ha incentivata a continuare. I personaggi a parer mio sono ben sviluppati e come accennato in precedenza, le azioni sono pienamente coerenti e fondate. Ho consultato alcune fonti e ho trovato il parere di Angelo Maria Ripellino che descrive il narratore come permaloso e superbo. Mi trovo in disaccordo con questa affermazione, in primo luogo perché il signore del banco dei pegni è una persona che riconosce e ammette i propri pregi, ma anche le proprie pecche (come per esempio nell'episodio in cui si racconta la sua espulsione dal reggimento per codardia). In secondo luogo egli si ammira ma si disprezza allo stesso tempo, auto-criticandosi e mettendosi in discussione. Inoltre il lettore deve tener presente il fatto che la sua personalità sia amplificata all'estremo dato che la vicenda fondamentalmente è ambientata nei suoi stessi pensieri e per questo motivo prevalga la sincerità. Le sue azioni mostrano al contrario calma e pacatezza(tranne nella parte finale in cui desidera forzatamente di ritrovare una relazione più calorosa con la moglie), ed è interessante proprio l'aspetto tra calma esteriore e tormento interiore. La mite è invece un personaggio molto più ambiguo, perché , nonostante il suo carattere venga descritto nei minimi dettagli, non abbiamo modo di vedere il suo vero punto di vista, non riusciamo a capirne i pensieri, se non solo vagamente tramite le azioni. Il racconto, seppur come dichiarato prima io abbia riscontrato qualche difficoltà, mi è rimasto impresso e credo che valga la pena leggerlo per la grande analisi psicologica al suo interno. I protagonisti non sono né buoni né cattivi, la realtà viene raffigurata in modo veritiero con le sue molteplici sfumature. In conclusione penso che quest'opera sia ottima per approcciarsi, come ho fatto personalmente, al celeberrimo autore, in quanto corta e significativa. In aggiunta mi ha fatto anche ricredere sulla concezione che tendiamo ad avere di questo scrittore, ovvero che sia inaccessibile, quando invece la sua bravura risiede proprio nel descrivere la mente umana per mezzo di una scrittura facilmente comprensibile, non artificiosa e comunicativa nonostante il passare delle epoche.