Scarica Analisi e riassunto di Così è (se vi pare) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! COSI’ E’ (SE VI PARE) La commedia è tratta dalla novella “La Signora Frola e il Signor Ponza suo genero”, Milano, 1917. La stesura della commedia è del marzo-aprile dello stesso anno; la prima rappresentazione a Milano, al Teatro Olimpia (Compagnia Virgilio Talli) nel giugno 1918. Il titolo, dal sapore ironico, racchiude la problematica esistenziale che Pirandello affronta nella storia: l’impossibilità di avere una visione unica e certa della realtà. TRAMA: Singolare è il comportamento del Signor Ponza, di sua moglie e della suocera, Signora Frola, tale da scatenare la morbosa curiosità del gretto ambiente di provincia nel quale sono andati a vivere da poco tempo. La figlia nessuno l’ha mai vista, vive segregata in casa, quasi avvolta nel mistero e ha contatti con la madre, che vive sola in un’altra parte del paese (anche questo è motivo di pettegolezzo), soltanto mediante un cestino, che lei cala dalla finestra, con qualche bigliettino dentro. La Signora Frola, messa alle strette, dopo pietose dissimulazioni, finisce per ammettere che il Signor Ponza, dopo il terremoto in cui sono morti tutti i loro parenti, è posseduto da un amore ossessivo per la moglie, fino a impedire a lei, la madre, di vedere la propria figlia tenuta da lui chiusa in casa. Il Signor Ponza sostiene, invece, che la suocera è pazza, crede che sua figlia sia ancora viva e invece è morta, e la scambia con la sua seconda moglie; egli ha fatto ricorso alla segregazione e alla gelosia per evitarle una grande delusione. La duplice versione dei fatti, cui non si riesce a venire a capo nemmeno in un confronto diretto fra i due rende esasperata la generale curiosità, fino a pretendere che sia chiamata a testimoniare la stessa Signora Ponza, l’unica in grado di chiarire l’ossessionante dilemma. La misteriosa donna arriva col volto simbolicamente velato e alle insistenti domande risponde: «La verità? E solo questa: che io sono, sì, la figlia della Signora Frola – e la seconda moglie del Signor Ponza – sì; e per me nessuna! Nessuna! Per me io sono colei che mi si crede». Si indovina un dramma della follia che ella riusciva a tener nascosto a occhi indiscreti, recitando pietosamente la duplice parte per i due suoi cari. Nessuno potrà mai sapere chi dei due è pazzo. La sua esistenza è votata ad un grande sacrificio; lei per se stessa è nessuna ed esiste nella maniera in cui è creduta dal marito e dalla Signora Frola; nella maniera in cui ciascuno vorrà crederla. La Signora Ponza, con questa sua finale apparizione, così sapientemente preparata, così a lungo alimentata dalla curiosità comune, riesce ad apparire come simbolo della verità che ognuno può credere a suo modo e essere nello stesso tempo, il più umano dei personaggi in cui si riflette la pietà di Pirandello per la follia e per la solitudine. Quindi per l’autore l’uomo non ha una propria essenza a priori, l’uomo diventa una persona solo sotto lo sguardo degli altri, assumendo tanti ruoli e tante maschere, quante sono le persone che lo vedono.