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Analisi e riassunto di Madame Bovary, Appunti di Letteratura Francese

L'analisi comprende appunti presi a lezione integrati con i saggi della dispensa indicati dal professore.

Cosa imparerai

  • Che libri letti da Emma influenzano le sue speranze per la vita?
  • Come viene applicata la tecnica narrativa del contrappunto?
  • Come descriviamo la vita coniugale di Emma?
  • Come si presenta il primo incontro tra Charles e Emma Rouault?
  • Come viene descritta la focalizzazione interna in Madame Bovary?

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 26/09/2022

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Scarica Analisi e riassunto di Madame Bovary e più Appunti in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! MADAME BOVARY GUSTAVE FLAUBERT Madame Bovary è un’opera molto grande divisa in tre parti per un totale di 35 capitoli:   PRIMA PARTE I capitolo: présentation de Charles Bovary. Il primo capitolo comincia con la descrizione di Charles Bovary. Ciò è particolare perché in un romanzo eponimo che porta il titolo di Madame Bovary ci si aspetterebbe di più la descrizione del personaggio principale. Invece l’incipit presenta il marito della donna in un’epoca non corrispondente ai fatti narrati. Ciò accade perché si vuole sottolineare fin da subito la mediocrità che caratterizza il romanzo. Charles viene presentato da giovane quando va a scuola per la prima volta. Egli non sa come comportarsi e come rispondere al professore che gli chiede come si chiama. Per questo viene preso in giro e punito dal professore.  Il romanzo comincia con la prima persona plurale “nous”, che è inclusivo di tutti di personaggi che si trovano a scuola e osservano il nuovo compagno di classe, cosa bizzarra in quanto in un romanzo realista ci si aspetta l’obiettività.   II capitolo: première rencontre entre Charles et Emma Rouault.  Charles in qualità di medico viene chiamato alla fattoria di Emma perché il padre si è rotto una gamba. Anche qui si trovano dei tratti che delineano la sua mediocrità, infatti non sa se andare o meno a guarire il malato, e mentre va ripete tutte le possibilità di frattura che potrebbe trovarsi davanti, cosa che sottolinea la sua insicurezza.  III capitolo: la demande au mariage.  Charles ormai vedovo chiede la mano di Emma con la quale ha stretto un bel rapporto dato le sue continue visite al padre. Emma non è molto attratta da lui fisicamente, ma accetta perché vede in lui la speranza di evadere dalla monotonia di campagna e un mezzo per accedere ad una vita migliore all’altezza dei suoi sogni, nati dalle sue letture d’infanzia.   IV capitolo: la noce.  Descrizione del matrimonio.  V capitolo: vie conjugale, premières déceptions d’Emma.  Emma fin da subito capisce di non essere contenta del suo matrimonio e della piccola città di provincia in cui vive, Tostes. Si rende conto che la vita coniugale non è come l’aveva immaginata lei, ricca di piaceri e lussi. Inizialmente sembra anche gelosa dell’ex moglie di Charles ma in realtà non lo è. VI capitolo: l’éducation et les rêves de la jeune Emma au couvent. In questo capitolo vi è un’analessi, cioè un flashback poiché si torna indietro nel tempo per parlar della gioventù di Emma e della sua educazione presso le suore, in convento. Questo capitolo è fondamentale per farci comprendere che già da giovane badava più alle apparenze che alla sostanza. Infatti ad esempio quando andava in Chiesa, non pregava né ascoltava la messa, ma si perdeva nei suoi pensieri. Inoltre imparerà a suonare il pianoforte, non per il piacere di farlo, ma per stare al passo con le donne aristocratiche. Il capitolo ci propone le letture di Emma durante gli anni del convento: romanzi d’amore come Paul et Virginie con i quali inizierà a sognare una vita all’altezza delle sue letture. Qui getta le basi del suo carattere. Lei non si accontenterà mai proprio perché le sue aspettative superano il reale.     VII capitolo: les réalités de la vie conjugale.   In contrapposizione ai sogni di Emma, vi è la realtà della vita coniugale, molto deludente in quanto caratterizzata da un marito sempre assente, che quando torna da lavoro si aspetta tutto già pronto e poi va a dormire. Il tutto si svolge inoltre in un piccolo paese dove non accade mai nulla.  VIII capitolo: le bal.  Capitolo chiave in cui Charles viene invitato dal Marchese di Andervilles, in qualità di medico della zona, a presiedere al ballo accompagnato dalla moglie. Emma non vede l’ora di andarvi per accedere alla vita aristocratica che aveva sempre sognato. Vi sono forti elementi di focalizzazione interna, di stile indiretto libero, perché ci viene descritto il ballo con tutta la partecipazione emotiva che Emma prova in quel momento. Il ballo viene descritto attraverso gli occhi innamorati di Emma per questo mondo.   IX capitolo: les rêveries d’Emma. Quando Emma torna a Tostes, comincia a sognare e a sperare che un’occasione simile possa ripetersi presto. La sua immaginazione però si urta contro la stupidità di Charles. Passa così un anno e mezzo, nel quale Emma conta i giorni in funzione di quelli che sono passati dal ballo. Non viene più invitata a nessun ballo e cade in preda ad una malattia nervosa, la depressione. Il marito cerca di aiutarla e decide di trasferirsi in un centro più grande per farle cambiare aria. Si recano a Yonville; Emma è incinta.  SECONDA PARTE I capitolo: Description du site Yonville. Vi è la descrizione della cittadina di Yonville e di tutti i suoi abitanti, il farmacista, lo strozzino, i servi. Si tratta di una descrizione importante anche nelle modalità narratologiche perché ci fa capire che non c’è un punto di vista interno, ma il punto di vista onnisciente perché il narratore sa tutto di Yonville, prima, durante e dopo il periodo dell’azione.   II capitolo: Un dîner au Lion d’Or.  Lion d’Or è la pensione dove si trasferiscono i due sposi appena giunti a Yonville. Qui conosce, ad una cena, per la prima volta Léon Dupuis, un assistente notaio, con cui intraprende discorsi interessanti sulle cose che hanno in comune.   III capitolo: naissance de Berthe.  Emma dà alla luce una bambina, lei però voleva un maschio, perché secondo la sua prospettiva la bimba sarà un’altra infelice. Non vuole nemmeno prendersene cura e la affida ad una balia, attirando le critiche della società benpensante di Yonville.   IV capitolo: la vie a Yonville.     V capitolo: Emma découvre l’amour et ses souffrances. Emma comincia a provare sentimenti contrastanti per il suo amante, lo ama ma ha anche l’orgoglio di non concedersi per restare virtuosa, prova però allo stesso tempo odio nei confronti del marito. Ci sono dunque una serie di sentimenti contrastanti tra la vita coniugale e l’amante.   VI capitolo: Le dialogue entre Emma et le prêtre. La donna va a confessarsi e vi è la partenza del suo amante con il quale ha avuto un amore platonico attraverso scambi di sogni e discorsi.  VII capitolo: Rodolphe Boulanger.  UN PERSONAGGIO INTRODUTTORE: CHARLES BOVARY La disposizione generale del libro esclude l’eroina dall’inizio e dall’epilogo della storia, che sono invece destinati a Charles e al farmacista Homais. Ciò ci porta al problema del punto di vista adottato da Flaubert. Questi due personaggi, presentati da lontano e da fuori (personaggi oggetto) forniscono al romanzo un’entrata e un’uscita in cui regna il punto di vista di chi sta ai margini dello spettacolo e lo guarda da lontano e non vuole sapere nulla delle figure che tratta come dei burattini: infatti il romanzo comincia con l’entrata di Charles in classe, che è anche il suo ingresso nel nostro campo visivo e termina con il trionfo dello speziale. Flaubert ha posto lì, alle due porte dell’opera il massimo dell’ironia e del triste sarcasmo, perché è lì che guarda con lo sguardo più estraneo. Il romanzo si organizza così in un movimento che va dall’esterno verso l’interno, dalla superficialità al cuore, dall’indifferenza alla complicità, per poi fare nuovamente il percorso inverso. Mentre però Homais viene sempre visto dall’esterno e questo gli permette di essere usato per l’epilogo, non è lo stesso con Charles. Infatti l’autore, seguendolo nel suo lungo cammino, si avvicina al burattino, che diventa uomo, del quale si viene a conoscenza delle sue origini, la sua infanzia, la sua adolescenza, dei suoi sogni. Il fatto che Charles ha una presenza dominante nel preambolo e che dunque sembra quasi un protagonista provvisorio ha una funzione importante: è infatti nel campo visivo di Charles che emergerà Emma, che verrà gradualmente introdotta e prenderà poi il ruolo principale della scena. Flaubert rinuncia al punto di vista onnisciente, per presentarla dal punto di vista dell’uomo in modo da dare a Emma solo un’immagine provvisoria e superficiale. Il ritratto della donna non viene fatto in maniera globale in un solo momento, alla maniera di Balzac, ma viene fatto in maniera frammentaria e progressiva (prima il candore delle sue unghie, i suoi occhi, le sue labbra carnose, il suo chignon sul collo). All’inizio Charles è al centro del romanzo e sappiamo di Emma solo ciò che lui sa di lei, le uniche parole di lei che conosciamo sono quelle che rivolge a lui e non abbiamo idea di cosa pensa o sente realmente. Emma ci viene mostrata sistematicamente dall’esterno dal punto di vista di Charles. Cosa pensa del marito e del matrimonio e di cosa si aspetta da esso lo sapremo solo dopo, quando Flaubert avvicinandosi ad essa, cambierà il punto di vista e ci aprirà il suo pensiero. Dal capitolo V ciò che era oggetto diventa soggetto, l’attenzione passa da Charles a Emma e il lettore entra nella sua coscienza che fino a quel momento gli era preclusa, come resterà d’altronde per Charles, che non capirà mai a fondo sua moglie e ne sa sempre di meno rispetto a chi legge. Inoltre probabilmente il motivo di fondo della posizione centrale concessa nei primi capitoli all’ufficiale sanitario, è importante perché permette al lettore di sperimentare dall’interno la forma di conoscenza che Charles ha e avrà di sua moglie. L’ARTE DELLE MODULAZIONI Dal capitolo VI, Emma si posiziona al centro, e non ne uscirà più, salvo brevi interruzioni. L’originalità di Flaubert sta proprio nell’accostamento del punto di vista dell’autore e quello dell’eroina, nella loro alternanza ma soprattutto nella predominanza accordata alla visione soggettiva del personaggio. Da questo momento in poi, il problema sarà quello di assicurare i cambi di punti di vista e i passaggi da una prospettiva all’altra, senza interrompere l’azione. Si tratta dell’arte delle modulazioni dei punti di vista, di cui Flaubert fa uso costante. Infatti egli fa alternare il punto di vista di Emma a quello di altri personaggi. IL TEMA DELLA FINESTRA E LA VISTA DALL’ALTO Uno dei ruoli principali all’interno del romanzo è quello detenuto dalla finestra. Essa è un posto privilegiato per i personaggi flaubertiani immobili e portati alla deriva, bloccati nella loro inerzia e legati al vagabondaggio dei loro pensieri. La finestra unisce la chiusura e l’apertura, l’ostacolo e il volo, la chiusura in una stanza e l’espansione al di fuori. Rappresenta un luogo di attesa. Come ha notato Georges Poulet, i personaggi di Flaubert sono predisposti a fissare la propria esistenza su questo punto limitrofo dove si può dimorare e fuggire allo stesso tempo, dato che è il luogo ideale per le fantasticherie. Si tratta infatti di finestre della noia e della fantasticheria.  Finestre e prospettive dall’alto corrispondono a inquadrature in cui il narratore rinuncia ai suoi diritti divini tradizionali, e lascia spazio alla visione soggettiva, in cui l’autore si identifica il più possibile con la sua eroina e guarda il mondo attraverso i suoi occhi. La loro distribuzione nel romanzo è molto significativa: esse sono distribuite in modo non omogeneo, sono assenti nelle fasi attive, dove si consuma la passione, e si moltiplicano nei momenti di attesa e di inerzia. A Tostes, dopo l’invito al castello, una volta finito il ballo, vediamo per la prima volta Emma aprire la finestra e appoggiarvisi. È il momento in cui iniziano le sue fantasticherie, che non cessano più neanche a Yonville. Anche lei prigioniera tra le mura della sua tomba, trova infatti davanti alla finestra un modo per guardare verso tutti gli orizzonti: a Tostes, è dalla finestra che guarda cadere la pioggia e il ripetersi delle monotone giornate del villaggio; a Yonville, è da lì che vede passare l’impiegato del notaio, che vede per la prima volta Rodolphe; è dalla finestra sul giardino che i suoi occhi si perdono tra le nuvole o sui meandri del fiume; è dalla finestra della soffitta (davanti alla quale legge la lettera di rottura dell’amante) che tenta il suicidio la prima volta (introducendo un nuovo tempo di inerzia e stagnazione); e dopo la sua grave malattia, è dalla finestra che riprende i contatti con la vita. Nel romanzo però ci sono anche finestre chiuse e tapparelle abbassate, riservate ai vari momenti in cui Emma non ha bisogno di sprofondare in fantasticherie. Questi momenti corrispondono alla fase iniziale delle sue passioni amorose: un esempio è quando a Rouen con Léon si trova in una macchina con le tende abbassate, poi nella camera da letto dell’albergo, dove vivono rinchiusi per un giorno intero a settimana con serrande e porte chiuse. Accade lo stesso anche con Rodolphe, quando all’inizio della loro relazione, Emma gli fa una sorpresa andando a casa sua. Ma questa prima passione in verità si sviluppa all’aria aperta, tra boschi e giardini. Dunque all’interno del romanzo si alternano sempre momenti di caduta e di ripresa, in cui da un lato Emma sogna ad occhi aperti davanti alla finestra e si abbandona al sapore dei ricordi, mentre dall’altro lato, si abbandona nell’universo pesante e chiuso della sua stanza in cui il tempo è fisso e gli oggetti immobili. La finestra inoltre, offre all’autore interessanti risorse di ripresa, che Flaubert non manca di utilizzare per variare le prospettive della narrazione e ottenere curiosi effetti ottici. È quello che accade al comizio, in cui Emma e Rodolphe, vengono visti dall’alto, dalla finestra del municipio. Ciò serve a rafforzare la distanza ironica con cui l’autore tratta il comizio agricolo, e di conseguenza, l’idillio che vi si mescola in sovrapposizione; inoltre riflette anche il movimento di elevazione che caratterizza l’ingresso di Emma nella vita passionale. Infatti il momento in cui Emma conosce la passione è segnato da un cambiamento nella sua visione delle cose: si adotta una vista panoramica, una prospettiva aerea dalla quale Yonville viene vista in maniera completamente diversa con uno sguardo travolgente e esaltato. D’altra parte, quando l’azione deve avanzare e ci sono nuovi fatti da introdurre, l’autore recupera i suoi diritti sovrani e il suo punto di vista. A volte prende anche le distanze dall’eroina per presentarci i fatti dall’esterno. È ciò che accade quando Léon e Emma sono nella vettura con le tende abbassate, al lettore non è permesso vedere quello che accade lì, ma ne deriva un effetto sorprendente, perché a causa di questa prolungata intimità, diventiamo consapevoli di ciò che è nascosto dietro quel velo abbassato. È nel genio flaubertiano preferire all’evento il suo riflesso nella coscienza, alla passione il sogno della passione, di sostituire all’azione l’assenza dell’azione e ad ogni presenza un vuoto. È proprio qui che trionfa l’arte di Flaubert, in quanto egli si distingue dagli altri romanzieri poiché concentra la sua opera non sugli eventi, ma su ciò che accade tra un evento e l’altro, in cui tutto è immobilizzato. Il miracolo è infatti riuscire a dare vita e densità a questi spazi vuoti. Dunque possiamo dire che Flaubert è il romanziere dell’inazione, della noia e dell’immobilità. Ma egli non lo sapeva, l’ha scoperto mentre scriveva Madame Bovary. TEMATICHE PRINCIPALI Una delle tematiche principali dell’intero romanzo è la bêtise, sinonimo di mediocrità; infatti, tutti i personaggi trattati da Flaubert sono mediocri. In primo piano vi è Charles che dimostra il suo essere mediocre sin dalle prime pagine. Il secondo tema fondamentale è l’Échec et l’ennui, cioè il fallimento e la noia. Soprattutto quest’ultima caratterizza il personaggio principale, Emma, che porterà in campo psicologico la creazione del termine “bovarismo”, inteso come disagio interiore che provoca un’eterna insoddisfazione. Questa condizione è dovuta soprattutto all’influenza ideologica delle letture che Emma ha fatto da giovane, nel convento delle Orsoline, che forgeranno il suo carattere portandola a sperare di vivere nel mondo dei sogni di cui parlano i romanzi romantici che ha letto. Proprio ciò fa sì che un altro tema fondamentale sia quello dell’opposizione costante tra lucidità ed illusione. Inoltre molto importante è la variation des points de vue: ci troviamo in un esempio di realismo soggettivo con focalizzazione interna, in quanto il narratore cede la prospettiva al personaggio, per cui esso diventa “soggetto di coscienza”, cioè il personaggio attraverso la cui prospettiva si descrive il mondo circostante. All’interno di Madame Bovary c’è una costante variazione di punti di vista, tanto che tutti i personaggi diventano “soggetti di coscienza”, elemento che porterà ad identificare la cosiddetta “polifonia” del testo (presenza, appunto, di diverse prospettive, voci).   BOVARYSME Emma Bovary è un personaggio che ci viene sempre descritto attraverso lo sguardo degli altri. È stata educata in convento dove ha iniziato a dedicarsi alla lettura di romanzi romantici. Appena uscita dal convento ha sposato il primo pretendente che gli si è posto davanti, credendo di aver trovato l’amore e convinta di poter cambiare in questo modo la condizione in cui vive. In realtà presto scopre che il matrimonio non ha cambiato nulla, e anzi che ha sposato un uomo mediocre. Dunque inizia a non essere soddisfatta della sua vita e a oscillare tra il mondo dei suoi sogni e quello della mediocrità quotidiana. Anche nelle sue relazioni extraconiugali con Rodolphe e Léon finisce per trovare le stesse delusioni che ha nel matrimonio. Il suo problema consiste nel fatto di vivere di illusioni che lei stessa si crea: in questo modo cade in preda ad una malattia nervosa che prende il nome del suo personaggio: Bovarysme. Si tratta di uno stato di crisi psicologica e morale, di insoddisfazione perenne, un sentimento di frustrazione, di noia accompagnati da una sensazione di fallimento, che la portano ad evadere nell’immaginazione e nei sogni. ASSI DI LETTUR DEL ROMANZO L’opera può essere considerata come: 1. un romanzo di costume, come si evince dal sottotitolo del romanzo, “Moeurs de province” (costumi di provincia);  2. è anche il romanzo dell’amore e dell’adulterio, in quanto presenta un’analisi critica e satirica della passione amorosa di una donna del XIX secolo, con le sue frustrazione e i suoi tentativi di rivolta. Dunque è un romanzo che segue, seppur satiricamente, il tentativo di emancipazione femminile;  - Emma pensait que sa vie est… (discorso indiretto, terza persona, verbo all’imperfetto) Nel SIL non vi è introduzione, ma siamo direttamente di fronte al pensiero del personaggio, alle parole stesse che il personaggio pensa, messe lì nel testo come se fosse una sequenza narrativa, ma in realtà è uno stato epistemologico mostrato. Nella prima parte della citazione è evidente che la prospettiva attraverso cui si guarda ai fatti è quella del narratore e che i pensieri dei personaggi sono riportati in maniera ricorsiva (‘’Elle se demandait si...’’) e che i tempi verbali e i dimostrativi sono da interpretare de re cioè a partire dalla prospettiva del narratore. Nella seconda parte invece, i pensieri sono riportati in maniera non ricorsiva, cioè non c’è nessun elemento citante ''Emma pensó'', '' Emma si chiese''. Se i tempi verbali e i nomi in terza persona devono essere interpretati de re cioè dalla prospettiva del narratore, il deittico temporale ‘maintenant' è da interpretare de dicto, cioè secondo la prospettiva del personaggio. Esso si riferisce al momento stesso in cui Emma sta pensando. Dunque in questo paragrafo lo stile indiretto libero ha un approccio della voce duale, cioè ha due contesti: 1. Contesto dell’enunciazione: corrisponde al momento in cui il narratore sta scrivendo e adotta la sua prospettiva, RIPORTANDO dei pensieri. 2. Contesto del pensiero: punto in cui il pensiero ha un’origine, e che include un soggetto di coscienza. Per cui il pensiero non viene RIPORTATO, ma FORMULATO. Cioè il contesto del pensiero è il momento stesso in cui il personaggio di Emma si trova a letto vicino al marito e insoddisfatta sta pensando alle sue amiche di convento. Secondo Schlenker, in una frase al discorso indiretto libero possiamo individuare entrambi i contesti. Però, i tempi verbali e i pronomi personali o possessivi in una frase allo stile indiretto libero dipendono dal contesto di enunciazione (DE RE), mentre tutti gli altri lessicali (dimostrativi, deittici, avverbi di luogo) dipendono dal contesto del pensiero (DE DICTO) e ciò è chiaro nella frase 'que faisait elle maintenant?'. Qui maintenant che è un deittico temporale dipende dal contesto del pensiero, cioè Emma stessa nel momento in cui sta pensando dirà ORA, mentre se dipendesse dal narratore avrebbe detto '' in quel momento''. Da un punto di vista filosofico, possiamo, a questo punto, differenziare un’interpretazione “DE RE” o “DE DICTO”. Per interpretazione de re si intende la prospettiva del narratore, perché si interpretano le cose a partire da come vengono dette da un’entità narratoriale. Per de dicto, al contrario, si intende la prospettiva del personaggio, perché si interpretano le cose così come vengono pensate dal personaggio.  Il resto dell'articolo si concentra sulla traduzione in italiano di Madame Bovary per mostrare le difficoltà di traduzione interlinguistica di questi processi. Il primo esempio è preso dal terzo capitolo della prima parte del romanzo in cui Charles va a chiedere la mano di Emma da padre Rouault. Si tratta di un discorso indiretto libero che mostra i pensieri del padre di Emma. Qui notiamo che la parola 'décemment' fa parte del contesto del pensiero, così come 'prochaine' che appunto fa sempre parte del contesto del pensiero del personaggio, sennò il narratore l'avrebbe riportato come 'la primavera seguente' e non 'prossima'. Questi effetti interpretativi vengono tradotti bene nella prima traduzione perché nella seconda 'prochaine' si trasforma da contesto del pensiero a contesto dell'enunciazione. Dunque il secondo narratore trasforma degli effetti di focalizzazione interna con la prospettiva sul personaggio, in effetti di focalizzazione zero (onnisciente) sul narratore. Quindi sono effetti interpretativi diversi: si passa da una focalizzazione interna a esterna con effetti di empatia nei confronti del personaggio diversi. Infatti mentre nel primo caso ci si riesce a mettere nei panni del padre che dà in moglie a Charles sua figlia, nel secondo caso si assiste al racconto del narratore e si ha meno possibilità di avere un effetto di empatia nei confronti del personaggio. Vi è infine un secondo esempio che dimostra come la prima traduzione sia più fedele agli effetti di stile indiretto libero e di focalizzazione interna, mentre la seconda pur essendo una buona traduzione perde degli effetti interpretativi e abbiamo un’affabilità più forte ma non interpretativa.
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