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analisi e sintesi de Il Gattopardo, Appunti di Italiano

analisi e sintesi de Il Gattopardo

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 14/06/2020

Alicedac
Alicedac 🇮🇹

4

(1)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica analisi e sintesi de Il Gattopardo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo: - Romanzo storico ambientato nel 1860: il film storico è stato un successo. Il personaggio di Angelica è la Cardinale, la protagonista del libro. Il successo è grande da imprimersi nella cultura creando nuovi termini. - Il gattopardo è lo stemma nobiliare dei principi di Salina e di Don Fabrizio. Tancredi è il suo nipote e si chiama Falconeri. - Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi: intento di preservare i privilegi nobiliari durante il passaggio all’Unità di Italia. Tancredi va in politica come borghese, cambia il regime e il governo e bisogna mutare la forma dello stato ma al potere le stese persone—>trasformismo. Questo atteggiamento diventa gattopardismo ed è stato ancora oggi. - Pubblicato nel 1958: l’epoca è quella di 100 anni fa e fa agire personaggi storici. Non è un periodo in cui il romanzo va di moda perche c’è un cambio radicale dopo Fascismo e guerra, dalla monarchia e Repubblica: si chiede di raccontare il cambimento, delle ressitenza, dei campi e del genocidio. Percio non è piu un genere attuale, bisogna aspettare gli anni 70 con la storia di Elsa Morante “La storia Romanzo”. Si crea un divario tra la pubblicazione del libro e l’epoca storica raccontata. - Si pensa che il romanzo storico non possa avere successo. Recupera un modello dell’800 come Manzoni. Il racconto è di invenzione ma il testo a cui si rifa Tomasi è i Vicerè 1894 di Federico De Roberto. É un romanzo storico, strano che non ha successo ma che diventa letto dopo il Gattopardo. É un romanzo molto scettico con uno scarto breve di racconto perche si tratta di una 30 di anni. Ma cio che succede dopo l’Unità viene visto come un’epoca storica perche le cose sono già cambiate. La vicenda è simile a quella del Gattopardo, la famiglia Uzeda 1 con titolo di Vivere di Sicilia ed è il degenero di una famiglia nobile dopo i Savoia. Anche un indebolimento psichico a causa dei problemi e dei matrimoni in famiglia. L’ultimo erede fa politica nel Senato anche se sono i Savoia al potere. Roamnzo amaro raccontato senza pietàsenza benevolenza verso i personaggi, senza ironia trattandoli male. Il lettore è spiazzato ma legge il testo dopo il successo del Gattopardo. Viene recuperata la lettura del testo. - Nel Gattopardo c’è più ironia e i personaggi anche se pieni di difetti sono visti in modo benevolo. La lingua imita quella dell’800 e non è moderna. - Edizione: complicata perche il libro viene pubblicato nel 58 dopo la morte dell’autore e vince il Premio Strega e viene alimentata la polemica. Feltrinelli e collana diretta da Giorgio Bassani che pubblica libri sperimentali e di avanguardia e d è un autore legato a testi moderni di difficile lettura. Giorgio Bassani poi pubblica questo testo anche se autore classico, i occupa di scegliere i testi da pubblicare e interagisce con gli autori per modificare i testi. Bassani pero decide lo stesso di pubblicarlo perche ne capisce il potenziale. Ormai è tardi per l’autore perche l’autore muore, il libro già si conosceva ma si Enaudi che Mondadori non hanno voluto pubblicarlo. - Vittorini non aveva voluto pubblicarlo per Mondadori nel 56. I pareri sono. Contrastanti nella che editrici e Vittorini decide infine che non lo sa ma consiglia di aggiungere qualcosa—>penna rossa sul manoscritto. Solo che la Mondadori non può permettersi i seguire la riscrittura dei romanzi in quel periodo perche l’investimento di denaro è troppo. Vittorini ha pero la copla di aver rifiutato il libro la volta dopo. Neanche Einaudi non lo pubblica nella collana I gettoni perche Tomasi non è un romanziere giovane ed esordiente come lo sono gli autori pubblicati da questa collana. Vittorini poi predilige due linee: 2 - Rapporti tra Tomasi di Lampedusa e il cugino Piccolo, viene ricostruito il rapporto tra i personaggi—>ripropongono degli aspetti autobiografici di Tomasi. - Il gattopardo: Salvatore Silvano Nigro IL PRINCIPE FULVO La rivoluzione borghese saliva le scale del palazzo di Donnafugata sugli scombinati stivaletti con bottoni e dentro il frac di pessima sartoria, disconcio quanto il cilindro in testa al cafone in un verso di Eliot, del sindaco Calogero Sedàra. Il cravattino bianco e la coda forcuta, disegnata in aria dalle falde nere, facevano di Sedàra una rondine: l’incarnazione della progressiva rapina delle proprietà terriere del principe di Salina che, come rondini migratrici, andavano prendendo il volo verso approdi sedareschi. Del «fatale» arrivo venne dato ridacchiante annuncio al Principe. Al quale però «la notizia fece un effetto maggiore del bollettino dello sbarco a Marsala». L’enormità inavvertita della situazione non riguardava la foggia del vestito dell’ospite, ma l’evidente inattualità del Principe, ormai, sorpreso, mortificato e ferito, nella sua aristocratica noncuranza e nel suo superiore bon ton, dal suo stesso galateo di classe inopinatamente impugnato e volgarmente applicato da uno sciacalletto di sindaco. Don Fabrizio aveva invitato a pranzo gli amici umili e le autorità civili e religiose di Donnafugata. E aveva avuto il garbo di non mettersi «in abito da sera per non imbarazzare gli ospiti che, evidentemente non ne possedevano». Sedàra non aveva avuto ritegno. Era entrato impettito in società, con il suo sbilenco vestito da cerimonia, e nel rispetto di una per lui esotica etichetta. Il Principe aveva dovuto incassare il colpo. Si era visto costretto «a ricevere, vestito da pomeriggio, un invitato che si presentava, a buon diritto, in abito da sera». Con Sedàra, con questo «mucchietto di astuzia, di abiti mal tagliati, di oro e d’ignoranza», il Principe dovrà abbassarsi a regolarizzare il «baratto» tra il blasone di Tancredi, che non aveva portafoglio, e i titoli finanziari di Angelica che aveva terre al sole. Sarà una 5 questione privata, ma nel contesto di una generale baratteria storica. [...] Letteratura italiana – 2019/2020 40 Giuseppe Tomasi di Lampedusa IL GATTOPARDO PARTE QUARTA Dai più frequenti contatti derivati dall’accordo nuziale cominciò a nascere in Don Fabrizio una curiosa ammirazione per i meriti di Sedàra. La consuetudine fini con l’abituarlo alle guance mal rasate, all’accento plebeo, agli abiti bislacchi ed al persistente olezzo di sudore, ed egli fu libero di avvedersi della rara intelligenza dell’uomo;—>Sedara pero è intelligente e sa fare i soldi molti problemi che apparivano insolubili al Principe venivano risolti in quattro e quattro otto da don Calogero; liberato come questi era dalle cento pastoie che l’onestà, la decenza e magari la buona educazione impongono alle azioni di molti altri uomini, egli procedeva nella foresta della vita con la sicurezza di un elefante che, svellendo alberi e calpestando tane avanza in linea retta non avvertendo neppure i graffi delle spine e i guaiti dei sopraffatti. —>prende in giro il personaggio in modo ironico e c’è una forma d benevolenza nei confronti del personaggio. Don Calogero prosegue dritto per la sua strada senza problemi. Allevato, invece, in vallette amene percorse dagli zeffiri cortesi dei “Per piacere” “ti sarei grato” “mi faresti un favore” “sei stato molto gentile,” il Principe adesso, quando chiacchierava con don Calogero, si trovava allo scoperto su una landa spazzata da venti asciutti e, pur continuando a preferire in cuor suo gli anfratti dei monti, non poteva non ammirare la foga di queste correnti d’aria che dai lecci e dai cedri di Donnafugata traeva arpeggi mai uditi prima.—>opposizione tra la foresta spazzata di Calogero e il luogo riparato del principe pieno di etichette che diventano pero ipocrisie e inibiscono le azioni dirette. 6 Pian piano, quasi senza avvedersene, Don Fabrizio esponeva a don Calogero i propri affari che erano numerosi, complessi e da lui stesso mal conosciuti; questo non già per difetto di penetrazione ma per una sorta di sprezzante indifferenza al riguardo di questo genere di cose, reputate infime, e causata in fondo dalla indolenza e dalla sempre sperimentata facilità con la quale era uscito dai mali passi mediante la vendita di qualche ventina fra le migliaia dei propri ettari. —-> Il principe vende i suoi averi ai borghesi per avere più soldi mal ce vada avrebbe risolto con la vendita e non c’era per lui bisogno di fare i conti. Sedara fa per lui i conti e i principi diventano degli esosi, senza impedir che il patrimonio diventi più solttile. Gli atti che don Calogero consigliava dopo aver ascoltato dal Principe e riordinato da sé il racconto, erano quanto mai opportuni e di effetto immediato, ma il risultato finale dei consigli concepiti con crudele efficienza ed applicati dal bonario Don Fabrizio con timorata mollezza, fu che con l’andar degli anni casa Salina si acquistò fama di esosità verso i propri dipendenti, fama in realtà quanto mai immeritata ma che distrusse il prestigio di essa a Donnafugata ed a Querceta, senza che peraltro il franare del patrimonio venisse in alcun modo arginato. Non sarebbe equo tacere che una frequentazione più assidua del Principe aveva avuto un certo effetto anche su Sedàra. Sino a quel momento egli aveva incontrato degli aristocratici soltanto in riunioni di affari (cioè di compravendite) o in seguito ad eccezionalissimi e lunghissimamente meditati inviti a feste, due sorta di eventualità durante le quali questi singolari esemplari sociali non mostrano il proprio aspetto migliore. In occasione di questi incontri egli si era formato la convinzione che l’aristocrazia consistesse unicamente di uomini-pecore, che esistevano soltanto per abbandonare la lana dei loro beni alle sue forbici tosatrici ed il nome, illuminato da un inspiegabile prestigio, a 7
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