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Analisi estratto “L'albero della libertà e Roma capitale” da “Cento anni” di Rovani, Appunti di Italiano

Un estratto del romanzo 'Cento anni' che copre un secolo di storia, dal 1750 fino ai primi anni 60 del 1800. L'estratto è ambientato a Roma nel 1798, quando Napoleone con la campagna d'Italia creò le repubbliche ispirate alla Rivoluzione francese. Il brano riporta il comizio improvvisato nel foro di Roma dall'avvocato Corona, uno dei capi della rivoluzione. Il testo fa riferimento alla figura di Napoleone e alla metafora dell'albero della libertà come simbolo della Rivoluzione francese.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 03/10/2023

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4.5

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Scarica Analisi estratto “L'albero della libertà e Roma capitale” da “Cento anni” di Rovani e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! “L’albero della libertà e Roma capitale”, da “CENTO ANNI”, di Rovani Il romanzo “Cento anni” copre un secolo di storia, dal 1750 fino ai primi anni 60 del 1800 . La storia nasce dal furto di un testamento, che getta nella povertà una famiglia; quindi, l’arco di cento anni il romanzo racconta come questa famiglia piano piano cercherà di risalire la scala sociale e di tornare in possesso della loro eredità. L’estratto dal romanzo “Cento anni” è ambientato a Roma nel 1798, quando Napoleone con la campagna d’Italia creò le repubbliche ispirate alla Rivoluzione francese. Perciò, in questo testo viene raccontato ciò che accade in seguito alla proclamazione della Repubblica romana. Questo brano riporta il comizio improvvisato nel foro di Roma dall’avvocato Corona, uno dei capi della rivoluzione. Oltre a celebrare i valori repubblicani della libertà, dell’uguaglianza, della patria e della virtù, l’avvocato Corona prefigura il glorioso destino di Roma capitale d’Italia. Questo discorso intrinseco di retorica risorgimentale si apre con un riferimento all’albero della libertà uno dei simboli della Rivoluzione francese, inteso non come un reale albero, bastava che fosse, ad esempio, un palo con un fiocco tricolore o una bandiera. L’albero è una metafora che permette a chi sta parlando di alludere all’unità nazionale, infatti, con l’istituzione della Repubblica a Roma, comincia a nascere con spirito nazionale che poi porterà all’Italia unita. Quindi, la metafora della pianta che cresce, è anche una metafora che indica l’inizio di un percorso che porterà l’Italia unita. Nella prima parte del testo si fa riferimento alla dichiarazione dei diritti dell’uomo del cittadino, emanata in seguito alla Rivoluzione francese. Quindi, si denota la speranza di una società più giusta, in cui non contano i privilegi e i titoli, ma la legge e l’uguaglianza tra gli uomini. Al verso 22 e 23, le parole di “viva la libertà, viva l’uguaglianza, viva la Repubblica, viva Roma” sono in rilievo dal momento che è come se fossero le parole del pubblico, dell’uditorio dell’avvocato che sta parlando. In particolare, le parole di “viva Roma” riprendono l’idea di Carducci del popolo italiano come erede del grande impero di Roma; quindi, non si tratta solo di un’esigenza di avere una capitale, ma l’esigenza di ricollegarsi alle pagine più gloriose della storia d’Italia. Ai versi 33-34-35, è presente la metafora della nazione come persona in carne ed ossa, con cuore e membra. Il cuore dell’Italia, Roma, non è libero di funzionare a dovere e per questo ne risentono tutte le altre regioni, le membra. Quindi, la fine del potere temporale dei papi viene considerata la causa del Risorgimento nazionale. Verso il verso 40 si riprende l’importanza di Roma con l’attività classica, dicendo che, se il popolo romano è capace di immaginare la grandezza passata , questo vuol dire che prima o poi vi sarà anche la grandezza futura. Poi, al verso 50, vi è una metafora astronomica: una volta che risorge Roma, tutti gli altri italiani orbitano attorno al sole, Roma. Inoltre, è importante sottolineare che questo brano fa riferimento alla figura di Napoleone, infatti, tutto il primo 800 è caratterizzato da una nostalgia fortissima per Napoleone. E Napoleone viene ripreso in chiave patriottica, poiché aveva dato vita ad un regno d’Italia, regno che, però, durò pochissimo, dal 1805 al 1814. Questo regno comprendeva i territori dell’Italia settentrionale e dell’Italia centrale, ad esclusione della Toscana e della zona del Lazio. Così, grazie a Napoleone, per la prima volta, una parte dell’Italia era stata unificata. Perciò, Napoleone viene ripreso in chiave risorgimentale, ma non solo, infatti, Napoleone era anche un modello di vita e di società. In una società in cui la mobilità sociale era quasi inesistente, Napoleone era l’esempio del soldato che, grazie ai propri meriti, divenne imperatore; quindi, era l’esempio di come intraprendendo la carriera di soldato, si potesse non solo guadagnare qualcosa, ma anche salire lungo la scala sociale. Così, per i lettori dell’epoca, Napoleone era il simbolo della prima unità d’Italia e dell’idea di una società che non era più quella della restaurazione fondata sulla nobiltà di nascita, ma fondata sui criteri del merito. L’idea di società che ha dato Napoleone era un’idea concreta, che egli stesso aveva sperimentato, non solo come semplice soldato che divenne imperatore, ma anche come provinciale in grado di salire i gradini della scala sociale. Questo modello si differenzia da quello dato, ad esempio, da Leopardi nella poesia de “ La ginestra ” con la metafora della “social catena” come soluzione del ciclo di produzione e distruzione di cui fa parte l’uomo, così come la ginestra. Con la catena sociale, intesa come solidarietà tra gli uomini, Leopardi intendeva il fare fronte comune contro la natura, concentrandosi sempre sul comportamento individuale del singolo. L’unico problema di questa soluzione è che Leopardi non esplicita su come poi possa attualizzarsi concretamente nella politica e nella società. Perciò, il riferimento alla figura di Napoleone da parte di Rovani trasmette un sentimento di defraudazione e nostalgia delle esperienze eccezionali della grande figura di Napoleone, infatti, egli nacque in seguito alla fine delle regime di Napoleone (1818).
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