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analisi film la vita è bella, Guide, Progetti e Ricerche di Storia Del Cinema

analisi film la vita è bella esame cinema

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020
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Caricato il 28/05/2020

alessandra.ligori
alessandra.ligori 🇮🇹

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Scarica analisi film la vita è bella e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Area tematica: il rapporto padre e figlio Consigliato per la Scuola secondaria di primo grado Titolo film: La vita è bella Scheda tecnica e artistica Un film di Roberto Benigni. Con Horst Buchholz, Roberto Benigni, Giustino Durano, Nicoletta Braschi, Giuliana Lojodice Giorgio Cantarini, Gina Rovere, Lydia Alfonsi, Marisa Paredes, Franco Mescolini, Andrea Tidona, Massimo Salvianti, Nino Prester, Francesco Guzzo, Richard Sammel Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 131 min. - Italia 1997 La trama Il fim racconta la storia di Guido che insieme al fratello Ferruccio decide di lasciare la campagna per trasferirsi in città con il sogno di aprire una libreria nel centro storico. In attesa di realizzare le loro speranze, Guido trova lavoro come cameriere al Grand Hotel dove incontrerà e conoscerà la maestrina, Dora, e per conquistarla inventerà l'impossibile (le appare continuamente davanti, si traveste da ispettore di scuola, la rapisce con la Balilla.) Dora però si deve sposare con un vecchio compagno di scuola, anche non è soddisfatta del carattere dell'uomo che negli ultimi tempi sembra molto cambiato. Quando al Grand Hotel viene annunciato il matrimonio, Guido irrompe nella sala in groppa ad una puledro e porta via Dora. I due si sposano ed hanno un bambino che chiameranno Giosuè. Arrivano le leggi razziali, arriva la guerra. Guido, di religione ebraica, viene deportato insieme al figlioletto mentre Dora va da un'altra parte. Nel campo di concentramento, per tenere il figlio al riparo dai crimini che vengono perpetrati, Guido fa credere che loro fanno parte di un gioco a punti, in cui bisogna superare delle prove per vincere. Così va avanti, fino al giorno in cui Guido viene allontanato ed eliminato. Ma la guerra nel frattempo è finita, Giosuè esce, incontra la madre e le va incontro contento, dicendo "abbiamo vinto". La regia di Roberto Benigni Roberto Benigni, nasce il 27 ottobre 1952 a Castiglion Fiorentino. Figlio di Luigi e di Isolina Papini, entrambi contadini, è l'unico maschio dopo tre sorelle, Bruna, Albertina e Anna. La decisione di tentare la carriera di attore Benigni la prende nel 1972: a vent'anni, con la sola chitarra per bagaglio, parte per Roma con tre amici - Silvano Ambrogi, Carlo Monni e Aldo Buti - con i quali debutta al teatro dei Satiri con la commedia "I Burosauri" di Silvano Ambrogi. Il primo ruolo cinematografico di Benigni è del 1977, nel film che subisce pesanti interventi censori, "Berlinguer ti voglio bene" di Giuseppe Bertolucci, che scrive poi per lui il monologo del 'Cioni Mario di Gaspare fu Giulia', personaggio che Benigni porta al successo sui palcoscenici italiani. Nel 1979 è il protagonista del film "Chiedo asilo" di Marco Ferreri. Seguono "Il pap'occhio" di Renzo Arbore e "Il minestrone" di Sergio Citti. Per il suo debutto alla regia bisogna aspettare il 1983, quando dirige e interpreta "Tu mi turbi". (Durante le riprese di questo film conosce Nicoletta Braschi che diventerà sua moglie il 26 dicembre 1991.) Da quel momento in poi Benigni recita sempre più spesso in film da lui stesso scritti e diretti. Nel 1993 veste i panni del figlio segreto dell'ispettore Clouseau ne "Il figlio della pantera rosa" di Blake Edwards. In parallelo, però, Benigni porta avanti la sua attività di regista e di sceneggiatore (oltre che di attore) di film in cui spesso compare anche la moglie Nicoletta Braschi. Nascono così nell' '84, accanto Massimo Troisi, "Non ci resta che piangere", nell'88, con Walter Matthau, "Il piccolo diavolo”, nel '91 "Johnny Stecchino" e nel '95 "Il mostro". Tutti film che ottengono un vasto successo tra il pubblico italiano. Al successo internazionale Benigni arriva con "La vita è bella", che nel 1999 gli vale l'Oscar come migliore attore, il primo non anglosassone a vincerlo, premio che lui va a ritirare dalla mani di Sophia Loren camminando sulle poltroncine della sala. Nel 2002 porta sullo schermo la storia del burattino "Pinocchio" di Carlo Collodi e nel 2005 "La tigre e la neve" in cui vuole ribadire il valore universale della poesia in opposizione all'insensatezza di ogni guerra. E proprio alla poesia, in particolare a Dante Alighieri, dedica molto del suo tempo recitando e commentando i canti della "Divina Commedia", in un tour "Tutto Dante". Commento del regista: È una storia sdrammatica, un film sdrammatico perché la vita è bella e nell'orrore c'è il germe della speranza, c'è qualcosa che resiste a tutto, a ogni distruzione…” Parliamo di…. contenuti: L'autore in maniera leggera e a volte comica racconta la guerra nazista vista dagli occhi di un bambino. Il film, può essere diviso in due parte: la prima racconta la vita normale, felice e divertente di un giovane italiano ebreo negli anni trenta, prima della guerra, la seconda, molto drammatica, si svolge interamente all'interno di un lager nazista a Trieste. Il film oltre a narrare le terribili vicende della guerra nazista rappresenta una inno alla vita, che nonostante le atrocità vince su tutto. I temi trattati sono: l’Olocausto, l’amicizia tra Ferruccio e Guido, l’amore di Guido per Dora, l’amore tra il padre Guido e figlio Giosuè. Il padre Vincenzo tenterà in tutti i modi di proteggere fisicamente il figlio ma soprattutto di salvaguardare la sua anima. I dialoghi tra i due personaggi sono tristi e divertenti nello stesso tempo, e le menzogne raccontate dal padre sono dettate dal desiderio di lasciare nel figlio la speranza che il mondo non sia come disumanamente i nazisti lo fanno sembrare ma come il bambino si aspetta di trovarlo. Un padre che promette e mantiene, infatti alla fine arriverà davvero il carro armato, simbolo di libertà e speranza. Un rapporto padre figlio molto idilliaco, caratterizzato da dialoghi intimi e da un forte senso di fiducia e amore. Notizie e curiosità
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