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Il furto dei soldi e la fuga di Marion Crane: Analisi di Hitchcock e Schizofrenia, Sintesi del corso di Teoria Del Cinema

Psicologia e cinemaPsicologia del cinemaAnalisi cinematograficaStoria del cinema

Analisi del film 'Psycho' di Alfred Hitchcock, con particolare attenzione alla tematica della schizofrenia e al dualismo tra Marion Crane e Norman Bates. La documentazione descrive la trama del film, i simbolismi e i dettagli tecnici, come inquadrature, suoni e scene famose. anche informazioni sulla psicologia dei personaggi e sull'influenza del regista sulla narrativa.

Cosa imparerai

  • Quali scene e dettagli tecnici rendono 'Psycho' unico tra i film di Alfred Hitchcock?
  • Che tema psicologico caratterizza il film 'Psycho' di Alfred Hitchcock?
  • Come il regista Alfred Hitchcock utilizza la schizofrenia come tema in 'Psycho'?

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 13/02/2022

emanuela-rossi-3
emanuela-rossi-3 🇮🇹

3.3

(3)

23 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il furto dei soldi e la fuga di Marion Crane: Analisi di Hitchcock e Schizofrenia e più Sintesi del corso in PDF di Teoria Del Cinema solo su Docsity! PSYCHO (1960) È un film in bianco e nero. In un’intervista con Truffaut Hitchcock dice In questo film possiamo vedere un uso esemplare della cinematografia come ad esempio il montaggio, il sonoro, le inquadrature. È un cinema in cui non conta il messaggio ma deve generare emozioni di massa, è un cinema puro. PARTE I: Il furto dei soldi e la fuga di Marion Crane SCHIZOFRENIA/DUALISMO: Psycho è caratterizzato dalla schizofrenia. Il dualismo, la scissione in due della personalità accompagnano l’intero film. Già nei titoli iniziali si poteva intuire questo tema infatti le scritte e le figure scorrono lungo un piano orizzontale e uno verticale. VOYERISMO: Un altro tema importante è il voyerismo che è l’attitudine per cui una persona guarda qualcuno senza però che il soggetto guardato sappia che lo stanno guardando. È come se rapinassi la tua immagine senza che tu lo sappia. Scena Iniziale Il film inizia con un movimento di macchina dall’alto a volo d’uccello sui tetti della città Phoenix. Il nome non è casuale, infatti richiama il nome di un uccello, fenice, un tema assai ricorrente nei film di Hitchcock. Tramite le didascalie spazio temporale sappiamo Dove ci troviamo e QUANDO. La scena prosegue con un avvicinamento alla finestra (altra figura chiave dei film di H) che entra in un luogo proibito e uno dei luoghi simbolo, la camera da letto. (sguardo voyerismo). → Qui la camera da letto rappresenta il luogo di due amanti illegali. Seconda scena In questa scena c’è un cameo di Hitchcock, girato di spalle fuori dall’agenzia immobiliare con un grande cappello da cowboy bianco. Ci troviamo fuori l’ufficio di Merion. I due protagonisti hanno usato la pausa pranzo per fare l’amore ma lei non vuole più nascondere la loro relazione. In questa scena sono da apprezzare le belle inquadrature realizzate in uno spazio piccolo. Altro tema ricorrente sono gli specchi, i quali indicano duplicazione del corpo (tema duplicità). In questa scena Merion si guarda allo specchio ma noi non lo vediamo, infatti lo specchio viene ripreso solo quando lei non si specchia. In questa scena Merion indossa della biancheria bianca. Terza scena Si passa poi ad un luogo di affari dove il denaro è il protagonista della scena. Il denaro è infatti il tema della discussione in cui Merion è triste perché non hanno abbastanza soldi per sposarsi per diventare una coppia legale. In questa scena Merion cambia la sua biancheria in nero, sta emotivamente cambiando. (tema duplicità). Quarta scena Merion è in camera da letto e si sta specchiando. Lo specchio riflette dei soldi appoggiati sul letto. Capiamo subito che Merion in un momento di debolezza decide di rubare i soldi. Le inquadrature sono raccordate sullo sguardo della protagonista e gli oggetti, si passa da soggettive ad oggettive → RITMO BINARIO. Capiamo subito cosa sta succedendo senza bisogno di parole. La busta con i soldi è la calamita su cui tornano le inquadrature. La scena è costruita sull’asse dello sguardo. SCENA PIENA DI TENSIONE. Scena della fuga Marion è in auto e sta fuggendo dalla città. Ci sono dei bellissimi primi piani di Marion alla guida della sua vettura, illuminata da una bellissima luce selettiva sul viso. Primo piano sul volto di Janet Leigh, occhi sgranati, colmi di timore e insicurezza, mani che graffiano nervosamente il volante in pelle, sguardo ripetutamente volto allo specchietto retrovisore (qualcuno la insegue?) Hitchcock decide di fermare l'auto di giorno vicino al quadro verticale perché l'occhio viene richiamato da quell'elemento. Se non ci fosse stato sarebbe cambiato il modo di vedere la macchina. Si ha una lunga sequenza che ci fa capire il senso di colpa di Marion. Il senso di colpa nasce quando lei incrocia lo sguardo del suo datore di lavoro e si sente scoperta. I loro sguardi sono attratti dal poliziotto fermo vicino al rivenditore di macchine e la sua presenza rende viva la percezione di essere colpevole. (Nei film di H i polizotti non sono mai visti in modo positivo, infatti il regista aveva paura dei poliziotti) Marion è in bagno ed è angosciata e impaurita. Si ha una soggettiva sul denaro. C’è uno specchio in cui però non si specchia ma è un elemento che duplica il corpo e lo taglia a metà. Marion esce dal bagno e per la fretta dimentica quasi la valigia. Alla guida immagina le voci del poliziotto e del rivenditore oppure il regista vuole farci sentire cosa dicono i due nel mentre. Questa decisione è volutamente ambigua la cosa ma perché stiamo entrando del senso dell'inquietudine. La pioggia scrosciante nel buio della notte, i fari accecanti sugli occhi, le voci fuoricampo che ricalcano i suoi pensieri oppressivi e soffocanti, sfuriate di archi che stridono impietosi a ritmo con i tergicristalli dell’automobile. La smorfia compiaciuta di Marion durante il viaggio in macchina anticipa il diabolico sorriso finale di Norman Bates Scena Besmol Hotel Marion si ferma in un luogo isolato, ed è una deviazione simbolica perché sta fuori dalla norma. Quando arriva nel Hotel smette di piovere e possiamo vedere uccelli nelle stampe, uccelli impagliati. Il riferimento agli uccelli sta anche nel cognome di Marion “Crane” (Che significa gru). Alla registrazione dell’hotel però si firma Samuels il quale indica la voglia di sposarsi con Sam e acquisire il suo cognome. Norman la accompagna nella stanza mostrandole il bagno, parola che però lui non riesce a pronunciare perché è il luogo del male e del delitto. Quando arriva in cima c’è una ripresa totale a piombo per poi fare un primo piano di Arbogast. La madre viene ripresa quindi verticalmente e si ha un forte contrasto tra il campo totale (violini) e il primo piano del detective quando viene assassinato (ottoni). Il sangue è ricreato con un piccolo tubo di plastica pieno di emoglobina. Quando il coltello si avvicinava al suo volto, Hitchcock tirava un filo che lasciava uscire l’emoglobina inondando il volto di sangue. La caduta all’indietro venne realizzata: - Con un dolly viene ripresa la discesa della scala senza il personaggio. - Arbogast viene ripreso su una sedia speciale e dietro si proiettava la discesa della scala. L’attore doveva quindi battere l’aria con le braccia. Leila entra in casa A questo punto Lila e Sam si recano dallo sceriffo della cittadina vicino al motel per avere informazioni sui due scomparsi. Lo sceriffo telefona a Norman per chiedere notizie dell’investigatore. Dopo aver riattaccato rimane colpito del fatto che Arbogast aveva riferito a Lila e Sam della presenza in casa della madre di Norman, morta in realtà 10 anni prima. I due si incuriosiscono e si recano al motel fingendosi una coppia di sposini in viaggio. Mentre Lila perquisisce la casa Bates si insospettisce e in una goffa e rapida colluttazione mette fuori gioco Sam. Alternanza di oggettive e soggettive. Perlustrazione della casa, della camera della madre dove è iniziato tutto. C'è ancora impresso la forma del corpo nel materasso. Gioco di riprese sugli oggetti, pupazzi, il dispositivo per la musica. Soprattutto gli specchi tanto che Leila si spaventa del suo stesso riflesso, mentre nella stanza di Norman non ci sono specchi. Contrasto forte quindi tra i due luoghi. La duplicità di Norman è rappresentata dal libro che Leila prende in mano. Ovunque lo gira non c'è il nome del libro. Viene inquadrato solo il volto di Lila. (Il nome Laila significa fascino e grazia, ma anche apparenza) Lila trova lo scheletro decomposto della madre in cantina quando irrompe improvvisamente in scena Norman Bates sorridente e travestito da sua madre cerca di aggredire Lila. È una scena di forte impatto visivo ed emozionale. Le immagini si fondono con la stessa terrorizzante colonna sonora usata nella scena della doccia: implicitamente e forzatamente la nostra mente viene riportata a quell’ omicidio e non possiamo non essere spaventati. Nella scena Lila urta inavvertitamente una lampada che oscillando crea un dinamico gioco di luci ed ombre. Possiamo dire che c’è un parallelismo con la scena dell’omicidio di Marion. In entrambe c’è una presenza femminile in solitudine e silenzio, poi accade un qualcosa a cui segue un urlo straziante, partono quindi i violini di Herrmann che accompagnano “immagini spaventose”. Arresto di Norman Norman viene bloccato da Sam e infine arrestato. Il poliziotto porta una coperta a Norman che si trova in una stanza vuota, nella quale lui si avvolge proprio come viene avvolto il corpo di Marion. La macchina da presa stringe su di lui e si passa da una figura intera ad un primo piano. C’è solo Norman e la sua mente malata sopraffatta ancora una volta dall’identità della madre. La scena nella sua semplice essenzialità non permette distrazioni, tutta l’attenzione dello spettatore si focalizza sulle parole della madre e sul sorriso diabolico e pazzo di Norman. Alla fine viene ripresa una mosca che potrebbe collegarsi alle parole di Norman. Ma può collegarsi anche al nostro sguardo iniziale voyeristico. Infatti nella scena iniziale noi come una mosca ci infiliamo nella stanza degli amanti senza che loro lo sappiano. Potrebbe significare che la mosca sia Norman che inconsapevolmente ha seguito tutta la vicenda. Oppure che la scena si apre con una mosca e si chiude con una mosca che ha seguito tutta la vicenda. (MIE SUPPOSIZIONI)
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