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Analisi libro Malavoglia, Dispense di Italiano

analisi dettagliata malavoglia

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 04/03/2019

isabella-rociola
isabella-rociola 🇮🇹

3.2

(5)

4 documenti

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Scarica Analisi libro Malavoglia e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! I MALAVOGLIA AUTORE: Giovanni Verga ANNO: 1881 I Malavoglia, il primo dei cinque romanzi del “ciclo dei vinti”, è centrato sul tema della lotta per l’esistenza e per il miglioramento delle condizioni di vita al livello più basso della scala sociale. Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscano che vive presso il paese di Aci Trezza, nel catanese, soprannominata Malavoglia , secondo la tradizione della 'ngiuria (applicazione del nomignolo,spesso per antifrasi). Il patriarca è Padron 'Ntoni ,vedovo, che vive presso la casa del nespolo insieme al figlio Bastiano, detto Bastianazzo, il quale è sposato con Maruzza (la Longa). Bastiano ha cinque figli: 'Ntoni, Luca, Filomena (detta Mena o Sant'Agata), Alessio (detto Alessi) e Rosalia (detta Lia). Il loro principale mezzo di sostentamento è la "Provvidenza", una piccola imbarcazione utilizzata per la pesca. Verga, nella prefazione ai Malavoglia, fa una critica al progresso. L’umanità, nel suo assieme, parrebbe progredire verso forme d’esistenza sempre migliori; ma a ben guardare non è così. La “fiumara del progresso”, infatti, avanza con la forza di un potere che assorbe tutto e tutti, per poi lasciare ogni cosa e ogni individuo ai margini, dopo esserne servito. Il mondo si popola così di creature sconfitte, di vinti. A essere sommersi sono soprattutto i deboli che restano per via, i fiacchi che si lasciano sorpassare dall’onda per finire più presto, i vinti che levano le braccia disperate. Appunto a costoro, ai vinti della società urbana, si rivolgerà l’attenzione dello scrittore. I protagonisti del mondo descritti da Verga sono dunque colore che, per la bramosia (individuale e collettiva) di ottenere sempre il nuovo e il meglio, rimangono travolti dai loro stessi desideri. C’è dunque una contraddizione insanabile nel progresso complessivo dell’umanità: esso è frutto dell’ambizione dei singoli, i quali finiscono però schiacciati dalla loro stessa ricerca del meglio. Tutti sono tormentati da questa tensione a stare meglio, che facciano parte dei ceti sociali più poveri o di quelli più elevati. TRAMA: La vita tranquilla dei Malavoglia viene scossa da alcuni fatti: la partenza di ‘Ntoni per il servizio militare, una cattiva annata per la pesca, la necessità di preparare la dote per Mena. Per affrontare queste difficoltà, padron ‘Ntoni compra a credito un carico di lupini, nella speranza di poterli rivendere in un paese vicino, ma una tempesta fa naufragare la barca che li stava trasportando e Bastianazzo (che guidava la barca) muore. Quindi alla famiglia rimane il debito da pagare; di conseguenza la loro casa viene pignorata. In più, il secondogenito Luca muore (nella battaglia di Lissa), la madre Maruzza muore di colera; e la barca, dopo essere stata riparata affonda di nuovo, impedendo ai Malavoglia di fare il loro lavoro da pescatori. Dopo il servizio militare, ‘Ntoni, stanco della sua vita miserabile, si da’ al contrabbando, ma viene scoperto, quindi accoltella una guardia e finisce in prigione. Nel frattempo Lia (la figlia minore) scappa in città e si prostituisce; procurando così alla famiglia un tale disonore che il matrimonio di Mena e compare Alfio viene annullato. Padron ‘Ntoni finisce la sua vita in ospedale, mentre Alessi (l’ultimo figlio) riesce a riscattare la casa e continua il mestiere di suo nonno (padron ‘Ntoni). La famiglia però è ormai disgregata, tanto che, anche quando ‘Ntoni esce di prigione, capisce che non può rimanere alla casa del nespolo, quindi si allontana per sempre. AMBIENTAZIONE: L’intero romanzo è ambientato ad Aci Trezza, piccolo paese vicino Catania. Il paesino è solo il contenitore delle vicende caratterizzato da luoghi tipici: la piazza, luogo dei pettegolezzi, l’osteria dei perdigiorno e luogo di sotterfugi, la casa come nido domestico. Il mare e il cielo coi suoi “Tre re” sono presenze vive e palpabili che osservano distanti e pacifici le vicissitudini dei personaggi. NARRATORE: E’ onnisciente, conosce tutti i fatti e spesso li anticipa, come la morte del giovane Luca. Si limita a raccontare le azioni senza esprimere giudizi personali. Sembra un narratore popolare che condivide il modo di comportarsi, i pregiudizi, la mentalità, la cultura del mondo di cui parla, anche perché i luoghi del romanzo sono gli stessi nativi dell’autore. TEMPO: Le vicende durano circa otto o nove anni . Sono frequenti le ellissi e spesso vengono narrate intere giornate. Il ritmo è quindi abbastanza accelerato, frammentario e solo in alcuni punti viene rallentato da piccole riflessioni e descrizioni. L’elemento dominante è la scena e in questi punti tempo del racconto e tempo della storia coincidono. Sono praticamente assenti flashback e anticipazioni. Le indicazioni temporali sono solamente quelle legate alle feste liturgiche e all’alternarsi delle stagioni, elementi tipici che caratterizzano lo scorrere del tempo nella cultura contadina. CONTESTO: Il contesto è culturale. Dato che si tratta di un romanzo verista, Verga coglie la realtà del suo tempo, perciò punta sulla cultura e sul modo di pensare dei pescatori. Le opere di Zola, fotografano con puntualità la società francese del secondo impero e ne rilevano lo scontro tra i nuovi soggetti emarginati e le classi sociali emergenti.Questo in Verga verista non avviene mai. Egli utilizza la tecnica della moderno, cittadino e progredito: interesse economico, egoismo, sopraffazione dei più deboli, ricerca del profitto a ogni costo. La storia dell’umanità, dice Verga, è la storia di un’infinita rincorsa al progresso, al successo, al miglioramento della propria condizione. Quando però si passa a osservare le cose nel dettaglio, fermandosi a considerare le vite dei singoli individui, ci si rende conto che «il risultato umanitario copre quanto c’è di meschino negli interessi particolari che lo producono» e che mentre l’umanità nel complesso procede, si lascia indietro una lunga scia di «vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d’oggi, affrettati anch’essi, avidi anch’essi di arrivare, e che saranno sorpassati domani». Queste affermazioni rendono perfettamente conto di quella che è la visione verghiana del progresso, della storia e della società: una sorta di infinita catena di sopraffazioni in cui tutti combattono contro tutti e in cui ogni vittoria è solo temporanea, dato che anche coloro che sembrano trionfare oggi sono in realtà destinati ad essere sorpassati dai “vincitori di domani”. - Giovanni Verga torna più e più volte su un tema preciso: quello dell'attaccamento alla famiglia, al focolare domestico, alla casa; è facile comprendere, quindi, i sentimenti di amarezza e dolore di chi è costretto a vendere la propria abitazione per pagare i debiti di un affare sfortunato, come nel caso dei Malavoglia. Il bene della famiglia sembra il supremo valore: è questo il principale senso dell'ideale dell'ostrica. Per i Malavoglia la "roba" consiste nella Provvidenza e nella casa del nespolo. Quando entrambe si perdono, i membri della famiglia sentono di aver perduto le radici stesse della loro esistenza. Solo alla fine del romanzo, Alessi riesce a recuperare la casa e con essa il legame con il passato e gli affetti familiari. -IMPERSONALITÀ: Per trattare in modo impersonale e oggettivo la materia, secondo i canoni del verismo, Verga usa particolari tecniche narrative: discorso indiretto libero, regressione del punto di vista, straniamento, lingua e costrutti sintattici che riprendono i modi di dire dei personaggi: il discorso indiretto libero: consiste nell’inserire direttamente nel testo le parole e i modi di dire del personaggio stesso, senza distinzione rispetto alla voce del narratore; la regressione del punto di vista: i fatti vengono narrati e giudicati secondo il punto di vista e i valori espressi dai personaggi, non secondo la visione dell’autore e infine, il meccanismo di straniamento che consiste nel proporre in modo neutro la spiegazione di determinati fatti secondo la logica dei personaggi, rendendone manifesta l’infondatezza.
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